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fu completamente ricostruita, riutilizzandone<br />

alcune parti -ad esempio<br />

delle colonne- per dare forma alla<br />

chiesa che conosciamo oggi. Tracce<br />

della basilica primitiva si trovano<br />

tuttavia custodite al di sotto del pavimento<br />

di San Pietro, in uno spazio<br />

denominato Grotte Vaticane.<br />

Nel terzo libro del De Virginibus<br />

Ambrogio riporta il discorso che il<br />

Papa ha pronunciato per la sorella<br />

Marcellina. Proviamo anche noi a<br />

“ritornare a quei precetti di Liberio<br />

di beata memoria”, (p. 93) dei quali<br />

Ambrogio ci rivela essere stati<br />

spesso oggetto di conversazione<br />

con la sorella. Si tratta innanzitutto<br />

di un elogio alla verginità, le cui<br />

virtù prendono forma nell’atteggiarsi<br />

della vergine, come se fossero<br />

a lei connaturali: “Fiorisca nei<br />

tuoi giardini la rosa del pudore, il<br />

giglio dell’anima[…]”, esorta il<br />

Pontefice, con quest’immagine di<br />

delicata poesia, dopo aver delineato<br />

il ritratto di una donna pudica e nello<br />

stesso tempo forte, perché rassicurata<br />

da Dio (pp. 99-100):<br />

«La verginità sia contrassegnata<br />

innanzi tutto dalla voce, il pudore<br />

chiuda le labbra, la religione annulli<br />

la debolezza, la consuetudine<br />

instauri la natura! La sua gravità a<br />

me per prima annunci la vergine:<br />

nel pudore manifesto, nell’incedere<br />

sobrio, nel volto modesto».<br />

Si tratta comunque di un inno<br />

d’amore a Gesù Cristo (pp. 94-95):<br />

«Amalo, o figlia, perché è buono<br />

[…]. Amalo, ti dico, Egli è colui<br />

che il Padre ha generato prima della<br />

stella del mattino, come eterno:<br />

dall’utero lo generò come Figlio:<br />

dal cuore lo proruppe come Verbo.<br />

Egli è colui nel quale il Padre si<br />

compiacque […]. Il Padre lo ama<br />

tanto da portarlo nel seno, collocarlo<br />

alla sua destra […]. Ama<br />

dunque colui che il Padre ama».<br />

Proviamo a rileggere questo<br />

stesso discorso, assai più concettua-<br />

Brugherio. Cascina di S. Ambrogio<br />

le e meno ricco d’immagini, così<br />

come lo riporta il Biraghi 15 secoli<br />

più tardi, nella sua Vita di Santa<br />

Marcellina (p. 15):<br />

«Questo Sposo amalo, o figlia,<br />

perché è buono. Amalo, dico: egli è<br />

Figlio eterno del Padre, egli è il<br />

Verbo uscito dal cuore del Padre,<br />

egli la compiacenza del Padre, egli<br />

il creatore d’ogni cosa: e la pienezza<br />

della divinità abita corporalmente<br />

in lui. Tu dunque ama lui che<br />

è sì amato dal Padre […]».<br />

Tra i precetti di papa Liberio che<br />

Ambrogio fissa nella memoria e<br />

che Marcellina ascolta attentamente<br />

quella notte e che poi praticherà tutta<br />

la vita, uno spazio è dedicato alla<br />

preghiera assidua (p. 103):<br />

Anche l’orazione frequente ci<br />

raccomandi a Dio. […] Ma anche<br />

nel letto stesso voglio che tu intrecci<br />

con frequente alternanza i Salmi<br />

con la preghiera del Signore, sia<br />

quando ti svegli, sia prima che il<br />

sopore ristori il corpo, affinché il<br />

sonno, nel principio stesso del riposo,<br />

ti trovi libera dalla cura delle<br />

cose del secolo, mediante le cose<br />

divine. […] Dobbiamo poi in particolare<br />

passare in rassegna il Simbolo<br />

– ogni giorno nelle ore prima<br />

dell’alba – come sigillo del nostro<br />

cuore: anzi ad esso dobbiamo ricorrere<br />

con l’anima quando qualcosa<br />

ci spaventa”.<br />

La liturgia del messale ambrosiano<br />

feriale, si esprime con queste<br />

parole del prefazio, tratte dalla memoria<br />

di Santa Marcellina, il 17 luglio:<br />

E’ fonte di letizia rinnovare il ricordo<br />

della beata Marcellina, affettuosa<br />

sorella e dolce conforto di<br />

Ambrogio e Satiro. Come vergine<br />

prudente scelse di amare con cuore<br />

indiviso l’immacolato tuo Figlio,<br />

ispiratore e corona di ogni proposito<br />

verginale e a lui si dedicò con<br />

cuore di sposa, per celebrarne con<br />

voce nuova la sovrumana bellezza<br />

nel coro della tua Chiesa.<br />

LE LETTERE<br />

DI SANT’AMBROGIO<br />

A SANTA MARCELLINA<br />

La “villa” di Marcellina<br />

E’ presumibile che Marcellina<br />

avesse un’abitazione a Milano, dove<br />

viveva insieme al fratello Satiro,<br />

identificabile con l’area attigua alla<br />

sconsacrata chiesa di San Carpoforo,<br />

oggi in via M. Formentini, della<br />

quale rimane il toponimo in una<br />

piccola strada vicina. Tuttavia è anche<br />

nell’ambiente di questa campagna<br />

lombarda che la voce di una<br />

tradizione incontrastata dice essere<br />

vissuta Marcellina per buona parte<br />

dell’anno, dopo la proclamazione a<br />

vescovo di Ambrogio. Qui si presume<br />

abbia ricevuto le lettere del fratello,<br />

che la informavano puntualmente<br />

sugli avvenimenti che coinvolgevano<br />

le sorti della Chiesa.<br />

Dalla Vita di monsignor Biraghi<br />

(p. 61):<br />

«La villa, ove Marcellina ritiravasi,<br />

era a nove miglia da Milano,<br />

poco discosta dalla Via militare, la<br />

quale da Porta Argentea per la stazione<br />

di Fiume-Frigido (o Cologno),<br />

Argenzia (o Gorgonzola) e<br />

Ponte-Aureolo metteva a Bergamo<br />

e Verona. Il luogo era non lontano<br />

da Fiume-Frigido, in pianura a boschi<br />

e viti, e case campereccie, sotto<br />

i colli della Brianza, un dì compreso<br />

nella pieve di Vicomercato».<br />

Oggi, se vogliamo visitare questo<br />

sito, dobbiamo recarci alle porte<br />

di Milano, a Brugherio. Qui, percorrendo<br />

la via dei Mille, si incontra<br />

il complesso residenziale che un<br />

tempo corrispondeva alla presunta<br />

abitazione di Marcellina: entrando<br />

nella corte, una targa in alto a sinistra,<br />

posta nel 1953 da monsignor<br />

Ennio Bernasconi, ricorda che «Qui<br />

santa Marcellina visse e soggiornò<br />

la maggior parte dell’anno: <strong>qui</strong> fors’anche<br />

morì. Beati voi o abitanti di<br />

queste case! E’ terra santa la vostra.<br />

Come dovete sentirne il fascino<br />

e la responsabilità…».<br />

La corrispondenza<br />

tra Ambrogio e Marcellina<br />

Dalla Vita di mons. Biraghi (p. 61)<br />

«Qui [a Brugherio] la pia<br />

Vergine insieme a Candida e alcun’altra<br />

compagna soleva ridursi<br />

a quando a quando, e di <strong>qui</strong> andavano<br />

e venivano lettere tra lei e Ambrogio».<br />

Le lettere di Ambrogio, inviate<br />

alla sorella tra il 386 e il 388, ci<br />

guidano in questo luogo dove anche<br />

la tradizione ci porta a collocare le<br />

tre lettere che la storia ci ha conservato.<br />

Queste lettere sono significative<br />

anche per inquadrare il rapporto<br />

intercorrente tra Ambrogio e<br />

Marcellina, perché tra le righe emerge<br />

la consuetudine di una confidente<br />

amicizia, anche se l’epistolario<br />

santambrosiano è stato concepito<br />

come opera letteraria, la cui<br />

finalità è di far conoscere pubblicamente<br />

le motivazioni dell’agire del<br />

vescovo di Milano in determinate<br />

circostanze. A noi interessano nella<br />

misura in cui rivelano il delicato<br />

rapporto di affetto che univa da<br />

sempre Ambrogio alla sorella che lo<br />

aveva cresciuto ed educato alla fede<br />

cattolica.<br />

Milano. Basilica di S. Ambrogio<br />

«Tanta deferenza del santo<br />

Fratello, Marcellina l’aveva ben<br />

meritata col suo ingegno, colla<br />

grande prudenza, colla lunga vita<br />

piena di luce e di santità. […] Insomma<br />

– conclude il Biraghi nella<br />

Vita (pp. 94-95) – in Marcellina<br />

vedevasi per singolar modo riunito<br />

lo spirito e l’attività di Marta e di<br />

Maria, e tutto quel meglio che valesse<br />

a corrispondere allo zelo sì vivo<br />

e sì illuminato di un Ambrogio[...]».<br />

«Siate Marta, ma insieme anche<br />

Maria» scriveva ancora monsignor<br />

Biraghi alla giovane Marina Videmari,<br />

che stava per diventare la prima<br />

pietra del nuovo istituto educativo<br />

da lui ideato: in una lettera<br />

datata 17 novembre 1837, riassume<br />

con queste parole il fondamento<br />

24 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006<br />

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