R O T O p A L C O - Emilia Romagna Teatro
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18 - 23 aprile <strong>Teatro</strong> delle Passioni<br />
LA TEMPESTA DI SHAKESPEARE<br />
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia<br />
parole e voci Ferdinando Bruni<br />
musica, suoni e rumori Mauro Ermanno Giovanardi, Fabio Barovero,<br />
Gionata Bettini<br />
sculture di scena Giovanni De Francesco<br />
luci ed effetti Nando Frigerio<br />
servi dell’isola Giovanni De Francesco e Giuseppe Isgrò<br />
la voce di Miranda è di Margherita Gambero<br />
Teatridithalia<br />
La tempesta e il tempo secondo Jan Kott<br />
“Shakespeare, che di solito gioca così liberamente col tempo,<br />
condensando mesi interi in un’unica scena, o lasciando trascorrere<br />
sedici anni tra un atto e l’altro, nella Tempesta conta addirittura i<br />
minuti uno per uno. L’orologio shakesperiano, l’orologio drammatico,<br />
capace di far passare degli anni in cinque minuti, stavolta<br />
cammina col ritmo normale<br />
“Gli uomini sono fatti della<br />
stessa sostanza dei sogni e la<br />
nostra breve vita è avvolta dal<br />
sonno”.<br />
di tutti gli orologi. Ai tempi di<br />
Shakespeare le rappresentazioni<br />
incominciavano di solito alle tre<br />
e finivano alle sei. Le magie di<br />
Prospero incominciano tra le due<br />
e le tre e finiscono alle sei.”<br />
Prospero e Leonardo da Vinci<br />
“Ogni volta che penso a Prospero, rivedo la testa di Leonardo nel<br />
suo ultimo autoritratto. Ha la fronte altissima. La barba circonda<br />
le labbra. Un viso pieno di intelligenza e di amarezza, in cui non si<br />
legge né pace né rassegnazione. Questo è l’uomo che sul margine di<br />
una gran foglio fitto di dimostrazioni sul moto dei corpi, annotò con<br />
quella sua calligrafia mancina, ma dai caratteri ancora più minuti:<br />
O Leonardo, perché t’affatichi?”<br />
I due testi sono tratti da Jan Kott<br />
Shakespeare nostro contemporaneo, Milano 2004.<br />
8<br />
Tre anni fa Teatridithalia aveva presentato allo Storchi un classico del<br />
proprio repertorio, un Sogno di una notte di mezza estate allestito con una<br />
numerosa compagnia di attori. A due anni di distanza, ecco La tempesta<br />
di Shakespeare, essa stessa una commedia, seppure di diverso registro,<br />
che permette a Ferdinando Bruni di dar fondo a tutto il suo bagaglio di<br />
attore, utilizzando il rapporto diretto con lo spettatore proprio del teatro di<br />
narrazione, con l’apporto di due silenziosi “servi di scena”.<br />
La Tempesta è considerato l’addio di Shakespeare al teatro. L’interpretazione<br />
tradizionale la considera come il dramma del perdono e della riconciliazione<br />
con il mondo. Nell’allestimento proposo da Ferdinando Bruni e Francesco<br />
Frongia, la vicenda si apre con l’ingresso in scena di un cantastorie<br />
girovago che annuncia e racconta la tempesta: solo in secondo momento<br />
Bruni diventa Prospero, narratore che trascina un carro sul quale è esposta<br />
tutta la mercanzia della sua anima, i fantasmi che hanno popolato la sua<br />
esistenza: marionette, maschere mostruose. Con i mezzi del teatro, Prospero<br />
scompiglia i destini di amici e nemici, fino allo scioglimento finale, quando<br />
“un’armonia profonda che consola e che guarisce” si spargerà su tutti e<br />
tutto.<br />
Le musiche, i suoni e i rumori sono di Fabio Barovero e di Mauro Ermanno<br />
Giovanardi, componenti di due band storiche della musica d’autore italiana<br />
degli anni ’90, i torinesi Mau Mau e i milanesi La Crus. Le bambole e i<br />
burattini sono creazioni dell’artista Giovanni De Francesco.