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R O T O p A L C O - Emilia Romagna Teatro

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20 - 23 aprile <strong>Teatro</strong> Storchi<br />

ES IZ AMERIKE!<br />

Cosa ci vuoi fare, è l’America!<br />

di Moni Ovadia<br />

con Moni Ovadia, Lee Colbert<br />

e con Stage Orchestra (Janos Hasur, Luca Garlaschelli, Emilio Vallorani,<br />

Massimo Marcer, Paolo Rocca, Albert Mihai, Stefano Corradi,<br />

Vincenzo Pasquariello)<br />

direttore musicale Emilio Vallorani<br />

arrangiamenti Lee Colbert, Stefano Corradi, Massimo Marcer,<br />

Emilio Vallorani<br />

scene e costumi Elisa Savi<br />

luci Daniele Savi<br />

Promo Music in coproduzione con<br />

Il Rossetti-<strong>Teatro</strong> Stabile del Friuli Venezia Giulia<br />

Moni Ovadia possiede la preziosa capacità di raccontare storie e trattare<br />

temi serissimi e spesso tragici con leggerezza. Attraverso il linguaggio che<br />

gli è più naturale – un intreccio di musica, canto e racconto - Moni ripercorre<br />

in Es iz Amerike! uno dei più fertili “incontri” di culture mai avvenuto nella<br />

storia: quello fra la tradizione yiddish e il mondo dello spettacolo degli Stati<br />

Uniti.<br />

La cultura<br />

Ovadia e il Klezmer<br />

“Tra le componenti del successo del klezmer c’è,<br />

se vogliamo usare un termine giovanile, il fatto<br />

che si tratta di una fusion music ante-litteram<br />

e in un mondo che si globalizza la musica di<br />

fusione è una delle componenti culturali che noi<br />

vivremo come realtà (...). Altro motivo del grande<br />

successo di questo genere è l’essere una musica<br />

che esprime il travaglio di un popolo, il suo<br />

spaesamento, il suo vagabondaggio...”.<br />

yiddish giunge<br />

negli USA con i<br />

ripetuti flussi di<br />

emigrazione fra la<br />

fine dell’Ottocento<br />

e l’inizio del<br />

Novecento. Il<br />

nigun, la melodia<br />

che sgorgava<br />

da un’interiorità<br />

plurisecolare, era<br />

uno dei grandi scrigni che gli ebrei avevano portato con sé nella loro fuga.<br />

A quello scrigno pieno di canzoni in yiddish e di musiche klezmer dell’esilio<br />

bisognava attingere per dare all’America una parte fondamentale del suo<br />

futuro musicale.<br />

Affiancato dalla voce di Lee Colbert (interprete di una straordinaria versione<br />

di Summertime che in yiddish diventa Zummertstait) e da un ensemble<br />

di ottimi musicisti diretti da Emilio Vallorani, Ovadia così racconta Es iz<br />

Amerike: “E’ un piccolo e povero spettacolo di varietà fatto di canzoni,<br />

storielle, aneddoti, che vuole raccontare la storia di un “meticciato”<br />

culturale a seguito di un’emigrazione, ossia l’arrivo di due milioni di<br />

ebrei dalle terre dell’Est Europa, dai territori dell’impero zarista e austroungarico.<br />

C’era di tutto, pezzenti, disperati, sbandati, rabbini, scaccini,<br />

cantori, sarti, vetturini, ciabattini, operai… La cultura e lo showbusiness<br />

negli Stati Uniti non sono neanche pensabili, per tutto il Novecento, senza<br />

il contributo ebraico.”<br />

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