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appunti di geometria solida - Liceo Statale Aprosio

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APPUNTI DI GEOMETRIA SOLIDA<br />

Geometria piana: (planimetria) stu<strong>di</strong>o delle figure i cui punti stanno tutti su un piano<br />

Geometria <strong>solida</strong>: (stereometria) stu<strong>di</strong>o delle figure i cui punti non giacciono tutti su uno<br />

stesso piano (figure solide)<br />

Spazio: insieme costituito da infiniti elementi detti punti: è dotato <strong>di</strong> sottoinsiemi propri<br />

(rette e piani)<br />

Spazio piano e retta sono gli elementi primitivi della <strong>geometria</strong>.<br />

RETTE (assiomi)<br />

A1 ogni retta è un sottoinsieme proprio infinito dello spazio, in<strong>di</strong>viduato da una coppia <strong>di</strong><br />

punti <strong>di</strong>stinti<br />

A2 ogni retta è dotata <strong>di</strong> due versi, uno opposto all’altro rispetto ai quali è aperta, densa e<br />

illimitata<br />

A3 ogni piano è sottoinsieme proprio infinito dello spazio in<strong>di</strong>viduato da tre punti non<br />

allineati. Se una retta ha due punti in comune con un piano essa è inclusa nel piano<br />

Conseguenze dei tre assiomi:<br />

C1 per una retta r e per un punto P non appartenente a r passa uno e un solo piano cui<br />

entrambi appartengono<br />

C2 Per due rette incidenti passa uno e un solo piano<br />

A4 (assioma <strong>di</strong> partizione del piano) Ogni retta r <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong>vide l’insieme degli ulteriori<br />

suoi punti in due parti non vuote, tali che:<br />

• Se i punti A e B appartengono a parti <strong>di</strong>verse il segmento AB taglia la retta r in un<br />

punto<br />

• Se i punti C e D appartengono alla stessa parte, allora anche il segmento CD è<br />

incluso in questa<br />

RETTE (nello spazio)<br />

RETTE INCIDENTI: hanno un solo punto in comune (giacciono sullo stesso piano)<br />

RETTE PARALLELE : o sono coincidenti o giacciono sullo stesso piano e non hanno punti<br />

in comune (in<strong>di</strong>viduano un piano)<br />

RETTE SGHEMBE : non giacciono sullo stesso piano (non hanno quin<strong>di</strong> alcun punto in<br />

comune e non esiste un piano che le contenga entrambe)<br />

SPAZIO (assiomi)<br />

A5 (assioma <strong>di</strong> partizione dello spazio): Ogni piano α dello spazio lo <strong>di</strong>vide in due parti non<br />

vuote tali che:<br />

• Se i punti A e B appartengono a parti opposte, allora il segmento AB taglia il piano<br />

α in un punto<br />

• Se i punti C e D appartengono alla stessa parte, allora anche il segmento CD è<br />

tutto incluso in questa parte<br />

Definizione: si chiama semispazio la figura costituita da una <strong>di</strong> queste due parti e dal piano<br />

α che si <strong>di</strong>ce bordo (o confine o frontiera) dei due semispazi<br />

PIANI (nello spazio)<br />

Nello spazio un piano è in<strong>di</strong>viduato da:<br />

• Tre punti non allineati<br />

• Due rette incidenti<br />

1


• Una retta e un punto che non appartiene alla retta<br />

• Due rette parallele e <strong>di</strong>stinte<br />

Teorema: se due piani <strong>di</strong>stinti hanno in comune due punti A e B, allora hanno in comune<br />

tutta la retta AB e solo questa retta<br />

Definizione: si <strong>di</strong>cono incidenti (o secanti) due piani che hanno in comune una (sola) retta<br />

Teorema: due piani <strong>di</strong>stinti aventi in comune un punto, sono incidenti lungo una retta che<br />

passa per quel punto<br />

Definizione due piani si <strong>di</strong>cono paralleli quando non hanno alcun punto in comune, oppure<br />

quando sono coincidenti.<br />

Proprietà<br />

P1 per un punto dello spazio si può condurre uno e un solo piano parallelo ad un<br />

piano dato<br />

P2 due piani paralleli ad un terzo piano sono paralleli tra loro<br />

P3 Se due piani sono paralleli ogni piano che taglia l’uno taglia anche l’altro e le<br />

due rette <strong>di</strong> intersezione sono parallele<br />

P4 (teorema <strong>di</strong> Talete nello spazio) Tre o più piani paralleli determinano su due<br />

trasversali qualunque due classi <strong>di</strong> segmenti <strong>di</strong>rettamente proporzionali<br />

RETTE E PIANI NELLO SPAZIO<br />

Caso 1: se una retta ha in comune due punti con un piano allora giace completamente sul<br />

piano<br />

Caso 2: se una retta ha in comune un solo punto con un piano si <strong>di</strong>ce che è incidente al<br />

piano<br />

Caso 3: esistono rette che non hanno alcun punto in comune con un piano.<br />

Teorema: Una retta parallela ad una retta <strong>di</strong> un piano e passante per un punto esterno ad<br />

esso non ha alcun punto in comune con il piano.<br />

Definizione: una retta si <strong>di</strong>ce parallela ad un piano se giace sul piano o non ha alcun punto<br />

in comune con il piano<br />

Proprietà:<br />

P1: date due rette parallele ogni piano passante per una <strong>di</strong> esse è parallelo all’altra<br />

P2: dati una retta e un piano paralleli che non si appartengono, ogni piano passante<br />

per la retta e incontrante il piano dato, taglia questo secondo una retta parallela<br />

alla data<br />

P3: dati una retta s e un piano α paralleli la parallela ad s condotta da un punto P<br />

del piano α giace su questo<br />

P4: se due piani sono paralleli ogni retta parallela all’uno è parallela anche all’altro,<br />

mentre ogni retta che ne incontra uno incontra anche l’altro<br />

P5: Se ad un piano, per un punto esterno, si conducono due parallele, il piano<br />

formato da queste due rette non ha punti in comune con il piano dato<br />

Teorema: se ad una retta r per un suo punto P si conducono due perpen<strong>di</strong>colari a e b,<br />

allora risulta perpen<strong>di</strong>colare ad r anche ogni altra retta che passi per P e giaccia sul piano<br />

2


α in<strong>di</strong>viduato dalle rette a e b; Inoltre le infinite perpen<strong>di</strong>colari ad una retta r, in un suo<br />

punto P, giacciono tutte in uno stesso piano.<br />

Definizione: una retta r e un piano α aventi un punto P in comune si <strong>di</strong>cono tra loro<br />

perpen<strong>di</strong>colari quando la retta r è perpen<strong>di</strong>colare a tutte le rette del piano α passanti per P;<br />

il punto P si <strong>di</strong>ce piede della perpen<strong>di</strong>colare sul piano.<br />

Osservazione: dal precedente teorema <strong>di</strong>scende che una retta è perpen<strong>di</strong>colare ad un<br />

piano se lo incontra e se è perpen<strong>di</strong>colare a due rette del piano passanti per loro punto<br />

comune e viceversa<br />

Teorema delle tre perpen<strong>di</strong>colari: Se dal piede <strong>di</strong> una perpen<strong>di</strong>colare ad una piano α si<br />

conduce la perpen<strong>di</strong>colare a una qualsiasi retta r del piano α, quest’ultima retta risulta<br />

perpen<strong>di</strong>colare al piano in<strong>di</strong>viduato dalle prime due rette.<br />

Dimostrazione: sia a la perpen<strong>di</strong>colare al piano α; Dal suo piede Q si conduca la retta c<br />

perpen<strong>di</strong>colare alla retta r <strong>di</strong> α. Si vuole <strong>di</strong>mostrare che la retta r è perpen<strong>di</strong>colare al piano<br />

β in<strong>di</strong>viduato da a e da c. Se la retta r passa per il punto Q il teorema è <strong>di</strong>mostrato perché<br />

il piano β contenendo le rette a e c entrambe perpen<strong>di</strong>colari in Q alla retta r, è<br />

perpen<strong>di</strong>colare a questa retta. Se invece r non passa per Q sia C il punto <strong>di</strong> intersezione <strong>di</strong><br />

r con c e pren<strong>di</strong>amo su r due punti A e B da parti opposte <strong>di</strong> C e tali che C sia il punto<br />

me<strong>di</strong>o del segmento AB; si congiungano tali punti con Q e con un altro punto P qualunque<br />

della retta a. Nel piano α la retta c è asse del segmento AB perciò QA e QB sono<br />

congruenti. Allora i triangoli rettangoli PQA e PQB sono congruenti avendo i cateti<br />

rispettivamente congruenti. Allora PA è congruente a PB e nel triangolo isoscele ABP la<br />

retta PC (del piano β), che è me<strong>di</strong>ana della base, è anche altezza, quin<strong>di</strong> è perpen<strong>di</strong>colare<br />

alla retta AB. Dunque la retta r, essendo perpen<strong>di</strong>colare alle rette c e CP <strong>di</strong> β è<br />

perpen<strong>di</strong>colare a β. C.v.d.<br />

Teorema: Per ogni punto P dello spazio passa:<br />

• Una e una sola perpen<strong>di</strong>colare ad un dato piano α<br />

• Uno e un solo piano perpen<strong>di</strong>colare a una retta data<br />

Teorema: due rette perpen<strong>di</strong>colari ad uno stesso piano sono tra loro parallele.<br />

3


DIEDRI E PIANI PERPENDICOLARI<br />

Definizione: Si chiama <strong>di</strong>edro ciascuna delle due parti in cui lo spazio è <strong>di</strong>viso da due<br />

semipiani aventi lo stesso bordo, inclusi i due semipiani.<br />

I due semipiani si chiamano facce del <strong>di</strong>edro, le due facce costituiscono il contorno (o la<br />

superficie) del <strong>di</strong>edro; la retta comune alle due facce si chiama costola (o spigolo) del<br />

<strong>di</strong>edro.<br />

Definizione: Si chiama sezione normale <strong>di</strong> un <strong>di</strong>edro l’angolo che risulta dall’intersezione<br />

del <strong>di</strong>edro con un piano perpen<strong>di</strong>colare allo spigolo.<br />

Proprietà:<br />

P1: due sezioni normali <strong>di</strong> uno stesso <strong>di</strong>edro sono congruenti<br />

P2: <strong>di</strong>edri congruenti hanno sezioni normali congruenti e viceversa.<br />

Definizione: un <strong>di</strong>edro si <strong>di</strong>ce retto, acuto, ottuso, se tale è la sua sezione normale; un<br />

<strong>di</strong>edro si <strong>di</strong>ce piatto, giro, nullo, convesso, concavo se tale è la sua sezione normale.<br />

Definizione: due piani incidenti si <strong>di</strong>cono tra loro perpen<strong>di</strong>colari quando formano quattro<br />

<strong>di</strong>edri retti.<br />

Proprietà:<br />

P1: Se una retta r e un piano α sono perpen<strong>di</strong>colari, ogni piano passante per r è<br />

perpen<strong>di</strong>colare ad α.<br />

P2: Se due piani α e β sono tra loro perpen<strong>di</strong>colari, la perpen<strong>di</strong>colare condotta da<br />

un punto P <strong>di</strong> β alla retta r (intersezione tra α e β), è perpen<strong>di</strong>colare al piano α e<br />

appartiene a β<br />

P3: se due piani incidenti α e β sono perpen<strong>di</strong>colari al piano γ, allora anche la retta r<br />

<strong>di</strong> intersezione tra questi due piani è perpen<strong>di</strong>colare a γ<br />

P4: Se r è una retta non perpen<strong>di</strong>colare al piano α esiste uno ed un solo piano<br />

passante per r e perpen<strong>di</strong>colare ad α<br />

Definizione: nello spazio due punti A e A’ si <strong>di</strong>cono simmetrici rispetto ad un piano α,<br />

quando il segmento AA’ è perpen<strong>di</strong>colare al piano α e il suo punto me<strong>di</strong>o O sta su α<br />

Definizione: due figure dello spazio si <strong>di</strong>cono simmetriche rispetto a un piano, quando i<br />

punti dell’una sono i simmetrici dei punti dell’altra<br />

Definizione: si chiama similitu<strong>di</strong>ne dello spazio ogni corrispondenza biunivoca fra i punti<br />

dello spazio che trasforma segmenti in segmenti proporzionali.<br />

POLIEDRI<br />

Definizione: dati un poligono convesso con n lati (n≥3) e un punto V esterno al suo piano,<br />

si chiama angoloide (o piramide indefinita) <strong>di</strong> vertice V la figura formata da tutte le<br />

semirette <strong>di</strong> origine V che passano per i <strong>di</strong>versi punti del dato poligono<br />

Osservazioni:<br />

• Se n = 3 l’angoloide si chiama triedro<br />

4


• Le semirette VA, VB, VC,… si <strong>di</strong>cono spigoli dell’angoloide, gli angoli AVB,<br />

BVC,…si chiamano facce dell’angoloide<br />

• L’insieme <strong>di</strong> tutte le facce si chiama contorno o superficie dell’angoloide<br />

• Un angoloide è una figura convessa e illimitata<br />

Proprietà:<br />

P1: in un angoloide ogni faccia è minore della somma delle altre.<br />

P2: In un angoloide la somma <strong>di</strong> tutte le facce è minore <strong>di</strong> una angolo giro<br />

Teorema (delle sezioni piane): Le sezioni <strong>di</strong> un angoloide con due piani parallele non<br />

passanti per il vertice sono due poligono simili che hanno i perimetri proporzionali alle<br />

<strong>di</strong>stanze dai piani dal vertice e le aree proporzionali ai quadrati delle stesse <strong>di</strong>stanze.<br />

Definizione: dati un poligono convesso <strong>di</strong> un numero qualsiasi <strong>di</strong> lati (n) e una retta r<br />

incidente il suo piano, si chiama prisma indefinito la figura formata da tutte le rette<br />

parallele ad r che passano per i punti del dato poligono.<br />

Osservazioni:<br />

• Le rette che passano per i vertici del poligono si <strong>di</strong>cono spigoli del prisma indefinito<br />

e sono tutte parallele tra loro<br />

• Se un piano taglia uno spigolo allora taglia anche tutti gli altri e il poligono che si<br />

ottiene si chiama sezione del prisma<br />

Teorema: Due sezioni parallele qualsiasi, in particolare due sezioni normali <strong>di</strong> un<br />

medesimo prisma indefinito sono congruenti.<br />

Definizione: si <strong>di</strong>ce prisma finito (o semplicemente prisma) la parte <strong>di</strong> un prisma indefinito<br />

compresa tra due sezioni parallele<br />

Osservazioni:<br />

• Le sezioni parallele si <strong>di</strong>cono basi del prisma e sono congruenti<br />

• I lati delle sezioni si <strong>di</strong>cono spigoli <strong>di</strong> base e i vertici <strong>di</strong> essi si <strong>di</strong>cono vertici del<br />

prisma<br />

• I parallelogrammi secondo cui i piani delle due basi tagliano le facce del prisma<br />

indefinito si <strong>di</strong>cono facce laterali del prisma; gli spigoli comuni a due facce laterali si<br />

<strong>di</strong>cono spigoli laterali del prisma<br />

• L’insieme <strong>di</strong> tutte le facce laterali si <strong>di</strong>ce superficie laterale del prisma; la superficie<br />

laterale e le due basi si <strong>di</strong>cono superficie totale del prisma<br />

• La <strong>di</strong>stanza tra i piani delle due basi si <strong>di</strong>ce altezza<br />

• Un prisma si <strong>di</strong>ce triangolare, quadrangolare, pentagonale, ecc.. a seconda che le<br />

sue basi siano triangoli, quadrilateri, pentagoni, ecc…<br />

• Si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong>agonale del prisma un segmento congiungente due vertici non<br />

appartenenti ad una stessa faccia<br />

• Un prisma si <strong>di</strong>ce retto quando gli spigoli laterali sono perpen<strong>di</strong>colari ai piani delle<br />

due basi<br />

• Un prisma retto si <strong>di</strong>ce regolare quando le basi sono poligoni regolari; in questo<br />

caso le facce laterali sono tutte rettangoli congruenti.<br />

5


Definizione: si chiama parallelepipedo un prisma le cui basi sono parallelogrammi; si <strong>di</strong>ce<br />

retto quando gli spigoli laterali sono perpen<strong>di</strong>colari ai piani delle basi, obliquo in caso<br />

contrario.<br />

Definizione: si chiama parallelepipedo rettangolo un parallelepipedo retto le cui basi sono<br />

rettangoli<br />

Teorema: in un parallelepipedo rettangolo la misura della <strong>di</strong>agonale vale<br />

dove a, b, c sono le misure delle sue <strong>di</strong>mensioni.<br />

2 2 2<br />

d = a + b + c<br />

Definizione: si <strong>di</strong>ce cubo (o esaedro) un parallelepipedo rettangolo nel quale siano<br />

congruenti i tre spigoli che concorrono in uno stesso vertice. In tal caso d = l 3 dove l è la<br />

lunghezza dello spigolo.<br />

AREA DELLA SUPERFICIE DI UN PRISMA RETTO<br />

Area laterale: A = 2 ph (dove h è l’altezza e 2p il perimetro <strong>di</strong> base)<br />

l<br />

Area totale: A = A + 2A<br />

(dove Ab è l’area <strong>di</strong> una base)<br />

t l b<br />

AREA DELLA SUPERFICIE DI UN PARALLELEPIPEDO RETTANGOLO<br />

A = 2 ab + ac + bc (dove a, b, c sono le <strong>di</strong>mensioni)<br />

Area totale: ( )<br />

t<br />

AREA DELLA SUPERFICIE DI UN CUBO<br />

2<br />

Area totale: A = 6l<br />

(dove l è la lunghezza dello spigolo)<br />

t<br />

VOLUME DI UN PRISMA V = Ab ⋅ h<br />

VOLUME DI UN PARALLELEPIPEDO RETTANGOLO V = a ⋅b ⋅ c<br />

VOLUME DI UN CUBO<br />

3<br />

V =<br />

l<br />

6


Definizione: si chiama piramide la parte <strong>di</strong> angoloide situata in un semispazio che ne<br />

contenga il vertice e il cui bordo incontri tutti gli spigoli.<br />

Osservazioni:<br />

• Il poligono dato si <strong>di</strong>ce base della piramide e il punto V si <strong>di</strong>ce vertice della<br />

piramide; i vertici e i lati della base si <strong>di</strong>cono vertici e spigoli <strong>di</strong> base.<br />

• I segmenti che congiungono il vertice della piramide con i vertici della base si<br />

<strong>di</strong>cono spigoli laterali della piramide<br />

• I triangoli che hanno come base uno spigolo <strong>di</strong> base e come vertice il vertice della<br />

piramide si <strong>di</strong>cono facce laterali; la loro unione si <strong>di</strong>ce superficie laterale della<br />

piramide; l’insieme <strong>di</strong> tutte le facce della piramide (laterali + base) si <strong>di</strong>ce superficie<br />

totale.<br />

• Si chiama altezza della piramide la <strong>di</strong>stanza del vertice dal piano della base.<br />

• Una piramide si <strong>di</strong>ce triangolare, quadrangolare, pentagonale, ecc.. se la sua base<br />

è rispettivamente un triangolo, un quadrilatero, un pentagono, ecc.<br />

Definizione: una piramide si <strong>di</strong>ce retta quando nella sua base si può inscrivere una<br />

circonferenza il cui centro è il piede dell’altezza della piramide.<br />

Proprietà: tutte le facce laterali <strong>di</strong> una piramide hanno altezze congruenti che prendono il<br />

nome <strong>di</strong> apotema della piramide.<br />

Definizione: una piramide si <strong>di</strong>ce regolare se è retta e ha per base un poligono regolare.<br />

Proprietà:<br />

P1: in una piramide regolare gli spigoli laterali sono congruenti tra loro<br />

P2: in una piramide regolare le facce laterali sono triangoli isosceli fra loro<br />

congruenti<br />

P3: in una piramide regolare i <strong>di</strong>edri laterali sono congruenti tra loro; anche i <strong>di</strong>edri<br />

della base sono congruenti tra loro<br />

un piano parallelo al piano della base B <strong>di</strong> una piramide che non passa per il suo vertice<br />

ne incontra tutti gli spigoli laterali e <strong>di</strong>vide la piramide in due parti: la parte che contiene il<br />

vertice è una nuova piramide <strong>di</strong> base B’ simile alla base B (teorema delle sezioni piane); la<br />

parte che contiene la base B prende il nome <strong>di</strong> tronco <strong>di</strong> piramide <strong>di</strong> basi B e B’; la<br />

<strong>di</strong>stanza tra le due basi si chiama altezza del tronco <strong>di</strong> piramide<br />

osservazione: se la piramide da cui si ottiene il tronco è retta o regolare, tale sarà anche il<br />

tronco; se il tronco è regolare le sue facce laterali sono trapezi isosceli tutti congruenti e la<br />

loro altezza si <strong>di</strong>ce apotema del tronco.<br />

AREA DELLA SUPERFICIE DI UNA PIRAMIDE RETTA<br />

2 p ⋅a<br />

Area laterale: Al<br />

= (dove a è l’apotema e 2p il perimetro <strong>di</strong> base)<br />

2<br />

A = A + A (dove Ab è l’area <strong>di</strong> base)<br />

Area totale: t l b<br />

AREA DELLA SUPERFICIE DI UN TRONCO DI PIRAMIDE REGOLARE<br />

2 p + 2 p '<br />

Area laterale: Al = ⋅ a (dove a è l’apotema e 2p e 2p’ i perimetri delle basi)<br />

2<br />

Area totale: At = Al + Ab + Ab<br />

' (dove Ab e Ab’ sono le aree delle basi)<br />

7


VOLUME DI UNA PIRAMIDE<br />

1<br />

3 b V = A ⋅ h<br />

1<br />

VOLUME DI UN TRONCO DI PIRAMIDE V = h( Ab + Ab ' + Ab ⋅ Ab<br />

' )<br />

Dimostrazione: Consideriamo la piramide <strong>di</strong> base Ab e altezza (h+x); a <strong>di</strong>stanza x dal<br />

vertice si tracci il piano parallelo al piano <strong>di</strong> base ottenendo quin<strong>di</strong> la sezione Ab’ e pertanto<br />

il tronco <strong>di</strong> piramide <strong>di</strong> basi Ab e Ab’ e altezza h. Determiniamo il volume del tronco come<br />

<strong>di</strong>fferenza tra il volume della piramide <strong>di</strong> altezza (h+x) e quella <strong>di</strong> altezza x:<br />

1 1<br />

V = Ab ( h + x) − Ab 'x<br />

3 3<br />

1 1<br />

da cui : V = Abh + ( Ab − Ab ')<br />

x (**)<br />

3 3<br />

Per il teorema delle sezioni piane ( ) 2 2<br />

A : A x h : x<br />

h⋅ algebrici si ottiene x =<br />

A ⋅ A + hA<br />

Ab − Ab<br />

'<br />

1 1<br />

V = Abh + ( h<br />

3 3<br />

Ab Ab ' + hAb<br />

' )<br />

b b' b'<br />

b b'<br />

3<br />

= + da cui con <strong>di</strong>versi passaggi<br />

che sostituito nella (**) fornisce<br />

Da cui raccogliendo 1<br />

h a fattor comune si ottiene la formula data. Cvd.<br />

3<br />

Relazione <strong>di</strong> Eulero: tra il numero delle facce (F) quello dei vertici (V) e quello degli spigoli<br />

<strong>di</strong> un poliedro qualunque sussiste la seguente relazione :<br />

F + V = S + 2<br />

Definizione: un poliedro si <strong>di</strong>ce regolare se le sue facce sono poligoni regolari congruenti e<br />

i suoi <strong>di</strong>edri sono tutti congruenti<br />

Osservazione: esistono soltanto cinque tipi <strong>di</strong> poliedri regolari:<br />

• TETRAEDRO REGOLARE: è una piramide regolare a base triangolare le cui facce<br />

sono quattro triangoli equilateri, ha 6 spigoli e 4 vertici.<br />

• ESAEDRO REGOLARE o CUBO: ha per facce 6 quadrati 8 vertici e 12 spigoli<br />

• OTTAEDRO REGOLARE: è l’insieme <strong>di</strong> due pirami<strong>di</strong> quadrangolari regolari con la<br />

base coincidente; ha per facce 8 tringoli equilateri, ha 6 vertici e 12 spigoli<br />

• ICOSAEDRO REGOLARE: ha per facce 20 triangoli equailteri, ha 12 vertici e 30<br />

spigoli<br />

• DODECAEDRO REGOLARE: ha per facce 12 pentagoni regolari, ha 20 vertici e 30<br />

spigoli<br />

8


SOLIDI DI ROTAZIONE<br />

Definizione: si chiama superficie cilindrica indefinita l’insieme dei punti dello spazio<br />

equi<strong>di</strong>stanti da una retta fissa detta asse; la comune <strong>di</strong>stanza si <strong>di</strong>ce raggio.<br />

Osservazioni:<br />

• Si chiama generatrice ciascuna delle rette parallele all’asse che <strong>di</strong>sta da questo<br />

come il raggio<br />

• Un piano α perpen<strong>di</strong>colare all’asse taglia la superficie cilindrica secondo una<br />

circonferenza <strong>di</strong> raggio r<br />

• Un piano parallelo all’asse può avere in comune con la superficie due generatrici<br />

(piano secante), oppure una generatrice (piano tangente) o nessuna (piano<br />

esterno)<br />

• Si chiama cilindro indefinito la figura costituita da una superficie cilindrica e dai suoi<br />

punti interni<br />

• L’intersezione con un piano perpen<strong>di</strong>colare all’asse <strong>di</strong> un cilindro indefinito è un<br />

cerchio <strong>di</strong> raggio r e si <strong>di</strong>ce sezione normale<br />

Definizione: si chiama cilindro circolare retto finito (cilindro) la parte <strong>di</strong> un cilindro indefinito<br />

compresa tra due sezioni normali.<br />

Proprietà<br />

P1: il cilindro si ottiene anche come rotazione completa (angolo giro) <strong>di</strong> un<br />

rettangolo attorno a uno dei suoi lati<br />

P2: le sezioni normali si <strong>di</strong>cono basi del cilindro<br />

P3: la <strong>di</strong>stanza dei piani delle due basi si <strong>di</strong>ce altezza del cilindro<br />

P4: un prisma retto le cui basi siano inscritte nelle basi <strong>di</strong> un cilindro si <strong>di</strong>ce inscritto<br />

nel cilindro<br />

P5: un prisma retto le cui basi siano circoscritte alle basi <strong>di</strong> un cilindro si <strong>di</strong>ce<br />

circoscritto al cilindro<br />

P6: un cilindro si <strong>di</strong>ce equilatero se la sua altezza è congruente al <strong>di</strong>ametro della<br />

base (la sezione è un quadrato)<br />

AREA DELLA SUPERFICIE DI UN CILINDRO<br />

Area laterale: = 2 π ⋅ r ⋅ h (dove r è il raggio <strong>di</strong> base e h è l’altezza del cilindro)<br />

A l<br />

Area totale:<br />

2 2<br />

At = Al<br />

+ 2π ⋅ r ( π ⋅ r è l’area <strong>di</strong> base)<br />

VOLUME DI UN CILINDRO V Ab<br />

h ⋅<br />

= (dove Ab è l’area <strong>di</strong> base)<br />

Definizione: si chiama superficie conica indefinita l’insieme delle semirette dello spazio<br />

che, avendo la stessa origini V <strong>di</strong> una data semiretta a, formano con essa angoli<br />

congruenti ad un dato angolo acuto.<br />

Osservazioni:<br />

• Si chiama asse la semiretta a<br />

• Si chiama vertice il punto V<br />

• Si chiama generatrice ciascuna delle semirette <strong>di</strong> origine V<br />

• Si chiama angolo <strong>di</strong> apertura ciascuno degli angoli (fra loro congruenti) che l’asse<br />

forma con ciascuna generatrice<br />

9


• Si chiama cono indefinito la figura costituita da una superficie conica e dai suoi<br />

punti interni<br />

• L’intersezione con un piano perpen<strong>di</strong>colare all’asse <strong>di</strong> un cono indefinito è un<br />

cerchio <strong>di</strong> raggio r e si <strong>di</strong>ce sezione normale<br />

• Un piano che passa per il vertice <strong>di</strong> una superficie conica contiene due generatrici,<br />

o una sola , o nessuna, a seconda che l’angolo che essa forma con l’asse sia<br />

minore, uguale o maggiore dell’angolo <strong>di</strong> apertura (piano secante o tangente o<br />

esterno)<br />

Definizione: si chiama cono circolare retto finito (cono) la parte <strong>di</strong> un cono indefinito che<br />

giace rispetto al piano <strong>di</strong> una sezione normale dalla parte del vertice.<br />

Proprietà<br />

P1: il cono si ottiene anche come rotazione completa (angolo giro) <strong>di</strong> un<br />

triangolo rettangolo attorno a uno dei suoi cateti<br />

P2: la sezione normale si <strong>di</strong>ce base del cono<br />

P3: la <strong>di</strong>stanza del vertice dal piano della base si <strong>di</strong>ce altezza del cono<br />

P4: i segmenti delle generatrici della superficie conica compresi tra il vertice e la<br />

base sono congruenti e si <strong>di</strong>cono apotemi del cono<br />

P5: una piramide il cui vertice sia il vertice <strong>di</strong> un cono e la cui base sia inscritta<br />

nella base <strong>di</strong> un cono si <strong>di</strong>ce inscritta nel cono<br />

P6: una piramide il cui vertice sia il vertice <strong>di</strong> un cono e la cui base sia circoscritta<br />

alla base <strong>di</strong> un cono si <strong>di</strong>ce circoscritta al cono<br />

P7: un cono si <strong>di</strong>ce equilatero se il suo apotema è congruente al <strong>di</strong>ametro della<br />

base (la sezione è un triangolo equilatero)<br />

P8: vale l’analogo del teorema delle sezioni piane per la piramide<br />

Definizione: si chiama tronco <strong>di</strong> cono circolare retto (tronco <strong>di</strong> cono) la parte <strong>di</strong> cono<br />

compresa tra il piano <strong>di</strong> base e un piano ad esso parallelo secante il cono e non passante<br />

per il vertice<br />

Osservazione: i segmenti <strong>di</strong> generatrici comprese tra le due basi si chiamano apotemi del<br />

tronco<br />

Osservazione: un tronco <strong>di</strong> cono può essere generato dalla rotazione completa (angolo<br />

giro) <strong>di</strong> un trapezio rettangolo attorno al lato perpen<strong>di</strong>colare alle basi<br />

AREA DELLA SUPERFICIE DI UN CONO<br />

Area laterale: = π ⋅ r ⋅ a (dove r è il raggio <strong>di</strong> base e a è l’apotema del cono)<br />

A l<br />

Area totale:<br />

2 2<br />

At = Al<br />

+ π ⋅ r ( π ⋅ r è l’area <strong>di</strong> base)<br />

AREA DELLA SUPERFICIE DI UN TRONCO DI CONO<br />

Area laterale: Al = π ⋅ a ⋅ ( r + r')<br />

(dove r ed r’ sono i raggi delle basi e a è l’apotema del<br />

tronco <strong>di</strong> cono)<br />

2<br />

2 2<br />

2<br />

Area totale: = A + π ⋅ r + π ⋅ r'<br />

( π ⋅ r e π ⋅ r'<br />

sono le aree delle basi)<br />

At l<br />

VOLUME DI UN CONO V Ab<br />

h ⋅ = 1<br />

3<br />

(dove Ab è l’area <strong>di</strong> base)<br />

10


1 2 2<br />

VOLUME DI UN TRONCO DI CONO V = π ⋅ h(<br />

r + r'<br />

+ r ⋅ r')<br />

3<br />

Osservazione: la <strong>di</strong>mostrazione è analoga a quella già vista per il volume del tronco <strong>di</strong><br />

piramide<br />

Definizione Si chiama superficie sferica l’insieme dei punti dello spazio aventi una <strong>di</strong>stanza<br />

prefissata r da un punto fisso O.<br />

Osservazione:<br />

La <strong>di</strong>stanza r si chiama raggio della superficie sferica e il punto O ne è il centro<br />

Definizione: Si chiama sfera la figura formata da una superficie sferica e da tutti i punti ad<br />

essa interni<br />

Osservazioni:<br />

• La superficie sferica si ottiene come rotazione completa <strong>di</strong> una semicirconferenza<br />

attorno al suo <strong>di</strong>ametro; la sfera si ottiene come rotazione completa <strong>di</strong> una<br />

semicerchio attorno al suo <strong>di</strong>ametro<br />

• La superficie sferica si <strong>di</strong>ce contorno della sfera<br />

• Il centro O e il raggio r della superficie sferica sono centro e raggio della sfera<br />

• Si <strong>di</strong>ce corda <strong>di</strong> una superficie sferica ogni segmento che abbia gli estremi sulla<br />

superficie stessa<br />

• Si chiama <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> una superficie sferica ogni corda passante per il centro<br />

• Tutti i <strong>di</strong>ametri <strong>di</strong> una superficie sferica sono congruenti<br />

• Se un piano ha dal centro <strong>di</strong> una superficie sferica una <strong>di</strong>stanza minore del raggio<br />

esso è secante la superficie sferica<br />

• Se un piano ha dal centro <strong>di</strong> una superficie sferica una <strong>di</strong>stanza uguale al raggio,<br />

esso tocca la superficie sferica in un solo punto ed è perpen<strong>di</strong>colare al raggio<br />

passante per quel punto (piano tangente)<br />

• Se un piano ha dal centro <strong>di</strong> una superficie sferica una <strong>di</strong>stanza maggiore del<br />

raggio esso è esterno alla superficie sferica<br />

• Un piano secante la superficie sferica la <strong>di</strong>vide in due parti ciascuna delle quali si<br />

chiama calotta sferica; il piano secante la sfera la <strong>di</strong>vide in due parti che si<br />

chiamano segmento sferico a una base<br />

• Se due piani paralleli secano una superficie sferica la parte <strong>di</strong> piano compresa tra<br />

essi si chiama zona sferica, mentre la parte <strong>di</strong> sfera compresa tra gli stessi due<br />

piani si chiama segmento sferico a due basi<br />

• La parte <strong>di</strong> superficie sferica compresa tra due semipiani aventi per origine comune<br />

la retta <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ametro si <strong>di</strong>ce fuso sferico, mentre la parte <strong>di</strong> sfera si <strong>di</strong>ce spicchio<br />

sferico<br />

• Si chiama settore sferico la parte <strong>di</strong> sfera delimitata da una calotta sferica e dal<br />

cono che ha vertice nel centro della sfera e base in comune con la calotta<br />

AREA DELLA SUPERFICIE SFERICA :<br />

2<br />

A = 4πr Proprietà:<br />

P1: una superficie sferica è equivalente alla superficie laterale del cilindro ad essa<br />

circoscritto<br />

P2: (teorema <strong>di</strong> Archimede) Il rapporto della superficie sferica e della superficie<br />

totale del cilindro ad essa circoscritto è come il rapporto dei corrispondenti volumi<br />

11


AREA DI UNA ZONA SFERICA E DI UNA CALOTTA SFERICA : A = 2πrh<br />

(dove h è l’altezza della calotta e r è il raggio della sfera cui appartiene)<br />

2<br />

πr α<br />

AREA DEL FUSO SFERICO: A =<br />

90<br />

(dove α è l’ampiezza del <strong>di</strong>edro del fuso)<br />

2 ⎛ h ⎞<br />

VOLUME DEL SEGMENTO SFERICO A UNA BASE: V = π h ⎜r<br />

− ⎟<br />

⎝ 3 ⎠<br />

(dove h è l’altezza della calotta e r è il raggio della sfera cui appartiene)<br />

2<br />

1 2<br />

3<br />

πh<br />

+<br />

6<br />

(dove h è La <strong>di</strong>stanza tra le due basi e r1 e r 2 sono i raggi dei cerchi sezione)<br />

πh<br />

2 2<br />

VOLUME DEL SEGMENTO SFERICO A DUE BASI: V = ( r + r )<br />

3<br />

πr α<br />

VOLUME DELLO SPICCHIO SFERICO: V =<br />

270<br />

(dove α è l’ampiezza del <strong>di</strong>edro dello spicchio)<br />

PRINCIPIO DI CAVALIERI: due soli<strong>di</strong> che si possono collocare in modo che siano<br />

equivalenti le loro sezioni ottenute con un qualsiasi piano parallelo ad una piano fisso sono<br />

equivalenti<br />

4 3<br />

VOLUME DELLA SFERA: V = πr<br />

3<br />

Dimostrazione: Si considerino una semisfera <strong>di</strong> raggio r, un cono e un cilindro entrambi <strong>di</strong><br />

raggio <strong>di</strong> base r e <strong>di</strong> altezza r , <strong>di</strong>sposti come in figura sullo stesso piano α .<br />

Si conduca il piano β parallelo ad α a <strong>di</strong>stanza r da quest’ultimo: in tale modo i tre soli<strong>di</strong><br />

risultano compresi nella parte <strong>di</strong> spazio tra i due piani. Si consideri ora un qualunque piano<br />

γ parallelo ai precedenti, che intersechi tutti e tre i soli<strong>di</strong>, e <strong>di</strong>sti x dal piano α , con x < r .<br />

Esaminiamo le sezioni dei tre soli<strong>di</strong>: la sezione del cilindro (S3) è ancora un cerchio <strong>di</strong><br />

2<br />

raggio r come la base, area S1 = π r ; la sezione del cono (S2) è un cerchio <strong>di</strong> raggio <strong>di</strong><br />

raggio x (per il teorema delle sezioni piane si ha la proporzione r : r’ = r : x, da cui r’ = x),<br />

2 2<br />

r − x (teorema <strong>di</strong><br />

2<br />

area S2 = π x ; la sezione della semisfera (S1) è un cerchio <strong>di</strong> raggio<br />

2 2<br />

Pitagora), area S3 = π ( r − x ) . Ora si vede facilmente che Area S3 = Area S1 + Area S2<br />

Ciò significa, data l’arbitrarietà del piano γ , che per il principio <strong>di</strong> Cavalieri il cilindro è<br />

equivalente alla somma della semisfera e del cono, ovvero che<br />

Volume cilindro = Volume semisfera + Volume cono<br />

In formula<br />

3<br />

1 3<br />

π r = Volume semisfera + πr<br />

3<br />

2 3<br />

da cui Volume semisfera = π r<br />

3<br />

e finalmente Volume sfera =<br />

4<br />

r<br />

3<br />

3<br />

π Cvd<br />

12

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