20.06.2013 Views

CHANUKKÀ 5767 le luci della rinascita CHANUKKÀ 5767 le luci ...

CHANUKKÀ 5767 le luci della rinascita CHANUKKÀ 5767 le luci ...

CHANUKKÀ 5767 le luci della rinascita CHANUKKÀ 5767 le luci ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Numero 2/<strong>5767</strong>-Novembre/Dicembre 2006 - Tariffa regime libero - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento posta<strong>le</strong> 70% - DRCB - Roma - Contiene I.R.<br />

T E R R A E P O P O L O<br />

ASSOCIAZIONE ASSOCIAZIONE AMICI AMICI DEL DEL KEREN KEREN KAYEMETH KAYEMETH LEISRAEL<br />

LEISRAEL<br />

<strong>CHANUKKÀ</strong> <strong>5767</strong><br />

<strong>le</strong> <strong>luci</strong> <strong>della</strong> <strong>rinascita</strong>


Con un lascito al Keren<br />

Kayemeth LeIsrael, assicurate<br />

un futuro ai giovani di Israe<strong>le</strong>.<br />

Si può vivere due volte,<br />

nel ricordo e nella gratitudine.<br />

La vostra generosità ci aiuterà<br />

a trasformare in un giardino il<br />

deserto del Negev, a costruire<br />

nuove abitazioni, a garantire<br />

nuovi posti di lavoro.<br />

PER INFORMAZIONI RISERVATE:<br />

Riccardo Levi<br />

tel. 02.418.816 - 339.315.33.55<br />

r.<strong>le</strong>vi@aliceposta.it<br />

Via Soderini 47 20146 Milano<br />

oppure<br />

Edmondo Del Monte<br />

tel. 06.807.5653 - 349.611.36.14<br />

kklroma@kkl.it<br />

Via P.A. Micheli 53 00197 Roma


4 30 34<br />

26 32<br />

3 TORNARE per RIVIVERE Daniel Della Seta<br />

4 VIAGGIO nel<strong>le</strong> distese GRIGIE DI CENERE Giovanna Coen<br />

8 UNA TARTARUGA da far rinascere Eliana Pavoncello<br />

10 Quei piccoli cuccioli tra il FUOCO dei RAZZI Giovanna Coen<br />

12 L’attualità del KKL ad un secolo dalla sua fondazione Cesare Veneziani<br />

14 KKL STORY<br />

16 L’appello di Avi Dickstein all’Italia<br />

17 Storie di vita racchiuse in una BANDIERA Mino Moscato<br />

18 Da ROMA a NAPOLI la memoria del 16 Ottobre<br />

19 SPORT tra natura e socializzazione Cesare Pavoncello<br />

20 La PORTA di SION è in LIGURIA<br />

22 Il concerto dei TRE TENORI al Parco Italia Eliana Pavoncello<br />

23 Le PAURE dei BAMBINI crescono con l’età adulta? Yael Rosenholz<br />

26 Lumi di <strong>CHANUKKÀ</strong> e <strong>luci</strong> <strong>della</strong> MENORAH Rav Giuseppe Momigliano<br />

28 Sarà peggio <strong>della</strong> CRISI del ’29?<br />

29 Cresce l’economia ISRAELIANA malgrado la GUERRA<br />

30 L’UNIONE che verrà intervista a Renzo Gattegna<br />

32 GRAZIELLA, la nonna del KARNENU<br />

34 COSSIGA, e <strong>le</strong> ragioni d’ISRAELE<br />

37 Un secolo di ARTE israeliana Amnon Barzel<br />

38 GIOCA CON L’ELEFANTINA OLGA Lia Frassineti<br />

40 IL POPOLO DEL LIBRO<br />

42 IL POPOLO DEGLI ALBERI<br />

44 LIBRI<br />

46 ANNUNCI<br />

47 GIOCHI<br />

48 LETTERE<br />

Terra e Popolo<br />

N. 2/<strong>5767</strong><br />

Novembre/Dicembre 2006<br />

Registrazione numero<br />

208/2006 del 24-05-2006<br />

Editore:<br />

Rivista dell'Associazione<br />

Amici del Keren<br />

Kayemeth Leisrael<br />

Sede: Via P.A. Micheli, 53<br />

00197 Roma<br />

Tel. 068075653<br />

Fax 068078960<br />

Direttore Responsabi<strong>le</strong><br />

Daniel Della Seta<br />

e-mail: direttore.karnenu@tiscali.it<br />

Redazione<br />

Giovanna Coen,<br />

Udi Cohen, Enrica Perugia<br />

Hanno collaborato<br />

a questo numero:<br />

Amnon Barzel, Lia Frassineti,<br />

Renzo Gattegna,<br />

Rav Giuseppe Momigliano,<br />

Mino Moscato,<br />

Cesare Pavoncello, Eliana<br />

Pavoncello, Yael Rosenholz,<br />

Cesare Veneziani<br />

Progetto grafico<br />

Pino Mengoni Project<br />

Art Director<br />

Pino Mengoni<br />

Grafici<br />

Anna Tegon<br />

Prestampa<br />

Topsygraph snc - Roma<br />

Stampa<br />

Baioni stampa spa - Roma<br />

Grafiche Professionali srl<br />

Roma<br />

Per la vostra pubblicità:<br />

kkldaniel@tiscali.it


Salvator Dali “La persistenza <strong>della</strong> Memoria”<br />

Cari <strong>le</strong>ttori,<br />

ci eravamo lasciati in piena guerra,<br />

ci ritroviamo a fine anno con un carico di<br />

prob<strong>le</strong>mi reali e di coscienza. Oggi parliamo<br />

di bilancio e di aspettative, di attese e<br />

programmi immediati. Gali<strong>le</strong>a e Negev sono<br />

priorità assolute. Non illudiamoci, questo<br />

mese di guerra ha lasciato devastazioni<br />

gravissime ed un alterazione soprattutto<br />

dell’ecosistema marino.<br />

Ci vorranno almeno 60 anni per far ritornare<br />

rigogliose <strong>le</strong> foreste del nord Israe<strong>le</strong>,<br />

ferite dal lancio di migliaia di missili. Siamo<br />

chiamati ad un nuovo gravoso compito che<br />

si assomma all’altra missione per la qua<strong>le</strong><br />

avevamo già individuato la strategia giusta.<br />

Lo Stato d’Israe<strong>le</strong> deve guardare al<br />

Sud, al Negev per esistere, avevamo <strong>le</strong>tto<br />

a Sde Boker nel villaggio caro a Ben Gurion.<br />

Ora va preservata e ricostruita la Gali<strong>le</strong>a<br />

e <strong>le</strong> foreste di Birya, i polmoni verdi attorno<br />

a Safed, a Kyriat Shemona.<br />

Dal confine a Haifa, è partita la ricostruzione,<br />

ma si sta preparando il terreno per<br />

la festa di Tu- bishvat. Cento ettari a nord<br />

da piantare, da tagliare e ribonificare. Nel<strong>le</strong><br />

so<strong>le</strong> foreste di Birya e Naftali, oltre 90mila<br />

alberi sono andati in fumo. Quello che<br />

dimostra ancora una volta Israe<strong>le</strong> è un’or-<br />

Daniel Della Seta<br />

ganizzazione e uno spirito di sacrificio<br />

straordinari. Oltre 20mila volontari sono al<br />

lavoro, 3700 sono già impiegati con continuità.<br />

Paul Ginzburg, direttore del KKL<br />

per il Nord Israe<strong>le</strong> è <strong>luci</strong>do e consapevo<strong>le</strong>:<br />

Non abbiamo i fondi sufficienti, aspettiamo<br />

il Governo e gli aiuti dal<strong>le</strong> comunità<br />

dall’estero. La nuova strategia per rinnovare<br />

<strong>le</strong> aree verdi si basa su un documento<br />

il cui nuc<strong>le</strong>o è riassumibi<strong>le</strong> nello sviluppo<br />

sostenibi<strong>le</strong> del territorio, in accordo con<br />

il Ministero dell’Ambiente.<br />

Non si tratta più quindi di donare un albero,<br />

un giardino o un parco, ma di far parte<br />

di questo progetto, di una ricostruzione rea<strong>le</strong><br />

e il più possibi<strong>le</strong> rapida, nel rispetto dei<br />

tempi <strong>della</strong> natura.<br />

E non dimentichiamo <strong>le</strong> strade sicure al<br />

Sud, la situazione dei villaggi minacciati come<br />

vi abbiamo descritto la scorso numero<br />

a Nir Am. Noi italiani ci siamo e ci saremo.<br />

Se dopo la tempesta regna la quiete, non<br />

crediamo questa possa durare a lungo,<br />

mentre nuovi razzi già solcano il cielo ogni<br />

giorno verso i civili d’Israe<strong>le</strong>. Eppure l’economia<br />

è ripartita, si è assistito ad un consolidamento<br />

del settore immobiliare, del<br />

mercato dell’high-tech, ad uno sviluppo<br />

degli investimenti record da fuori il paese.<br />

Siamo felici di potervi raccontare anche<br />

questa Israe<strong>le</strong>, assieme al nuovo ambasciatore<br />

Gideon Meir e a parte del nuovo<br />

staff diplomatico che vi presenteremo nel<strong>le</strong><br />

prossime uscite. A loro va l’augurio di<br />

buon lavoro, alla vigilia di una nuova Giornata<br />

<strong>della</strong> Memoria, con la qua<strong>le</strong>, tornare<br />

a parlare <strong>della</strong> minaccia atomica iraniana<br />

e del sogno di un nuovo annientamento del<br />

popolo ebraico, come nei desideri di alcuni,<br />

non è utopia, ma rea<strong>le</strong>, tangibi<strong>le</strong> pericolo.<br />

Tra tradizione, innovazione e cronaca,<br />

godetevi <strong>le</strong> <strong>luci</strong> del popolo d’Israe<strong>le</strong>,<br />

che illuminino <strong>le</strong> coscienze e possano rischiarare<br />

un futuro ad oggi fosco. Siamo<br />

qui per godere assieme, perché come mi<br />

ha comunicato poco fa una te<strong>le</strong>fonata da<br />

New York, i giovani possano recarsi a Tel<br />

Aviv e a Gerusa<strong>le</strong>mme per sposarsi, per festeggiare,<br />

per costruire e rafforzare uniti,<br />

un <strong>le</strong>game forte tra Golà ed Israe<strong>le</strong>.<br />

KARNENU<br />

3<br />

Lettere al direttore: direttore.karnenu@tiscali.it


KARNENU<br />

4<br />

DALLE FORESTE DI BIRIYA E NAFTALI<br />

NEL NORD DEL PAESE,<br />

UN MILIONE DI ALBERI IN FUMO<br />

VIAGGIO<br />

nel<strong>le</strong> distese<br />

GRIGIE DI CENERE


L’autunno è arrivato in Israe<strong>le</strong>. Il<br />

periodo idea<strong>le</strong> per <strong>le</strong> gite all’aperto,<br />

nel<strong>le</strong> foreste e a contatto con<br />

la natura. Quest’anno i visitatori del<strong>le</strong><br />

foreste <strong>della</strong> Gali<strong>le</strong>a sono accolti<br />

da un panorama mozzafiato. Acri dopo<br />

acri di foreste bruciate, triste risultato<br />

dei massicci bombardamenti<br />

che la regione ha subito durante la<br />

Seconda Guerra del Libano.<br />

Il desiderio di ridare vita a quei polmoni<br />

verdi, ha fatto sì che gruppi di<br />

persone provenienti da tutte <strong>le</strong> parti<br />

di Israe<strong>le</strong> si incontrassero per collaborare<br />

volontariamente con il KKL<br />

in questa grande sfida.<br />

ation C<strong>le</strong><br />

in 120 countries worldwide.<br />

Solo nella foresta di Biriya, a nord di Safed,<br />

particolarmente colpita dai bombardamenti<br />

degli Hezbollah, circa 500<br />

acri di foresta sono stati bruciati.<br />

Sulla strada alcuni pini di un misterioso<br />

colore rossastro, quasi ruggine,<br />

sono il si<strong>le</strong>nzioso memoria<strong>le</strong> di<br />

quello che non esiste più.<br />

Il terreno è ancora caldo e cosparso<br />

di cenere.<br />

Proprio in questa foresta ormai fan-<br />

di Giovanna Coen<br />

tasma, gli alunni di una scuola di Dimona<br />

si sono voluti incontrare il giorno<br />

dopo Yom Kippur. Ma non è stata<br />

una gita come tante altre, non una<br />

giornata di vacanza all’aria aperta.<br />

I ragazzi del Liceo Lehman <strong>della</strong> città<br />

dal Negev, hanno affrontato un viaggio<br />

di quattro ore per fare quello che<br />

era nel<strong>le</strong> loro possibilità per aiutare<br />

il KKL e <strong>le</strong> sue foreste.<br />

Eli Cohen, responsabi<strong>le</strong> del KKL per<br />

la foresta di Biryia, ha dato il benvenuto<br />

al gruppo di giovani volontari spie-<br />

et Member Ra<strong>le</strong>b Magdel ,<br />

f nvironment<br />

gando loro che già dopo i primi incendi<br />

causati dai Katyusha, era stato creato<br />

un posto di comando foresta<strong>le</strong>.<br />

In venti anni di attività come guardia<br />

foresta<strong>le</strong> non avevo mai visto niente<br />

di simi<strong>le</strong>. Un missi<strong>le</strong> ha colpito la foresta<br />

dando inizio ad un incendio che<br />

prontamente è stato affrontato mentre<br />

altri missili colpivano la stessa zona<br />

aggravando enormemente la situazione.<br />

Abbiamo lottato contro il<br />

fuoco anche 29 ore consecutive gettando<br />

acqua sul territorio, con il supporto<br />

dei camion dei pompieri del KKL<br />

e di sei aerei. In Gali<strong>le</strong>a circa 3000 acri<br />

di foreste sono andate in fumo. Ci vorranno<br />

almeno 60 anni perché la Gali<strong>le</strong>a<br />

ritorni ad essere quella di prima.<br />

Fortunatamente non si hanno notizie<br />

di danni ad alcuni rari esemplari<br />

protetti dal KKL come, ad esempio,<br />

il grande terebinto vicino il lago di<br />

Hula, nell’Alta Gali<strong>le</strong>a e la quercia<br />

che cresce a Bet Keshet dai tempi<br />

di Napo<strong>le</strong>one. Sempre a Bet Keshet,<br />

invece, sono andati distrutti circa i<br />

i nmental c<strong>le</strong>anline<br />

tre quarti <strong>della</strong> foresta, compresi<br />

querce ed olivi piantati durante il<br />

mandato britannico.<br />

Quando un albero di 60 anni viene<br />

incendiato, sappiamo che ci vorranno<br />

altri 60 anni per riequilibrare<br />

la situazione. Ma l’anno prossimo<br />

Israe<strong>le</strong> sarà piena di narcisi, ciclamini,<br />

iris, orchidee ed altri fiori: il fuoco<br />

non ha danneggiato i loro bulbi,<br />

sotto terra. Gli studenti hanno ascol-<br />

KARNENU<br />

5


KARNENU<br />

6<br />

tato <strong>le</strong> paro<strong>le</strong> di Eli Cohen impazienti di<br />

mettersi al lavoro. Quello che dobbiamo<br />

fare più urgentemente, è potare i<br />

rami più bassi <strong>della</strong> pineta per evitare<br />

che in caso di un nuovo incendio, <strong>le</strong><br />

fiamme salgano verso l’alto causando<br />

altra dispersione degli aghi dei pini.<br />

Questo non è il periodo dell’anno adatto<br />

alla piantagione di nuovi alberi - spiega<br />

pazientemente Eli Cohen a Daniel<br />

che invece vorrebbe già interrare del<strong>le</strong><br />

nuove piante. Solo dopo <strong>le</strong> prime<br />

piogge il KKL inizierà una massiccia<br />

campagna di piantagioni. Per ora ci si<br />

limita a preparare il terreno e a studiare<br />

quali sono gli alberi che meglio potranno<br />

crescere in quel<strong>le</strong> condizioni.<br />

Ma perché gli studenti di Dimona hanno<br />

scelto proprio la foresta di Biryia per<br />

la loro opera di volontariato?<br />

Lo sapete che uno dei soldati uccisi<br />

in occasione del rapimento dei due<br />

militari, qui vicino, era di Dimona? ci<br />

chiede la sedicenne Shir in risposta<br />

al nostro interrogativo.<br />

Qui vengo sempre per <strong>le</strong> vacanze estive…<br />

molte del<strong>le</strong> famiglie di Dimona<br />

hanno ospitato, durante la guerra, famiglie<br />

sfollate da questa zona. E non<br />

aveva importanza se non <strong>le</strong> avessero<br />

mai viste prima. Anche noi abbiamo<br />

ospitato del<strong>le</strong> persone. Ad ogni<br />

rumore cercavano il rifugio. Ciò mi ha<br />

fatto capire che vo<strong>le</strong>vo fare qualcosa<br />

per aiutarli - rif<strong>le</strong>tte Or.<br />

L’insegnante che accompagna il gruppo,<br />

David Asraf, fa notare che l’Istituto<br />

Lehman ha una lunga tradizione nel<br />

<strong>le</strong>game con il KKL. Asraf insegna storia<br />

natura<strong>le</strong> ed ecologia ed ogni volta<br />

che vuo<strong>le</strong> portare i suoi alunni a vivere<br />

in prima persona un’esperienza ecologica,<br />

si rivolge al KKL che è sempre<br />

pronto a dare il suo appoggio.<br />

I ragazzi si ritrovano a fine giornata per<br />

salire sul pullman che li riporta a casa<br />

stanchi, sporchi e rattristati dal vedere<br />

tanto grigiore intorno, ma soddisfatti per<br />

aver donato un contributo concreto per<br />

aiutare il loro paese a superare ancora<br />

una volta <strong>le</strong> sfide che deve affrontare.<br />

Al di là del lavoro svolto, è una importante<br />

esperienza educativa e intanto il<br />

pullman lascia il posto ad un altro in arrivo<br />

con un gruppo di soldati anche loro<br />

venuti a prestare la loro opera al KKL<br />

sacrificando una giornata di congedo.<br />

L’ufficia<strong>le</strong> Alyah, originario di Nazareth,<br />

a chi chiede cosa li abbia portati a dedicarsi<br />

a qualcosa non <strong>le</strong>gato al loro ruolo<br />

nell’Arma, risponde lanciando uno<br />

sguardo che abbraccia tutto intorno:<br />

Sia prestare il servizio militare che prendersi<br />

cura del<strong>le</strong> foreste è fare qualcosa<br />

per il nostro paese. Voglio vederlo di<br />

nuovo verde il prima possibi<strong>le</strong>.<br />

Anche il tradiziona<strong>le</strong> appuntamento “Teniamo<br />

il mondo pulito”, quest’anno<br />

in Israe<strong>le</strong> è stato dedicato alla Gali<strong>le</strong>a .<br />

a fine Ottobre più di 100mila persone<br />

dei più diversi settori <strong>della</strong> società israeliana,<br />

hanno preso parte ad una comp<strong>le</strong>ssa<br />

operazione di ripulitura all’interno<br />

di parchi e giardini del KKL. La campagna<br />

vuo<strong>le</strong> sensibilizzare la popolazione<br />

e permettere un ritorno alla vita<br />

<strong>della</strong> vegetazione, si innesta nella giornata<br />

internaziona<strong>le</strong> <strong>della</strong> “pulizia” quando<br />

oltre 40 milioni di persone vengono<br />

coinvolte in 120 paesi del mondo.<br />

Uno degli scopi del programma è quello<br />

di educare la popolazione al rispetto<br />

per un ambiente natura<strong>le</strong> più sano.<br />

Una comunità beduina del Negev è stata<br />

mobilizzata dal parlamentare Ra<strong>le</strong>b<br />

Magde<strong>le</strong>, perché prendesse parte alla<br />

giornata. Un gesto significativo, anche<br />

per dare maggior forza al disegno di <strong>le</strong>gge,<br />

già sottoscritto da oltre 50 parlamentari,<br />

di istituire una seconda giornata<br />

dedicata alla pulizia di Israe<strong>le</strong>, in una<br />

data diversa dal 20 settembre che resta<br />

invece quella internaziona<strong>le</strong>.<br />

L’iniziativa ha riscosso un enorme successo<br />

ed è stata, tra l’altro, un momento<br />

di comune rif<strong>le</strong>ssione e unione<br />

dei gruppi e del<strong>le</strong> etnie che popolano<br />

il paese. Ebrei, arabi, cristiani e<br />

beduini, si sono tutti prestati volontariamente<br />

al<strong>le</strong> operazioni di pulizia.<br />

Grazie anche al<strong>le</strong> campagne educative<br />

del KKL, ragazzi del<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong>, impiegati<br />

di varie organizzazioni, soldati<br />

assieme anche con portatori di<br />

handicap, hanno fatto <strong>della</strong> pulizia<br />

ambienta<strong>le</strong> il loro scopo.


CEMENTO AL POSTO<br />

DI QUERCE SECOLARI?<br />

Il KKL si mobilita con il Parlamento.<br />

Là dove c’era l’erba ora c’è una città<br />

recitava il ritornello del ragazzo <strong>della</strong><br />

via Gluck, e pare appropriato in questo<br />

caso. Mentre Israe<strong>le</strong> lotta per riportare<br />

il verde nella Gali<strong>le</strong>a, un nuovo<br />

progetto immobiliare prende piede al<strong>le</strong><br />

porte di Gerusa<strong>le</strong>mme a spese di<br />

una distesa di querce ed olivi secolari.<br />

Il “piano Safdie” prevede infatti l’abbattimento<br />

di circa 6.500 acri di terreno<br />

boschivo, antiche terrazze e siti storici<br />

ed archeologici che riportano ai tempi<br />

biblici che verranno invece trasformati<br />

in 20.000 unità abitative, un dedalo<br />

di strade e centri commerciali.<br />

Il KKL si è già attivato al fine di evitare<br />

un ta<strong>le</strong> scempio e preservare<br />

questo importante polmone verde<br />

al<strong>le</strong> porte <strong>della</strong> capita<strong>le</strong>.<br />

Per far conoscere a più persone questi<br />

luoghi e far capire l’importanza <strong>della</strong><br />

sua tutela, il KKL ha deciso quest’anno,<br />

di organizzare proprio ad Ein<br />

Heret, sede prevista per il “piano Safdie”,<br />

la tradiziona<strong>le</strong> raccolta del<strong>le</strong> olive.<br />

Ad ognuno è stato consegnato un<br />

contenitore nel qua<strong>le</strong> mettere <strong>le</strong> proprie<br />

olive con incarichi personalizzati,<br />

coordinati dagli addetti del KKL. Per i<br />

più piccoli erano stati organizzati giochi<br />

di società ed attività manuali tutte<br />

<strong>le</strong>gate agli ulivi ed ai suoi frutti.<br />

Tre nuovi sentieri sono stati inaugurati<br />

in questa occasione.<br />

Ilan Be’eri, direttore del KKL per la<br />

regione centra<strong>le</strong>, assieme a Gidi Bashan<br />

hanno enfatizzato l’importanza<br />

di un bosco a ridosso di una città<br />

e l’importanza di queste aree verdi<br />

nell’equilibrio verde-cemento.<br />

Il parlamentare Matan Vilnai, ben noto<br />

per il suo amore per la natura certamente<br />

tramandato dal padre Ze’ev, pioniere<br />

nello studio <strong>della</strong> natura in Israe<strong>le</strong>,<br />

ha ricordato <strong>le</strong> sue escursioni da bam-<br />

bino in compagnia del padre: Chiunque<br />

voglia distruggere questo bosco<br />

vuo<strong>le</strong> distruggere Gerusa<strong>le</strong>mme. Questo<br />

è un luogo biblico, e noi abbiamo il<br />

dovere di conservarlo, non solo per gli<br />

anziani come me, ma per i giovani.<br />

Il 17 ottobre il Comitato per la Piani-<br />

UN PARCO per<br />

disabili mentali a<br />

KIRYAT SHEMONA<br />

Oltre 60 donatori gold, hanno trascorso<br />

cinque giorni in Israe<strong>le</strong> per<br />

un viaggio dal sapore specia<strong>le</strong>:<br />

al centro dell’analisi degli organizzatori<br />

i cambiamenti demografici,<br />

fisici, <strong>della</strong> Gali<strong>le</strong>a e del<br />

Negev. Come operano <strong>le</strong> strutture<br />

del KKL e qua<strong>le</strong> <strong>le</strong>game intrattengono<br />

con i progetti governativi,<br />

con l’economia naziona<strong>le</strong>,<br />

e con il tessuto socia<strong>le</strong>?<br />

A tal proposito, toccante l’inaugurazione<br />

tenutasi al Parco di<br />

Kiryat Shemona, tornato a nuova<br />

vita, dopo i 40 giorni di guerra, dedicato<br />

al<strong>le</strong> persone con disabilità<br />

menta<strong>le</strong>, realizzato con il contributo<br />

di Steve and Lois Scheiner<br />

sostenitori di Phoenix in Arizona.<br />

Molti i militari colpiti anche da gravi<br />

menomazioni dopo la Guerra<br />

oltre a molti cittadini con bambini<br />

colpiti da autismo o patologie<br />

cerebrali. Essere disabili non significa<br />

essere esclusi. Occorre<br />

conoscere <strong>le</strong> loro difficoltà fisiche<br />

– ha sottolineato il Sindaco di<br />

Kiryat Shemona, Chaim Barbicai<br />

- e lavorare assieme per l’integrazione<br />

e la causa israeliana.<br />

ficazione del Ministero degli Interni si<br />

è riunito per deliberare sul destino del<br />

“piano Safdie”. Grazie al<strong>le</strong> manifestazioni<br />

<strong>della</strong> popolazione, in collaborazione<br />

ed a sostegno del KKL, si<br />

è stabilito di rimandare la decisione<br />

di due mesi, periodo che verrà utilizzato<br />

per la ricerca di soluzioni abitative<br />

alternative, come l’utilizzo di spazi<br />

esistenti dentro Gerusa<strong>le</strong>mme.<br />

PERCHÉ I PINI SI SUICIDANO?<br />

Uno dei fenomeni più noti riguardano<br />

i pini: in caso di incendio il pino<br />

apre i suoi coni per rilasciare una grande<br />

quantità di semi. Tecnicamente ciò<br />

è facilmente comprensibi<strong>le</strong>: il cono<br />

diventa appiccicoso a causa <strong>della</strong> resina<br />

sciolta dal calore del fuoco causando<br />

la fuoriuscita dei semi. La cosa<br />

interessante è che più i pini sono<br />

colpiti dal fuoco, più è sviluppato questo<br />

fenomeno. La possibilità di germogliare<br />

tra pini maturi è molto bassa,<br />

per i nuovi semi. In linea di massima,<br />

un nuovo germoglio ha pochissime<br />

possibilità di vivere se deve<br />

lottare per la luce e per i minerali nel<br />

terreno. Il momento migliore per la<br />

germinazione è dopo un incendio: la<br />

superficie è libera, non devono lottare<br />

per la luce del so<strong>le</strong> ed il terreno è<br />

ricco di minerali derivanti dal<strong>le</strong> vegetazioni<br />

bruciate. Il pino di Gerusa<strong>le</strong>mme<br />

dovrebbe essere considerato<br />

il migliore nel suo sistema ecologico<br />

in periodi di incendi – sottolinea il<br />

Prof. Uriel Safriel in un articolo sul<strong>le</strong><br />

conseguenze degli incendi sul Monte<br />

Carmelo. Mentre cresce, l’albero<br />

incrementa il suo bagaglio di semi, ed<br />

allo stesso tempo aumenta la sua infiammabilità.<br />

Nel momento in cui avrà<br />

una grossa quantità di semi, il pino<br />

sarà altamente infiammabi<strong>le</strong>. Da ciò<br />

risulta che il fuoco è un grande vantaggio<br />

per la sua progenie, anche se<br />

il pino stesso muore nell’incendio.<br />

KARNENU<br />

7


UNA TARTARUGA<br />

da far rinascere<br />

Se è vero che nel mondo di<br />

oggi la storia si racconta soprattutto<br />

per immagini, ce n’è<br />

una che, nella sua cruda semplicità<br />

rappresenta la tragedia<br />

di un ecosistema alterato dai<br />

missili lanciati dagli Hezbollah<br />

su Israe<strong>le</strong> la scorsa estate: un<br />

bambino che guarda sbalordito<br />

e un po’ incredulo una tartaruga<br />

bruciata tenuta tra <strong>le</strong> mani.<br />

Anche questo hanno visto i trenta<br />

italiani che, accompagnati dal<br />

Presidente del KKL Italia, hanno<br />

visitato alcune foreste <strong>della</strong> Gali<strong>le</strong>a<br />

subito dopo il cessate il fuoco.<br />

Uscendo da Tel Aviv, il caldo so<strong>le</strong><br />

di agosto illumina una Israe<strong>le</strong><br />

che si risveglia da un brutto incubo<br />

e che fa ogni sforzo per riscattarsi<br />

dal peso e dalla angoscia<br />

di una nuova guerra che l’ha<br />

trafitta nel cuore. Nuovi prob<strong>le</strong>mi<br />

economici, una nuova crisi nel<br />

mondo del turismo attorno al<br />

qua<strong>le</strong> ruota gran parte del sistema<br />

produttivo israeliano, eppure<br />

colpisce la voglia di <strong>rinascita</strong><br />

che anima gli abitanti del<strong>le</strong> grandi,<br />

come del<strong>le</strong> picco<strong>le</strong> città.<br />

Con un ottimismo tutto da invidiare,<br />

si pensa alla ricostruzione,<br />

alla produttività e al<strong>le</strong> nuove


isorse di un Paese che già altre<br />

volte altri conflitti hanno tentato di<br />

mettere in ginocchio.<br />

Lungo la strada, in senso contrario,<br />

procedono mezzi militari: Zahal<br />

torna a casa, i soldati sorridono<br />

e salutano. E i turisti cominciano<br />

a realizzare che, nonostante l’atmosfera<br />

rilassata, questa non è<br />

una gita come tutte <strong>le</strong> altre.<br />

L’impatto, una volta scesi dal pullman<br />

è fortissimo. La distesa di tronchi<br />

bruciati sembra infinita: una desolata<br />

spianata nera ed ancora fumante<br />

al posto di verdi foreste del-<br />

di Eliana Pavoncello e Giovanna Coen<br />

la Gali<strong>le</strong>a. Carcasse di gazzel<strong>le</strong>, uccelli<br />

e degli altri animali che davano<br />

normalmente vita al<strong>le</strong> ricche foreste<br />

del Nord di Israe<strong>le</strong>. Gli uccelli trovano<br />

solo rami bruciati su cui posarsi.<br />

La vita sembra essere stata inchiodata<br />

da quei missili ancora<br />

conficcati nel terreno.<br />

La voce del si<strong>le</strong>nzio del<strong>le</strong> vite animali<br />

annerite dal fumo degli animali<br />

stessi, penetra e stordisce. Così<br />

come l’acre odore di bruciato e il<br />

calore che emana la terra.<br />

C’è un attimo di profonda commozione<br />

durante la sosta a Tel Hai. In<br />

Le immagini <strong>della</strong> de<strong>le</strong>gazione italiana<br />

con il presidente Raffae<strong>le</strong> Sassun<br />

e lo shaliach Udi Cohen, in visita<br />

al<strong>le</strong> foreste bruciate <strong>della</strong> Gali<strong>le</strong>a.<br />

questo luogo Trumpeldor, eroe morendo<br />

disse la famosa frase Ein davar,<br />

tov lamut be'ad artzeinu” – “Non<br />

importa è bello morire per la nostra<br />

terra. Qui, proprio qui, un razzo ha ucciso<br />

dieci soldati solo pochi giorni fa.<br />

Ma siamo in Israe<strong>le</strong>, la vita va avanti.<br />

Intorno, il KKL è già al lavoro: là dove<br />

i katiusha hanno fatto terra bruciata,<br />

gli esperti stanno se<strong>le</strong>zionando<br />

quel<strong>le</strong> specie di alberi che meglio<br />

potranno vivere mentre il terreno viene<br />

girato dal<strong>le</strong> ruspe per prepararlo<br />

al<strong>le</strong> nuove piantagioni. I turisti tornano<br />

a casa, alla solita routine. La “foresta<br />

bruciata” è solo un racconto<br />

che fa parte <strong>della</strong> vacanza passata?<br />

Forse sì. E così è stato, apparentemente,<br />

anche per Danie<strong>le</strong> Hayon che<br />

ha conosciuto il KKL in occasione di<br />

quella gita, quel giorno in Israe<strong>le</strong>.<br />

Hayon ha archiviato nei suoi ricordi<br />

quella esperienza dopo averla raccontata<br />

una o due volte. Ma il giorno<br />

di Rosh Hashanà, mentre al Tempio<br />

di Via Garfagnana a Roma il Rabbino<br />

chiedeva ai presenti di devolvere<br />

<strong>le</strong> donazioni non alla Sinagoga, come<br />

era consuetudine, ma al<strong>le</strong> famiglie<br />

vittime <strong>della</strong> guerra che ad agosto<br />

2006 ha colpito Israe<strong>le</strong>, il ricordo<br />

di quella giornata si è risvegliato.<br />

Assieme al<strong>le</strong> famiglie del Nord di<br />

Israe<strong>le</strong> ha rivisto gli alberi e gli animali<br />

che convivevano con quel<strong>le</strong><br />

persone. Ed allora Danie<strong>le</strong> Hayon<br />

non ha potuto trattenersi dal condividere<br />

i suoi sentimenti chiedendo<br />

a tutti di ricordarsi anche di quegli<br />

alberi che non ci sono più e che davano<br />

tanto ristoro ai visitatori di quel<strong>le</strong><br />

foreste. Un modo per farli rivivere<br />

è devolvere <strong>le</strong> offerte di quel<strong>le</strong> giornate<br />

di festa al KKL che, come ha<br />

visto personalmente, è già all’opera<br />

per riportare il verde, la vita, là dove<br />

la ferocia umana l’ha annerita.<br />

Il KKL da quel giorno ha un nuovo<br />

amico. Ed Israe<strong>le</strong>, grazie a lui, ha molti<br />

nuovi amici che l’aiuteranno a rimanere<br />

il giardino dei nostri sogni.


Quei piccoli cuccioli<br />

tra<br />

il FUOCO dei RAZZI


Gli animali riconoscono il fuoco e<br />

istintivamente sanno come proteggersi.<br />

Quando si parla di cuccioli e<br />

di grandi incendi, i prob<strong>le</strong>mi crescono.<br />

Molte specie si riproducono in primavera,<br />

e molti dei cuccioli sono solo parzialmente<br />

indipendenti. In più non<br />

dobbiamo considerare solo gli uccelli,<br />

ma anche i mammiferi, i rettili ed ogni<br />

altra specie anima<strong>le</strong> vivente.<br />

Amir Balaban fa parte <strong>della</strong> Società<br />

per la Preservazione <strong>della</strong> Natura ed<br />

è ovviamente particolarmente coinvolto<br />

nel disastro causato dai katyusha<br />

che hanno colpito Israe<strong>le</strong>.<br />

Se per ogni missi<strong>le</strong> che ha mancato<br />

il bersaglio umano, abbiamo tirato<br />

un sospiro di sollievo,quanti di noi<br />

sono stati coscienti, <strong>della</strong> distruzione<br />

portata dagli incendi nel<strong>le</strong> foreste<br />

e negli spazi aperti, laddove centinaia<br />

di specie animali vivono in armonia<br />

con l’ambiente e l’ecosistema?<br />

Pochi forse hanno compreso<br />

il grado di difficoltà oggi rappresentate<br />

dal riportare la natura al suo corso.<br />

Ci vorranno almeno 60 anni,<br />

hanno sentenziato i tecnici.<br />

Eppure gli uccelli sono la specie rela-<br />

tivamente in buone condizioni. Ad<br />

agosto avevano già terminato la nidificazione<br />

e potendo volare, hanno velocemente<br />

abbandonato i loro nidi.<br />

I prob<strong>le</strong>mi più gravi hanno interessato<br />

gli animali a terra, che non sempre<br />

sono riusciti a sfuggire al<strong>le</strong> fiamme<br />

provocate dallo scoppio dei razzi:<br />

alcune specie sono fondamentali<br />

per il sistema ecologico. Le pernici<br />

sono l’alimento fondamenta<strong>le</strong><br />

per i rapaci ed i rapporti ufficiali dicono<br />

che sono tra gli esemplari che<br />

più hanno sofferto la situazione.<br />

In realtà – spiega Balaban – <strong>le</strong> pernici<br />

amano nutrirsi di semi bruciati.<br />

Sfortunatamente i semi non sono la<br />

sola cosa ad essere stata bruciata.<br />

I rettili, meno mobili degli uccelli sono<br />

state <strong>le</strong> altre vittime: Anche per<br />

quelli che hanno cercato rifugio sotto<br />

<strong>le</strong> rocce, la temperatura ha raggiunto<br />

valori troppo e<strong>le</strong>vati perché<br />

potessero sopravvivere.<br />

Anche i roditori sono stati gravemente<br />

colpiti. Le foreste israeliane<br />

ne contano diversi tipi, spesso sconosciuti<br />

anche ai più frequenti visitatori<br />

a causa del<strong>le</strong> loro abitudini di<br />

di Giovanna Coen<br />

vita. Il topo selvatico o il<br />

ghiro sono dei roditori tipici<br />

del Monte Meron, attivi<br />

di notte, mentre dormono<br />

durante il giorno.<br />

Didi Kaplan, ecologista<br />

esperto dell’area teme<br />

che presto troveremo<br />

<strong>le</strong> carcasse <strong>della</strong> maggior<br />

parte di tassi, martore,<br />

serpenti e porcospini<br />

che abitavano la<br />

zona. E comunque il loro<br />

habitat è stato gravemente<br />

compromesso.<br />

Alcune altre specie si sono<br />

trovate in condizioni<br />

relativamente migliori. Il<br />

pipistrello, per esempio<br />

pur tornando nel luogo<br />

dal qua<strong>le</strong> è fuggito a causa<br />

del fuoco e non trovando<br />

lì il cibo per sostenersi,<br />

ha potuto volare<br />

ogni notte molti chilometri per trovare<br />

nutrimento per poi tornare al<br />

suo luogo d’origine. Un esempio<br />

eclatante di carenza di cibo è rappresentato<br />

da un gregge di irace che<br />

ha invaso i giardini di Kiriat Shmona.<br />

Anche volpi, sciacalli e cinghiali, che<br />

hanno avuto il loro habitat distrutto,<br />

sono ora alla ricerca di un nuovo territorio.<br />

Le tartarughe, riuscite a sfuggire<br />

al<strong>le</strong> fiamme, hanno trovato riparo<br />

in luoghi inconsueti, estranei<br />

alla loro normalità: purtroppo la maggior<br />

parte di loro sono rimaste intrappolate<br />

dal fuoco che <strong>le</strong> ha circondate<br />

da diversi punti.<br />

I prob<strong>le</strong>mi maggiori, ovviamente<br />

li hanno avuti i cuccioli. Un anima<strong>le</strong><br />

di solo pochi mesi è molto inesperto<br />

e debo<strong>le</strong>. E a questo va aggiunto<br />

il trauma del rimanere da<br />

solo a dover affrontare una simi<strong>le</strong><br />

situazione. Tutto questo, purtroppo,<br />

fa sì che quasi sempre i<br />

più giovani siano <strong>le</strong> naturali vittime<br />

di un massacro ambienta<strong>le</strong> la<br />

cui portata emerge piano piano in<br />

tutta la sua crudezza, al termine<br />

del<strong>le</strong> ostilità.<br />

KARNENU<br />

11


1 SEC<br />

KARNENU<br />

12<br />

L’ATTUALITÀ DEL KKL<br />

AD UN SECOLO DALLA<br />

SUA FONDAZIONE<br />

I padri del Sionismo,<br />

filosofia ispiratrice del KKL.<br />

Herzl, Shapira e Pinsker<br />

animarono il dibattito nel secolo<br />

scorso.Qui sopra un antico<br />

bossolo del KKL.<br />

A destra Golda Meir intenta a<br />

piantare un albero.<br />

Quando, alla fine del XIX secolo, l’intensificarsi<br />

del<strong>le</strong> manifestazioni antisemite<br />

portò alla nascita del Sionismo,<br />

<strong>le</strong> argomentazioni dei suoi sostenitori,<br />

Leo Pinsker e Theodor Herzl, si inserivano<br />

a pieno titolo nel movimento dei<br />

nazionalismi emergenti.<br />

Con il primo Congresso Sionista, tenutosi<br />

a Basi<strong>le</strong>a nel 1897, prese avvio un<br />

percorso travagliato che vide vivace il<br />

dibattito tra chi, nell’urgenza di una soluzione,<br />

avrebbe anche accettato l’offerta<br />

di territori quali l’Uganda o il sud<br />

dell’Argentina, e chi, <strong>le</strong>gato ad una visione<br />

“messianica” del ritorno, restava<br />

invece vincolato alla terra di Israe<strong>le</strong>,<br />

allora sotto dominio Ottomano.<br />

In tutti c’era comunque un’idea di base:<br />

l’inserimento in un proprio stato<br />

avrebbe dovuto comportare la “normalizzazione”<br />

degli ebrei e cioè la loro<br />

omologazione agli altri popoli per il venir<br />

meno dei vincoli economici e sociali<br />

che per secoli erano stati loro imposti.<br />

Fondamento per ta<strong>le</strong> normalizzazione<br />

doveva essere il riavvicinamento alla terra<br />

ed al<strong>le</strong> attività agrico<strong>le</strong> dal<strong>le</strong> quali gli<br />

ebrei erano stati forzatamente esclusi<br />

per tutto il periodo <strong>della</strong> diaspora.<br />

Nel 1901 il quinto Congresso Sionista<br />

di Cesare Veneziani<br />

tesoriere del KKL


procedette quindi alla costituzione<br />

del “Keren Kayemeth Le Israel”, con<br />

lo scopo di acquistare in Israe<strong>le</strong> terreni<br />

da mettere a disposizione dei<br />

nuovi insediamenti, che nel frattempo<br />

andavano intensificandosi.<br />

E’ superfluo sottolineare il ruolo essenzia<strong>le</strong><br />

che il Fondo ha rivestito nella<br />

fase pionieristica di sviluppo, sia<br />

prima del 1948, sia dopo la proclamazione<br />

dello Stato quando, in carenza<br />

di infrastrutture e con un’economia<br />

ancora embriona<strong>le</strong>, fu possibi<strong>le</strong><br />

assorbire la prima ondata di immigrazione<br />

di massa grazie soprattutto<br />

alla rete di accoglienza assicurata<br />

dai villaggi agricoli, organizzati<br />

anche in base ad originali esperimenti<br />

sociali quali il kibbutz e il moshav. Ta<strong>le</strong><br />

era la va<strong>le</strong>nza, anche etica, di ta<strong>le</strong><br />

fenomeno che a lungo in esso si identificò<br />

il nuovo Stato, la cui immagine<br />

più diffusa, almeno fino alla fine degli<br />

anni sessanta, fu quella del pionierecolono<br />

dedito, magari con il fuci<strong>le</strong> in<br />

spalla, al riscatto di deserti e paludi.<br />

Tra <strong>le</strong> tante Organizzazioni ebraiche<br />

di raccolta fondi, il KKL, forte <strong>della</strong><br />

sua primogenitura, ha mantenuto<br />

negli anni una presenza attiva e<br />

sempre orientata alla funzione originaria,<br />

ben sintetizzata nello slogan<br />

su Karnenu: “Terra e Popolo”, in un<br />

accostamento che racchiude in sé<br />

lo spirito stesso <strong>della</strong> <strong>rinascita</strong> di<br />

Israe<strong>le</strong>: il ritorno di un popolo alla<br />

sua terra con l’intento di risol<strong>le</strong>vare<br />

se stesso ed il suo ambiente dopo<br />

secoli di abbandono e lontananza.<br />

Gli ultimi trenta anni hanno visto in Israe<strong>le</strong><br />

un impetuoso sviluppo dell’economia,<br />

ormai solo in parte basata sull’agricoltura,<br />

e trasformazioni che hanno<br />

comp<strong>le</strong>tamente modificato il quadro<br />

demografico e socia<strong>le</strong> dello stato. Malgrado<br />

il progressivo estendersi di modelli<br />

di importazione statunitense, l’assorbimento<br />

di milioni di nuovi immigrati<br />

ha creato un “melting pot” razzia<strong>le</strong> che<br />

ha realizzato un’altra del<strong>le</strong> profezie di<br />

Herzl, espressa in chiusura del suo<br />

saggio: “…credo che crescerà una generazione<br />

di ebrei meravigliosi…”.<br />

C’è quindi da chiedersi se in un’eco-<br />

KARNENU OLO13<br />

nomia sempre più volta al terziario<br />

avanzato ed alla tecnologia, con una<br />

popolazione in massima parte urbanizzata,<br />

il KKL abbia ancora oggi un<br />

ruolo da svolgere sul territorio e se si,<br />

qua<strong>le</strong>. La risposta è senz’altro positiva<br />

e va rapportata, a mio avviso, anche<br />

agli sviluppi che stanno interessando<br />

il quadro politico regiona<strong>le</strong>.<br />

Come detto, il KKL ha continuato<br />

negli anni, senza interruzione, la sua<br />

funzione originaria, dedicandosi da<br />

ultimo, con maggiore attenzione, alla<br />

tutela dell’ambiente ed al<strong>le</strong> infra-<br />

strutture ma senza mai tralasciare<br />

lo sviluppo del<strong>le</strong> attività economiche<br />

<strong>le</strong>gate alla terra, siano esse agrico<strong>le</strong><br />

o turistico-ricreative, siano esse<br />

<strong>le</strong>gate alla forestazione o alla riqualificazione<br />

urbana.<br />

Oggi il quadro è in profondo cambiamento;<br />

c’è ormai, trasversa<strong>le</strong> nella<br />

società israeliana, l’amara consapevo<strong>le</strong>zza<br />

che il sogno <strong>della</strong> “Grande<br />

Israe<strong>le</strong>” non è assolutamente conciliabi<strong>le</strong><br />

in prospettiva con la salvaguardia<br />

dei caratteri distintivi e fondanti<br />

dello Stato: Ebraicità e Democrazia;<br />

si dovranno quindi necessariamente<br />

rilanciare progetti di recupero<br />

che hanno sempre rappresentato<br />

il “core business” del KKL.<br />

Non a caso, l’ultimo Congresso Mondia<strong>le</strong><br />

del KKL, tenutosi lo scorso giugno<br />

a Beersheba, ha posto in primo<br />

piano il “Progetto Negev”, destinato<br />

ad attivare nuovi interventi di sviluppo<br />

del<strong>le</strong> aree desertiche e, perché no,<br />

forse anche a riesumare piani ac-<br />

cantonati negli anni dell’entusiasmo.<br />

Ta<strong>le</strong> nuovo impegno non potrà andare<br />

naturalmente a detrimento di altri,<br />

importanti, sia pur contingenti, progetti,<br />

quali quello del<strong>le</strong> “strade sicure” o l’ultimo,<br />

di drammatica attualità, connesso<br />

con il reimpianto dei boschi distrutti<br />

al nord dalla recente guerra libanese,<br />

ma una cosa è ormai certa: il Negev<br />

torna ad essere la “frontiera” interna di<br />

Israe<strong>le</strong>, spazio di futura espansione che<br />

vedrà il KKL in primo piano a svolgere<br />

il suo ruolo storico di <strong>le</strong>game tra la diaspora<br />

e la terra dei Padri.


KARNENU<br />

14<br />

IN QUESTE IMMAGINI<br />

I COLORI<br />

D’ISRAELE,<br />

LUOGHI SIMBOLO,<br />

NOTI<br />

AL VISITATORE<br />

COM’ERANO<br />

E COME SONO OGGI<br />

TEL AVIV 1909


EILAT 1948<br />

KARNENU<br />

15


KARNENU<br />

16<br />

Aiutateci a RICOSTRUIRE.<br />

L’appello di<br />

AVI DICKSTEIN all’Italia<br />

Alla vigilia del<strong>le</strong> so<strong>le</strong>nni festività, visita<br />

a Roma del Direttore Genera<strong>le</strong><br />

del KKL, Avi Dickstein, giunto<br />

appositamente nella sede del Fondo,<br />

nella Capita<strong>le</strong>, per rendere<br />

pubblica la grave situazione generatasi<br />

all’indomani del cessateil<br />

fuoco nel nord Israe<strong>le</strong>.<br />

Ringraziando la comunità italiana<br />

per la vicinanza mostrata, Dickstein<br />

ha lanciato un grido di allarme per<br />

sostenere una campagna di ricostruzione<br />

e ripiantagione del<strong>le</strong> foreste<br />

dell’alta Gali<strong>le</strong>a, colpite da migliaia<br />

di razzi lanciati da Hezbollah<br />

in oltre un mese di guerra. Non ho<br />

mai visto un rapporto così stretto tra<br />

gli ebrei italiani e noi israeliani, in questa<br />

fase diffici<strong>le</strong> <strong>della</strong> nostra storia –<br />

ha detto Dickstein nel corso di un<br />

pranzo con la commissione romana<br />

del KKL – Tutti hanno un parente,<br />

un fratello, un amico che vive in<br />

Israe<strong>le</strong>, e tutti si sono sentiti diretta-<br />

Visita del direttore genera<strong>le</strong> Avi<br />

Dickstein negli uffici del KKL a Roma.<br />

Il saluto di benvenuto, accanto a<br />

Dickstein da sinistra: Giovanna Coen,<br />

Daniel Della Seta, Edmondo Del<br />

Monte, Udi Cohen, Enrica Perugia.<br />

Sopra la colazione<br />

di lavoro nell’antico ghetto.<br />

mente coinvolti nell’emergenza. A<br />

tutti voi va il mio ringraziamento e<br />

l’augurio per un anno più sereno.<br />

Tuttavia, dobbiamo essere pragmatici,<br />

e io stesso ho avuto mio figlio<br />

al fronte, e sono stato preoccupato<br />

per la sua sorte e per quella<br />

di tanti nostri fratelli. Ora è giunto<br />

il momento di ricostruire quanto<br />

hanno distrutto, di far tornare la<br />

vita sui campi aridi andati bruciati,<br />

di far sentire in questo momento<br />

la solidarietà ed il nostro<br />

sostegno a chi ha perduto la casa<br />

o il lavoro. Aiutateci e forniteci<br />

tutti assieme gli strumenti per<br />

far tornare verde Israe<strong>le</strong>.<br />

Il MURO<br />

<strong>della</strong><br />

MEMORIA<br />

del KKL<br />

"Un memoria<strong>le</strong> del ricordo nell’architettura<br />

israeliana” Questo il tema proposta<br />

dall’architetto Tula Amir presentato in Italia<br />

alla Bienna<strong>le</strong> di Venezia, alla presenza<br />

dei rappresentanti del Ministero degli<br />

Esteri e <strong>della</strong> Pubblica Istruzione d’Israe<strong>le</strong>.<br />

Un progetto che ha preso il via all’inizio<br />

del 2006, e presso il padiglione Israe<strong>le</strong>,<br />

<strong>le</strong> grandi <strong>le</strong>ttere di colore verde dell’alfabeto<br />

ebraico mostrano i luoghi <strong>della</strong><br />

memoria del KKL, sul muro del Ricordo<br />

– sottolinea Mimi Kovner dirigente <strong>della</strong><br />

Divisione Comunicazione del Ministero<br />

degli esteri israeliano - Viene a memento<br />

così l’immagine del<strong>le</strong> migliaia di<br />

soldati periti nel<strong>le</strong> varie guerre che han-


no attraversato il paese, e quel<strong>le</strong> dei caduti<br />

in battaglia. E’ stato realizzato, per<br />

l’occasione, un catalogo comp<strong>le</strong>to di<br />

articoli su temi inerenti l’ecologia, l’ambiente,<br />

la cultura e l’architettura, con i<br />

nomi di tutti i partecipanti l’ambizioso<br />

progetto. E’ da osservare come il Muro<br />

<strong>della</strong> Memoria del KKL sia stato realizzato<br />

grazie al<strong>le</strong> donazioni individuali<br />

provenienti da tutto il mondo.<br />

STORIE di vita racchiuse<br />

in una BANDIERA<br />

Questa bandiera ha una lunga storia:<br />

tutto cominciò quando fu proclamato<br />

la nascita dello Stato d’Israe<strong>le</strong>. Mi chiamo<br />

Giacomo (Mino) Moscato (nella foto)<br />

<strong>della</strong> famiglia dei “Bufoloni”. Sono<br />

il maggiore dei miei fratelli Leo e Giorgio,<br />

sono nato il 7 settembre del 1940<br />

a Roma, e cresciuto in “ghette” in via<br />

S.Maria del Pianto; nell’infanzia ho frequentato<br />

la Scuola Vittorio Polacco.<br />

La mia morà si chiamava Anita Di Cave,<br />

una grande insegnante di vita, mentre<br />

il mio Maestro d’Ebraico Kopciowski,<br />

molto severo nel far rispettare i precetti<br />

<strong>della</strong> Torà. Nei primi anni di scuola<br />

ci fu insegnato da entrambi l’attaccamento<br />

alla nostra terra di Israe<strong>le</strong>. Con<br />

immenso piacere ricordo i primi filmati<br />

in bianco e nero che venivano proiettati<br />

nel grande salone <strong>della</strong> scuola. Nella<br />

mia mente ho ancora impresso i volti<br />

degli “haluzim”che seminavano i campi.<br />

Loro sapevano che la terra con i loro<br />

sforzi e sudori sarebbe diventata ferti<strong>le</strong><br />

e fiorita, ma per fare tutto questo<br />

avevano bisogno di un aiuto da tutti gli<br />

ebrei del mondo. Noi con i bossoli del<br />

KKL, che sentivamo come nostri, contribuivamo<br />

con pochi spiccioli a riempirli<br />

per il riscatto <strong>della</strong> nostra terra. Passarono<br />

alcuni anni e nel 14 maggio<br />

1948 venne proclamato lo Stato di<br />

Israe<strong>le</strong> e noi tutti eravamo felici ed orgogliosi<br />

di essere ebrei.<br />

Finalmente avevamo anche Noi uno stato<br />

a cui appartenere, che avrebbe protetto<br />

un popolo intero. La Comunità<br />

Ebraica era in fermento, mi ricordo oggi<br />

come ieri, venivano distribuiti in piazza<br />

dei rotoli di carta crespa, di colore bianco<br />

e azzurra, da esporre fuori <strong>le</strong> finestre,<br />

persiane, balconi, terrazzi. Nel 1948 avevo<br />

circa 8 anni, però non ero totalmente<br />

felice perché non avevo una bandiera<br />

di stoffa da sventolare… tutta mia. Allora<br />

andai in Via dei Giubbonari dove mio<br />

zio Aldo Bondì aveva un negozio di tessuti..<br />

Mi regalò 1 metro e 20 di cotone<br />

bianco e andai via felicissimo perché stavo<br />

realizzando il mio sogno. Dopo mi recai<br />

da “Prima” un magazzino che si trovava<br />

in Via Arenula che vendeva la merceria,<br />

ma non avendo i denari per com-<br />

prare il nastro azzurro, lo acquistai fingendo<br />

di comprarmi un gelato coi soldi<br />

dati da papà. Portai tutto a casa e strada<br />

facendo mi chiesi: “…e adesso come<br />

faccio?” Mi ricordai che nel nostro<br />

palazzo, sotto il mio appartamento, c’era<br />

una signora che cuciva <strong>le</strong> camicie per<br />

Di Veroli, che era un grossista conosciuto<br />

con il nome di Signor “Musiu Maccheroni”.<br />

Questa buona donna si chiamava<br />

Emma Efrati vedova <strong>della</strong> Prima Guerra<br />

Mondia<strong>le</strong>, ed abitava e lavorava nella casa<br />

di Di Veroli Donato detto “Nicchio”.<br />

Era oramai tardi, di lì a poco sarebbe entrato<br />

Shabbat. “Si sa, <strong>le</strong> nostre donne,<br />

di Sabato, non ti cuciono niente”. Feci <strong>le</strong><br />

sca<strong>le</strong> a due a due, il cuore mi batteva forte<br />

forte; ed eccomi finalmente di fronte<br />

alla porta di “Zi’ Emma”. La implorai quasi<br />

con <strong>le</strong> lacrime agli occhi: “…Questa<br />

seta è festa grande… è Yom Ha’Azmaut!”<br />

Lei mi guardò con uno sguardo<br />

un po’ scocciato e un po’ intenerito e disse:<br />

“Cosa saria stà festa…” ed io <strong>le</strong> spiegai<br />

il significato. Lei di rimando esclamò:<br />

“e va bè damme qua che t’ha cucio subeto”<br />

. Stava nascendo nel<strong>le</strong> sue abili<br />

mani l’oggetto dei miei desideri.<br />

Mentre lavorava la osservavo e rif<strong>le</strong>ttevo…<br />

come avrei fatto senza di <strong>le</strong>i. Forse<br />

ero ancora troppo piccolo per capire<br />

l’enorme importanza di ciò che mi stava<br />

accadendo. Ancora oggi mentre sto scrivendo<br />

questa mia storia, rivedo e rivivo<br />

con la stessa emozione quella scena.<br />

Questa mia prima bandiera d’Israe<strong>le</strong><br />

l’ho sempre conservata gelosamente<br />

nel mio cassetto. Nel<strong>le</strong> varie occasioni<br />

l’ho sventolata e attaccata alla finestra.<br />

Mi ricordo durante la guerra dei<br />

Sei giorni, la tirai fuori per mostrarla a<br />

tutti i miei amici…mi trasmetteva fiducia,<br />

coraggio, forza, fede in Dio e nella<br />

resistenza e sopravvivenza del nostro<br />

popolo. Amen!<br />

KARNENU<br />

17


KARNENU<br />

18<br />

Da ROMA<br />

a NAPOLI<br />

la memoria<br />

del<br />

16 Ottobre<br />

Anche quest’anno migliaia di fiacco<strong>le</strong><br />

hanno illuminato la "marcia <strong>della</strong><br />

Memoria" che dal cuore di Trastevere<br />

da Piazza S.Maria ha raggiunto Largo<br />

16 ottobre 1943, al<strong>le</strong> spal<strong>le</strong> <strong>della</strong><br />

Sinagoga Maggiore. Proprio qui, di<br />

Succoth, ieri come oggi, Il 16 ottobre<br />

1943 si consumò l’infamia tedesca,<br />

come disse Aldo De Benedetti nel suo<br />

saggio, allorché <strong>le</strong> SS pre<strong>le</strong>varono all'alba<br />

di quel terribi<strong>le</strong> sabato, <strong>le</strong> famiglie<br />

ebree dal<strong>le</strong> loro case per deportar<strong>le</strong><br />

poi ad Auschwitz-Birkenau.<br />

Solo 16 di loro, tra cui un'unica donna,<br />

Settimia Spizzichino, tornarono.<br />

Settimia, finché in vita, per anni ha partecipato<br />

a questa marcia, promossa<br />

dalla Comunità di S.Egidio e dalla Comunità<br />

Ebraica, cui prendono parte<br />

ogni anno sempre più cittadini. I sopravvissuti<br />

chiedono cosa accadrà<br />

quando non ci saranno più – ha sottolineato<br />

Andrea Riccardi - Per questo<br />

è importante che la gente si radu-<br />

ni per commemorare la razzia, l'infamia,<br />

con un ricordo che si rafforza.<br />

Sono giorni in cui bisogna rif<strong>le</strong>ttere<br />

- gli ha fatto eco il rabbino capo di<br />

Roma Riccardo Di Segni - una rif<strong>le</strong>ssione<br />

per chi non c'è più, perché<br />

non scompaia dai nostri ricordi.<br />

Migliaia di persone, un serpentone lungo<br />

il cuore di Roma, con in testa il sindaco<br />

di Roma Walter Veltroni, il presidente<br />

<strong>della</strong> Provincia Enrico Gasbarra<br />

e il Presidente <strong>della</strong> Regione Piero<br />

Marrazzo, che si è recato anche il 16<br />

mattina (nella foto) al cimitero del Verano,<br />

per deporre una corona in memoria<br />

dei deportati, assieme al Presidente<br />

<strong>della</strong> Comunità Paserman. Dal<br />

palco nell’antico ghetto, accanto a<br />

Renzo Gattegna, guida dell’Ucei, il presidente<br />

del Senato, Franco Marini, ha<br />

concluso affermando che: In una società<br />

tecnologica che corre sempre<br />

più veloce, lo sforzo che dobbiamo fare<br />

è quello di difendere la sensibilità e<br />

la ragione dell'uomo affinché non vengano<br />

mai strappate via. Anche a Napoli,<br />

in contemporanea con la marcia<br />

<strong>della</strong> memoria, nel carcere di Poggiorea<strong>le</strong><br />

si è tenuto un incontro tra 50 detenuti<br />

e la signora Alberta Levi Temin,<br />

ebrea di 87 anni, sopravvissuta alla deportazione<br />

degli ebrei romani.<br />

Al commovente colloquio erano presenti,<br />

oltre ai detenuti, il direttore del<br />

carcere, religiosi e alcuni educatori.<br />

Tra cibo<br />

e CULTURA<br />

nell’oasi<br />

di NINFA<br />

Il giardino botanico di Ninfa, a pochi<br />

chilometri da Roma, è stato lo<br />

scenario di una riuscita visita organizzata<br />

dal Keren Kayemeth LeIsrael.<br />

Un’oasi di pace e di serenità<br />

bella da vivere in tutte <strong>le</strong> stagioni.<br />

Oltre 50 i partecipanti, malgrado<br />

l’avvicinarsi dell’inverno e la minaccia<br />

dei primi freddi stagionali.<br />

Tutti col naso in su, quindi, per<br />

ammirare la miriade di specie e di<br />

piante provenienti da ogni parte<br />

del mondo illustrate con sapienza<br />

dalla loca<strong>le</strong> guida.<br />

Quasi coetaneo del KKL, un giardino<br />

dipinto dai colori caldi dell’autunno<br />

sembra invitare il visitatore<br />

a tornare in primavera. E alla fine<br />

<strong>della</strong> visita al parco, un’area riservata<br />

ha accolto i visitatori per un<br />

barbecue all’aperto seguendo tradizionali<br />

ricette: bruschette, carne<br />

alla brace, sciai tripolino (tè verde<br />

alla menta). L’ottimo riscontro<br />

avuto ci invita a tornare con la bella<br />

stagione e organizzare nuove<br />

sortite fuori città.


Un campo di calcio ad otto, due<br />

campi da tennis poliva<strong>le</strong>nti, una<br />

piscina, una “club house” e altri locali<br />

adibiti a spogliatoi: sarà questo<br />

la struttura di cui i tanti romani,<br />

ebrei e non, appassionati di sport<br />

potranno godere di fronte a Ponte<br />

Marconi, dove presto sorgerà il tanto<br />

desiderato Centro Sportivo <strong>della</strong><br />

Comunità ebraica di Roma. Un’idea<br />

intraprendente che è diventata realtà<br />

con il primo passo, la posa <strong>della</strong> prima<br />

pietra l’estate scorsa.<br />

Sorgerà in una zona demograficamente<br />

molto importante per la nostra<br />

comunità. Nel popoloso quartiere<br />

Marconi, infatti, risiedono molte<br />

famiglie che potranno usufruire<br />

di un centro all’avanguardia e funziona<strong>le</strong>.<br />

Ma la zona prescelta, oltre<br />

ad essere strategicamente importante,<br />

lo è anche dal punto di vista<br />

ambienta<strong>le</strong>. Il centro sportivo nascerà<br />

a pochi metri da uno degli imbrachi<br />

dai quali partono i battelli per<br />

la gita sul Tevere. Non è tutto: proprio<br />

a Ponte Marconi c’è la pista ciclabi<strong>le</strong><br />

che arriva a due passi dal<br />

punto nel qua<strong>le</strong> sorgerà la nuova<br />

struttura. Un punto d’incontro importante,<br />

quindi, ma anche un quartiere<br />

<strong>della</strong> città che vivrà, sempre di<br />

più, a contatto con la natura circostante:<br />

per chi ama lo sport e la vita<br />

salubre, sarà luogo prescelto, magari,<br />

dove recarsi <strong>le</strong> domeniche per<br />

una passeggiata con i propri figli in<br />

bicic<strong>le</strong>tta o per una divertente gita<br />

in barca sul Tevere, restituito alla<br />

città, con più tratti navigabili.<br />

Marconi farà, quindi, un deciso balzo<br />

in avanti per quanto riguarda <strong>le</strong><br />

possibilità ricreative offerte ai propri<br />

residenti e per la qualità <strong>della</strong> vita.<br />

Ma sarà una ghiotta opportunità non<br />

solo per <strong>le</strong> istituzioni municipali e cittadine,<br />

ma anche per i vari enti ebraici.<br />

Sarebbe bello, a breve, vedere la<br />

piscina piena di ragazzi guidati e seguiti<br />

da un gruppo di educatori dell’Ufficio<br />

Giovani, o dei movimenti giovanili<br />

. Mentre i più grandi si ritrovano<br />

nella club house per vedere <strong>le</strong> partite<br />

di calcio <strong>della</strong> domenica o assistere<br />

a manifestazioni culturali. Uno<br />

spazio, quindi, che dovrà essere<br />

sfruttato da tutte <strong>le</strong> varie componenti<br />

comunitarie in maniera adeguata se<br />

c’è la voglia di coglierne appieno <strong>le</strong><br />

enormi potenzialità. Questo posto è<br />

dedicato a tutti i nostri giovani con la<br />

speranza che possano passare <strong>le</strong><br />

proprie giornate qui in un ambiente<br />

protetto piuttosto che in un bar –<br />

hanno osservato i rappresentanti<br />

di Cesare Pavoncello<br />

<strong>della</strong> Comunità, nel giorno <strong>della</strong> posa<br />

<strong>della</strong> prima pietra, alla presenza<br />

del Presidente <strong>della</strong> Regione Lazio<br />

Marrazzo, che ha sottolineato l’opportunità<br />

di un nuovo punto d’incontro<br />

per il dialogo, per poter vivere<br />

meglio il quartiere. Avrà sicuramente<br />

la funzione di essere un valido<br />

e capace punto d’incontro per<br />

chi ama lo sport, il tempo libero e il<br />

contatto con la natura, ma soprattutto<br />

dovrà essere un posto di aggregazione<br />

socia<strong>le</strong> dove dovranno<br />

inserirsi a dovere <strong>le</strong> varie associazioni<br />

ebraiche. Anche il KKL potrà<br />

utilizzare il centro, come punto di partenza<br />

per escursioni a carattere naturalistico,<br />

utilizzando anche la navigazione<br />

sul fiume, e contribuendo<br />

alla creazione di una micro oasi sullo<br />

stampo di quel<strong>le</strong> realizzate in Israe<strong>le</strong>.<br />

Le buone intenzioni ci sono tutte<br />

e, anche se va sottolineato come<br />

da fine maggio ad oggi ancora non<br />

siano iniziati i lavori, speriamo in una<br />

pronta realizzazione di quello che<br />

in tanti hanno definito come un “sogno<br />

che diventa realtà”.<br />

KARNENU<br />

19


KARNENU<br />

20<br />

LA SPEZIA, NOTA ANCHE COL NOME DI NOME DI “SCHÀAR ZION”<br />

PROTAGONISTA DI UN PONTE DI SOLIDARIETÀ FRA I POPOLI<br />

DEL MEDITERRANEO CON IL PREMIO EXODUS AD AMOS LUZZATTO<br />

Abbiamo cominciato un percorso<br />

di riappropriazione <strong>della</strong> nostra<br />

storia e del nostro ruolo nel Mediterraneo<br />

dieci anni fa quando, per ricordare<br />

la partenza del<strong>le</strong> navi Fede e Fenice,<br />

abbiamo apposto una targa al<br />

Molo Pirelli di Pagliari e abbiamo avviato<br />

il Festival R-Umori Mediterranei.<br />

Queste <strong>le</strong> prime paro<strong>le</strong> del Sindaco<br />

di La Spezia Giorgio Pagano,<br />

durante la cerimonia di premiazione<br />

del Premio Exodus, ideato da<br />

Marco Ferrari, e quest’anno consegnato<br />

ad Amos Luzzatto.<br />

Un rapporto stretto quello tra La Spezia<br />

e mondo ebraico: nel Febbraio<br />

scorso al Museo dell’Immigrazione<br />

clandestina e nava<strong>le</strong> di Haifa è stata<br />

inaugurata la mostra “La Spezia –<br />

Porta di Sion”, visitata da oltre 3.500<br />

persone; lì abbiamo compreso fino<br />

in fondo <strong>le</strong> ragioni vere che <strong>le</strong>gano <strong>le</strong><br />

nostre genti. Da quel processo di riscoperta<br />

di La Spezia città di Exodus<br />

e Porta di Sion si è arrivati alla con-<br />

Alcune immagini del Premio Exodus,<br />

da sinistra il presidente <strong>della</strong><br />

comunità di La Spezia Croccolo,<br />

con il sindaco Pagano, lo scrittore<br />

Matvejevic, Amos Luzzatto e<br />

Marco Ferrari. A destra gli studenti<br />

intervenuti alla presentazione del libro<br />

sul<strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi razziali spiegate ai bambini.<br />

cessione <strong>della</strong> Medaglia d’Oro al Valore<br />

Civi<strong>le</strong> per l’aiuto prestato ai profughi<br />

ebrei nel dopoguerra (dopo<br />

quella d’argento alla Resistenza).<br />

Se i principi dell’antifascismo hanno<br />

da sempre fatto parte dell’identità<br />

<strong>della</strong> città <strong>della</strong> Spezia, oggi<br />

possiamo unirvi anche i principi<br />

di solidarietà. I giovani, soprattutto,<br />

sono consapevoli di ricevere<br />

il testimone di questi ideali.<br />

La cerimonia del premio Exodus è<br />

infatti iniziata con un significativo incontro<br />

dedicato alla razzia nel vecchio<br />

Ghetto di Roma del 16 ottobre


1943. Quando il gigantesco rastrellamento<br />

si concluse erano stati catturati<br />

1.022 ebrei romani. Due giorni<br />

dopo in 18 vagoni piombati furono<br />

tutti trasferiti ad Auschwitz. Solo<br />

15 di loro sono tornati alla fine del<br />

conflitto: 14 uomini e una donna.<br />

Si <strong>le</strong>gge nel libro di Ada Sereni<br />

“I clandestini del mare. L’emigrazione<br />

ebraica in terra d’Israe<strong>le</strong><br />

dal 1945 al 1948” edito<br />

nel 1973: “Migliaia di profughi<br />

continuarono a partire dalla Spezia;<br />

in tutti, la bel<strong>le</strong>zza del golfo e<br />

la dolcezza <strong>della</strong> natura suscitarono<br />

incanto ed anche il contatto<br />

con la popolazione italiana fu<br />

L’immagine <strong>della</strong> mostra sui<br />

documenti dei campi alla Palazzina<br />

del<strong>le</strong> Arti al<strong>le</strong>stita a La Spezia.<br />

per loro stupefacente e tonificante<br />

rivelazione dopo <strong>le</strong> brutalità<br />

subite dai paesi nei quali provenivano:<br />

gli italiani sono gentili<br />

ripetevano attoniti, quasi non credessero<br />

che ci potesse essere<br />

una popolazione non ebrea cortese<br />

verso di loro. Il nome <strong>della</strong><br />

Spezia divenne noto in tutti i campi<br />

d’Italia e al di là del<strong>le</strong> Alpi, fino<br />

in Polonia; raggiungerla divenne<br />

il sogno di innumerevoli profughi<br />

e questi vennero giù a migliaia,<br />

attraverso i valichi alpini, provenienti<br />

dalla Polonia, dalla Germania,<br />

dall’Austria, dall’Ungheria<br />

e dai paesi balcanici”<br />

Nessuno degli oltre duecento bambini<br />

è sopravvissuto. I volti di quei<br />

piccoli restano impressi nel<strong>le</strong> foto<br />

e negli e<strong>le</strong>nchi. La presentazione del<br />

libro edito dall’Associazione Ex alunni<br />

Scuola e<strong>le</strong>mentare Umberto I,<br />

(www.<strong>le</strong>ggirazziali.org), “Ora mai<br />

più: <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi razziali spiegate ai bambini”<br />

al Teatro Civico dinanzi a 400<br />

studenti, è stato accompagnato dalla<br />

proiezione del primo documentario<br />

mai realizzato sul “16 ottobre<br />

1943” di Ansano Giannarelli prodotto<br />

da Marina Piperno, presente<br />

in sala, accanto ad altri testimoni dell’epoca<br />

e al presidente <strong>della</strong> loca<strong>le</strong><br />

comunità Aaron Croccolo.<br />

Da Roma a La Spezia, da La Spezia<br />

a Haifa, la nostra città è una del<strong>le</strong> più<br />

impegnate nella conservazione, valorizzazione<br />

e attualizzazione <strong>della</strong> memoria<br />

storica relativa alla seconda guerra<br />

mondia<strong>le</strong> – prosegue il Sindaco -<br />

Dalla lotta partigiana, alla deportazione<br />

ebraica e alla ricerca di una nuova<br />

vita di pacifica convivenza in Israe<strong>le</strong>.<br />

La Spezia è stata la terza città italiana<br />

più bombardata assieme a<br />

Cassino e Rimini perdendo quasi la<br />

metà dei palazzi, il Palazzo Civico,<br />

Palazzo Doria, il convento del<strong>le</strong> Clarisse,<br />

una città distrutta e in ginocchio<br />

ebbe la forza di dare l’aiuto necessario<br />

a quanto si lasciavano al<strong>le</strong><br />

spal<strong>le</strong> l’orrore dei lager e dello sterminio.<br />

Il “Premio Exodus” vuo<strong>le</strong> ricordare<br />

che, alla fine del secondo<br />

conflitto mondia<strong>le</strong>, proprio da La<br />

Spezia, presero il largo <strong>le</strong> navi che<br />

trasportarono verso la terra dei pa-<br />

“Dobbiamo difendere noi stessi<br />

e la nostra anima. Insistere<br />

e preservarla dalla tentazione<br />

<strong>della</strong> forza e da pensieri semplicistici,<br />

dalla deturpazione del<br />

cinismo, dalla volgarità del<br />

cuore e dal disprezzo degli altri...nel<br />

nostro mondo a pezzi<br />

e crude<strong>le</strong> e cinico non è “tosto”<br />

avere dei valori. O essere umani.<br />

O sensibili al ma<strong>le</strong>ssere del<br />

prossimo…”.<br />

Tratto dall’orazione funebre dello<br />

scrittore David Grossman al<br />

figlio Uri ucciso nel corso dagli<br />

Hezbollah del Libano.<br />

dri i sopravvissuti alla drammatica<br />

esperienza dei campi di sterminio.<br />

L’8 maggio 1946 salparono da La<br />

Spezia la motonave “Fede” e la nave<br />

“Fenice”. Il 1° luglio 1947 partì la<br />

nave ”Exodus”. Previsto nel 2007 nel<br />

nome di Exodus un grande appuntamento<br />

internaziona<strong>le</strong>. Si sono assicurati<br />

tra gli altri in passato il riconoscimento,<br />

E<strong>le</strong>na Loewenthal, Elio<br />

Toaff, Tullia Zevi, tutte personalità distintesi<br />

nel campo <strong>della</strong> interculturalità<br />

e <strong>della</strong> solidarietà e che abbiano<br />

offerto un contributo significativo<br />

nell’ottica del dialogo.<br />

Quest’anno premiati Amos Luzzatto,<br />

protagonista dell’impegno perché<br />

il mondo ebraico diventi sempre<br />

più e<strong>le</strong>mento attivo <strong>della</strong> società italiana,<br />

e Predrag Matvejevic, intel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong><br />

di Mostar, città martire, personalità<br />

impegnata contro tutte <strong>le</strong> guerre<br />

e per la difesa dei diritti dell’uomo.<br />

Concerto del M° Paolo Restani, nipote<br />

di quell’Aldo Restani che fu tra<br />

coloro che, nella comunità, come<br />

giornalista, oltrechè partigiano, si adoperò<br />

con ogni sforzo per assicurare<br />

la partenza dei sopravvissuti ebrei da<br />

La Spezia. Della Exodus curò anche<br />

l’al<strong>le</strong>stimento. Da allora prestò la sua<br />

opera in favore degli ebrei che raggiungevano<br />

clandestinamente la Pa<strong>le</strong>stina<br />

dal<strong>le</strong> coste liguri.<br />

Il Premio Exodus vuo<strong>le</strong> essere un incentivo<br />

ed uno stimolo alla cultura del<br />

dialogo: segna anche il consolidarsi<br />

<strong>della</strong> funzione <strong>della</strong> nostra città di porta<br />

di pace nel Mediterraneo, luogo di<br />

convivenza, solidarietà, mescolanza.<br />

Nel nome di Exodus presto nel<br />

Mediterraneo l’idea di una possibi<strong>le</strong><br />

convivenza. Nel corso del recente<br />

conflitto tra Israe<strong>le</strong> e Libano, La Spezia<br />

ha manifestato concretamente la<br />

vicinanza al<strong>le</strong> città israeliana di Haifa<br />

e alla città pa<strong>le</strong>stinese di Jenin, in<br />

vista di un gemellaggio trilatera<strong>le</strong>.<br />

Proprio per questo la città ligure sarà<br />

la sede, nei prossimi mesi, <strong>della</strong><br />

Conferenza dei Comuni e del<strong>le</strong> Associazioni<br />

Europei Gemellati o Cooperanti<br />

con Haifa e Jenin .<br />

KARNENU<br />

21


KARNENU<br />

22<br />

Lampi di GUERRA e note<br />

di GIOIA. Il concerto dei<br />

TRE TENORI al Parco Italia<br />

L’evento era di quelli che già da soli<br />

meritano un viaggio in Israe<strong>le</strong>: il primo<br />

comp<strong>le</strong>anno di Parco Italia, lo sp<strong>le</strong>ndido<br />

parco sul fiume A<strong>le</strong>xander realizzato<br />

con l’aiuto degli amici italiani.<br />

In programma, un concerto davvero<br />

unico, con la star internaziona<strong>le</strong> Evgenij<br />

Shapovalov, il solista dell’Opera<br />

Israeliana Felix Libshitz e il solista<br />

dell’Opera Naziona<strong>le</strong> di Bucarest (Romania)<br />

e del Teatro dell’Opera di<br />

Odessa (Ucraina) Wladislav Haraii.<br />

Ma lo scorso 10 agosto, data prevista<br />

per il concerto, non era un giorno<br />

come tutti gli altri per Israe<strong>le</strong>. Da un<br />

mese circa era esplosa nuovamente<br />

la guerra e migliaia di razzi lanciati dagli<br />

hezbollah costringevano gli abitanti<br />

del nord a vivere chiusi nei rifugi, mentre<br />

si allungava l’e<strong>le</strong>nco dei morti, dei<br />

feriti, del<strong>le</strong> case distrutte, degli alberi<br />

bruciati. Anche se la tregua era annunciata<br />

e sarebbe stata siglata di lì<br />

a qualche giorno, di fatto si viveva ancora<br />

in un clima triste e preoccupato.<br />

In qualunque altro paese il concerto<br />

sarebbe stato annullato, anche perché<br />

Parco Italia è vicinissimo a Hedera,<br />

la città più a sud su cui sono stati<br />

lanciati razzi. E invece, quello che<br />

doveva essere semplicemente un<br />

evento musica<strong>le</strong>, sia pure di grande<br />

portata artistica, si è trasformato in<br />

una serata davvero specia<strong>le</strong>. Il KKL<br />

ha voluto regalare agli abitanti del<br />

nord, così provati dalla guerra, due<br />

ore di svago e così il Parco ha accolto<br />

un migliaio di cittadini <strong>della</strong> Gali<strong>le</strong>a<br />

che si sono aggiunti al<strong>le</strong> varie centinaia<br />

tra israeliani e turisti presenti.<br />

E’ stato un abbraccio caldo ed affettuoso,<br />

che ha fatto dimenticare per<br />

un po’ la paura e <strong>le</strong> sofferenze dei trenta<br />

giorni sotto i razzi.<br />

Gli organizzatori David Eindar sindaco<br />

<strong>della</strong> regione Emek Hefer,e il funzio-<br />

di Eliana Pavoncello<br />

Il FUHRER a tavola<br />

Il ristorante “da Hit<strong>le</strong>r" a Mumbai<br />

fa arrabbiare la comunità ebraica.<br />

Un nuovo ristorante nella città finanziaria<br />

dell'India, chiamato Adolf Hit<strong>le</strong>r<br />

e promosso con i manifesti che mostrano<br />

il capo tedesco e <strong>le</strong> svastiche<br />

naziste, fa infuriare la piccola comunità<br />

ebraica del paese. “Il ristorante di<br />

Hit<strong>le</strong>r", che ha di recente aperto, ha<br />

scatenato un vespaio di po<strong>le</strong>miche,<br />

per il nome che i proprietari dicono di<br />

aver scelto per distinguersi fra <strong>le</strong> centinaia<br />

di ristoranti di Mumbai. “Abbiamo<br />

desiderato essere differenti. Questo<br />

è un nome che rimarrà nella mente<br />

<strong>della</strong> gente", ha detto il titolare. “Non<br />

stiamo promuovendo Hit<strong>le</strong>r. Ma desideriamo<br />

comunicare la nostra diversità".<br />

Ma la piccola comunità ebraica<br />

dell'India si sente oltraggiata dall'espediente.<br />

Il piccolo ristorante, con<br />

<strong>le</strong> pareti dipinte con i colori <strong>della</strong> bandiera<br />

nazista, rosso, bianco e nero,<br />

conta anche un salotto per fumare la<br />

pipa ad acqua o “hookah" esotico. I<br />

manifesti allineati lungo la strada indicano<br />

con svastiche rosse l’ingresso<br />

del loca<strong>le</strong>. Uno slogan recita: “Dai<br />

piccoli morsi al<strong>le</strong> gioie Mega". Un ritratto<br />

enorme del Fuhrer troneggia nel<br />

salone interno e un'altro è sito all'esterno.<br />

Sembra abbastanza.<br />

nario dell’ambasciata d’Italia Davide<br />

La Cecila, Udi Cohen, Edna Feinstein,<br />

direttore del Dipartimento "Amici del<br />

KKL" hanno ricordato brevemente la<br />

diffici<strong>le</strong> situazione elogiando il coraggio<br />

del<strong>le</strong> famiglie. Poi sono entrati in<br />

scena i tre tenori, e non c’è stato più<br />

bisogno di paro<strong>le</strong>. Il pubblico è stato<br />

<strong>le</strong>tteralmente travolto dalla loro energia<br />

e dalla magia <strong>della</strong> musica. Gli artisti<br />

hanno intonato arie del<strong>le</strong> opere più<br />

famose, da Carmen alla Caval<strong>le</strong>ria Rusticana,<br />

dal Rigo<strong>le</strong>tto alla Tosca e canzoni<br />

napo<strong>le</strong>tane e italiane famose in<br />

tutto il mondo, a cominciare da Granada<br />

e poi Turna’ a‘ Suriento, Santa<br />

Lucia, Funiculì Funiculà, Mattinata, O’<br />

So<strong>le</strong> mio. Infine <strong>le</strong> ce<strong>le</strong>bri canzoni <strong>della</strong><br />

tradizione popolare israeliana russa.<br />

Sorprende sempre l’amore per la musica<br />

classica degli israeliani, ma questa<br />

volta non si poteva fare a meno di<br />

notare come anche i tanti bambini, finalmente<br />

liberi di correre dopo giorni<br />

e giorni nel chiuso dei rifugi, prestassero<br />

il loro orecchio attento.<br />

Un’occasione unica, testimonianza<br />

<strong>della</strong> gioia e <strong>della</strong> serenità che riesce<br />

a comunicare la buona musica, soprattutto<br />

se ben interpretata.


Esistono paure che appartengono<br />

al genere umano, nel momento<br />

in cui esistiamo e prendiamo<br />

consapevo<strong>le</strong>zza di essere vivi, di appartenere<br />

ad una famiglia, di avere<br />

dei <strong>le</strong>gami che sono fondamentali<br />

per la nostra sopravvivenza.<br />

Nei primi due, tre anni di vita, la figura<br />

materna provvede ai bisogni primari<br />

(fisici ed affettivi) del neonato diventando<br />

un <strong>le</strong>game unico. In questa<br />

fase la paura <strong>della</strong> separazione dalla<br />

figura materna domina la scena (paure<br />

e pianti durante l’inserimento al nido<br />

e alla scuola materna). Intorno ai<br />

tre anni fino all’età <strong>della</strong> latenza (6 o 7<br />

anni) emergono paure <strong>le</strong>gate a ciò che<br />

non si può vedere o controllare; prendono<br />

forma nei sogni, nei pensieri,<br />

fantasie terrificanti come quella dei lu-<br />

La paura di perdere l’identità, paure connesse a traumi, a<br />

gravi eventi, paura di volare, individuazione e studio dei contesti<br />

pubblici e privati di allarme, incertezza, emergenza.<br />

Studio del<strong>le</strong> dinamiche economiche, sociali e politiche,<br />

affinamento del<strong>le</strong> tecniche psicologiche di assistenza e cura<br />

socia<strong>le</strong>, col<strong>le</strong>ttiva e individua<strong>le</strong>. Il Corso di Perfezionamento<br />

in Analisi e Gestione dei Contesti di Paura e Panico.<br />

Aspetti neuro-psicologici, socio-antropologici e massmediologici<br />

(Mind) è un’attività formativa post-universitaria di<br />

aggiornamento, ideata dal Prof. Rosario Sorrentino, ed<br />

intende coniugare un approccio multidisciplinare e interdisciplinare<br />

con uno specifico approccio di tipo medico (di<br />

base), sociologico e comunicaziona<strong>le</strong> nello studio e individuazione<br />

dei contesti di emergenza, paura ed incertezza<br />

che si creano entro spazi pubblici e privati. L’analisi sarà<br />

proposta agli studenti e agli interessati con metodi basati<br />

sui diversi linguaggi di analisi e di interpretazione di questi<br />

contesti e del<strong>le</strong> metodologie strategiche <strong>della</strong> loro gestione.<br />

Le discipline saranno impartite attraverso <strong>le</strong>zioni frontali<br />

e con l’ausilio di strumenti multimediali, <strong>le</strong>zioni face-toface,<br />

laboratori e workshops cui parteciperanno testimoni<br />

privi<strong>le</strong>giati: manager, note firme del giornalismo, (Prof.ssa<br />

Vinciguerra, Mauro Mazza, Maria Concetta Mattei, Franco<br />

Di Mare), personaggi dello spettacolo, <strong>della</strong> cultura e dello<br />

sport. Un CD rom prevede un’integrazione con materiali,<br />

documenti, links utili. Sono stati coinvolti docenti e tecnici<br />

e <strong>le</strong> più importanti istituzioni mediche, accademiche, riconosciuti<br />

a livello naziona<strong>le</strong> ed internaziona<strong>le</strong> come esperti<br />

per tenere corsi e seminari paral<strong>le</strong>li agli incontri pubblici e<br />

in videoconferenza. Saranno, inoltre, utilizzate metodologie<br />

di e-<strong>le</strong>arning per l’analisi dei portali istituzionali. Il Corso<br />

pi, degli orchi, del<strong>le</strong> streghe, del buio.<br />

Queste paure infantili hanno grande<br />

importanza per il bambino perché<br />

esprimono il loro mondo affettivo interiore<br />

<strong>le</strong>gato alla loro vita socia<strong>le</strong> e relaziona<strong>le</strong>.<br />

Il bambino in questo periodo<br />

non ha ancora sviluppato un apparato<br />

raziona<strong>le</strong> adulto che gli permetta<br />

di distinguere ciò che è vero da<br />

ciò che non lo è, cosi che <strong>le</strong> paure diventano<br />

parte del loro mondo trasformandosi<br />

in veri e propri mostri.<br />

Il gioco simbolico è uno degli strumenti<br />

fondamentali che permette al bambino<br />

di elaborare in modo creativo<br />

queste paure integrando<strong>le</strong> nella loro<br />

psiche e nella loro vita in modo non<br />

più minaccioso. Per esempio: giochi<br />

dei mostri, dinosauri, animali…<br />

Un buon lavoro preventivo significa<br />

creare degli spazi all’interno dei quali i<br />

bambini possono essere ascoltati e<br />

accolti nel<strong>le</strong> loro espressioni di paura<br />

e disagio. Capire <strong>le</strong> paure dei propri figli<br />

non è faci<strong>le</strong>, ma a volte sono chiavi<br />

di <strong>le</strong>ttura per entrare nel loro mondo.<br />

Paure, rabbie, angosce inascoltate<br />

nella infanzia, permangono a livello<br />

inconscio trasformandosi in paure<br />

ben più difficili da gestire e da curare.<br />

Nascono cosi <strong>le</strong> fobie, attacchi<br />

di panico, che diventano i nostri<br />

nemici quotidiani da combattere. A<br />

volte la realtà diventa un inferno perché<br />

non ci permette di crescere nel<br />

mondo e cosi diventa necessario<br />

l’intervento di uno specialista che ci<br />

aiuti a ritornare in quella parte <strong>della</strong><br />

infanzia che è stata danneggiata.<br />

Dott.ssa Yael Rosenholz<br />

IL FATTORE “P” NELLA NOSTRA VITA. PAURA E PANICO<br />

Per la prima volta in Italia al via il Corso sulla PAURA con il Prof.Sorrentino,Giuseppe Caldarola e il Prof. De Nardis<br />

di Perfezionamento è rivolto a laureati di tutte <strong>le</strong> discipline<br />

del nuovo e del vecchio ordinamento ad esperti dei settori<br />

medico, sociologico, antropologico, chiamati ad operare<br />

a livello professiona<strong>le</strong> e ad assumere un ruolo gestiona<strong>le</strong><br />

in contesti di emergenza, paura ed incertezza che si creano<br />

entro spazi pubblici e privati (comparto <strong>della</strong> pubblica<br />

sicurezza, dei trasporti aerei, del<strong>le</strong> strutture sanitarie, dei<br />

centri di gestione economica e finanziaria). Tutti i professionisti<br />

(area psicologica, neurologica, psichiatrica), assieme<br />

a giornalisti ed operatori <strong>della</strong> comunicazione operanti<br />

nel<strong>le</strong> agenzie di stampa, stampa quotidiana e specializzata,<br />

informazione via Internet, te<strong>le</strong>visione e gli operatori in<br />

ambiti istituzionali (Unione Europea, Ministeri competenti,<br />

Protezione Civi<strong>le</strong>, Enti Locali, Associazioni). L’articolazione<br />

del Corso di Perfezionamento MIND prevede 1500 ore di<br />

attività per il conseguimento di 60 crediti formativi riconosciuti<br />

a livello universitario per durata annua<strong>le</strong>, con l'obbligo<br />

di frequenza di almeno l’80% del<strong>le</strong> <strong>le</strong>zioni. Con il Prof.<br />

Rosario Sorrentino, Neurologo, Membro dell’Accademia<br />

Americana di Neurologia e Direttore UIAP (Unità Italiana per<br />

la Cura degli Attacchi Panico Paideia – Roma, anche il Prof.<br />

Paolo de Nardis, sociologo, e il parlamentare Giuseppe Caldarola,<br />

giornalista, opinionista de Il Riformista, già direttore<br />

de L’Unità. Alla presentazione ha preso parte anche il Vicepresidente<br />

del CSM, Nicola Mancino.<br />

Info Mariella Nocenzi Università di Roma "La Sapienza"<br />

Facoltà di Scienze Statistiche Dip. di Contabilità<br />

Naziona<strong>le</strong> e Analisi dei Processi Sociali<br />

Tel.: 0039-06-49690255 Fax: 0039-06-49910720<br />

E-mail: mariella.nocenzi@uniroma1.it<br />

KARNENU<br />

23


Disegnamo un futuro più sereno per i bamb<br />

al confine con Gaza e in Gali<strong>le</strong>a.<br />

Traduzione:<br />

Un giorno è caduto u<br />

paura anche perché è<br />

mamma mi ha te<strong>le</strong>fon<br />

paura, tra poco verrò<br />

fuori che continuano<br />

ha tanto tranquillizza


ini israeliani<br />

n kassam e mi ha messo molta<br />

è caduto vicino a casa mia. La mia<br />

ato e mi ha detto: “Non avere<br />

e li vedrò. Guarda, ci sono persone<br />

la vita come al solito.” E questo mi<br />

ta. Tanto.<br />

Al confine con la Striscia di Gaza, la vita<br />

sta diventando sempre più diffici<strong>le</strong>.<br />

Uomini e donne, anziani e bambini, sono sottoposti<br />

ad attacchi quotidiani, che impediscono loro di<br />

andare a scuola o di lavorare. Anche per l’esercito<br />

è diffici<strong>le</strong> proteggere da incursioni il territorio di<br />

Israe<strong>le</strong>.<br />

Il Keren Kayemeth LeIsrael sta costruendo<br />

una strada sicura nella zona di confine<br />

tra Be’eri e Kissufim.<br />

Le donazioni degli amici italiani hanno permesso di<br />

far arrivare a buon punto questo progetto vita<strong>le</strong>,<br />

che sta andando avanti nonostante si lavori sotto un<br />

fuoco continuo, tentativi di attentati, lanci di razzi<br />

kassam e il tiro di cecchini. Ma non basta.<br />

Occorre comp<strong>le</strong>tare in fretta il progetto,<br />

perché fermarsi ora vorrebbe dire perdere<br />

tutto.<br />

Per questo ti chiediamo di unire il tuo impegno al nostro:<br />

i 16 chilometri <strong>della</strong> strada sicura costano 50 euro al<br />

metro, e sono il regalo più bello che puoi fare per il<br />

nuovo anno ai bambini che vivono in prima linea e al<strong>le</strong><br />

loro famiglie.<br />

La strada <strong>della</strong> sicurezza.<br />

Costruiamola insieme.<br />

Per <strong>le</strong> tue donazioni chiama<br />

subito i numeri 06.807.5653 -<br />

02.418.816 oppure col<strong>le</strong>gati al<br />

nostro sito: www.kkl.it.


di Rav Giuseppe Momigliano<br />

Rabbino Capo Genova


L’accensione dei lumi di Chanukkà<br />

ci ricorda in maniera immediata<br />

eventi lontani nel tempo<br />

ma che hanno fortemente segnato<br />

la storia e l’identità spiritua<strong>le</strong> del<br />

popolo ebraico: la vittoriosa rivolta<br />

condotta dai Maccabei contro<br />

Antioco IV re di Siria (165 a.e.v.),<br />

diede espressione alla rivendicazione<br />

di libertà e di dignità degli<br />

ebrei che aspiravano a poter manifestare<br />

apertamente la propria fede<br />

in D-O ed a seguirne i Comandamenti<br />

secondo quanto stabilito<br />

nella Torah. La riconsacrazione<br />

del Santuario di Gerusa<strong>le</strong>mme, la<br />

riaccensione <strong>della</strong> Menorah con il<br />

miracolo dell’olio durato otto giorni,<br />

fecero percepire l’intervento di<br />

D-O anche negli eventi bellici che<br />

avevano consentito la vittoria contro<br />

un nemico preponderante per<br />

numero e forze: “Consegnasti i<br />

prodi in mano dei deboli, i molti in<br />

mano dei pochi, i malvagi in mano<br />

dei giusti” (Dalla preghiera di Chanukkah<br />

“Al Ha-Nissim”).<br />

Questi lumi sono quindi testimonianza<br />

di una fede pura, che scaturisce<br />

dalla concezione etica di<br />

D-O, che aborrisce ogni idolatria,<br />

che richiede di essere consacrato,<br />

seguendo con fedeltà i Suoi<br />

Comandamenti – <strong>le</strong> Mizvot - e praticando<br />

giustizia e misericordia.<br />

Sulla base di questi ricordi e di<br />

questi valori i lumi di Chanukkà si<br />

sono di volta in volta arricchiti di<br />

molteplici significati simbolici.<br />

In questi tempi, in cui inquietanti<br />

orizzonti si pa<strong>le</strong>sano al nostro futuro<br />

per gli atti di cieca vio<strong>le</strong>nza<br />

compiuti in nome di presunte motivazioni<br />

religiose, viene fatto di pensare,<br />

a questo riguardo, al messaggio<br />

che racchiudono <strong>le</strong> fiammel<strong>le</strong><br />

di Chanukkà collocate vicino<br />

al<strong>le</strong> finestre del<strong>le</strong> nostre abitazioni<br />

per essere visibili all’esterno.<br />

Esprimono la testimonianza di fede<br />

che il popolo ebraico trasmet-<br />

te all’umanità, sostenuta non con<br />

bagliori fiammeggianti, che folgorano<br />

la vista, ma con lumi fiochi<br />

che richiedono di essere osservati<br />

con attenzione. In altre paro<strong>le</strong> l’ebraismo<br />

non propone una sorta di<br />

verità accecante, una rivelazione<br />

che annulli <strong>le</strong> altre potenzialità dell’uomo,<br />

ma una presa di coscienza<br />

<strong>della</strong> fede come di un lume fragi<strong>le</strong><br />

da accendere con cura, da<br />

preservare e custodire, che deve<br />

stimolare processi mentali- come<br />

la memoria di eventi, la rielaborazione<br />

dei loro valori e dei loro significati<br />

nel tempo, sentimenti da<br />

coltivare, quali la riconoscenza e<br />

il ringraziamento a D-O, azioni essenziali<br />

di rispetto per il prossimo<br />

e di fedeltà a D-O.<br />

La <strong>le</strong>nta progressione con la qua<strong>le</strong>,<br />

di sera in sera, si aumentano i<br />

lumi accesi, ci ricorda la gradualità<br />

con la qua<strong>le</strong> la fede sincera si<br />

può diffondere tra gli uomini, rifuggendo<br />

da ogni sorta di imposizione,<br />

materia<strong>le</strong> o psicologica, che<br />

può generare sudditanza al<strong>le</strong> istituzioni<br />

religiose, ma non vera condivisione<br />

di sentimenti.<br />

L’accensione dei lumi di Chanukkà<br />

ci porta anche a rif<strong>le</strong>ttere sul significato<br />

<strong>della</strong> Menorah da cui la<br />

festa ebbe origine.<br />

La particolare forma <strong>della</strong> Menorah<br />

ha dato luogo a una serie di interpretazioni<br />

che, in vario modo,<br />

si richiamano al valore simbolico<br />

dell’olio e dei lumi come allusione<br />

alla sapienza e alla purezza di pensiero.<br />

In questa prospettiva si può<br />

scorgere, nei bracci del candelabro,<br />

il dispiegarsi <strong>della</strong> mente dell’uomo<br />

nel<strong>le</strong> varie forme <strong>della</strong> conoscenza<br />

raziona<strong>le</strong>, orientata però<br />

a trovare armonia, integrazione e<br />

reciproco arricchimento con l’insegnamento<br />

<strong>della</strong> Torah, rappresentata<br />

dal ramo centra<strong>le</strong>.<br />

Attraverso questa simbologia si ripropone<br />

un tema di grande attualità,<br />

qua<strong>le</strong> la ricerca di un rapporto<br />

equilibrato e non conflittua<strong>le</strong><br />

tra <strong>le</strong> diverse strade <strong>della</strong> scienza<br />

e del pensiero intel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong>- da<br />

un lato - <strong>le</strong> linee spirituali <strong>della</strong> Torah<br />

e i confini segnati dal<strong>le</strong> Mizvot<br />

dall’altro. La storia di Chanukkà ci<br />

ricorda che la Menorah è stata<br />

riaccesa con “olio puro”, cioè con<br />

la purezza spiritua<strong>le</strong> che scaturi-<br />

sce dallo studio <strong>della</strong> Torah, e dall’adempimento<br />

dei Comandamenti<br />

con fede sincera, senza alcun<br />

secondo fine. “Poiché la Mizvah<br />

è il lume e la Torah è la luce”(Proverbi-6,23).<br />

Una volta che<br />

torna ad ardere, questo lume rischiara<br />

attorno a sé e ci guida anche<br />

nei percorsi che l’uomo intraprende<br />

per corrispondere al<strong>le</strong> sol<strong>le</strong>citazioni<br />

del proprio intel<strong>le</strong>tto e<br />

all’ansia di conoscenza.<br />

I lumi di Chanukkà rilanciano dunque<br />

un messaggio di grande interesse<br />

anche per il nostro tempo:<br />

dalla spiritualità pura e dall’azione<br />

religiosa sincera e coerente<br />

può scaturire una sana e rigorosa<br />

forza intel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong>, in grado di<br />

guidarci con serenità ed equilibrio<br />

verso quegli obiettivi di nuove conquiste<br />

nel<strong>le</strong> scienze, e nel processo<br />

civi<strong>le</strong> e socia<strong>le</strong>, che da sola<br />

la mente dell’uomo persegue in<br />

maniera caotica e che nell’assenza<br />

di valori più profondi rischia<br />

sempre più di ritorcersi contro la<br />

terra e i suoi abitanti.<br />

KARNENU<br />

27


KARNENU<br />

28<br />

Il rapporto dell'economista Nicholas<br />

Stern descrive uno scenario<br />

estremamente negativo per il<br />

futuro e per <strong>le</strong> condizioni del<strong>le</strong> popolazioni,<br />

a causa del forte grado<br />

di incidenza del cambiamento climatico<br />

sull'economia. Si prevede un<br />

calo fino al 20% del prodotto economico<br />

mondia<strong>le</strong> a causa del<strong>le</strong> conseguenze<br />

dei mutamenti del clima,<br />

per risanare gli effetti di siccità, innalzamento<br />

del livello dei mari, fenomeni<br />

estremi come uragani e inondazioni<br />

(e <strong>le</strong> conseguenti emigrazioni<br />

di massa), con costi economici e<br />

sociali derivanti dall'inquinamento e<br />

dallo smog sul nostro pianeta, che<br />

sono pari a 34 milioni di giornate lavorative<br />

l'anno perse ed equiva<strong>le</strong>nti,<br />

in termini monetari, alla perdita di<br />

un miliardo di euro l'anno: un danno<br />

enorme che l'economia globa<strong>le</strong> non<br />

è in grado di affrontare.<br />

A questo andranno aggiunti dei nuovi<br />

scenari sociopolitici col<strong>le</strong>gati a prevedibili<br />

grandi migrazioni di popolazioni<br />

da zone rese invivibili da climi più<br />

aridi o desertici con aumento di tensioni<br />

già alte in molte zone <strong>della</strong> Terra.<br />

Chiunque abbia a cuore <strong>le</strong> sorti del<br />

pianeta deve dunque impegnarsi<br />

con grande risolutezza su questo<br />

SONDAGGIO<br />

Le conseguenze economiche dei danni ambientali.<br />

Lo scandalo<br />

a sfondo sessua<strong>le</strong><br />

che ha coinvolto<br />

il Presidente<br />

d’Israe<strong>le</strong> ha portato<br />

lo Stato ebraico<br />

sul<strong>le</strong> prime pagine<br />

dei giornali di tutto<br />

il mondo. La vicenda<br />

si chiarirà in tribuna<strong>le</strong>.<br />

Pensi che il Presidente<br />

Katsav debba dimettersi<br />

dal suo incarico?<br />

Dì la tua scrivi a Karnenu:<br />

direttore.karnenu@tiscali.it<br />

Blair e Brown alla presentazione<br />

del Rapporto<br />

tema. In Italia il prob<strong>le</strong>ma va affrontato<br />

modificando <strong>le</strong> politiche<br />

energetiche, dei trasporti e <strong>della</strong><br />

salvaguardia del territorio, se vogliamo<br />

evitare che, un domani, il<br />

20% del<strong>le</strong> risorse venga assorbito<br />

dagli effetti del cambiamento climatico<br />

e dell'inquinamento. La<br />

questione ecologica è una priorità<br />

mora<strong>le</strong>, non un limite allo sviluppo.<br />

Interessanti e preoccupanti i risultati<br />

del rapporto commissionato<br />

dal governo britannico sul<strong>le</strong> ripercussioni<br />

economiche dei cambiamenti<br />

climatici. Il dossier, redatto<br />

dall'ex dirigente <strong>della</strong> Banca Mondia<strong>le</strong><br />

Nicholas Stern, descrive uno<br />

scenario fosco: il mondo rischia seriamente<br />

di andare incontro a un<br />

collasso economico di gran lunga<br />

peggiore di quello del 1929.<br />

Se non si fa nulla per fermare il riscaldamento<br />

globa<strong>le</strong>, <strong>le</strong> conseguenze per<br />

il mondo, saranno disastrose e irreversibili.<br />

“Il rapporto Stern si schiera<br />

con l’attivismo – ha detto il premier<br />

Blair – ed investire oggi nella lotta ai<br />

cambiamenti climatici ci ripagherà<br />

in futuro, evitando la catastrofe”.<br />

Sul piano internaziona<strong>le</strong> Londra intende<br />

premere affinché la comunità<br />

mondia<strong>le</strong> ponga la questione ambienta<strong>le</strong><br />

in cima alla sua agenda gettando<br />

quanto prima <strong>le</strong> basi per un<br />

rinnovo del Protocollo di Kyoto. Il<br />

desiderio è quello di fissare obiettivi<br />

ancora più ambiziosi per la fase<br />

successiva al 2012 e modalità in<br />

grado di ottenere anche l'adesione<br />

degli Usa. Sul piano interno la politica<br />

ambientalista di Blair si dovrebbe<br />

tradurre invece in un'azione<br />

di contrasto al<strong>le</strong> emissioni di gas<br />

serra molto più stringente, senza<br />

escludere la possibilità di una "tassa<br />

verde" sull'anidride carbonica.<br />

La cancelliera tedesca Angela Merkel,<br />

che nei prossimi mesi assumerà sia<br />

la presidenza <strong>della</strong> Ue che quella del<br />

Il governo israeliano ha approvato<br />

la nomina alla carica di ministro<br />

per <strong>le</strong> questioni strategiche<br />

del 'falco' Lieberman. Unico<br />

voto contrario quello del ministro<br />

<strong>della</strong> Cultura e sport, il laburista<br />

Pines. Lieberman è il <strong>le</strong>ader<br />

del partito russofono di<br />

estrema destra Israel Beitenu.<br />

G8, ha già annunciato che tra i dossier<br />

economici che intende sottoporre<br />

ai partner internazionali figurano la<br />

trasparenza sui mercati finanziari (con<br />

la minaccia dei fondi speculativi), la<br />

lotta alla pirateria industria<strong>le</strong>, la dimensione<br />

socia<strong>le</strong> <strong>della</strong> globalizzazione,<br />

i cambiamenti climatici e l'attuazione<br />

del Protocollo di Kyoto, l'efficienza<br />

energetica, lo sfruttamento<br />

responsabi<strong>le</strong> del<strong>le</strong> materia prime.


La decisione di alzare il tasso<br />

d’interesse in tempo di guerra<br />

ha lo scopo di proteggere l’economia.<br />

La continuità <strong>della</strong> stabilità<br />

economica dopo <strong>le</strong> quattro settimane<br />

di combattimenti dipende<br />

dalla politica governativa e dal<strong>le</strong> nostre<br />

decisioni riguardo ai tassi d’interesse.<br />

I mercati credono in noi e<br />

difatti gli investitori continuavano a<br />

comprare compagnie israeliane<br />

mentre gli scontri erano ancora in<br />

atto – ha sottolineato Stan<strong>le</strong>y Fischer,<br />

governatore <strong>della</strong> Banca d’Israe<strong>le</strong>,<br />

nel pieno del conflitto.<br />

Il governatore ha evidenziato la solidità<br />

dell’economia israeliana che,<br />

con l’aiuto di una politica di bilancio<br />

responsabi<strong>le</strong>, dovrebbe riuscire<br />

a limitare <strong>le</strong> implicazioni economiche<br />

negative dei combattimenti<br />

nel nord del paese. Malgrado il re-<br />

cente conflitto l’economia in Israe<strong>le</strong><br />

non sembra aver risentito molto<br />

<strong>della</strong> guerra. Certo, nell’estate scorsa<br />

molti sono stati gli operatori,<br />

specie i turistici, penalizzati dal mese<br />

di stallo, tuttavia dal giorno prima<br />

dello scoppio del<strong>le</strong> ostilità il mercato<br />

azionario segnato un +19%.<br />

Gli investimenti dall’estero proseguono<br />

la loro ascesa, il mercato immobiliare<br />

nell’ultimo anno si è incrementato<br />

del 70%. Insomma il periodo<br />

buio dopo la seconda Intifada<br />

sembra al<strong>le</strong> spal<strong>le</strong>. Israe<strong>le</strong> più forte<br />

<strong>della</strong> guerra? Forse no, ma sono tre<br />

anni che l’economia loca<strong>le</strong> è in crescita.<br />

Settore trainante è sempre l’high-tech,<br />

dove <strong>le</strong> aziende israeliane<br />

operano in paral<strong>le</strong>lo con multinazionali<br />

americane. Il 40% del<strong>le</strong><br />

esportazioni sono relative al tecnologico,<br />

che occupa oltre 60mila per-<br />

QUALI I COSTI DELLA GUERRA?<br />

Il governatore riconosce che il<br />

nuovo tasso dell’IVA sta aiutando<br />

gli abitanti del nord, che<br />

ne stanno traendo beneficio.<br />

- Il Prodotto Naziona<strong>le</strong> Lordo (PNL)<br />

scenderà dello 0.7%-0.9%<br />

- Le perdite settimanali nel Prodotto<br />

Interno Lordo (PIL) si aggirano<br />

intorno ai 750 milioni – 1,8<br />

miliardi di shekel.<br />

- Quest’anno <strong>le</strong> perdite dell’industria<br />

del turismo arriveranno a circa<br />

un miliardo di shekel, a causa<br />

del fatto che i flussi turistici nel nord<br />

sono in una fase di stallo assoluto.<br />

- Le perdite in entrate fiscali si aggirano<br />

intorno allo 0,3% del PIL,<br />

pari a circa 1,8 miliardi di shekel.<br />

- I costi del<strong>le</strong> ostilità si aggirano<br />

intorno allo 0,3% del PIL d’Israe<strong>le</strong>,<br />

che corrisponde a circa<br />

1,8 miliardi di shekel.<br />

- I risarcimenti che il governo si troverà<br />

a pagare arriveranno a un tota<strong>le</strong><br />

di circa 2-3 miliardi di shekel .<br />

- Il deficit di bilancio si aggirerà intorno<br />

al 2%, un dato che rientra<br />

nella norma.<br />

- I mercati monetari e dei capitali<br />

si sono stabilizzati e sono tornati<br />

ai livelli preva<strong>le</strong>nti prima dello scoppio<br />

del<strong>le</strong> ostilità.<br />

- La fiducia degli investitori stranieri<br />

nell’economia israeliana rimane<br />

solida.<br />

”I dati positivi che giungono dalla<br />

micro-economia israeliana, incluse<br />

<strong>le</strong> solide condizioni di bilancio<br />

nella prima metà dell’anno,<br />

unitamente alla previsione di<br />

un dollaro sempre più debo<strong>le</strong> a livello<br />

mondia<strong>le</strong> – ha concluso il<br />

governatore Fischer - contribuiscono<br />

ulteriormente all’attua<strong>le</strong><br />

rafforzamento dello shekel”.<br />

sone. L’area tra Tel Aviv e Haifa , attorno<br />

a Herzeliya pullula di società,<br />

settanta del<strong>le</strong> quali sono quotate anche<br />

al Nasdaq di New York, unico<br />

paese straniero a detenere questo<br />

primato. Nei laboratori israeliani nascono<br />

idee da sviluppare sia sul posto<br />

sia da vendere sul mercato internaziona<strong>le</strong>.<br />

Recentemente la più<br />

grande operazione finanziaria dall’estero<br />

ha visto protagonista Warren<br />

Buffet, capace di investire 4 miliardi<br />

di dollari per acquisire l’80%<br />

dell’industria metallurgica Iscar.<br />

Molti in giro si chiedono se c’è abbastanza<br />

Israe<strong>le</strong> nel loro portafoglio<br />

– commenta soddisfatto Gil Bufman<br />

capo economista <strong>della</strong> Banca<br />

Leumi. Quali i segreti di questo successo?<br />

La diversificazione dell’economia,<br />

la scelta tecnologica che<br />

impiega forza lavoro altamente specializzata<br />

ma non numerosa. Oltre<br />

agli scambi, nei vari settori, ancora<br />

propulsiva appare la spinta fornita<br />

dagli Stati Uniti pari a 3 miliardi di<br />

dollari ogni anno e quella non meno<br />

importante fornita dal<strong>le</strong> associazioni<br />

e dal<strong>le</strong> organizzazioni nonprofit<br />

ebraiche, come il KKL, impegnato<br />

nel settore terziario, ambienta<strong>le</strong><br />

e cultura<strong>le</strong>. (Fonte ag)<br />

KARNENU<br />

29


A COLLOQUIO<br />

CON RENZO GATTEGNA.<br />

PRESIDENTE DELL’UCEI.<br />

PROGRAMMA,<br />

INTENZIONI, RAPPORTI<br />

CON ISRAELE<br />

KARNENU<br />

30<br />

di Renzo Gattegna


Il Consiglio dell’Unione del<strong>le</strong><br />

Comunità ha una durata fisiologica<br />

di quattro anni, ma, sulla base<br />

dell’esperienza passata, il periodo<br />

entro il qua<strong>le</strong> è opportuno che<br />

venga definito il suo programma è<br />

molto più breve. Le iniziative e <strong>le</strong> innovazioni<br />

che si intende realizzare<br />

dovrebbero essere decise e lanciate<br />

entro il primo anno del man-<br />

Una recente immagine<br />

di Renzo Gattegna,<br />

presidente Ucei<br />

dall’estate scorsa.<br />

Qui sotto con il sindaco<br />

di Roma Walter Veltroni.<br />

dato. E’ estremamente importante,<br />

sia dal punto di vista organizzativo<br />

che da quello psicologico, l’avvio<br />

di un circolo virtuoso all’interno<br />

del qua<strong>le</strong> i fatti concreti e <strong>le</strong> speranze<br />

si alimentino reciprocamente<br />

e mantengano vivo l’inizia<strong>le</strong> clima<br />

di fiducia di cui ogni nuovo Consiglio<br />

e<strong>le</strong>tto può godere, a condizione<br />

che fornisca immediatamen-<br />

foto Della Seta<br />

te segnali di capacità e competenza<br />

nel far fronte ai compiti ed al<strong>le</strong><br />

responsabilità che lo attendono.<br />

Gli obiettivi prioritari del mandato<br />

quadrienna<strong>le</strong> appena iniziato sono<br />

quelli di rendere il lavoro dell’Unione<br />

molto più coordinato, sia<br />

al proprio interno che nei confronti<br />

del<strong>le</strong> Comunità, e, al tempo stesso,<br />

creare e comunicare una propria<br />

immagine comp<strong>le</strong>ssiva coerente<br />

e riconoscibi<strong>le</strong>.<br />

Il salto che siamo tenuti a fare non è<br />

di ordine quantitativo ma qualitativo.<br />

L’Unione di oggi rispetto a quella<br />

degli anni passati, non deve essere<br />

solo più grande, ma deve essere<br />

soprattutto diversa, deve essere<br />

ed apparire più aperta e deve organizzare<br />

una gestione sistematica<br />

dell’informazione, con punti di riferimento<br />

precisi e con specifiche<br />

competenze professionali capaci di<br />

agire ad un superiore livello di comp<strong>le</strong>ssità<br />

sfruttando tutti gli strumenti<br />

più aggiornati che vengono utilizzati<br />

nel mondo mediatico.<br />

Paral<strong>le</strong>lamente al<strong>le</strong> innovazioni,<br />

deve essere proseguito ed incrementato<br />

tutto il lavoro che è<br />

di stretta competenza dell’Unione<br />

come Rappresentanza Unitaria<br />

dell’ebraismo italiano.<br />

Mi riferisco in particolare al fondamenta<strong>le</strong><br />

ruolo di interlocutore del<strong>le</strong><br />

Istituzioni Italiane, con <strong>le</strong> quali i tradizionali<br />

buoni rapporti hanno trovato<br />

un ulteriore positivo sviluppo<br />

dopo l’entrata in vigore dell’Intesa.<br />

Mi riferisco, infine, allo stretto rapporto<br />

di solidarietà e di fratellanza<br />

con lo Stato di Israe<strong>le</strong>, che deve<br />

trovare la propria realizzazione<br />

e concretizzazione sia nel sostegno<br />

ai suoi <strong>le</strong>gittimi rappresentanti<br />

che operano in Italia, sia<br />

nell’essere noi stessi portavoce<br />

e difensori dei diritti, del<strong>le</strong> esigenze,<br />

del<strong>le</strong> aspirazioni che spesso,<br />

ancora oggi, a causa di pregiudizi<br />

e distorte informazioni,<br />

vengono fraintesi o ignorati.<br />

KARNENU<br />

31


KARNENU<br />

32<br />

Oggi è una simpatica signora di<br />

ottanta primavere, molte del<strong>le</strong><br />

quali spese nell’associazionismo<br />

ebraico. Graziella Viterbi Carucci,<br />

padovana con il cuore romano, ha<br />

lavorato dal 1964 al ’69 al KKL, occupandosi<br />

proprio del Karnenu, ai<br />

tempi del direttore Fausto Sabatello.<br />

Un ottimo dirigente – così lo ricorda<br />

dalla sua casa a due passi da<br />

Via Veneto – sempre garbato e cortese.<br />

Io all’epoca mi occupavo dell’impaginazione<br />

del giorna<strong>le</strong>, dove<br />

ci scrivevano molti amici ed affezionati<br />

del KKL, in particolare recensioni<br />

di libri a tematica ebraica, oppure<br />

su Israe<strong>le</strong>. Oggi seguo ancora<br />

<strong>le</strong> attività dell’ente, e mi piace questo<br />

nuovo impulso dato al giorna<strong>le</strong>.<br />

Trova dei paral<strong>le</strong>lismi tra quegli<br />

anni ed oggi?Anni difficili anche<br />

quelli con la guerra del’67…<br />

Sono due periodi profondamente diversi:<br />

mi pare peggiore il presente, l’oggi,<br />

perché la minaccia terroristica si è<br />

estesa e globalizzata con lo sviluppo<br />

<strong>della</strong> società mondia<strong>le</strong>…oggi il clima<br />

attorno è peggiore, c’è una tensione<br />

ed un clima di antisionismo, in chiave<br />

antisraeliana che 40 anni fa non era<br />

così forte. Oggi manca una guerra vera<br />

e propria, ma l’atmosfera è del tutto<br />

simi<strong>le</strong>, di attesa, e un conflitto è sempre<br />

dietro l’angolo con ricadute assai<br />

gravi da tutti i punti di vista.<br />

Qua<strong>le</strong> ricordo la <strong>le</strong>ga al KKL di<br />

quegli anni?<br />

Un dolce ricordo, eravamo una<br />

squadra affiatata e capace, un<br />

gruppo di amici felici di contribuire<br />

ad una causa importante, a volte<br />

ben oltre quanto richiesto. Mi viene<br />

in mente una giornata con Fausto,<br />

e tutto lo staff di allora, trascorsa in<br />

Piemonte, in occasione d’una inaugurazione<br />

di una villa a Casa<strong>le</strong> Monferrato.<br />

Ancora dovrei conservare<br />

GRAZIELLA,<br />

la nonna del KARNENU<br />

del<strong>le</strong> immagini di quella gita felice.<br />

Il KKL, allora era un posto idea<strong>le</strong> di<br />

lavoro: ricordo con grande affetto<br />

Ida Horn, una vera fac totum dell’ufficio,<br />

cui mi ha <strong>le</strong>gato un’autentica<br />

e grande amicizia, poi Iris Segre<br />

nell’amministrazione. Tutte assieme<br />

costituivamo un trio che lavorava<br />

in simbiosi. C’era anche Piera<br />

Sacerdoti, ottima bossolista, e<br />

un ragazzo molto coinvolto con lo<br />

spirito del KKL, che ci aiutava nell’attività<br />

esecutiva. Infine come dimenticare<br />

il presidente Gel<strong>le</strong>r…<br />

Ripercorre con i suoi occhi chiari un<br />

passato lontano quattro decenni Graziella,<br />

che giunse a Roma negli anni<br />

‘50 dopo un lungo periodo trascorso<br />

ad Assisi, dove durante la guerra,<br />

con la sua famiglia trovò salvezza grazie<br />

al Movimento Clandestino di protezione<br />

per gli ebrei, grazie anche al<br />

vescovo <strong>della</strong> cittadina umbra.<br />

Mio padre Emilio Viterbi – sottolinea<br />

- era uno dei pochi chimici, unico<br />

professore di chimica fotografica,<br />

ed esperto di ultravio<strong>le</strong>tti ed infra-<br />

di Daniel Della Seta<br />

rossi, per questa sua specializzazione<br />

e competenza era molto appetito<br />

anche dal regime, che insistette<br />

perché restasse al suo posto<br />

anche all’indomani dell’emanazione<br />

del<strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi razziali…ma lui rifiutò<br />

e se ne andò via dall’ateneo.<br />

Nel dopoguerra, fino al ’50 restai in<br />

Umbria, poi approdai a Roma e nel<br />

’59 mi sposai con Beniamino Carucci,<br />

che ha speso tutta la sua vita<br />

nello sviluppo dell’editoria ebraica.<br />

Due figli, Benedetto, preside del<strong>le</strong><br />

scuo<strong>le</strong> ebraiche a Roma, ed<br />

Emanue<strong>le</strong>, attore, quattro nipoti,<br />

e tante storie da narrare loro.<br />

Cosa racconta la nonna Graziella<br />

dei suoi anni giovanili e del suo<br />

impegno nell’ebraismo?<br />

Io non sono ortodossa e rivendico<br />

sempre il mio laicismo, e discuto<br />

con il Padre eterno ogni giorno<br />

– osserva divertita - i miei nipotini<br />

già sanno molto di Israe<strong>le</strong>,<br />

con due genitori molto presenti ed<br />

attenti. Io spero solo, condizioni di<br />

salute permettendo, di poter tornare<br />

con loro presto in Israe<strong>le</strong>, e<br />

magari vivere il paese con un’emozione<br />

diversa tutti assieme.<br />

Ma fino ad oggi ha parlato loro<br />

degli anni bui che <strong>le</strong>i ha vissuto?<br />

Incomincerò a parlare loro quando<br />

avranno l’età giusta. Ora sono<br />

troppo piccoli ancora.<br />

I bambini devono conoscere la<br />

realtà senza subire <strong>le</strong> paure che soffrimmo<br />

noi negli anni’30.<br />

Cosa pensa <strong>della</strong> situazione attua<strong>le</strong>?<br />

Stiamo vivendo una nuova infamia<br />

con l’impossibilità di poter vivere in<br />

pace. Israe<strong>le</strong> in particolare è un<br />

paese di miracoli, ma perché questi<br />

benedetti ebrei non sono destinati<br />

una buona volta a poter vivere<br />

serenamente nella loro terra?


Foto di gruppo per il KKL<br />

degli anni ’60 sotto la guida di<br />

Fausto Sabatello (al centro).<br />

Una bella immagine<br />

di Graziella Carucci Viterbi<br />

che di quel gruppo<br />

fece parte dal ’64 al ’69.<br />

KARNENU<br />

33


KARNENU<br />

34


foto Meloni<br />

foto Meloni<br />

E’ da poco reduce da un viaggio<br />

in Israe<strong>le</strong> per testimoniare,<br />

in un momento diffici<strong>le</strong> allo Stato<br />

ebraico e agli ebrei la sua solidarietà<br />

di democratico, di antifascista<br />

occidenta<strong>le</strong> e di cristiano. Il<br />

Presidente Emerito <strong>della</strong> Repubblica<br />

Francesco Cossiga ha spiegato<br />

più volte la sua posizione sul<br />

conflitto mediorienta<strong>le</strong>.<br />

Sono nato in una famiglia antifascista<br />

e come cristiano sento la colpa<br />

dei si<strong>le</strong>nzi <strong>della</strong> Chiesa sull’antisemitismo.<br />

Come deciso filo-israelia-<br />

no sono contrario talvolta alla politica<br />

adottata dal nostro paese. Non<br />

ho alcun mandato dal governo del<br />

mio Paese - osserva - e poi esso è<br />

rappresentato dal nostro Ministro<br />

degli Esteri Massimo D'A<strong>le</strong>ma che<br />

gira come una trottola e che alla nostra<br />

politica estera ha impresso oramai<br />

un energico tono 'crispino' da<br />

Grande Potenza, tanto che - conclude<br />

con una battuta scherzosa<br />

Cossiga - ho deciso di soprannominarlo<br />

il 'Piccolo Crispi'. Il Presidente<br />

sta riprendendosi da un pe-<br />

di Daniel Della Seta<br />

Il Presidente Emerito Cossiga<br />

con l’Ambasciatore Gol, al Gala di<br />

Yom-Hazmaut nell’apri<strong>le</strong> scorso.<br />

Al computer nella sua casa<br />

romana, é nota la sua passione per<br />

la tecnologia. A fianco: Cossiga<br />

con il Ministro degli Esteri D’A<strong>le</strong>ma<br />

e il prof. Elia Valori, che l’ha<br />

accompagnato nel recente viaggio<br />

di solidarietà in Israe<strong>le</strong>.<br />

riodo molto faticoso, ma ciò non gli<br />

ha impedito di firmare la prefazione<br />

dell’ultimo libro di Arturo Diacona<strong>le</strong>,<br />

direttore dell’Opinione, dal titolo:<br />

“Iran-Israe<strong>le</strong>. Olocausto nuc<strong>le</strong>are”,<br />

(Koinè nuove edizioni, pp.<br />

111, euro 10), ''La minaccia nuc<strong>le</strong>are<br />

iraniana nei confronti di Israe<strong>le</strong><br />

è seria. Se Teheran dovesse avere<br />

l'atomica, potrà essere in grado<br />

di minacciare Israe<strong>le</strong> e, nel contempo,<br />

potrà conquistare anche l'egemonia<br />

del mondo islamico''. Ma cosa<br />

c'è dietro l'uranio iraniano? Diacona<strong>le</strong><br />

non ha dubbi: Per distruggere<br />

Israe<strong>le</strong> prima era necessario<br />

avere una superiorità militare di cui<br />

nessun Paese arabo disponeva. Ora<br />

basta un solo ordigno nuc<strong>le</strong>are, magari<br />

piazzato a meta' strada tra Tel<br />

Aviv e Gerusa<strong>le</strong>mme. Lo Stato ebraico,<br />

grande quanto la Toscana e l'Emilia<br />

insieme, sarebbe colpito a morte'.<br />

E’ credibi<strong>le</strong> la minaccia che il<br />

foto Della Seta<br />

KARNENU<br />

35


KARNENU<br />

36<br />

La copertina dell’ultimo libro del giornalista Arturo Diacona<strong>le</strong><br />

con la prefazione del Presidente Cossiga. Qui sopra nella<br />

sua casa romana tra il prefetto Mosino e Daniel Della Seta.<br />

nuovo premier iraniano Mahmoud<br />

Ahmadinejad persegue con una<br />

testardaggine che non ha prececenti.<br />

Quando egli nega l'Olocausto,<br />

si 'accredita' rispetto al<br />

mondo arabo come, il nuovo Saladino,<br />

l'unico <strong>le</strong>ader politico musulmano<br />

capace di spazzare via<br />

tanto l'assurda tragedia <strong>della</strong><br />

Shoah quanto il senso di colpa europeo<br />

da cui è nato Israe<strong>le</strong>.<br />

Israe<strong>le</strong> è il frutto di una coscienza<br />

poco pulita <strong>della</strong> vecchia Europa,<br />

che ha consentito si consumasse la<br />

tragedia dell'Olocausto.<br />

Ma il viaggio ed il gesto del Presidente<br />

non è passato inosservato:<br />

dopo aver partecipato ad una conferenza<br />

all'università ebraica di Gerusa<strong>le</strong>mme,<br />

ha incontrato molti<br />

ebrei italiani. Sono andato in Israe<strong>le</strong><br />

a titolo persona<strong>le</strong> e privato dopo<br />

aver chiesto al governo israeliano,<br />

e come da prassi e da mio<br />

dovere, ho chiesto ugualmente al<br />

presidente del Consiglio del mio<br />

Paese il permesso di venire qui.<br />

Una missione informa<strong>le</strong> con cui il<br />

presidente ha visitato Gerusa<strong>le</strong>mme<br />

e Tel Aviv in uno dei momenti<br />

più delicati per la diplomazia<br />

italiana in Medio Oriente.<br />

Accompagnato dal Prof Elia Valori,<br />

da A<strong>le</strong>ssandro Ruben per conto <strong>della</strong><br />

Cer, e dai funzionari dell’ambasciata<br />

italiana, Cossiga ha incontrato<br />

Shimon Peres, numero due del<br />

Kadima, e prima <strong>le</strong>ader storico del<br />

laburismo israeliano, uomo cardine<br />

<strong>della</strong> maggioranza di governo nel<br />

momento più diffici<strong>le</strong>. Due ore di colloquio,<br />

tenutosi nel “Centro di Pace”,<br />

al termine del qua<strong>le</strong> è stato calorosamente<br />

invitato a cena in un ristorante<br />

di Gerusa<strong>le</strong>mme assieme<br />

ai rappresentanti <strong>della</strong> comunità italiana<br />

in Israe<strong>le</strong>, alla presenza dell’ambasciatore<br />

Ehud Gol, e del suo<br />

successore in Italia Gideon Meir.<br />

Ma Cossiga si è recato anche al Museo<br />

Yad Vashem, quali emozioni ha<br />

vissuto? Riscoprire in questo nuovo<br />

mauso<strong>le</strong>o <strong>le</strong> origini <strong>della</strong> Shoà, ci impone<br />

la necessità di tornare al bisogno<br />

di sicurezza da garantire per Israe<strong>le</strong>,<br />

anche al termine di questo mese di<br />

guerra in Libano. Anche qui il dibattito<br />

sugli errori dell’esercito mostra<br />

quanto sia di attualità questo tema.<br />

Cosa pensa del Ministro D’A<strong>le</strong>ma?<br />

Sono suo amico persona<strong>le</strong>, lo conosco<br />

come <strong>le</strong> mie tasche, credo<br />

che sia l'unico <strong>le</strong>ader italiano che<br />

può aspirare ai massimi ruoli esecutivi<br />

e istituzionali.<br />

Ricorda forse il vecchio Andreotti<br />

per questo nuovo corso <strong>della</strong> politica<br />

italiana? Certo non va dimenticato<br />

che il credito guadagnato<br />

dall’Italia negli ultimi anni in<br />

Israe<strong>le</strong>, è frutto <strong>della</strong> gestione e del<strong>le</strong><br />

relazioni intessute dal precedente<br />

esecutivo di Berlusconi.<br />

Interessante quanto sostiene infineil<br />

Presidente allorché sottolinea: E’<br />

ben strano che gli amici di Rifondazione<br />

comunista e Comunisti italiani<br />

e perfino i Democratici di sinistra, ammiratori<br />

del Partito democratico americano,<br />

oltre che militanti dell'Internaziona<strong>le</strong><br />

socialista e del Partito socialista<br />

europeo, tra Israe<strong>le</strong> e <strong>le</strong> dittature<br />

militari siriane e il regime totalitario<br />

teocratico dell’Iran, preferiscano<br />

<strong>le</strong> seconde – alimentando nuove<br />

po<strong>le</strong>miche e una seccata replica di<br />

Emanue<strong>le</strong> Macaluso, secondo il qua<strong>le</strong><br />

Cossiga tradisce la verità.<br />

Qual è la sua posizione su di<br />

Israe<strong>le</strong> parte attiva dell’UE?<br />

Sono perfettamente d'accordo affinché<br />

ci si batta tutti insieme perché<br />

Israe<strong>le</strong> entri a far parte dell'Unione Europea,<br />

perché così possiamo ottenere<br />

una protezione anche militare<br />

indiretta dello stesso stato di Israe<strong>le</strong>.<br />

Io ho firmato e ho dichiarato di essere<br />

pronto a compiere ogni atto necessario.<br />

– conclude il senatore –<br />

Speriamo che con il tempo, commentando<br />

la partenza dei militari italiani<br />

per il Libano, che non sia un contingente<br />

la cui missione diventi contro<br />

Israe<strong>le</strong> e a difesa degli Hezbollah<br />

e di Hamas. Ci sono molti rischi, e il<br />

tempo li farà emergere. Lì c'è gente<br />

abituata a sparare e gli israeliani, se<br />

attaccati dagli Hezbollah, risponderanno,<br />

e se gli italiani si metteranno in<br />

mezzo spareranno anche a loro.


Fatto singolare per un Paese in<br />

via di formazione è la possibilità<br />

di individuare la data di nascita<br />

dell'arte in Eretz Israel. Si tratta del<br />

1906, ovvero l'anno in cui a Gerusa<strong>le</strong>mme<br />

venne fondata l'Accademia<br />

d'Arte Beza<strong>le</strong>l, una scuola<br />

particolare in una città che, allora,<br />

era una piccola provincia ottomana<br />

che contava 35.000 ebrei<br />

su un tota<strong>le</strong> di 60.000 abitanti.<br />

La fondazione dell'Accademia<br />

d'Arte Beza<strong>le</strong>l, che era parte integrante<br />

del progetto sionista di insediamento<br />

in Eretz Israel, fu stabilita<br />

nel quinto Congresso Sionista,<br />

a Basi<strong>le</strong>a, nel 1901.<br />

Lo sti<strong>le</strong> creato all'Accademia Beza<strong>le</strong>l<br />

tra il 1906 e gli anni Venti del<br />

Novecento rif<strong>le</strong>tteva i conflitti ideologici<br />

caratteristici del Movimento<br />

ebraico naziona<strong>le</strong>, dedicato al ritorno<br />

"a casa" degli ebrei e alla<br />

creazione di "un nuovo individuo,<br />

in una nuova società, in una nuova<br />

terra", ovvero a quel<strong>le</strong> che sembravano<br />

essere <strong>le</strong> soluzioni ai prob<strong>le</strong>mi<br />

di un popolo in esilio soggetto<br />

alla persecuzione razzia<strong>le</strong>.<br />

La visione di Herzl di uno Stato<br />

ebraico si concretizzò grazie all'immigrazione<br />

e all'insediamento in Pa<strong>le</strong>stina<br />

di ebrei provenienti soprattutto<br />

dal centro Europa e dall'Europa<br />

dell'est, ai quali la fondazione<br />

dell'Accademia Beza<strong>le</strong>l fornì un e<strong>le</strong>mento<br />

educativo e spiritua<strong>le</strong>. Lo spirito<br />

dell'Accademia, unico istituto<br />

di studi superiori in Pa<strong>le</strong>stina, e del<br />

suo fondatore Boris Shatz erano vicini<br />

all'obiettivo sionista di rendere<br />

Eretz Israel il centro spiritua<strong>le</strong> e la<br />

nuova terra per tutti gli ebrei.<br />

"L'arte di un popolo deve avere il<br />

suolo su cui crescere e il cielo verso<br />

cui irradiare la sua essenza. Noi,<br />

gli ebrei di oggi, non abbiamo né<br />

il suolo né il cielo. L'arte di un popolo<br />

deve rif<strong>le</strong>ttere la propria società,<br />

da cui origina e per cui esiste",<br />

affermò il grande filosofo Martin<br />

Buber, proprio durante il congresso<br />

sionista del 1901.<br />

Alcuni famosi artisti ebrei d'Europa,<br />

come Lesser Uri, Herman Struck,<br />

Ephraim Lilien tra gli altri, reagirono<br />

al<strong>le</strong> paro<strong>le</strong> di Buber raggiungendo<br />

Eretz Israel per aiutare Boris Schatz<br />

nella ricerca di uno sti<strong>le</strong> che rappresentasse<br />

il ritorno degli ebrei alla<br />

propria terra dopo un esilio di duemila<br />

anni. Questi artisti desideravano,<br />

in particolare, formulare una<br />

nuova arte ebraica, basata sui suoi<br />

valori storici ma integrata all'eredità<br />

cultura<strong>le</strong> del Medio Oriente.<br />

Per la storia dell'arte israeliana<br />

l'Accademia Beza<strong>le</strong>l, nei suoi primi<br />

due decenni di vita, rappresentò<br />

la fase di transizione che va<br />

dalla Diaspora ebraica alla creazione<br />

del nuovo Stato, e preparò<br />

la strada alla nuova generazione<br />

di artisti israeliani. Per la comunità<br />

ebraica in Pa<strong>le</strong>stina, così come per<br />

il Movimento Sionista, la fine <strong>della</strong><br />

prima guerra mondia<strong>le</strong> rappresentò<br />

un importante punto di svolta:<br />

la fine, dopo quattrocento anni,<br />

del dominio ottomano e l'inizio<br />

del Mandato Britannico.<br />

Dal 1919 ci furono nuove ondate<br />

di immigrazioni in Eretz Israel di<br />

ebrei sionisti e socialisti provenienti<br />

soprattutto dalla Russia e da altri<br />

Paesi dell'Europa dell'est. Sulla Ruslan,<br />

la prima nave di immigranti<br />

salpata da Odessa e diretta a Jaffa<br />

nel dicembre del 1919, viaggiarono<br />

molti artisti che diedero il loro<br />

apporto alla nuova arte israeliana.<br />

L'immigrazione russa determinò<br />

per molti anni il carattere socialista<br />

e idealista <strong>della</strong> nuova so-<br />

Siamo lieti di ospitare in<br />

due uscite un<br />

interessante saggio<br />

scritto da Amnon Barzel,<br />

critico d’arte nato a Tel<br />

Aviv, direttore fondatore<br />

del Museo Pecci di Prato<br />

e del Jewish Museum di<br />

Berlino, autore di testi<br />

sull’arte israeliana,<br />

nonché curatore <strong>della</strong><br />

mostra “Israe<strong>le</strong>, arte e<br />

vita” 1906-2006 visibi<strong>le</strong> al<br />

Palazzo Rea<strong>le</strong> di Milano<br />

sino al 7 Gennaio 2007.<br />

Qualsiasi arte<br />

significativa, in qualsiasi<br />

periodo storico, è un<br />

documento, del tempo,<br />

del luogo, e <strong>della</strong> società<br />

in cui si è sviluppata.<br />

cietà, portando anche alla fondazione<br />

di numerosi kibbutz. Le immigrazioni<br />

degli anni Venti aumentarono<br />

la popolazione ebraica di<br />

due volte e mezzo e il centro cultura<strong>le</strong><br />

si spostò da Gerusa<strong>le</strong>mme<br />

a Tel Aviv, che da semplice sabbiosa<br />

periferia di Jaffa divenne una<br />

piccola metropoli europea nel cuore<br />

dell'Oriente, costruita come un<br />

"città bianca", in sti<strong>le</strong> Bauhaus.<br />

L'impatto <strong>della</strong> nuova generazione<br />

di artisti superò i confini del<br />

tempo. Alcuni di loro, infatti, anche<br />

trent'anni dopo, erano ancora<br />

considerati artisti rivoluzionari<br />

e innovativi; impregnati del<strong>le</strong> idee<br />

e dei principi dell'Avanguardia russa,<br />

cercarono di creare "una nuova<br />

arte per una nuova società".<br />

KARNENU<br />

37


KARNENU<br />

38<br />

1) Si accende la chanukkià per<br />

sette sere di seguito<br />

2) Chanukkà inizia il 15 di Kis<strong>le</strong>v<br />

3) Giuda Maccabeo guidò<br />

la rivolta degli ebrei contro<br />

il re Antioco IV Epifane<br />

4) I bambini possono accendere<br />

la chanukkià<br />

Colora i 4 sevivon<br />

Gioca con<br />

l'e<strong>le</strong>fantina Olga<br />

V F<br />

V F<br />

V F<br />

V F<br />

5) L’usanza è quella di mettere la<br />

chanukkià lontano dal<strong>le</strong> finestre<br />

Vero o Falso<br />

6) Durante Chanukkà si mangiano dolci<br />

fritti nell’ olio<br />

7) La prima sera si accende con lo<br />

shammash la candela più a sinistra<br />

8) Chanukkà ricorda la riapertura del Tempio<br />

dopo la vittoria dei Maccabei sui Greci<br />

a cura di Lia Frassineti<br />

V F<br />

V F<br />

V F<br />

V F


Trova <strong>le</strong> 13 differenze<br />

Col<strong>le</strong>ga con una matita<br />

<strong>le</strong> figure e colora<br />

Le soluzioni dei giochi sono a pag. 46


KARNENU<br />

40<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

V I T A<br />

SEFER BAR MIZVA<br />

(Libro <strong>della</strong> maggiorità)<br />

ROMA:<br />

ROY SASSUN<br />

iscritto dai genitori<br />

ed i parenti<br />

SEFER HAYELED:<br />

(libro del fanciullo)<br />

ROMA:<br />

EITAN CALÒ<br />

iscritto dai genitori


SEFER BAT MITZVA’<br />

(Libro <strong>della</strong> maggiorità)<br />

TORINO:<br />

CAROLA MICHAL<br />

DISEGNI<br />

iscritta dai genitori<br />

SEFER HAYELED<br />

(libro del fanciullo)<br />

ROMA: Eitan Calò<br />

iscritto dai genitori<br />

Hanno contribuito al riscatto <strong>della</strong> Terra d’Israe<strong>le</strong> e sono stati iscritti nei<br />

Libri d’onore conservati a Gerusa<strong>le</strong>mme:<br />

SEFER BAR-BAT MIZVA<br />

(Libro <strong>della</strong> maggiorità)<br />

TRIESTE: Nurith Caimi iscritta<br />

dai genitori e dai nonni<br />

TORINO: Carola Michal Disegni<br />

iscritta dai genitori<br />

ROMA: Roy Sassun iscritto dai<br />

genitori ed i parenti<br />

LIBRO DELL’AFFETTO<br />

E DELL’AMICIZIA<br />

MILANO: Gam e Henry Lawi<br />

iscritti da Clotilde Sazbon in<br />

occasione di Rosh Ha Shanà<br />

PISTOIA: alla cara Neta iscritta<br />

da Marta Landucci,<br />

Renzo, Antonella e E<strong>le</strong>na Serafini<br />

in segno di ringraziamento<br />

per l’aiuto dato a Renzo<br />

LIBRO DELLE NOZZE<br />

ROMA:<br />

GUALTIERO E LINDA MORPURGO<br />

iscritti dal<strong>le</strong> figlie Paola, E<strong>le</strong>na e Franca<br />

in occasione del<br />

60°anniversario di matrimonio<br />

LIBRO NOZZE<br />

MILANO: Gualtiero e Linda<br />

Morpurgo iscritti<br />

dal<strong>le</strong> figlie Paola, E<strong>le</strong>na e Franca<br />

in occasione del 60°anniversario<br />

di matrimonio<br />

ALBERI IN ONORE<br />

PROGETTO NEGEV:<br />

MILANO: Linda e Gualtiero<br />

Morpurgo in occasione<br />

del loro 60° anniversario di nozze<br />

offrono 100 m. di strada sicura<br />

KARNENU<br />

41


KARNENU<br />

42<br />

MEMORIA ITALIA<br />

PROGETTO NEGEV<br />

hanno partecipato<br />

al Progetto Negev<br />

i signori:<br />

Davide Reis Milano<br />

Sandro Hassan Milano<br />

Lamberto e Wanda<br />

Di Segni Milano<br />

Romano Calò Roma<br />

Tempio Beth Shmuel<br />

Roma<br />

SERGIO YTZCHAK SERVI<br />

Parco Italia<br />

ADA MARINO<br />

Giardino<br />

EZIO ED ELISABETTA CALÒ<br />

Strada Sicura<br />

ISACCO PIATTELLI<br />

Parco Italia<br />

DAVIDE LEVI<br />

Giardino<br />

CRESCENZO DI CONSIGLIO<br />

Parco Italia<br />

R INA, MIRELLA, ONESTA V IVANTI<br />

Giardino<br />

PROGETTO NEGEV<br />

TORINO: un Bosco<br />

in memoria di<br />

Marcella Jarach<br />

Disegni dai figli Dario,<br />

Ariel, Giulio Disegni,<br />

Bosco in memoria<br />

di Emilio Poggetto per<br />

volontà testamentarie.<br />

ROMA: giardino in<br />

memoria di Marcello<br />

Conti dalla moglie<br />

e <strong>le</strong> figlie, giardino in<br />

memoria di Davide Di<br />

Veroli ex deportato dai<br />

“nipoti acquisiti”.<br />

PARCO ITALIA<br />

GENOVA: un boschetto<br />

in memoria di Giulio<br />

Iona e del padre<br />

Gabrie<strong>le</strong> Foà deportati<br />

ad Auschwitz da<br />

Jolanda Foà per volontà<br />

testamentarie.<br />

TORINO: un giardino<br />

per Emma Sacerdote<br />

deceduta nei campi di<br />

sterminio dalla cugina<br />

Lina Levi, un giardino<br />

per Emilio Poggetto<br />

RINA SONNINO CAVIGLIA<br />

Strada Sicura<br />

per volontà testamentarie.<br />

TRIESTE: un giardino<br />

per il Dott. Davide Levi<br />

dagli amici.<br />

MILANO: Parco Italia<br />

in memoria di Oscar e<br />

Bice Supino dalla<br />

famiglia Supino,<br />

Parco Italia in memoria<br />

di Simone Consigli<br />

da Giuditta Matalon,<br />

un giardino per Adriana<br />

Grego Chimenti dal<br />

marito Egidio, dai figli<br />

Claudio e Carlo e dal<strong>le</strong><br />

persone che <strong>le</strong> hanno<br />

voluto bene.<br />

ROMA: un giardino<br />

per Ada Marino dal<strong>le</strong><br />

sorel<strong>le</strong> Giulia e Olga,<br />

Parco Italia in memoria<br />

di Isacco Piattelli da<br />

parenti ed amici,<br />

Parco Italia per<br />

Crescenzo Di<br />

Consiglio dalla moglie<br />

e i figli, un giardino<br />

in memoria del<strong>le</strong> sorel<strong>le</strong><br />

Rina, Mirella e Onesta<br />

Vivanti che hanno<br />

trasmesso al<strong>le</strong> figlie, al<br />

fratello e ai nipoti la<br />

tenacia e i valori <strong>della</strong> vita.


10 EURO PER CRESCERE<br />

10<br />

EURO PER CRESCERE<br />

Cari amici,<br />

avrete notato lo sforzo per garantirvi prodotti<br />

editoriali sempre migliori. Il magazine Karnenu,<br />

ma anche gli al<strong>le</strong>gati quali il lunario e il ca<strong>le</strong>ndario,<br />

si sono rinnovati e continuano a rinnovarsi<br />

di mese in mese, nel solco <strong>della</strong> tradizione.<br />

I costi <strong>le</strong>gati alla maggiore e sempre più attua<strong>le</strong><br />

produzione editoria<strong>le</strong> sono anche loro aumentati.<br />

LUNARIO<br />

<strong>5767</strong><br />

2006/2007<br />

✌<br />

Vi chiediamo quindi di inviare un contributo di<br />

almeno 10 euro qua<strong>le</strong> quota associativa al KKL<br />

Italia e avrete diritto a ricevere a pieno titolo il<br />

Karnenu e al voto nella assemb<strong>le</strong>a dei soci.<br />

Compilate il modulo sottostante ed inoltratelo<br />

via fax al numero 06-8078960<br />

Grazie e Shalom<br />

KKL ITALIA<br />

NOME E COGNOME ..............................................................................................<br />

LUOGO E DATA DI NASCITA .................................................. |_|_| / |_|_| / |_|_|<br />

VIA..............................................................................................CAP. ...................<br />

CITTÀ..................................................PARTECIPO CON EURO.............................<br />

FIRMA ..........................................................<br />

Puoi fare la tua offerta con un versamento, tramite bonifico bancario, sul conto<br />

corrente N° 10625.10 intestato a “Amici del Keren Kayemeth Leisrael” presso<br />

Banca Monte Paschi Siena, CAB 3217, ABI 1030, CIN S; con un assegno bancario<br />

non trasferibi<strong>le</strong> intestato ad “Amici del KKL”; con C.C.P. N° 28915007 intestato<br />

a “Rivista Karnenu” (specificare la causa<strong>le</strong>); con carta di credito Cartasì,<br />

Visa e Mastercard (comunica la tua scelta al KKL allo 06 8075653 o via mail a<br />

kklroma@kkl.it e sarai contattato per i dettagli necessari)


KARNENU<br />

44<br />

I nostri<br />

segreti<br />

nella cute.<br />

PSICHE e<br />

PELLE<br />

Secondo una tesi condivisa da molti<br />

psicologi, ma assolutamente rivoluzionaria<br />

in dermatologia, la pel<strong>le</strong> è lo<br />

specchio del nostro mondo interno;<br />

<strong>le</strong> malattie <strong>della</strong> pel<strong>le</strong> più resistenti al<strong>le</strong><br />

cure mediche sono quel<strong>le</strong> che spesso<br />

si risolvono con il mutare <strong>della</strong> situazione<br />

emotiva del paziente. Dopo<br />

aver affermato l'opportunità e la necessità,<br />

per il dermatologo, di non dimenticare<br />

di essere anzitutto un medico,<br />

e di accostarsi al malato tenendo<br />

conto di tutti gli aspetti, fisici e psichici,<br />

<strong>della</strong> persona, il Prof.Roberto<br />

Bassi, dermatologo veneziano, riassume<br />

in questo interessante ed uti<strong>le</strong><br />

libro “Psiche e pel<strong>le</strong>” Bollati Boringhieri<br />

220 pagg 19 euro), alcune nozioni<br />

<strong>della</strong> psicoanalisi. L’apparato psichico,<br />

i meccanismi di difesa, l'ansia<br />

– scrive l’autore – sono utili per mettere<br />

in evidenza la natura psicosomatica<br />

dei disturbi qui trattati. Sebbene<br />

tutta la patologia dermatologica riconosca,<br />

in diversa misura, un'eziologia<br />

psichica, viene indicato quali malattie<br />

vadano trattate assieme allo psicoterapeuta<br />

e quali invece richiedano solo<br />

un trattamento tradiziona<strong>le</strong>.<br />

La pel<strong>le</strong> è uno degli organi più importanti<br />

del corpo umano: da un lato,<br />

grazie alla connessione cellulare,<br />

è in contatto con il corpo e <strong>le</strong> emozioni<br />

portando in superficie quanto<br />

stiamo vivendo interiormente, dall’altro<br />

rif<strong>le</strong>tte i nostri organi interni, come<br />

insegna la medicina cinese che<br />

considera il piede, l’orecchio o la mano<br />

come rappresentazioni esterne<br />

del corpo nel suo insieme.<br />

La pel<strong>le</strong> è viva, respira; ci consente di<br />

esprimerci e di rappresentarci, regola<br />

il calore, suda ed è l’e<strong>le</strong>mento di mezzo<br />

tra il contatto e la limitazione: comunichiamo<br />

con il mondo esterno e,<br />

nel contempo, creiamo una barriera.<br />

Imparare a toccare e a farsi toccare,<br />

dunque, vuol dire che <strong>le</strong> mani stabiliscono<br />

un veloce contatto con la<br />

parte più intima di ciascuno di noi.<br />

Ci sono condizioni patologiche comprese<br />

nei disturbi psichici in genera<strong>le</strong><br />

che a volte si manifestano attraverso<br />

la cute. Ovvero, la cute costituisce<br />

l'unico tessuto evidente all'esterno<br />

che può far apparire uno<br />

stato emotivo. O forse ancora meglio,<br />

un prob<strong>le</strong>ma psicologico anche<br />

latente per un periodo di tempo<br />

più o meno lungo, si può pa<strong>le</strong>sare<br />

con un'eruzione cutanea di<br />

aspetto diverso. Tra l'altro, accade<br />

anche abbastanza spesso che un<br />

paziente che si trova già in cura per<br />

un disturbo psichiatrico, per esempio<br />

uno stato depressivo o una nevrosi<br />

d'ansia, debba consultare anche<br />

uno specialista dermatologo.<br />

Tutto ciò non significa necessariamente<br />

che la causa di un prob<strong>le</strong>ma<br />

cutaneo si debba ricercare in un avvenimento<br />

emotivo, ma a volte nella<br />

storia clinica di questi pazienti si trova<br />

un recente trauma psichico (la perdita<br />

di un congiunto o un abbandono<br />

affettivo che si può associare a una<br />

forma di alopecia aerata, cioè perdita<br />

di capelli a chiazze). Supposizioni<br />

a parte, effettivamente, sia i dermatologi<br />

sia gli psichiatri hanno studiato<br />

queste fastidiose relazioni tra la pel-<br />

<strong>le</strong> e la psiche. Si sono così potuti identificare<br />

quattro gruppi di pazienti. In<br />

testa e in coda si trovano due categorie<br />

di soggetti che sono rappresentate<br />

da una parte da malati psichiatrici<br />

già noti che per caso arrivano<br />

dal dermatologo e dall'altra parte<br />

pazienti con gravi malattie <strong>della</strong> cute<br />

ereditate o acquisite che nel corso<br />

<strong>della</strong> loro patologia di fondo soffrono<br />

anche per un disturbo psichico. In<br />

mezzo ci sono altre due classi.<br />

La prima è quella del<strong>le</strong> persone che<br />

non elaborano mentalmente <strong>le</strong> cause<br />

del loro disagio, ma <strong>le</strong> rif<strong>le</strong>ttono direttamente<br />

sulla pel<strong>le</strong> (un caso tipico è<br />

quello <strong>della</strong> psoriasi che è quella forma<br />

di continua desquamazione cutanea<br />

) . Un altro gruppo infine è quello<br />

dei nevrotici in cui <strong>le</strong> manifestazioni cutanee<br />

si alternano a quel<strong>le</strong> psichiche,<br />

in questo caso si tratta di persone che<br />

periodicamente non escono di casa<br />

per la comparsa di manifestazioni cutanee<br />

(orticaria e eczema) che li fanno<br />

vergognare e che in occasione di una<br />

spinta psicologica forte (per esempio<br />

la necessità di presentarsi ad un colloquio<br />

di lavoro) vedono sparire l'alterazione<br />

cutanea. Con queste due ultime<br />

categorie di pazienti, sempre secondo<br />

Bassi, è diffici<strong>le</strong> arrivare a soluzioni<br />

definitive; per i primi perché risolvono<br />

da soli ammalandosi e per i<br />

secondi perché la nevrosi di fondo trova<br />

un modo di esprimersi proprio nell'eruzione<br />

cutanea. Tuttavia, la psicoterapia<br />

e il trattamento periodico con<br />

psicofarmaci possono aiutare molto i<br />

nevrotici, ma per tutti gli altri non c'è<br />

che la possibilità di una convivenza,<br />

qualche volta molto scomoda e qualche<br />

crema palliativa.<br />

Concludendo, se si è predisposti a<br />

sfogare un disagio psicologico in<br />

un'eruzione maculata e/o pruriginosa,<br />

forse si può evitare il peggio<br />

(meglio che sia la cute ad avvertirci)<br />

confidando nell'aiuto di più di uno<br />

specialista e prima di tutto nel consiglio<br />

del proprio medico di famiglia<br />

che, il più del<strong>le</strong> volte, è quello che ci<br />

conosce meglio di ogni altro.


CINEMA<br />

come<br />

un’infanzia<br />

Un romanzo, un libro sull’arte, un epistolario<br />

amoroso? Chi scrive un libro di<br />

bilancio di solito lo fa a fine carriera. Non<br />

è certo questo il caso. La vitalità creativa<br />

di questa coppia appare chiara e il<br />

titolo “Cinema come un’infanzia”<br />

(330 pagg ediz. I libri dell’Ippogrifo<br />

28 euro), riporta, come i tratti in copertina<br />

e l’immagine <strong>della</strong> quarta, alla<br />

spensieratezza dell’età dell’incoscienza.<br />

E forse sono sognatori e certo a volte<br />

incoscienti Marina Piperno e Luigi<br />

Faccini, giornalista, primo produttore<br />

cinematografico donna, poetessa ed<br />

editrice <strong>le</strong>i, critico cinematografico, regista<br />

e cantastorie lui, incontratisi trenta<br />

anni fa sul set <strong>della</strong> vita.<br />

Con la loro attività segnano da quattro<br />

decenni la storia del cinema italiano,<br />

sperimentando linguaggi, innovandone<br />

<strong>le</strong> forme. Questo volume<br />

è un libro importante e prezioso per<br />

chi si avvicina al cinema e all’arte e alla<br />

<strong>le</strong>tteratura, per chi non ne conosce<br />

i segreti, per chi vuo<strong>le</strong> sognare e avvicinarsi<br />

in un viaggio nel labirinto ci-<br />

Sopra: una recente immagine<br />

<strong>della</strong> produttrice Marina Piperno.<br />

Nella foto: con il marito,<br />

l’autore Luigi Faccini.<br />

nematografico. In questo loro attua<strong>le</strong><br />

impegno <strong>le</strong>tterario, si pongono all’avanguardia<br />

di una “nuova storiografia”,<br />

antirevisionista e civi<strong>le</strong>, un punto<br />

d’inizio di uno scrivere capace di<br />

raccontare agli italiani la verità <strong>della</strong><br />

loro autobiografia. Aver potuto scegliere<br />

il cinema come professione e<br />

come strumento <strong>della</strong> nostra espressività<br />

pensando che i nostri film avrebbero<br />

cambiato il mondo è stato un<br />

privi<strong>le</strong>gio e un’illusione. – affermano<br />

assieme – La guerra è, più di prima,<br />

il motore del futuro anche per chi come<br />

noi è salvato dal<strong>le</strong> stragi del secondo<br />

conflitto mondia<strong>le</strong>. Se abbiamo<br />

sognato un mondo nuovo quando<br />

sembrava consentito sognare,<br />

non possiamo che tenergli aperto il<br />

pertugio attraverso il qua<strong>le</strong> potrà intrufolarsi.<br />

Lucida consapevo<strong>le</strong>zza del<br />

contributo che può offrire l’arte. L’amore<br />

per la terra, per la gente, la cu-<br />

riosità di raccontare attraverso il documentario,<br />

il film, <strong>le</strong> inchieste e produzioni<br />

scientifiche e persino pubblicitarie,<br />

utili a finanziare i progetti cui<br />

tenevano di più. Marina, due matrimoni,<br />

il primo con il regista Ansano<br />

Giannarelli, ricorda con passione alcune<br />

sue opere: Sierra Maestra,<br />

(1968), La Veritaaaa, (1981) di Cesare<br />

Zavattini, Inganni, (1985) e Giamaica,<br />

(1998) di Luigi Faccini, i primi<br />

lungometraggi fiction realizzati dalla<br />

produttrice, ma anche Donne d’ombra.<br />

Una vita ch’è una sceneggiatura<br />

in viaggio da Buenos Aires a Mosca<br />

sino a New York, attraverso Parigi,<br />

Gand, Haifa e Tel Aviv, con un occhio<br />

sempre attento alla storia e con<br />

la loro sensibilità al mondo. Quando<br />

cadde il Muro, eravamo a Edimburgo,<br />

ne gioimmo come di un evento<br />

fausto ma tardivo…quel 9 Novembre<br />

è anche l’anniversario <strong>della</strong> Notte<br />

dei Cristalli, l’inizio <strong>della</strong> Shoà…cosa<br />

partorirà il ventre d’Europa?<br />

E tra Roma, Pitigliano, antica culla<br />

ebraica, e la sp<strong>le</strong>ndida residenza di<br />

Lerici con un giardino terrazzato che<br />

guarda l’orizzonte del mare, laddove<br />

Faccini conserva lo scrigno dei<br />

suoi ricordi, l’odore e il sapore di<br />

questa età, costituiscono la nuova<br />

linfa vita<strong>le</strong> di questa coppia dell’arte<br />

italiana, la cui prima parte è narrata<br />

in questo libro da vivere.<br />

KARNENU<br />

45


KARNENU<br />

46<br />

Se vo<strong>le</strong>ste inserire<br />

e pubblicare<br />

il vostro annuncio inviate<br />

una mail alla redazione a:<br />

direttore.karnenu@tiscali.it<br />

oppure per posta a:<br />

KKL ANNUNCI<br />

Via P.A.Micheli, 53<br />

00197 Roma<br />

❑ Col<strong>le</strong>zionismo e documenti originali:<br />

Cerco per la mia nuova raccolta<br />

dedicata agli ebrei in Italia sino<br />

al<strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi razziali del 1938, editti,<br />

documenti e corrispondenza originali<br />

che riguardano la loro vita civi<strong>le</strong><br />

e militare, movimenti politici e<br />

sionistici nei secoli passati.<br />

Gianfranco Moscati Via Palazzi,<br />

21 80127 Napoli Tel. 347 1410517<br />

❑ Automobi<strong>le</strong>: Toyota Corolla Verso<br />

grigia metallizzata, 2002 in garanzia,<br />

75mila km, ottimo stato, sempre<br />

tagliandi, climatizzatore, Abs, 8<br />

airbag, computer bordo, stereo cd,<br />

professionista vende 9200,00 euro<br />

Tel 340 8209005<br />

News da Bologna : Sara Gatta<br />

ci segnala la composizione<br />

dell’attua<strong>le</strong> Consiglio <strong>della</strong> Comunità<br />

felsinea, così composto.<br />

Presidente: Guido Otto<strong>le</strong>nghi,<br />

Vice Presidenti: David<br />

Menasci, Danie<strong>le</strong> De Paz, Consiglieri:<br />

Miryam Cohen, Gabrie<strong>le</strong><br />

Mordakhai, David Nelken, Fabio<br />

Saralvo.<br />

LE SOLUZIONI<br />

DEI GIOCHI DI PAG.<br />

38/39<br />

VERO O FALSO:<br />

1) F; 2) F; 3) V; 4) V; 5) F; 6) V;<br />

7) F; 8) V;<br />

Risposte:<br />

1) Si accende per 8 sere<br />

2) Comincia il 25 di Kis<strong>le</strong>v<br />

5) Si usa posizionare la<br />

chanukkià vicino al<strong>le</strong> finestre<br />

7) Si accende la candela più a<br />

destra<br />

LE 13 DIFFERENZE<br />

1 - l’ultimo albero in alto a ds<br />

2 - la linea sulla criniera del cavallo<br />

3 - l’albero sulla seconda collina<br />

4 - il sasso sulla seconda collina<br />

5 - la piega <strong>della</strong> giacca sotto<br />

ai capelli<br />

6 - la linea sull’apertura <strong>della</strong><br />

giacca<br />

7 - un petalo <strong>della</strong> decorazione<br />

sullo scudo<br />

8 - una crocetta sulla giacca<br />

9 - la piega <strong>della</strong> giacca sotto<br />

alla cinta<br />

10 - la linea sulla punta <strong>della</strong><br />

lancia<br />

11 - la linea sulla guarnizione<br />

bianca <strong>della</strong> lancia<br />

12 - la piega sulla manica <strong>della</strong><br />

giacca<br />

13 - la linea del mignolo<br />

COLLEGA CON<br />

UNA MATITA LE FIGURE<br />

E COLORA<br />

- l’olio con i dolci<br />

- <strong>le</strong> candeline con la chanukkià<br />

- i soldi con il borsellino<br />

- i bambini con il sevivon<br />

❑ Negozio: Roma ad. Via Naziona<strong>le</strong><br />

20mq, due vetrine, ristrutturato,<br />

adatto destinazione preziosi, intimo,<br />

abbigliamento affittasi 2200,00<br />

Tel. 335 6290277<br />

❑ Appartamento affitto: Roma<br />

Centro storico Via Corso 70 mq ingresso<br />

indipendente, ingresso, tinello,<br />

cucina, doppio salone, due<br />

bagni, ripostiglio, camera <strong>le</strong>tto, uniproprietario<br />

2000,00 mese<br />

Tel. 340 8209005<br />

❑ Appartamento affitto: Roma Nomentana<br />

Città Giardino 60mq ingresso,salotto,<br />

cucina, camera <strong>le</strong>tto,<br />

bagno, terrazzo, ripostiglio, piano<br />

alto luminoso, arredato ristrutturato<br />

adatto a coppia o a professionista<br />

1200,00<br />

Tel. 06 84240241-338 1587000<br />

LE SOLUZIONI<br />

DEL CRUCIVERBA:<br />

ISRAELE<br />

E DINTORNI<br />

1 2 3 4 5 6 7 1 8 9 10<br />

S D E B O K E R B A R<br />

E<br />

1 11<br />

C O R V I N<br />

12 1<br />

O<br />

13<br />

R I<br />

F<br />

1 14<br />

O K<br />

1 1<br />

R<br />

1 15<br />

O<br />

16<br />

T A M<br />

A L E S T E R A B A<br />

R E T R O A C C O<br />

D K T R E N T O M<br />

I E R O M A U U R I<br />

T T V M A S A D A<br />

I<br />

1 1 1 38<br />

T E L A V I V<br />

1<br />

17 18 1 19 20 21 1 22<br />

23 1 1 24 25 1<br />

26 1 27 28 29 1 1 30<br />

31 1 32 1 33 34<br />

35 1 1 36 37 1<br />

❑ Appartamento: piccolo taglio anche<br />

monoloca<strong>le</strong> ricerco in affitto zona<br />

centra<strong>le</strong> ghetto, lungotevere, anche<br />

da arredare architetto professionista<br />

fuori sede in fiducia contattatemi<br />

Tel. 347 1380045<br />

❑ Ufficio: affittasi a Roma camera<br />

ammobiliata e servizi quartiere Coppedè<br />

tranquillissimo prestigioso piano<br />

terra ingresso adatto a professionista<br />

fittasi 600,00 mese<br />

Tel. 06 8412285 -335 5377747


Cari amici, anche in questo numero per tutti<br />

gli appassionati dell’enigmistica<br />

pubblichiamo una pagina di giochi a premi,<br />

i cui vincitori verranno estratti a sorte attraverso<br />

<strong>le</strong> risposte che farete giungere all’indirizzo<br />

Karnenu Giochi KKL - Via P.A. Micheli, 53 00197<br />

o per mail all’indirizzo kkldaniel@tiscali.it<br />

Tra tutti coloro che risolveranno<br />

i quiz verranno estratti i seguenti premi :<br />

1) Navigatore-Palmare per Auto<br />

ACER N35 con strade di tutta Italia<br />

2) Lettore MP3/MP4 Ultra Slim Display<br />

a colori 1 GB per musica e foto<br />

FOTO-QUIZ: ISRAELE E DINTORNI…<br />

Chi è il famoso<br />

personaggio nella<br />

foto?<br />

Sapreste dirci qua<strong>le</strong><br />

interno di storica<br />

Sinagoga italiana del<br />

Nord è rappresentata<br />

in fotografia?<br />

Le iniziali del<strong>le</strong> soluzioni del Foto-quiz<br />

formano il nome di una pianta. Indica qua<strong>le</strong>.<br />

Sapresti indicare<br />

la località israeliana<br />

cui si riferisce<br />

la fotografia?<br />

Regolamento: I concorrenti partecipanti devono risolvere tutti i giochi, ritagliare la pagina e inviare <strong>le</strong><br />

soluzioni all’indirizzo Karnenu Giochi KKL Via P.A. Micheli, 53 00197 Roma o per mail all’indirizzo<br />

kkldaniel@tiscali.it. Saranno estratti a sorte i vincitori e comunicati sul prossimo numero.<br />

Vince la fotocamera la sig.ra Giuditta Matalon di Milano<br />

e l’MP3 il Sig. Stefano Sgarbossa di Padova.<br />

KARNENU<br />

47


KARNENU<br />

48<br />

Egregi signori,<br />

Nel 1948 "nacque" lo Stato di Israe<strong>le</strong>!<br />

Lessi con perp<strong>le</strong>ssità il metodo con<br />

il qua<strong>le</strong> se ne ce<strong>le</strong>brò la nascita.<br />

La vio<strong>le</strong>nza, di fatto, provocò anche<br />

la fondazione dell'OLP in difesa dei<br />

residenti scacciati e costretti a combattere<br />

da oltre confino. Le precedenti<br />

ed immani sofferenze del popolo<br />

ebraico giustificarono quel<br />

comportamento. Il mondo politico,<br />

però, cominciò a dividersi creando<br />

due grandi schieramenti.<br />

Mi chiedo:"...se invece <strong>della</strong> forza fosse<br />

stato usato il metodo di un giovane<br />

Giudeo,apparentemente indifeso,<br />

ma vero... oppositore di Cesare,<br />

il risultato sarebbe stato migliore?<br />

Certamente sì! Egli si rivolgeva sia<br />

a quelli del suo popolo sia agli<br />

stranieri residenti. Non offriva oro<br />

nè argento, ma solo la conoscenza<br />

più approfondita di un Do<br />

che li avrebbe condotti alla liberazione<br />

da ogni giogo straniero.<br />

Un umi<strong>le</strong> ebreo, dunque, ma<br />

saldo come una roccia! Un giovane<br />

ebreo che ebbe la forza di<br />

non dire:"....noi abbiamo per Re<br />

Cesare". Purtroppo, nei secoli, la<br />

figura di questo giudeo "illuminato"<br />

è stata travisata e fatta ad immagine<br />

di ogni circostanza che si<br />

parava dinanzi. Eppure Egli dava<br />

inizio ad un Regno i cui confini sarebbero<br />

andati dalla Terra al<br />

profondo Cielo. Non me ne voglia<br />

se mi sono permesso di divagare,<br />

ma questo è il preludio per<br />

giungere al nocciolo <strong>della</strong> questione.<br />

Il mio auspicio è che il premier<br />

Olmert, con tutte <strong>le</strong> eventuali<br />

ragioni che può vantare, si prodighi<br />

a richiedere l'aiuto di una forza<br />

militare internaziona<strong>le</strong> che dia<br />

tregua ai conflitti. Tutto questo per<br />

giungere ad un disarmo del<strong>le</strong> milizie<br />

armate. Richiesta che va<strong>le</strong> anche<br />

per gli Hezbollah.<br />

NON E' POSSIBILE ASSISTERE<br />

IMPASSIBILI A STRAGI CHE NUL-<br />

LA HANNO DI UMANO!<br />

Entrambe <strong>le</strong> parti agiscono in no-<br />

Lettere al direttore: kkldaniel@tiscali.it<br />

me di una Verità che autorizzerebbe<br />

loro ogni offesa-difesa. Migliaia<br />

di riservisti vengono richiamati. Dove<br />

si arriverà? Armaghedon?<br />

MI CHIEDO E LO CHIEDO A TUT-<br />

TI (ancora una volta!): POTREBBE<br />

UN DIO (D-O) ESSERE IN LOTTA<br />

CONTINUA CON SE STESSO?<br />

Acquietate la mia anima con una<br />

risposta!<br />

Un cordialissimo shalom, pace,<br />

salam.<br />

Federico Cardanobi<strong>le</strong><br />

Riceviamo e pubblichiamo una <strong>le</strong>ttera<br />

da Baruch Tenembaum, creatore<br />

<strong>della</strong> Fondazione Internaziona<strong>le</strong><br />

Raoul Wal<strong>le</strong>nberg, un'organizzazione<br />

non governativa la cui<br />

missione è sviluppare programmi<br />

educativi e campagne di presa di<br />

coscienza pubblica che promuovano<br />

l'eredità mora<strong>le</strong> di chi mise a<br />

repentaglio la propria vita per salvare<br />

gli ebrei durante l'Olocausto.<br />

Un esponente ebraico, pioniere del<br />

dialogo interreligioso, ha ricordato<br />

il 41° anniversario dell'emanazione,<br />

da parte del Concilio Vaticano<br />

II, <strong>della</strong> "Nostra Aetate", la Dichiarazione<br />

sulla posizione <strong>della</strong><br />

Chiesa cattolica nei confronti del<strong>le</strong><br />

religioni non cristiane.<br />

Un documento che serve a condannare<br />

l'antisemitismo e a promuovere<br />

una nuova era di rapporti<br />

interreligiosi pacifici.<br />

(http://www.raoulwal<strong>le</strong>nberg.net/).<br />

"Questo momento di cambiamento<br />

nella storia dei rapporti giudaico-cattolici<br />

non è stato frutto<br />

del caso o di opportunismo politico",<br />

Papa Giovanni XXIII ha convocato<br />

il Concilio che il 28 ottobre<br />

1965 - sotto il pontificato di Paolo<br />

VI - pubblicherà questa Dichia-<br />

razione "sul<strong>le</strong> relazioni <strong>della</strong> Chiesa<br />

con <strong>le</strong> religioni non cristiane".<br />

"[La Nostra Aetate] è stata la testimonianza<br />

che ha confermato un<br />

nuovo atteggiamento nei confronti<br />

del popolo ebraico, una vera trasformazione<br />

nata nei sentimenti e<br />

nel profondo senso di riconciliazione<br />

di Giovanni XXIII". Per questa<br />

ragione, nell'anno 2000 Tenembaum<br />

ha creato il Comitato Internaziona<strong>le</strong><br />

Angelo Roncalli, composto<br />

da persone di diverse religioni<br />

e ideologie, tutte unite dalla<br />

volontà di rendere noto il coraggioso<br />

salvataggio di popoli perseguitati<br />

durante l'Olocausto da parte<br />

del Nunzio Apostolico che in seguito<br />

divenne Papa Giovanni XXIII.<br />

Come De<strong>le</strong>gato Apostolico in Turchia<br />

e Grecia dopo il 1935, Roncalli<br />

ha intessuto un dialogo pacifico<br />

e costruttivo con il mondo<br />

ortodosso e con quello islamico,<br />

ha ricordato l'iniziatore <strong>della</strong> Fondazione<br />

Internaziona<strong>le</strong> Raoul Wal<strong>le</strong>nberg.<br />

Allo scoppio <strong>della</strong> II Guerra<br />

Mondia<strong>le</strong>, rischiò la sua posizione<br />

e la sua sicurezza per fornire<br />

migliaia di visti di transito turchi,<br />

certificati di Battesimo "temporanei"<br />

e certificati di immigrazione,<br />

autorizzando gli ebrei ungheresi<br />

perseguitati dal Nazismo a fuggire<br />

in Pa<strong>le</strong>stina. "Ha anche aiutato<br />

gli ebrei di Francia, Slovacchia,<br />

Croazia, Bulgaria, Romania e Italia.<br />

Le fonti cattoliche sostengono<br />

che emise 80.000 certificati protettivi",<br />

ha indicato, ricordando anche<br />

come "<strong>le</strong> testimonianze al processo<br />

di Norimberga affermano<br />

che aiutò a salvare decine di migliaia<br />

di vite". Roncalli non solo agì<br />

direttamente per salvare moltissime<br />

persone, ma denunciò davanti<br />

al Vaticano e al<strong>le</strong> Nazioni al<strong>le</strong>ate<br />

il genocidio compiuto dai Nazisti,<br />

ha aggiunto il teologo.<br />

Quarant'anni dopo, "l'umanità ha<br />

ancora molto da imparare dal suo<br />

sp<strong>le</strong>ndido apostolato", ha concluso<br />

Tenembaum.


SCOPRILO INSIEME AL KKL<br />

DAL 16 AL 25 FEBBRAIO 2007<br />

RELAX RELAX SUL<br />

MAR MAR MORTO MORTO<br />

DESERTO DESERTO IN JEEP JEEP<br />

KAJAK KAJAK<br />

SUL GIORDANO GIORDANO<br />

NOTTI NOTTI DI EILAT EILAT<br />

E TEL AVIV AVIV<br />

STORIA STORIA E TRADIZIONE TRADIZIONE<br />

A GERUSALEMME<br />

GERUSALEMME<br />

I N F O R M A Z I O N I<br />

Roma: Giovanna Coen 06.807.56.53 gcoen@kkl.it<br />

Milano: Marisa Hazan 02.418.816 kklmilano@kkl.it<br />

e tutti i partecipanti al viaggio<br />

dello scorso anno

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!