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Trattato professionale - Estro-Verso

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Giancarlo Bruschini<br />

Aloe<br />

<strong>Trattato</strong> <strong>professionale</strong><br />

(edizione del 2013)<br />

E-BOOK<br />

PDF<br />

Edizioni <strong>Estro</strong>-<strong>Verso</strong>


Collana “Scienza e Natura”<br />

A cura di Giancarlo Bruschini<br />

“MI DOMANDATE QUALE E’ IL SEGRETO DELLE FORZE<br />

CHE MI SOSTENEVANO DURANTE I MIEI LUNGHI DI-<br />

GIUNI; EBBENE E’ STATA LA MIA FEDE INEBRIANTE IN<br />

DIO, LA MIA VITA SEMPLICE E FRUGALE E L’ALOE, DI<br />

CUI SCOPRII I BENEFICI APPENA ARRIVAI IN AFRICA DEL<br />

SUD, NEGLI ULTIMI ANNI DEL SECOLO”.<br />

Mahatma Gandhi<br />

“QUATTRO VEGETALI SONO INDISPENSABILI PER LA<br />

VITA DELL’UOMO: IL GRANO, LA VITE, L’ULIVO E L’ALOE;<br />

IL PRIMO LO NUTRE, IL SECONDO GLI ALLIETA IL CUORE,<br />

IL TERZO LO ARMONIZZA, IL QUARTO LO GUARISCE”.<br />

Cristoforo Colombo<br />

“QUI VULT VIVERE ANNOS NOE, SUMAT PILLULAS DE<br />

ALOE”. (CHI VUOLE VIVERE GLI ANNI DI NOE, PRENDA<br />

LE PILLOLE DI ALOE).<br />

Ruggero Bacone<br />

E’ vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata ed<br />

effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad<br />

uso interno o didattico. L’illecito sarà penalmente perseguibile a<br />

norma dell’art. 171 della legge n. 633 del 22/04/1941<br />

©2013<br />

Proprietà letteraria riservata<br />

Edizioni <strong>Estro</strong>-<strong>Verso</strong><br />

www.estro-verso.net


Introduzione dell’autore<br />

Sempre più spesso, in questi ultimi anni, si sente parlare di Aloe<br />

e non sempre, purtroppo, in modo corretto. Su questa straordinaria<br />

pianta tutti sembrano sapere “tutto” e la sua fama miracolistica<br />

cresce di giorno in giorno alla stregua di una moderna leggenda<br />

metropolitana. Eppure, pochi di noi saprebbero persino riconoscerla…<br />

Un’infinità di testi sono stati pubblicati su questa<br />

materia ed io stesso li posseggo quasi tutti, in diverse lingue, ma nessuno<br />

è davvero esaustivo, chiaro, pratico e concreto; anzi, penso che<br />

molti di questi libri siano stati copiati e ricopiati da testi preesistenti,<br />

diffondendo troppo spesso gli stessi errori. Ad esempio,<br />

tutti definiscono l’Aloe come appartenente alla famiglia<br />

delle Liliaceae, dato errato, poiché essa rientra nel genere<br />

Gigliaceae-Aloaceae (Asphodelaceae). Inoltre, e cosa non di<br />

poco conto, tutti diffondono una ormai nota ricetta casalinga<br />

per l’estrazione del succo, senza considerare che l’assunzione<br />

di Aloina, un composto presente nel succo di Aloe, cioè una<br />

droga antrachinonica lassativa, è pericolosa e può essere isolata<br />

dal resto del succo soltanto con procedimenti di laboratorio.<br />

Questi sono i motivi che mi hanno indotto a scrivere questo libro,<br />

fornendo un percorso storico completo e reale, dati sulle ricerche<br />

e informazioni sulla botanica. Moltissime persone mi contattano<br />

per rivolgermi sempre le stesse domande e le risposte ai quesiti<br />

più comuni sono tutte fornite in questo testo. Ho iniziato ad occuparmi<br />

di Aloe nel 1995 e, ad oggi, sono considerato uno dei maggiori<br />

esperti, in quanto non ho mai smesso di documentarmi<br />

sull’argomento. Oltre ad aver collaborato attivamente con svariate<br />

società italiane e straniere, sono stato invitato molte volte da<br />

strutture ospedaliere e da altri ricercatori, ampliando notevolmente<br />

le mie conoscenze su questo argomento. Ho tenuto conferenze<br />

da Padova a Napoli, presso l’Aula Corsi del Vaticano e presso la<br />

FAO, partecipando a molti seminari e trasmissioni televisive, diffondendo<br />

questa materia, degna di studi più approfonditi.<br />

3


Perché questo trattato sull’Aloe<br />

Ho intrapreso questo percorso negli anni ‘90, con la convinzione<br />

che sarebbe stata solo una piccola parentesi. Mi sbagliavo.<br />

Da allora, infatti, non ho più smesso di documentarmi e fare ricerche,<br />

e non soltanto su questa pianta, allargando notevolmente le<br />

mie conoscenze su un settore mai completamente approfondito.<br />

Molte persone si sono incamminate sullo stesso percorso per questioni<br />

di busisness, ma la mia storia non è legata al denaro o da<br />

interesse <strong>professionale</strong>, proveniendo infatti da settori lavorativi e<br />

indirizzi scolastici completamente diversi. Non ho mai pensato di<br />

speculare sull’Aloe e sulla buona fede di quanti si sentono costretti<br />

ad affrontare qualsiasi rimedio con la speranza di una guarigione,<br />

ma col tempo altri hanno speculato sul mio lavoro ed oggi non<br />

sono poche le aziende di settore che utilizzano miei articoli per<br />

pubblicizzare i propri prodotti naturali a base di Aloe.<br />

Ad oggi, sono uno dei maggiori esperti sull’Aloe: ho scritto articoli<br />

per riviste professionali, ho partecipato a trasmissioni televisive,<br />

ho partecipato o condotto conferenze in quasi tutto il territorio nazionale,<br />

presso la sede della FAO ed anche presso l’aula corsi del<br />

Vaticano. Ho collaborato con medici e strutture ospedaliere, sono<br />

stato contattato da numerose società, fin quando una di esse mi<br />

propose il 50% delle quote affinché lavorassi esclusivamente per<br />

loro, ma io, contrariamente a tante altre persone, ho scelto strade<br />

diverse. Soltanto conoscendo la mia storia capirete se è il caso o<br />

meno di proseguire la lettura di questo trattato, che, vi assicuro, è<br />

il più completo che potrete trovare in giro sull’argomento.<br />

La prima volta che sentii parlare di Aloe fu proprio negli anni ‘90,<br />

in seguito alle esigue speranze che i medici avevano prospettato<br />

ai miei genitori, entrambi ricoverati per cancro. Quando entrarono<br />

in ospedale per un semplice controllo, la situazione era già disperata,<br />

talmente drammatica che il primario mi fece sedere e mi<br />

disse testualmente: “Lei deve organizzare due funerali”. Il mondo<br />

mi crollò addosso in un attimo e, mentre lo fissavo attonito,<br />

4


egli ribatté: “Non tenti nessun’altra strada: sua madre ha una neo-<br />

plasia al fegato in fase terminale e suo padre un carcinoma avanzato<br />

alla prostata. Le prospettive di vita per entrambi sono di circa<br />

due mesi, poco più per suo padre.”<br />

Sentii lacerarmi l’anima, mentre osservavo in seguito i miei genitori,<br />

apparentemente sani ed ignari di tutto.<br />

Mi detti comunque da fare, nonostante creda fermamente nei progressi<br />

della scienza e della medicina. Avevo sentito parlare di alcune<br />

radici che gli Indiani d’America utilizzano contro il cancro e<br />

decisi di partire, ma poi qualcuno mi parlò dell’Aloe e cominciai<br />

a cercare più materiale possibile, contattando gente ed esperti in<br />

varie parti del mondo, ma avevo poco tempo e non sapevo assolutamente<br />

nulla di piante.<br />

Il tempo stringeva e mia madre era ormai allo stremo, verde in<br />

volto come una foglia. Era un venerdì e l’oncologo disse a noi tre<br />

figli di preparare i vestiti per il funerale di mia madre, in quanto<br />

sarebbe morta entro un paio di giorni. Comprammo l’abito, ma<br />

finalmente avevo reperito una pianta di Aloe e portammo con noi<br />

anche il succo fatto in casa (cosa che sconsiglio e di cui parlo ampliamente<br />

in questo libro). La suora aiutò mia madre ad assumerlo<br />

almeno tre volte al dì e, il lunedì seguente, non solo aveva ripreso<br />

un colorito normale (niente ittero e bilirubina con valori nella norma),<br />

ma quando l’oncologo tornò, la trovò seduta su una panchina<br />

nei giardini interni dell’ospedale, intenta a fumare una sigaretta.<br />

Il medico mi chiamò e portò sia me che mia madre ad effettuare<br />

subito altre analisi. Eravamo tutti sorpresi, ma lui molto più di<br />

noi. Dopo aver accompagnato mia madre in camera, mi disse di<br />

seguirlo.<br />

Mi portò in alcune stanze in cui si trovavano diversi pazienti e<br />

dopo avermeli fatti osservare, disse: “Questi pazienti hanno avuto<br />

in passato gravi problemi al fegato ed anche se sono ricoverati<br />

qui ora per altri motivi, hanno ancora il volto giallo per via<br />

dell’ittero. In 25 anni non ho mai visto una sola persona recuperare<br />

come è successo a sua madre e non riesco a capire cosa<br />

possa essere successo.” Ero basito e frastornato, ma volevo<br />

5


condividere con lui quanto avevo scoperto sull’Aloe, sperando<br />

che ne fosse entusiasta. Iniziò invece ad urlare: “Come si è permesso<br />

di somministrare questa cosa ad una paziente? Chi si crede<br />

di essere?”. La paziente era mia madre e lui non ci aveva dato molte<br />

speranze, quindi gli spiegai che colto dalla disperazione avevo<br />

provato a darle un semplice succo di frutta energetico. Spaventata,<br />

mia madre non ne volle sapere più di assumere l’Aloe e cominciò<br />

a lasciarsi andare. Mio padre, che nel frattempo era stato dimesso<br />

senza nessuna cura, cominciò ad assumere il succo che continuavamo<br />

a preparare. Le aspettative di mia madre non erano buone,<br />

ma visse più a lungo di quanto prospettato e ci lasciò serenamente.<br />

Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo se avesse continuato,<br />

ma questo non lo saprò mai. Intanto mio padre continuava a vivere<br />

e i mesi passavano. Ripetemmo le analisi e le consegnammo<br />

a mio padre, il quale intendeva parlare personalmente col medico.<br />

Questi, sorpreso, si rivolse a mio padre e gli disse: “Bruschini, ma<br />

lei lo sa che non ha più nulla? Ha preso qualcosa, qualche medicina?”<br />

Lui umilmente rispose: “Mio figlio mi ha dato delle erbe<br />

energetiche, ma non ho preso nessuna medicina”. A quel punto il<br />

medico volle vedermi e da quel momento di medici ed ospedali ne<br />

ho visti molti. Oggi mio padre gode di buona salute ed ha superato<br />

gli ottant’anni.<br />

Nel frattempo la mia ricerca andava avanti e trascrivevo tutto ciò<br />

che scoprivo su un file del computer che utilizzavo al lavoro.<br />

A quei tempi lavoravo in una grande azienda con filiali in tutte le<br />

regioni italiane e il mio computer era collegato in Rete con quelli<br />

di molti altri dipendenti, ma non immaginavo che alcuni colleghi<br />

curiosi leggessero, stampassero e diffondessero le fotocopie della<br />

mia “ricerca” personale. La gente cominciava a telefonarmi: aziende,<br />

privati, medici, direttori sanitari, veterinari, ecc. Ho risposto<br />

sempre a tutti, dando i consigli che ritenevo opportuni, anche ad<br />

alcuni imprenditori canadesi o francesi che intendevano produrre<br />

succo di Aloe e fare busisness. Non ho mai chiesto un centesimo.<br />

Alcuni di questi, anche in Italia, si sono arricchiti notevolmente<br />

6


grazie alle mie indicazioni preziose.<br />

Un’azienda italiana che produceva solo cosmetici mi contattò per<br />

avere alcune informazioni sull’Aloe. A quei tempi ero ormai consapevole<br />

dei rischi dovuti all’assunzione di Aloina, una droga<br />

antrachinonica ed altamente lassativa presente nel succo naturale<br />

della pianta, quindi proposi loro la formulazione di un succo<br />

purissimo in fialette monodose con l’aggiunta di miele e propoli<br />

per conferire al succo stesso un sapore gradevole. Disegnai anche<br />

la confezione e scelsi personalmente il nome del prodotto, senza<br />

chiedere nulla in cambio se non la possibilità di avere ad un prezzo<br />

scontato un prodotto efficace e senza aloina per mio uso personale.<br />

Iniziarono subito la produzione e presentarono il prodotto al<br />

Sana di Bologna (Fiera annuale sui prodotti naturali).<br />

Il nuovo prodotto ebbe un successo incredibile, a tal punto che<br />

un’azienda coreana voleva acquistare il marchio e la formula.<br />

Dopo pochi giorni mi invitarono in azienda e mi conferirono il<br />

50% delle quote societarie affinché lavorassi solo per loro.<br />

In seguito, dopo aver cioè acquisito ulteriore esperienza, lasciai<br />

l’azienda e cominciai ad investire su me stesso, riprendendo le<br />

mie attività professionali precedenti. Ma l’Aloe non voleva abbandonarmi.<br />

Ricevetti la telefonata dall’infettivologo di una struttura<br />

ospedaliera che aveva in cura molti pazienti affetti da HIV.<br />

Dopo aver letto alcuni miei articoli, ricerche trovate su Internet ed<br />

aver consultato alcuni pazienti con l’HIV che assumevano prodotti<br />

a base di Aloe formulati da un’azienda di cui ero socio a quei<br />

tempi, l’infettivologo della struttura mi invitò con urgenza presso<br />

il suo studio e mi disse testualmente, mentre agitava una confezione<br />

di succo di Aloe:<br />

“E’ un suo prodotto questo?”<br />

“Si”, risposi osservando la confezione.<br />

“Noi qui abbiamo in cura da diversi anni soggetti che non presentano<br />

miglioramenti nonostante le cure, poi bevono questo succo<br />

e dopo due giorni stanno meglio. Cosa c’è qui dentro? Come fa a<br />

curare con le piante?”<br />

7


Dopo averlo rassicurato sul contenuto del flacone e sull’azienda<br />

che lo produceva, gli feci capire che ero sorpreso quanto lui per i<br />

risultati riscontrati. Se da un lato ne ero uscito gratificato, nel contempo<br />

ero molto spaventato. Tutti i medici da me conosciuti nel<br />

corso del tempo sono rimasti particolrmente stupiti dagli effetti<br />

ottenuti da pazienti che presentavano patologie più o meno gravi<br />

trattati con l’Aloe. Questo succo non è tossico, se privo di aloina,<br />

non produce effetti collaterali e può essere assunto da tutti... ma<br />

la medicina ufficiale preferisce percorrere altre strade. Se IO, che<br />

non sono un medico, ho potuto riscontrare questo, allora perché<br />

LORO non conducono ricerche più mirate e non le diffondono?<br />

Per esempio, un giorno mi capitò tra le mani un articolo scritto in<br />

francese su alcuni studi effettuati in campo veterinario su gatti affetti<br />

da Felv (leucemia felina) a Brussel. I test dimostravano come<br />

alcuni gatti erano guariti completamente da questa grave patologia.<br />

Mi recai nel primo studio veterinario che trovai a Roma, in un<br />

quartiere ricco (lì tutti hanno i gatti). Fui accolto in studio e chiesi<br />

al medico il suo parere sull’argomento. Mi rispose subito che la<br />

prima causa di mortalità per i gatti è proprio la Felv e che non esistono<br />

assolutamente cure. Fu però disposto a tentare e gli lasciai<br />

un paio di flaconcini da provare, spiegandogli che il succo di Aloe<br />

non avrebbe comunque fatto male ai poveri mici e che era prodotto<br />

da un’azienda regolare, della quale gli avevo fornito tutte le<br />

indicazioni. Mi richiamò dopo pochissimi giorni, eccitatissimo e<br />

mi chiese di portargli subito un centinaio di quei flaconi perché i<br />

gatti che assumevano il succo di Aloe stavano meglio e migliorava<br />

anche il loro pelo.<br />

Ricercatori professionisti hanno condotto seri studi sui componenti<br />

chimici di questa pianta e sui loro effetti, ma le ricerche sono<br />

disseminate un pò ovunque ed ognuno tende a custodirle gelosamente.<br />

Quanto tempo utile avrei risparmiato se avessi avuto per le<br />

mani allora un libro come questo, esaustivo e completo, veritiero.<br />

Dopo tanti anni, mentre continuo a cercare ulteriori conferme, intendo<br />

offrire al pubblico le mie ricerche, frutto di tanta fatica.<br />

8


Aloe<br />

Avvertenza<br />

Le informazioni riportate in questo libro non sostituiscono in alcun modo<br />

le diagnosi o i trattamenti specialistici e sono presentate solo a scopo di<br />

ricerca. Contattate sempre medici qualificati prima di assumere qualsiasi<br />

sostanza. Il libro esaurisce ogni argomento e vi darà le cognizioni necessarie<br />

in campo storico, botanico, chimico, medico e veterinario, senza dover<br />

ricorrere all’acquisto di ulteriori libri. Un’edizione aggiornata verrà<br />

riproposta ogni anno affinché i professionisti possano evitare di effettuare<br />

ricerche continue.<br />

Ringrazio quanti vorranno contattarmi per segnalare le proprie<br />

esperienze ed ampliare le ricerche a beneficio di molti.<br />

Invatemi il vostro indirizzo email e vi contatterò per invitarvi alle<br />

mie prossime conferenze gratuite sull’Aloe.<br />

I dati personali non verranno diffusi, a tutela della privacy.<br />

giancarlo.bruschini@hotmail.it<br />

cell. 331 6356888<br />

9


LA STORIA DELL’ALOE<br />

L<br />

’Aloe, tra le molte piante di questo Pianeta, vanta sicuramente<br />

un’affascinante storia millenaria testimoniata da molti testi<br />

antichi che ne documentano l’uso e le caratteristiche terapeutiche.<br />

Definita pianta dell’immortalità dagli antichi Egizi, essa veniva<br />

piantata presso l’entrata delle piramidi per indicare il cammino<br />

dei Faraoni verso la terra dei morti. Usata anche come ingrediente<br />

nella preparazione di sostanze per l’imbalsamazione, come nel<br />

caso del Faraone Ramses II, l’Aloe, sia in Egitto sia nell’antica Mesopotamia,<br />

era coltivata soprattutto ad uso terapeutico. Sempre<br />

gli antichi Egizi, inventori del clistere, la utilizzavano come enteroclisma<br />

purgante associandola ad altre erbe. Persino la Bibbia fa<br />

riferimento più volte a questa pianta; ad esempio nel Vangelo di<br />

Giovanni, capitolo 19 verso 39, leggiamo che Nicodemo realizzò<br />

una miscela di Mirra ed Aloe per preparare il corpo di Gesù per la<br />

sepoltura. Nei Salmi (45:8), le vesti dei Re sono profumate di Mirra<br />

e Aloe. Si sa, inoltre, che gli antichi Assiri ingerivano il succo di<br />

Sibaru o Siburu (Aloe) per risolvere i disagi dovuti all’ingestione<br />

e alla formazione di gas intestinali. Non fu difficile per gli Assiriologi,<br />

infatti, identificare l’Aloe, nella decifrazione dei testi cuneiformi,<br />

sulle tavolette d’argilla ritrovate durante gli scavi in quella<br />

che doveva essere la biblioteca del re Assurbanipal (Dizionario<br />

Botanico Assiro di Thompson), laddove si poteva leggere: “Le foglie<br />

assomigliano a foderi di coltelli”. Nella cultura Maya, l’Hunpeckin-ci<br />

(Aloe) era considerato un meraviglioso rimedio per il mal di testa.<br />

Il succo si preparava in infusione e veniva bevuta diluito con<br />

acqua, mentre le donne Maya strofinavano il gel (dal forte gusto<br />

amaro) sui seni per imporre lo svezzamento ai loro bambini (Roys,<br />

Ralph L., 1931, “The Ethnobotany of the Maya” - New Orleans: Tulane<br />

University, Department of Middle American Research). Nel 1° secolo<br />

a.C., sia Dioscoride, medico greco al servizio dell’Impero Romano,<br />

che Plinio il Vecchio, autore del famoso trattato “Historia Naturalis”,<br />

descrivevano gli usi terapeutici del succo d’Aloe per curare<br />

ferite, disturbi di stomaco, stipsi, punture d’insetto, mal di testa,<br />

10


calvizie, irritazioni della pelle, problemi orali ed altri disagi.<br />

Per quanto concerne ancora le testimonianze storiche è interessante<br />

ciò che Cristoforo Colombo, durante il viaggio verso il Nuovo<br />

Mondo, annotò nel suo diario: “Todo està bien, hay Aloe a bordo”.<br />

E’ indubbio che diverse civiltà e vari popoli hanno attribuito a questa<br />

pianta anche poteri “magici”, “superstiziosi” ed “esoterici”; ad<br />

esempio, secondo un testo cuneiforme accadico di oltre 4000 anni<br />

fa, posta davanti all’ingresso di molte case, in particolar modo di<br />

nuova costruzione, essa assicurava lunga vita e prosperità ai suoi<br />

residenti. Ancora oggi, peraltro, in Egitto è considerata protettrice<br />

e portatrice di felicità se collocata presso le abitazioni. Non a caso,<br />

tra l’altro, la sitrova anche all’interno dei negozi: qualcuno crede<br />

ancora, infatti, che essa protegga il nucleo familiare assorbendo le<br />

energie negative portate da alcuni visitatori; un fiocco rosso attorno<br />

alla pianta, poi, serve ad invocare l’amore, mentre uno verde ad<br />

invocare la fortuna; in alcuni rituali, inoltre, è ancora utilizzata per<br />

il suo “potere energetico” (Quepo - Sociedad Peruana de Cactus y Suculentas<br />

vol. 14-2000). Questo breve tracciato storico, che contempla<br />

anche aspetti legati alla superstizione, dimostra come l’Aloe,<br />

da oltre quattromila anni, faccia parte della medicina popolare<br />

nella storia dell’umanità. Ai nostri giorni, dopo essere stata relegata<br />

ad un posto di second’ordine, com’è avvenuto per la maggior<br />

parte delle piante medicinali a causa di un uso generalizzato dei<br />

farmaci moderni, l’Aloe è tornata a far parlare di sé e in particolar<br />

modo a partire dal 1851, quando due ricercatori, Smith e Stenhouse,<br />

isolarono un principio attivo con proprietà lassative che essi<br />

chiamarono Aloina; ma fu soltanto nel 1935 - anno in cui Creston<br />

Collins e suo figlio rivelarono in un rapporto divenuto poi celebre<br />

il possibile utilizzo dell’Aloe per sopperire agli effetti devastanti<br />

delle radiazioni - che molti scienziati presero in considerazione<br />

uno studio più approfondito di questa miracolosa pianta. Quando,<br />

poi, il farmacista texano Bill Coats, alla fine degli anni ‘50, riuscì<br />

a stabilizzare la polpa con un procedimento naturale, si aprirono<br />

, infine, le porte alla commercializzazione ad uso industriale<br />

di prodotti a base d’Aloe. In precedenza i limiti erano posti dal<br />

11


problema dell’ossidazione del succo che non si conservava a<br />

lungo, alterandosi rapidamente una volta estratto a freddo dalla<br />

pianta. Alcuni ricercatori tentarono di risolvere il problema con<br />

l’esposizione del gel ai raggi ultravioletti, ma questo procedimento<br />

alterava la sua composizione chimica; si tentò inoltre con la<br />

pastorizzazione del gel a temperature superiori ai 60° dopo aver<br />

aggiunto perossido d’idrogeno, ma anche questo tentativo fallì.<br />

Bill Coats fu il primo a realizzare un procedimento atto a conservare<br />

gli enzimi e le vitamine presenti nell’Aloe; tale procedimento<br />

consisteva nell’incubazione del gel con aggiunta di vitamina C<br />

(acido ascorbico), vitamina E (tocoferolo) e sorbitolo (Marc Schweizer,<br />

“Aloès la plante qui guèrit”, Apophtegme). Nel 1950 il dottor G.W.<br />

Reynolds classificò almeno 350 specie di Aloe ed oggi si contano<br />

oltre 600 varietà di piante del genere Aloe della famiglia delle Liliacee,<br />

ora più precisamente classificate come Aloaceae. 125 specie<br />

sono state catalogate solo nel Sud Africa (inclusi lo Swaiziland ed<br />

il Lesotho), mentre le altre sono distribuite in ulteriori zone del<br />

continente africano, in Israele in India, in Pakistan, nel Nepal, in<br />

Cina, in Tailandia, in Cambogia, nei Caraibi, in Spagna, a Cuba,<br />

nell’America Centrale e del Sud, nell’America del Nord (Texas<br />

e Florida) e in Messico. Il suo ceppo d’origine va dunque ricercato<br />

in Africa da dove fu poi distribuita in tutto il mondo (Reynolds<br />

1966). Il suo habitat è tipico delle zone aride e desertiche e<br />

può raggiungere altezze che variano dai pochi centimetri ai venti<br />

metri, secondo la specie. Va chiarito che generalmente, in botanica,<br />

si usa chiamare una pianta con la denominazione assegnata<br />

dall’ultimo studioso; per fare un esempio, l’Aloe Barbadensis o<br />

delle Barbados, di Miller, è il nome attuale dell’Aloe vera di Linneo<br />

e dell’Aloe Vulgaris di Lamarck. Il termine Aloe (“Allo eh” in<br />

arabo, “Halal” in ebraico, “Alo hei” in Cina, Aloe nei paesi occidentali)<br />

deriva dalla radice greca “Als” o “Alos”, che significa sostanza<br />

amara, salata come l’acqua del mare. I suoi fiori vanno dal<br />

bianco-verdastro, per esempio, dell’Aloe Integra dello Swaziland<br />

che fiorisce da ottobre a dicembre; dal rosa-aranciato dell’Aloe<br />

Zebrina (distribuita in Botswana, Namibia, Angola e Zimbabwe),<br />

12


con fioritura da gennaio a marzo e da novembre a dicembre, secondo<br />

il clima, al rosa più intenso, con tendenza al rosso, dell’Aloe<br />

Peglerae presente in Magaliesberg, Witwatersberg (Petroria), con<br />

fioritura da luglio ad agosto (vedi “Guide to the Aloes of South Africa”<br />

- Briza Publication 1996). Tra le varie e sorprendenti caratteristiche,<br />

ormai conosciute, ad uso topico ed interno dell’Aloe, non stupisce<br />

vederla classificata tra le piante domestiche antinquinanti, con la<br />

capacità di liberare ossigeno ed assorbire anidride carbonica anche<br />

di notte. Vediamo ora, in dettaglio, confrontandole fra loro, le<br />

tre specie più conosciute: l’Aloe Vera Barbadensis, l’Aloe Arborescens<br />

Miller e l’Aloe Ferox. Va, innanzitutto, detto che l’Aloe Vera,<br />

così battezzata e descritta da Linneo, l’Aloe Barbadensis di Miller,<br />

e l’Aloe Vulgaris di Lamarck sono la stessa pianta. L’Aloe Barbadensis<br />

deve il suo nome alle Isole Barbados, ma è anche presente<br />

nel resto delle Antille, nei Caraibi e soprattutto sulla costa nord<br />

orientale dell’Africa da cui probabilmente si diffuse. Il problema<br />

del nome è complicato dal fatto che Miller aveva a sua volta denominato<br />

e battezzato Aloe Vera un’altra varietà di Aloe creando<br />

una certa confusione nell’ambiente botanico. Così, oggì, abbiamo<br />

sia l’Aloe Barbadensis, chiamata spesso Aloe Vera, sia un altro<br />

tipo di Aloe denominata Aloe Vera qualità Vera per differenziarla<br />

dalla prima. Confrontandole, però, è abbastanza facile distinguere<br />

la Barbadensis dall’Aloe Vera qualità Vera pur senza essere dei<br />

botanici di professione: la prima ha le foglie raccolte intorno ad<br />

un rosone centrale, mentre l’altra ha le foglie sovrapposte. L’Aloe<br />

Barbadensis può raggiungere un’altezza massima di 60-90 cm e<br />

vive generalmene 5 anni. Le sue foglie spinose possono raggiungere<br />

una lunghezza di 40-50 cm, con una larghezza alla base che<br />

varia dai 6 ai 10 cm. Queste foglie, maculate in fase di crescita,<br />

assumono un colore verde uniforme allo stato adulto, rivestite da<br />

una pellicola protettrice che permette alla pianta di filtrare l’aria<br />

e l’acqua. Sotto questa membrana troviamo un primo strato cellulosico<br />

che racchiude cristalli di ossalato di calcio e le cellule pericicliche<br />

dell’Aloina, l’essudato giallo-rosato con proprietà lassative.<br />

Racchiuso in questa triplice protezione vegetale, troviamo il<br />

13


Parenchima, un tessuto incolore costituito dal gel della pianta<br />

così tanto ricercato. La qualità di quest’ultimo dipende molto dal<br />

tipo di clima e dall’irrigazione. L’Aloe Arborescens, spesso confusa<br />

con l’Aloe Mutabilis, presenta le seguenti caratteristiche: il<br />

suo tronco può superare i due metri di altezza; le foglie vanno dal<br />

colore grigio - verde al verde chiaro e possono arrivare ad una<br />

lunghezza di 50, 60 cm. Il suo paese di origine è il Sud Africa.<br />

Chiamata anche Aloe del Capo (Cape Aloe), cresce spontaneamente<br />

nella provincia del Capo, nel KwaZulu-Natal, nel Mpumalanga<br />

e nel nord della provincia, nel Mozabico, nello Zimbabwe e nel<br />

Malawi. Oggi diffusissima in varie parti del globo, questa specie<br />

fiorisce da maggio a luglio e i suoi fiori possono essere gialli, rosa<br />

o arancio. Poiché contengono poca acqua, le foglie presentano una<br />

quantità maggiore di principi attivi. L’Aloe Ferox, infine, è molto<br />

robusta e la sua altezza varia dai 2 ai cinque metri nelle piante più<br />

vecchie. Le sue foglie, molto carnose, hanno una tendenza di colore<br />

che va dal verde al grigio-verde, con spine di colore più scuro<br />

rispetto alla foglia. Presenta infiorescenze erette, con 5-12 fiori<br />

rosa-corallo disposti in verticale su un unico stelo. Generalmente<br />

confusa con altre specie (A. Marlothii, A. Spectabilis), fiorisce da<br />

maggio ad agosto (nelle zone più settentrionali, invece, da settembre<br />

a novembre). È anch’essa originaria dell’Africa meridionale e<br />

in particolar modo è diffusa nelle zone aride della provincia del<br />

Capo (est ed ovest), nel sud del kwaZulu-Natal e in alcune zone<br />

del sud-ovest del Lesotho. Fino ad oggi si attribuiscono all’Aloe<br />

almeno 160 ingredienti attivi naturali, con proprietà immunizzanti,<br />

nutrienti, ricostituenti, analgesiche, antiflogistiche e depurative.<br />

Il suo primario principio attivo resta ancora un mucopolisaccaride,<br />

chiamato Acemannan (Acemannano), con proprietà immunostimolanti,<br />

capace di incrementare di almeno dieci volte le attività<br />

dei macrofagi (fagociti) che distruggono le tossine e, pare, anche<br />

i tumori. L’Aloe è considerata da molti come un potente energizzante,<br />

primariamente conosciuta per la sua proprietà inibente<br />

sul dolore; infatti, applicata localmente, penetra tutti gli strati<br />

del derma, osteggiando gli enzimi che causano l’infiammazione,<br />

14


iducendola. Possiede un effetto antibiotico universalmente conosciuto<br />

ed è in grado di agire sul colesterolo. Ottimo epatoprotettore,<br />

pulisce e purifica il sangue nel fegato. Si è dimostrata<br />

di enorme utilità nei casi di pazienti sofferenti di AIDS e di<br />

H.I.V., migliorando la loro qualità di vita ristabilendo l’equilibrio<br />

dei linfociti T e B. in una conferenza tenuta a Bruxelles nel<br />

1990 (Conferenza Internazionale sulla Ricerca Antivirale), alcuni ricercatori<br />

dichiararono di aver testato l’Acemannano sui gatti<br />

ammalati di leucemia felina ottenendo l’80 % delle guarigioni.<br />

Basandomi su questi dati, ho collaborato con diversi medici veterinari,<br />

riscontrandone gli effetti su gatti ed altri animali. Stabilizza<br />

e regola le funzioni dell’organismo, riattivando le capacità<br />

intellettuali anche in tarda età. Contiene, inoltre, almeno tre acidi<br />

antinfiammatori grassi (colesterolo, campesterol e B-sistosterol)<br />

con azione sul sistema digestivo e su importanti organi come<br />

l’intestino, lo stomaco, il colon, il fegato, i reni e il pancreas (stimolerebbe<br />

la produzione d’insulina). La presenza dell’Acido<br />

Folico, fattore vitaminico del complesso B che mantiene la pelle<br />

e i capelli sani, si è rilevata efficace nella cura delle diverse anemie.<br />

Tra i componenti dell’Aloe vi è il Lupeol, il quale agisce<br />

anche come antidolorifico ed è inoltre un agente antimicrobico.<br />

Molte persone che sono andate oltre lo studio approssimativo<br />

dell’Aloe e della sua storia, non hanno potuto fare a meno<br />

di definirla, dietro il suo aspetto umile e discreto, un prodigio<br />

della natura per le sue virtù terapeutiche apprezzate dall’uomo<br />

da tempi lontani. Aloe, dal greco àls (genitivo alòs, sale, a<br />

causa del succo amaro che ricorda il sapore dell’acqua marina).<br />

Questa meravigliosa pianta esercita la sua azione curativa,<br />

per uso esterno e sull’organismo se assunta per via orale ed<br />

oggi, l’Aloe Barbadensis è sicuramente la più conosciuta tra le<br />

350 specie (Reynolds 1966) e almeno 600 varietà (Fujita) di piante<br />

del genere Aloe, della famiglia delle Gigliaceae, oggi più precisamente<br />

classificate come Aloaceae (fino al 1980 Liliaceae).<br />

Percorriamo ora insieme la sua storia per capire meglio gli<br />

usi e l’importanza che essa ha assunto nel corso del tempo.<br />

15


Molte persone che sono andate oltre lo studio approssimativo<br />

dell’Aloe e della sua storia, non hanno potuto fare a meno di<br />

definirla, dietro il suo aspetto umile e discreto, un prodigio della<br />

natura per le sue virtù terapeutiche apprezzate dall’uomo da<br />

tempi lontani. Aloe, dal greco àls (genitivo alòs, sale, a causa del<br />

succo amaro che ricorda il sapore dell’acqua marina). Questa meravigliosa<br />

pianta esercita la sua azione curativa, per uso esterno<br />

e sull’organismo se assunta per via orale ed oggi, l’Aloe Barbadensis<br />

è sicuramente la più conosciuta tra le 350 specie (Reynolds<br />

1966) e almeno 600 varietà (Fujita) di piante del genere Aloe, della<br />

famiglia delle Gigliaceae, oggi più precisamente classificate come<br />

Aloaceae (fino al 1980 Liliaceae).<br />

Egitto<br />

Presso gli antichi Egizi, l’Aloe aveva la reputazione di mantenere<br />

belle le donne. I faraoni, da parte loro, consideravano questa pianta<br />

come un “elisir di lunga vita”. La tradizione richiedeva inoltre<br />

che si portasse una pianta d’Aloe, simbolo di rinascita vitale, come<br />

dono, durante le cerimonie funebri. Piantate intorno alle piramidi<br />

e lungo le strade che conducevano alla Valle dei Re, l’Aloe accompagnava<br />

il faraone nel suo viaggio verso l’aldilà, allo scopo di<br />

curarlo e nutrirlo durante il viaggio. La fioritura, era il segno che<br />

il defunto aveva raggiunto “l’altra riva”. I sacerdoti includevano<br />

inoltre l’Aloe tra gli ingredienti per la composizione della formula<br />

dell’imbalsamazione, con il nome di “pianta dell’immortalità”.<br />

L’Aloe era utilizzata presso questo popolo come cosmetico; infatti,<br />

si tramanda che gli occhi di Cleopatra, dovessero la loro penetrante<br />

bellezza ad un collirio a base d’aloe, confezionato da una<br />

delle sue schiave numide e che la bellezza della pelle della regina<br />

Nefertiti dipendesse dai suoi continui bagni nel latte d’asina con<br />

aggiunta di polpa d’Aloe. Il “papiro Ebers”, risalente al 1550 avanti<br />

Cristo ,costituisce uno dei resoconti egizi più dettagliati sull’Aloe.<br />

16


Grecia e Roma<br />

Per i Greci, l’Aloe simboleggiava la bellezza, la pazienza, la salute<br />

e la fortuna. In uno dei suoi trattati, Ippocrate descrisse alcune<br />

proprietà curative dell’Aloe: ricrescita dei capelli, guarigione<br />

dei tumori, cura della dissenteria e dei disturbi dello<br />

stomaco. Si narra che, verso il 330 A.C., Alessandro il Grande,<br />

ferito durante l’assedio di Gaza (Palestina) da una freccia nemica,<br />

riportò un’infezione. Proclamato Figlio di Zeus, presso l’oasi<br />

di Amon, fu unto con olio d’Aloe proveniente dall’isola di Socotra,<br />

per l’occasione, da un sacerdote inviato dal celebre Aristotele<br />

e guarì. Sempre su consiglio di Aristotele, Alessandro intraprese<br />

una spedizione navale per conquistare tale isola dell’Oceano<br />

Indiano e mettere infine le mani su quella prodigiosa pianta.<br />

Si diceva, in effetti, che il succo di Aloe rendesse i guerrieri e i<br />

cavalli invulnerabili. Per molti orientali, l’Aloe era in grado di<br />

procurare la saggezza e l’immortalità. I Fenici facevano essiccare<br />

la polpa estratta dalle foglie in otri di pelle di capra e l’esportavano<br />

in tutto il mondo greco-romano. Fu durante le guerre<br />

Puniche che i Romani scoprirono con stupore le virtù terapeutiche<br />

dell’Aloe dai prigionieri Cartaginesi, i quali ne facevano<br />

grande uso per curarsi le ferite. Nel primo secolo della nostra era,<br />

Celso, uno dei precursori della medicina, illustrò ampiamente i<br />

pregi dell’Aloe. Dioscoride, medico greco che per lungo tempo<br />

prestò servizio presso le armate romane, descrisse con entusiasmo<br />

nel suo “De Materia Medica”, le proprietà di questa pianta; tra queste,<br />

citò il potere di far coagulare il sangue delle ferite, di cicatrizzare<br />

le escoriazioni e le piaghe, di guarire i foruncoli e le emorroidi.<br />

Sempre secondo Dioscoride, l’Aloe avrebbe la capacità di far<br />

ricrescere i capelli e guarire le oftalmie. Plinio il Vecchio (23-79<br />

D.C.), già predentemente citato, descrisse nel suo trattato “Historia<br />

Naturalis”, il modo naturale di guarire la dissenteria iniettando<br />

il succo d’Aloe mediante una pera per clistere.<br />

17


Oriente ed Africa<br />

I beduini della penisola arabica e i guerrieri touaregs del Sahara,<br />

conoscono bene il potere guaritore dell’Aloe, che essi chiamano<br />

“Giglio del deserto” da tempi immemorabili. Per proteggere le proprie<br />

abitazioni, i popoli dell’antica Mesopotamia ornavano le porte<br />

con foglie d’Aloe. In caso di epidemia o carestia, i Parti e gli Sciiti<br />

si nutrivano di polpa di Aloe. L’isola di Socotra era rinomata già<br />

dal V secolo a.C. per le estese piantagioni. I suoi abitanti, esportavano<br />

gli estratti di questa pianta (musabbar), fino in Cina (alohei),<br />

passando per l’India, la Malesia, il Tibet. L’iniziazione alla<br />

medicina e ai poteri della canapa e dell’Aloe, faceva parte degli insegnamenti<br />

della setta Ismaelita, di cui uno dei primi e più illustri<br />

rappresentanti fu il medico e filosofo Ibn Sina, meglio conosciuto<br />

come Avicenna, al quale Hassan Ibn al-Sabbah, il famoso Vecchio<br />

della Montagna, capo della confraternita degli Assassini, s’ispirò.<br />

Questa dottrina comprendeva l’approfondimento graduale<br />

degli arcani dei “sette sebayah” o “conoscenza del sentiero diritto”,<br />

con il quale gli Ismaeliti conferivano ai loro adepti i poteri magici.<br />

L’Aloe, insieme alla canapa figura inoltre tra le piante coltivate<br />

intorno alla fortezza di Alamut (nord della Persia) ed era considerata<br />

vulneraria dagli Israeliti, antidoto ed Elisir di lunga vita. Si<br />

afferma che uno dei segreti dei Templari fosse il famoso “Elisir di<br />

Gerusalemme”, a base di hashish, polpa di Aloe e vino di palma.<br />

Otto secoli dopo, Dominique Larrey, chirurgo nelle armate di Napoleone,<br />

iniziato da un Marabutto (santone musulmano) che guariva<br />

con successo le più terribili ferite inflitte ai suoi mamelucchi,<br />

apprese lui stesso ad utilizzare la polpa delle foglie d’Aloe, tagliate<br />

a colpo di sciabola, da cui deriva l’espressione militare francese:<br />

“Sabrer l’Aloès” (Archives du-val-de-Grace). La medicina Ayurvedica,<br />

disciplina tradizionale induista, tiene da tempi lontani in<br />

alta considerazione la pianta d’aloe, considerata sacra dagli indù,<br />

facendo parte dei rituali di sacrificio, tanto che alcune specie d’Aloe<br />

erano rigorosamente protette. Sui roghi funebri si usa ancora oggi<br />

collocare delle foglie d’Aloe, simbolo di rinascita e d’eternità.<br />

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« Todo està bien, hay Aloe a bordo »<br />

Dal Diario di bordo di Cristoforo Colombo<br />

Medio Evo<br />

Nel celebre trattato di medicina della scuola di Salerno, Costantino<br />

l’Africano e i suoi discepoli riservarono un posto preminente<br />

all’Aloe. Robert Dehin, nel suo libro “Docteur Aloès”, riporta<br />

questi famosi versi dedicati alla pianta:<br />

“Il sèche une blessure, il ravive la chair.<br />

Du prépuce malade il détruit le cancer.<br />

Purge d’humeur les yeux, la tête dégagée.<br />

L’oreille oblitérée et la langue chargé.<br />

D’un débile estomac ranime la vigueur.<br />

Arrête des cheveux la chute et la langueur.<br />

Il soulage le foie et guérit les ictères”.<br />

Fu durante l’era delle Crociate, che i guerrieri cristiani d’Occidente<br />

conobbero i pregi dell’Aloe che i loro avversari consideravano<br />

come il rimedio per eccellenza. Durante le loro conquiste, gli<br />

Arabi acclimatarono l’aloe in Andalusia. Grazie alla sua polpa, i<br />

marinai spagnoli della Santa Maria, decimati da malattie e malnutrizione,<br />

furono parzialmente guariti da Cristoforo Colombo,<br />

soprannominato per l’occasione “Dottore del barattolo”. Da quel<br />

giorno gli spagnoli ne ebbero sempre una scorta a bordo delle<br />

loro navi. Paracelso, famoso medico del Rinascimento, conobbe i<br />

meriti dell’Aloe a Salerno, poi in Spagna e Portogallo. In una sua<br />

lettera menzionò la “preziosa e segreta Aloe il cui succo d’oro guarisce<br />

bruciature e avvelenamento del sangue”. Furono soprattutto i<br />

gesuiti portoghesi e spagnoli che, sul cammino dei primi esploratori,<br />

coltivarono l’Aloe in tutte le colonie d’America, d’Africa e<br />

dell’Estremo Oriente, pianta di cui conoscevano bene le proprietà<br />

curative. Gli indiani convertiti la chiamavano “l’albero di Gesù”.<br />

19


Gli Indiani d’America<br />

L’Aloe, come anche l’Agave, era una delle 16 piante sacre degli<br />

Amerindi. Spesso confuse, benché non appartengano alla stessa<br />

famiglia botanica, le foglie cotte sotto la cenere erano mangiate;<br />

la polpa fresca arrestava le emorragie e cicatrizzava le ferite; il gel<br />

amaro fermentato aveva la reputazione di “calmare” lo stomaco,<br />

pulire i reni e la vescica, sciogliere i calcoli, calmare la tosse e la<br />

congestione polmonare, provocare le mestruazioni. Nell’America<br />

precolombiana, le ragazze Maya si cospargevano il viso di<br />

succo d’Aloe per attirare l’attenzione dei ragazzi proprio come<br />

Cleopatra. Prima d’ogni battuta di caccia o di partire in battaglia, i<br />

guerrieri si cospargevano il corpo di succo d’Aloe. Per i Mazahua,<br />

l’Aloe era la pianta magica per eccellenza: guariva da tutte le malattie<br />

coloro che ne mangiavano, donava forza “facendo scendere<br />

il dio in lui”, ridonava lo spirito al folle, all’ubriaco e a chi farneticava.<br />

Una curiosa tradizione Maya affermava che, mentre il succo<br />

d’Agave rendeva folli, quello d’Aloe era in grado di guarire dalla<br />

follia. Gli Jivaros l’avevano soprannominata la “medicina del cielo”<br />

poiché pensavano che la pianta sacra rendesse invulnerabili.<br />

Il Ticitl o guaritore era, presso i Nahua, colui che conosceva i poteri<br />

delle piante: egli guariva le ferite, le punture d’insetto e i morsi<br />

di serpente con la polpa d’Aloe. Gli indiani combattevano l’emicrania<br />

applicandolo in cataplasmi attorno alla testa dolorante.<br />

Furono i gesuiti a rivalutare l’Aloe nelle colonie d’America. Essi<br />

conoscevano le proprietà terapeutiche di questa pianta, coltivata<br />

con estrema cura nei monasteri dell’Andalusia.<br />

20


Estremo Oriente<br />

In Giappone, l’Aloe è considerata tutt’oggi la regina delle piante.<br />

Decine di specie sono coltivate per gli usi più svariati, in un paese<br />

in cui l’Aloe si beve, si mangia, si consuma in ogni maniera possibile.<br />

Anticamente, prima d’ogni battaglia, i samurai si cospargevano<br />

il corpo con la polpa d’Aloe per scacciare i demoni e rendersi<br />

invincibili. Oggi, con la polpa dell’Aloe Saponaria si ottengono saponi<br />

e cosmetici. I principi attivi dell’Aloe Ferox, dell’Aloe Thraskii<br />

e dell’Aloe Marlothii sono tra i componenti principali di preparati<br />

cosmetici e farmaceutici, ed anche i Cinesi ne fanno largo<br />

uso. Da svariati secoli, l’Aloe è da loro considerata come rimedio<br />

specifico per scottature e problemi della pelle. La farmacopea cinese<br />

di Li Shih-Shen (1518-1593), cita l’Aloe tra le maggiori piante<br />

terapeutiche, definendola come il “rimedio dell’armonia”. Le spine<br />

dell’Aloe Ferox erano usate come aghi per praticare l’agopuntura<br />

dai famosi medici itineranti. La medicina moderna usa la polpa<br />

dell’Aloe Sinensis nel trattamento dell’arteriosclerosi.<br />

UN TESTO ANTICO<br />

Acosta Critoforo (o José de Acosta), ricercatore scrupoloso sulle<br />

droghe provenienti dalle Indie, tra le varie piante descritte in schede<br />

verso la fine del 1500, e che ebbe modo di catalogare e studiare<br />

sui luoghi da lui visitati, alle pagine 145 – 159 del suo trattato dal<br />

titolo “HISTORIA NATURALE, E MORALE DELLE INDIE” descrive<br />

l’Aloe in questo modo: “Mescolato con sapa, sana le Posteme,<br />

& le fissure del sedere. Reprime l’uscita dell’hemorroidi, mitica le rugose<br />

infiammazioni, che si generano ne gli occhi, & modera il pizzicore de<br />

cantoni de gli occhi. Applicato con aceto, & oglio rosato sopra la fronte,<br />

& le tempie, leva il dolore della testa; & con vino, mantiene i capelli, che<br />

cadeno… Mescolato l’Aloe con Mirra, preserva da corruttione non solo i<br />

corpi vivi, ma i morti ancora”.<br />

21


SCOPERTE RECENTI<br />

Negli ultimi anni, la ricerca sulle proprietà dell’Aloe ha compiuto<br />

altri passi avanti. Nel 1984, studi condotti sotto la direttiva di Ivan<br />

E. Danhof, professore di fisiologia all’università del Texas e capo<br />

del laboratorio di ricerche del nord Texas, hanno dimostrato che<br />

l’applicazione del gel di Aloe sulla pelle incrementerebbe da sei<br />

a otto volte la produzione di fibroblasti umani in rapporto al ritmo<br />

di riproduzione cellulare normale. Responsabile della fabbricazione<br />

del collagene, principale supporto proteinico della pelle, i<br />

fibroblasti sono cellule la cui attività condiziona l’invecchiamento<br />

del derma e la formazione delle rughe. Secondo Dahnof, sarebbero<br />

i polisaccaridi presenti nella polpa dell’Aloe a facilitare la riorganizzazione<br />

delle cellule dell’epidermide. Il dottor Dahnof ha mostrato<br />

le fantastiche virtù reidratanti dell’Aloe, il cui gel (costituito<br />

al 95% di acqua) penetra all’interno della pelle da tre a quattro<br />

volte più velocemente dell’acqua. Al medico giapponese Fujita,<br />

dobbiamo invece la scoperta che la bradachinasi sarebbe l’enzima<br />

analgesico, antidolorifico e cicatrizzante dell’Aloe, mentre precedentemente<br />

si pensava che questa funzione calmante dipendesse<br />

essenzialmente dalla presenza dell’acido salicilico. Nel 1985, il<br />

dottor Bill Mc Analley, isolava un polisaccaride dell’Aloe Barbadensis<br />

che egli chiamò “Carrisyn”, mentre dei ricercatori canadesi<br />

scoprivano una molecola attiva con proprietà antivirali: Acemannan<br />

(Acemannano). Sembra che Carrisyn sia il nome commerciale<br />

dell’Acemannano depositato dai laboratori Carrington. Studi clinici<br />

effettuati su pazienti sieropositivi, mostrarono che la Carrisyn<br />

rinforzava il sistema immunitario e impediva la progressione del<br />

virus dell’H.I.V. Il dottor Reg Mc Daniel rilevò che contrariamente<br />

a quanto avveniva con altri farmaci, il trattamento a base di<br />

Carrisyn non produceva alcun effetto secondario negativo. Tale<br />

notizia suscitò scalpore. Il Dottor Reg Mc Daniel affermò: “Sembra<br />

che la Carrisyn neutralizzi il virus dell’Aids trasformando il suo involucro<br />

proteinico, impedendogli di fissarsi alle cellule T4. (Rapporto<br />

preliminare pubblicato nel 1987 sulla rivista Clinical Research).<br />

22


I laboratori Carrington hanno ottenuto l’autorizzazione dell’F.D.A.<br />

(Food & Drugs Administration) di sperimentare la Carrisyn<br />

sull’uomo. Parallelamente a queste ricerche americane, gli studiosi<br />

Russi dell’ex Unione Sovietica non furono da meno. Il professor<br />

Brekhman, l’oftalmologo Vladimir Filatov e il neurologo<br />

Sergej Pavlenko, per menzionare solo i più conosciuti, studiarono<br />

gli effetti sorprendenti dell’Aloe. Wolfgang Wirth, nella sua opera<br />

“Guarire con l’Aloe” descrive l’epopea russa con ciò che riassumiamo<br />

qui sotto:<br />

La Russia e l’Aloe<br />

Il professor Vladimir Petrovitch Filatov (28-2-1875/30-10-1956),<br />

oftalmologo russo originario di Odessa, specialista in trapianti,<br />

è stato uno dei pionieri moderni della terapeutica a base d’Aloe.<br />

Ricercatore dinamico e pieno di curiosità, non si limitò ad esercitare<br />

la medicina tradizionale. Il suo motto era: “E’ colui che guarisce<br />

ad aver ragione”. Questo chirurgo e ricercatore studiò discipline<br />

non ortodosse che i suoi pari consideravano sciocche superstizioni.<br />

Era affascinato dall’omeopatia, dalla Naturopatia, dalle forme<br />

energetiche; credeva in una medicina unitaria, olistica. Per lui,<br />

sia la chemioterapia sia la cura con le piante dovevano lavorare<br />

insieme, in vista della guarigione piuttosto che opporsi l’una<br />

all’altra. Diceva spesso: “Là dove una terapia è inefficace, bisogna<br />

tentarne un’altra! Per ogni male esiste il rimedio, sta a noi medici<br />

scoprirlo.” Durante i suoi numerosi viaggi dal Caucaso alla Siberia,<br />

studiava sul posto le piante medicinali e i segreti dei guaritori<br />

locali. Dopo la rivoluzione d’Ottobre, Filatov fu in grado di proseguire<br />

i suoi studi sotto il regime sovietico, definendo il proprio metodo,<br />

“medicina dialettica”, per evitare ostacoli di natura politica.<br />

Secondo il suo punto di vista, l’opposizione tra guaritori e medici<br />

non doveva costituire un problema, anzi, desiderava poter insegnare<br />

loro alcuni concetti di medicina tradizionale. Pioniere della<br />

Cheratoplastica (trapianto della cornea), la principale scoperta di<br />

Filatov consisteva nel fatto che il trapianto di un frammento di<br />

23


cornea sana in una divenuta opaca a causa della cataratta, rendeva<br />

alla cornea malata la trasparenza originaria. Aveva scoperto<br />

che il processo di guarigione era ancora più rapido se il campione<br />

fosse stato esposto a una temperatura fredda di +2° +3°. Praticò<br />

con successo più di 4000 trapianti, sorpreso dal fatto paradossale<br />

che un tessuto prelevato da un cadavere e conservato al freddo<br />

era più efficace di uno prelevato da un donatore vivente. Durante<br />

i suoi studi, prese in considerazione erbe come il ginseng e l’Aloe<br />

(Arborescens), abbondante al sud dell’ex Unione Sovietica e di cui<br />

aveva osservato i sorprendenti effetti terapeutici presso i guaritori<br />

tradizionali dell’Asia Centrale. Cercava di stabilire se le sue teorie<br />

si applicassero anche alle piante e, in seguito a centinaia di esperienze<br />

condotte sull’Aloe, mise a punto la tecnica seguente: tagliava<br />

alcune foglie di Aloe Arborescens e le conservava per dieci<br />

giorni al riparo della luce e a temperatura di +2° +3°, poi estraeva<br />

la polpa dalle foglie e ne iniettava il succo sotto la pelle dei<br />

pazienti, ottenendo gli stessi effetti curativi che si ottenevano<br />

trapiantando i tessuti prelevati dai cadaveri. Filatov ne dedusse<br />

che “ogni deterioramento delle condizioni di vita in un organismo<br />

animale o vegetale, provoca in quest’ultimo la secrezione di<br />

stimolatori biogenici, regolatori vitali dalle proprietà terapeutiche<br />

sorprendenti”. Scoprì inoltre che le foglie d’Aloe, portate ad una<br />

temperatura di 120°, conservavano alcune proprietà anche se gli<br />

enzimi erano andati perduti. Filatov ne concluse che a provocare<br />

la guarigione non era l’estratto della polpa dell’Aloe o la cornea<br />

in se stessa, piuttosto gli stimolatori biogenici in essa contenuti.<br />

Malgrado ciò, egli non riuscì mai a stabilire cosa fossero questi stimolatori<br />

biogenici né come funzionassero. Sempre secondo il suo<br />

principio che “E’ colui che guarisce ad aver ragione”, Filatov guarì<br />

numerosi pazienti con dei preparati a base d’Aloe (bio-stimolata),<br />

constatando che questa pianta stimola le funzioni fisiologiche e<br />

aumenta considerevolmente le sue difese immunitarie. Fu il dottor<br />

Max Brandt a cercare di dare una spiegazione scientifica a<br />

questo processo: “Il meccanismo del funzionamento degli stimolatori<br />

biogenici a base d’Aloe, agisce passando per il sistema nervoso centrale.<br />

24


Se l’Aloe provoca un prolungamento nella durata dei processi condizionati,<br />

induce ad una diminuzione della loro potenza fino alla totale sparizione<br />

della stessa. Si può dunque parlare di un rafforzamento di un processo<br />

d’inibizione nel sistema nervoso centrale già descritto da Pavlov. Il<br />

rallentamento dell’attività della corteccia cerebrale che si produce sotto<br />

l’effetto dell’Aloe è considerato dai ricercatori più avanzati, come un rallentamento<br />

terapeutico protettivo. (…) Tutti i dati clinici dimostrano<br />

l’importante attività biologica dell’Aloe e il sicuro effetto degli stimolatori<br />

biogenici sul sistema nervoso centrale.”<br />

Dopo la scomparsa del dottor Filatov, diversi allievi anno proseguito<br />

i suoi studi. Il dottor Woljanski ha studiato e messo a punto<br />

una tecnica a base d’Aloe, capace di arginare le sciatiche più refrattarie<br />

e il dottor Kurako ha ottenuto eccellenti risultati nel trattamento<br />

delle infiammazioni del midollo spinale. In geriatria, il dottor<br />

Kalmanovicz osservò la diminuzione dei fenomeni d’astenia<br />

e il notevole aumento delle capacità intellettuali in pazienti d’età<br />

avanzata, ricoverati nella sua clinica. Secondo il dottor Brandt, la<br />

scoperta di filatov sugli stimolatori biogenici fornirebbe la prova<br />

dell’efficacia del trattamento terapeutico a base d’Aloe come parte<br />

integrante della medicina tradizionale di numerosi paesi. Secondo<br />

lui, la terapeutica a base d’aloe, costituisce un passo importante<br />

nel campo della medicina biologica. Molto efficace nelle malattie<br />

degli occhi, essa aumenta in particolare la capacità visiva e la stabilizza.<br />

Arreca sollievo e in molti casi guarisce chi soffre d’asma.<br />

Influenza positivamente tutte le malattie che hanno un qualsiasi<br />

rapporto con le deficienze del sistema immunitario come il cancro,<br />

la sclerosi multipla e l’AIDS. Rafforza considerevolmente la qualità<br />

di vita delle persone anziane. Sembrerebbe che sia stata scoperta<br />

proprio recentemente la molecola attiva dell’aloe responsabile<br />

della protezione contro le ustioni e le radiazioni atomiche. L’Aloe<br />

quindi è in grado di offrire un’eccellente profilassi nel settore della<br />

radioterapia.<br />

25


ALOE: MEDICINA MILLENARIA<br />

Le virtù dell’Aloe Vera sono state confermate da molte grandi civiltà,<br />

dalla Persia all’Egitto, dalla Grecia all’Italia, in India e nel<br />

continente africano. Storicamente pochi prodotti sono stati descritti<br />

e studiati come l’Aloe:<br />

SUMERI - TAVOLETTA D’ARGILLA<br />

Uno dei primi esempi di uso farmacologico dell’Aloe è riportato<br />

inciso su una tavoletta di argilla sumerica che risale al 2100 avanti<br />

Cristo.<br />

IL PAPIRO DI EBERS - 1500 A.C.<br />

L’antico papiro egiziano di Ebers è conservato nella Leipzig University.<br />

Questo antico documento egiziano contiene molte indicazioni<br />

sulle proprietà curative medicinali dell’Aloe e risale al<br />

1500 a.C. Raffigurazioni dell’Aloe sui muri dei templi dell’Antico<br />

Egitto, testimoniano l’uso di questa pianta già nel 4000 a.C.<br />

41-68 DC “ERBARIO GRECO” di Dioscoride.<br />

Prima descrizione particolareggiata della pianta che chiamiamo<br />

Aloe. Dioscoride notò che l’Aloe conciliava il sonno, puliva lo stomaco,<br />

guariva i foruncoli, emorroidi, escoriazioni, guariva la tonsillite,<br />

ridava tono a pelli secche ed irritate, arrestava le irritazioni,<br />

bloccava la caduta dei capelli, arrestava le emorragie delle ferite e<br />

guariva le malattie della bocca e degli occhi.<br />

700-800 DC<br />

“MATERIA MEDICAS,“ Cina<br />

Primo uso di Aloe in Cina. Fistole, stati febbrili, convulsioni nei<br />

bambini, trattamento per la pelle.<br />

1934 DR. C.E. COLLINS - USA<br />

Descrive l’uso delle foglie di Aloe per guarire le dermatiti sulla<br />

fronte di una donna di 31 anni causate da radiazioni. Collins<br />

26


e figlio descrivono inoltre gli effetti positivi dell’Aloe su cinquanta<br />

pazienti che presentavano danni da radiazione, scottature, ulcere,<br />

e dermatiti. Tutti e cinquanta i pazienti sono guariti con successo.<br />

1945 DR. V. P. FILATOV - RUSSIA<br />

Utilizzava il succo bollito di Aloe per trattare con efficacia le malattie<br />

della pelle causate da parassiti. Affermava che si possono<br />

curare molti disturbi polmonari bevendo il succo d’Aloe.<br />

1950 DR. R.Y. GOTTSCHALL<br />

Comprese che la linfa presente nella foglia dell’Aloe Vera è l’agente<br />

che guarisce. Conducendo degli esperimenti verificò che tale<br />

linfa bollita uccideva il bacillo della Tubercolosi (T. Bacilli).<br />

1956-1957 S. LEVENSON E K. SOMOVA - RUSSIA<br />

Studi sul trattamento di malattie periodontali. Trattamento con il<br />

succo d’Aloe eliminò completamente tali malattie nella maggior<br />

parte dei pazienti.<br />

1963 JULIAN J. BLITZ, JAMES W. SMITH, JACK R. GERARD.<br />

Linfa d’Aloe usata come trattamento in pazienti con ulcera peptica.<br />

17 pazienti su 18 guarirono completamente da tutti i sintomi.<br />

1969 DR EUGENE ZIMMERMANN<br />

Medico dentista ed il Baylor College of Dentistry riconobbero l’efficacia<br />

dell’Aloe, definendola in grado di uccidere o controllare<br />

organismi vari, incluso: Stafilococco Aureus, Streptococcus Viridaus,<br />

Candida Albicans, Corynebacterium Xerosis, e cinque tipi<br />

diversi di Streptococcus Mutans.<br />

1973 M. EL ZAWAHRY, M. RASHAD HEGAZY, M. HELAL -<br />

EGITTO. Questi ricercatori hanno usato una combinazione di linfa<br />

e gel di Aloe per trattare: seborrea, acne, alopecia, ulcere croniche<br />

alle gambe, acne vulgaris e perdita di capelli.<br />

27


1975 ROBERT B. NORTHWAY<br />

Ha dichiarato di aver curato con successo (con l’Aloe), i seguenti<br />

disturbi: vermi, allergie e macchie della pelle, ascessi, infezioni da<br />

funghi, dermatiti, lacerazioni e cisti negli animali.<br />

1978 G.R. WALLER, Oklahoma University.<br />

Ha riscontrato che l’Aloe contiene un largo spettro di aminoacidi<br />

liberi, monosaccaridi liberi, saccaridi e steroli (principalmente<br />

B-sitosterol) hydrolysis, lupeolo. Il B-sitosterol è un potente antinfiammatorio<br />

ed anticolesterolo. Il Lupeolo è un potente killer del<br />

dolore ed anti-microbico.<br />

1982 JOHN HEGGERS, University of Chicago Burn Center.<br />

Riconferma la presenza di acido salicilico nell’Aloe. Questo è un<br />

componente dell’aspirina e spiega perché l’Aloe aiuta a controllare<br />

il dolore. E’ anche un potente agente antinfiammatorio ed antimicrobico.<br />

1983 THE NATIONAL ALOE SCIENCE COUNCIL (NASC),<br />

Ha riportato all’FDA di aver sviluppato uno standard chimico,<br />

cioè l’impronta digitale dell’Aloe. Queste analisi hanno permesso<br />

la commercializzazione e l’uso del succo di questa pianta.<br />

1985 JEFFREY BLAND , Linus Pauling Institute.<br />

Bere succo di Aloe Vera migliora la digestione delle proteine, normalizza<br />

l’abitudine dell’intestino, controlla le infezioni da fermentazioni,<br />

regola le funzioni digestive. Battericida, allevia l’indigestione,<br />

le irritazioni intestinali, la colite, l’acidità di stomaco e non<br />

ha effetto tossico.<br />

1987 ROSALIE BURNS.<br />

Descrisse la malattia comunemente nota come Herpes Zoster, asserendo<br />

che questo viene indebolito applicando la polpa delle foglie<br />

d’Aloe, apportando la riduzione del dolore e accelerando la<br />

guarigione se sparso sopra le vesciche.<br />

28


1987 H. REG MCDANIEL - Dallas, TX.<br />

“Il succo di Aloe è migliore dell’AZT e non è tossico”, l’Aloe Vera<br />

ha fermato l’avanzata dell’AIDS. McDaniel ha concluso che l’Aloe<br />

controlla o uccide molti virus, incluso morbillo, orecchioni, influenza<br />

ed altre malattie virali.<br />

1967 A. FARKAS E R. MAYER<br />

Hanno ottenuto il brevetto (negli Stati Uniti) sull’Aloe Polyuronide.<br />

Il principio attivo sarebbe presente in varie specie d’Aloe<br />

incluso l’Aloe Barbadensis Miller.<br />

1984 O.P. AGARWAL - Uttar Pradesh, India.<br />

Ha eliminato disturbi cardiaci, disturbi provocati dallo stress e<br />

diabete agli oltre 4700 dei suoi 5000 pazienti, i quali sono stati seguiti<br />

per cinque anni. Questi ne hanno assunto circa 120 grammi<br />

al giorno sotto forma di pagnotta di pane (Foglie d’Aloe Vera e farina).<br />

Il trattamento consisteva nel mangiare una pagnotta di Aloe<br />

al giorno.<br />

1988 TERRY PULSE - Dallas, TX.,<br />

Ha constatato che somministrando 600 grammi di succo (foglia intera<br />

di Aloe Vera) a 69 malati di AIDS quotidianamente, i sintomi<br />

sono scomparsi quasi completamente nell’81 % dei pazienti.<br />

1986 DEPARTMENT OF MEDICINE, King Saudi University Arabia.<br />

Il succo essiccato di Aloe è utilizzato nella penisola Arabica<br />

per abbassare il glucosio contenuto nel sangue di pazienti diabetici.<br />

L’Aloe contiene un agente ipoglicemico che abbassa il glucosio<br />

nel sangue.<br />

1989 RICERCATORI VARI - Okinawa, Giappone<br />

Hanno riportato nel diario giapponese “Cancer Research” che<br />

l’Aloe contiene almeno tre agenti ‘anti-tumorali, emodine, mannosio<br />

e lecitine. I ricercatori hanno concluso che l’Aloe controlla<br />

la carcinogenesis polmonare ed è efficace nel trattamento della<br />

29


leucemia, del sarcoma e nella prevenzione dei tumori.<br />

1989 Secondo la THE COSMETIC FRAGRANCE AND TOILET-<br />

RY ASSOCIATION (CTFA), l’Aloe è da molto tempo il più popolare<br />

cosmetico negli Stati Uniti. E’ stato dichiarato il numero uno<br />

tra i prodotti cosmetici da una grande percentuale di consumatori.<br />

1990 I seguenti medici hanno presentato un documento a Bruxelles,<br />

Belgio, aprile 1990 : Jasbir B. Kohlon, Maurice C. Kemp,<br />

Ni Yawei,Robert H. Carpenter, William M. Shannon, and Bill H.<br />

McAnalley. Il documento concludeva dicendo che l’Aloe, o le sostanze<br />

da essa estratte, costituiscono un efficace medicinale contro<br />

l’HIV-1 ed altri virus dell’Aids. La ricerca confermava che: l’ingestione<br />

quotidiana di 60 grammi o più, può agire come un’immunizzazione<br />

contro l’infezione da HIV.<br />

1991 IAN R. TIZARD - del Texas A&M, riportò nel “The Journal of<br />

Molecular Biotherapy”, che il mannosio dell’Aloe è molto efficace in<br />

veterinaria per la cura della leucemia felina e nel cancro di gatti e<br />

cani.<br />

1992 JAMES DUKE, United States Department of Agriculture. Approvazione<br />

dell’uso dell’Aloe per il trattamento (veterinario) del<br />

cancro e della leucemia felina.<br />

1994 UNITED STATES FOOD AND DRUG ADMINISTRATION<br />

Consenso all’uso dell’Aloe come trattamento contro il virus da immunodeficienza<br />

negli esseri umani (HIV-AIDS).<br />

1995 THE INTERNATIONAL ALOE SCIENCE COUNCIL (IASC),<br />

La maggior parte delle marche di prodotti cosmetici contengono<br />

meno del 2% di Aloe. Gli esperti concordano nel dire che una<br />

concentrazione che va dal 25 al 40% di Aloe è necessaria affinché<br />

un prodotto cosmetico abbia qualche beneficio. Il Dr. Wendell<br />

Winters, dell’University of Texas Health Science Center, di San<br />

30


Antonio, ha affermato che l’Aloe contiene almeno 140 sostanze.<br />

Sostanze che controllano la crescita cellulare, riducono le infiammazioni,<br />

incentivano la crescita dei globuli bianchi e altre funzioni<br />

immunitarie, combatte le infezioni.<br />

21 MAGGIO 2000 UNIVERSITA’ DI PADOVA<br />

Brevetto a nome dell’Università di Padova. Sperimentazioni in vitro<br />

ed in vivo dimostrano l’efficacia dell’Aloe. il Professore Palu<br />

spiega che la molecola vegetale si incunea nella cellula tumorale,<br />

ignorando tutte le altre e la distrugge in tempi rapidissimi: negli<br />

esperimenti, cicli di cinque giorni hanno dato esiti pressoché definitivi.<br />

DIPARTIMENTO BOTANICO DI SCIENZE - CAGLIARI<br />

Con la distribuzione gratuita di foglie di Aloe, lo studioso Costantino<br />

Mazzanobile D’Aragona, del Dipartimento Botanico di Scienze,<br />

insieme alla sua equipe di ricercatori ha ricevuto numerose testimonianze<br />

da parte di proprietari di cani che sono guariti dalla<br />

terribile malattia mortale, la Leismaniosi.<br />

31


ALOE : EFFETTI<br />

Prodotti all’Aloe, sia per uso interno che per uso topico, sono ormai<br />

ampiamente utilizzati nel mondo ed anche nel nostro paese<br />

da molti anni. Il polisaccaride contenuto nell’Aloe, denominato<br />

acemannano, isolato negli anni ‘80 per la prima volta dal Dr.<br />

Bill McAnalley, ha dimostrato un significativo miglioramento<br />

dell’attività immunitaria e antivirale. Gli studi hanno comunque<br />

dimostrato che tale sostanza aumenta la risposta dei linfociti aumentando<br />

il rilascio di interleuchina monociti-I. Tuttavia, sembra<br />

esserci una grande variazione nella quantità di acemannano da<br />

un produttore all’altro; per questo motivo consiglio di fare molta<br />

attenzione ai prodotti da banco che vantano la dicitura “all’Aloe”.<br />

Se un prodotto costa relativamente poco, ci sarà sicuramente meno<br />

Aloe o sarà ottenuto a partire da polveri reidratate. L’uso interno è<br />

particolarmente indicato per i suoi benefici effetti sulla regolazione<br />

intestinale. Gli studi preliminari dimostrano effetti interessanti<br />

sulle cure delle ulcere gastrointestinali; inoltre, è ormai dimostrato<br />

che il succo di Aloe riduce i livelli di zucchero nel sangue dei diabetici<br />

di tipo II stimolando la sintesi e il rilascio di insulina. Studi<br />

effettuati su pazienti diabetici hanno dimostrato una riduzione<br />

273-151 mg / dl dei livelli di glucosio medi. In un altro test, l’Aloe<br />

ha ridotto i livelli di glucosio nel sangue dei topi diabetici del 40%<br />

rispetto al gruppo di controllo. Ottimo epatoprotettore, regola le<br />

funzioni del fegato e contrasta i sintomi della sindrome premestruale<br />

(riduzione dei dolori, del flusso abbondante, coadiuvante<br />

nella cura dei fibromi). Pazienti adulti asmatici bronchiali hanno<br />

risposto positivamente al trattamento con Aloe. L’acemannano ha<br />

anche dimostrato una significativa attività antivirale contro il virus<br />

dell’influenza, virus del morbillo e herpes simplex di tipo 1<br />

(HSV-1), inibendo la loro replicazione. Gli antrachinoni dell’Aloe<br />

possono ridurre significativamente la formazione dei cristalli di<br />

calcio nelle urine e ridurre le dimensioni dei calcoli renali. I ricercatori<br />

ritengono che l’acemannan può potenziare l’azidotimidina<br />

32


TRACCE DI ALOE SULLA SINDONE<br />

ricerca esclusiva dell’autore<br />

Dal tempo della sua comparsa a Lirey, nel nord della Francia nel<br />

1353, la Sindone non fa che stupire per la sua straordinaria quantità<br />

di elementi, oggetto di studio accumulati ormai da oltre un<br />

secolo di ricerche per cercare di definire ancora oggi cosa sia il lino<br />

sindonico, costituendo ormai una scienza autonoma, la Sindonologia.<br />

Acquistata da Ludovico I duca di Savoia nel 1453, alla morte<br />

di re Umberto II, ultimo re d’Italia, la Sindone fu donata al Papa.<br />

La tradizione vuole che tale lembo di lino sia il lenzuolo funerario<br />

che avvolse Gesù. Ancora oggi, dopo tante ricerche effettuate sulla<br />

Sindone, molti sostengono l’autenticità di tale reperto a fronte di<br />

quanti, sostenendo il contrario, attribuiscono al lino una datazione<br />

medievale, considerandolo quindi un falso. Di là dalle credenze<br />

e metodologie di datazione, la Sindone “è” un oggetto botanico<br />

in quanto tessuto composto di lino; mentre oli ed altri materiali<br />

vegetali ricavati da antiche piante medicinali potrebbero aver<br />

contribuito alla misteriosa formazione dell’immagine sul tessuto.<br />

In questa sede ci occuperemo soltanto della Sindone come reperto<br />

antico associato alla presenza di tracce di Aloe, rimandando il lettore<br />

interessato ad approfondire tale scienza ad una consultazione<br />

di testi appropriati come per esempio: “Mirra, aloe, pollini ed altre<br />

tracce – ricerca botanica sulla Sindone, di Silvano Scannerini. Ed.<br />

LDC”; e ancora, “La Sindone al microscopio – Esame medico Legale.<br />

Di Pierluigi Baima Bollone e Stefano Zacà. Ed. LDC”.<br />

Ma cosa c’entra l’Aloe con la Sindone? Per seguire la tracciabilità<br />

storica dell’Aloe, durante le ricerche, ho preso in esame tanti<br />

scritti antichi, tra cui anche la Bibbia. Il mio interesse non era affatto<br />

religioso e non mi interessava sapere con certezza chi fosse<br />

la persona ritratta post-mortem sul lembo di lino, volevo trovare<br />

una conferma storica sull’uso di Aloe in quei luoghi biblici per<br />

confermare le mie tesi..<br />

33


La Bibbia menziona più volte questa pianta, ma le Scritture non<br />

fanno riferimento alla specie. Zohary ha riportato dettagliatamente<br />

in due volumi tutta la flora della Bibbia e può essere utile al lettore<br />

esaminare questi testi da vicino. (Vedi “La flora della Bibbia<br />

– Zohary, M 1970, in Enciclopedia della Bibbia, LDC Torino).<br />

Secondo molti botanici, quando gli autori della Bibbia descrivevano<br />

la pianta di Aloe, effettivamente sbagliavano o la confondevano<br />

con un’altra pianta, L’Aquilaria Agallocha, albero sempreverde<br />

della famiglia delle Thymeleaceae da cui si ricavava una resina<br />

profumata e molto costosa. Avendo personalmente discusso di<br />

questa cosa con alcuni botanici accreditati, mi sono reso conto di<br />

quanto questo malinteso sia diffuso. Le ricerche da me effettuate<br />

indicano che gli uomini di quei luoghi biblici conoscevano bene<br />

la flora; infatti, tracce di Aloe aderenti ad una fibrilla di lino del<br />

telo Sindonico sono state evidenziate con il metodo dell’immunofluorescenza<br />

(forse Aloe soccotrina) sul lino. Il soggetto che fu<br />

coperto col lenzuolo dev’essere stato a contatto col terreno, se in<br />

alcuni punti, come per esempio le ginocchia, sono stati evidenziati<br />

elementi e minerali tipici di quella località della Palestina.<br />

Il mio invito, per chi si occupa di botanica, è quello di rivedere i<br />

testi ed apportare le giuste correzioni.<br />

“Che cos’è che sale dal deserto<br />

come una colonna di fumo,<br />

esalando profumo di mirra e<br />

d’incenso e d’ogni polvere<br />

aromatica...(Cantico dei Cantici<br />

3:6);<br />

...mirra e aloe con tutti i migliori<br />

aromi...(4:14) ».<br />

34


- farmaco antivirale (AZT) usato su pazienti con HIV-, riducendo<br />

la quantità di AZT richiesta del 90%.<br />

PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DELL’ALOE<br />

Fino ad oggi si attribuiscono all’Aloe almeno 160 ingredienti attivi<br />

naturali, con proprietà immunizzanti, nutrienti, ricostituenti,<br />

analgesiche, antiflogistiche e depurative. Il principio attivo principale<br />

resta ancora un muco-polisaccaride chiamato Acemannan<br />

(Acemannano), con proprietà immunostimolanti, capace di incrementare<br />

di almeno dieci volte le attività dei macrofagi (fagociti)<br />

che distruggono le tossine e i tumori.<br />

L’Aloe è un potente energizzante, primariamente conosciuta per<br />

la sua proprietà inibente sul dolore; infatti, applicata localmente<br />

penetra tutti gli strati del derma, osteggiando gli enzimi che causano<br />

l’infiammazione, riducendola. Possiede un effetto antibiotico<br />

universalmente conosciuto ed è in grado di eliminare il colesterolo.<br />

Ottimo epatoprotettore, pulisce e purifica il sangue nel fegato.<br />

Si è dimostrata di enorme utilità nei casi di pazienti sofferenti di<br />

AIDS e H.I.V, migliorando qualitativamente la loro qualità di vita<br />

ristabilendo l’equilibrio dei linfociti T e B. In una conferenza tenuta<br />

a Bruxelles nel 1990 (Conferenza Internazionale sulla Ricerca<br />

Antivirale), alcuni ricercatori dichiararono di aver testato l’Acemannano<br />

su gatti ammalati di leucemia felina ottenendo l’80%<br />

delle guarigioni.<br />

Stabilizza e regola le funzioni dell’organismo, riattivando le capacità<br />

intellettuali anche in tarda età. Contiene inoltre almeno tre acidi<br />

antinfiammatori grassi: colesterolo, campesterol e B-sitosterol<br />

con azione sul sistema digestivo, ed importanti organi come<br />

l’intestino, lo stomaco, il colon, il fegato, i reni e il pancreas (stimolerebbe<br />

la produzione d’insulina). La presenza dell’Acido Folico,<br />

fattore vitaminico del complesso B che mantiene la pelle e i capelli<br />

sani, si è reso efficace nella cura di diverse anemie. Il Lupeol è invece<br />

un potente killer del dolore ed un agente antimicrobico.<br />

35


CARATTERISTICHE MAGGIORI DELL’ALOE:<br />

Inibitore del dolore: elimina il dolore e il prurito;<br />

Antimicrobico: resistente alle infezioni;<br />

Antibiotico naturale (battericida – virolicida e fungicida);<br />

Astringente: stringe il tessuto e ripristina il tono della pelle;<br />

Biogeneratore: aumenta la riproduzione cellulare;<br />

Cicatrizzante: ripristina i tessuti;<br />

Inibente delle cellule tumorali: ne impedisce la proliferazione;<br />

Epatoprotettore: ottimo per le funzioni del fegato;<br />

Ipoglicemizzante: riduce il tasso di zuccheri nel sangue.<br />

Penetrazione: ad uso topico il gel di Aloe raggiunge<br />

gli strati più profondi dell’epidermide;<br />

Antisettico: l’Aloe contiene almeno sei agenti antisettici<br />

(lupeol, acido salicilico, azoto ureico, acido cinnamico,<br />

fenolo e zolfo).<br />

Pulitore: pulisce, disintossica e normalizza il metabolismo.<br />

Uccide batteri, virus e funghi, incentiva la crescita delle cellule e<br />

la nascita di tessuto nuovo sano; inoltre ristabilisce il sistema nervoso;<br />

Su 150.000 piante esaminate , frutto di ricerche effettuate presso<br />

strutture dislocate in varie parti del mondo, fino ad oggi l’Aloe è<br />

la sola pianta che contiene un così elevato contenuto di sostanze<br />

nutrienti ed essenziali al nostro organismo.<br />

36


COMPOSIZIONE CHIMICA DELL’ALOE<br />

Oltre al contenuto naturale di acqua (99,52%...)<br />

il restante succo contiene almeno 160 principi attivi<br />

Lignine-Saponine-Antrachinoni presenti nell’Aloe:<br />

Le “lignine” hanno la caratteristica di penetrare il derma; le “saponine”<br />

hanno azione antisettica ben conosciuta; gli “antrachinoni”<br />

hanno azione lassativa e analgesica. E’ invece polemica sul contenuto<br />

effettivo di Vitamina B12; secondo alcuni sarebbe presente<br />

soltanto in tracce nel gel di Aloe, a parere di altri invece, l’Aloe<br />

stimolerebbe la produzione di Vitamina B12 nell’organismo.<br />

Aloina (sinonimi: Barlaloina, auraloina, curacaolina): purgante;<br />

Isobarbaloina: analgesico ed antibiotico;<br />

Acido Aloetico: antibiotico;<br />

Antranolo;<br />

Antracene;<br />

Emodina d’Aloe: battericida e fungicida;<br />

Estere dell’acido cinnamico: calmante;<br />

Olio etereo: analgesico ed anestetico;<br />

Acido crisofanico: fungicida;<br />

Aloe ulcine: inibente della secrezione gastrica per reazione con<br />

l’istamina;<br />

VITAMINE:<br />

Vitamina A (Betacarotene): per la pelle, la vista, le<br />

ossa, antianemica;<br />

Vitamina B1 (Tiamina) necessaria alla crescita dei<br />

tessuti e alla produzione di energia;<br />

Vitamina B2 (Niacina e Riboflavina): azione comune<br />

con la vitamina B6 per la formazione del sangue;<br />

Vitamina B3 (Niacinamide): aiuta a regolare il<br />

metabolismo;<br />

Vitamina B6 (Piridossina): vedi vitamina B2;<br />

37


Vitamina B12 (Cianocobalamina): fattore energetico per le funzioni<br />

nutritive del corpo; (secondo alcuni sarebbe presente in tracce,<br />

più propabilmente l’aloe ne stimolerebbe la produzione);<br />

Vitamina C (Acido ascorbico): in associazione con la vitamina E<br />

combatte le infezioni, favorisce la cicatrizzazione;<br />

Vitamina E (Tocoferolo): vedi vitamina C;<br />

Colina (vitamina del complesso B): favorisce il metabolismo;<br />

Vitamina M (acido folico): vitamina del complesso B, favorisce<br />

l’emopoiesi.<br />

SALI MINERALI<br />

Dei 77 minerali presenti, alcuni in traccia, l’Aloe contiene più di 20<br />

sali minerali essenziali all’organismo umano:<br />

Calcio: interviene nella formazione delle ossa associato al fosforo;<br />

Fosforo: cibo per il cervello;<br />

Potassio (Sorbato di K); indispensabile per il funzionamento dei<br />

muscoli;<br />

Ferro: costituisce parte integrante dell’emoglobina e concorre alla<br />

fissazione dell’ossigeno;<br />

Sodio: cura l’equilibrio del corpo;<br />

Cloro;<br />

Manganese: con il magnesio mantiene il buon funzionamento dei<br />

muscoli del sistema nervoso;<br />

Magnesio;<br />

Rame;<br />

Cromo: favorisce l’attività degli enzimi e degli acidi grassi;<br />

Zinco: stimola l’attività delle proteine nella cicatrizzazione ed è<br />

indispensabile per le funzioni sessuali.<br />

38


MONO E POLISACCARIDI<br />

Cellulosa; Glucosio; Mannosio; Aldoso; Acido urico;<br />

Lipasi: enzima che aiuta la digestione del cibo;<br />

Amilasi: converte gli amidi in cibo per il corpo;<br />

L-ramnosio; Acemannano (o Carrisina): rinforza il sistema immunitario.<br />

AMINOACIDI ESSENZIALI<br />

(che l’organismo non è in grado di produrre)<br />

Gli Aminoacidi, sono delle proteine che regolano l’equilibrio chimico<br />

e forniscono l’energia intervenendo nella rigenerazione dei<br />

tessuti. Il corpo umano ne contiene 22, di cui 8 detti essenziali perché<br />

non in grado di produrli. Nell’Aloe troviamo almeno 7 degli 8<br />

aminoacidi essenziali e 11 dei 14 aminoacidi definiti secondari,<br />

che il nostro organismo sintetizza dagli 8 essenziali:<br />

Isoleucina; Leucina; Lisina; Metionina; Fenilalanina; Tionina;<br />

Valina.<br />

AMINOACIDI SECONDARI:<br />

Acido aspartico; Acido glutamminico; Alanina; Arginina;<br />

Mediocistina; Glicina; Istidina; Idrossipolina; Prolina; Serina;<br />

Tiroxina.<br />

39


ENZIMI:<br />

Gli enzimi ossidanti dell’Aloe riducono gli elementi basici. Risorsa<br />

rara e preziosa, l’Aloe ha un forte tenore in enzimi ( 92 enzimi).<br />

Acido salicilico; Acido crisofanico ed oli volatili;<br />

Fosfatasi acida-Amilasi: stimolano il sistema immunitario;<br />

Bradachinasi o Bradichinasi: analgesico antinfiammatorio, stimolante<br />

delle difese immunitarie;<br />

Catalasi: impedisce l’accumulo di acqua nel corpo;<br />

Cellulasi: facilita la digestione della cellulosa;<br />

Creatina fosfochinasi: enzima muscolare;<br />

Lipasi: facilita la digestione;<br />

Nucleotidasi;<br />

Fosfatasi alcalina;<br />

Proteolitiasi o Proteasi: concorrono all’idrolisi delle proteine nei<br />

loro elementi costitutivi.<br />

Proprietà<br />

L’HIPOXYA (o mancanza di ossigeno)<br />

Il dott. Otto Warbur, due volte insignito del premio Nobel, nel<br />

1931 dichiarò di aver scoperto la causa principale del cancro. Egli<br />

affermò che la proliferazione delle cellule cancerogene ha inizio<br />

per la mancanza di ossigeno, e che queste non possono sopravvivere<br />

in un ambiente ricco di quest’elemento. E’ noto che l’ossigeno<br />

è uno degli elementi più importanti per sostenere la vita. Il succo<br />

puro di Aloe contiene più molecole di ossigeno che i fluidi di<br />

ogni altra pianta nota. Su 150.000 piante esaminate , frutto di ricerche<br />

effettuate presso strutture dislocate in varie parti del mondo,<br />

fino ad oggi l’Aloe è la sola pianta che contiene un così elevato<br />

contenuto di sostanze nutrienti ed essenziali al nostro organismo.<br />

40


ANALISI DEL SUCCO<br />

Nel 1956, attraverso la cromatografia è stato possibile riscontrare<br />

la presenza di antranolo, aloemodina, e acido crisofanico (chrysophanol).<br />

Tuttavia, quando il succo fresco di Aloe fu esaminato in<br />

un’atmosfera di azoto, l’aloina (barbaloina) e l’acido p-cumarico<br />

furono evidenziati, ma non si trovarono tracce di aloemodina,<br />

mentre quest’ultima era presente in alcuni prodotti commerciali a<br />

base di Aloe. Successivi studi cromatografici condotti su 22 specie<br />

di Aloe hanno evidenziato che 12 delle 22 specie contenevano flavonoidi,<br />

hydroxyanthrachinoni e cumarinici.<br />

I carboidrati del succo sono presenti in forma di glucosio e un<br />

polyuronide composto da polyose ( dal peso molecolare di 2,75<br />

x 10 5 ) contenente glucosio, mannosio e acidi hexuronici come il<br />

glucuronico, il mannuronico ed altri acidi galatturonici acidi sono<br />

stati anch’essi evidenziati.<br />

Successivi studi hanno confermato la presenza di glucosio e mannosio,<br />

nonché tracce di galattosio, arabinosio e xilosio , ma non<br />

sono state riscontrate tracce di acidi uronici.<br />

Il succo è principalmente composto di acqua (99,52%). Il prodotto<br />

liofilizzato ed essiccato per le analisi conteneva una varietà di<br />

gruppi funzionali, come mostrato dalla spettroscopia infrarossa<br />

(IR): 2,5% di proteine di Kjeldahl, idrossiprolina, istidina e cistina.<br />

Bradachinasi sono presenti nell’Aloe, tuttavia l’azione antiinfiammatoria<br />

in vivo è stata contestata per molto tempo.<br />

L’arginina è relativamente abbondante (circa il 20% degli amminoacidi<br />

totali). Gjerstad ha riportato nei suoi studi che gli aminoacidi<br />

principali dell’Aloe bardadensis sarebbero l’acido glutammico<br />

e l’acido aspartico. I nostri risultati successivi hanno confermato<br />

che gli acidi aspartico e glutammico e corrispondenti combinati<br />

(Asp 237 Asn + 343 = 580 μ g mol/100 foglia secca Glu e Gln 294 +<br />

141 = 435 μ mol) sono effettivamente presenti nel succo.<br />

Questa analisi mostra inoltre che l’aminoacido in più alta concentrazione<br />

è l’arginina, seguito dall’asparagina, dall’acido<br />

41


glutammico, da quello aspartico e dalla serina. Le analisi, in effetti<br />

hanno identificato due monosaccaridi, il D-glucosio ed il Dmannosio.<br />

Il primo è lo zucchero più comune, il più abbondante<br />

di tutti i composti organici, e si trova allo stato libero, mentre il Dmannosio,<br />

al contrario, è stato precedentemente identificato solo<br />

nella buccia di arancia (Citrus bigaradia) e nella pianta laevigata<br />

Cornynocarpus.<br />

Poiché i ricercatori hanno riportato risultati differenti, esami successivi<br />

e più mirati hanno messo in evidenza la presenza di mannosio<br />

e glucosio in un rapporto di 9-10:1, ma anche tracce di arabinosio,<br />

galattosio e xilosio (Segal, Taylor e Eoff). Farkas riferì di<br />

aver trovato tracce di acido hexuronico, mentre Segal, Taylor e<br />

Eoff non riuscirono ad isolarle. Tali studi non sono stati effettuati<br />

sui singoli elementi isolati, ma utilizzando un campione liofilizzato<br />

del gel intero. (l’88% del peso del gel è stato perso durante la<br />

liofilizzazione.) Se ci fossero stati altri polisaccaridi, questa tecnica<br />

li avrebbe evidenziati. Mannosio e glucosio sono stati trovati in un<br />

rapporto di 5:4, mentre xilosio, ramnosio, galattosio, arabinosio e<br />

fucosio sono stati trovati in tracce. Le analisi hanno identificato<br />

inoltre il lupeolo. ed alcuni steroli quali: colesterolo, campesterolo<br />

e ß-sitosterolo. Campesterolo e ß-sitosterolo sono steroli vegetali<br />

tipici. Il colesterolo , tuttavia, per molto tempo è stato considerato<br />

uno sterolo tipico animale. Solo nel l 1959 è stato identificato nelle<br />

alghe rosse e successivamente in microrganismi e piante superiori.<br />

42


PIONIERI MODERNI DELLA RICERCA<br />

Dopo le scoperte di Chopia e Gosh, i quali identificarono nel 1938 i<br />

principali componenti attivi dell’Aloe: aloina, aloe-emodine, l’acido<br />

crisofanico ed altri elementi in traccia, furono gli studi condotti<br />

sotto le direttive di Ivan E. Danhof, professore di fisiologia all’università<br />

del Texas e capo del Laboratorio di Ricerca del Nord-Texas<br />

che contribuirono ad una rivalutazione dell’uso dell’Aloe in medicina.<br />

Egli dimostrò che l’applicazione del gel sulla pelle accelerava<br />

da 6 ad 8 volte la riproduzione dei fibroblasti umani, in rapporto<br />

al normale ritmo di riproduzione cellulare. Fu invece il medico<br />

giapponese Fujita ad attribuire alla bradachinasi, il potere antidolorifico<br />

e cicatrizzante dell’Aloe, in precedenza attribuito alla presenza<br />

dell’acido salicilico. Nel 1985 il dott. Bill McAnalley isolava<br />

un polisaccaride che denominò Carrisyn (Carrisina). Alla stessa<br />

conclusione pervennero alcuni ricercatori canadesi, denominando<br />

Acemannan (Acemannano) una molecola attiva con proprietà<br />

antivirali. Si giunse alla conclusione che tale sostanza rinforzasse<br />

il sistema immunitario nei pazienti malati di AIDS, limitando la<br />

progressione del virus H.I.V. Il dott. Reg McDaniel aggiunse che,<br />

contrariamente a quanto accadeva somministrando a tali pazienti<br />

altre sostanze, come ad esempio l’AZT, la Carrisyn non aveva nessun<br />

effetto secondario. L’Aloe si è dimostrata benefica in pazienti<br />

con diabete del tipo II, stimolando la sintesi e liberando insulina. I<br />

pazienti presi in esame in uno studio, manifestarono una riduzione<br />

dei livelli medi di glucosio da 273 a 151 mg/dl.. Attivando gli<br />

enzimi del pancreas, l’aloe aiuta a riequilibrare il tasso di zucchero<br />

nelle persone che soffrono di ipoglicemia e di diabete. L’Istituto<br />

Tumori di Torino ha riconosciuto recentemente nell’Aloe la presenza<br />

dell’Alocrina (N.d.a. Acemannano), sostanza con effetto inibente<br />

sulle cellule tumorali e stimolante dell’attività immunitaria<br />

e di sostanze ipoglicemiche, vale a dire capaci di abbassare il tasso<br />

di zuccheri nel sangue.<br />

43


ALOE E ABITUDINI ALIMENTARI<br />

Il nostro corpo non è in grado di produrre tutti gli elementi nutrienti<br />

di cui ha bisogno ed anche una dieta equilibrata può non<br />

apportare tutti gli elementi nutritivi indispensabili. La correzione<br />

e la lavorazione degli alimenti da “banco” privano questi del loro<br />

valore nutrizionale, senza contare i danni portati al nostro organismo<br />

dall’uso generalizzato di pesticidi utilizzati in agricoltura,<br />

oppure degli ormoni della crescita e degli antibiotici utilizzati negli<br />

allevamenti animali. Molti disturbi comuni, dolori vari, immunodeficienza,<br />

cefalea e per esempio problemi digestivi, possono<br />

attribuirsi ad un’alimentazione carente dal punto di vista nutrizionale,<br />

mentre questi possono sparire o attenuarsi semplicemente<br />

modificando le proprie abitudini alimentari.<br />

Il surgelamento, l’inscatolamento, l’uso di conservanti e coloranti<br />

(a volte addirittura tossici) possono provocare la perdita di sostanze<br />

nutritive. Anche se è raro riscontrare casi di grave mancanza di<br />

minerali e/o vitamine nei paesi occidentali, modeste insufficienze<br />

nutrizionali si possono manifestare sotto forma di malesseri lievi,<br />

come stanchezza, difficoltà di concentrazione, irritabilità, insonnia,<br />

predisposizione alle infezioni e nelle donne irregolarità del<br />

ciclo mestruale. La mancanza di antiossidanti può in realtà concorrere<br />

all’insorgere di patologie più serie. Quindi il paradosso è<br />

che invece di fornirci gli elementi nutrienti per il nostro benessere,<br />

il consumo di molti alimenti si trasforma a volte in un’ ulteriore<br />

fonte di stress per il nostro organismo.<br />

44


ANTIOSSIDANTI E SOVRACCARICO TOSSICO<br />

Il sovraccarico tossico è causa di molti degli attuali problemi di<br />

salute. Uno dei compiti principali del nostro organismo consiste<br />

nel neutralizzare le sostanze tossiche che ingeriamo; avendo però<br />

raggiunto livelli di sovraccarico di tossicità mai raggiunti in precedenza,<br />

i nostri sistemi impongono al corpo un enorme sforzo<br />

per la detossificazione. Le tossine, comprese quelle contenute nei<br />

cibi trattati con sostanze chimiche e nei farmaci richiedono un apporto<br />

maggiore di vitamine e minerali. Così come un cibo esposto<br />

all’aria o un oggetto di metallo arrugginisce, ogni cellula del corpo<br />

viene aggredita costantemente da agenti ossidanti (radicali liberi).<br />

Queste reazioni nocive avvengono in modo naturale durante<br />

il processo metabolico, ma possono essere indotte da molti fattori<br />

esterni come: l’uso di farmaci, chemioterapia, stress, radiazioni,<br />

pesticidi, fumo, l’uso di sostanze spray, idrocarburi ed alcool.<br />

COSA C’E’ DI UNICO NELL’ALOE?<br />

Il succo di ALOE con i suoi 160 principi attivi naturali e costituito<br />

da vitamine, enzimi, minerali, aminoacidi e agenti antiossidanti<br />

rappresenta un concentrato superenergizzante, immunostimolante<br />

in grado di apportare al nostro corpo una buona base di sostanze<br />

ed elementi nutrienti di cui necessita per ripararsi.<br />

A tutt’oggi, la composizione chimica dell’Aloe non è stata del tutto<br />

chiarita, anche se è ormai appurato che l’Acemannano si trova<br />

in percentuali variabili anche nel Ginseng, nell’Euterococco, nel<br />

fungo Shiitake, nell’Astragalo e nella Cartilagine di squalo.<br />

Questo polisaccaride è presente nel corpo umano fino alla pubertà<br />

ed andrebbe integrato in seguito con l’alimentazione. l’Acemannano,<br />

inoltre, contribuisce a disgregare nell’intestino le proteine<br />

responsabili delle allergie, oltre a rinforzare il sistema immunitario<br />

attivando le difese, i fagociti e gli anticorpi necessari.<br />

45


CONTROINDICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI<br />

Sono rarissimi i casi di allergia all’Aloe (meno dell’1% delle persone),<br />

anzi di solito soggetti che presentano problemi di intolleranza<br />

a molti alimenti riscontrano notevoli benefici con l’Aloe. Chiunque<br />

può fare una prova rapida: mettete una piccola quantità di<br />

succo, preso direttamente dalla pianta o dal flacone dietro al lobo<br />

dell’orecchio. Se avvertite un’irritazione, o un’eruzione cutanea si<br />

manifesta dopo alcuni minuti, allora sarà meglio non usare l’Aloe.<br />

Tre cucchiai al giorno sono sufficienti per disintossicare il proprio<br />

organismo; si possono assumere in qualsiasi momento della giornata,<br />

ma è preferibile prenderne uno al mattino, a digiuno, uno<br />

prima di pranzo, sempre a digiuno e il terzo prima di cena, sempre<br />

almeno 15 minuti prima dei pasti. Io stesso mi nutro di Aloe<br />

dal 1995 e inoltre conosco molta gente che ne fa uso senza aver<br />

riscontrato effetti negativi o problemi di intolleranza. Per la maggior<br />

parte della gente, l’Aloe è un prodotto antiallergico.<br />

Attenzione, però, perché i prodotti in commercio possono avere<br />

tra gli ingredienti, oltre all’Aloe, alcune sostanze a cui potreste essere<br />

intolleranti, come i conservanti. Si è osservato, in pazienti con<br />

patologie serie e che assumono medicinali da parecchio tempo,<br />

la diarrea come effetto secondario pressoché immediato, quando<br />

questi assumono un cucchiaio di succo. In questi casi bisogna sospendere<br />

l’assunzione di succo di Aloe per qualche giorno, per<br />

poi abituare il nostro organismo gradualmente, fornendogli due<br />

o tre semplici gocce di succo di Aloe al giorno per almeno una<br />

settimana, aumentando poi la quantità fino ad arrivare almeno a<br />

tre cucchiai per tre volte al dì senza più problemi collaterali. Se<br />

riuscirete a far questo, disintossicherete il vostro organismo dal<br />

sovraccarico tossico e rinforzerete, grazie all’Aloe, il vostro sistema<br />

immunitario.<br />

46


LA FOGLIA IN SEZIONE<br />

47


L’ALOINA<br />

Tra i principi attivi dell’Aloe troviamo, in dosi più o meni importanti,<br />

gli antrachinoni catartici come l’aloina, anche definita barbaloina,<br />

in quanto tipica, ma non esclusiva, di questa specie (Aloe<br />

Vera Barbadensis). Generalmente, le varie specie contengono una<br />

percentuale variabile di questi C-glicosidi dell’aloe-emodina, che<br />

oscilla tra il 5 ed il 20%. In alcune piante il contenuto di antraglicosidi<br />

può sfiorare addirittura il 60%. E’ quindi ovvio che: habitat<br />

naturale, esposizione al sole ed irrigazione possono incidere<br />

moltissimo su queste variazioni, come studiato in un esperimento<br />

condotto nel deserto del Neghev anni fa, durante il quale furono<br />

presi in esame la fluttuazione stagionale, l’esposizione alla luce<br />

solare e l’irrigazione differenziata). Questo essudato giallo-rosato,<br />

dal sapore intensamente amaro e che varia di colore a contatto con<br />

l’aria e con la luce, è presente in percentuale minore nelle foglie<br />

più anziane, disposte cioè alla base della pianta. La concentrazione<br />

più alta di antrachinoni si trova negli essudati delle foglie giovani<br />

mature, mentre decresce nelle foglie più vecchie, quelle poste<br />

verso la base della pianta. La concentrazione degli antraglicosidi<br />

può dunque variare a seconda dei tipi di Aloe, dal 4,5 al 25%. Altri<br />

elementi sono presenti in tracce, tra cui aloesina ed aloesone, oltre<br />

ad 8 antrachinoni liberi e resine. L’aloina è quindi uno zucchero<br />

complesso, definita dai chimici un’insieme di due diasteromeri:<br />

l’aloina A e l’aloina B.<br />

Non smetterò mai di dire che le sostanze antrachinoniche non si<br />

prestano all’automedicazione, in quanto possiedono un’azione<br />

lassativa potente. In alcuni paesi africani, ancora oggi, il succo di<br />

Aloe con Aloina viene utilizzato per abortire, poiché in grado di<br />

provocare contrazioni uterine e susseguente aborto.<br />

48


PRINCIPI DI BOTANICA<br />

Come già citato dal Dr. G.W. Reynolds nel 1950, sono state classificate<br />

almeno 350 specie di Aloe ed oggi sicontano oltre 600 varietà;<br />

125 specie sono state catalogate solo nel Sud Africa (inclusi lo<br />

Swaziland ed il Lesotho), mentre le altre sono distribuite in molte<br />

altre zone del continente africano ed inoltre: in Israele, India, Pakistan,<br />

Nepal, Cina, Tailandia, Cambogia, Carabi, Spagna, Cuba,<br />

America Centrale e del Sud, America del Nord (Texas e Florida)<br />

e in Messico. Il suo ceppo d’origine va dunque ricercato in Africa<br />

da cui poi fu distribuita in tutto il mondo (Reynolds 1966). Il suo<br />

habitat è tipico delle zone aride e desertiche e può raggiungere<br />

altezze che variano dai pochi centimetri ai venti metri, secondo la<br />

specie. Va chiarito che generalmente in botanica si usa chiamare<br />

una pianta con la denominazione assegnata dall’ultimo studioso.<br />

Per fare un esempio, l’Aloe Barbadensis o delle Barbados, di Miller<br />

è il nome attuale dell’Aloe Vera di Linneo e dell’Aloe Vulgaris<br />

di Lamarck (ed altri nomi). Il termine Aloe che denomina il genere,<br />

deriva dalla radice greca “Als” o “Alos”, che significa sostanza<br />

amara, salata come l’acqua del mare. Oggi “Allo eh” in arabo,<br />

“Halal” in ebraico, “Alo hei” in Cina, Aloe nei paesi occidentali.<br />

I suoi fiori vanno dal bianco-verdastro per esempio dell’Aloe<br />

Parviflora del KwaZulu-Natal che fiorisce da Gennaio a Marzo;<br />

al giallo-verdastro dell’Aloe Integra dello Swaziland che fiorisce<br />

da Ottobre a Dicembre; al rosa-aranciato dell’Aloe Zebrina distribuita<br />

in Botswana, Namibia, Angola, Zimbabwe, con fioritura da<br />

Gennaio a Marzo e da Novembre a Dicembre, secondo il clima; al<br />

rosa più intenso, con tendenza al rosso dell’Aloe Peglerae presente<br />

in Magaliesberg, Witwatersberg (Petroria), con fioritura da Luglio<br />

ad Agosto (vedi “Guide to the Aloes of South Africa” – Briza<br />

Publication 1996). Tra le varie caratteristiche sorprendenti e ormai<br />

conosciute ad uso topico ed interno dell’Aloe, non sono rimasto<br />

molto sorpreso nel vederla classificata tra le piante domestiche antinquinanti,<br />

con la capacità di liberare ossigeno ed assorbire anidride<br />

carbonica anche di notte.<br />

49


Il genere botanico Aloe, fino a qualche decennio faceva parte della<br />

famiglia delle Liliacee, ma nel 1982, il botanico Reynolds decise<br />

di separarlo da essa, creando finalmente la vasta famiglia delle<br />

Aloaceae (Gigliaceae). La caratteristica comune delle Liliaceae è<br />

rappresentata da un bulbo sotterraneo, come avviene per l’aglio e<br />

la cipolla (famiglia di cui fanno parte). L’Aloe, invece, in base alle<br />

caratteristiche del tronco o della base, può essere:<br />

AUCALIS= nessun tronco o molto corto, molle e non visibile;<br />

SUBACAULIS = visibile e ridotto;<br />

CAULEAS= visibile e ramificato.<br />

L’Aloe Barbadensis o Aloe Vera, non ha tronco e rientra nella categoria<br />

delle Aucalis; L’Aloe di Socotra o Succotrina ha un tronco<br />

ridotto e poco visibile, quindi rientra nella seconda categoria; nella<br />

terza ed ultima categoria troviamo grandi specie come l’Arborescens<br />

o altre con tronchi molto alti. Le foglie possono essere più o<br />

meno carnose, aculeate e maculate. L’Aloe Barbadensis, maggiormente<br />

utilizzata nella realizzazione di cosmetici e prodotti naturali,<br />

raggiunge i 90 cm di altezza a piena maturità e le foglie hanno<br />

una larghezza massima di circa 10 centimetri. Le foglie, carnose e<br />

maculate, si schiariscono con la maturazione, assumendo un colore<br />

più chiaro, tendente al grigio-verde. Una foglia matura può<br />

superare i 500 gr. di peso e fornire quindi molto succo. L’epidermide<br />

esterna è spessa e dura e costituisce il 30% del peso totale<br />

della foglia. Il clorenchima sottostante alla cuticola è la zona ricca di<br />

antrachinoni o aloina. Il parenchima contiene il nutrimento della<br />

pianta in forma di“gel” trasparente. Le spine agiscono da filtro ed<br />

hanno una funzione importante: servono alla pianta per filtrare<br />

acqua ed aria attraverso gli stomi, rendendola adatta a sopravvivere<br />

a lunghi periodi di siccità.<br />

50


ALOE ARBORESCENS MILLER (Miller 1768)<br />

L’Aloe Arborescens, spesso confusa con l’A. Mutabilis, presenta le<br />

seguenti caratteristiche: il suo tronco può raggiungere i due metri<br />

di altezza; le foglie, vanno dal colore grigio-verde al verde chiaro e<br />

possono arrivare ad una lunghezza di 50, 60 cm. Suo paese di origine<br />

è il Sud Africa. Chiamata anche Aloe del Capo (Cape Aloe),<br />

cresce spontaneamente nella provincia del Capo, KwaZulu-Natal,<br />

Mpumalanga e al nord della provincia, nel Mozambico, Zimbabwe<br />

e Malawi. Oggi diffusissima in varie parti del globo, fiorisce da<br />

Maggio a Luglio e i suoi fiori possono essere gialli, rosa o arancio.<br />

Esistono molte varietà di Aloe Arborescens, tra queste: la varietà<br />

natalensis che fiorisce a metà dicembre (fiori colore rosso scuro) e<br />

la varietà ucriae che fiorisce in gennaio - febbraio (fiori di colore<br />

rosso vivo).<br />

51


ALOE FEROX<br />

Molto robusta, la sua altezza varia dai due ai cinque metri nelle<br />

piante più vecchie. Le sue foglie, molto carnose, hanno una tendenza<br />

di colore che va dal verde al grigio-verde, con spine di colore<br />

più scuro rispetto alla foglia. Presenta Infiorescenze erette, con<br />

5-12 fiori rosa-corallo disposti in verticale su un unico stelo.<br />

Generalmente confusa con altre specie (A. Marlothii, A. Spectabilis),<br />

fiorisce da Maggio ad Agosto (più a nord, da Settembre a<br />

novembre), è anch’essa originaria dell’Africa meridionale e in<br />

particolar modo è diffusa nelle zone aride della provincia del<br />

Capo (est ed ovest), nel sud del KwaZulu-Natal e in alcune zone<br />

del sud-ovest del Lesotho.<br />

52


ALOE VERA<br />

L’Aloe Vera, così battezzata e descritta da Linneo, l’Aloe Barbadensis<br />

di Miller e l’Aloe Vulgaris di Lamarck sono la stessa<br />

pianta. La Barbadensis, deve il suo nome alle isole Barbados, ma<br />

è presente nel resto delle Antille, nei Caraibi e soprattutto nella<br />

costa Nord Orientale dell’Africa da cui probabilmente si diffuse.<br />

Il problema del nome è complicato dal fatto che Miller aveva a<br />

sua volta denominato e battezzato Aloe Vera un’altra varietà di<br />

Aloe creando una certa confusione nell’ambiente botanico. Così,<br />

oggi ci troviamo davanti all’Aloe Barbadensis, chiamata spesso<br />

“Aloe Vera” e ad un altro tipo di Aloe denominata “Aloe Vera qualità<br />

Vera” per distinguerle. Osservandole da vicino, è abbastanza<br />

facile distinguere la Barbadensis dall’Aloe Vera qualità Vera,<br />

pur senza essere dei botanici di professione: la prima ha le foglie<br />

raccolte intorno ad un rosone centrale, mentre l’altra ha le foglie<br />

sovrapposte. L’Aloe Barbadensis può raggiungere un’altezza<br />

massima di 60-90 cm e vive generalmente 5 anni. Le sue foglie<br />

spinose possono raggiungere una lunghezza di 40-50 cm, con una<br />

larghezza alla base che varia dai 6 ai 10 cm. Queste foglie, maculate<br />

in fase di crescita, assumono un colore verde uniforme allo<br />

stato adulto, rivestite da una pellicola protettrice che permette alla<br />

pianta di filtrare l’aria e l’acqua. Sotto questa membrana troviamo<br />

un primo strato cellulosico che racchiude cristalli di ossalato di<br />

calcio e le cellule pericicliche dell’Aloina, l’essudato giallo-rosato<br />

con proprietà lassative. Racchiuso in questa triplice protezione<br />

vegetale, troviamo il Parenchima, tessuto incolore costituito dal<br />

gel della pianta tanto ricercato. La qualità di quest’ultimo dipende<br />

molto dal tipo di clima e dall’irrigazione. Questo tipo di pianta è<br />

quella maggiormente utilizzata dalle aziende per l’estrazione di<br />

succo semplicemente perché più diffusa e carnosa. Non serve a<br />

nulla, infatti, cercare una determinata specie o varietà di pianta, in<br />

quanto (e lo vedremo più avanti) TUTTE le specie contengono gli<br />

stessi principi attivi. E’ stata così ampiamente coltivata a tutte le<br />

latitudini che il suo ceppo d’origine rimane un mistero, anche se<br />

53


gli studiosi sono convinti che provenga dal centro Africa. Sebbene<br />

la maggior parte delle specie tollerano il freddo secco, altre temono<br />

sia il freddo che la pioggia, come nel caso dell’Aloe Vera.<br />

Raggiunge il massimo della maturità intorno ai 4-5 anni, raggiungendo<br />

i 60-90 cm. di altezza massima. Le sue foglie variano<br />

fra i 40 e i 50 cm, essendo orlate di spine di un colore più chiaro.<br />

54


GALLERIA FOTOGRAFICA: ALCUNE SPECIE<br />

Aloe Dichotoma Aloe Variegata<br />

Aloe Polyphylla Aloe Striata<br />

La linfa dell’Aloe Striata ha un effetto irritante e non può essere utilizzata<br />

per la realizzazione di prodotti ad uso interno e/o esterno.<br />

55


Aloe Broomi Aloe Aristata<br />

Aloe Saponaria Aloe Mitriformis<br />

L’Aloe Aristata, l’Aloe Polyphylla e l’Aloe Striata (o striatula),<br />

sono tre specie Alpine che tollerano più facilmente il clima rigido.<br />

L’Aloe Aristata ha le foglie disposte a rosetta, ricoperte da tubercoli<br />

bianchi. Questa pianta assume una colorazione arancio, è di<br />

taglia piccola e può raggiungere i 10 cm di altezza.<br />

56


Aloe Ciliaris Aloe Humilis<br />

Aloe Gariepensis Aloe Aculeata<br />

L’Aloe Ciliaris, spesso confusa con altre specie o ibridi, ha un portamento<br />

rampicante en può raggiungere anche i 5 metri di altezza.<br />

Tra le più piccole, segnaliamo l’Aloe Humilis, le cui foglie spinose<br />

sono di colore verde-azzurro.<br />

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Aloe Squarrosa Aloe Peglerae<br />

Aloe Concinna Aloe Conifera<br />

58


Aloe Marlothii Aloe Camperi<br />

Aloe Melanacantha Aloe Dorotheae<br />

59


Aloe Jucunda Aloe Cosmo<br />

Aloe Mitriformis Variegata Aloe Nobilis<br />

60


Aloe Angelica Aloe Barberae<br />

Aloe Brevifolia Aloe Zebrina<br />

61


Aloe Castanea Aloe Pendens<br />

Aloe Pink Aloe Pink Blush<br />

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VARIETA’ DI COLORI NEI FIORI DI ALOE<br />

63


RADICI ED ACQUA<br />

Pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Aloaceae, spesso<br />

confusa con l’Agave, l’Aloe ha radici perenni, forti e fibrose,<br />

numerose e persistenti. Generalmente, quelle che noi definiamo<br />

“piante grasse”, in realtà sono “piante succulente”, in quan-<br />

to contengono succhi e non grassi. Molte specie sono legnose e<br />

ramificate. In alcune zone del Sud<br />

Africa e nel Natal, sono state trovate<br />

piante alte 10-18 metri, con fusti<br />

fino a 10 metri di circonferenza. I fiori<br />

sono eretti, senza calice e la corolla<br />

è tubolare, divisa in sei segmenti<br />

stretti nella parte terminale, di colore<br />

rosso, rosa corallo, giallo, biancastro<br />

o blu-violaceo. Le capsule contengono<br />

numerosi semi. Le foglie possono<br />

essere spinose e dentate. Ama il<br />

clima temperato, ma alcune specie<br />

resistono anche in condizioni molto<br />

estreme. Nelle zone centrali e meridionali<br />

d’Italia può essere collocata<br />

all’esterno, ma una temperatura al di<br />

Semi di Aloe<br />

sotto dei 5 gradi può nuocerle, così<br />

come l’acqua abbondante. Chi vive al<br />

nord può coltivarla in appartamento<br />

o in serra, ma in entrambi i casi consigliamo<br />

di annaffiarle poco, bagnando<br />

il terreno con uno o due bicchieri<br />

d’acqua ogni mese. Molti, temendo<br />

di farle soffrire, le hanno talmente<br />

annaffiate da distruggerle. Se le foglie perdono la loro colorazione,<br />

assumendo una tonalità marrone, allora vuol dire che soffrono il<br />

freddo e l’acqua eccessiva; se, invece, le foglie si chiudono su se<br />

stesse, allora vi stanno chiedendo un pò d’acqua.<br />

65


IRRIGAZIONE<br />

L’Aloe ha bisogno di poca acqua ed esposizione diretta del sole,<br />

non dimenticarlo mai. Durante il periodo estivo non dovrete innaffiarla<br />

più di 1 volta la settimana, bagnando la terra e non le<br />

foglie. Prima di irrigarla, verificate sempre che il terreno sia completamente<br />

asciutto. Se la tenete in vaso nei mesi invernali, assicuratevi<br />

di portarla in un posto riparato ed esposta alla luce. Se<br />

volete invasarla, fatelo solo in primavera, tra marzo e aprile.<br />

Se le foglie cambiano colore e scuriscono, fino a diventare di colore<br />

marrone e a marcire, sicuramente di acqua durante il periodo<br />

invernale ne hanno ricevuta troppa. Nei mesi invernali queste<br />

piante vanno innaffiate non più di una volta al mese.<br />

Se la pianta ha sofferto notevolmente, esaminate le radici eliminando<br />

la parte marcia, spolverate con polvere radicante e fate<br />

asciugare un paio di giorni prima di rimetterla in vaso, in ambiente<br />

non troppo freddo. Verificate il terriccio: dev’essere composto<br />

in proporzioni ugiali di torba e sabbia; non sabbia edile, ma sabbia<br />

pura, di fiume o da vivaio. Il terreno dovrà essere drenante<br />

e soffice, leggero. Altro elemento importante da considerare è il<br />

vaso: considerate un vaso più largo che profondo, che abbia fori<br />

di drenaggio adeguati perché l’aloe non ama i ristagni idrici. sistemate<br />

della ghiaia porosa sul fondo del vaso, dei sassolini o dei<br />

pezzi di coccio per evitare depositi di acqua sul fondo.<br />

66


COLTIVAZIONE<br />

Queste piante si moltiplicano per talea, a partire da un frammento<br />

di foglia, di ramo, di fusto o radice. A tale scopo, si deve usare<br />

un coltello ben affilato e pulito per evitare eventuali infezioni; generalmente<br />

si prediligono le talee giovani perché possiedono più<br />

vitalità. Se volete adottare questo metodo, procedete così: attendete<br />

il periodo estivo, tagliate i germogli, lasciateli asciugare per<br />

un paio di giorni e, in seguito, collocateli in un contenitore mantenuto<br />

umido e collocatelo in una zona luminosa. Questo metodo,<br />

comunque, non si adatta ai principianti. I metodi di riproduzione<br />

sono solitamente due: il metodo gamico, cioè utilizzando i semi,<br />

difficili da reperire perché il genere Aloe non ama l’autoimpollinazione,<br />

e quello agamico, cioè per talea. Il periodo più adatto per<br />

la semina è il mese di marzo. Personalmente, consiglio di separare<br />

i figli dalla madre, dopo circa un mese, per evitare che questi<br />

possano assorbire tutta la linfa vitale, e il metodo di separazione è<br />

alquanto semplice: svasare la pianta, separare la terra dalle radici<br />

delicatamente, invasare le piantine in altri contenitori, annaffiandole<br />

una sola volta per obbligarle ad adattarsi al nuovo terreno.<br />

Poiché l’Aloe, come tutte le<br />

piante succulente, è costituita<br />

dal 95% di acqua, occorrerà<br />

annaffiarla poco nel<br />

periodo umido invernale e<br />

abbondantemente d’estate,<br />

ma solo quando il terreno<br />

sarà del tutto asciutto.<br />

Se il periodo invernale nella vostra zona è particolarmente freddo,<br />

vi consiglio di tenerla in vaso, così da poterla collocare in casa,<br />

esposta alla luce, nei periodi di gelo. Utilizzate un vaso forato, con<br />

uno strato di ghiaia di almeno 1-2 cm sul fondo per garantire un<br />

adeguato drenaggio. Come terriccio potrete utilizzare quello per<br />

cactus, facile da reperire e già confezionato.<br />

67


FERTILIZZANTI E TERRENO<br />

Il terreno migliore per l’Aloe è quello sabbioso, costituito da tre<br />

parti di sabbia e una di normale terriccio da giardino; un fondo di<br />

argilla o ghiaia sul fondo del vaso consentirà il drenaggio. Non<br />

mettete sottovasi, altrimenti crerete un ristagno d’acqua, non amato<br />

dall’Aloe. L’uso dei fertilizzanti può essere utile in determinati<br />

casi, mai però durante il processo di coltivazione. In tale fase non<br />

dovrete usare nessun fertilizzante, pesticida o diserbante chimico.<br />

E’ appropriato, invece, concimare il terreno una volta al mese<br />

dall’inizio della primavera e per tutta l’estate. Conoscere basilarmente<br />

i fertilizzanti è essenziale nella scelta di quello giusto. Sigle<br />

composte da tre serie di numeri, come per esempio 10-20-10, sono<br />

sempre riportate sulla confezione ad indicare la composizione chimica<br />

del composto. Le tre serie di numeri si riferiscono alle percentuali<br />

di azoto, fosforo e potassio. Questi concimi chimici possono<br />

essere di tue tipi: in grani, da distribuire sul terreno utilizzando<br />

un utensile appropriato, oppure di tipo solubile, da mescolare con<br />

l’acqua per spruzzarlo sulle foglie o utilizzandolo come parte del<br />

processo di irrigazione, in cui la pianta riceve le sostanze nutritive<br />

per via sistemica (attraverso le radici). Oltre agli elementi citati,<br />

un buon fertilizzante per l’Aloe dovrà contenere anche alcuni<br />

“microelementi” quali il ferro, il manganese, il rame, lo zinco.<br />

Il primo numero del fertilizzante, riportato sulla confezione, indica<br />

il contenuto di azoto, elemento indispensabile per la crescita<br />

delle foglie; il secondo numero indica il contenuto di fosforo,<br />

sostanza utile per incrementare lo sviluppo stesso della pianta e<br />

produrre buone radici; il terzo numero indica invece il cloruro di<br />

potassio, indispensabile per il colore dei fiori e la loro dimensione.<br />

Per fare un esempio concreto, si consideri una confezione da 1 litro<br />

di prodotto: 100 # 10-20-10 pari a 25 parti di azoto, 50 di fosfato<br />

e 25 di cloruro di potassio. Prima di applicare il concime, è<br />

meglio testare il terreno. A questo scopo, esistono dei test chimici<br />

che possono essere acquistati presso negozi di giardinaggio. Il test<br />

vi dirà il contenuto di nutrienti già presenti nel vostro terreno,<br />

68


nonché l’acidità (PH) del suolo. L’uso eccessivo di fertilizzante,<br />

oppure l’applicazione dello stesso al momento sbagliato può ritardare<br />

la fioritura, bruciare foglie e radici, o addirittura uccidere<br />

la pianta. E ‘essenziale leggere e seguire le raccomandazioni riportate<br />

sul prodotto prima di utilizzarlo in modo improprio. Col<br />

tempo, le foglie più anziane, quelle cioè che si trovano alla base, si<br />

seccano. Per eliminarle, basta usare un coltello ben pulito. Foglie<br />

più chiari del solito indicano scarsità di illuminazione, mentre un<br />

colore marrone o la comparsa di macchie può indicare la presenza<br />

di acari. In commercio esistono prodotti specifici antiacaro. Attenzione<br />

a non usare pesticidi o altre sostanze dannose per l’organismo<br />

nel caso in cui coltivaste l’Aloe a scopo medicinale; inoltre, in<br />

quest’ultimo caso, la pianta dovrà ricevere molto sole affinché si<br />

sviluppino i princìpi attivi.<br />

Aloe Vera Barbadensis<br />

69


I Rischi del “fai-da-te”*<br />

In questo periodo molte persone ci contattano per chiederci dove<br />

reperire la pianta e come preparare il succo in casa. Erroneamente,<br />

esse pensano che ,”essendo una Pianta”, l’ Aloe non possa far<br />

male...e qui si sbagliano. L’ Aloe, se priva di Aloina, un amaro<br />

purgante, non comporta precauzioni d’uso ad eccezione di rarissimi<br />

casi (almeno l’ 1% delle persone) di allergia ad altri elementi<br />

contenuti nel succo.<br />

L’ Aloina, invece, una potente droga antrachinonica, è però presente<br />

in dosaggi elevati nella buccia e non si può escludere del<br />

tutto nel succo di Aloe “fatto in casa”, rendendolo inadatto all’<br />

automedicazione; infatti, essendo i meccanismi d’azione dell’Aloina<br />

ancora mal conosciuti, se ne sconsiglia l’ uso prolungato a<br />

dosi elevate poichè può causare danni al colon, crampi addominali,<br />

nausea, vomito e diarrea e colorazione dell’ urina. Va inoltre<br />

detto che può essere abortiva in gravidanza<br />

Tratto dal periodico “Natura e Benessere”,<br />

Articolo di Giancarlo Bruschini<br />

70


DOMANDE FREQUENTI SULL’ALOE<br />

L’Aloe Vera è estesamente riconosciuta per essere innocua e per<br />

non avere effetti nocivi. Si raccomanda, comunque, di ascoltare il<br />

parere di un medico prima di assumere qualsiasi preparato fitoterapeutico.<br />

IMPIEGO DELL’ALOE PER USO ESTERNO<br />

Quali foglie usare? Usare sempre le foglie più basse, quelle cioè<br />

più vicine al terreno.Ci sono molte ragioni: primo, le foglie più<br />

basse sono anche le più vecchie e le più grandi, e da queste si<br />

estrae più succo e con maggiore concentrazione di principi attivi;<br />

inoltre, così facendo, la pianta manterrà ancora la sua bellezza durante<br />

la crescita.<br />

Come tagliare le foglie? Dopo aver tagliato la foglia con un coltello<br />

affilato, eliminate i bordi spinosi separandoli dal resto della foglia<br />

sempre con il coltello, quindi dividetela in due per lo spessore,<br />

come quando si apre un pesce. Le superfici esposte riveleranno<br />

il gel trasparente. L’essudato giallo-rosato in superficie, dall’odore<br />

pungente è l’aloina: toglietelo. Quando sarete pronti, potrete applicarle<br />

direttamente sulle parti afflitte. I principi attivi agiranno<br />

in pochi minuti.<br />

Quanto può durare l’applicazione? Il gel in superficie, a contatto<br />

con l’aria si asciuga, mentre il resto del succo, più abbondante, è<br />

tenuto prigioniero sotto il primo strato. Quando il gel presente<br />

sulla superficie si è asciugato, incidetelo con un coltello pulito per<br />

farne uscire ancora. Potete continuare fino ad arrivare alla buccia.<br />

Una foglia parzialmente usata può essere avvolta con alluminio<br />

o plastica per alimenti e tenuta al fresco, ben chiusa, per diversi<br />

giorni, lontano dalla luce e dall’aria per rallentare l’ossidazione.<br />

71


E’ meglio usare la pianta fresca o il succo in bottiglia? Le foglie<br />

di Aloe hanno un contenuto di Aloina troppo elevato! Si sconsiglia<br />

l’uso interno del prodotto fatto in casa o, comunque, di prodotti<br />

commerciali con contenuto di Aloina oltre i limiti consentiti dalle<br />

normative europee (tra l’altro più severe di quelle americane)<br />

Il prodotto imbottigliato ha sicuramente un contenuto di Aloina<br />

controllato (sulla confezione dovrete trovare l’indirizzo e il nome<br />

della ditta che l’ha prodotto), è stabilizzato, relativamente poco<br />

costoso, più facile da usare, conveniente, e migliorato dal punto<br />

di vista del sapore. Il succo della foglia di solito è più potente del<br />

prodotto lavorato e imbottigliato, al momento dell’estrazione, ma<br />

difficile da conservare e, come accennato precedentemente, le droghe<br />

antrachinoniche non si prestano all’automedicazione. I chimici<br />

hanno preferito combinarlo con altri ingredienti attivi, come<br />

vitamine A ed E, lanolina ed altri elementi, per stabilizzarlo, ampliare<br />

ed intensificare la sua efficacia. Così, di norma, raccomando<br />

prodotti all’Aloe arricchiti secondo richieste ben specifiche e distribuiti<br />

da società serie. Se la pianta da sola non fa tutto il lavoro,<br />

un prodotto adatto potrebbe completarlo. Al contrario, se non ottenete<br />

alcun beneficio usando un prodotto specifico, sappiate che<br />

esiste molta speculazione in questo settore come in tutti gli altri.<br />

Assicuratevi quindi che il prodotto che state per acquistare abbia<br />

questi requisiti, apposti di norma sull’etichetta:<br />

1) NON CONTENGA ALOINA;<br />

2) SIA RICONDUCIBILE AD UN LABORATORIO E NON AD<br />

UN PRIVATO CHE LO ABBIA CONFEZIONATO IN CASA;<br />

3) SIA OTTENUTO DALLA SPREMITURA DI PIANTA FRESCA<br />

E NON REIDRATANDO POLVERI;<br />

4) NON CONTENGA ACQUA AGGIUNTA;<br />

La legge permette ai produttori di indicare sull’etichetta la percentuale<br />

di purezza del prodotto. La dicitura “puro al 99%” non vuol<br />

dire che nel flacone troveremo un 99% di Aloe, ma semplicemente<br />

che la quantità immessa nel flacone è pura al 99%.<br />

72


ALOE IN VETERINARIA<br />

Dai tempi di Alessandro il Grande, che utilizzava grande quantità<br />

di Aloe per curare e rendere “più forti” i cavalli delle sue<br />

truppe, ad oggi, l’uso terapeutico dell’Aloe si è esteso notevolmente<br />

in campo veterinario.<br />

Nel XVII secolo, per esempio, i coloni inglesi d’America usavano<br />

frequentemente un preparato a base di Aloe destinato all’allevamento<br />

dei cavalli. Solo in tempi recenti, però, e a partire dalla<br />

seconda metà del XX secolo, l’utilizzo in campo veterinario<br />

divenne più frequente, soprattutto grazie agli studi condotti dal<br />

veterinario americano Robert Northway su cani, gatti e cavalli<br />

affetti da problemi micotici quali la tigna: su circa 70 animali<br />

trattati con gel di Aloe, 67 di questi guarirono completamente e<br />

con risultati maggiori rispetto ai trattamenti tradizionali.<br />

Il gel applicato localmente sui cavalli si è rivelato utile per curare<br />

ferite e lacerazioni, tendiniti, storte e infiammazioni, mentre<br />

ad uso orale è stato somministrato a cavalli irrequieti per ristabilire<br />

il loro sistema nervoso. Ottimo antibatterico, antibiotico ed<br />

antinfiammatorio, battericida e cicatrizzante, Il gel in particolare<br />

viene utilizzato dagli allevatori per il trattamento della mastite<br />

nelle mucche da latte e per le irritazioni causate dalle mungitrici<br />

elettriche. Essendo l’aloe un prodotto naturale, non presenta<br />

rischi di contaminazione (eventuali residui di gel nel latte appena<br />

munto). Alcuni ricercatori sostengono, inoltre, che l’Aloe<br />

incrementerebbe la produzione del latte, essendo un integratore<br />

alimentare completo, utile anche nello svezzamento dei vitelli<br />

già in tenera età.<br />

Nel gatto, comunemente soggetto a problemi come la cateratta e<br />

la congiuntivite, il succo di Aloe (o il gel) applicato come collirio<br />

offre buone prospettive di guarigione. Questi studi sugli animali<br />

confermano l’efficacia della totalità dei principi attivi presenti<br />

nella pianta, escludendo il tipico effetto placebo riscontrabile<br />

nella somministrazione umana.<br />

73


Qui di seguito, presentiamo una lista di sperimentazioni effettuate<br />

su animali da laboratorio dagli anni ’50 in poi. Al di là delle considerazioni<br />

personali su tali atteggiamenti a dir poco crudeli, questi<br />

esperimenti sono comunque serviti a testare le qualità indiscusse<br />

dell’Aloe.<br />

Radiodermite acuta dopo irradiazione Beta.<br />

Lushbaugh, CC, e Hale, DB (1953, luglio). Cancer, vol. 6, pp 690ff.<br />

Ustioni da radiazioni nei conigli: trattando i tessuti danneggiati<br />

con succo di Aloe il processo di guarigione è risultato accelerato e<br />

i conigli sono guariti in soli 2 mesi.<br />

Ustioni termiche.<br />

Rovatti B, Brennan RJ ..Ind. Med Surg 1959 Agosto, 28 . (8) :364-<br />

368. Studiando la reazione alle ustioni termiche negli animali, Rovatti<br />

e Brennan scoprirono che le ferite indotte sugli animali da<br />

laboratorio non solo guarivano più rapidamente di quelle trattate<br />

con preparazioni normali, ma questi animali riportavano anche<br />

meno cicatrici.<br />

Uso sperimentale di estratto di Aloe vera nella pratica clinica.<br />

Morthway, RB (DVM). (1975, gennaio). Medicina Veterinaria e<br />

Clinica Veterinaria, 70, 89.<br />

Morthway è stato uno dei primi chirurghi veterinari ad aver pubblicato<br />

un articolo esaustivo sull’uso topico dell’Aloe nella pratica<br />

veterinaria. Morthway prese in esame 76 casi di dermatite trattati<br />

con preparati di Aloe Vera per uso topico confrontandoli con il<br />

tipo di risposta che avrebbe ottenuto se avesse usato normali antibiotici<br />

o steroidi. Questi casi di dermatite comprendevano: allergie,<br />

tigna, ascessi, infiammazioni della pelle, infezioni della pelle,<br />

lacerazioni e ferite, piodermiti, cisti e problemi dell’orecchio. Nel<br />

95% dei casi trattati con l’Aloe, egli ottenne lo stesso successo rispetto<br />

ai preparati tradizionali per uso topico. Nel 20% dei casi<br />

trattati con Aloe, invece, conseguì risultati migliori rispetto ai medicinali<br />

utilizzati normalmente. Inoltre, egli non riscontrò reazioni<br />

74


tossiche o altri effetti collaterali avversi.<br />

Medicina e Chirurgia Equina<br />

Huntingdon, Cambridgeshire - Baxter, GM vol. II, pp 1625-9<br />

Il veterinario Peter Green riferisce che il gel di Aloe allevia il dolore,<br />

riduce l’infiammazione, penetra in profondità nella pelle, stimola<br />

la divisione cellulare ed uccide batteri e funghi. Ha concluso<br />

che l’Aloe Vera è il trattamento più efficace topico per ustioni.<br />

Peter Green. verdi, Peter. tempi veterinari, vol. 26 n.9, settembre<br />

1996.<br />

Uso di Aloe come trattamento della sindrome post-virale, letargia<br />

e malattie della pelle del cavallo. Confrontando i risultati con<br />

quelli ottenuti da altri veterinari, dopo aver somministrato 240 ml<br />

di succo di Aloe al giorno (nel cibo) per 3 - 5 settimane ai cavalli,<br />

i test indicarono una percentuale significativa di risposte positive<br />

all’assunzione orale di Aloe. Per patologie come la tigna, la febbre<br />

da fango e le allergie, ha concluso che i risultati ottenuti usando<br />

l’Aloe ad uso topico era efficace come quello che ci si aspetterebbe<br />

con i normali prodotti veterinari, quali agenti antifungini, antibiotici<br />

e steroidi.<br />

Protocollo terapeutico per gli animali feriti termicamente e trattaento<br />

con gel di Aloe su una scimmia.<br />

Cera, Lee M. (DVM), Heggers, John P. (PhD, MT [AMT]), Hafstrom,<br />

William J. (MD) , e Robson, Martin C. (MD). . (1982, luglio / agosto),<br />

Journal of the American Animal Hospital Association, 18,<br />

633-638. Questo articolo della University of Chicago Burn Center è<br />

eccezionale perché riporta il caso di una scimmia colpita accidentalmente<br />

da ustioni (Il 70% del corpo). In seguito al trattamento<br />

con gel di Aloe, non soltanto l’animale si era salvato, ma presto<br />

tornò in buona salute.<br />

75


L’efficacia terapeutica del gel di Aloe vera su lesioni termiche:<br />

Cera, Lee M. (DVM) , Heggers, John P. (PhD), Robson, Martin C.<br />

(MD), e Hafstrom, William J. (MD). . (1980, settembre / ottobre),<br />

Journal of the American Animal Hospital Association, 16, 768-772.<br />

La presente relazione della University of Chicago Burn Center su<br />

due cani pastore incidentalmente ustionati su tutto il corpo, riportava<br />

che ogni altro trattamento ordinario sarebbe stato considerato<br />

inutile vista la gravità. L’articolo, accuratamente documentato,<br />

dimostra i benefici effetti dell’Aloe in caso di ustioni.<br />

Studi sull’effetto dell’acemannano nelle infezioni retrovirali:<br />

stabilizzazione clinica della leucemia felina MA Paper , Unger<br />

BA , Giggleman GF , Tizard IR . Animal Hospital, Irving, TX. Mol<br />

BiotHER. 1991 Mar;. 3 (1) :41-5<br />

L’acemannano, uno dei tanti componenti dell’Aloe, stimola il sistema<br />

immunitario ed è riconosciuto come agente antivirale (per<br />

diversi virus) e come induttore di interferone. La leucemia felina<br />

(FeLV) è considerata la più importante causa di morte nei gatti domestici.<br />

Il 40% dei gatti muore a causa della malattia entro quattro<br />

settimane e il 70% entro otto settimane. Uno studio del 1991 effettuato<br />

all’Animal Medical Hospital (Irving, Texas), il Veterinary<br />

College (Texas) e presso l’A & M University ha dimostrato l’efficacia<br />

dell’acemannano nel trattamento della FeLV. 50 gatti studiati,<br />

tutti risultati positivi agli esami sierologici per la leucemia felina<br />

e che non rispondevano positivamente ai trattamenti tradizionali,<br />

erano ormai gravemente ammalati ed in fase terminale. Ai gatti<br />

fu iniettata regolarmente una soluzione contenente acemannano.<br />

I risultati dello studio fanno riflettere: Alla fine delle 12 settimane<br />

di studio, 29 gatti trattati con l’acemannano erano ancora vivi.<br />

2 su 44 sono stati persi al follow-up (controlli periodici) e altro è<br />

morto per altre cause. Lo studio indica un tasso di sopravvivenza<br />

del 71% per quei gatti che hanno completato lo studio. Dei 15<br />

gatti che sono morti per malattie legate alla FeLV, cinque sono<br />

morti per tumori maligni o aplasia midollare entro nove giorni<br />

dall’inizio della sperimentazione, 7 altri gatti sono morti entro la<br />

76


dodicesima settimana e tre sono morti entro quattro settimane dal<br />

completamento dello studio; 9 gatti sono morti o sono stati soppressi<br />

entro due mesi, ed un altro era morto entro il quinto mese<br />

dalla diagnosi di FeLV.<br />

Tutti i proprietari dei gatti sopravvissuti hanno riferito di essere<br />

soddisfatti dei risultati del trattamento, affermando che i loro gatti<br />

erano ritornati al loro stato normale di attività ed erano sani e<br />

felici. Lo studio è importante per due motivi. In primo luogo, 29<br />

gatti che sarebbero dovuti morire, secondo tutti gli studi scientifici<br />

precedenti, erano ancora vivi e apparentemente normali dopo 12<br />

settimane. In secondo luogo, basandosi su ulteriori studi ed altra<br />

documentazione, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti<br />

ha approvato in via ufficiale l’uso di Aloe nella cura della leucemia<br />

felina.<br />

L’acemannano è un immunostimolante derivato dall’Aloe, riconosciuto<br />

dal Department of Agriculture (USDA) degli Stati Uniti<br />

per il trattamento del fibrosarcoma dei cani e dei gatti. Studi<br />

preliminari indicano che l’acemannano è un complemento efficace<br />

per la chirurgia e la radioterapia nel trattamento dei sarcomi del<br />

cane e del gatto. Tuttavia, poco si sa sul meccanismo di azione di<br />

questo composto. Mannani con attività antitumorale significativa<br />

sono stati isolati da lieviti ed è stato dimostrato che essi agiscono<br />

principalmente sulla attivazione dei macrofagi.<br />

Come abbiamo potuto appurare in precedenza, le caratteristiche<br />

immunomodulanti, cicatrizzanti, antibatteriche, emollienti ed<br />

antiinfiammatorie (studi recenti paragonano questa attività con<br />

quella dell’idrocortisone) della pianta, utili agli esseri umani, possono<br />

essere sfruttate positivamente in campo veterinario.<br />

77


ALTRE APPLICAZIONI IN CAMPO VETERINARIO<br />

Da quanto mi hanno affermato diversi veterinari che hanno utilizzato<br />

l’Aloe su animali da compagnia, queste sono le applicazioni<br />

più comuni:<br />

Uccelli: gel o succo di Aloe diluito nell’acqua contenuta nel beverino<br />

per migliorare la loro salute e il piumaggio.<br />

Per la gotta delle zampe: immergere le zampette nel gel o passarlo<br />

sulle stesse con un bastoncino di cotone.<br />

Cani e gatti:<br />

Fistole: pulire la ferita con gel di Aloe più volte al giorno.<br />

Anemia: più dosi di succo di aloe al giorno in base alla taglia.<br />

Acari delle orecchie: applicare gel di aloe più volte al giorno.<br />

Piaghe, ferite provocate da altri animali: applicare il gel localmente<br />

e somministtrare succo di Aloe fino al completo ristabilimento.<br />

Cheratite: applicare il gel di aloe.<br />

Cavo orale: applicare il gel di Aloe quando l’animale rifiuta di<br />

alimentarsi per la grande dolorabilità. Non sottovalutiamo le caratteristiche<br />

antidolorifiche dell’Aloe dovute alla presenza di Bradachinasi,<br />

potente killer del dolore, e dell’acido salicilico.<br />

La pelle degli animali:<br />

Nell’essere umano le ghiandole sudoripare svolgono una funzione<br />

disintossicante importante. Gli animali però hanno meno<br />

ghiandole sudoripare dell’uomo ed eliminano le tossine attraverso<br />

le malattie delle pelle. La perdita di pelo (alopecia), la dermatite<br />

pruriginosa o altre patologie in corso, sono i sintomi evidenti che<br />

l’animale non sta bene. Usare il gel di Aloe, in questi casi, può<br />

essere determinante. Parlatene con il vostro veterinario di fiducia.<br />

78


Applicazioni<br />

già testate su esseri umani e/o animali<br />

Prima di sperimentare l’Aloe su voi stessi o sui vostri animali,<br />

consultate un operatore sanitario qualificato.<br />

L’herpes genitale<br />

Studi condotti sull’uomo suggeriscono che il gel di Aloe può essere<br />

utilizzato con efficacia per il trattamento dell’herpes genitale.<br />

Dermatite seborroica, seborrea, forfora<br />

Efficace nel trattamento della dermatite seborroica se applicato<br />

sulla pelle. Diluire il succo estratto a freddo dalla pianta ed applicarlo<br />

localmente, frizionando la cute.<br />

Psoriasi vulgaris<br />

Una ricerca, effettuata su 80 pazienti, metà dei quali sono stati randomizzati<br />

per ricevere un gel contenente il 70 per cento di Aloe<br />

e l’altra metà lo 0,1 per cento una crema a base di triamcinolone<br />

acetonide (uno steroide topico). Dopo otto settimane di trattamento,<br />

i pazienti trattati con Aloe avevano una maggiore riduzione<br />

della Psoriasis Area and Severity Index (PASI) rispetto ai pazienti<br />

seguiti con gli steroidi. Faccio presente che gli studi effettuati con<br />

il metodo PASI sono comunemente realizzati per l’approvazione<br />

dei farmaci negli Stati Uniti. (Choonhakarn C, et al “A prospective<br />

randomized clinical trial comparing topical aloe vera with 0.1%<br />

triamcinolone acetonide in chronic plaque psoriasis” ICD 2009;<br />

Abstract P347).<br />

Afta - Stomatite<br />

Le ulcere aftose della bocca possono essere trattate con gel di Aloe<br />

per ridurre il dolore e ridurre la comparsa di nuove ulcere.<br />

79


Pelle secca<br />

Il gel di Aloe può efficacemente ridurre la secchezza della pelle se associato<br />

ad una buona crema idratante.<br />

Macchie dell’età<br />

Queste macchie di iperpigmentazione appaiono più frequentemente<br />

dopo un’essessiva esposizione solare o in modo naturale con l’avanzare<br />

dell’età. Applicate il gel per diversi mesi, prima di cominciare a vederne<br />

i benefici. La melanina, prodotta per proteggere la pelle dalle radiazioni<br />

solari, non sempre, terminata l’esposizione solare, torna alle sue condizioni<br />

originali e in questo caso possiamo intervenire efficacemente con<br />

l’Aloe.<br />

Colite ulcerosa e infiammazione intestinale<br />

C’è una ricerca limitata, ma promettente sull’assunzione di Aloe per via<br />

orale nel trattamento della colite ulcerosa (UC), rispetto al placebo.<br />

Metabolismo cellulare<br />

l’Aloe aiuta il nostro organismo a produrre l’energia di cui ha bisogno,<br />

provvede al funzionamento del metabolismo cellulare, e, grazie al suo<br />

contenuto di vitamina C, stimola la circolazione e l’apparato cardiovascolare.<br />

La vitamina C contenuta nell’Aloe interviene nella prevenzione<br />

e rafforza il sistema immunitario. Non essendo prodotta dall’organismo,<br />

dobbiamo cercare questa vitamina all’esterno.<br />

Fegato<br />

L’Aloe è uno straordinario epatoprotettore. Lo stesso Plinio il Vecchio,<br />

già nell’antichità osservava la capacità di questa pianta a proposito del<br />

fegato. Diceva: “L’Aloe cura l’ittero”.<br />

Leggendo trattati e dialogando con numerosi medici, ho potuto appurare<br />

personalmente quanto sia vero.<br />

80


Ricrescita dei capelli.<br />

Anticamente, lo stesso Plinio il Vecchia dichiarava che “l’Aloe<br />

fa ricrescere i capelli”. Peccato che io non avessi preso in seria<br />

considerazione questa sua osservazione. Anche in casi di calvizie,<br />

l’Aloe si è rivelata incredibilmente efficace ad una persona di mia<br />

conoscenza. Essendo praticamente calvo e sensibile alle radiazioni<br />

solari (è un pilota d’aerei), si cospargeva il cuoio capelluto di<br />

gel di Aloe frequentemente come protezione solare totale. Dopo<br />

diversi mesi i suoi colleghi gli fecero notare che una peluria stava<br />

rispuntando sulla sua testa. Applicato frequentemente, stimolerebbe<br />

gli enzimi che promuovono la ricrescita.<br />

Per chi i capelli li ha ancora, le applicazioni di gel andranno eseguite<br />

sui capelli puliti, partendo dalle radici fino alle punte.<br />

Lasciate operare il gel per alcune ore o tutta la notte e risciacquateli.<br />

Scrub all’Aloe<br />

Tagliate le foglie dell’Aloe in due parti, longitudinalmente, e utilizzare<br />

i lati interni come scrub per il corpo.<br />

Maschera esfoliante per i piedi<br />

Per rilassare i piedi e renderli morbidi, diluire il gel di Aloe in<br />

poca acqua e applicare sui piedi.<br />

Maschera viso<br />

Applicare il gel sul volto, contorno occhi e collo.<br />

Lavare dopo almeno un’oretta ed applicare una crema idratante.<br />

Scottature e punture<br />

Tenere una pianta di Aloe in casa ed utilizzare il succo come rimedio<br />

naturale da applicare in caso di piccole ustioni casalingue.<br />

Reumatismi, Artriti<br />

Un valido rimedio se assunto oralmente e applicato sugli arti doloranti.<br />

Parlatene con il vostro medico.<br />

81


PREPARAZIONE DEL GEL<br />

1)<br />

Procuriamoci una piantina di Aloe, di qualsiasi<br />

specie, avendo cura di prelevare parti<br />

di foglie più anziane, quelle cioè poste alla<br />

base della pianta stessa. Tagliamone un pezzo<br />

con un coltello, in penombra e, nel senso<br />

della lunghezza, laviamola e, successivamente,<br />

togliamo la parte verde e le spine,<br />

evidenziando solo la polpa interna.<br />

2)<br />

Per un uso immediato, possiamo semplicemente<br />

far colare il gel dalla parte recisa ed<br />

applicarlo localmente.<br />

L’Aloe Vera Barbadensis, avendo foglie più<br />

corpose e ricche, è la specie più utilizzata attualmente<br />

per la produzione di cosmetici ed<br />

integratori.<br />

3)<br />

Il succo ossida velocemente a contatto con l’aria e con la luce (estraetelo<br />

in penombra), virando (cioè cambia colore, diventando più scuro),<br />

favorendo la produzione di batteri. Dovrai consumarlo all’occasione,<br />

altrimenti perderà i suoi principi attivi e sarà inutile. La conservazione<br />

avvviene tramite procedure chimiche, come l’aggiunta di tocoferolo,<br />

acido ascorbico o altre sostanze e ogni tentativo di conservarlo in casa<br />

sarebbe inutile. Provate comunque ad aggiungere succo di limone (Vit.<br />

C - antiossidante), per rallentare il processo di ossidazione. I prodotti<br />

in commercio sono tutti stabilizzati, ma difficilmente contengono succo<br />

ottenuto da spremitura da pianta fresca.<br />

82


Come realizzare il gel di Aloe<br />

Impareremo ora a realizzare il gel di Aloe per uso esterno.<br />

Ricordo ancora che l’uso interno è fortemente sconsigliato per i<br />

motivi già descritti ampiamente.<br />

Poiché per le applicazioni ad uso topico non ci sono rischi legati<br />

alla presenza di Aloina, potremo tranquillamente realizzare il nostro<br />

gel per uso personale, tenendo conto di alcuni fattori importanti:<br />

-La pianta di Aloe<br />

Dovete essere sicuri che la pianta che state per utilizzare sia<br />

un’Aloe e che questa non sia stata concimata chimicamente.<br />

-Estrazione del succo<br />

Effettuate il taglio della foglia in penombra, almeno 3 o 4 giorni<br />

dopo l’unltima innaffiatura. La luce e l’aria ossidano il succo,<br />

quindi conservatelo in frigo per un solo giorno, onde evitare la<br />

formazione di batteri..<br />

-Conservazione<br />

Il succo appena estratto si ossida velocemente perdendo i principi<br />

attivi. E’ consigliabile utilizzare piccole parti della foglia per una<br />

quantità di gel da utilizzare una sola volta perché non potrete conservarlo<br />

a lungo. La formazione di batteri è veloce e non servirà a<br />

nulla mettere in frigo il succo in eccesso. Usate la quantità che vi<br />

occorre al momento.<br />

E’fondamentale utilizzare il succo entro 20 minuti dalla raccolta<br />

poiché gli enzimi della pianta, dopo tale tempo, inizieranno a<br />

“crollare”.<br />

83


Procedura:<br />

Scegliete una foglia posta alla base della pianta.<br />

Tagliatene una piccola parte, partendo ovviamente dalla punta,<br />

rimuovendo anche le spine. Una volta tolta la parte verde, inserite<br />

soltanto la polpa in un piccolo recipiente pulito.<br />

Per punture o irritazioni, ferite varie, applicatelo localmente spremendo<br />

la parte recisa della foglia facendo colare il succo sulla parte<br />

interessata.<br />

Per preparare una lozione per il cuoio capelluto, diluire il gel con<br />

acqua tiepida e frizionare. Oltre a costituire un aiuto contro la forfora,<br />

nutre il capello rendendolo morbido.<br />

Per la maschera viso, applicare direttamente sul viso pulito e<br />

struccato, tenendo conto che l’Aloe assorbe molto il sebo, quindi<br />

troppe applicazioni renderebbero la pelle secca. Per evitare questo,<br />

associarla sempre ad una crema idratante. Applicare di sera il<br />

gel sul viso e nel contorno occhi, al mattino successivo sciacquare<br />

con acqua tiepida ed applicare una buona crema idratante.<br />

Per l’igiene intima: diluire il gel di Aloe nella camomilla tiepida.<br />

Per le emorroidi: applicare direttamente il gel per ottenere un sollievo<br />

immediato. Igiene orale: usare il gel puro o diluito per effettuare<br />

gargarismi.<br />

Ferite e punture di insetti: per un sollievo immediato è importante<br />

il tempo di applicazione.<br />

Anni fa mi trovavo in una località della Tunisia, nei pressi del deserto<br />

del Sahara. Una turista italiana fu punta da un insetto e provava<br />

un forte fastidio. Poco distante, accanto ad una piccola casa<br />

c’erano due uomini anziani ed una bella pianta di Aloe accanto<br />

all’entrata. Dissi a quella donna che avevo la possibilità di lenire<br />

immediatamente il suo dolore e lei acconsentì. I due anziani mi<br />

permisero di prelevare una piccola parte di foglia e la ragazza applicò<br />

il gel provando immediatamente sollievo.<br />

84


LE MIE RICETTE ALL’ALOE<br />

Consapevoli da millenni dei suoi benefici effetti curativi, gli uomini<br />

hanno appreso recentemente a mangiare l’Aloe. Gandhi sosteneva<br />

pubblicamente di essersi più volte nutrito di Aloe e che questo<br />

era anche il “segreto” della sua longevità.Cinesi e Giapponesi<br />

hanno incluso l’Aloe in cucina già da tempo, e non sono i soli.<br />

Vediamo insieme alcune ricette da me provate direttamente.<br />

FRULLATO RINFRESCANTE ALL’ALOE<br />

ingredienti:<br />

1 banana, 1 bicchiere di latte di mandorle, un pò di fragole, ghiaccio<br />

e cubetti di gel di Aloe appena estratto.<br />

Frullare e bere immediatamente.<br />

DESSERT DI ALOE<br />

preparazione:<br />

Pulire una foglia intera, eliminare totalmente la parte verde e raschiare<br />

via la polpa dopo aver eliminato l’aloina presente in superficie.<br />

Tagliare la polpa in cubetti e gettarli in padella insieme<br />

ad altro succo di Aloe e zucchero. Quando il succo si sarà in parte<br />

rappreso e non sarà più appiccicoso, servire in un piatto aggiungendo<br />

dello yogurt bianco. (Ottimo per colazione o come dessert).<br />

Durante la cottura l’Aloe rilascerà molto liquido senza comunque<br />

far perdere la consistenza ai cubetti.<br />

ALOE LEMON<br />

Ricavare i cubetti di Aloe e di Melone invernale, aggiungere<br />

zuzzhero e una manciata di datteri e il succo di due limoni.<br />

600g Aloe Vera a cubetti (solo polpa)<br />

100g Melone invernale<br />

80g Zucchero di canna o con miele.<br />

2 limoni (succo)<br />

5-6 Datteri<br />

Acqua 600ml<br />

85


COSMETICI FATTI IN CASA<br />

Il gel di aloe puro, estratto a freddo dalla foglia, si presta a infinite<br />

applicazioni topiche.<br />

Antirughe, antidolorifico, maschera per la pulizia del viso, prodotto<br />

abbronzante e protettivo contro i raggi ultravioletti.<br />

Igiene intima, supposta rinfrescante per le emorroidi, lenitivo per<br />

scottature e ferite, gel post depilazione...<br />

Per la maschera del viso, procedete come segue:<br />

apllicare il gel fresco sulla pelle ben pulita e non truccata; lasciare<br />

agire per almeno mezz’ora o tutta la notte e risciacquate il volto<br />

con acqua tiepida per rimuoverlo. La pelle risulterà molto liscia e<br />

curata; inoltre, l’aloe assorbirà il sebo, pulendo e nutrendo la pelle<br />

stessa. Non utilizzare troppo spesso, poiché assorbendo troppo<br />

sebo potrebbe seccare la pelle. Potete farlo una volta al mese o<br />

associarla ad una crema idratante. Applicato sui capelli, li renderà<br />

lisci e morbidi. Potrai cospargere i capelli di gel e lasciarlo agire<br />

per almeno un’ora, sciacquarlo e poi lavare i capelli. Ora vi spiegherò<br />

come realizzare un’ottima crema fatta in casa.<br />

Crema giorno e notte idratante a base di loe Vera<br />

Ingredienti:<br />

• Gel di loe Vera (1 noce)<br />

• Olio di mandorla dolce (1 noce)<br />

Preparazione:<br />

• Mescolare in parti uguali una noce di gel di Aloe Vera a una nice<br />

di olio di mandorle nel palmo della mano.<br />

• Otterrete un’emulsione untuosa, gradevole e fresca.<br />

86


INDICE<br />

Introduzione dell’Autore 9<br />

Perché questo trattato sull’aloe 10<br />

Aloe 15<br />

La Storia dell’Aloe 17<br />

Egitto 23<br />

Grecia e Roma 24<br />

Oriente e Africa 25<br />

Medio Evo 26<br />

Gli Indiani d’America 27<br />

Estremo Oriente 28<br />

Scoperte recenti 29<br />

La Russia e l’Aloe 30<br />

Aloe: medicina millenaria 33<br />

Aloe effetti 39<br />

Trascce di Aloe sulla Sindone 40<br />

Proprietà terapeutiche dell’Aloe 42<br />

Caratteristicher maggiori dell’Aloe 43<br />

Composizione chimica dell’Aloe 44<br />

Analisi del succo 48<br />

Pionieri moderni della ricerca 50<br />

Aloe e abitudini alimentari 51<br />

Antiossidanti e sovraccarico tossico 52<br />

Cosa c’è di unico nell’Aloe 52<br />

Controindicazioni ed effetti collaterali 53<br />

La foglia in sezione 54<br />

Aloina 55<br />

87


Principi di Botanica 56<br />

ALOE ARBORESCENS MILLER 58<br />

ALOE FEROX 59<br />

ALOE VERA 60<br />

Galleria fotografica: varie specie 62<br />

Radici ed acqua 72<br />

Irrigazione 73<br />

Coltivazione 74<br />

Fertilizzanti e terreno 75<br />

I Rischi del “fai-da-te” 77<br />

Domande frequenti sull’Aloe 78<br />

Aloe in Veterinaria 80<br />

Preparazione del Gel 89<br />

Le mie ricette all’Aloe 92<br />

COSMETICI FATTI IN CASA 93<br />

40<br />

42<br />

43<br />

44<br />

34<br />

35<br />

36<br />

37<br />

38<br />

40<br />

50<br />

88

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