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ricostruzione tridimensionale delle caratteristiche idrogeologiche ...

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3 Metodologia applicata<br />

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3 Metodologia applicata<br />

I modelli di flusso e di trasporto <strong>delle</strong> acque sotterranee<br />

dipendono dall’architettura stratigrafica, che a sua volta è governata<br />

da processi che controllano la distribuzione spaziale e temporale<br />

degli ambienti di deposizione e di alimentazione dei sedimenti<br />

(Edington & Poeter, 2006).<br />

I metodi per determinare la distribuzione dei materiali e <strong>delle</strong><br />

proprietà <strong>idrogeologiche</strong> ad essi associati sono molteplici, di seguito<br />

ne sono elencati alcuni esempi: la realizzazione e l’utilizzo di un<br />

simulatore di unità stratigrafiche (Edington & Poeter, 2006),<br />

l’individuazione di facies deposizionali o tessiturali tramite descrizioni<br />

di carote di terreno standard o interpretazioni geologiche dell’area, a<br />

cui associare valori di conducibilità idraulica in base a prove di portata<br />

o slug test (Fogg et al., 1998).<br />

In altre circostanze vengono realizzati database in grado di<br />

archiviare qualsiasi tipo di informazione idrogeologica, derivante da<br />

investigazioni sul campo. Questi, in alcuni casi, possono fungere da<br />

supporto per la realizzazione di cartografie del sottosuolo e <strong>delle</strong><br />

unità geologiche affioranti (Regione Emilia-Romagna, Banca dati<br />

geognostica 2000). In altri casi, invece, dall’analisi dei dati vengono<br />

prodotte distribuzioni statistiche <strong>delle</strong> proprietà geologiche e<br />

<strong>idrogeologiche</strong>, in base a classificazioni standard predefinite (Newell<br />

et al., 1991). La variabilità spaziale dei parametri idraulici può essere<br />

riprodotta anche con l’utilizzo di diverse tecniche geostatistiche (caso<br />

dei “pilot points” di Doherty, 2003), spesso lavorando con griglie di<br />

calcolo di milioni di celle (Fogg & Fleckenstein, 2008).<br />

In questo panorama scientifico si inserisce la metodologia che<br />

viene sperimentata dal Gruppo di Idrogeologia del DISAT da qualche<br />

anno in aree e per scopi differenti tra loro (Bonomi, 1995; Bellini,<br />

2006; Bonomi et al., 2006) e di cui il seguente dottorato ha sviluppato<br />

e implementato una parte, costituendo un altro esempio di<br />

caratterizzazione <strong>delle</strong> proprietà <strong>idrogeologiche</strong>. Essa consiste nella<br />

realizzazione di valutazioni quantitative <strong>delle</strong> <strong>caratteristiche</strong> tessiturali<br />

e <strong>idrogeologiche</strong> del sottosuolo, attraverso l’interpolazione di dati<br />

stratigrafici, archiviati in una specifica Banca Dati per pozzi; a partire<br />

da queste analisi viene in seguito sviluppato il modello idrogeologico<br />

di un acquifero medio costituito da depositi sciolti eterogenei.<br />

Nello specifico il metodo di studio può essere suddiviso in 3 fasi<br />

principali:

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