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ricostruzione tridimensionale delle caratteristiche idrogeologiche ...

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4 Inquadramento dell’area di studio<br />

presenta molto irregolare e i depositi sono discontinui su grandi<br />

distanze.<br />

L’unità è ricoperta da un più o meno marcato spessore di depositi<br />

grossolani, che sono sottili nelle fasce pedemontane lontane dalle<br />

aree di maggiore sedimentazione alluvionale, e molto spessi (anche<br />

100 m) al centro della pianura, cui seguono dei conglomerati che<br />

possono avere anch'essi grande spessore; valore molto elevato della<br />

potenza di questa successiva unità si sono riscontrati in diverse<br />

località, in particolare nella provincia di Como, dove si osservano<br />

anche 60 m di spessore di conglomerati; a questa unità è attribuito il<br />

nome di “Ceppo Lombardo”. Essa si trova lungo le incisioni dei<br />

principali fiumi ed è costituita da arenarie e conglomerati da poco a<br />

molto cementati. Importante è la permeabilità secondaria che<br />

presenta e di conseguenza, dove affiora, il “Ceppo” risulta esserci un<br />

potenziale acquifero, alimentato dalle acque superficiali provenienti<br />

dagli apparati morenici. Anche questa unità mostra chiare tracce di<br />

sollevamento, ed è in molti affioramenti fortemente inclinata, in<br />

particolare lungo i bordi prealpini (Regione Lombardia, 2001).<br />

Nell’alta pianura, appoggiati sopra il “Ceppo” , si trovano i depositi<br />

glaciali che costituiscono gli apparati morenici e che formano le<br />

cerchie moreniche. Litologicamente sono estremamente eterogenei e<br />

si ritrovano elementi dalle dimensione dei blocchi fino a quelli <strong>delle</strong><br />

argille. La matrice limosa è abbondante per cui la loro permeabilità è<br />

da bassa a scarsa, salvo locali variazioni (Cavallin et al., 1983).<br />

I successivi episodi glaciali, convenzionalmente raggruppati in<br />

diverse fasi, sono caratterizzati dalla deposizione di una vasta coltre<br />

di sedimenti fluvioglaciali e sedimenti alluvionali legati alla presenza<br />

di un ghiacciaio in fase di ritiro.<br />

Dai ghiacciai usciva, infatti, una massa idrica notevole, capace di<br />

trasportare e di deporre in pianura grandi quantità di sedimenti; sui<br />

sedimenti della parte alta della pianura fluvioglaciale vennero deposte<br />

le morene frontali di diverse fasi glaciali.<br />

I sedimenti deposti da un primo avanzamento del ghiacciaio<br />

venivano successivamente sottoposti ad un processo di erosione da<br />

parte <strong>delle</strong> fiumane che erano collegate con il successivo evento<br />

glaciale, durante il quale venne risparmiata una parte della pianura<br />

fluvioglaciale precedente. Essa ora affiora in lembi concentrati sugli<br />

altipiani terrazzati della zona pedemontana, definiti depositi terrazzi a<br />

“ferretto”: superficialmente sono alterati e i prodotti di questo<br />

processo (ferretto) di colore rossastro hanno spessore variabile da 2<br />

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