Genetica - GESN
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I GENI SONO COME UNA RICETTA DI CUCINA 1<br />
“Consideriamo […] una grande teoria dell ' embriologia, l'epigenesi, la teoria della ricetta o del «libro di cucina». Una<br />
ricetta in un libro di cucina non è, in alcun senso, il progetto per la torta che uscirà infine dal forno. […] Una ricetta non<br />
è un modello in scala, né una descrizione di una torta quale esce dal forno, né in alcun senso una rappresentazione punto<br />
per punto. È un insieme di istruzioni che, se seguite nel giusto ordine, daranno come risultato una torta. Un vero<br />
progetto di una torta codificato in una dimensione consterebbe di una serie di esplorazioni della torta, come se uno<br />
spiedo venisse passato ripetutamente attraverso di essa in una sequenza ordinata. A intervalli di millimetri gli immediati<br />
dintorni dello spiedo sarebbero memorizzati in codice, cosicché, per esempio, dai dati seriali sarebbero recuperabili le<br />
coordinate esatte di ogni uvetta e di ogni briciola. Ci sarebbe una rigorosa corrispondenza biunivoca fra ogni parte della<br />
torta e la parte corrispondente del progetto. È ovvio che questo procedimento non ha nulla di simile a una vera ricetta.<br />
In una ricetta non c'è una rigorosa corrispondenza biunivoca fra ogni parte della torta e parole o lettere della ricetta. Se<br />
le parole della ricetta rappresentano qualcosa, non sono singoli pezzi della torta quale esce dal forno, bensì singoli passi<br />
nel procedimento di fare una torta.<br />
Noi oggi non comprendiamo ancora tutto, e neppure la maggior parte delle cose, su come da un uovo fecondato si<br />
sviluppi un animale. Ci sono nondimeno indicazioni molto persuasive del fatto che i geni sono molto più simili a una<br />
ricetta che non a un progetto. In effetti l'analogia della ricetta è piuttosto buona […]. Lo sviluppo embrionale è un<br />
processo. Esso è una sequenza ordinata di eventi, come il procedimento per fare una torta, con la differenza che nel corso<br />
di questo processo c'è un numero di passi di molti milioni di volte maggiore e che molti di tali passi hanno luogo<br />
simultaneamente in molte parti diverse dell'embrione. […]<br />
Com'è possibile non solo far ricerche, ma persino parlare su un gene «per» gli occhi azzurri, o di un gene «per»<br />
l ' acromatopsia (o cecità ai colori)? Il fatto stesso che il genetista possa studiare tali effetti di geni singoli non suggerisce<br />
che ci sia in realtà una qualche sorta di precisa corrispondenza biunivoca fra un gene e una parte del corpo? […] Ma<br />
supponiamo ora di modificare un'espressione nella ricetta; per esempio, supponiamo di cancellare «lievito in polvere» o<br />
di sostituirlo con «lievito di birra». Ora facciamo 100 torte secondo la nuova versione della ricetta e 100 torte secondo la<br />
vecchia versione. Fra i due gruppi di 100 torte c'è una differenza chiave, e questa differenza è dovuta a una differenza<br />
precisa nella formulazione della ricetta. Benché non ci sia una corrispondenza biunivoca fra l'espressione modificata e<br />
una briciola di torta, c'è però una corrispondenza biunivoca fra la differenza in una precisa espressione e la differenza<br />
dell'intera torta. L'espressione «lievito in polvere» non corrisponde ad alcuna parte precisa della torta: la sua influenza<br />
incide sulla lievitazione, e quindi sulla forma finale dell'intera torta. Se si cancella l'espressione «lievito in polvere», o la<br />
si sostituisce con «farina», la torta non lieviterà. Se la si sostituisce con «lievito di birra» la torta lieviterà, ma il suo<br />
sapore assomiglierà più a quello del pane. Ci sarà una differenza costante, identificabile, fra le torte fatte secondo la<br />
versione originaria della ricetta e quelle fatte secondo le versioni «mutate», anche se non c'è nessuna parte di nessuna<br />
torta che corrisponda alle parole in questione. Questa è una buona analogia per ciò che accade quando muta un gene.<br />
Un'analogia ancora migliore, dato che i geni esercitano effetti quantitativi e che le mutazioni modificano la grandezza<br />
quantitativa di quegli effetti, sarebbe un mutamento dalla temperatura di «180 gradi» a quella di «230 gradi». Le torte<br />
cotte secondo la versione «mutata» della ricetta, a temperatura superiore, risulteranno diverse, non solo in una parte, ma<br />
nell'intera loro sostanza, dalle torte cotte secondo la versione originaria a temperatura inferiore. Ma l'analogia è ancora<br />
troppo semplice. Per simulare lo sviluppo embrionale a imitazione della cottura di una torta, dovremmo immaginare<br />
non un singolo processo in un singolo forno, bensì un intrico di nastri trasportatori che fanno passare varie parti della<br />
«torta» attraverso 10 milioni di forni miniaturizzati diversi, in serie e in parallelo, ciascuno dei quali realizza una diversa<br />
combinazione di sapori a partire da 10’000 ingredienti di base. Il succo dell'analogia con la ricetta – ossia il fatto che i<br />
geni non sono un progetto bensì una ricetta per un processo – viene evidenziato ancor più dalla versione complessa<br />
dell'analogia che da quella semplice.”<br />
1 Tratto da: R. Dawkins, L’orologiaio cieco. Rizzoli Milano, 1988, p.426-430<br />
genetica v. 23.8.06 pagina 6 di 26