27.08.2013 Views

Qui è possibile scaricare l'opuscolo sulle erbe aromatiche.

Qui è possibile scaricare l'opuscolo sulle erbe aromatiche.

Qui è possibile scaricare l'opuscolo sulle erbe aromatiche.

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Con la loro varietà di colori, forme e aromi, le <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong> sono un’autentica gioia dei<br />

sensi. Da tempo immemorabile in Alto Adige si raccolgono <strong>erbe</strong> selvatiche e si tramandano<br />

le conoscenze <strong>sulle</strong> loro proprietà. Grazie alle sue favorevoli condizioni climatiche,<br />

l’Alto Adige <strong>è</strong> una regione particolarmente adatta alla coltivazione di molte specie di<br />

<strong>erbe</strong>. Pertanto, negli ultimi decenni nella nostra provincia la coltivazione selettiva di<br />

<strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong> e officinali ha conosciuto un forte sviluppo. Come prodotti di nicchia le<br />

<strong>erbe</strong> sono un’importante attività economica alternativa per le piccole aziende agricole.<br />

Con una vasta offerta di corsi e di iniziative formative la Scuola professionale per l’agricoltura<br />

e l’economia domestica Salern cerca di rispondere alle esigenze dei produttori<br />

di prodotti di nicchia, fornendo loro anche informazioni attuali su un ampio spettro<br />

di tematiche. Ogni anno la scuola organizza inoltre interessanti manifestazioni per gli<br />

amanti del giardinaggio.<br />

Questo opuscolo offre una piccola panoramica dello sfaccettato universo delle <strong>erbe</strong><br />

<strong>aromatiche</strong>: dalla coltivazione nell’orto fino alla preparazione di gustose pietanze.<br />

Lasciatevi trasportare nel variopinto e aromatico mondo delle <strong>erbe</strong>!<br />

Auguriamo a tutti una buona lettura, confidando che questo opuscolo possa contribuire<br />

a dare impulso alla coltivazione delle <strong>erbe</strong>.<br />

Hans Berger<br />

Assessore all’agricoltura<br />

Dr. Stefan Walder<br />

Direttore di Ripartizione della formazione professionale agricola, forestale e di<br />

economia domestica<br />

Juliane Gasser Pellegrini<br />

Direttrice della Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica Salern<br />

INDICE<br />

04 PREMESSA<br />

06 BOTANICA<br />

08 STORIA<br />

12 COLTIVAZIONE E CURA<br />

16 LE ERBE NELLA COLTURA MISTA<br />

18 MOLTIPLICAZIONE DELLE ERBE<br />

20 LA CURA CORRETTA<br />

22 MACERATI E DECOTTI NATURALI<br />

24 IMPIEGO<br />

26 PRINCIPI ATTIVI<br />

28 LE ERBE IN CUCINA<br />

42 ERBE SPONTANEE<br />

48 BIBLIOGRAFIA<br />

49 NOTE EDITORIALI<br />

3


PREMESSA<br />

La Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica Salern ha una lunga<br />

tradizione nelle mostre di piante. Gli appassionati di giardinaggio, gli orticoltori e i<br />

coltivatori di <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong>, nonché gli amanti degli ortaggi possono approfittare di<br />

queste manifestazioni per ottenere preziosi suggerimenti per la coltivazione e l’utilizzo<br />

di particolari ortaggi e piante.<br />

Dopo le zucche, le patate, le insalate, i peperoncini, i cavoli e i mini ortaggi, ci sembrava<br />

fosse giunto il momento di focalizzare l’attenzione <strong>sulle</strong> <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong>. E così <strong>è</strong> stato:<br />

nel maggio del 2011, a Salern le luci della ribalta si sono accese <strong>sulle</strong> <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong>,<br />

officinali e da insalata. Ampio spazio <strong>è</strong> stato dedicato al basilico, con circa 90 differenti<br />

varietà, da quello all’aroma di limone, al basilico “thai” fino al basilico sacro, e alle<br />

innumerevoli specie di prezzemolo. In esposizione c’erano anche <strong>erbe</strong> rare come l’erba<br />

stella, il romice sanguineo, la salvia sclarea e il fieno greco. È stato <strong>possibile</strong> esporre<br />

una così grande varietà di <strong>erbe</strong> anche grazie alla stretta collaborazione con la struttura<br />

socio-psichiatrica Bartgaishof, presente pure come partner espositivo, che ha messo a<br />

disposizione alcune piante molto caratteristiche. Un caloroso ringraziamento al Bartgaishof<br />

per la meravigliosa collaborazione.<br />

Questo opuscolo informativo <strong>è</strong> stato realizzato per dare a tutti la possibilità di prendere<br />

visione del materiale raccolto e di ammirare le splendide foto. Auguriamo a tutti una<br />

piacevole lettura.<br />

Le insegnanti della Scuola professionale Salern<br />

Valentina Danese, Gabriele Falschlunger, Michaela Krause<br />

MoStRA DI ERbE ARoMAtIChE<br />

E offICINAlI<br />

Un GRAZIE particolare a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita del presente<br />

opuscolo!<br />

Questo opuscolo e la mostra <strong>sulle</strong> <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong> sono stati realizzati nell’ambito del<br />

progetto PSR “Metodi di produzione naturale per la coltivazione di ortaggi, piccoli<br />

frutti ed <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong> – parte III”.<br />

5


otANICA<br />

ChE CoSA SI INtENDE<br />

PER ERbE?<br />

Con il termine erba si indicano genericamente le piante basse con fusto verde e non<br />

legnoso. Solitamente si tratta di piante annuali, ma non sono rare le specie sempreverdi,<br />

biennali o perenni. Le <strong>erbe</strong> impiegate in cucina sono dette <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong>, mentre<br />

quelle usate in erboristeria per le loro proprietà curative e benefiche si definiscono <strong>erbe</strong><br />

medicinali od officinali.<br />

Si possono utilizzare varie parti della pianta (foglie, frutti, fiori, radici, cortecce ecc.).<br />

Particolare importanza rivestono tuttavia, nella maggior parte dei casi, le foglie.<br />

Dal punto di vista botanico la maggior parte delle <strong>erbe</strong> sono piante erbacee annuali<br />

o pluriennali; ciò significa che le parti della pianta fuori terra non lignificano e dopo il<br />

periodo invernale rifioriscono. Fanno eccezione il rosmarino e la salvia, che sono piante<br />

legnose e complicano così la definizione. Da menzionare, in particolare, due famiglie di<br />

piante che annoverano molte specie di <strong>erbe</strong> dai diversi usi:<br />

• le Lamiacee – tra queste figurano molte piante che amano il clima temperato, tipico<br />

delle zone mediterranee come il rosmarino, il timo, l’origano, la lavanda e il basilico, ma<br />

anche la menta e la melissa;<br />

• le Apiacee – a questa famiglia appartengono importanti <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong> e da cucina<br />

usate per aromatizzare zuppe, insalate, pane ecc., come il prezzemolo, il levistico, il<br />

cerfoglio, l’aneto, il finocchio, il cumino e l’anice.<br />

Le piante di entrambe le famiglie hanno un alto contenuto di oli essenziali o eterici.<br />

L’impiego delle <strong>erbe</strong> dipende dalle sostanze in essa contenute, come per esempio gli oli<br />

essenziali. Le piante <strong>aromatiche</strong> vengono utilizzate per il loro sapore e aroma, quelle<br />

officinali per le loro proprietà curative.<br />

Questo opuscolo si occuperà principalmente di <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong>, con qualche breve<br />

accenno ai loro eventuali altri utilizzi.<br />

7


StoRIA<br />

CoME tUtto EbbE INIZIo<br />

Fino al XX secolo non esisteva un servizio sanitario nazionale. La gente doveva spesso<br />

trovare da sola dei rimedi per curare malattie e ferite. Per questo le <strong>erbe</strong> medicinali erano<br />

molto importanti per la medicina popolare.<br />

Ma da dove provengono le conoscenze <strong>sulle</strong> proprietà di queste <strong>erbe</strong>, che si sono trasmesse<br />

da una generazione all’altra? Per trovare una risposta dobbiamo tornare indietro<br />

nel tempo di millenni.<br />

La prima traccia dell’utilizzo di <strong>erbe</strong> curative fu rinvenuta in una tomba risalente a 60.000<br />

anni fa. Al suo interno furono trovati resti archeologici di millefoglie e di ibisco. Se ne<br />

dedusse che già allora gli esseri umani conoscessero le proprietà curative di queste piante.<br />

Il sapere <strong>sulle</strong> proprietà medicamentose delle piante si <strong>è</strong> sviluppato nel tempo sulla base<br />

di esperienze empiriche e di testimonianze orali, poi tramandate e approfondite nel corso<br />

dei secoli.<br />

La medicina occidentale si basa <strong>sulle</strong> conoscenze degli antichi Greci e Romani. Le prime<br />

fonti scritte risalgono proprio a queste epoche storiche. Nel 400 a. C. circa, il medico greco<br />

Ippocrate descrisse le proprietà di 230 piante medicinali. Nell’antichità la popolazione teneva<br />

in grande considerazione, per esempio, il prezzemolo, ritenuto una pianta dalle molteplici<br />

proprietà terapeutiche. Nell’antica Roma il prezzemolo veniva somministrato ai gladiatori in<br />

quanto si pensava che accrescesse il coraggio e il volume muscolare. Più tardi il prezzemolo<br />

venne anche utilizzato come rinvigorente per potenziare la virilità. Nello stesso periodo si<br />

credeva che il prezzemolo avesse effetti abortivi. Moderne indagini hanno confermato che<br />

questa pianta erbacea ha proprietà diuretiche e stimola la contrattilità uterina.<br />

I conventi come centri di cura<br />

Grazie ai Romani le antiche conoscenze <strong>sulle</strong> proprietà delle <strong>erbe</strong> si diffusero fino in Nord<br />

Europa, e fu proprio nei secoli successivi che tali nozioni vennero raccolte e utilizzate nei<br />

conventi. Nel IX secolo il monaco benedettino Walafrido Strabone descrisse nel suo poema<br />

“Hortulus” le <strong>erbe</strong> medicinali, all’epoca tanto apprezzate. Alcune di queste piante, per<br />

9


esempio il levistico, il sedano e il cerfoglio, oggigiorno vengono utilizzate prevalentemente<br />

per aromatizzare le pietanze. Queste conoscenze <strong>sulle</strong> virtù terapeutiche delle piante si<br />

sono tramandate nel corso dei secoli sino in tempi recenti. Infatti, i sudtirolesi di una certa<br />

età raccontano che in passato si usava il levistico come rimedio in caso di problemi digestivi<br />

o di morsi di serpenti.<br />

Nel Medioevo la più nota specialista di <strong>erbe</strong> fu la badessa Ildegarda di Bingen. Nel suo trattato<br />

scritto in latino Ildegarda usò i termini tedeschi, il che dimostra come, oltre ad aver studiato<br />

la scienza medica greco-romana, si fosse interessata anche alla medicina popolare locale.<br />

Medicina secolare<br />

Grazie alla scoperta della stampa, i trattati di medicina e di erboristeria furono reperibili<br />

anche al di fuori dei conventi e divennero presto dei “bestseller”. In questi testi erano<br />

raccolte ricette “popolari” a base di <strong>erbe</strong>, quali calendula, prezzemolo e ortica, usate per<br />

curare dermatiti e altri disturbi; tuttavia venivano menzionate anche sostanze esotiche,<br />

come ad esempio il pepe, indicato per curare vari dolori. Queste spezie esotiche erano<br />

state importate in Europa da naviganti, scopritori, crociati e pellegrini. La maggior parte<br />

di questi libri erano semplici raccolte di antiche conoscenze. Alcune delle ricette riportate<br />

risalivano addirittura ai tempi di Ippocrate.<br />

Verso la fine del Medioevo nell’arco alpino aprirono i battenti le prime farmacie, che proponevano<br />

già allora parecchi rimedi provenienti da paesi lontani. Secondo i parametri attuali,<br />

tali farmacie erano più che altro botteghe in cui si vendevano spezie ed <strong>erbe</strong> officinali.<br />

Anche i primi medici laureati nelle università non rispecchiavano la nostra attuale concezione<br />

del medico. Nei manuali da essi scritti erano raccolte credenze e superstizioni di ogni<br />

genere, venivano descritte le proprietà di amuleti e numeri magici. Molte leggende <strong>sulle</strong><br />

piante magiche si sono tramandate nei secoli. Ad esempio, la mandragola <strong>è</strong> una pianta<br />

che ricorre in molti miti e leggende antiche. Fino al XX secolo circolavano ricette a base di<br />

salvia e di formule magiche, che si riteneva fossero molto efficaci contro la febbre e altre<br />

malattie. Anche se oggi tali metodi fanno sorridere e suscitano talvolta grande scettici-<br />

CoME tUtto EbbE INIZIo<br />

smo – a molte di queste piante vengono attribuite tuttora delle proprietà terapeutiche. La<br />

parola salvia deriva dal latino “salvus”, che significa appunto sano.<br />

Anche se alcuni rimedi antichi oggi non sono considerati altro che delle pratiche di superstizione<br />

e magia, in alcuni casi probabilmente si rivelavano efficaci. Credere negli effetti<br />

benefici di una medicina può influire positivamente sulla guarigione. Questo fatto <strong>è</strong> stato<br />

sicuramente sfruttato da molti ciarlatani, che vendevano le piante medicinali a prezzi salati<br />

come se fossero panacee, elisir di bellezza o filtri d’amore. Talvolta si ricorreva addirittura a<br />

vere e proprie contraffazioni. Nel Medioevo e anche in epoche più recenti vi erano infatti<br />

alcuni mercanti che smerciavano radici e rape di vario genere, spacciandole ad esempio<br />

per mandragola, dalle prodigiose proprietà curative.<br />

Medicina moderna<br />

Oggi i medici ricordano Paracelso come un propugnatore della teoria delle segnature.<br />

Secondo questa teoria l’aspetto esteriore della pianta ne suggerisce le proprietà. Le noci<br />

stimolano il cervello, l’erba trinità - detta anche Hepatica nobilis - il cui nome tedesco<br />

significa “fiorellino di fegato” per la forma delle sue foglie - serve per curare i disturbi<br />

epatici, ecc. Paracelso sosteneva inoltre la teoria che uomini e donne andassero curati con<br />

medicinali diversi. Una tesi avvalorata anche ai giorni nostri, visto che alcune <strong>erbe</strong> sono<br />

consigliate per lenire disturbi tipicamente femminili, come ad esempio l’alchemilla.<br />

Nel XIX secolo gli scienziati scoprirono i primi principi attivi delle piante (per esempio il<br />

timolo presente nel timo) e cercarono di riprodurli sinteticamente. Ed <strong>è</strong> a questo punto che<br />

la medicina scolastica si discostò dalla medicina erboristica tradizionale.<br />

Nel XIX secolo, grazie ai primi medicinali di sintesi e a nuovi metodi fu <strong>possibile</strong> debellare<br />

malattie considerate sino ad allora mortali. Tuttavia il ricorso sempre maggiore agli antibiotici<br />

ecc. ha comportato anche effetti collaterali. Metodi alternativi – quali ad esempio<br />

l’omeopatia e la fitoterapia tradizionale - hanno nel frattempo (ri)guadagnato terreno e<br />

molti sostenitori. Il gran numero di pubblicazioni esistenti <strong>sulle</strong> <strong>erbe</strong> medicinali dimostra il<br />

crescente interesse per queste piante.<br />

11


ColtIVAZIoNE E CURA<br />

DAl PRoPRIo oRto<br />

ColtIVAZIoNE DEllE ERbE<br />

Le piante che noi coltiviamo nel nostro orticello domestico sono ovviamente più buone<br />

e danno ai cibi quel sapore in più. Le <strong>erbe</strong> non necessitano di molto spazio, sono poco<br />

esigenti e facili da coltivare. La maggior parte di esse si possono coltivare anche in vasi su<br />

balconi e davanzali.<br />

La scelta del posto <strong>è</strong> di primaria importanza per la salute delle piante. È necessario conoscere<br />

le piante e sapere di che cosa hanno bisogno. In base alla durata del loro ciclo di vita le <strong>erbe</strong><br />

vengono suddivise in piante annuali e pluriennali. Si distingue inoltre tra piante che sono<br />

forti consumatori e altre che sono deboli consumatori di sostanze nutritive. Altri fattori<br />

importanti per la crescita delle piante sono il calore, la luce e l’acqua.<br />

Nella scelta della posizione nel campo o nell’orto <strong>è</strong> consigliabile e conveniente piantare<br />

tutte le specie pluriennali in un’unica aiuola. Ciò facilita la lavorazione del terreno in primavera.<br />

La posizione delle piante annuali deve invece variare di anno in anno. Il prezzemolo,<br />

in particolar modo, necessita di spostamenti annuali in quanto non sopporta per lungo<br />

tempo lo stesso terreno.<br />

ANNUAlI PlURIENNAlI<br />

Basilico Santoreggia montana<br />

Santoreggia Dragoncello<br />

Borragine Finocchio<br />

Aneto Cumino (biennale)<br />

Nasturzio Lavanda<br />

Cerfoglio Levistico<br />

Coriandolo Maggiorana<br />

Crescione Malva<br />

Calendula Origano<br />

Erba Zingara Prezzemolo (biennale)*<br />

Rosmarino<br />

* Il prezzemolo <strong>è</strong> una pianta biennale, che<br />

fiorisce solo l’anno successivo a quello della<br />

Salvia<br />

Erba cipollina<br />

semina. Tuttavia viene coltivato annual- Timo<br />

mente perché con la fioritura le sue foglie Diversi tipi di menta<br />

perdono il loro aroma e risultano pertanto Issopo<br />

inutilizzabili.<br />

Melissa<br />

13


Molte <strong>erbe</strong> sono originarie dell’area del Mediterraneo e sono definite deboli consumatori,<br />

ossia hanno un ridotto fabbisogno di sostanze nutritive. Sono molto semplici da<br />

coltivare perché hanno davvero modeste esigenze e preferiscono posizioni luminose e<br />

soleggiate. I consumatori forti necessitano invece di un terreno fertile, ricco di sostanza<br />

organica, sempre fresco e dotato di un buon drenaggio. Sarebbe opportuno coltivare<br />

insieme piante che hanno caratteristiche ed esigenze simili. Ciò ne facilita la concimazione<br />

e anche l’annaffiatura.<br />

CoNSUMAtoRI foRtI CoNSUMAtoRI DEbolI<br />

Nasturzio Santoreggia (montana)<br />

Levistico Basilico<br />

Prezzemolo Lavanda<br />

Erba cipollina Origano<br />

Diverse varietà di menta Rosmarino<br />

Melissa Salvia<br />

Romice sanguineo Timo<br />

Erba cipollina all’aglio Issopo<br />

A PoRtAtA DI MANo<br />

Le <strong>erbe</strong> in vaso<br />

La maggior parte delle <strong>erbe</strong> si possono coltivare facilmente in vaso su balconi o davanzali,<br />

il che ne facilita anche l’uso in cucina. Per la coltivazione possono essere impiegati<br />

tutti i tipi di contenitori. L’unico accorgimento <strong>è</strong> che tali recipienti abbiano sotto<br />

un’apertura.<br />

Il substrato ideale dovrebbe essere composto per un 50 % da terriccio da giardino, per<br />

un 30 - 40 % da concime e per un 10 - 20 % da sabbia. Lo strato sottostante dovrebbe<br />

essere costituito da ghiaia o cocci per permettere all’acqua di defluire ed evitarne così<br />

il ristagno.<br />

Le <strong>erbe</strong> con esigenze simili dovrebbero essere piantate nello stesso vaso. Le piante<br />

proliferanti, come per esempio la menta o la melissa, dovrebbero essere poste in vasi<br />

distinti.<br />

La maggior parte delle <strong>erbe</strong> necessita di regolari rinvasi. Le piante pluriennali possono<br />

tuttavia rimanere in vaso fino a 3 anni. Per le piante definite forti consumatori si consiglia<br />

una concimazione ogni 2 o 3 settimane, per esempio con un macerato di ortica.<br />

15


lE ERbE NEllA ColtURA MIStA<br />

Nell’orto spesso crescono diversi tipi di piante in uno spazio relativamente ridotto.<br />

Queste specie si influenzano una con l’altra ed <strong>è</strong> opportuno sfruttare tali interazioni.<br />

Grazie ad opportune consociazioni di piante <strong>è</strong> <strong>possibile</strong> rinunciare all’uso di pesticidi<br />

chimici. Come per alcuni ortaggi, quali la carota e la cipolla, che crescono bene se sono<br />

vicini, anche alcune <strong>erbe</strong> hanno effetti benefici <strong>sulle</strong> piante che crescono accanto a loro.<br />

Le consociazioni di colture danno buoni risultati, perché specie di piante differenti hanno<br />

esigenze diverse (posizione, acqua e sostanze nutritive) e non si fanno concorrenza. Alcune,<br />

addirittura, si sostengono a vicenda: ad esempio le piante con foglie grandi fanno<br />

ombra alle vicine, mantenendo il terreno umido, mentre le piante dalle radici profonde<br />

rendono il terreno più soffice.<br />

Vi sono altri tre motivi per cui alcune specie di verdure e di <strong>erbe</strong> crescono bene in<br />

consociazione:<br />

1.Grazie alle sostanze odorose in esse presenti o alle sostanze emesse dalle loro<br />

radici, alcune <strong>erbe</strong> migliorano il sapore o la crescita delle loro vicine:<br />

• Cumino, coriandolo e nasturzio conferiscono un buon aroma alla patata.<br />

• L’aneto migliora la germinazione e lo sviluppo della carota, affinandone anche il sapore.<br />

• Il crescione rende i ravanelli più piccanti.<br />

• Il prezzemolo e la camomilla stimolano la crescita dei pomodori.<br />

• La santoreggia ha effetti benefici su fagioli, insalata e rape rosse.<br />

• Il dragoncello migliora l’aroma di molte verdure (fagioli, piselli, cetrioli, insalata invernale<br />

e spinaci).<br />

• La melissa e la menta, coltivate sotto gli alberi da frutta, danno ai frutti un particolare<br />

sapore.<br />

bUoNI VICINI<br />

2. Grazie agli oli essenziali e ad altre sostanze odorose in esse presenti, molte <strong>erbe</strong><br />

tengono lontani i parassiti dalle piante vicine:<br />

• La santoreggia allontana gli afidi neri dai fagioli.<br />

• Il sedano protegge le piante di cavolo dalle pulci di terra.<br />

• La salvia, il timo e la menta (coltivate in grandi quantità) tengono lontane la cavolaia<br />

maggiore e le lumache.<br />

• La menta <strong>è</strong> efficace contro le pulci di terra.<br />

• Il cerfoglio allontana le formiche e gli afidi dall’insalata.<br />

• L’assenzio protegge il ribes dalla ruggine.<br />

• La lavanda e la maggiorana sono efficaci contro le formiche.<br />

• Il rosmarino <strong>è</strong> un repellente per la mosca della carota e la cavolaia maggiore.<br />

• Il nasturzio tiene lontani gli afidi dagli alberi da frutta.<br />

Attenzione: Per eliminare o evitare efficacemente un’infestazione, spesso <strong>è</strong> necessario<br />

ricorrere a più strategie in combinazione.<br />

3. Le <strong>erbe</strong> in fiore attirano gli impollinatori, per esempio di cetrioli e zucchini. (Basilico,<br />

timo, erba cipollina, lavanda, borragine, cerfoglio, aneto, verbasco ecc.)<br />

Nella consociazione di colture bisogna fare attenzione perché alcune <strong>erbe</strong> (salvia, lavanda,<br />

menta ecc.) sono pluriennali e tendono a diffondersi. Pertanto devono trovare posto in<br />

spazi ampi e per un lungo periodo di tempo. Non sarebbe sicuramente ideale coltivare<br />

queste specie al centro di un’aiuola e doverle ripiantare ogni anno.<br />

Cattivi vicini:<br />

• Menta e carota<br />

• Prezzemolo e crescione fanno crescere troppo in fretta l’insalata, rendendola immangiabile.<br />

• La camomilla non va molto d’accordo con la maggior parte dei fiori (appassimento<br />

precoce).<br />

17


MoltIPlICAZIoNE DEllE ERbE<br />

Semina e piantagione<br />

Le piante annuali devono essere seminate ogni anno. La semina ideale – anche di nuove<br />

piante perenni – si effettua in primavera in un ambiente caldo (ca. 20 °C) e luminoso. Si<br />

consiglia di utilizzare terra magra da vaso, che deve essere sempre umida. Attenzione:<br />

per germinare i semi di alcune piante necessitano di luce a sufficienza; pertanto esse<br />

non devono essere ricoperte di terra (per esempio basilico, santoreggia, crescione, cerfoglio,<br />

cumino, maggiorana, timo). Importanti informazioni sul periodo della semina,<br />

su profondità, temperatura ecc. sono riportate <strong>sulle</strong> singole bustine di semi.<br />

Se di una specie d’erba servono solo piccoli quantitativi, ha più senso comprare le<br />

piantine giovani in una giardineria. La piantagione all’aperto deve avvenire solo dopo<br />

l’ultima gelata. In caso di piante particolarmente amanti del caldo, come il basilico o<br />

il nasturzio, bisogna aspettare assolutamente fino a metà maggio. È ideale piantare le<br />

piante in giornate miti con cielo coperto. Le piantine messe a dimora necessitano di<br />

una adeguata annaffiatura.<br />

Moltiplicazione dalla pianta madre<br />

Le piante perenni e legnose (per esempio rosmarino, timo, lavanda, salvia, issopo) possono<br />

essere facilmente moltiplicate per talea. Il periodo ideale per preparare le talee <strong>è</strong><br />

l’inizio dell’estate, prima che le <strong>erbe</strong> inizino a fiorire. Per procurarsi le talee, <strong>è</strong> importante<br />

scegliere foglie sane e tagliarle sotto un nodo (= parte rigonfia del gambo da cui<br />

spunta la foglia) con un coltello affilato. I piantoni devono essere lunghi da 5 a 7 cm.<br />

NUoVE PIANtINE<br />

Vanno messi in una terra magra e coperti con una pellicola trasparente o con sacchetti<br />

da freezer (l’alta percentuale d’umidità favorisce la crescita).<br />

Le <strong>erbe</strong> perenni che crescono a macchia si possono moltiplicare per divisione dei cespi.<br />

I momenti più propizi per ricorrere a questa tecnica sono l’autunno e la primavera. Si<br />

mette a nudo l’apparato radicale della pianta che si vuole moltiplicare, lo si divide con<br />

un coltello affilato o una vanga, per poi interrarlo nuovamente. Le piante appena messe<br />

a dimora devono essere annaffiate abbondantemente. Questa tecnica <strong>è</strong> indicata per<br />

moltiplicare l’erba cipollina, la melissa, la santoreggia, il timo, il dragoncello, la salvia,<br />

l’issopo e il levistico.<br />

Le <strong>erbe</strong> che formano degli stoloni (come la menta o il timo) possono moltiplicarsi autonomamente<br />

tramite queste ramificazioni laterali, rimanendo vicino alla pianta madre.<br />

Lo stolone radicato viene messo a nudo e piantato nel luogo scelto. Il momento migliore<br />

per praticare questa tecnica <strong>è</strong> l’autunno.<br />

Per evitare che le <strong>erbe</strong> stolonifere si propaghino troppo, <strong>è</strong> <strong>possibile</strong> interrarle nell’orto<br />

insieme al vaso. È importante usare un recipiente di dimensioni abbondanti e concimare<br />

le piante regolarmente (per esempio con un macerato di ortica), altrimenti mancano<br />

i nutrienti necessari e le piante rimangono piccole.<br />

19


lA CURA CoRREttA<br />

Acqua e sostanze nutritive<br />

La maggior parte delle <strong>erbe</strong> – e in particolare le specie mediterranee – non necessitano<br />

di molta acqua. Tuttavia <strong>è</strong> importante un’annaffiatura regolare. Sono da evitare assolutamente<br />

i ristagni! Più grandi sono le foglie di una pianta, più intensa <strong>è</strong> l’evaporazione<br />

e maggiore <strong>è</strong> il fabbisogno d’acqua.<br />

Per irrigare le piante <strong>è</strong> meglio usare acqua tiepida, di rubinetto o piovana, ma raccolta<br />

precedentemente in un recipiente. Le ore giuste per annaffiare sono quelle del mattino<br />

o del tardo pomeriggio. Bisognerebbe evitare di bagnare le piante la sera, perché non<br />

si asciugano completamente e hanno più probabilità di contrarre un’infezione fungina<br />

(come l’oidio). Inoltre <strong>è</strong> consigliabile bagnare esclusivamente la terra e non la pianta.<br />

La maggior parte delle <strong>erbe</strong> cresce bene in terreni magri e pertanto non ha bisogno di<br />

molto concime. Un eccessivo apporto di azoto può avere effetti negativi perché stimola<br />

eccessivamente la crescita delle foglie. Il tessuto vegetale diventa più tenero e facilmente<br />

attaccabile da malattie e parassiti. Sui terreni magri le <strong>erbe</strong> possono sviluppare<br />

meglio il loro aroma.<br />

Per la concimazione sono preferibili concimi organici (per esempio compost o trucioli di<br />

corna). Sprigionano più lentamente le loro sostanze nutritive rispetto ai concimi minerali,<br />

così gli elementi nutritivi sono disponibili per un periodo più lungo.<br />

DI ChE CoSA hANNo<br />

bISoGNo lE ERbE<br />

La cimatura corretta<br />

La cimatura corretta al momento giusto <strong>è</strong> uno degli interventi di cura più importanti da<br />

effettuare nell’orto delle <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong>. Le piante perenni vengono potate in primavera<br />

per permettere alla pianta di germogliare nuovamente. È importante non tagliare<br />

fino alla parte lignificata. Una potatura regolare permette alla maggior parte delle <strong>erbe</strong><br />

di ramificarsi e di formare una struttura a cespuglio. Alcune <strong>erbe</strong>, come per esempio il<br />

basilico o l’erba cipollina, con la fioritura perdono il loro aroma, ed <strong>è</strong> quindi importante<br />

tagliare i boccioli per tempo. Per la potatura si usa una cesoia o un coltello affilato.<br />

Lo svernamento<br />

Alcune piante perenni non sono resistenti al freddo (per esempio il rosmarino) e devono<br />

passare la stagione fredda in vaso, in casa. Tali piante <strong>è</strong> meglio posizionarle in un<br />

luogo luminoso e fresco. I luoghi più indicati per far svernare le <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong> sono i<br />

locali luminosi e freschi, come giroscale, verande o stanze da letto non riscaldate. Se le<br />

piante <strong>aromatiche</strong> rimangono all’aperto, <strong>è</strong> consigliabile ricoprire le specie più delicate<br />

(per esempio la salvia o il timo) con foglie o rametti d’abete, prima che le temperature<br />

diventino più rigide.<br />

21


MACERAtI E DECottI NAtURAlI<br />

I principi attivi delle piante si possono utilizzare anche per altri scopi. Se si mettono ad<br />

esempio delle <strong>erbe</strong> nell’acqua, si ottengono – a seconda della pianta e del “procedimento”<br />

– dei fertilizzanti naturali, dei ricostituenti e dei fitofarmaci. A seconda della<br />

lavorazione si distingue tra macerati, decotti, infusi ed estratti.<br />

Macerati di origine vegetale<br />

Si lasciano a bagno in acqua fredda (piovana) delle piante fresche o essiccate per<br />

10 - 20 giorni, fino a quando non fermentano. Il processo viene velocizzato se si mescola<br />

quotidianamente il liquido e lo si mette in un luogo soleggiato. Durante la fermentazione<br />

il macerato non deve essere coperto ermeticamente. Per neutralizzare il<br />

cattivo odore si può aggiungere al liquido della farina di roccia o della valeriana. La<br />

fermentazione <strong>è</strong> terminata, quando il macerato non risulta più schiumoso.<br />

Il macerato viene utilizzato normalmente come fertilizzante e come ricostituente delle<br />

radici (diluire con acqua 1:10) o delle foglie (diluizione min. 1:20). Il liquido ancora in<br />

fermentazione <strong>è</strong> utile anche contro i parassiti (diluire 1:50). Il prodotto può essere<br />

conservato a lungo.<br />

Esempio: macerato di ortica<br />

• raccogliere l’ortica prima della fioritura e sminuzzarla<br />

• 1 kg di pianta fresca (150 - 200 g essiccata) per 10 l di acqua<br />

• dopo 10 - 20 giorni il liquido schiarisce<br />

• per utilizzarlo come fertilizzante diluire 1:10 (bagnare le radici)<br />

• il liquido ancora in fermentazione (dopo ca. 4 giorni) può essere utilizzato, molto<br />

diluito (1:50), contro i pidocchi e gli acari. L’aggiunta di decotto di equiseto ne rinforza<br />

l’effetto (1 l di macerato di ortica + ½ l di decotto di equiseto, diluizione 1:50)<br />

Altre <strong>erbe</strong> utilizzate per preparare macerati sono la calendula (diluizione 1:1 per rinforzare<br />

le piante) o l’assenzio (puro contro gli afidi delle foglie, i bruchi e le formiche). È<br />

ERbE CoNtRo I PARASSItI<br />

<strong>possibile</strong> produrre un macerato vegetale mescolando diverse <strong>erbe</strong> spontanee e coltivate<br />

(salvia, menta, timo, lavanda, finocchio, erba cipollina…). Come base per questa<br />

miscela sono ideali l’ortica, l’equiseto, la consolida maggiore o varie piante di cavolo. I<br />

macerati vegetali – utilizzati diluiti – servono a rinforzare le piante.<br />

Decotti<br />

Per preparare i decotti le piante sminuzzate vengono messe a bagno per un giorno in<br />

acqua piovana e poi messe a bollire per 20 - 30 minuti. Una volta raffreddato, il composto<br />

viene filtrato. I decotti non hanno tempi di conservazione molto lunghi, perché<br />

tendono ad inacidire. Hanno il vantaggio di liberare alcuni principi attivi come gli oli<br />

essenziali e le sostanze amare (per esempio della lavanda, del timo, della calendula<br />

ecc.). Per prevenire malattie e l’infestazione dei parassiti (afidi delle foglie), <strong>è</strong> preferibile<br />

spruzzare direttamente il decotto sulla pianta.<br />

Esempio: decotto di equiseto (Equisetum arvense)<br />

• Ha potere (preventivo) contro le malattie fungine<br />

• Usare solo piante raccolte in estate, momento ideale: agosto<br />

• Mescolare 1 - 1,5 kg di materiale fresco (o 150 - 200 g essiccato) in 10 l d’acqua,<br />

lasciare a bagno per 1 giorno, poi cuocere per 30 minuti<br />

• Diluizione 1:5<br />

• Distribuire ogni 2 - 3 settimane, in mattine soleggiate, <strong>sulle</strong> piante e sul terreno<br />

• In caso di pericolo di infestazione o se si nota l’inizio di una malattia, spruzzare per<br />

3 giorni di seguito.<br />

Altre <strong>erbe</strong> utilizzate per preparare decotti sono il rafano (puro contro la monilia o marciume<br />

bruno delle Drupacee) o il tanaceto (puro contro gli acari dei piccoli frutti e gli<br />

insetti della frutta; un mix con l’equiseto ne migliora gli effetti).<br />

23


IMPIEGo<br />

PER ESAltARE l’ARoMA<br />

Il RACColto<br />

Per ottenere una buona qualità, le <strong>erbe</strong> vanno raccolte al momento giusto. Lo scopo <strong>è</strong><br />

di ottenere la maggiore concentrazione di principi attivi e il migliore aroma <strong>possibile</strong>.<br />

Le piante vanno raccolte dopo uno o due giorni privi di pioggia, perché in quel momento<br />

la loro concentrazione di principi attivi <strong>è</strong> al massimo. Ovviamente si raccolgono<br />

solo le parti sane e pulite della pianta. Per tagliare le piante si usa preferibilmente una<br />

cesoia o un coltello affilato. Il taglio regolare favorisce la ramificazione della pianta e<br />

la crescita a cespuglio.<br />

Il momento ideale per la raccolta dipende dalle parti della pianta che si intendono<br />

utilizzare. I fiori vanno colti in piena fioritura quando sono completamente aperti. Le<br />

foglie, in genere, si raccolgono poco prima della fioritura quando sono completamente<br />

sviluppate, ma ancora giovani. A questo punto la pianta non ha ancora speso energie<br />

per la fioritura e le foglie hanno un alto contenuto di principi attivi. I frutti si raccolgono<br />

quando sono in piena maturazione.<br />

ESSICCAZIoNE E CoNSERVAZIoNE<br />

Le <strong>erbe</strong> contengono preziosi oli essenziali. Un’essicazione e una conservazione scorretta<br />

ne distruggono le proprietà e fanno perdere aroma e sapore alle <strong>erbe</strong>. Anche il<br />

colore dei fiori sbiadisce.<br />

Le piante <strong>aromatiche</strong> devono essere essiccate in un ambiente arioso e caldo, ma non<br />

alla luce diretta del sole, che ne altera i principi attivi! Solitamente le <strong>erbe</strong> si appendono,<br />

dopo averle legate a mazzi non in modo stretto, in locali ombrosi, ma asciutti. I fiori<br />

o le singole foglie si possono anche disporre su griglie o vassoi. L’essiccazione può avvenire<br />

anche nel forno a una temperatura massima di 30 °C. Durante questo processo<br />

la porta del forno va lasciata un po’ aperta. Le <strong>erbe</strong> essiccate si dovrebbero conservare<br />

al massimo per un anno, con il tempo infatti le preziose sostanze in esse contenute<br />

vanno perse. Le <strong>erbe</strong> così essiccate si conservano in barattoli a chiusura ermetica, possibilmente<br />

di colore scuro, in luoghi freschi al riparo dall’umidità. È consigliabile apporre<br />

un’etichetta in cui riportare il contenuto e la data di raccolta.<br />

25


PRINCIPI AttIVI<br />

“L’aspetto esteriore di una pianta <strong>è</strong> solo metà della sua realtà.“<br />

(Johann Wolfgang von Goethe)<br />

Oli essenziali<br />

Gli oli essenziali evaporano a temperatura ambiente senza lasciare residui. Hanno un<br />

aroma e un sapore intenso e vengono rilasciati sfregando parti della pianta. Gli oli<br />

essenziali esplicano molteplici effetti, per esempio possono avere proprietà antinfiammatorie,<br />

diuretiche e stimolare l’appetito.<br />

Gli oli essenziali delle piante vengono utilizzati spesso per suffumigi ed inalazioni, efficaci<br />

per esempio contro la tosse. Questi oli sono presenti in tante famiglie di piante, in<br />

particolare nelle Lamiacee (timo, salvia, menta, basilico, rosmarino ecc.) e nelle Apiacee<br />

(aneto, finocchio, prezzemolo, cerfoglio, cumino ecc.).<br />

Sostanze amare<br />

Le sostanze amare stimolano l’appetito, favorendo la produzione dei succhi gastrici.<br />

Facilitano inoltre la digestione. Piante ricche di sostanze amare sono per esempio l’assenzio,<br />

l’angelica, l’arnica, l’achillea, la genziana gialla, la salvia e l’artemisia.<br />

Mucillagini<br />

A contatto con l’acqua le mucillagini si gonfiano e formano un liquido viscoso. L’infuso<br />

caldo risulta un ottimo emolliente per tossi e catarri. Particolarmente ricche di mucillagini<br />

sono la malva, l’ibisco, i semi di lino e la piantaggine.<br />

QUAlItÀ INtRINSEChE<br />

Tannini<br />

A contatto con la pelle i tannini si legano alle proteine e formano sostanze impermeabili<br />

molto resistenti. Hanno un effetto astringente e vengono impiegati per fare<br />

gargarismi, indicati in caso di faringiti o gengiviti. Ricche di tannini sono l’achillea e la<br />

corteccia di quercia.<br />

Flavonoidi<br />

I flavonoidi sono composti chimici naturali di colore giallo, diffusi nelle piante superiori<br />

e particolarmente conosciuti ed apprezzati per le loro proprietà salutistiche, e in<br />

particolare per la loro proprietà antiossidante. Migliorano la circolazione sanguigna,<br />

riducono il tasso di colesterolo e sono utili per garantire l’ottimale funzionamento del<br />

fegato, dei reni e del sistema immunitario. Sono inoltre efficaci contro batteri, funghi e<br />

virus. Sono presenti tra l’altro nelle seguenti piante: calendula, arnica, ortica, alchemilla<br />

e pratolina.<br />

Alcaloidi<br />

Tra i costituenti delle piante più studiati e utilizzati gli alcaloidi sono senza dubbio le<br />

sostanze che inducono maggiori effetti sugli organismi animali. Sono molto tossici (per<br />

esempio quelli presenti nell’aconito) ed esplicano un’azione specifica su determinati<br />

gruppi di cellule. Gli alcaloidi agiscono sul sistema nervoso e vengono usati in medicina,<br />

per esempio come antidolorifici (morfina). Sono ricche di alcaloidi le piante delle<br />

seguenti famiglie: Papaveracee (papavero), Solanacee (atropa belladonna, tabacco) e<br />

Ranuncolacee (aconito).<br />

27


lE ERbE IN CUCINA<br />

ASSAPoRARE l’ARoMA<br />

MENÙ AllE ERbE<br />

Come gli altri opuscoli informativi sinora pubblicati, anche questo <strong>sulle</strong> <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong><br />

si conclude con un piccolo ricettario, questa volta però di menù a più portate.<br />

Dall’aperitivo al dessert le <strong>erbe</strong> la fanno da padrone e con il loro aroma conferiscono<br />

quel tocco in più alle varie pietanze. Tutte le ricette sono state proposte da cuochi<br />

esperti e sono accompagnate da brevi informazioni <strong>sulle</strong> <strong>erbe</strong> utilizzate.<br />

Bajito<br />

Delicata crema spalmabile al basilico africano e santolina verde<br />

***<br />

Insalata variopinta alle <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong><br />

Segalini di pasta lievitata<br />

***<br />

Risotto al basilico limone<br />

***<br />

Costolette di agnello al timo-erba barona e aglio cinese<br />

***<br />

Dessert alla ricotta con salvia ananas o menta fragola<br />

29


SANtolINA VERDE<br />

Santolina viridis<br />

Botanica<br />

La santolina verde appartiene alla famiglia delle Asteracee. È pluriennale e raggiunge<br />

un’altezza di 40 cm. Le sue foglie sono verdi, leggermente pennate e hanno un forte<br />

odore di oliva. I fiori, di colore giallo, sbocciano da luglio a settembre.<br />

Coltivazone<br />

La santolina verde necessita di un luogo caldo e soleggiato, con un terreno permeabile,<br />

ma asciutto. In primavera <strong>è</strong> consigliabile una drastica potatura per stimolare la crescita<br />

di nuovi getti basali.<br />

bAJIto<br />

¼ di limone biologico (o mezza limetta)<br />

1 cucchiaino di zucchero<br />

6 – 8 foglie di basilico<br />

ghiaccio<br />

acqua frizzante<br />

4 cl di succo di mela<br />

4 cl di grappa di mele (in sostituzione rum)<br />

Schiacciare con un bastoncino di legno il limone, lo zucchero e le foglie di basilico in un<br />

bicchiere. Versare del ghiaccio e un po’ di seltz o acqua frizzante e mescolare il tutto<br />

fino a che lo zucchero non si <strong>è</strong> sciolto. Aggiungere il succo di mela e la grappa di mele.<br />

Innaffiare con altro seltz o acqua frizzante e guarnire con fiori di basilico (se disponibili,<br />

altrimenti con foglioline) e con spicchi di mela.<br />

Karin Greiner<br />

www.pflanzenlust.de<br />

DElICAtA CREMA SPAlMAbIlE Al bASIlICo E AllA SANtolINA VERDE<br />

250 g di ricotta<br />

150 g di panna acida<br />

½ cipolla bianca<br />

1 cucchiaino di senape<br />

sale, pepe<br />

1 cucchiaio di basilico africano (o in alternativa basilico thai) tritato fine<br />

1 cucchiaio di santolina verde, tritata fine<br />

6 fette di pane integrale<br />

Versare la ricotta in una ciotola e mescolarla bene con la panna acida. Tritare finemente<br />

la cipolla e aggiungerla alla crema. Condire il tutto con senape, sale e pepe, ed infine<br />

aggiungere le <strong>erbe</strong> tritate finemente. Spalmata sul pane integrale, questa crema un po’<br />

piccante e ricca di vitamine <strong>è</strong> un antipasto ideale per l’estate.<br />

Christian Hofer<br />

Capocuoco e insegnante di cucina<br />

APERItIVo<br />

31


Grazie ai differenti colori e alle forme delle loro foglie, le <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong> danno un<br />

tocco particolare alla vostra tavola. Non sono soltanto piacevoli alla vista, ma conferiscono<br />

anche un particolare aroma alle insalate. In queste pagine troverete alcuni<br />

suggerimenti per rendere più gustose le vostre insalate.<br />

RoMICE SANGUINEo<br />

Rumex sanguineus<br />

Botanica<br />

Il romice sanguineo <strong>è</strong> una pianta perenne e resistente al freddo, appartenente alla<br />

famiglia delle Poligonacee. Cresce su terreni umidi e ricchi di sostanze nutritive dell’Europa<br />

occidentale e centrale. La forma selvatica raggiunge un’altezza di 40 – 70 cm. Il<br />

nome fa riferimento alla colorazione rossa delle nervature delle sue foglie.<br />

Coltivazione<br />

Il romice sanguineo necessita di un terreno umido, ricco di sostanze nutritive, e cresce<br />

molto bene nella penombra. Le infiorescenze devono essere tolte in tempo per permettere<br />

alle foglie di sviluppare il loro aroma. Se le infiorescenze non vengono asportate,<br />

il romice sanguineo si autosemina. La semina all’aperto si può effettuare a partire da<br />

marzo.<br />

PIMPINEllA<br />

Sanguisorba minor<br />

Botanica<br />

La pimpinella <strong>è</strong> una pianta erbacea perenne della famiglia delle Rosacee. È originaria<br />

dell’Europa meridionale e centrale e cresce su prati soleggiati dal terreno piuttosto<br />

magro e permeabile. La pianta può raggiungere 1 m di altezza e fiorisce da maggio<br />

ad agosto. Il nome del genere “sanguisorba” deriva dal latino “sanguis” (sangue) e<br />

“sorbeo” (succhiare). Nel Medioevo si credeva che la pimpinella riuscisse a fermare le<br />

emorragie, ad esempio in caso di ferite.<br />

Coltivazione<br />

La pimpinella cresce preferibilmente in posti soleggiati, asciutti e su un terreno permeabile.<br />

Può essere coltivata da marzo in campo aperto. Se le infiorescenze non vengono<br />

tolte in tempo, la pianta si autosemina. In Alto Adige la pimpinella può essere raccolta<br />

anche allo stato selvatico.<br />

INSAlAtA<br />

Impiego<br />

La pimpinella contiene tanta vitamina C e anche tannini. Le foglie fresche si possono<br />

raccogliere tutto l’anno e sono adatte ad insaporire le insalate, ma anche ricotta, burro<br />

o minestre. Nella medicina naturale le foglie essiccate vengono utilizzate per la preparazione<br />

di infusi indicati per la cura di infiammazioni intestinali e dentali, ma anche di<br />

disturbi al fegato e alla cistifellea.<br />

bARbA DI CAPPUCCINo<br />

Plantago coronopus<br />

Botanica<br />

La barba di cappuccino o barba di frate <strong>è</strong> una pianta perenne, resistente al freddo, originaria<br />

delle coste europee e dell’Asia occidentale. La pianta ha un leggero contenuto<br />

di sale. Le sue foglie ricordano, per la loro forma frastagliata, una barba e formano una<br />

specie di rosetta. La barba di cappuccino fiorisce da giugno a settembre e raggiunge<br />

un’altezza di circa 25 cm.<br />

Coltivazione<br />

La barba di cappuccino predilige luoghi soleggiati o medio ombrosi e terreni ricchi di<br />

sostanze nutritive. Può essere seminata in campo aperto da aprile. Le foglie giovani<br />

hanno un sapore lievemente amarognolo e possono essere raccolte più volte.<br />

PoRtUlACA INVERNAlE<br />

Montia perfoliata<br />

Botanica<br />

La portulaca invernale appartiene alla famiglia delle Portulacacee. È una pianta annuale,<br />

resistente al freddo e può raggiungere un’altezza di 30 cm. È chiamata anche<br />

spinacio di Cuba e proviene dal Nordamerica occidentale, dove cresce spontanea, soprattutto<br />

lungo le coste. La portulaca invernale viene spesso coltivata come ortaggio<br />

invernale.<br />

Coltivazione<br />

I semi della portulaca invernale germinano a una temperatura inferiore ai 12 °C e pertanto<br />

<strong>è</strong> <strong>possibile</strong> seminarla anche in autunno o inizio inverno in un semenzaio a letto<br />

caldo. Le foglie giovani possono essere raccolte già dopo 8 settimane. Si possono effettuare<br />

da 3 a 4 tagli. La portulaca invernale non necessita di molte sostanze nutritive<br />

e nell’orto di casa <strong>è</strong> indicata come coltura successiva.<br />

33


ERbA ZINGARA<br />

Trigonella coerulea<br />

Botanica<br />

L’erba zingara <strong>è</strong> una pianta annuale della famiglia delle leguminose, originaria dell’area<br />

orientale del Mediterraneo. La pianta raggiunge un’altezza di un metro e, grazie al<br />

colore azzurro e al profumo intenso dei suoi fiori, <strong>è</strong> un ottimo pascolo per le api. L’erba<br />

zingara – come tutte le leguminose – <strong>è</strong> in grado di captare l’azoto atmosferico grazie<br />

ai batteri che vivono <strong>sulle</strong> sue radici. Questo la rende ideale come coltura precedente.<br />

Coltivazione<br />

L’erba zingara non <strong>è</strong> molto esigente in fatto di terreno. Può essere seminata direttamente<br />

in campo aperto da fine aprile agli inizi di maggio.<br />

Impiego<br />

L’intenso aroma si sviluppa quando la pianta <strong>è</strong> ben essiccata. In Alto Adige l’erba zingara<br />

viene usata come spezia tipica dei segalini e anche per aromatizzare alcuni tipi di<br />

formaggio.<br />

PANE<br />

PANEttI DI SEGAlE CoN PAStA lIEVItAtA<br />

2 kg di farina di segale<br />

500 g di farina di grano duro<br />

1 kg di pasta lievitata<br />

50 g di sale<br />

1 cucchiaio ciascuno di erba zingara, coriandolo, finocchio, cumino, anice<br />

1 - 1 ½ l d’acqua calda<br />

all’occorrenza 20 g di lievito<br />

½ kg di pasta lievitata = 250 g di farina di segale e 250 g d’acqua<br />

Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto non troppo solido. Lasciare<br />

lievitare l’impasto per ca. 1 ora. Infarinare le mani e formare dei panetti, metterli su<br />

uno strofinaccio cosparso di crusca e lasciarli riposare per 15 minuti circa. Mettere i<br />

panetti su una teglia, infornare e cuocere a 220 - 240 °C per 30 - 45 minuti. Lasciare<br />

poi raffreddare i segalini su una griglia.<br />

Angelika Mitterrutzner<br />

Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica Salern<br />

35


ASIlICo<br />

Ocimum basilicum<br />

Botanica<br />

Il basilico <strong>è</strong> una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Lamiacee, originaria dei<br />

Tropici africani e asiatici. La piante crescono in cespugli e raggiungono i 60 cm d’altezza.<br />

A seconda della varietà, le foglie sono verdi ma possono essere anche rosse o color<br />

porpora. I fiori sono bianchi o rosa e compaiono da giugno a settembre. Il nome generico<br />

“ocimum” deriva dalla parola greca “ozein” e significa odorare. La parola greca<br />

“basilikos” significa regale, ad indicare che sin dall’antichità il basilico <strong>è</strong> considerato la<br />

regina delle <strong>erbe</strong> <strong>aromatiche</strong>.<br />

Coltivazione<br />

Il basilico necessita di un luogo caldo e soleggiato al riparo dal vento. Preferisce un suolo<br />

ben drenato e leggermente sabbioso. I semi devono essere coperti al massimo con<br />

0,5 cm di terra, dato che la luce ne induce la germinazione. Il basilico soffre il freddo e<br />

la sua temperatura ideale per germogliare <strong>è</strong> di ca. 20 °C. Per questo per una semina in<br />

terra <strong>è</strong> meglio attendere fino a metà maggio. Le piante di basilico vanno regolarmente<br />

cimate, asportando gli apici vegetativi e i fiori, per consentire una crescita rigogliosa ed<br />

esaltarne l’aroma. Il basilico <strong>è</strong> adatto alla coltivazione in vaso.<br />

Effetto<br />

Il basilico <strong>è</strong> ricco di oli essenziali, stimola l’appetito ed ha proprietà digestive, diuretiche<br />

e calmanti.<br />

Varietà<br />

Chi ama le cose esotiche può scegliere tra numerose varietà, che si distinguono per il<br />

loro aspetto diverso e il loro caratteristico aroma – per esempio il rinfrescante basilico<br />

greco dall’aroma di limone, l’orientale basilico tailandese dal sapore di anice o il dolce<br />

basilico cannella. Oltre al basilico a foglia piccola e a cespuglio ci sono tante varietà a<br />

foglia grande: quelle crespe e quelle di colore rosso scuro.<br />

RISotto Al bASIlICo lIMoNE<br />

Ricetta per ca. 4 porzioni<br />

PRIMo PIAtto<br />

1 piccola cipolla<br />

2 cucchiai d’olio d’oliva<br />

250 - 300 g di riso Carnaroli<br />

½ dl di vino bianco<br />

ca. 1,2 l di brodo di carne o vegetale<br />

20 foglie di basilico limone<br />

2 cucchiai d’olio d’oliva<br />

50 g di formaggio grattugiato anche di pecora o di capra<br />

25 g di burro per mantecare<br />

sale<br />

pepe bianco<br />

Preparare un brodo di carne o vegetale, filtrare il liquido e tenerlo caldo. Tagliare le<br />

foglie di basilico a striscioline sottili e metterle in olio d’oliva.<br />

Fare appassire la cipolla nell’olio, aggiungere il riso e farlo tostare brevemente. Sfumare<br />

con del vino bianco, aggiungere un poco alla volta il brodo caldo e cuocere per ca.<br />

15 - 18 minuti. Continuare a mescolare per evitare che il riso si attacchi. Al termine<br />

della cottura aggiungere il basilico tagliato a striscioline, togliere il riso dal fuoco e<br />

mantecare con burro e formaggio.<br />

Per ottenere un risotto cremoso <strong>è</strong> consigliabile utilizzare del riso dai chicchi tondeggianti.<br />

Jakob Marmsoler<br />

Emma Hellenstainer – Scuola professionale provinciale<br />

alberghiera e dell’alimentazione, Bressanone<br />

37


AGlIo CINESE o ERbA CIPollINA CINESE<br />

Allium tuberosum<br />

Botanica<br />

L’aglio cinese o erba cipollina cinese <strong>è</strong> una pianta perenne della famiglia delle Liliacee,<br />

originaria dell’Asia orientale. È simile all’erba cipollina, ma con foglie piatte. I fiori sono<br />

bianchi e a forma di stella.<br />

Coltivazione<br />

La pianta necessita di sole e terreni leggeri, mediamente umidi e ricchi di humus. Ha<br />

bisogno di una sufficiente concimazione e di un’irrigazione regolare. Le infiorescenze<br />

devono essere tagliate regolarmente.<br />

Impiego<br />

Le foglie, dal delicato sapore di aglio, sono molto apprezzate in cucina e trovano impiego<br />

come l’erba cipollina.<br />

tIMo<br />

Thymus sp.<br />

Botanica<br />

Il timo <strong>è</strong> una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Lamiacee. Raggiunge i<br />

40 cm d’altezza e fiorisce da maggio a settembre. I fiori sono piccoli e di colore bianco<br />

rosato. Cresce su terreni aridi in luoghi soleggiati ed <strong>è</strong> originario delle regioni mediterranee.<br />

Accanto al classico timo (Thymus vulgaris) esistono una grande quantità di<br />

specie e varietà, che si distinguono per il loro aroma: timo limone (Thymus x citriodorus),<br />

timo-erba barona al profumo di cumino (Thymus herba-barona), timo all’arancia<br />

(Thymus fragrantissimus) ecc.<br />

Coltivazione<br />

Per crescere il timo ha bisogno di un clima arido, temperato, con tanto sole. Preferisce<br />

terreni calcarei e leggeri, permeabili e asciutti. Cresce rigoglioso nei giardini rocciosi,<br />

ma <strong>è</strong> anche adatto alla coltivazione in vaso. Si consigliano substrati permeabili e<br />

sabbiosi. Il timo <strong>è</strong> una pianta perenne e può svernare all’aperto. Deve essere potato<br />

SECoNDo PIAtto<br />

regolarmente per facilitarne la crescita a cespuglio. È opportuno evitare un’eccessiva<br />

concimazione e i ristagni d’acqua. La riproduzione avviene al meglio per talea all’inizio<br />

dell’estate.<br />

Proprietà<br />

Il timo <strong>è</strong> ricco di oli essenziali (per esempio il timolo), tannini e flavonoidi. Questi principi<br />

attivi riducono il rischio di’infiammazioni e hanno proprietà antibatteriche. Per le<br />

sue proprietà disinfettanti il timo viene inoltre utilizzato come rimedio naturale contro<br />

la tosse, la bronchite e il mal di gola.<br />

Curiosità<br />

Già 4.000 anni fa il timo era molto apprezzato come pianta aromatica e medicinale. Il<br />

termine “Thymus” deriva dal greco “thyein” affumicare o profumare e fa riferimento<br />

all’aroma intenso della pianta. Nel Medioevo la pianta veniva utilizzata come rimedio<br />

universale per i più svariati dolori. Nel XVIII secolo venne scoperto il principale principio<br />

attivo del timo – il timolo – cosa che contribuì ad accrescerne ancor di più l’importanza<br />

come pianta medicinale.<br />

CoStolEttE DI AGNEllo Al tIMo-ERbA bARoNA E AGlIo CINESE<br />

Ricetta per 4 persone<br />

8 costolette di agnello da 50 g ciascuna<br />

sale, pepe<br />

olio d’oliva per friggere<br />

1 rametto di timo-erba barona (o anche timo normale)<br />

1 mazzetto di erba cipollina<br />

150 ml di brodo di carne concentrato<br />

Aromatizzare le costolette di agnello e fatele rosolare nell’olio d’oliva. Aggiungere l’erba<br />

cipollina e il timo, e cuocete brevemente. Irrorare il tutto con il brodo di carne,<br />

proseguire la cottura, togliere dal fuoco e insaporire.<br />

Christian Hofer<br />

Capocuoco e insegnante di cucina<br />

39


SAlVIA<br />

Salvia sp.<br />

Botanica<br />

Il genere Salvia appartiene alla famiglia delle Lamiacee ed <strong>è</strong> particolarmente ricco di<br />

specie, usate per scopi alimentari, terapeutici o semplicemente ornamentali. La specie<br />

più diffusa e usata per aromatizzare le pietanze <strong>è</strong> la Salvia officinalis o salvia comune,<br />

originaria delle zone a clima mite dell’Europa. Esiste anche un gruppo di specie e varietà<br />

di salvia dall’aroma fruttato, come la salvia ananas (Salvia rutilans), la salvia pesca<br />

(Salvia greggii) e la salvia fruttata (Salvia dorisiana) ecc., originarie del bacino mediterraneo,<br />

dei Tropici, del Sudamerica e dell’America centrale. Le piante sono pluriennali e<br />

hanno un portamento cespuglioso, con fusto ramificato alto fino a 2 m. I fiori sono di<br />

colore rosso, rosa, blu o violetto e sbocciano da agosto ad ottobre.<br />

Coltivazione<br />

Le diverse specie di salvia necessitano di luoghi caldi e soleggiati dal terreno permeabile.<br />

Non resistono al gelo e in inverno vanno tenute in vaso su un davanzale soleggiato<br />

o in veranda. Il trapianto all’aperto avviene solo a partire dalla fine di maggio.<br />

MENtA<br />

Mentha sp.<br />

Botanica<br />

Il genere Mentha comprende diverse specie e varietà di menta dall’aroma diverso. La<br />

pianta di menta appartiene alla famiglia delle Lamiacee ed <strong>è</strong> originaria dell’Europa e<br />

dell’Asia minore. A seconda della specie e della varietà, le piante crescono a tappeto<br />

o cespugliose, raggiungendo un’altezza massima di un metro. La menta <strong>è</strong> una pianta<br />

perenne che si espande con i suoi stoloni. Il fusto <strong>è</strong> spigoloso, i fiori sono bianchi o rosa<br />

e compaiono da aprile a ottobre.<br />

Oltre alla menta piperita, la specie più conosciuta, ci sono diverse altre specie e varietà:<br />

menta fragola, menta cioccolato, menta banana, menta arancio, menta al limone ecc.<br />

DESSERt<br />

Coltivazione<br />

La menta <strong>è</strong> una pianta che necessita di terreni umidi, ricchi di humus e di sostanze nutritive.<br />

Cresce in luoghi soleggiati o in penombra. La menta si propaga velocemente e<br />

può essere moltiplicata tramite stoloni sia in primavera che in autunno. Col passare del<br />

tempo la menta perde il suo aroma ed <strong>è</strong> quindi consigliabile piantare nuove piante ogni<br />

3 o 4 anni. Sarebbe anche opportuno piantarla in un altro posto.<br />

DESSERt AllA RICottA CoN MENtA fRAGolA o SAlVIA ANANAS<br />

Ricetta per 4 persone<br />

Budino di ricotta con menta fragola (o salvia ananas)<br />

150 g di ricotta<br />

1 tuorlo d’uovo<br />

20 g d’amido di mais<br />

buccia di limone<br />

1 cucchiaino di menta fragola (o salvia ananas)<br />

1 albume d’uovo<br />

1 pizzico di sale<br />

20 g di zucchero<br />

Ungere le formine da budino con olio e cospargerle di zucchero. Mescolare a crema la<br />

ricotta con il tuorlo d’uovo e l’amido di mais e aromatizzare il composto con la buccia<br />

di limone. Tritare finemente la menta fragola (o la salvia ananas) e aggiungerla alla crema.<br />

Sbattere a neve l’albume con il sale e lo zucchero e aggiungerlo delicatamente al<br />

composto di ricotta. Riempire gli stampini con la crema così ottenuta, metteteli su una<br />

placca o teglia da forno, coprire e cuocere sul fornello a bagnomaria per ca. 30 minuti.<br />

Christian Hofer<br />

Capocuoco e insegnante di cucina<br />

41


ERbE SPoNtANEE<br />

NAtURA PURA<br />

Per riconoscere e raccogliere le piante selvatiche <strong>è</strong> sufficiente fare una passeggiata o<br />

andare in un orto. Queste piante crescono spontaneamente nei luoghi ai quali sono più<br />

adatte. Oltre a rallegrare la vista con le loro fantasie di colori, sono anche un piacere<br />

per il palato. Hanno inoltre grandi proprietà salutistiche, sempre che vengano raccolte<br />

in luoghi idonei.<br />

Oltre ad avere entusiasmo e conoscenze botaniche di base, per raccogliere le piante<br />

spontanee servono anche un cesto aperto, una cesoia da giardinaggio o un coltello<br />

affilato ed eventualmente un attrezzo per estirpare le erbacce.<br />

Alcune regole imporanti per la raccolta delle <strong>erbe</strong> spontanee:<br />

• Raccogliete solo le piante che conoscete! Alcune piante sono molto simili tra loro<br />

e quindi difficili da distinguere. Potete consultare qualche manuale di botanica per<br />

riuscire a riconoscerle meglio, ma fate attenzione che le caratteristiche osservate<br />

nelle piante corrispondano esattamente a quelle descritte dal manuale. In caso di<br />

dubbi, meglio non raccoglierle.<br />

• Le piante devono essere fresche e pulite. Le foglie si raccolgono quando sono giovani<br />

e completamente aperte, i fiori all’inizio della fioritura e i frutti solo quando sono<br />

completamente maturi.<br />

• Non vanno raccolte piante malate o ammuffite, che hanno perso il loro aroma.<br />

• Le <strong>erbe</strong> spontanee non vanno raccolte quando ha piovuto o in giornate umide.<br />

• Non si raccolgono le <strong>erbe</strong> sul ciglio di strade trafficate, in campi concimati da poco o<br />

cosparsi di pesticidi. Meglio evitare anche di raccogliere le piante che si trovano in<br />

campi adiacenti a ruscelli o sorgenti d’acqua inquinata e nelle zone limitrofe a discariche<br />

e centri di riciclaggio.<br />

• Il momento ideale per raccogliere <strong>erbe</strong> selvatiche <strong>è</strong> il mattino. Le piante non devono<br />

però essere bagnate di rugiada.<br />

• È consigliabile pulire le piante in loco, metterle in cesti o in sacchetti di carta e annotarsene<br />

il nome.<br />

• Non raccogliete le specie rare o protette! Si raccomanda di raccogliere solo la quantità<br />

di <strong>erbe</strong> effettivamente necessaria. La natura si può usare, ma non sfruttare.<br />

43


SPAGhEttI Al tARASSACo<br />

1 manciata di boccioli di tarassaco<br />

1 cipolla<br />

burro<br />

1 bicchiere di panna<br />

farina<br />

1 cucchiaino di senape forte<br />

sale, pepe<br />

Rosolare per un paio di minuti una manciata di boccioli freschi di tarassaco - conosciuto<br />

anche come dente di leone o dente di cane - non ancora schiusi, con burro e cipolla.<br />

Spolverizzare con la farina e irrorare il tutto con la panna. Aromatizzare il composto<br />

aggiungendo senape, sale e pepe macinato fresco. Otterrete una salsa gustosa, ideale<br />

per condire la pasta! A piacere si può aggiungere del pomodoro tagliato a cubetti, dei<br />

funghi champignon tagliati a fettine o foglie di tarassaco tritate finemente.<br />

Karin Greiner<br />

www.pflanzenlust.de<br />

MUffINS PICCANtI AllA PoDAGRARIA<br />

NAtURA PURA<br />

1 cipolla tritata finemente<br />

75 g di prosciutto cotto tagliato a dadini<br />

1 manciata di foglie di podagraria tritate<br />

2 cucchiai di olio di semi<br />

200 g di farina<br />

2 cucchiaini di lievito<br />

½ cucchiaino di bicarbonato di sodio<br />

1 uovo<br />

150 g di ricotta<br />

4 cucchiai di latte<br />

2 cucchiai di formaggio grattuggiato a pasta dura (per esempio Emmental)<br />

sale, pepe<br />

Appassire la cipolla nell’olio e aggiungervi il prosciutto. Mescolare la farina con il lievito<br />

e il bicarbonato. Sbattere con una frusta l’uovo, la ricotta, il latte, il formaggio e<br />

aggiustare di sale e di pepe. All’impasto così ottenuto aggiungere la farina, la cipolla e<br />

il prosciutto raffreddati e le foglie tritate di podagraria. Versare il composto in formine<br />

da muffin (preventivamente imburrate e infarinate o ricoperte con stampini di carta).<br />

Fare cuocere in forno per 20 - 25 minuti a temperatura media. Lasciare raffreddare per<br />

5 minuti e poi togliere i muffin dalle formine.<br />

Karin Greiner<br />

www.pflanzenlust.de<br />

45


fIlEttI DI SEDANo RAPA DEllA VAl PUStERIA IN CRoStA DI tRIfo-<br />

GlIo RoSSo SU RAGÙ DI boRlottI All’ACEto bAlSAMICo CoN Po-<br />

MoDoRI CIlIEGINI E PEtAlI DI CAlENDUlA<br />

Ricetta per 4 porzioni<br />

Ragù<br />

40 g di cipolla tritata<br />

1 punta di aglio<br />

2 cucchiai d’olio d’oliva<br />

60 g di fagioli borlotti secchi, messi a bagno<br />

100 - 200 ml di brodo vegetale (quanto basta)<br />

40 g di pomodori tagliati a cubetti<br />

10 ml di aceto balsamico<br />

Crosta<br />

50 g di mollica di pane bianco<br />

5 g di basilico fresco<br />

3 - 4 fiori di trifoglio rosso, freschi o secchi<br />

Filetti di sedano rapa<br />

480 g di filetti di sedano rapa (4 fettine da 120 g)<br />

sale e pepe<br />

10 g di burro<br />

5 g d’olio d’oliva<br />

Altri ingredienti<br />

6 pomodori ciliegini<br />

6 - 10 petali di calendula<br />

olio al basilico<br />

NAtURA PURA<br />

Ragù<br />

Rosolare la cipolla e l’aglio nell’olio d’oliva. Aggiungere i fagioli borlotti, speziare e irrorare<br />

leggermente il tutto con del brodo vegetale. Coprire e cuocere a fuoco medio per<br />

ca. 60 minuti. Alla fine aggiungere i dadini di pomodoro e condire con aceto balsamico.<br />

Crosta<br />

Tritare la mollica con il basilico fino ad ottenere un impasto dalla colorazione verde.<br />

Spezzettare i fiori di trifoglio e aggiungerli al composto.<br />

Filetti di sedano rapa<br />

Dalla testa di sedano tagliare 4 fette dello spessore di circa 1,5 cm, condirle e rosolare<br />

leggermente in burro e olio d’oliva. Rigirarle e irrorarle leggermente con del brodo vegetale,<br />

coprire il tutto e lasciare cuocere per un po’. Cospargere i filetti di sedano con la<br />

mollica e il trifoglio rosso e metterli in forno per ca. 1 - 2 minuti. Sbucciare i pomodori<br />

ciliegini, saltarli leggermente in olio d’oliva e burro e aromatizzare il tutto con sale e<br />

pepe.<br />

Suggerimento<br />

Mescolare i fagioli borlotti con la salsa all’aceto balsamico. Posare sopra i filetti di sedano,<br />

decorare con i pomodorini sciolti e guarnire il tutto con dei petali di calendula.<br />

Condire con olio al basilico.<br />

Capocuoco Reinhard Steger<br />

Presidente dell’Associazione cuochi altoatesini (SKV),<br />

cuoco dietista diplomato<br />

47


IblIoGRAfIA<br />

INDICAZIoNE DEllE foNtI<br />

Testi di riferimento per la versione originale in lingua tedesca<br />

GREINER K., WEBER A., Kräuter, Gräfe und Unzer Verlag GmbH, München 2006.<br />

GREINER K., Wunderwelt der wilden Kräuter.<br />

KREUTER M.-L., Kräuter und Gewürze aus dem eigenen Garten, BLV Buchverlag<br />

GmbH & Co. KG, München 2009.<br />

DACHLER M., PELZMANN H., Arznei- und Gewürzpflanzen, Österreichischer<br />

Agrarverlag, Klosterneuburg 1999.<br />

GIELER R., WIPLER I., Wildgemüse schmackhaft und gesund, Verlag des<br />

Österreichischen Kneippbundes Ges.m.b.H., Leoben 1999.<br />

HEISS A., KOHLER-SCHNEIDER M., Galgenmännlein und Wunderblumen – Eine<br />

kurze (Ur )Geschichte der Zauberpflanzen in Niederösterreich und anderswo,<br />

Universität für Bodenkultur, Wien.<br />

NIEDEREGGER O., MAYR CHR., Hausbuch der Südtiroler Heilkräuter, Athesia<br />

Verlagsanstalt, Bozen 2005.<br />

MORODER M., Heilpflanzen in den Dolomiten, Athesia Verlagsanstalt, Bozen 2003.<br />

DÖRLER G., Alt-Tiroler Naturapotheke, Pinguin-Verlag, Innsbruck 1986.<br />

BOCKSCH M., Das praktische Buch der Heilpflanzen, BLV Verlagsgesellschaft,<br />

München/Zürch/Wien 1996.<br />

SCHNITZER A., Gärtnern ohne Gift, Böhlau, Wien/Köln/Weimar 2006.<br />

KREUTER M.-L., Der Biogarten, BLV Verlagsgesellschaft, München 2004.<br />

INtERNEt<br />

http://www.bio-gaertner.de/Gemuese/Gemuese-Mischkultur, 28.10.2011<br />

http://www.lwk-saarland.de/fileadmin/gerhard/kraeuterarten.pdf, 28.10.2011<br />

http://www.herbaversum.de/?Kraeuter-Welten/Kraeuter-Garten/Mischkultur,<br />

28.10.2011<br />

http://www.biozac.de/biozac/biogart/mischkultur.htm, 28.10.2011<br />

http://www.lebensmittellexikon.de, 28.10.2011<br />

foto<br />

Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica Salern<br />

Karin Greiner<br />

49


PRoGEtto<br />

Valentina Danese, Gabriele Falschlunger, Michaela Krause<br />

EDItoRE<br />

Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica Salern<br />

Via Salern 26<br />

39040 Varna<br />

T 0472 833 711<br />

F 0472 833 812<br />

fs.salern@schule.suedtirol.it<br />

www.fachschule-salern.it<br />

tRADUZIoNE E REVISIoNE tEStI<br />

Caterina Ottaviani, Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica<br />

Salern<br />

Barbara Tomelleri, Ufficio Questioni linguistiche della Provincia autonoma di Bolzano<br />

GRAfICA<br />

EGAL GRAPHICS, Brunico<br />

StAMPA<br />

Printteam, Bolzano<br />

Febbraio 2012<br />

NotE EDItoRIAlI<br />

51

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!