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Il gioiello è da sempre<br />

il felice connubio tra la<br />

nitida e calda corposità<br />

dell’oro, o di altri metalli<br />

preziosi, e il cromatismo,<br />

a volte audace<br />

e a volte discreto, delle<br />

pietre preziose. Una<br />

combinazione alla quale<br />

l’uomo ha affidato i messaggi<br />

del suo potere o<br />

del suo amore, e ha lasciato<br />

quale preziosa<br />

eredità da tramandare<br />

di generazione in generazione.<br />

Perché la storia del gioiello<br />

è un viaggio sul<br />

filo della memoria, un<br />

interprete della trama<br />

del tempo affidata alla<br />

sua intramontabile magia.<br />

Magia antica che oggi,<br />

attualizzata nella lettura<br />

che vede il gioiello<br />

nel suo viaggio da ornamento<br />

a opera d’arte,<br />

ritroviamo nei gioielli<br />

mozzafiato creati dal<br />

Novecento a oggi, esposti<br />

fino al 10 giugno in<br />

una sontuosa mostra allestita<br />

al Museo degli<br />

Argenti di Palazzo Pitti<br />

di Firenze.<br />

Da sempre collane, bracciali,<br />

orecchini, spille,<br />

sono stati segno di distinzione,<br />

oggetto simbolico,<br />

indice di preziosità,<br />

di ricchezza e<br />

lusso: queste, infatti, le<br />

funzioni fondamentali<br />

che il gioiello ha assolto<br />

nella sua lunghissima<br />

storia.<br />

Gli esemplari più antichi<br />

giunti sino a noi risalgono<br />

addirittura al<br />

periodo paleolitico: sono<br />

braccialetti e collane<br />

realizzati con ossa, ciot-<br />

Il gioiello: vanità e arte<br />

toli e conchiglie, testimonianze<br />

di ornamentazione<br />

e di protezione,<br />

creati e indossati nella<br />

duplice funzione decorativa<br />

e apotropaica, ovvero<br />

di protezione dalle<br />

avversità e dagli spiriti<br />

maligni. Sono oggetti<br />

composti da pietre forate<br />

e levigate, i cosiddetti<br />

objets trouvés, risalenti<br />

al 15.000-5000<br />

a.C.<br />

Sarà Salvator Dalì il<br />

primo a gettare nuovamente<br />

il sasso nello scrigno<br />

delle gioie.<br />

«I miei gioielli sono una<br />

protesta contro l’elevato<br />

costo di quelli tradizionali.<br />

Voglio dimostrare<br />

come la gioielleria<br />

sia un’arte nella quale<br />

il disegno e l’artigianalità<br />

sono più importanti<br />

del valore delle gemme»<br />

scriveva il pittore che<br />

realizzerà tuttavia anche<br />

la sua famosa Bocca<br />

surrealista, ricca spilla<br />

di perle e rubini, oggi<br />

ammirabile in una delle<br />

teche che ospitano i duecento<br />

ottanta gioielli<br />

della mostra citata. Gioielli<br />

del Novecento, che,<br />

come sottolinea Marilena<br />

Mosco, rappresentano<br />

un passaggio fondamentale<br />

del gioiello<br />

da ornamento di potenti<br />

a segno del gusto e della<br />

cultura del tempo che<br />

lo genera. E forse mai,<br />

come nel Novecento il<br />

“segno “dell’oro, dell’argento<br />

e delle pietre<br />

è stato tanto artistico,<br />

e quindi libero, rivoluzionario<br />

e rivelatore dei<br />

sentimenti di un’epoca.<br />

Solo nel Rinascimento,<br />

quando molto stretti e<br />

frequenti erano i rapporti<br />

tra arti decorative<br />

e figurative era accaduto<br />

qualcosa di simile.<br />

Quando cioè molti dei<br />

grandi pittori, scultori<br />

e architetti furono anche<br />

orefici o comunque<br />

lo erano stati nel loro<br />

periodo di formazione:<br />

da Ghiberti a Donatello<br />

a Benvenuto Cellini,<br />

tutti con esperienze e<br />

realizzazioni nel campo<br />

dell’oreficeria e della<br />

lavorazione dei metalli,<br />

i cui temi prediletti furono<br />

soggetti per lo più<br />

mitologici, a testimonianza<br />

del gusto per<br />

l’antichità classica.<br />

n° 299 - aprile 2001<br />

© Tutti i diritti sono riservati <strong>Fondazione</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>Menarini</strong> - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie<br />

Direttore Responsabile Lucia Aleotti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via Sette Santi n.1 - 50131 Firenze - www.fondazione-menarini.it<br />

Pendente con gallo, perle, oro, diamanti, rubini<br />

(1570-80); Collezione dell’Elettrice Palatina -<br />

Firenze, Museo degli Argenti<br />

P. C. Bruges: Coppia e S. Eligio - New York, Metropolitan Museum


Nel Cinquecento la tipologia<br />

di gioielli più<br />

in uso furono i pendenti<br />

con scene mitologiche<br />

o bibliche, mostri marini,<br />

animali e velieri,<br />

ma larga diffusione ebbero<br />

anche gli anelli con<br />

decorazioni più o meno<br />

elaborate, le collane, i<br />

fermagli e gli ornamenti<br />

per la testa. Vere novità<br />

del tempo furono invece<br />

le gemme incise e<br />

i cammei-ritratto; venivano<br />

ampiamente utilizzate<br />

le perle, cui si<br />

continuava ad attribuire<br />

una forte valenza simbolica,<br />

oltre a spiccati<br />

poteri taumaturgici: da<br />

sempre ritenuta il gioiello<br />

di Venere, la perla<br />

era simbolo di purezza<br />

e veniva aggiunta, frantumata,<br />

nelle pozioni<br />

d’amore, ma anche nei<br />

medicamenti vari.<br />

Nel Manierismo la decorazione<br />

diventa sfarzo<br />

e ostentazione, talvolta<br />

puro eccesso: gli abiti<br />

sono quasi interamente<br />

coperti da pietre preziose<br />

e non c’è parte del<br />

corpo che non sia ornata<br />

da gioielli dalla<br />

forma serpentinata e<br />

bizzarra; nasce la parure,<br />

cioè il gioiello non più<br />

in pezzo unico, ma una<br />

serie di gioielli coordinati<br />

nelle dimensioni e<br />

nello stile.<br />

Il Seicento fu il secolo<br />

in cui si misero a punto,<br />

a ritmo serrato, nuove<br />

tecniche su materiali<br />

fino a quel momento<br />

poco o per niente utilizzati:<br />

smalti su cristallo<br />

o su vetro mentre<br />

di particolare importanza<br />

fu un ulteriore<br />

perfezionamento del taglio<br />

delle pietre, in particolare<br />

dei diamanti.<br />

Ma questo fu anche il<br />

secolo del Barocco che<br />

nella gioielleria espresse<br />

il suo stile complesso e<br />

variegato attraverso una<br />

ricchissima decorazione<br />

a motivi floreali: il gusto<br />

per i fiori, per le<br />

piante e per il mondo<br />

vegetale ebbe un grandissimo<br />

successo.<br />

Successo simile a quello<br />

che tre secoli dopo, nel<br />

Novecento, avrebbe<br />

avuto il misterioso repertorio<br />

dell’Art Nouveau,<br />

che si esprime nella<br />

femminilità inquietante<br />

e modernissima delle<br />

spille di smalto e gioielli<br />

in opale, pietra di<br />

luna, calcedonio e agata<br />

di René Lalique, il creativo<br />

per eccellenza, l’artista<br />

che ha percorso e<br />

analizzato il regno della<br />

natura per lasciare nel<br />

gioiello il suo tocco leggiadro<br />

e inconfondibile,<br />

come nella celebre Libellula.<br />

I suoi gioielli<br />

furono assolutamente<br />

innovativi, con bizzarri<br />

accostamenti di colori<br />

e di sostanze con raffigurazioni<br />

di animali,<br />

pesci, piante e insetti -<br />

a volte ritratti con<br />

grande verosimiglianza,<br />

altre in maniera deformata<br />

o fantastica - e in<br />

una seconda fase con<br />

nudi e profili di donne.<br />

Nata come reazione all’industralizzazione,<br />

alla<br />

produzione in serie, e<br />

alla meccanicizzazione,<br />

con le programmatiche<br />

intenzioni di restituire<br />

al prodotto artistico e<br />

al tempo stesso di allargare<br />

l’area di consumo<br />

di tali oggetti d’arte,<br />

l’Art Nouveau conferì<br />

un nuovo, straordinario<br />

impulso alla produzione<br />

di gioielli e alle<br />

arti applicate in genere,<br />

dando l’avvio a un breve<br />

ma felicissimo periodo<br />

nel quale gli artisti si<br />

cimentarono nella realizzazione<br />

di mobili,<br />

stoffe, manifesti e oggetti<br />

preziosi.<br />

In questo contesto muta<br />

anche la funzione sociale<br />

dell’oggetto prezioso:<br />

non più il talismano,<br />

non più l’oggetto<br />

taumaturgico dei<br />

secoli precedenti, e nemmeno<br />

necessariamente<br />

simbolo di distinzione<br />

sociale. E oggi il gioiello,<br />

oltre che segno<br />

del diffuso benessere, è<br />

espressione di una più<br />

generale sensibilità estetica.<br />

Anzi nelle sue manifestazioni<br />

d’avanguardia,<br />

il gioiello non si presenta<br />

più come accessorio<br />

da indossare, ma<br />

come ornamento da<br />

ammirare, liberato sempre<br />

più da connotazioni<br />

utilitaristiche e materialistiche.<br />

Gioiello quindi che, nel<br />

fuoco di luce che emana<br />

spesso da miriadi di brillanti,<br />

rubini e smeraldi,<br />

strega e abbaglia. Ma<br />

dotato ormai di una legittimazione<br />

culturale<br />

che induce definitivamente<br />

a considerarlo<br />

un’imprescindibile manifestazione<br />

d’arte.<br />

maria siponta de salvia<br />

pag. 2<br />

René Lalique; pendente a catena<br />

Salvator Dali: Spilla “labbra rosse con denti di perla”

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