Il Centro Cardinal Ferrari nella rete GRACER

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Approfondimento 8 competenza specifica sulle GCA, che realizza prove pratiche su pista e su strada, di crescente difficoltà, con relativo addestramento del care-giver. Operatore sanitario, dedicato al day hospital, con funzione di segreteria e coordinamento operativo del team. I Risultati Il progetto prevede il reclutamento, nell’arco di due anni a partire dal gennaio 2006, di tutte le persone che ne facciano richiesta al Centro Cardinal Ferrari e che posseggano i requisiti di inclusione, con un numero finale previsto di circa 50 partecipanti. Dal mese di gennaio 2006 sono stati reclutate 15 persone, di età tra i 18 e i 68 anni (età media 37 anni), 13 uomini e 2 donne. La distanza media dall’evento acuto è stata di 28 mesi, 10 candidati erano esiti di grave trauma cranico, 5 di patologia cerebrovascolare . Il tempo medio necessario per la realizzazione dei singoli progetti di ritorno alla guida con revisione attiva della patente, è stato di circa due mesi, partendo dalla presa in carico del team multidisciplinare con relative valutazioni, proseguendo con visita in commissione medica locale per le patenti, rilascio del foglio rosa, guide con istruttore dedicato, esame finale di guida presso la Motorizzazione Civile. Sul totale di 15 In cammino candidati, 10 hanno ripreso la guida in sicurezza, 8 esiti di grave trauma cranico, 2 di patologia cerebrovascolare. Fra questi, quattro hanno avuto conferma della patente “b” normale, ma con obbligo di revisione a un anno. I rimanenti 6 candidati hanno ottenuto patente “B” speciale, prevalentemente per carente performance cognitiva ai test e nella guida su strada. Per questi soggetti il team valutativo ha individuato e consigliato, nella relazione di invio, presso la commissione medica locale di patenti, precise limitazioni di guida quali: guida in orario diurno; guida entro un raggio di chilometri stabilito dal luogo di residenza e solo nell’ambito della città o del territorio regionale; guida senza passeggeri; velocità limitata; guida senza rimorchio (può rivelarsi utile per chi utilizza mezzi CONGRESSO NELLA ROCCA DI FONTANELLATO agricoli); guida non autorizzata in autostrada. Rispetto ai molti progetti sviluppati in ambito europeo e nazionale, il programma studiato dal CCF si caratterizza per il coinvolgimento attivo nel team del care-giver e dell’istruttore di scuola guida, lungo tutto l’iter valutativo e riabilitativo; per la presenza di un percorso formalizzato e facilitato, che accompagna il candidato dalla valutazione fino alla commissione medica locale per le patenti di guida e al successivo esame pratico presso la Motorizzazione Civile di pertinenza; per la standardizzazione delle prove teoriche e pratiche di guida di difficoltà crescente e successivo follow-up a sei mesi - uno – due anni per verificare il corretto comportamento di guida e per monitorare l’eventuale tasso di infrazioni e re-incidenti. Un importante congresso sul “Ritorno alla Guida sicura” si è svolto nella Rocca di Fontanellato il 24 aprile. Nella foto da sinistra: Antonio De Tanti, direttore clinico del CCF; Alfredo Peri, assessore ai trasporti della Regione Emilia-Romagna; Vincenzo Bernazzoli, presidente della Provincia di Parma; Maria Grazia Guareschi, sindaco di Fontanellato. Ottobre 2007
Dopo un trauma cranico, il ricovero a Fontanellato e il pieno recupero Da paziente a Operatore Socio Sanitario Il tirocinio da noi, ora il sogno di rivedere la Sardegna Ce l’ha fatta Salvatore a diventare operatore socio sanitario. Dopo un lungo percorso riabilitativo come paziente presso il Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato, il giovane, di origini sarde, si è rimboccato le maniche, è stato tenace ed è arrivato fino in fondo. Prima l’idea di diventare Oss, poi, la volontà di intraprendere il tirocinio, iniziato in collaborazione con la cooperativa Forma Futuro, al centro diurno di Fidenza, proseguito per sua scelta al CCF, proprio dove era stato in cura, per concludersi presso l’Ospedale di Vaio fino al superamento dell’esame. La sua storia risale al novembre del 2004, un inizio tragico che si è però concluso con l’atteso rientro in Sardegna. «È stata mia sorella a trovare il Centro Cardinal Ferrari, in poco tempo dalla richiesta sono stato trasferito da Cagliari, dove ero ricoverato, a Fontanellato», afferma per spiegare il suo arrivo nel parmense. Il giovane trentenne sardo non fa fatica a ricordare l’incidente. «Ero in auto con un amico, guidavo io – ricorda – era una giornata piovosa, poi lo schianto – si ferma - il resto è stato il calvario di una lunga riabilitazione, fisica e psichica, prima in ospedale, dopo qui a Fontanellato». Al Centro Cardinal Ferrari, Salvatore era arrivato come Donatella Saviola e Salvatore paziente “rosso”, un codice che la struttura usa per distinguere i casi gravi. «E’ stato ricoverato il 4 gennaio del 2005, fino al 15 aprile, poco più di tre mesi - dice Donatella Saviola, la neurologa che lo ha seguito nella fase di tirocinio presso il centro –. Inizialmente, si trovava in condizioni difficili, con ossigenoterapia, lesioni al bacino, frattura al femore destro, con perdite di memoria, – continua la neurologa -, ma il recupero c’è stato, lo dimostra proprio il fatto che abbia superato l’esame da Oss, che ha voluto tra l’altro affrontare al pari di tutti gli altri concorrenti e non seguendo percorsi protetti – prosegue –. Ha seguito il nostro percorso guida sicura rivolto ai pazienti che vogliono tornare al volante dopo un trauma cranico e ha raggiunto un grado di autonomia tale da consentirgli di vivere da solo». Una possibilità più che reale e che Salvatore ha perseguito con tenacia, al punto che si dice disposto a trasferirsi nuovamente lontano dalla sua regione natia e tornare nel parmense. «Ho vissuto in un piccolo appartamento durante tutto questo periodo – dice – sarei disposto a tornare nel parmense se mi prendessero a lavorare presso il CCF – aggiunge - In qualche modo mi sento vicino a chi è ricoverato qui, fanno parte della mia esperienza». Salvatore, prima dell’incidente, studiava per diventare Tecnico sanitario in Radiologia medica, ma il lungo periodo post-trauma ha interrotto il suo percorso formativo. «Il mio sogno ora è tornare in Sardegna», ripeteva negli ultimi tempi. Da quel momento la sua vita è ricominciata, a casa, tra i suoi affetti e la famiglia. Ottobre 2007 In cammino 9 Storie
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