Il Centro Cardinal Ferrari nella rete GRACER
Il Centro Cardinal Ferrari nella rete GRACER
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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale –70% aut. N° 070085 del 09/10/2007 DCB Parma<br />
RITORNO ALLA GUIDA SICURA<br />
Undici pazienti<br />
tornano al volante<br />
in totale autonomia<br />
Bimestrale del <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong> di Fonta<strong>nella</strong>to<br />
Anno 1 Numero 1 - Ottobre 2007<br />
<strong>Il</strong> <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong><br />
<strong>nella</strong> <strong>rete</strong> <strong>GRACER</strong><br />
L’esperienza della Regione Emilia-Romagna<br />
all’avanguardia in Italia<br />
A Fonta<strong>nella</strong>to uno dei quattro centri specializzati<br />
<strong>nella</strong> riabilitazione intensiva dei gravi cerebrolesi<br />
L’AUSILIOTECA COMPIE 2 ANNI<br />
Dalla scelta della carrozzina<br />
all’adattamento del domicilio<br />
Consigli e informazioni per tutti<br />
Ottobre 2007 In cammino 1
2<br />
In cammino<br />
Ottobre 2007
<strong>Il</strong> <strong>Centro</strong> e la sua storia<br />
Chi siamo? Un gruppo di persone che prova a superare i problemi<br />
di Simona Lombardi<br />
Chi siamo?<br />
“Io non lo so, non me lo ricordo”, potrebbe rispondere qualche paziente<br />
del nostro <strong>Centro</strong>.<br />
La nostra Carta dei Servizi dice che il <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong> è un<br />
centro per la riabilitazione neurologica, esperto <strong>nella</strong> riabilitazione delle<br />
disabilità secondarie ai gravi traumi cranioencefalici e alle gravi cerebrolesioni<br />
acquisite, che la sua mission aziendale è: “<strong>Il</strong> miglioramento<br />
della qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie attraverso percorsi<br />
riabilitativi personalizzati e multidisciplinari”.<br />
Io dico che siamo un gruppo di persone, pazienti, famigliari, medici,<br />
infermieri, psicologi (anzi psicologhe), logopediste, fisioterapiti, operatori<br />
socio-sanitari, ausiliari, amministrative, manutentori (dovremmo<br />
esserci tutti) che lavora per garantire alle persone il massimo di partecipazione<br />
sociale possibile. Ma forse sto ancora parlando una strana<br />
lingua poco comprensibile.<br />
<strong>Il</strong> <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong> è un “posto”, dove alcune persone con grandi<br />
sforzi cercano di superare il problema che li ha colpiti.<br />
Un “posto” dove ci sono 90 letti, nei quali ci si ricovera in regime ordinario<br />
o day hospital. Più di trenta letti sono occupati da persone che<br />
sono o sono state in coma (pardon, stato vegetativo).<br />
Qui molti riprendono contatto con il mondo che li circonda e “re-imparano”<br />
a vivere, iniziano un Cammino che dalla rianimazione li riporta<br />
verso casa, passando attraverso palestre, piscina, studi delle psicologhe<br />
e delle logopediste, orto e giardini, piste che simulano i percorsi stradali,<br />
un corso di cucina, test per capire e migliorare le capacità di movimento,<br />
appartamenti domotici…<br />
Molti ce la fanno, qualcuno no, ma gli obiettivi che ci proponiamo di<br />
raggiungere sono sempre il massimo a cui è possibile puntare (compatibilmente<br />
con la gravità del singolo).<br />
<strong>Il</strong> <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong> è una clinica privata, accreditata (cioè che<br />
lavora completamente in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale).<br />
Siamo parte di un grande gruppo europeo la “Generale de Santé”<br />
che ha garantito i mezzi per farlo crescere ed accrescere la preparazione<br />
di chi ci lavora.<br />
La Regione Emilia-Romagna ha riconosciuto la nostra competenza e ha<br />
inserito il <strong>Centro</strong> <strong>nella</strong> <strong>rete</strong> regionale delle Gravi Cerebrolesioni Acquisite<br />
come punto di riferimento esperto per l’Emilia Occidentale.<br />
I nostri pazienti arrivano da tutta Italia, più dell’80% dei casi inizia il<br />
suo Cammino da molto lontano.<br />
Con questa rivista vogliamo raccontarci, raccontare la storia dei nostri<br />
pazienti, condividere la nostra esperienza nell’ambito della riabilitazione<br />
e offrire le nostre competenze a chi avrà la pazienza di leggerci.<br />
Mi piacerebbe che questa rivista fosse anche un ponte per raccogliere le<br />
vostre idee e i vostri consigli.<br />
Ci conto.<br />
Simona Lombardi<br />
Amministratore Unico<br />
<strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong><br />
Editoriale<br />
Ottobre 2007 In cammino 3
Focus<br />
4<br />
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara è il centro capofila in regione<br />
<strong>Il</strong> CCF, una struttura delle <strong>rete</strong> Gracer<br />
L’esperienza dell’Emilia-Romagna è l’unico esempio in Italia<br />
Dare una risposta al bisogno<br />
riabilitativo delle persone<br />
con gravi cerebrolesioni<br />
acquisite che risiedono nel<br />
territorio regionale o che<br />
sono ricoverate in strutture<br />
sanitarie della Regione Emilia-Romagna,programmando<br />
tempestivi ricoveri nei<br />
centri specializzati, offrendo<br />
sostegno alle famiglie.<br />
Questa in estrema sintesi<br />
l’idea che ha dato vita al<br />
sistema Gracer (Gravi Cerebrolesioni<br />
Emilia Romagna),<br />
unico esempio in Italia<br />
di <strong>rete</strong> integrata di servizi<br />
che consente rapidità <strong>nella</strong><br />
presa in carico, garanzia<br />
di adeguati livelli di cura,<br />
equità nelle condizioni di<br />
accesso e di fruizione.<br />
Ma come funziona? In<br />
breve, quando il paziente<br />
vittima di un incidente stradale<br />
o di una grave malattia<br />
cerebrovascolare, in Emilia-<br />
Romagna, viene preso in<br />
carico da uno dei centri di<br />
rianimazione per la fase di<br />
cura intensiva, viene subito<br />
allertato il sistema Gracer.<br />
Ciò significa che immediatamente<br />
l’informazione sul<br />
paziente e sulle sue condizioni<br />
viene distribuita in<br />
<strong>rete</strong> ai centri di riabilitazione<br />
collegati.<br />
Questo sistema permette<br />
di valutare fin da subito la<br />
scelta della struttura più<br />
idonea ad accogliere il malato,<br />
quando esce dalla fase<br />
acuta.<br />
Nell’organizzazione della<br />
In cammino<br />
Suddivisione del territorio regionale nelle quattro aree<br />
di distribuzione delle strutture della <strong>rete</strong> <strong>GRACER</strong><br />
<strong>rete</strong> delle strutture riabilitative<br />
è stata effettuata una<br />
suddivisione del territorio<br />
regionale in quattro aree:<br />
Emilia Occidentale, Emilia<br />
Centrale, Emilia Orientale,<br />
Romagna.<br />
Lo sviluppo e la gestione<br />
clinica della <strong>rete</strong> Gracer<br />
è affidata a un gruppo di<br />
coordinamento, presieduto<br />
dal direttore del <strong>Centro</strong> di<br />
riferimento regionale per le<br />
gravi cerebrolesioni del Dipartimento<br />
di riabilitazione<br />
della Azienda Ospedaliero-<br />
Universitaria di Ferrara, e<br />
di cui fanno parte esperti<br />
dell’Assessorato regionale<br />
Politiche per la Salute e<br />
operatori di diverse aziende<br />
sanitarie e ospedaliere<br />
regionali.<br />
La <strong>rete</strong> è organizzata secondo<br />
il criterio “hub &<br />
spoke”, dove hub è il centro<br />
di Ferrara, capofila, seguito<br />
da quattro centri: Fonta<strong>nella</strong>to,<br />
Correggio (provincia<br />
di Reggio Emilia), Montecatone<br />
(Imola) e Torre Pedrera<br />
(Rimini), preposti alla riabilitazione<br />
intensiva dopo la<br />
fase acuta.<br />
Lo sviluppo di tale progetto<br />
sta consentendo di utilizzare<br />
in modo appropriato<br />
ed efficiente le risorse delle<br />
diverse strutture riabilitative<br />
regionali, favorendo il<br />
trasferimento di conoscenze<br />
e la collaborazione fra il centro<br />
hub e tutte altre strutture<br />
della <strong>rete</strong>, valorizzando il<br />
patrimonio di conoscenze<br />
ed esperienza già presente<br />
in molte di esse.<br />
Nel complesso, la <strong>rete</strong> integrata<br />
di servizi per la riabilitazione<br />
intensiva può contare<br />
su circa 100 posti letto,<br />
per un fabbisogno annuale<br />
stimato di circa 30.000 giornate<br />
di degenza riabilitativa<br />
intensiva, distribuiti nei<br />
presidi ospedalieri pubblici<br />
e privati accreditati del territorio<br />
regionale.<br />
Ottobre 2007
Le cerebrolesioni acquisite, un problema da affrontare<br />
Molte delle persone che sopravvivono<br />
a un grave danno<br />
cerebrale acquisito, dovuto,<br />
ad esempio, a incidenti<br />
della strada o emorragie<br />
cerebrali, presentano uno<br />
stato di coma, cui possono<br />
far seguito disturbi permanenti<br />
di tipo motorio (ad<br />
esempio paralisi, o perdita<br />
di coordinazione), cognitivo<br />
(ad esempio disturbi della<br />
memoria), o comportamentale<br />
(ad esempio difficoltà a<br />
controllare le emozioni).<br />
Spesso questi disturbi sono<br />
tali da determinare disabilità<br />
di vario grado, difficoltà<br />
di reinserimento sociale,<br />
scolastico o lavorativo.<br />
Sono queste le situazioni<br />
che rientrano <strong>nella</strong> definizione<br />
di “grave cerebrolesione<br />
acquisita” (GCA).<br />
Una persona affetta da grave<br />
cerebrolesione acquisita<br />
necessita di ricovero ospedaliero<br />
per trattamenti rianimatori<br />
o neurochirurgici<br />
di durata variabile da alcuni<br />
giorni ad alcune settimane.<br />
Dopo questa fase, possono<br />
essere necessari interventi<br />
medico-riabilitativi di tipo<br />
intensivo, anch’essi da effettuare<br />
in regime di ricovero<br />
ospedaliero, che possono<br />
durare da alcune settimane<br />
ad alcuni mesi.<br />
Nella maggior parte dei casi,<br />
dopo la fase di ospedalizzazione,<br />
permangono sequele<br />
che rendono necessari interventi<br />
di carattere sanitario<br />
e sociale a lungo termine,<br />
volti ad affrontare menomazioni<br />
e disabilità persistenti<br />
e difficoltà di reinserimento<br />
famigliare, sociale, scolastico<br />
e lavorativo.<br />
Le gravi cerebrolesioni acquisite<br />
rappresentano un<br />
problema sociale e sanitario<br />
rilevante per una serie di<br />
ragioni.<br />
Innanzitutto, per l’elevata<br />
incidenza e prevalenza di<br />
queste patologie, che colpiscono<br />
spesso giovani e<br />
adulti in piena età scolastica<br />
o lavorativa.<br />
Solo per le gravi cerebrole-<br />
sioni traumatiche, si stima<br />
che ogni anno in Italia circa<br />
14.000 persone siano affette<br />
da trauma cranioencefalico<br />
“grave” o “gravissimo”, con<br />
stato di coma più o meno<br />
protratto.<br />
Almeno la metà di esse, oltre<br />
alle cure intensive e neurochirurgiche,<br />
necessitano<br />
di trattamenti riabilitativi<br />
specializzati, lunghi e costosi,<br />
a causa di menomazioni<br />
fisiche, mentali, comportamentali,<br />
e di misure di assistenza<br />
a lungo termine.<br />
Circa un quarto di esse, infine,<br />
non sarà in grado di riprendere<br />
l’attività scolastica<br />
o lavorativa precedente.<br />
Vi sono anche altre problematiche<br />
connesse alle GCA,<br />
Ne elenchiamo alcune: la<br />
complessità delle sequele<br />
disabilitanti di tipo sensomotorio,<br />
comportamentale,<br />
cognitivo; l’ impatto emotivo<br />
e materiale sul sistema<br />
famigliare della persona<br />
colpita, con necessità frequente<br />
di profonde modificazioni<br />
nello stile di vita dei<br />
componenti della famiglia<br />
stessa; le conseguenze sociali<br />
in termini di difficoltà<br />
di reinserimento scolastico<br />
o lavorativo; la necessità di<br />
un elevato impiego di risorse,<br />
sia in ambito sanitario<br />
che sociale, con interventi<br />
complessi e prolungati nel<br />
tempo, diversificati in funzione<br />
del fabbisogno specifico<br />
della persona cerebrolesa<br />
e del suo nucleo famigliare.<br />
(Fonte - www.gracer.it)<br />
Focus<br />
Ottobre 2007 In cammino 5
Approfondimento<br />
6<br />
Una speranza che diventa realtà. L’automobile non è più un tabù<br />
Ritorno alla guida sicura<br />
Undici persone hanno riconquistato l’autonomia al volante<br />
Ritornare alla guida della<br />
propria auto. Per alcuni pazienti<br />
è stata una vera rinascita,<br />
coincisa con il ritorno<br />
a una vita sociale e lavorativa<br />
autonoma. <strong>Il</strong> <strong>Centro</strong><br />
<strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong><br />
di Fonta<strong>nella</strong>to<br />
ha creduto in<br />
questo obiettivo<br />
e oggi<br />
i giovani ex<br />
pazienti che<br />
hanno ripreso<br />
la guida sono<br />
ben 11.<br />
Dal 2004, da<br />
quando cioè il<br />
CCF si è fatto<br />
promotore di<br />
un progetto<br />
pilota per il<br />
ritorno alla<br />
guida sicura<br />
dopo grave<br />
c e re b ro l e s i o -<br />
ne acquisita<br />
(GCA), questo<br />
numero è un<br />
grande traguardo.<br />
Si tratta di un<br />
progetto multidisciplinare,<br />
realizzato in<br />
collaborazione con il Ministero<br />
delle Infrastrutture e<br />
dei Trasporti, Ufficio Motorizzazione<br />
Civile di Parma,<br />
la Confedertaai (sindacato<br />
nazionale istruttori di scuola<br />
guida) e la cooperativa<br />
sociale All Mobility di Reggio<br />
Emilia.<br />
<strong>Il</strong> ritorno alla guida di un<br />
autoveicolo rappresenta<br />
In cammino<br />
un’esigenza molto sentita<br />
da coloro che hanno subito<br />
una grave lesione cerebrale<br />
(traumatica o non), in particolare<br />
per quanto riguarda<br />
le persone giovani e in età<br />
lavorativa. Una richiesta<br />
molto forte da parte dei diretti<br />
interessati, cui spesso<br />
corrisponde una preoccupazione<br />
dei familiari, che<br />
temono che i loro congiunti<br />
non abbiano recuperato un<br />
pieno controllo delle competenze<br />
necessarie per guidare<br />
in sicurezza.<br />
L’aspetto innovativo del<br />
progetto consiste soprattut-<br />
to nell’offerta di un servizio<br />
“chiavi in mano”, che coinvolge<br />
un team multidisciplinare<br />
composto da esperti<br />
specializzati nell’adattamento<br />
degli autoveicoli e da<br />
istruttori di scuola<br />
guida specificamente<br />
formati.<br />
È coinvolto nel<br />
progetto anche<br />
un familiare di<br />
riferimento (care<br />
giver) che diventa<br />
osservatore e<br />
garante della sicurezza<br />
del paziente<br />
che torna alla sua<br />
vita quotidiana<br />
(ad esempio:<br />
facendosi promotore<br />
informato e<br />
competente del<br />
rispetto delle<br />
eventuali limitazioniindividuate<br />
<strong>nella</strong><br />
c o n d u z i o n e<br />
dell’auto: guida<br />
solo di giorno,<br />
su percorsi noti, e<br />
così via).<br />
<strong>Il</strong> percorso permette<br />
di valutare le capacità<br />
residue del paziente, attuare<br />
percorsi riabilitativi mirati,<br />
individuare eventuali adattamenti<br />
per l’autoveicolo,<br />
accompagnare i candidati<br />
fino all’esame pratico di<br />
guida, passando dalla valutazione<br />
della Commissione<br />
Medica Locale patenti. A<br />
tutto questo si aggiungono<br />
il supporto nell’espleta-<br />
Ottobre 2007
mento delle pratiche burocratiche<br />
connesse con la<br />
procedura e le indicazioni<br />
sulle agevolazioni per l’acquisto<br />
di un veicolo con gli<br />
adattamenti.<br />
Particolare importanza<br />
assume il coinvolgimento<br />
diretto degli istruttori di<br />
scuola guida nel team, che<br />
permette di verificare le<br />
capacità del paziente in un<br />
ambiente reale a conferma<br />
ulteriore (o eventuale<br />
smentita) degli esiti dei<br />
test in ambiente protetto<br />
(test psicologici, simulatore<br />
di guida, pista protetta).<br />
La Motorizzazione Civile<br />
si è fatta promotrice attiva<br />
di eventi formativi per gli<br />
istruttori di scuola guida<br />
destinati alla prevenzione<br />
degli incidenti e alla promozione<br />
della sicurezza sulla<br />
strada.<br />
La valutazione di un<br />
team multidisciplinare<br />
Per guidare, così come per<br />
tutte le attività che contengono<br />
elementi di novità e<br />
di imprevedibilità, sono<br />
richieste numerose abilità<br />
cognitive: avere una bassa<br />
probabilità di perdita<br />
improvvisa del controllo;<br />
avere sufficienti capacità<br />
percettive, motorie per<br />
apprendere e applicare le<br />
tecniche di guida; avere<br />
sufficiente livello di giudizio<br />
e responsabilità sociale.<br />
Per questa ragione il team<br />
di valutazione è multidisciplinare<br />
e coinvolge diversi<br />
operatori. Vediamo quali.<br />
Medici (neurologo, fisiatra,<br />
oculista) che valutano<br />
clinicamente il candidato e<br />
i fattori di rischio (epilessia,<br />
abuso di sostanze e alcool,<br />
compromissione neurofunzionale,<br />
disturbi in<br />
ambito neuro-oftalmologico<br />
legati prevalentemente a<br />
deficit del campo visivo<br />
ecc.).<br />
Psicologi che individuano,<br />
mediante test formali<br />
e colloqui, l’eventuale<br />
danno residuo cognitivo<br />
nelle aree di attenzione<br />
apprendimento e memoria,<br />
percezione visiva, funzioni<br />
esecutive.<br />
Fisioterapista e psicomotricista<br />
che verificano le<br />
abilità motorie (FIM) per<br />
l’accesso e per la guida<br />
dell’auto in collaborazione<br />
con l’istruttore di guida ed<br />
eventuali adattamenti.<br />
Operatore dedicato al<br />
simulatore di guida che<br />
esamina il candidato <strong>nella</strong><br />
prova al simulatore, in<br />
presenza dell’istruttore di<br />
guida con verifica degli<br />
adattamenti proposti.<br />
Istruttore di guida, con<br />
La revisione della patente in Italia<br />
Per guidare un veicolo, come noto, è necessario conseguire<br />
la patente richiesta, dopo aver superato un<br />
esame. In alcuni casi previsti dall’art.128 del D.Lvo<br />
285/92 (Codice della Strada), l’ufficio della Motorizzazione<br />
può utilizzare la procedura della revisione<br />
della patente, qualora sorgano dubbi sulle capacità<br />
psicofisiche del conducente.<br />
E’ in questo ambito di competenza che si inquadra<br />
l’azione combinata con il <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong> di<br />
Fonta<strong>nella</strong>to, insieme ad altri partners.<br />
In realtà la normativa in vigore contiene un vuoto<br />
che riguarda i conducenti che hanno subito trauma<br />
cranico, i quali, se hanno la patente di guida in corso<br />
di validità, possono riprendere a guidare, senza alcun<br />
tipo di verifica dopo la degenza ospedaliera.<br />
Con il protocollo messo in atto, il conducente torna<br />
al volante dopo aver superato una serie di verifiche<br />
cliniche e comportamentali riferite alle abilità per la<br />
conduzione di veicoli a motore.<br />
Questo processo si conclude nelle prove istituzionali<br />
attraverso la visita alla Commissione Medica Locale<br />
e l’esame di guida effettuato unicamente da esaminatori<br />
con la qualifica universitaria di ingegnere. In<br />
questo modo si ottengono importanti risultati come<br />
la salvaguardia dell’incolumità dell’interessato, la<br />
consapevolezza dei familiari e la serenità riguardo<br />
le abilità alla guida del proprio congiunto, il mantenimento<br />
di un livello di sicurezza più elevato per<br />
tutti gli altri utenti della strada.<br />
Approfondimento<br />
Ottobre 2007 In cammino 7
Approfondimento<br />
8<br />
competenza specifica sulle<br />
GCA, che realizza prove<br />
pratiche su pista e su strada,<br />
di crescente difficoltà, con<br />
relativo addestramento del<br />
care-giver.<br />
Operatore sanitario, dedicato<br />
al day hospital, con<br />
funzione di seg<strong>rete</strong>ria e<br />
coordinamento operativo<br />
del team.<br />
I Risultati<br />
<strong>Il</strong> progetto prevede il reclutamento,<br />
nell’arco di due<br />
anni a partire dal gennaio<br />
2006, di tutte le persone<br />
che ne facciano richiesta al<br />
<strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong> e<br />
che posseggano i requisiti<br />
di inclusione, con un numero<br />
finale previsto di circa 50<br />
partecipanti.<br />
Dal mese di gennaio 2006<br />
sono stati reclutate 15 persone,<br />
di età tra i 18 e i 68<br />
anni (età media 37 anni),<br />
13 uomini e 2 donne. La<br />
distanza media dall’evento<br />
acuto è stata di 28 mesi,<br />
10 candidati erano esiti di<br />
grave trauma cranico, 5 di<br />
patologia cerebrovascolare .<br />
<strong>Il</strong> tempo medio necessario<br />
per la realizzazione dei<br />
singoli progetti di ritorno<br />
alla guida con revisione<br />
attiva della patente, è stato<br />
di circa due mesi, partendo<br />
dalla presa in carico del<br />
team multidisciplinare con<br />
relative valutazioni, proseguendo<br />
con visita in commissione<br />
medica locale per<br />
le patenti, rilascio del foglio<br />
rosa, guide con istruttore<br />
dedicato, esame finale di<br />
guida presso la Motorizzazione<br />
Civile. Sul totale di 15<br />
In cammino<br />
candidati, 10 hanno ripreso<br />
la guida in sicurezza, 8 esiti<br />
di grave trauma cranico,<br />
2 di patologia cerebrovascolare.<br />
Fra questi, quattro<br />
hanno avuto conferma della<br />
patente “b” normale, ma<br />
con obbligo di revisione a<br />
un anno.<br />
I rimanenti 6 candidati<br />
hanno ottenuto patente “B”<br />
speciale, prevalentemente<br />
per carente performance cognitiva<br />
ai test e <strong>nella</strong> guida<br />
su strada. Per questi soggetti<br />
il team valutativo ha individuato<br />
e consigliato, <strong>nella</strong><br />
relazione di invio, presso la<br />
commissione medica locale<br />
di patenti, precise limitazioni<br />
di guida quali: guida in<br />
orario diurno; guida entro<br />
un raggio di chilometri stabilito<br />
dal luogo di residenza<br />
e solo nell’ambito della città<br />
o del territorio regionale;<br />
guida senza passeggeri; velocità<br />
limitata; guida senza<br />
rimorchio (può rivelarsi<br />
utile per chi utilizza mezzi<br />
CONGRESSO NELLA ROCCA DI FONTANELLATO<br />
agricoli); guida non autorizzata<br />
in autostrada.<br />
Rispetto ai molti progetti<br />
sviluppati in ambito europeo<br />
e nazionale, il programma<br />
studiato dal CCF si<br />
caratterizza per il coinvolgimento<br />
attivo nel team del<br />
care-giver e dell’istruttore<br />
di scuola guida, lungo tutto<br />
l’iter valutativo e riabilitativo;<br />
per la presenza di un<br />
percorso formalizzato e facilitato,<br />
che accompagna il<br />
candidato dalla valutazione<br />
fino alla commissione medica<br />
locale per le patenti di<br />
guida e al successivo esame<br />
pratico presso la Motorizzazione<br />
Civile di pertinenza;<br />
per la standardizzazione<br />
delle prove teoriche e pratiche<br />
di guida di difficoltà<br />
crescente e successivo<br />
follow-up a sei mesi - uno<br />
– due anni per verificare<br />
il corretto comportamento<br />
di guida e per monitorare<br />
l’eventuale tasso di infrazioni<br />
e re-incidenti.<br />
Un importante congresso sul “Ritorno alla Guida sicura” si è<br />
svolto <strong>nella</strong> Rocca di Fonta<strong>nella</strong>to il 24 aprile. Nella foto da<br />
sinistra: Antonio De Tanti, direttore clinico del CCF; Alfredo<br />
Peri, assessore ai trasporti della Regione Emilia-Romagna;<br />
Vincenzo Bernazzoli, presidente della Provincia di Parma; Maria<br />
Grazia Guareschi, sindaco di Fonta<strong>nella</strong>to.<br />
Ottobre 2007
Dopo un trauma cranico, il ricovero a Fonta<strong>nella</strong>to e il pieno recupero<br />
Da paziente a Operatore Socio Sanitario<br />
<strong>Il</strong> tirocinio da noi, ora il sogno di rivedere la Sardegna<br />
Ce l’ha fatta Salvatore a<br />
diventare operatore socio<br />
sanitario. Dopo un lungo<br />
percorso riabilitativo come<br />
paziente presso il <strong>Centro</strong><br />
<strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong> di Fonta<strong>nella</strong>to,<br />
il giovane, di origini<br />
sarde, si è rimboccato le<br />
maniche, è stato tenace ed è<br />
arrivato fino in fondo.<br />
Prima l’idea di diventare<br />
Oss, poi, la volontà di intraprendere<br />
il tirocinio, iniziato<br />
in collaborazione con la<br />
cooperativa Forma Futuro,<br />
al centro diurno di Fidenza,<br />
proseguito per sua scelta al<br />
CCF, proprio dove era stato<br />
in cura, per concludersi presso<br />
l’Ospedale di Vaio fino al<br />
superamento dell’esame.<br />
La sua storia risale al novembre<br />
del 2004, un inizio<br />
tragico che si è però concluso<br />
con l’atteso rientro in<br />
Sardegna.<br />
«È stata mia sorella a trovare<br />
il <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong>, in<br />
poco tempo dalla richiesta sono<br />
stato trasferito da Cagliari,<br />
dove ero ricoverato, a Fonta<strong>nella</strong>to»,<br />
afferma per spiegare il<br />
suo arrivo nel parmense.<br />
<strong>Il</strong> giovane trentenne sardo<br />
non fa fatica a ricordare l’incidente.<br />
«Ero in auto con un amico,<br />
guidavo io – ricorda – era<br />
una giornata piovosa, poi lo<br />
schianto – si ferma - il resto<br />
è stato il calvario di una lunga<br />
riabilitazione, fisica e psichica,<br />
prima in ospedale, dopo qui a<br />
Fonta<strong>nella</strong>to».<br />
Al <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong>,<br />
Salvatore era arrivato come<br />
Donatella Saviola e Salvatore<br />
paziente “rosso”, un codice<br />
che la struttura usa per distinguere<br />
i casi gravi.<br />
«E’ stato ricoverato il 4 gennaio<br />
del 2005, fino al 15 aprile, poco<br />
più di tre mesi - dice Donatella<br />
Saviola, la neurologa che<br />
lo ha seguito <strong>nella</strong> fase di<br />
tirocinio presso il centro –.<br />
Inizialmente, si trovava in condizioni<br />
difficili, con ossigenoterapia,<br />
lesioni al bacino, frattura<br />
al femore destro, con perdite<br />
di memoria, – continua la<br />
neurologa -, ma il recupero<br />
c’è stato, lo dimostra proprio il<br />
fatto che abbia superato l’esame<br />
da Oss, che ha voluto tra l’altro<br />
affrontare al pari di tutti gli altri<br />
concorrenti e non seguendo<br />
percorsi protetti – prosegue<br />
–. Ha seguito il nostro percorso<br />
guida sicura rivolto ai pazienti<br />
che vogliono tornare al volante<br />
dopo un trauma cranico e ha<br />
raggiunto un grado di autonomia<br />
tale da consentirgli di<br />
vivere da solo».<br />
Una possibilità più che reale<br />
e che Salvatore ha perseguito<br />
con tenacia, al punto che<br />
si dice disposto a trasferirsi<br />
nuovamente lontano dalla<br />
sua regione natia e tornare<br />
nel parmense.<br />
«Ho vissuto in un piccolo<br />
appartamento durante tutto<br />
questo periodo – dice – sarei<br />
disposto a tornare nel parmense<br />
se mi prendessero a lavorare<br />
presso il CCF – aggiunge - In<br />
qualche modo mi sento vicino a<br />
chi è ricoverato qui, fanno parte<br />
della mia esperienza».<br />
Salvatore, prima dell’incidente,<br />
studiava per diventare<br />
Tecnico sanitario in<br />
Radiologia medica, ma il<br />
lungo periodo post-trauma<br />
ha interrotto il suo percorso<br />
formativo. «<strong>Il</strong> mio sogno ora è<br />
tornare in Sardegna», ripeteva<br />
negli ultimi tempi.<br />
Da quel momento la sua vita<br />
è ricominciata, a casa, tra i<br />
suoi affetti e la famiglia.<br />
Ottobre 2007 In cammino 9<br />
Storie
News<br />
10<br />
Un reparto di 27 letti per gravi cerebrolesioni come i traumi cranici da incidente<br />
I pazienti “rossi” arrivano da tutta Italia<br />
La neurologa Bertolino: “Abbiniamo competenze e umanità”<br />
L’area dei pazienti più gravi,<br />
ospiti al CCF, si trova al<br />
terzo piano. Qui arrivano i<br />
malati più critici, al <strong>Centro</strong><br />
vengono identificati come<br />
“rossi”, per differenziarli da<br />
quelli del piano dei “gialli”<br />
e dei “verdi” che accolgono,<br />
invece, i malati con disturbi<br />
cognitivo comportamentali<br />
e con problemi funzionali<br />
più prettamente motori.<br />
«<strong>Il</strong> reparto accoglie 27 pazienti<br />
provenienti da tutta Italia, di<br />
cui, attualmente, nove versano<br />
in stato vegetativo», spiega<br />
Chiara Bertolino, neurologa,<br />
responsabile dell’area.<br />
Quale tipo di paziente<br />
viene accolto al piano dei<br />
“rossi”?<br />
«Abbiamo diverse tipologie di<br />
pazienti, persone di tutte le età<br />
che arrivano dai reparti ospedalieri<br />
di rianimazione, di neurologia<br />
o di neurochirurgia. Perlopiù<br />
si tratta di casi di traumi<br />
cranici da incidenti stradali,<br />
pedoni o ciclisti investiti da<br />
auto, incidenti sul lavoro, o<br />
in qualche caso, tentativi di<br />
suicidio. Abbiamo anche molti<br />
ictus sia ischemici sia emorragici.<br />
In questi casi i pazienti<br />
hanno dai 45 anni in su, ma<br />
abbiamo anche molti giovani,<br />
ventenni, che per motivi legati<br />
a cardiopatie congenite, infezioni<br />
o - cosa non rara - abuso<br />
di droghe, vanno incontro a<br />
gravi accidenti cerebrovascolari.<br />
Sono frequenti anche i<br />
pazienti con danno postanossico,<br />
cioè pazienti sottoposti a<br />
rianimazione cardiopolmonare<br />
dopo infarto. Se il periodo tra<br />
In cammino<br />
Chiara Bertolino<br />
l’arresto e la ripresa dell’attività<br />
cardiaca è troppo lungo, c’è<br />
il rischio del non recupero del<br />
livello di coscienza, si delinea<br />
così quella condizione nota<br />
come stato vegetativo».<br />
Quali obbiettivi vi proponete<br />
di raggiungere?<br />
«Dipende dai casi. <strong>Il</strong> malato<br />
che arriva qui raramente è<br />
stabile, arrivano tutti con la<br />
cannula tracheostomica e richiedono<br />
spesso ossigeno per<br />
la respirazione. Cerchiamo<br />
di stabilizzare il paziente, di<br />
svezzarlo dai “tubi” e, con<br />
l’aiuto del fisioterapista e del<br />
personale di reparto, di verticalizzarlo<br />
per permettergli di<br />
stare seduto in carrozzina. C’è<br />
anche una palestra dedicata, al<br />
piano, molto importante per<br />
andare incontro alle particolari<br />
esigenze di questi casi».<br />
Quali sono le emergenze e<br />
le difficoltà che affrontate?<br />
«Fra le emergenze ci sono spesso<br />
insufficienza respiratoria,<br />
vomito, inalazioni, crisi cardia-<br />
che, crisi neurovegetative, crisi<br />
epilettiche. La degenza può essere<br />
lunga, varia da un mese a<br />
due anni, mediamente due-tre<br />
mesi. E’ poi importante anche<br />
l’organizzazione del rientro<br />
a domicilio, che non è sempre<br />
facile. Spesso occorre attrezzare<br />
la casa, a volte vengono mandati<br />
dei tecnici per aiutare la<br />
famiglia a capire cosa fare, altre<br />
volte il paziente viene trasferito<br />
in strutture di assistenza se<br />
presenti sul suo territorio di<br />
provenienza».<br />
Come è composto lo staff?<br />
«Siamo 3 neurologi, 5 fisioterapisti,<br />
le psicologhe, le logopediste,<br />
una caposala che coordina<br />
una equipe di infermieri e di<br />
tecnici dell’assistenza. Credo<br />
che il punto di forza siano la<br />
professionalità e le competenze<br />
sulle problematiche cognitive<br />
che riguardano il malato. Ma<br />
aggiungo anche l’umanità. Ne<br />
sono convinta, non è molto che<br />
lavoro qui, ma sin da quando<br />
sono arrivata ho notato un<br />
grande amore per il paziente».<br />
Uno dei casi che l’ha colpita<br />
di più?<br />
«Quello di una ragazza giovane,<br />
arrivata in coma nel marzo<br />
scorso, e andata via nel mese<br />
di luglio. Aveva ricominciato<br />
a parlare e a muoversi in<br />
carrozzina. Quello che mi ha<br />
molto gratificato, oltre al suo<br />
miglioramento, è stato il fatto<br />
che i famigliari mi abbiamo<br />
ritenuto, dopo la sua uscita, un<br />
punto di riferimento non solo<br />
sotto il profilo medico ma anche<br />
umano».<br />
Ottobre 2007
Una pista disegnata nel cortile del <strong>Centro</strong>. <strong>Il</strong> progetto durerà un anno e mezzo.<br />
Imparare l’uso della carrozzina elettrica<br />
I pazienti provano i percorsi accompagnati da esperti<br />
Valutare l’impatto dell’utilizzo<br />
di una carrozzina elettronica<br />
motorizzata sulla<br />
qualità di vita dei pazienti<br />
affetti da Grave Cerebrolesione<br />
Acquisita. Questo lo<br />
scopo del progetto, partito<br />
a gennaio 2007 e che si concluderà<br />
a maggio del 2008<br />
con la presentazione dei risultati<br />
dell’attività ad Expo<br />
Sanità.<br />
Lo studio, nato in collaborazione<br />
con Otto Bock Italia,<br />
ha stabilito alcuni criteri e<br />
requisiti di partecipazione.<br />
In particolare, occorre: essere<br />
portatori di esiti di Grave<br />
Cerebrolesione Acquisita<br />
con un periodo iniziale di<br />
coma della durata di almeno<br />
24 ore; avere meno di<br />
55 anni al momento della<br />
valutazione; essere ad un<br />
intervallo dall’esordio clinico<br />
superiore a un anno<br />
con quadro neurofunzionale<br />
stabilizzato; non avere<br />
autonomia funzionale <strong>nella</strong><br />
deambulazione; non avere<br />
gravi deficit, ad esempio<br />
<strong>nella</strong> vista; non essere soggetti<br />
a episodi di epilessia<br />
da almeno un anno; avere<br />
un buon livello di recupero<br />
cognitivo comportamentale.<br />
E’ necessaria, infine, la<br />
presenza di un caregiver<br />
per una supervisione in fase<br />
iniziale.<br />
<strong>Il</strong> protocollo di valutazione<br />
multidisciplinare prevede<br />
un impegno del paziente<br />
e del suo caregiver della<br />
durata di circa 15 ore. Deve<br />
La pista per carrozzine elettriche; <strong>nella</strong> pagina seguente il logo dell’iniziativa<br />
essere ulteriormente prevista<br />
una fase di training di<br />
durata minima di 4 - 5 ore,<br />
in rapporto alle competenze<br />
residue dell’utente.<br />
<strong>Il</strong> protocollo si articola nelle<br />
seguenti fasi:<br />
a) inquadramento clinico<br />
e strumentale: viene eseguito<br />
dal medico fisiatra e<br />
dal neurologo, con l’aiuto<br />
di un infermiere dedicato.<br />
In questa fase vengono,<br />
in sostanza, raccolti i dati<br />
sulla situazione clinica del<br />
paziente, viene intervistato<br />
il care giver ed eseguiti un<br />
esame obiettivo generale e<br />
uno neurologico;<br />
b) valutazione neuro – oftalmologica;<br />
c) eventuale valutazione<br />
otologica;<br />
d) valutazione neuromotoria:<br />
viene eseguita dal medico<br />
fisiatra, dal fisioterapista<br />
e dallo psicomotricista. Si<br />
classifica il livello di menomazione<br />
motoria, si esegue<br />
una valutazione delle capacità<br />
articolari, la sensibilità<br />
superficiale e profonda, il<br />
rischio di lesioni da decubito;<br />
e) valutazione disabilità globale<br />
e bisogno di assistenza:<br />
viene eseguita dal medico<br />
fisiatra e dal fisioterapista<br />
con la valutazione delle residue<br />
abilità di deambulazione<br />
tramite il Time Walking,<br />
test che consiste in una<br />
valutazione della velocità<br />
di marcia, della lunghezza<br />
Progetti<br />
Ottobre 2007 In cammino 11
Progetti<br />
12<br />
dello stride e della cadenza<br />
su un percorso piano lineare<br />
calcolando i metri percorsi<br />
in sei minuti di tempo;<br />
f) valutazione ausili in uso:<br />
viene eseguita clinicamente<br />
dal medico fisiatra, dal<br />
fisioterapista e dal tecnico<br />
ortopedico;<br />
g) valutazione neuropsicologica:<br />
in questa fase lo<br />
psicologo valuta il livello<br />
di attenzione, i tempi di reazione,<br />
di memoria e di problem<br />
solving. Vengono poi<br />
fatti test di personalità e di<br />
percezione qualità di vita;<br />
h) verifica postura: eseguita<br />
dal medico fisiatra, dal<br />
fisioterapista, dalla psicomotricista<br />
e dal tecnico ortopedico<br />
clinicamente e con<br />
l’utilizzo di schede e che<br />
comprendono immagini<br />
fotografiche riguardanti la<br />
postura e filmati riguardanti<br />
l’utilizzo dell’interfaccia;<br />
i) valutazione dell’abilità<br />
dell’utilizzo della carrozzina:<br />
eseguita dal fisioterapista,<br />
dalla psicomotricista.<br />
Le prove di guida,<br />
dalla pista del CCF<br />
alle strade del paese<br />
Proprio nel piazzale antistante<br />
il CCF, è stato progettato<br />
e disegnato di recente<br />
un percorso dedicato ai pazienti,<br />
con segnaletica e sensi<br />
alternati, per le prove di<br />
valutazione realizzate in un<br />
ambiente protetto, ma con<br />
le caratteristiche di quello<br />
reale,la strada che può essere<br />
percorsa tutti i giorni.<br />
La pista consente di provare<br />
biciclette, tradizionali, elettriche<br />
e a tre ruote, carroz-<br />
In cammino<br />
zine, sia normali sia elettriche,<br />
valutando anche l’abilità<br />
cognitiva del paziente,<br />
fondamentale ad esempio<br />
per la scelta del ritorno alla<br />
guida dell’auto. <strong>Il</strong> progetto<br />
avviato dal <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong><br />
<strong>Ferrari</strong> sull’uso della carrozzina<br />
elettronica motorizzata<br />
nel paziente con grave<br />
cerebrolesione acquisita si<br />
inserisce nei percorsi del<br />
CCF volti a definire e migliorare<br />
protocolli validati<br />
e condivisi di valutazione<br />
delle abilità residue di pazienti<br />
con cerebrolesione<br />
acquisita; definire percorsi<br />
riabilitativi mirati; valutare<br />
l’impatto della maggiore<br />
autonomia che la guida dell’auto,<br />
così come l’utilizzo<br />
della carrozzina elettrica,<br />
comportano sulla qualità<br />
della vita dei pazienti e<br />
delle loro famiglie. Le prove<br />
della capacità di muoversi<br />
in carrozzina elettrica sono<br />
guidate dagli esperti operatori<br />
del CCF consentendo<br />
un primo studio dei risultati<br />
e la definizione dei successivi<br />
passaggi che porteranno<br />
alla presentazione dei risultati<br />
ottenuti.<br />
Una pista con segnali stradali,<br />
percorsi in lunghezza e<br />
circolari, rappresenta l’area<br />
di prova per l’uso della carrozzina,<br />
già sperimentata<br />
da diverse persone in cura<br />
presso il centro.<br />
<strong>Il</strong> paziente, dopo un periodo<br />
di istruzione e formazione<br />
da parte degli esperti, viene<br />
esaminato successivamente<br />
con una serie di prove<br />
ecologiche, mediante l’uso<br />
della scheda di valutazione,<br />
filmate ed eseguite sotto il<br />
controllo dei tecnici.<br />
Fra le prove previste rientrano:<br />
la guida in interni su<br />
percorsi predefiniti, su pista<br />
riproducente terreni irregolari<br />
e dotata di pendenza<br />
del 20%, la guida in esterni,<br />
in area protetta, su pista ciclabile,<br />
su strada semplice<br />
urbana, su strada urbana<br />
con traffico e con l’assegnazione<br />
di compiti da svolgere,<br />
come ad esempio recarsi<br />
in un ufficio pubblico.<br />
<strong>Il</strong> follow up per la valutazione<br />
della qualità complessiva<br />
dell’utilizzo degli ausili<br />
varia da tre a sei mesi.<br />
Ottobre 2007
TORNARE A CASA<br />
La massima autonomia possibile<br />
In due anni supportati 254 pazienti, con 45 valutazioni del domicilio<br />
Dare un aiuto per raggiungere<br />
la maggiore autonomia<br />
possibile. Con questo obiettivo,<br />
anni fa, è nata l’Ausilioteca<br />
del <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong><br />
<strong>Ferrari</strong>, che si trova al piano<br />
rialzato della struttura. Un<br />
servizio completamente gratuito<br />
per informare in tema<br />
di disabilità, per capire quali<br />
sono gli ausili che meglio<br />
rispondono alle esigenze del<br />
paziente.<br />
L’iniziativa, che nasce dalla<br />
collaborazione tra <strong>Centro</strong><br />
<strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong> e cooperativa<br />
sociale All Mobility, si<br />
rivolge a tutti gli ospiti del<br />
<strong>Centro</strong>, ma anche agli utenti<br />
esterni e agli operatori del<br />
settore.<br />
Dal 2005, 72 pazienti esterni<br />
al CCF, a volte inviati dai<br />
loro medici curanti, hanno<br />
trovato risposta alle loro<br />
<strong>Il</strong> consiglio<br />
Sport, indirizzi sul web<br />
Gerardo Malangone<br />
richieste.<br />
Nello spazio dell’Ausilioteca,<br />
vengono esposte in<br />
modo permanente carrozzine,<br />
ausili e sistemi di postura<br />
disponibili per una prova<br />
di valutazione.<br />
In particolare viene garantita<br />
al paziente la possibilità<br />
Sport e attività fisica. Come fare, a chi rivolgersi? Ecco<br />
alcune “dritte” on line, fornite dall’Ausilioteca, per tenersi<br />
informati su società sportive per disabili (basket in<br />
carrozzina, nuoto, handybike, tiro con l’arco, sci, tennis<br />
in carrozzina).<br />
www.imprese.com/aiasport (Aiasport-equestre)<br />
www.comitatoparalimpico.it<br />
(Comitato Italiano Paralimpico)<br />
www.sporthandicap.com<br />
(Coordinamento sport handicap)<br />
www.mareaperto.org(Vela per disabili)<br />
www.sportabili.org (Sport abili)<br />
www.bikerslife.com (Disabili in moto)<br />
www.basketincarrozzina.it (Basket in carrozzina)<br />
www.specialolympics.it (Special olympics italia)<br />
di individuare l’ausilio più<br />
appropriato, che non significa<br />
il più complesso e costo-<br />
so. Spesso fornire una car-<br />
rozzina inadeguata o poco<br />
personalizzata comporta<br />
una serie di adeguamenti<br />
successivi onerosi, se non<br />
addirittura la sua completa<br />
sostituzione.<br />
Inoltre il servizio fornisce<br />
informazioni sulle procedure<br />
burocratiche per ottenere<br />
l’ausilio prescritto, sull’attivazione<br />
delle pratiche<br />
connesse allo stato di invalidità<br />
presso la propria Ausl,<br />
sulle eventuali agevolazioni<br />
fiscali e contributi per l’abbattimento<br />
delle barriere<br />
architettoniche, consigli per<br />
l’acquisto di articoli utili al<br />
percorso riabilitativo e per<br />
gli adattamenti del domicilio<br />
(ingresso, porte, bagno),<br />
per consentire una migliore<br />
qualità della vita dopo il<br />
rientro a casa.<br />
In due anni di attività del<br />
servizio 254 pazienti si sono<br />
rivolti all’Ausilioteca del<br />
CCF e hanno potuto provare<br />
e personalizzare la carrozzina<br />
prima della fornitura.<br />
Si contano 45 valutazioni<br />
del domicilio, 12 valutazioni<br />
domotiche, (ad esempio<br />
telecomandi a infrarossi per<br />
apertura motorizzata porte)<br />
o di comunicazione alternativa<br />
(sintetizzatori vocali in<br />
caso di afasia), 52 comandi<br />
auto e adattamenti per il<br />
trasporto.<br />
Gerardo Malangone<br />
(responsabile ausilioteca CCF)<br />
Ausilioteca<br />
Ottobre 2007 In cammino 13
<strong>Il</strong> Medico risponde<br />
14<br />
LE VOSTRE DOMANDE<br />
<strong>Il</strong> risveglio, una parola non tecnica<br />
Quali stimoli possono essere di aiuto per uscire dallo stato vegetativo<br />
Mio marito è in stato vegetativo.<br />
Serve fargli sentire le<br />
cassette registrate con la voce<br />
di nostra figlia piccola?<br />
Non ci sono, allo stato attuale<br />
prove scientifiche né a<br />
favore dell’utilità di somministrare<br />
qualunque forma di<br />
stimolazione sensoriale ad un<br />
paziente in coma o in stato<br />
vegetativo profondo (SV) né<br />
a dimostrazione di una loro<br />
nocività.<br />
In questa condizione può<br />
quindi prevalere un principio<br />
di “economia” e di buon senso,<br />
per cui si evita di fare tutto<br />
quanto non si sia dimostrato<br />
risultare di qualche utilità.<br />
<strong>Il</strong> discorso diviene più complesso<br />
quando ci si trovi di<br />
fronte a un paziente che inizia<br />
ad avere i primi segni, incostanti<br />
e molto esauribili nel<br />
tempo, di recupero di contatto.<br />
In questo contesto diventano<br />
utili le conoscenze scientifiche<br />
nell’ambito della patologia dei<br />
processi attentivi.<br />
Un paziente in fase di ripresa<br />
di contatto è un soggetto con<br />
una fragilità enorme di risorse<br />
attentive: riesce a fatica a focalizzare<br />
la propria attenzione<br />
su una fonte di stimolo (un<br />
suono, una voce, una persona<br />
in movimento), fa fatica a isolare<br />
lo stimolo dai rumori, dai<br />
suoni, dalle stimolazioni tutte<br />
dell’ambiente che lo circonda<br />
ed è totalmente distraibile da<br />
stimoli non significativi; esaurisce<br />
la capacità di prestare<br />
attenzione allo stesso tipo<br />
di stimolazione dopo pochi<br />
secondi o minuti; risente in<br />
modo estremamente negativo<br />
di piccole fonti di disturbo anche<br />
fisico come la sensazione<br />
In cammino<br />
di dolore ad un arto o per qualche<br />
tubo artificiale (es. cannula<br />
tracheale, peg, sondino nasogastrico,<br />
con cui deve essere<br />
curato, dolore viscerale come<br />
la vescica piena, fame e sete).<br />
In questa situazione clinica appare<br />
significativo e “curativo”<br />
ai fini di un miglior recupero di<br />
contatto con l’ambiente il fatto<br />
di cercare di creare intorno al<br />
paziente un ambiente tranquillo,<br />
abbastanza silenzioso,<br />
possibilmente riducendo al<br />
minimo le stimolazioni potenziali<br />
fonti di fastidio/dolore.<br />
In tale contesto può allora<br />
risultare utile proporre delle<br />
stimolazioni molto controllate<br />
e dosate, <strong>nella</strong> quantità (brevi<br />
stimolazioni e lunghe pause)<br />
<strong>nella</strong> qualità, scegliendo sia<br />
il contatto fisico che la voce<br />
come strumenti di relazione<br />
con il paziente.<br />
Come tutte le vere relazioni<br />
occorre che ci sia una reale<br />
interazione, il cui ruolo attivo<br />
è purtroppo delegato per la<br />
più parte al familiare e/o all’operatore:<br />
a loro il compito<br />
di verificare la disponibilità<br />
del paziente al contatto e la<br />
comparsa di segni di fatica/<br />
rifiuto che impongono massimo<br />
rispetto, siano essi espressi<br />
con segni fisici di fatica, con assenza<br />
di contatto del paziente<br />
o con comparsa di agitazioneirrequietezza.<br />
Occorre inoltre considerare che<br />
in un gran numero di pazienti<br />
in SV non è possibile escludere<br />
a priori, in base alla sede della<br />
lesione cerebrale, la possibilità<br />
che coesista un disturbo della<br />
competenza a comunicare attraverso<br />
la parola (afasia).<br />
Qualora ci sia afasia con compromissione<br />
anche della capa-<br />
cità di comprendere il linguaggio<br />
verbale, un contatto solo<br />
verbale, come il messaggio<br />
affidato alla cassetta registrata,<br />
potrebbe non risultare neanche<br />
comprensibile al nostro<br />
paziente.<br />
Esiste infine la possibilità che<br />
i nostri pazienti traumatizzati<br />
presentino un disturbo importante<br />
della loro memoria<br />
“episodica” cioè degli eventi<br />
capitati durante la loro vita.<br />
Questo disturbo risulta particolarmente<br />
grave in molti dei<br />
pazienti subito dopo la loro ripresa<br />
di contatto con l’ambiente,<br />
per poi ridursi almeno in<br />
parte, e interessa in modo più<br />
massiccio gli eventi più recenti<br />
e vicini al trauma, rispetto ai<br />
fatti remoti della loro infanzia<br />
e prima giovinezza. In queste<br />
condizioni la voce registrata<br />
della piccola figlia nata da<br />
poco più di un anno potrebbe<br />
non evocare nessuno ricordo<br />
significativo<br />
Date queste premesse appare<br />
evidente che lo strumento<br />
“ascolto di cassetta pre-registrata”<br />
è <strong>nella</strong> migliore delle<br />
ipotesi grossolano ed inutile e<br />
<strong>nella</strong> peggiore anche parzialmente<br />
dannoso.<br />
Al contrario il familiare deve<br />
essere inserito nel team riabilitativo<br />
e partecipare in modo<br />
organico al programma strutturato<br />
di rinforzo della relazione<br />
con il paziente; la valenza<br />
affettiva ed emotiva del suo<br />
contatto, la sua antica conoscenza<br />
con il paziente possono<br />
costituire, se ben gestite dal<br />
coordinatore del team, una<br />
fonte terapeutica preziosa.<br />
Dr. Antonio De Tanti<br />
(direttore clinico CCF)<br />
Ottobre 2007
Scrivono di noi<br />
Alla Reception del<br />
<strong>Centro</strong>, da qualche<br />
mese, è possibile consultare<br />
la rassegna<br />
stampa con gli articoli<br />
pubblicati sui giornali<br />
locali e nazionali che<br />
parlano del CCF. Fra<br />
le ultime uscite, segnaliamo<br />
“<strong>Il</strong> Sole 24<br />
ore Sanità” del 30<br />
luglio che dedica al<br />
centro mezza pagina<br />
e “l’Unione Sarda” del<br />
29 luglio con un’intervista<br />
a un nostro ex<br />
paziente.<br />
<strong>Il</strong> torneo di ping pong<br />
Si è concluso il torneo di ping<br />
pong organizzato all’interno del<br />
<strong>Centro</strong>, al quale hanno partecipato<br />
tutti gli operatori del CCF,<br />
medici, dirigenti e pazienti. La<br />
simpatica iniziativa si è svolta<br />
all’aperto dopo l’orario di lavoro.<br />
A vincere, dopo una serie di<br />
turni ad eliminazione, è stato il<br />
paziente Gianluca Veneziano che<br />
è stato festeggiato in una piccola<br />
ma affollata cerimonia di premiazione.<br />
<strong>Il</strong> CCF ha un Ufficio Stampa<br />
Si trova al primo piano, di fronte all’ufficio dell’amministratore<br />
unico, risponde al numero di<br />
telefono 0521.820218; la e-mail è<br />
centrocardinalferrari@chiaracomunicazione.it.<br />
E’ il nuovo Ufficio Stampa del CCF, che si occupa<br />
ormai da qualche mese di gestire i rapporti<br />
con i media e di raccogliere tutte le informazioni<br />
necessarie a pianificare la comunicazione<br />
del centro. Per questa ragione, l’invito è di<br />
segnalare, scrivere, informare su tutto ciò che<br />
possa essere utile all’attività di divulgazione<br />
dell’operato di voi tutti. Idee, progetti, storie,<br />
dati, risultati, per raccontare sempre di più<br />
cosa facciamo, così come in questo primo numero<br />
di “In Cammino”.<br />
Nei prossimi mesi... un orto giardino<br />
È partito il progetto per la realizzazione di un orto<br />
giardino per attività primaverili all’aria aperta.<br />
Grazie ad una convenzione col Parco Regionale dei<br />
Boschi di Carrega, esperti del Vivaio Scodogna di<br />
Collecchio formeranno alcuni nostri medici e operatori<br />
referenti del progetto, per fornire le basi di<br />
tecniche agronomiche e le conoscenze botaniche<br />
necessarie per poter poi sviluppare un percorso di<br />
riabilitazione attraverso la conoscenza delle essenze<br />
vegetali (usi, proprietà,…) e le diverse pratiche<br />
colturali (lavoriazioni, semine, trapianti, …).<br />
I vivaisti offriranno anche la loro preziosa consulenza<br />
per la semina del terreno. Vari tipi di frutta<br />
e ortaggi animeranno un angolo verde il prossimo<br />
anno dando la possibilità ai nostri pazienti di usare,<br />
anche a scopo riabilitativo, il parco di pertinenza<br />
del <strong>Centro</strong>.<br />
Consensus Conference<br />
Individuare i bisogni sociali dei pazienti con gravi<br />
cerebrolesioni in fase post ospedaliera. Con questo<br />
intento, nel giugno 2005, si era tenuta la Conferenza<br />
nazionale di Consenso a Verona. <strong>Il</strong> documento finale,<br />
prodotto dalla giuria, che ha recepito le istanze dei<br />
pazienti e dei loro famigliari circa le principali criticità<br />
e i bisogni insoddisfatti, sarà una guida per i vari centri<br />
di riabilitazione. Nei prossimi anni le attività saranno<br />
condizionate dalle raccomandazioni elaborate nel documento<br />
che il comitato promotore della conferenza di<br />
Consensus si impegnerà a diffondere il più possibile<br />
attraverso i canali informatici e della stampa.<br />
<strong>Il</strong> documento può essere consultato e scaricato dal<br />
nostro sito www.centrocardinalferrari.it<br />
In Cammino<br />
Bimestrale del <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong><br />
Anno I - N. 1 (ottobre 2007)<br />
Autorizzazione del Tribunale di Parma n. 10/2007<br />
del 04/09/2007. Spedizione A.P. –70% aut. N°<br />
070085 del 09/10/2007 DCB Parma<br />
Editore <strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong> srl<br />
via IV Novembre 21 - 43012 Fonta<strong>nella</strong>to (PR)<br />
Direttore Responsabile Simona Lombardi<br />
Coordinamento editoriale e progetto grafico:<br />
CHIARA Comunicazione - Rosaria Frisina, Francesco<br />
Dradi, Donatella Gironi.<br />
Redazione: Antonio De Tanti, Donatella Saviola,<br />
Sabina Cavatorta, Chiara Bertolino, Monica Beghetti,<br />
Rita Comberiati, Stefano Pintelli, Nadia<br />
Maradini, Ivana Moreschi, Gerardo Malangone.<br />
Contatti: tel. 0521.820218 email: centrocardinalferr<br />
ari@chiaracomunicazione.it<br />
Stampa: Tipografia Stamperia Scrl, Parma<br />
Tiratura: 2.200 copie<br />
Bacheca<br />
Ottobre 2007 In cammino 15
16<br />
In cammino<br />
<strong>Centro</strong> <strong>Cardinal</strong> <strong>Ferrari</strong><br />
via IV novembre 21 - 43012 Fonta<strong>nella</strong>to (PR)<br />
tel. 0521.820211 - www.centrocardinalferrari.it<br />
Ottobre 2007