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Il Nuovo News - Luglio 2013

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SPECIALE<br />

“Qui sopravvive una storia che vuole essere dimenticata o insabbiata”<br />

(Gregory Paolucci)<br />

SANT’ORESTE<br />

Nel cuore del Bunker<br />

di Carolina Garrow<br />

Siamo andati a visitare il bunker del Soratte,<br />

uno dei luoghi a nord di Roma più emblematici<br />

e suggestivi della Seconda Guerra Mondiale e<br />

della Guerra Fredda. Ecco il racconto di questo<br />

viaggio a ritroso nella Storia, quattro<br />

chilometri di gallerie più eloquenti di un<br />

mare di parole…<br />

La prima cosa che colpisce è il cambio di temperatura:<br />

fuori sole e caldo, dentro buio e freddo,<br />

molto freddo. Fuori i finti soldati tedeschi con cui<br />

fare foto, dentro… Dentro la Storia.<br />

“Qua si tocca la Storia con mano”, attraverso gli oggetti<br />

di uso quotidiano usati da chi ci è vissuto: rasoi, spazzolini…Ho<br />

sentito parlare spesso delle gallerie del Soratte,<br />

ma essere qui e vedere con i propri occhi è un’altra cosa.<br />

Sarà forse perché a guidare il mio gruppo c’è Gregory<br />

Paolucci - presidente della Libera Associazione Culturale<br />

Bunker Soratte, che da qualche anno gestisce le visite e<br />

le ricostruzione storiche di questo luogo - che con una<br />

semplicità disarmante e ironia è in grado di raccontare<br />

uno dei periodi più complessi della nostra storia.<br />

“Per favore non raccontate che siete stati a vedere le<br />

gallerie dei tedeschi! Siete stati a vedere le gallerie<br />

degli italiani!”<br />

Così comincia la visita attraverso quattro chilometri di<br />

gallerie aperte al pubblico; qui dentro tutto è stato fatto<br />

dagli italiani: dall’impianto elettrico, che in alcune zone<br />

ancora funziona!, alle fogne, “le uniche a norma di Sant’Oreste”!<br />

Un passo indietro: è l’8 settembre del ‘43, dopo la firma<br />

dell’armistizio dei geologi vengono inviati da Himmler e<br />

questo posto viene scelto come rifugio dai tedeschi e per<br />

dieci mesi diventa la cabina di regia di tutto il sud Europa.<br />

Prima fermata, “Guardate tutti alla vostra sinistra…”, c’è<br />

una camerata dove è caduto il controsoffitto durante il<br />

bombardamento dei 36 B17 che attaccarono le gallerie<br />

durante la permanenza tedesca. In alcuni punti si vedono<br />

spuntare dei letti dove una volta qualcuno ha dormito.<br />

Qui non si sta al museo, non c’è un vetro tra noi<br />

e le cose: molto è ancora là sotto quelle macerie, qua<br />

si sentono odori, rumori, sembra di poter allungare la<br />

mano e….<br />

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