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SPECIALE<br />
“Qui sopravvive una storia che vuole essere dimenticata o insabbiata”<br />
(Gregory Paolucci)<br />
SANT’ORESTE<br />
Nel cuore del Bunker<br />
di Carolina Garrow<br />
Siamo andati a visitare il bunker del Soratte,<br />
uno dei luoghi a nord di Roma più emblematici<br />
e suggestivi della Seconda Guerra Mondiale e<br />
della Guerra Fredda. Ecco il racconto di questo<br />
viaggio a ritroso nella Storia, quattro<br />
chilometri di gallerie più eloquenti di un<br />
mare di parole…<br />
La prima cosa che colpisce è il cambio di temperatura:<br />
fuori sole e caldo, dentro buio e freddo,<br />
molto freddo. Fuori i finti soldati tedeschi con cui<br />
fare foto, dentro… Dentro la Storia.<br />
“Qua si tocca la Storia con mano”, attraverso gli oggetti<br />
di uso quotidiano usati da chi ci è vissuto: rasoi, spazzolini…Ho<br />
sentito parlare spesso delle gallerie del Soratte,<br />
ma essere qui e vedere con i propri occhi è un’altra cosa.<br />
Sarà forse perché a guidare il mio gruppo c’è Gregory<br />
Paolucci - presidente della Libera Associazione Culturale<br />
Bunker Soratte, che da qualche anno gestisce le visite e<br />
le ricostruzione storiche di questo luogo - che con una<br />
semplicità disarmante e ironia è in grado di raccontare<br />
uno dei periodi più complessi della nostra storia.<br />
“Per favore non raccontate che siete stati a vedere le<br />
gallerie dei tedeschi! Siete stati a vedere le gallerie<br />
degli italiani!”<br />
Così comincia la visita attraverso quattro chilometri di<br />
gallerie aperte al pubblico; qui dentro tutto è stato fatto<br />
dagli italiani: dall’impianto elettrico, che in alcune zone<br />
ancora funziona!, alle fogne, “le uniche a norma di Sant’Oreste”!<br />
Un passo indietro: è l’8 settembre del ‘43, dopo la firma<br />
dell’armistizio dei geologi vengono inviati da Himmler e<br />
questo posto viene scelto come rifugio dai tedeschi e per<br />
dieci mesi diventa la cabina di regia di tutto il sud Europa.<br />
Prima fermata, “Guardate tutti alla vostra sinistra…”, c’è<br />
una camerata dove è caduto il controsoffitto durante il<br />
bombardamento dei 36 B17 che attaccarono le gallerie<br />
durante la permanenza tedesca. In alcuni punti si vedono<br />
spuntare dei letti dove una volta qualcuno ha dormito.<br />
Qui non si sta al museo, non c’è un vetro tra noi<br />
e le cose: molto è ancora là sotto quelle macerie, qua<br />
si sentono odori, rumori, sembra di poter allungare la<br />
mano e….<br />
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