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in giro per le pronunce<br />
incerte (ma questo càpita<br />
anche tra gli italiani<br />
del Nord e del<br />
Sud) che però viene subito<br />
neutralizzata dagli<br />
operatori stessi.<br />
Non contenti di quello<br />
che abbiamo ascoltato<br />
e visto, abbiamo voluto<br />
fare una chiacchierata<br />
anche con le<br />
mamme dei ragazzini,<br />
in particolare con la Signora<br />
T, immigrata<br />
da… Roma e la signora<br />
S, immigrata tre mesi<br />
fa dalla Romania. È stupefacente<br />
come le attese e i pareri di queste due signore,<br />
che fino a tre mesi fa neanche si conoscevano,<br />
siano assolutamente identici, almeno su due questioni.<br />
La prima: i loro figli qui si sentono al sicuro, accolti e stimolati<br />
al tempo stesso al punto che, dicono le signore,<br />
quando esse li vogliono minacciare di punizione dicono<br />
loro “Non ti mando al CERP” - sempre ottenendo un immediato<br />
“allineamento” alle loro indicazioni. La seconda:<br />
le madri non solo stanno tranquille perché i loro figli “non<br />
stanno in mezzo alla strada”, ma si sentono esse stesse<br />
sostenute dagli operatori nell’affrontare problemi che<br />
vanno oltre le questioni meramente scolastiche, fino<br />
a toccare l’educazione dei figli e la loro convivenza nel<br />
quartiere.<br />
Possibile che al CERP vada tutto così bene?<br />
Sì, è possibile.