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palpebrale di una pomata oftalmica con bacitracina.<br />

Possono essere utili anche le gocce oculari con azitromicina.<br />

Nei casi più gravi si può ricorrere alla somministrazione<br />

prolungata di antibiotici per via orale (doxiciclina<br />

o tetraciclina), 33 o agli steroidi topici. 30<br />

Abrasioni corneali<br />

La diagnosi di abrasione corneale viene posta in base<br />

alla presentazione clinica ed all’esame obiettivo. Per<br />

facilitare l’esame dell’occhio possono essere utilizzati<br />

anestetici topici a breve durata d’azione. La conferma<br />

diagnostica può essere ottenuta mediante colorazione<br />

con fluoresceina con un filtro blu cobalto o con una<br />

lampada di Wood. Un pattern “ramificato” alla colorazione<br />

suggerisce un’infezione da herpes simplex o<br />

un’abrasione in fase di guarigione. Un paziente con<br />

un’infezione da herpes simplex e interessamento corneale<br />

deve essere indirizzato ad un oftalmologo entro<br />

1-2 giorni. In presenza di un’abrasione corneale occorre<br />

escludere la presenza di un corpo estraneo al di<br />

sotto della palpebra superiore.<br />

Il trattamento prevede misure di supporto, cicloplegici<br />

(atropina, ciclopentolato, omatropina, scopolamina,<br />

tropicamide), e farmaci per il controllo del dolore<br />

(anti-infiammatori non-steroidei topici o analgesici<br />

per via orale). In presenza di abrasioni corneali non<br />

complicate non è necessario somministrare antibiotici<br />

topici. La somministrazione di aminoglicosidi topici<br />

va evitata in quanto questi farmaci possono essere tossici<br />

per l’epitelio corneale. 34 Nei pazienti con abrasioni<br />

corneali i bendaggi oculari non migliorano i sintomi e<br />

non facilitano la guarigione delle lesioni. 35 Sono controindicate<br />

tutte le preparazioni con corticosteroidi. Se<br />

i sintomi si aggravano o non si risolvono entro 48 ore<br />

il paziente deve essere indirizzato ad un oftalmologo.<br />

Emorragie sottocongiuntivali<br />

La diagnosi di emorragia sottocongiuntivale è di tipo<br />

clinico. L’alterazione non è pericolosa, il sangue viene<br />

riassorbito nell’arco di alcune settimane, e non è necessario<br />

alcun trattamento. I sintomi possono essere alleviati<br />

dall’applicazione di impacchi caldi e di lubrificanti<br />

oftalmici (es. idrossipropilcellulosa, metilcellulosa,<br />

lacrime artificiali).<br />

In presenza di dolore occorre ricercarne la causa. Il medico<br />

deve ricercare un eventuale interessamento corneale<br />

o lesioni penetranti; in questi casi il paziente<br />

deve essere urgentemente indirizzato ad un oftalmologo.<br />

La presenza di emorragie ricorrenti deve indurre<br />

all’esecuzione di esami per la ricerca di una patologia<br />

della coagulazione.<br />

Se il paziente è in trattamento con warfarin occorre<br />

procedere ad un controllo del Rapporto <strong>Internazionale</strong><br />

Normalizzato.<br />

Episclerite<br />

L’episclerite è caratterizzata da un’area localizzata di<br />

infiammazione che riguarda gli strati superficiali dell’episclera.<br />

L’alterazione è in genere autolimitante (durata<br />

fino a 3 settimane) e la diagnosi è di tipo clinico.<br />

La ricerca di eventuali cause sottostanti è necessaria<br />

solo in presenza di episodi ricorrenti, oppure in presenza<br />

di sintomi suggestivi di patologie sistemiche associate,<br />

come un’artrite reumatoide. Il trattamento<br />

prevede misure di supporto e l’utilizzazione di lacrime<br />

artificiali. La somministrazione topica di anti-infiammatori<br />

non-steroidei non ottiene effetti benefici superiori<br />

al placebo. 36 Nei casi gravi possono essere utilizzati<br />

corticosteroidi topici. L’intervento di un oftalmologo<br />

è necessario in presenza di episodi ricorrenti, di<br />

diagnosi poco chiare (sclerite precoce) o di un aggravamento<br />

dei sintomi.<br />

Gli Autori<br />

Il Dr. H. Cronau ed il Dr. R.R. Kankanala sono, rispettivamente,<br />

associate professor of clinical medicine<br />

e third-year resident presso il Department of<br />

Family Medicine, Ohio State University College of<br />

Medicine, di Columbus, Ohio (Stati Uniti). Il Dr.<br />

T. Mauger è associate professor presso il Dipartimento<br />

di Oftalmologia della stessa Università.<br />

Gli autori non riferiscono conflitti di interesse con<br />

gli argomenti trattati nell’articolo.<br />

Note bibliografiche<br />

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in primary care. J Antimicrob Chemother. 2007;60<br />

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primary care physician. Am J Med. 2006;119(4):302-<br />

306.<br />

4. Leibowitz HM. The red eye. N Engl J Med.<br />

2000;343(5):345-351.<br />

5. Galor A, Jeng BH. Red eye for the internist: when<br />

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6. Rietveld RP, ter Riet G, Bindels PJ, et al. Predicting<br />

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2004;329(7459):206-210.<br />

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8. Rietveld RP, van Weert HC, ter Riet G, et al. Dia-<br />

27 - aprile 2011 - Minuti

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