pp. 150-365
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L’Arca dell’alleanza nei manoscritti ebraici e cristiani della Spagna medievale<br />
to all’antica iconografia dei mosaici sinagogali,<br />
le do<strong>pp</strong>ie pagine illustrate delle Bibbie sefardite<br />
annullano ogni riferimento architettonico,<br />
quasi ci portassero all’interno del Tempio/Santuario.<br />
Il codice stesso della Bibbia si<br />
propone come un’immagine del Tempio. Questo<br />
è particolarmente evidente nella Bibbia<br />
Farhi del 1366-82 (Collezione Sassoon, MS<br />
368), di origine ispano-provenzale, dove le pagine<br />
dedicate agli oggetti sacri si moltiplicano<br />
e il colophon di Elisha Crescas definisce la<br />
Bibbia ‘Miqdašyah’, alludendo alla triplice divisione<br />
della Bibbia in Torah, Nevi’im e Ketuvim,<br />
inra<strong>pp</strong>orto con la triplice divisione del<br />
Tempio in Ulam, Qodeš e Qodeš ha-qodašim<br />
25 .<br />
Nelle illustrazioni delle Bibbie spagnole il<br />
Tempio è evocato attraverso l’esposizione di<br />
tutti gli oggetti per il culto, minuziosamente descritti<br />
e rievocati, ma anche immaginati in un<br />
futuro escatologico. Anche l’arca è vista in modo<br />
differente, al contempo dal di fuori e dall’interno<br />
e non è mai indicata da una scritta,<br />
come accade per tutti gli altri oggetti.<br />
Del tutto diversa pare essere l’illustrazione<br />
cristiana degli oggetti del Santuario/Tempio<br />
nel Medioevo nella Penisola Iberica. La più antica<br />
immagine si trova nella prima Bibbia di<br />
León, datata 960 (Real Collegiata di San Isidoro<br />
MS 2), che nel frontespizio del Levitico presenta<br />
un’illustrazione a piena pagina del tabernaculum<br />
testimonii, racchiuso in un arco retto<br />
da due colonne e da un velo ampiamente dra<strong>pp</strong>eggiato,<br />
velum (Fig. 7) 26 . All’interno sono raffigurati<br />
un altare, il tavolo per l’incenso (altar),<br />
un candelabro (candelabrum) e l’arca<br />
(archa). Questa è ra<strong>pp</strong>resentata frontalmente<br />
come una cassa coperta da un coperchio a<strong>pp</strong>untito,<br />
retta da quattro gambe. Gli anelli e le<br />
stanghe utili a trasportare l’arca sono ben visibili.<br />
Lo stile mozarabico accentua l’a<strong>pp</strong>iattimento<br />
e la stilizzazione delle figure e degli oggetti,<br />
visualizzati talvolta frontalmente e talvolta<br />
dall’alto, così come il Santuario è visto sia<br />
dall’esterno che dall’interno. La stessa iconografia<br />
dell’arca si vede anche nella stessa Bibbia<br />
nella scena illustrante Salomone e il culto<br />
nel Tempio (fol. 123), dove a<strong>pp</strong>aiono anche i<br />
cherubini, racchiusi in uno spazio superiore<br />
indipendente, al di sopra dell’arca (Fig. 8). La<br />
forma attribuita all’arca non corrisponde alla<br />
cassa descritta nel testo biblico, ma sembra diffusa<br />
nelle Bibbie latine spagnole, le uniche a illustrare<br />
a quell’epoca il santuario e il Tempio<br />
con i loro oggetti sacri. La scena si trova infatti<br />
anche nella seconda Bibbia di León del 1162<br />
(Real Collegiata di San Isidoro MS 3), e in<br />
un’altra Bibbia più tarda, detta di San Millan<br />
de la Cogolla (Madrid, Real Academia de la Historia)<br />
27 .<br />
Questa particolare forma dell’arca ricorda<br />
quella dell’aron ha-berit / aron ha-qodeš<br />
dell’arte funeraria ebraica, che prende la forma<br />
di un armadio di legno dove sono riposti rotoli.<br />
Così a<strong>pp</strong>are nei mosaici di Galla Placidia a<br />
Ravenna (Fig. 9), e nel ritratto di Ezra nel Codex<br />
Amiatinus, dove i libri hanno preso il posto<br />
dei rotoli della Torah. Questa non è tuttavia la<br />
sola sostituzione operata nelle due immagini. I<br />
nomi dei quattro evangelisti sopra i libri, posti<br />
accanto al martire Lorenzo a Galla Placidia,<br />
non lasciano dubbi: si tratta del Nuovo Testamento.<br />
Più sofisticata la composizione del Codex<br />
Amiatinus, probabilmente basato sul Codex<br />
Grandior di Cassiodoro, grande studioso<br />
della Bibbia del VI secolo (490-583) 28 . Nell’ar-<br />
25 Narkiss, Hebrew Illuminated Manuscripts,<br />
cit., p. 72, fig. 16; Revel-Neher, Le témoignage,<br />
cit., p. 83, fig. 77; Kogman-A<strong>pp</strong>el, Jewish Book Art,<br />
cit., <strong>pp</strong>. <strong>150</strong>-154, 163-164.<br />
26 J.W. Williams, The Illustrations of the León<br />
Bible of the Year 960. An Iconographic Analysis,<br />
Unpublished Ph.D. dissertation, The University of<br />
Michigan, 1963, <strong>pp</strong>. 72-78; Id., A Castillan Tradition<br />
of Bible Illustration: The Romanesque Bible of<br />
San Millàn, «Journal of the Warburg and Courtauld<br />
Institutes» 28 (1965), <strong>pp</strong>. 66-85; M. Mentré,<br />
Illuminated Manuscripts of Medieval Spain, London<br />
1996, figs. 89-90; J.W. Williams, The Bible in<br />
Spain, inJ.W. Williams (ed.), Imaging the Early<br />
Medieval Bible, University Park, Pa., 1999, <strong>pp</strong>.<br />
179-218.<br />
27 S. De Silva yVerástegui, La miniatura en el<br />
Monasterio de San Millan de la Cogolla. Una contribución<br />
al Estudio de los Codices miniados en lossiglos<br />
XI-XIII, Logroño 1999, <strong>pp</strong>. 159-165.<br />
28 Codex Amiatinus, Firenze, Biblioteca Laurenziana,<br />
ms. 1. Fol. 5 (VII secolo). Revel-Neher, La<br />
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