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<strong>Spagna</strong>


6,00<br />

1. QUADRO MACROECONOMICO<br />

PIL (tasso di crescita %)<br />

4,00<br />

AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010<br />

SPAGNA<br />

Andamento PIL<br />

a) Andamento congiunturale e rischio Paese<br />

2,00<br />

0,00<br />

Dopo un periodo 2004-I di 2004-II crescita 2005-I decennale, 2005-II 2006-I la 2006-II <strong>Spagna</strong> 2007-I è entrata 2007-IIin 2008-I una 2008-II fase di 2009-I dura 2009-II recessione 2010-I al<br />

seguito -2,00 della crisi finanziaria del 2008. Tuttavia, nel primo semestre del 2010 PIL è tornato a<br />

crescere per la prima volta dopo tre semestri di crescita negativa. Infatti, la crescita del PIL nel<br />

-4,00<br />

primo semestre del 2010 è stata di 0,7 % rispetto al semestre precedente.<br />

Semestri<br />

Grafico 1: Andamento del PIL spagnolo<br />

Fonte: dati INE (Istituto Nazionale di Statistica Spagnolo)<br />

La <strong>Spagna</strong> è stata uno dei paesi in cui gli effetti della crisi economica sono stati più marcati e,<br />

similarmente, la ripresa economica sta dimostrando d’essere più lunga rispetto a quella degli<br />

altri stati europei. Infatti, in aggiunta ai fattori internazionali che hanno causato la crisi (in primo<br />

luogo la crisi dei sub-prime negli Stati Uniti d’America), le debolezze e la fragilità<br />

dell’economia spagnola hanno amplificato le conseguenze negative di una pessima congiuntura<br />

macroeconomica. Lo scoppio della bolla immobiliare in un paese in cui il settore delle<br />

costruzioni, un settore a basso tasso di produttività, ha un peso eccessivo nel PIL, ha portato a<br />

tassi di crescita negativi e sta rallentando la ripresa economica. Infatti, nel 2007 si stimava che il<br />

settore immobiliare contasse per il 18% del PIL spagnolo. Inoltre, alti tassi di debito privato,<br />

pubblico ed estero stanno frenando le possibili manovre economiche del governo e<br />

dell’imprenditoria spagnola, specialmente per colpa di un ristretto accesso al credito e alti tassi<br />

di disoccupazione.<br />

PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI<br />

PIL<br />

(in mln/Euro)<br />

Tasso crescita PIL<br />

(in %)<br />

Tasso inflazione<br />

(in %)<br />

Tasso di<br />

disoccupazione<br />

(in %)<br />

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010*<br />

840.106 905.450 980.840 1.051.480 1.095.000 1.051.151 530.437**<br />

+3,5 +3,7 +3,89 +3,8 +1,2 -3,6 -0,7**<br />

3,2 3,7 2,7 4,3 4,4 1,1 1,5<br />

10,38 8,7 8,5 8,6 13,9 17,92 20,1<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 2


Saldo bilancio<br />

pubblico -0,4 1 1,8 2,2 -3,8 -11,4 -2,9<br />

(in % sul PIL)<br />

Saldo commerciale<br />

(in mln/Euro)<br />

-62.000 -77.810 -89.680 -98.950 -94.066 -50.182 -26.200**<br />

Debito estero<br />

(in mln/Euro)<br />

903,85 1.137,32 1.368,2 1.547,97 1.661,73 1.732,25 1.788<br />

Debito pubblico<br />

(in mln/Euro)<br />

388.374 390.948 389.193 379.873 432.302 465.456 495.131**<br />

Debito pubblico<br />

(in % sul PIL)<br />

46,4 43,1 39 36,2 39,5 44,3 93,3**<br />

Riserve<br />

(in mln/Euro, oro 14.505 14.601 14.685 12.946 14.546 19.578 19.715<br />

incluso)<br />

Bilancia dei<br />

pagamenti -35.396 -60.780 -79.860 -101.388 -99.106 -49.287 -39.931<br />

(in mln/Euro)<br />

Fonti: Istituto Nazionale di Statistica Spagnolo, Ministero dell’Economia Spagnolo e Banca di <strong>Spagna</strong> – elaborazione<br />

dati ufficio economico-commerciale Ambasciata d’Italia a Madrid<br />

Nota: Bilancia dei pagamenti è definita come la somma tra saldo partite correnti e capitali<br />

*: Dati provvisori riferiti al primo semestre 2010 e non a tutto l’arco annuale<br />

**: Dati non comparabili con anno precedente perché calcolati solo su un semestre<br />

Gli andamenti macroeconomici spagnoli hanno dimostrato d’essere estremamente correlati a<br />

quelli sperimentati dall’economia internazionale. Infatti, la lieve crescita vissuta nel primo<br />

semestre del 2010 è dovuta principalmente all’aumento della domanda estera, e pertanto delle<br />

esportazioni, a seguito della leggera ripresa degli altri paesi europei. L’aumento del valore delle<br />

esportazioni di circa il 16,3% rispetto all’ultimo semestre del 2009 sta portando anche ad un<br />

lieve miglioramento della bilancia commerciale del paese iberico, che comunque continua a<br />

restare in negativo. Per essere più precisi, nel primo trimestre del 2010 il valore delle<br />

importazioni e dell’importazioni è stato rispettivamente di 18.365 e 14.244 milioni di Euro,<br />

contro i 17.007 e 12.402 milioni d’Euro del primo trimestre 2009.<br />

Nonostante la domanda estera sia leggermente aumentata, la domanda domestica spagnola ha<br />

continuato a contrarsi, seppur in maniera minore rispetto al 2009. Infatti, nel primo semestre del<br />

2010 la domanda nazionale si è ridotta del 1,7%, a differenza del 2009, quando la domanda si<br />

contrasse del 6,5%. Questo miglioramento rispetto al 2009 è attribuibile all’aumento del<br />

consumo privato dello 0,7% in quest’ultimo semestre (il consumo privato si ridusse del 5,3%<br />

nel secondo semestre 2009). Tuttavia, la domanda nel settore immobiliare e gli investimenti in<br />

beni strutturali hanno continuato a ridursi, rispettivamente del 11,4% e del 5,1% (mentre nel<br />

2009 diminuirono del 11,5% e del 22,4%). Il basso tasso d’inflazione in <strong>Spagna</strong>, 1,5%, è<br />

un’ulteriore prova degli effetti della riduzione della domanda domestica.<br />

Questi ultimi dati, in principal modo la riduzione del settore immobiliare, stanno dando prova di<br />

come la crescita pre-crisi spagnola non fosse sostenibile. La crescita avvenuta fino al 2007 era<br />

basata principalmente sui consumi, sulle costruzioni e sulle massicce risorse finanziarie di<br />

provenienza UE. Tuttavia, l’esplosione della bolla immobiliare e la riduzione dei fondi UE<br />

verso la <strong>Spagna</strong> hanno messo in evidenza le fragilità dell’economia spagnola, un’economia che<br />

ancora non dispone di un tessuto produttivo adatto alla competizione globale. Il fatto che il 44%<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 3


dei laureati spagnoli siano obbligati a ricoprire mansioni di qualifica inferiore al proprio titolo<br />

dio studio è una prova dell’ancora basso livello d’innovazione e sviluppo nell’economia<br />

spagnola (Panorama sull’educazione 2010, OCSE). Inoltre, secondo la Banca di <strong>Spagna</strong>,<br />

l’economia del paese iberico starebbe utilizzando solo il 72,7% della propria capacità<br />

produttiva.<br />

I suddetti problemi di competitività e produttività in <strong>Spagna</strong> sono riflessi nella discesa del<br />

paese nel ranking redatto dal Forum Economico Mondiale sulla competitività globale nel 2010-<br />

2011. Infatti, la <strong>Spagna</strong> è scesa dal 33esimo al 42esimo posto della classifica nell’ultimo anno<br />

(l’Italia si situa al 48esimo posto). Il report sulla competitività globale 2010-2011 indica 5<br />

problemi fondamentali dell’economia spagnola: il ristretto accesso al credito, la legislazione del<br />

mercato del lavoro troppo restrittiva, la burocrazia, la forza lavoro formata in maniera<br />

inadeguata alle richieste del tessuto produttivo, ed un alto livello di tassazione. Il governo<br />

Zapatero ha cercato di risolvere questi problemi attraverso la riforma del mercato del lavoro, un<br />

potenziamento della formazione professionale che prevede una maggiore relazione tra scuole e<br />

mondo del lavoro, e una migliore tassazione per le imprese.<br />

Le merci spagnole stanno perdendo competitività rispetto alle merci di paesi extra-europei ma<br />

ne stanno guadagnando rispetto a quelle europee, con l’effetto d’aumentare le esportazioni verso<br />

l’Europa e guidare la lieve ripresa. Infatti, l’Indice Tendenziale della Competitività (ITC), che<br />

misura la concorrenzialità delle merci spagnole, è aumentato dello 0,1% rispetto ai paesi della<br />

Zona Euro, mentre è diminuito del 6,3% rispetto ai paesi OCSE non appartenenti alla zona<br />

Euro. Inoltre, il tasso medio dell’Indice di Produzione Industriale (IPI), scontando gli effetti<br />

calendario, è aumentato del 1,4%, un risultato che riversa il trend dell’anno precedente in cui<br />

l’IPI peggiorò del 15,8%.<br />

Un settore cardine dell’economia spagnola che ha perduto particolare competitività è il turismo.<br />

Infatti, nel 2008 l’Indice Tendenziale della Competitività Turistica (ITCT) elaborato dal<br />

ministero dell’industria, del turismo e del commercio è diminuito circa del 20%. Il governo<br />

Zapatero ha reagito emanando una serie d’incentivi al settore turistico dell’ordine di 1.030<br />

milioni d’Euro che hanno avuto l’effetto d’aumentare del 4% l’entrata di turisti stranieri in<br />

<strong>Spagna</strong> nel primo semestre 2010. In particolare, la comunità italiana guida questa ripresa a<br />

fronte di un aumento del 8,9% delle entrate turistiche di nostri connazionali in <strong>Spagna</strong>.<br />

I principali settori a guidare la ripresa sono quelli dell’agricoltura, dei servizi e dei settori<br />

innovativi, ad esempio quelli delle energie rinnovabili e delle bio-tecnologie. Nonostante la<br />

<strong>Spagna</strong> sia ancora lontana dalle cime delle classifiche per la spesa in ricerca e sviluppo, vi è una<br />

chiara tendenza del governo Zapatero a stimolare la crescita e l’uscita dalla crisi attraverso la<br />

formazione e l’innovazione. Inoltre, la ripresa è stata aiutata dal fatto che il settore finanziario<br />

spagnolo abbia retto l’urto della crisi dei sub-prime, dimostrando una buona solidità in termini<br />

di regolamentazione delle riserve bancarie.<br />

A seguito della crisi finanziaria avvenuta in Grecia nel primo semestre 2010, l’allarme della<br />

comunità internazionale si è diretto anche verso la situazione delle casse spagnole. Infatti, uno<br />

dei problemi che gravano più profondamente sulla <strong>Spagna</strong> deriva dalla sua debole posizione<br />

fiscale, caratterizzata da un alto debito estero, pubblico e privato e da una bilancia dei<br />

pagamenti negativa. Pertanto, il 28 Aprile 2010 Standard & Poor’s ha diminuito la qualifica del<br />

debito spagnolo da AAA ad AA+. Inoltre, l’Unione Europea ha creato un fondo di 750 milioni<br />

d’Euro destinato al possibile supporto di un paese europeo in caso di crisi delle proprie finanze<br />

pubbliche.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 4


Nonostante il rendimento dei bond governativi a 10 anni sia più alto sia della controparte<br />

tedesca sia di quella italiana, la situazione del debito spagnolo non è così preoccupante come<br />

quella di Grecia, Irlanda e Portogallo. Tuttavia, la riduzione delle entrate provenienti<br />

dall’Unione Europa, la divergenza tra rendimenti delle obbligazioni di stato spagnole e<br />

tedesche, e le misure adottate per far ricrescere l’economia nel 2009 hanno fatto aumentare il<br />

debito pubblico fino al livello record di 495131 milioni d’Euro, circa il 46,7% del PIL (una<br />

situazione molto peggiore rispetto al primo semestre del 2007, quando il rapporto debito<br />

pubblico/PIL era del 36,4%).<br />

Mentre nel 2009 il governo Zapatero pianificò un bilancio di tipo espansivo, al fine di stimolare<br />

l’economia, la situazione insostenibile del debito spagnolo ha obbligato l’esecutivo a pensare ad<br />

un bilancio molto più austero per il 2010. La lieve crescita e la diminuzione della spesa pubblica<br />

in <strong>Spagna</strong> hanno fatto migliorare il saldo totale del bilancio pubblico rispetto l’anno precedente,<br />

seppur sia ancora negativo (nel 2009 il saldo del bilancio pubblico era il -11,4% del PIL, mentre<br />

nel primo semestre del 2010 si è registrato un valore di -2,9%). Inoltre, l’esecutivo guidato da<br />

Zapatero è riuscito ad incassare 16 milioni d’Euro riducendo le compagnie statali da 106 a 77.<br />

Al fine di combattere il debito pubblico, il livello generale delle tasse in <strong>Spagna</strong> è aumentato<br />

dello 0,8% rispetto l’anno precedente.<br />

LIVELLO DI TASSAZIONE IN SPAGNA<br />

Milioni di Euro in 2010 Variazione %<br />

rispetto l’anno precedente<br />

Tasse dirette 20.804 -0,6<br />

Tasse sul reddito 19.212 1,1<br />

Tasse sulle aziende 693 -32,2<br />

Tasse indirette 19.951 2,2<br />

IVA 14.584 2,2<br />

Tasse speciali 4.655 2,4<br />

Totale tasse 40.754 0,8<br />

Totale tasse statali 28.830 10,2<br />

Totale tasse regionali 11.925 -16,5<br />

Fonte: Istituto Nazionale di Statistica Spagnolo.<br />

L’aumento delle tasse si è verificato principalmente attraverso l’innalzamento dell’IVA e delle<br />

tasse sul reddito (aumentate rispettivamente del 2,2% e del 1,1%). Tuttavia, al fine di<br />

promuovere la crescita economica il governo Zapatero sta garantendo una tassazione<br />

preferenziale per le aziende, osservabile nella diminuzione delle tasse aziendali del 32,2%.<br />

A livello finanziario, la <strong>Spagna</strong> non è riuscita ad attirare capitali esteri. La somma tra saldo<br />

delle partite correnti e di capitale, che rappresenta la capacità o la necessità di finanziamento di<br />

un’economia, è tuttora negativo e pari a 39.931 milioni d’Euro. Inoltre, il conto finanziario,<br />

escludendo le operazioni della Banca di <strong>Spagna</strong>, ha registrato un saldo negativo, specialmente<br />

per colpa degli investimenti di portafoglio. Inoltre, nel 2010 sono diminuiti sia gli investimenti<br />

diretti sia di portafoglio dall’estero alla <strong>Spagna</strong> rispetto al 2009.<br />

Infine, il mercato del lavoro spagnolo è stato sicuramente il più colpito di tutta Europea,<br />

segnando record negativi e consolidandosi come il tallone d’Achille della <strong>Spagna</strong>. Infatti, il<br />

tasso di disoccupazione nel 2010 è ancora aumentato arrivando al livello di 20,1%, il più alto in<br />

Europa. Nel primo semestre del 2010 il numero di persone senza lavoro ma che lo stanno<br />

cercando è arrivato a 4 milioni e 600 mila unità. Per colpa della crisi la <strong>Spagna</strong> ha decisamente<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 5


egredito tornando ai livelli di disoccupazione degli ultimi anni ’90 (tra il 2005 e il 2007 il tasso<br />

di disoccupazione era riuscito a mantenersi sotto la barriera del 10%). Tuttavia, il tasso di<br />

disoccupazione potrebbe esser ancor più alto per via della presenza dei cosiddetti lavoratori<br />

scoraggiati. Quest’ultima categoria non rientra nelle statistiche della disoccupazione visto che<br />

riguarda gente senza lavoro ma che non lo sta cercando perché rassegnata dalla congiuntura<br />

macroeconomica.<br />

La disoccupazione ha particolarmente colpito le categorie meno protette: giovani, donne ed<br />

immigrati. Inoltre, i settori particolarmente interessati al declino dell’occupazione sono stati<br />

quelli delle costruzioni e dell’industria. D’altro canto, l’occupazione nei settori dell’agricoltura<br />

e dei servizi è lievemente migliorata.<br />

Misure economiche elaborate dal governo Zapatero<br />

Il governo Zapatero ha preparato diverse misure che potranno aiutare la <strong>Spagna</strong> ad uscire dalla<br />

crisi e risolvere i problemi strutturali della propria economia. Le tre linee guida ritenute<br />

indispensabili dall’esecutivo per arrivare alla ripresa economica sono: il consolidamento del<br />

bilancio statale, il rafforzamento del sistema finanziario, e la riforma dell’economia reale al fine<br />

di renderla più sostenibile.<br />

Primo, come descritto in precedenza, la situazione dei conti pubblici spagnoli urge di un<br />

riassestamento in modo da evitare che la <strong>Spagna</strong> possa vivere una futura “crisi greca”. Secondo<br />

fonti del Ministero dell’Economia spagnolo, le ingenti spese pubbliche effettuate nel 2009<br />

hanno evitato un deterioramento della situazione economica, ormai aggravata dalla crisi<br />

finanziaria. I tagli ai tassi d’interesse e il Piano Spagnolo di Stimolo dell’Economia e<br />

dell’Occupazione (“Plan E”) hanno evitato una radicale riduzione della domanda e stabilizzato i<br />

mercati finanziari, evitando che la recessione fosse socialmente inaccettabile. Tuttavia, la<br />

ripresa economica è ancora molto lenta e la lieve crescita nel primo semestre 2010 è attribuibile<br />

a fattori esogeni all’economia spagnola ed ai rimedi del governo Zapatero presi nel 2009.<br />

Il governo spagnolo è deciso a sistemare i conti pubblici aumentando le entrate fiscali e<br />

facendo diminuire la spesa pubblica. Sul fronte delle entrate dell’erario l’esecutivo, in diverse<br />

leggi, ha deciso di rendere più progressiva la tassazione sui risparmi, e ha aumentato l’IVA e le<br />

tasse su tabacco e idrocarburi. Tuttavia, nell’ottica di creare un’economia più sostenibile,<br />

particolari sgravi fiscali spetteranno alle PMI che decideranno d’assumere e alle imprese<br />

innovatrici o che ridurranno le emissioni di CO 2 .<br />

Diverse leggi vanno nella direzione di ridurre la spesa pubblica, tra cui il Piano d’Azione<br />

Immediata 2010, il Piano d’Austerità 2011-2013, diversi accordi con le comunità autonome, la<br />

Legge sull’Economia Sostenibile, e la riforma delle pensioni. L’obiettivo del governo spagnolo<br />

è di rientrare ad un deficit pari al 3% del PIL nel 2013. Il Piano d’Austerità 2011-2013<br />

contiene le disposizioni più rilevanti. Tra queste sono comprese un taglio del 5% dei salari dei<br />

dipendenti statali nel 2010 e il loro congelamento nel 2011, la riduzione dell’investimento<br />

statale di circa 6 milioni d’Euro, e la sospensione dell’aggiustamento della pensione al costo<br />

della vita nel 2011. Nonostante un taglio generale del budget d’ogni ministero di circa il 15%, i<br />

dicasteri dell’educazione e della scienza ed innovazione godranno nel 2011 di un budget<br />

pressoché uguale al 2010, sottolineando la decisione del governo Zapatero di basare la ripresa<br />

spagnola sulla ricerca e sviluppo, sull’innovazione, e sulla formazione.<br />

Secondo, il report sulla competitività globale 2010-2011 del Forum Economico mondiale additò<br />

le difficoltà all’accesso al credito come uno dei problemi fondamentali dell’economia spagnola.<br />

Durante la crisi finanziaria questo problema fu aggravato dalla diminuzione di liquidità nei<br />

mercati. Pertanto il governo Zapatero, al fine di alleviare le scarsità di risorse nei mercati<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 6


azionari e per dar supporto agli influssi al credito privato, mise in piedi diverse iniziative, tra cui<br />

la creazione di un Fondo d’Acquisizione di Titoli Finanziari (FAAF), la garanzia governativa<br />

per titoli emanati dagli istituti di credito, e l’aumento dell’attività d’intermediazione dell’Istituto<br />

di Credito Ufficiale, organo del Ministero dell’Economia per il finanziamento di piani di<br />

sviluppo del paese.<br />

Inoltre, il sistema creditizio spagnolo è caratterizzato dalla presenza di 45 casse di risparmio. Al<br />

fine di aumentare l’accesso al credito ed essere più competitivi, le casse di risparmio stanno<br />

iniziando un processo di fusione. Tuttavia, la lentezza con cui si sta attuando quest’evoluzione<br />

ha portato il governo Zapatero a scrivere una nuova regolamentazione delle casse di<br />

risparmio che preveda la possibilità per questi istituti di credito di emanare titoli azionari,<br />

introducendo così una nuova forma di finanziamento.<br />

La terza linea guida delle riforme volute dal governo Zapatero riguarda il cambiamento del<br />

sistema produttivo spagnolo verso un modello più sostenibile in termini di bilancio pubblico,<br />

competitività mondiale, e rispetto dell’ambiente. Tre riforme stanno catturando l’attenzione<br />

verso la <strong>Spagna</strong>: la Legge per l’Economia Sostenibile, la riforma del mercato del lavoro, e la<br />

riforma pensionistica.<br />

La Legge per l’Economia Sostenibile si articola su tre capisaldi: la modernizzazione e<br />

semplificazione dell’attività governativa, il miglioramento della competitività delle imprese<br />

spagnole, e la riduzione dell’impatto ambientale delle industrie. A livello pratico, la legge<br />

prevede una riduzione della burocrazia, sia in termini di costi e tempi per l’apertura di<br />

un’azienda (dai 40 giorni e 603 Euro necessari per aprire un’azienda si arriverebbe a 17 giorni e<br />

207 Euro) sia nelle spese amministrative, e la promozione della ricerca e sviluppo,<br />

l’innovazione e la formazione. Quest’ultimo punto ha l’obiettivo di ridurre la dipendenza<br />

dell’economia spagnola dalle costruzioni immobilari, creando un tessuto economico a più alto<br />

tasso di produttività. Oltre a sgravi fiscali per le imprese innovatrici, il governo è intenzionato<br />

ad arrivare a spendere il 3% del PIL nazionale in ricerca e sviluppo entro il 2020 (nel 2008 ne<br />

spese 1,4%). Inoltre, il Ministero dell’Educazione sta procedendo a redarre il Piano d’Azione<br />

Educativa 2010-2011 in cui si vogliono favorire le spese nella formazione professionale al fine<br />

d’aumentare le relazioni tra scuole e PMI.<br />

Il mercato del lavoro spagnolo ha dimostrato essere il vero tallone d’Achille iberico. Secondo il<br />

report sulla competitività globale 2010-2011 del Forum Economico Mondiale il problema<br />

risiede nella legislazione troppo restrittiva sulla protezione dei lavoratori. Pertanto il governo<br />

Zapatero, su pressione della Confindustria spagnola, ha emanato una riforma del mercato del<br />

lavoro in cui vengono ridotti i costi di liquidazione nel contratto nazionale, vengono introdotti<br />

sussidi del 40% ai costi di licenziamento, vengono favorite le agenzie di collocamento private, e<br />

viene decentrata la contrattazione salariale.<br />

I cambiamenti demografici d’invecchiamento della popolazione stanno rendendo il sistema<br />

pensionistico spagnolo insostenibile. Dunque, l’esecutivo guidato da Zapatero ha preparato una<br />

riforma delle pensioni che prevede l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni, l’aumento della<br />

flessibilità dei contributi volontari integrativi, e la sospensione dell’aggiustamento della<br />

pensione al costo della vita nel 2011.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 7


Previsioni 2010-2013<br />

Le riforme proposte dal governo Zapatero sono state accolte con un profondo malcontento dalle<br />

parti sociali, principalmente i sindacati, e dall’opposizione. Questo dissidio sta ledendo la<br />

governabilità dell’esecutivo attualmente in carica. Tuttavia, se non ci saranno passi indietro<br />

nelle riforme le previsioni elaborate dal Ministero dell’economia Spagnolo, la Banca di <strong>Spagna</strong><br />

e il Fondo Monetario Internazionale sono riportate nelle seguente tabella:<br />

PREVISIONI PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI<br />

2010 2011 2012 2013<br />

Tasso crescita PIL<br />

(in %)<br />

-0,3 1,8 2,9 3,1<br />

Tasso crescita<br />

domanda domestica -1,4 1,4 2,6 3<br />

(in %)<br />

Tasso crescita<br />

esportazioni<br />

2,8 5,2 6,9 7,4<br />

(in %)<br />

Tasso crescita<br />

importazioni<br />

-1,3 3,7 5,8 6,8<br />

(in %)<br />

Tasso di<br />

disoccupazione<br />

19 18,4 17 15,5<br />

(in %)<br />

Tasso inflazione<br />

(in %)<br />

0,5 1,5 2 2<br />

Saldo bilancio<br />

pubblico<br />

-9,8 -7,5 -5,3 -3<br />

(in % sul PIL)<br />

Totale tasse (in %)<br />

19,5 20,3 20,9 21,6<br />

Fonti: Istituto Nazionale di Statistica Spagnolo, Ministero dell’Economia Spagnolo, Banca di <strong>Spagna</strong> e Fondo<br />

Monetario Internazionale – elaborazione dati ufficio economico-commerciale Ambasciata d’Italia a Madrid.<br />

Nota: i valori previsti sul 2010 coprono tutto l’arco annuale e non solo il secondo semestre.<br />

Secondo le autorità economiche spagnole e il Fondo Monetario Internazionale, il 2010 non sarà<br />

l’anno in cui la <strong>Spagna</strong> riuscirà definitivamente ad uscire dalla crisi economica, nonostante il<br />

buon andamento nel primo semestre. Infatti, le manovre d’austerità e le riforme ideate dal<br />

governo sono previste avere un impatto di tipo negativo sulla crescita economica nel breve<br />

periodo. Dal 2011 l’economia spagnola incomincerà a crescere positivamente in parte per via<br />

dell’aumento delle esportazioni causate da un miglioramento dell’economia internazionale ed in<br />

parte per la ripresa della domanda domestica. Questi fenomeni avranno anche conseguenze sul<br />

tasso d’inflazione, che inizierà a crescere, e sulla disoccupazione, che è prevista diminuire. Le<br />

migliori entrate fiscali dovrebbero portare ad un miglioramento delle casse statali che<br />

ritornerebbero a livelli sostenibili solo ed esclusivamente dal 2013.<br />

In conclusione, nonostante il peggio sembra essere alle spalle, il 2010 non sarà ancora un<br />

anno positivo a livello economico per la <strong>Spagna</strong>, sia in termini di crescita sia di finanze<br />

pubbliche. Le fragilità dell’economia spagnola sono venute a galla con l’avvento della crisi t<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 8


con la lentezza della ripresa economica: un’economia estremamente basata su un settore a bassa<br />

produttività come quello delle costruzioni, un sistema di finanziamento creditizio non<br />

sviluppato, problemi strutturali nel mercato del lavoro, una bassa formazione e interrelazione tra<br />

scuole e lavoro, ed un’estrema dipendenza dalla congiuntura economica internazionale.<br />

Tuttavia, sembra che il governo abbia intuito le difficoltà presenti e si sia messo all’opera per<br />

modernizzare il paese e creare un tessuto produttivo all’altezza delle nuove sfide globali. Le<br />

nuove riforme, se non saranno modificate in seguito, daranno opportunità d’investimento alle<br />

imprese italiane per via delle tassazioni favorevoli alle aziende che assumeranno o investiranno<br />

in settori innovativi, come le energie rinnovabili e le bio-tecnologie, e per la possibile<br />

flessibilizzazione del mercato del lavoro che potrebbe così ridurre i costi salariali. Inoltre, le<br />

fusioni in corso delle casse di risparmio sono un’opportunità per gli istituti bancari italiani di<br />

penetrazione nel mercato bancario spagnolo.<br />

b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri<br />

Commercio internazionale<br />

Il commercio estero della <strong>Spagna</strong> con il mondo ha registrato, nel primo semestre 2010,<br />

andamenti positivi per entrambi i flussi commerciali. Le esportazioni (89.770 milioni di €)<br />

hanno avuto un incremento del 16,3% e le importazioni (116.015 milioni di €) del 14,5%<br />

rispetto allo stesso periodo 2009.<br />

BILANCIA COMMERCIALE SPAGNOLA (valori in milioni di euro)<br />

Anno Export<br />

Var<br />

Var<br />

Copertura<br />

Import<br />

Saldo<br />

%<br />

%<br />

%<br />

2007 25.469 8,1 25.359 12,5 110 100,43<br />

Agroalimentare 2008 27.440 7,7 26.709 5,3 731 102,74<br />

(bevande incluse) 2009 * 25.493 -7,1 23.632 -11,5 1.861 107,87<br />

1º sem.2010 * 14.165 6,5 ** 11.696 1,2 ** 2.469 121,11<br />

Beni di Consumo<br />

Mat. prime, prod.<br />

industriali, beni<br />

strumentali<br />

TOTALE<br />

2007 30.440 1,7 43.637 7,3 -13.197 69,76<br />

2008 29.940 -1,6 41.658 -4,5 -11.718 71,87<br />

2009 * 25.698 -14,2 34.778 -15,5 -9.080 73,89<br />

1º sem.2010 * 13.380 7,5 ** 19.188 17,5 ** -5.809 69,73<br />

2007 129.115 10,4 216.042 8,3 -86.927 59,76<br />

2008 131.848 2,1 215.021 -0,5 -83.173 61,32<br />

2009 * 107.064 -18,8 150.027 -30,2 -42.963 71,36<br />

1º sem.2010 * 62.225 21,0 ** 85.131 15,9 ** -22.906 73,09<br />

2007 185.024 8,6 285.038 8,5 -100.014 64,91<br />

2008 189.228 2,3 283.388 -0,6 -94.160 66,77<br />

2009 * 158.255 -16,4 208.437 -26,4 -50.182 75,92<br />

1º sem.2010 * 89.770 16,3 ** 116.015 14,5 ** -26.245 77,38<br />

* Dati provvisori<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: Estacom (Statistiche di commercio estero dell'ICEX-Istituto spagnolo per il Commercio Estero) - elaborazione<br />

dati ICE Madrid.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 9


Il deficit commerciale si è attestato sui 26,2 miliardi di euro, contro i 24,2 miliardi del primo<br />

semestre 2009. Tuttavia, la maggiore crescita delle esportazioni ha favorito l’incremento del<br />

tasso di copertura che si è posizionato sul 77,4% (76,2% nel primo semestre 2009).<br />

I dati riflettono, pertanto, il recupero dei flussi commerciali dopo la forte contrazione del 2009.<br />

Sarà necessario, tuttavia, attendere i risultati annuali per confermare o meno il ritorno ai livelli<br />

del 2008.<br />

Composizione merceologica<br />

Le principali voci dell’export spagnolo hanno registrato, nel semestre in esame, performance<br />

positive con incrementi a due cifre nella maggior parte delle voci. Nel ranking merceologico i<br />

veicoli da trasporto continuano ad essere la principale componente delle esportazioni locali,<br />

con un valore di 13.381 milioni di euro ed una crescita del 15,3% rispetto ai primi sei mesi<br />

dell’anno precedente.<br />

La situazione dell’intero comparto automotive è migliorata sensibilmente, come dimostrano<br />

anche i buoni risultati ottenuti dalle apparecchiature, accessori e componenti per veicoli, terza<br />

voce delle esportazioni (6.777 mln €), che sono cresciute di oltre il 22% rispetto al primo<br />

semestre 2009. La produzione spagnola di veicoli (autovetture, veicoli commerciali ed<br />

industriali) ha segnato nei primi sei mesi del 2010, secondo i dati dell'associazione settoriale<br />

ANFAC, un aumento del 29,5% attestandosi su 1.324.918 unità. È necessario, comunque,<br />

evidenziare che nel primo semestre del 2009 si era registrato uno dei volumi di produzione più<br />

bassi della storia spagnola, fattore che ha favorito i dati 2010 nell’analisi comparativa dei due<br />

semestri. Inoltre, in tale periodo erano ancora in vigore gli incentivi all’acquisto di veicoli in<br />

alcuni dei paesi destinatari della produzione locale.<br />

I prodotti chimici occupano la seconda posizione della graduatoria con valori superiori ai<br />

12.000 milioni di euro ed un aumento del 22,1% rispetto al periodo gennaio/giugno 2009.<br />

Completano le cinque prime posizioni i prodotti ortofrutticoli freschi e congelati (4.974 mln<br />

€ /+3,3%) ed i prodotti siderurgici (4.490 mln € /+30,8%)<br />

Ranking merceologico dell’export spagnolo – 1º semestre 2010 * (valori in milioni di euro)<br />

Nº Prodotto Mln € % Tot Var % 10/09 **<br />

1 Veicoli da trasporto 13.381 14,9 15,3<br />

2 Prodotti chimici 12.268 13,7 22,1<br />

3 Appar.comp. per veicoli 6.777 7,5 22,2<br />

4 Prod. ortofrutticoli freschi e congelati 4.974 5,5 3,3<br />

5 Prod. Siderurgici 4.490 5,0 30,8<br />

6 Combustibili/lubrificanti 3.341 3,7 22,2<br />

7 Prodotti non inclusi in altri settori 2.596 2,9 81,0<br />

8 Macch./mat. Elettrico 2.499 2,8 13,8<br />

9 Abbigliamento 2.338 2,6 4,6<br />

10 Prodotti non lavorati 2.093 2,3 98,4<br />

TOTALE 89.770 100,0 16,3<br />

* Dati provvisori<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Prodotti chimici: chimica organica, inorganica, agrochimica, farmachimica, materie prime e semimanufatti in<br />

plastica, caucciù, smalti ceramici, pitture e vernici, sappone e detersivi, chimica alimentare e altri prodotti chimici.<br />

Prodotti non lavorati: minerali metallici e non metallici, legno, vetro, materie prime per l’industria della carta, scorie e<br />

ceneri, fibre, estratti vegetali....<br />

Fonte: Estacom (Statistiche di commercio estero dell'ICEX - Istituto spagnolo per il Commercio Estero) -<br />

elaborazione dati ICE Madrid.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 10


Per quanto riguarda l’import locale, la quasi totalità delle principali voci ha segnato andamenti<br />

positivi con l’unica eccezione dei veicoli da trasporto che continuano a subire una performance<br />

negativa.<br />

L’import di combustibili e lubrificanti (20.461 mln di €) ha avuto un incremento del 31,6% e<br />

quello dei prodotti chimici (16.348 mln di €) del 13,2%.<br />

Al terzo posto si trovano i componenti per veicoli che, con un valore di 9.177 milioni di euro,<br />

sono cresciuti di circa il 29%. Come già indicato, i veicoli (6.759 mln €) sono stati l’unica<br />

componente negativa del ranking con un decremento del 19,4% rispetto al primo semestre 2009.<br />

Ranking merceologico dell’import spagnolo – 1º semestre 2010 * (Valori in milioni di euro)<br />

Nº Prodotto Mln € % Tot. Var % 10/09 **<br />

1 Combustibili, lubrificanti 20.461 17,6 31,6<br />

2 Prodotti chimici 16.348 14,1 13,2<br />

3 Appar.comp. per veicoli 9.177 7,9 28,9<br />

4 Veicoli da trasporto 6.759 5,8 -19,4<br />

5 Elettronica/informatica 5.927 5,1 16,0<br />

6 Prodotti siderurgici 4.652 4,0 48,7<br />

7 Abbigliamento 4.179 3,6 2,3<br />

8 Macch./mat. elettrico 3.260 2,8 4,8<br />

9 Prod. senza elaborazione 3.042 2,6 63,8<br />

10 Elettrodomestici 2.322 2,0 45,8<br />

TOTALE 116.015 100,0 14,5<br />

* Dati provvisori ** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Prodotti chimici: chimica organica, inorganica, agrochimica, farmachimica, materie prime e semimanufatti in<br />

plastica, caucciù, smalti ceramici, pitture e vernici, sappone e detersivi, chimica alimentare e altri prodotti chimici.<br />

Prodotti senza elaborazione: minerali metallici e non metallici, legno, vetro, mat. prime per l’industria della carta,<br />

rame, zinco.<br />

Fonte: Estacom (Statistiche di commercio estero dell'ICEX - Istituto spagnolo per il Commercio Estero) - elaborazione<br />

dati ICE Madrid.<br />

Al quinto posto della classifica merceologica dell’import spagnolo si trova il settore elettronico<br />

ed informatico con 5.927 milioni di euro ed un aumento del 16%. Da evidenziare, inoltre, la<br />

dinamicità delle importazioni dei prodotti siderurgici e degli elettrodomestici che hanno<br />

presentato crescite superiori al 40%.<br />

Distribuzione geografica<br />

Nel primo semestre del 2010 l’export spagnolo verso il mondo (89.770 mln €) ha avuto un<br />

aumento del 16,3% rispetto allo stesso periodo 2009, tasso superiore a quello delle vendite<br />

verso l’UE che, con un valore di 60.738 milioni di euro, hanno registrato una crescita di circa il<br />

14%.<br />

Le vendite spagnole verso l’America del Nord (3.416 mln €) sono aumentate del 2,8%, mentre<br />

quelle dirette verso l’America Latina (4.557 milioni di €) hanno avuto maggiore vivacità<br />

(+22%). Tuttavia, i migliori risultati dell’export spagnolo sono stati raggiunti nell’area asiatica<br />

che, con un valore di 6.895 milioni di euro, è cresciuta del 32,1% rispetto al primo semestre<br />

2009. Per quanto riguarda il continente africano, le vendite spagnole (5.032 mln €) hanno avuto<br />

un incremento del 7,6%.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 11


Per paesi, i principali clienti della <strong>Spagna</strong> sono stati la Francia (17.306 mln €), la Germania<br />

(9.603 mln €) e l’Italia (7.833 mln €) che, nel periodo in esame, ha superato leggermente i valori<br />

del Portogallo (7.787 mln €). Il Regno Unito (5.688 mln €) si è mantenuto in quinta posizione.<br />

L’analisi geografica delle importazioni spagnole vede come principale fornitore l’UE che, con<br />

un valore di 64.037 milioni di euro (+7,5% rispetto al 1º sem. 2009), ha rappresentato il 55,2%<br />

del totale import del Paese. Tale quota evidenzia, comunque, una perdita di 3,6 punti percentuali<br />

rispetto al periodo gennaio/giugno 2009.<br />

Le restanti aree hanno avuto andamenti più dinamici con incrementi a due cifre. Da evidenziare<br />

le crescite delle importazioni provenienti dall’Asia (+29,3%) e dall’America Latina (+28,4%).<br />

Ranking CLIENTI – Export spagnolo 1º semestre 2010 * (valori in milioni di euro)<br />

Nº Paese Mln € % Tot. Var. % 10/09 **<br />

1 Francia 17.306 19,3 14,3<br />

2 Germania 9.603 10,7 7,7<br />

3 Italia 7.833 8,7 21,8<br />

4 Portogallo 7.787 8,7 13,9<br />

5 Regno Unito 5.688 6,3 15,9<br />

6 Stati Uniti 3.013 3,4 2,5<br />

7 Paesi Bassi 2.757 3,1 17,8<br />

8 Belgio 2.483 2,8 16,2<br />

9 Marocco 1.710 1,9 11,0<br />

10 Turchia 1.708 1,9 49,9<br />

TOTALE 89.770 100,0 16,3<br />

* Dati provvisori<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: Estacom (Statistiche di comm. estero dell'ICEX - Istituto spagnolo per il Comm. Estero)- elaborazione dati<br />

ICE Madrid.<br />

Nella classifica dei principali fornitori per singoli paesi si osserva, con alcune eccezioni, una<br />

crescita generalizzata delle vendite al mercato spagnolo<br />

Ranking FORNITORI– Import spagnolo 1º semestre 2010 * (valori in milioni di euro)<br />

Nº Paese Mln € % Tot. Var.% 10/09 **<br />

1 Germania 14.248 12,3 -10,5<br />

2 Francia 12.910 11,1 3,9<br />

3 Cina 8.543 7,4 26,9<br />

4 Italia 8.228 7,1 14,9<br />

5 Regno Unito 5.475 4,7 22,6<br />

6 Paesi Bassi 5.173 4,5 22,7<br />

7 Stati Uniti 4.452 3,8 -3,5<br />

8 Portogallo 4.036 3,5 19,1<br />

9 Belgio 3.050 2,6 16,8<br />

10 Russia 2.831 2,4 45,4<br />

TOTALE 116.015 100,0 14,5<br />

* Dati provvisori<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: Estacom (Statistiche di comm. estero dell'ICEX - Istituto spagnolo per il Comm. Estero)- elaborazione dati<br />

ICE Madrid.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 12


La Germania occupa la sua tradizionale posizione di primo fornitore del mercato spagnolo con<br />

un valore di 14,2 miliardi di euro. Tuttavia, nel primo semestre del 2010, l’export tedesco ha<br />

avuto un andamento negativo, segnando una flessione di circa il 10,5%. La Francia (12,9 mld €)<br />

è riuscita, invece, ad incrementare le sue vendite del 3,8% rispetto al periodo gennaio/giugno<br />

2009. Seguono nell’ordine, con aumenti significativi: Cina (8,5 mld € / +26,9%), Italia (8,2 mld<br />

€ / +14,9%) e Regno Unito (5,5 mld € / +22,6%). Da evidenziare, infine, il buon andamento<br />

delle esportazioni russe (2,8 mld €) che, nel periodo in esame, sono cresciute del 45,4% rispetto<br />

al primo semestre 2009.<br />

Investimenti esteri<br />

L’analisi di seguito riportata è incentrata sulle tipologie di investimento che hanno incidenza<br />

effettiva sul sistema produttivo spagnolo. Gli investimenti provenienti da società di gestione di<br />

attivi finanziari le c.d. ETVE (acronimo di “Entidades de Tenencia de Valores Extranjeros”) che<br />

rispondono quasi esclusivamente a strategie di ottimizzazione fiscale da parte di società estere,<br />

non vengono considerati nelle sezioni relative alla distribuzione geografica e settoriale degli<br />

investimenti. Riteniamo, inoltre, necessario evidenziare che tutti i dati relativi ai flussi di<br />

investimento (in entrata ed uscita) pubblicati dalle fonti ufficiali spagnole hanno carattere<br />

provvisorio e sono sottoposti ad un continuo processo di revisione ed integrazione.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 13


Investimenti esteri in <strong>Spagna</strong><br />

Gli investimenti esteri a livello mondiale hanno registrato una forte flessione nel 2009 che, nel<br />

caso spagnolo, è stata ancora più accentuata dopo gli eccezionali risultati positivi raggiunti negli<br />

anni precedenti.<br />

Nel 2009 gli investimenti lordi in <strong>Spagna</strong> (14,7 miliardi di euro) hanno avuto un calo del 62% e<br />

quelli netti (12 miliardi di euro) del 65,5%. Questo trend negativo ha colpito sia gli investimenti<br />

produttivi (esclusi ETVE), sia quelli realizzati da società di gestione di attivi finanziari ETVE.<br />

Investimenti esteri in <strong>Spagna</strong> *<br />

(valori milioni di euro)<br />

2007 2008 2009<br />

Lordi Netti Lordi Netti<br />

Lordi<br />

Netti<br />

Mln € % 09/08 Mln € % 09/08<br />

Invest. Totali 37.588 27.221 38.659 34.886 14.694 -62,0 12.028 -65,5<br />

-esclusi ETVE 29.486 19.272 29.299 25.590 11.711 -60,0 10.027 -60,8<br />

- ETVE 8.102 7.950 9.360 9.296 2.983 -68,1 2.001 -78,5<br />

* Dati provvisori<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

L’andamento negativo si è mantenuto nel primo semestre del 2010 con decrementi del 13% per<br />

gli investimenti lordi e del 19% per quelli netti. È necessario, tuttavia, evidenziare che, in questo<br />

periodo, si osserva un significativo rallentamento dei ritmi di flessione, dovuto ai risultati<br />

ottenuti dagli investimenti produttivi (esclusi ETVE) che hanno segnato un aumento del 3% nei<br />

valori lordi ed un calo di solo l’1,2% in quelli netti.<br />

Investimenti esteri in <strong>Spagna</strong> * – 1º semestre 2010 (valori milioni di euro)<br />

1º sem. 2008 1º sem. 2009 1º sem. 2010<br />

Lordi Netti Lordi Netti<br />

Lordi<br />

Netti<br />

Mln € % 10/09 ** Mln € % 10/09 **<br />

Invest. Totali 31.769 30.190 5.506 4.465 4.777 -13,2 3.612 -19,1<br />

-esclusi ETVE 25.462 23.930 4.024 3.020 4.143 3,0 2.985 -1,2<br />

- ETVE 6.307 6.260 1.482 1.445 634 -57,2 627 -56,6<br />

*<br />

Dati provvisori<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 14


Principali paesi investitori<br />

L’area geografica tradizionalmente più rilevante per gli investimenti esteri in <strong>Spagna</strong> è quella<br />

dell’OCSE. Tuttavia, il peso di questa zona si è ridotto significativamente negli ultimi anni,<br />

passando dal 97,5% del 2008 al 65% del 2009.<br />

Distribuzione IDE lordi in entrata per aree geoeconomiche *<br />

2009 2008<br />

Mln € % sul Tot. % 09/08 Mln € % sul Tot.<br />

OCSE 7.598 64,9 -73,4 28.578 97,5<br />

UE27 6.219 53,1 -77,2 27.239 93,0<br />

UE15 6.148 52,5 -77,4 27.156 92,7<br />

ASIA E OCEANIA 3.585 30,6 1.144,8 288 1,0<br />

AMERICA LATINA 490 4,2 127,9 215 0,7<br />

PARADISI FISCALI 290 2,5 -13,4 335 1,1<br />

* Dati provvisori - ETVE escluse<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones<br />

Exteriores – Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

All’interno di quest’area, l’UE15 mantiene una posizione predominante, pur evidenziando<br />

anch’essa una fortissima perdita di quota (52,5% contro il 92,7% del 2008) ed un calo del 77%<br />

rispetto ai valori del 2008. Da segnalare, invece, il buon andamento degli investimenti asiatici<br />

dovuto ai capitali provenienti dagli Emirati Arabi Uniti, che hanno rappresentato la quasi<br />

totalità degli IDE di questa zona.<br />

Distribuzione IDE lordi in entrata per aree geoeconomiche - 1º semestre 2010<br />

1º sem. 2010 * 1º sem. 2009 *<br />

Mln € % sul Tot. % 10/09 ** Mln € % sul Tot.<br />

OCSE 3.977 96,0 5,5 3.771 93,7<br />

UE27 3.673 88,7 4,4 3.517 87,4<br />

UE15 3.652 88,1 5,4 3.464 86,1<br />

ASIA E OCEANIA 77 1,9 -46,2 143 3,6<br />

AMERICA LATINA 97 2,3 -49,7 193 4,8<br />

PARADISI FISCALI 71 1,7 6,0 67 1,7<br />

* Dati provvisori - ETVE escluse<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones<br />

Exteriores – Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

I dati relativi al primo semestre 2010 evidenziano un recupero dell’area OCSE (+5,5%),<br />

propiziato dal trend positivo dei capitali provenienti dall’UE15, ed una contrazione degli<br />

investimenti asiatici (-46%) e latinoamericani (-49,7%). Dato che le variazioni degli IDE sono<br />

fortemente condizionate dalle singole operazioni realizzate in un arco temporale specifico, sarà<br />

necessario attendere i dati dei prossimi semestri per confermare o meno l’accennata ripresa<br />

degli investimenti europei in <strong>Spagna</strong>.<br />

Il Registro spagnolo degli investimenti presenta per i flussi dei capitali in arrivo, oltre ai dati<br />

relativi ai paesi d’origine immediata dell’investimento, quelli relativi ai paesi d’origine del<br />

titolare ultimo degli investimenti (in terminologia inglese “ultimate beneficial owner”). Questa<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 15


seconda classifica riveste un maggiore interesse dato che permette di saltare la catena di società<br />

intermediarie che il gruppo investitore potrebbe avere in altri paesi ed arrivare, pertanto, a<br />

conoscere l’effettiva provenienza dell’investimento.<br />

Investimenti lordi produttivi in <strong>Spagna</strong> * - Ranking 2009 (valori in milioni di euro)<br />

Paesi d’origine immediata dell’investimento<br />

Nº Paesi<br />

2009 2008<br />

Mln € % Totale % 09/08 Mln € % Totale<br />

1. EMIRATI ARABI UNITI 3.319 28,3 110.533,3 3 0,0<br />

2. PAESI BASSI 2.616 22,3 0,2 2.610 8,9<br />

3. LUSSEMBURGO 1.219 10,4 -4,8 1.281 4,4<br />

4. FRANCIA 1.133 9,7 -49,7 2.253 7,7<br />

5. REGNO UNITO 491 4,2 -96,3 13.231 45,2<br />

6. GERMANIA 478 4,1 -93,8 7.738 26,4<br />

7. ITALIA 402 3,4 46,2 275 0,9<br />

8. PORTOGALLO 355 3,0 55,0 229 0,8<br />

9. URUGUAY 272 2,3 547,6 42 0,1<br />

10. SVEZIA 258 2,2 222,5 80 0,3<br />

TOTALE GLOBALE 11.711 100,0 -60,0 29.299 100,0<br />

Paesi d’origine ultima dell’investimento “ultimate beneficial owner”<br />

Nº Paesi<br />

2009 2008<br />

Mln € % Totale % 09/08 Mln € % Totale<br />

1. EMIRATI ARABI UNITI 3.319 28,2 7.115,2 46 0,2<br />

2. FRANCIA 2.321 19,7 -0,2 2.325 7,9<br />

3. REGNO UNITO 991 8,4 -92,6 13.380 45,7<br />

4. STATI UNITI 850 7,2 82,0 467 1,6<br />

5. PAESI BASSI 640 5,4 -46,0 1.185 4,0<br />

6. GERMANIA 428 3,6 -94,5 7.761 26,5<br />

7. ITALIA 392 3,3 42,5 275 0,9<br />

8. LUSSEMBURGO 359 3,0 -42,0 619 2,1<br />

9. PORTOGALLO 346 2,9 52,4 227 0,8<br />

10. SPAGNA 337 2,9 -61,7 881 3,0<br />

TOTALE GLOBALE 11.771 100,0 -60,0 29.299 100,0<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 16


Investimenti lordi produttivi in <strong>Spagna</strong> * - Ranking 1º semestre 2010 (valori in milioni di euro)<br />

Paesi d’origine immediata dell’investimento<br />

Nº Paesi<br />

1º sem. 2010 1º sem. 2009<br />

Mln € % Totale % 10/09 ** Mln € % Totale<br />

1. PAESI BASSI 1.758 42,4 -10,3 1.960 48,7<br />

2. LUSSEMBURGO 839 20,3 95,6 429 10,7<br />

3. REGNO UNITO 581 14,0 160,5 223 5,5<br />

4. GERMANIA 178 4,3 -6,8 191 4,7<br />

5. STATI UNITI 161 3,9 312,8 39 1,0<br />

10. ITALIA 34 0,8 -71,2 118 2,9<br />

TOTALE GLOBALE 4.143 100,0 3,0 4.024 100,0<br />

Paesi d’origine ultima dell’investimento “ultimate beneficial owner”<br />

Nº Paesi<br />

1º sem. 2010 1º sem. 2009<br />

Mln € % Totale % 10/09 ** Mln € % Totale<br />

1. REGNO UNITO 1.108 26,7 172,9 406 10,1<br />

2. ITALIA 884 21,3 636,7 120 3,0<br />

3. STATI UNITI 667 16,1 369,7 142 3,5<br />

4. FRANCIA 424 10,2 -71,0 1.463 36,4<br />

5. PAESI BASSI 270 6,5 -9,7 299 7,4<br />

TOTALE GLOBALE 4.143 100,0 3,0 4.024 100,0<br />

* Dati provvisori - ETVE escluse<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

Nel 2009, gli Emirati Arabi Uniti appaiono al primo posto in entrambe le classifiche con un<br />

valore di 3,3 miliardi di euro (28,3% del totale) che sono stati totalmente destinati al settore<br />

della raffinazione del petrolio.<br />

I Paesi Bassi ed il Lussemburgo modificano le loro posizioni a seconda del criterio di classifica<br />

adoperato. Infatti, questi Stati, che sono abitualmente utilizzati per canalizzare gli investimenti<br />

provenienti da paesi terzi, appaiono al secondo e terzo posto se viene considerata l’origine<br />

immediata degli investimenti. Se prendiamo in esame, invece, l’origine del titolare ultimo degli<br />

IDE, entrambi riducono sensibilmente il loro peso sul totale degli investimenti in entrata.<br />

Sulla base di quest’ultimo criterio, la Francia (2,3 miliardi di euro) ha mantenuto livelli di<br />

investimento simili a quelli del 2008. Tuttavia, l’importante flessione degli IDE totali ha<br />

favorito un elevato incremento della quota di questo paese (19,7% contro il 7,9% del 2008) che<br />

ha indirizzato la maggior parte dei suoi capitali verso le telecomunicazioni mobili. Seguono<br />

nella graduatoria dei principali investitori il Regno Unito (8,4% del totale) e gli Stati Uniti<br />

(7,2%).<br />

L’Italia, con un valore di 392 milioni di euro (3,3% del totale), ha incrementato i suoi<br />

investimenti in <strong>Spagna</strong> del 42,5% rispetto al 2008, occupando il 7º posto nel ranking dei<br />

principali investitori.<br />

Da segnalare, infine, che la <strong>Spagna</strong> appare al decimo posto nella classifica dell’origine ultima<br />

degli IDE. Tale posizione riflette gli investimenti realizzati in territorio spagnolo da imprese<br />

estere proprietà di società locali.<br />

I ranking sopra analizzati subiscono alcune variazioni nel primo semestre 2010. Infatti, esclusi<br />

i Paesi Bassi ed il Lussemburgo per i quali si ripete la situazione già analizzata nel 2009, si<br />

osserva una forte dinamicità degli IDE provenienti dal Regno Unito e dall’Italia. Questi paesi<br />

occupano la prima e seconda posizione nella classifica dei titolari ultimi degli IDE, con quote<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 17


ispettive del 26,7% e del 21,3% del totale. Da evidenziare, inoltre, la crescita dei capitali<br />

statunitensi che hanno rappresentato il 16% degli investimenti realizzati in <strong>Spagna</strong> nei primi sei<br />

mesi del 2010.<br />

Distribuzione settoriale degli investimenti esteri in <strong>Spagna</strong><br />

La distribuzione settoriale degli IDE nel 2009 colloca al primo posto l’industria manifatturiera<br />

con una quota del 38,6% dei capitali investiti nel Paese. All’interno di questo settore spiccano<br />

gli investimenti realizzati nella raffinazione del petrolio (3,3 miliardi di euro circa), provenienti<br />

nella loro totalità dagli Emirati Arabi Uniti.<br />

Al secondo posto si trovano i servizi di informazione e di comunicazione (1,6 miliardi di euro /<br />

13,7% del totale) che hanno raddoppiato i loro volume di investimento rispetto al 2008. Le<br />

telecomunicazioni mobili sono state il segmento più rilevante di questa voce con un valore di<br />

circa 1,2 miliardi di euro (10,2% del totale IDE).<br />

Seguono nell’ordine le attività finanziarie ed assicurative (1,2 miliardi di euro), che hanno<br />

subito una flessione del 55,8% rispetto al 2008. Lo stesso trend negativo ha colpito gli<br />

investimenti realizzati nel commercio (ingrosso, dettaglio e reparazione autovetture e motocicli)<br />

che hanno avuto un calo superiore al 90%.<br />

Distribuzione settoriale degli investimenti lordi esteri in <strong>Spagna</strong> * (valori milioni di euro)<br />

Settore 2009 1º sem. 2010<br />

CNAE ** Settore Mln € % Tot. Mln € % Tot.<br />

01 al 03 Agricoltura, zootecnia, silvicultura e pesca 78 0,7 25 0,6<br />

05 al 09 Industrie estrattive 14 0,1 3 0,1<br />

10 al 33<br />

Industria manifatturiera 4.519 38,6 1.221 29,5<br />

• 19.20 Raffinazione del petrolio 3.314 28,3 --- ---<br />

35 Fornitura energ. elettrica, gas, vapore, aria condizionata 286 2,4 1.219 29,4<br />

36 al 39 Distribuzione acqua, gestione di rifiuti... 6 0,1 1 0,0<br />

41 al 43 Edilizia 455 3,9 228 5,5<br />

45 al 47 Comm. ingrosso e dettaglio, ripar.autoveicoli, motocicli 1.136 9,7 156 3,8<br />

49 al 53 Trasporto e magazzinaggio 896 7,7 51 1,2<br />

55 al 56 Ind. alberghiera e ristorazione 89 0,8 11 0,3<br />

58 al 63<br />

Servizi di informazione e comunicazione 1.610 13,7 49 1,2<br />

• 61.20 Telecomunicazioni mobili 1.195 10,2 --- ---<br />

64 al 66 Settore finanziario ed assicurativo 1.247 10,6 166 4,0<br />

68 Attività immobiliare 539 4,6 222 5,4<br />

69 al 75 Att. professionali, scientifiche e tecniche 192 1,6 566 13,7<br />

77 al 82 Attività amministrative e servizi di supporto 214 1,8 149 3,6<br />

Altri 430 3,7 76 1,8<br />

TOTALE 11.711 100,0 4.143 100,0<br />

* Esclusi gli ETVE (Società di gestione di attivi finanziari)- dati provvisori<br />

** Codici CNAE 2009/versione spagnola della classificazione NACE (National Classification of Economic Activities)<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

Nel primo semestre 2010, l’industria manifatturiera si è mantenuta in testa alla classifica con<br />

un volume di investimento di 1.221 milioni di euro, valore che ha rappresentato il 29,5% del<br />

totale del periodo in esame. In questo settore le principali voci sono state la produzione di pane<br />

e di prodotti di pasticceria freschi (524 mln €) e le attività di taglio, modellatura e finitura della<br />

pietra (429 mln €).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 18


Al secondo posto si è posizionata la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata<br />

(1.219 mln €) ed in particolare la produzione di energia eolica (888 mln €), segmento<br />

quest’ultimo in cui l’Italia, con un valore di 860 milioni di euro, ha coperto la quasi totalità dei<br />

capitali arrivati al Paese.<br />

Sono stati anche rilevanti gli investimenti realizzati in attività professionali (566 mln €), come<br />

quelli relativi alle agenzie pubblicitarie (501 mln €) che hanno rappresentato la maggior parte<br />

dei capitali investiti in queste attività.<br />

Distribuzione geografica degli investimenti esteri in <strong>Spagna</strong><br />

Per quanto riguarda la distribuzione geografica degli IDE all’interno del territorio spagnolo, la<br />

regione di Madrid continua ad essere la preferita degli investitori e ha raggiunto quote del<br />

50,5% nel 2009 e di circa il 38% nel primo semestre del 2010. La regione della Catalogna,<br />

tradizionale seconda destinazione dei capitali esteri (14% nel 2009), è stata superata nel periodo<br />

gennaio/giugno 2010 dall’Andalusia che ha ricevuto il 23,7% degli IDE in entrata, contro il<br />

19,6% arrivato al territorio catalano.<br />

Investimenti spagnoli all’estero<br />

Gli investimenti lordi spagnoli all’estero hanno raggiunto nel 2009 i 17,3 miliardi di euro e<br />

quelli netti i 3,4 miliardi, questi valori rappresentano decrementi rispettivi del 60,4% e del 90%.<br />

Nell’analisi disaggregata per tipologia di investimento, i dati sono negativi sia per gli<br />

investimenti produttivi che per quelli realizzati dalle ETVE (società di gestione di attivi<br />

finanziari). Le previsioni di riduzione degli utili da parte delle società spagnole insieme alle<br />

maggiori difficoltà per l’ottenimento dei crediti, già rilevatesi nel 2008, hanno inciso<br />

negativamente sui volumi degli investimenti spagnoli all’estero.<br />

Investimenti spagnoli all’estero * (valori milioni di euro)<br />

2007 2008 2009<br />

Lordi Netti Lordi Netti<br />

Lordi<br />

Netti<br />

Mln € % 09/08 Mln € % 09/08<br />

Invest. totali 110.331 91.712 43.567 34.469 17.259 -60,4 3.442 -90,0<br />

-esclusi ETVE 96.647 81.062 33.003 24.940 13.709 -58,5 8.233 -67,0<br />

- ETVE 13.684 10.649 10.564 9.529 3.550 -66,4 -4.792 -150,3<br />

* Dati provvisori<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 19


Nel primo semestre del 2010 si è mantenuto il trend decrescente, gli investimenti lordi sono<br />

diminuiti di circa il 49% e quelli netti hanno registrato valori negativi.<br />

Investimenti spagnoli all’estero * – 1º semestre 2010 (valori milioni di euro)<br />

1º sem. 2008 1º sem. 2009 1º sem. 2010<br />

Lordi Netti Lordi Netti Lordi<br />

Netti<br />

Mln € % 10/09 ** Mln € % 10/09 **<br />

Invest. Totali 18.967 13.582 11.182 5.130 5.732 -48,7 -1.603 -131,2<br />

-esclusi ETVE 11.879 7.084 9.801 5.373 5.080 -48,2 -2.091 -138,9<br />

- ETVE 7.088 6.498 1.381 -243 652 -52,8 488 300,8<br />

*<br />

Dati provvisori<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

L’unico andamento positivo è stato quello degli investimenti netti realizzati dalle società di<br />

gestione di attivi finanziari (ETVE) che hanno raggiunto i 488 milioni di euro, valore che resta,<br />

comunque, lontano dai livelli ottenuti negli anni precedenti al 2009.<br />

Principali paesi ricettori<br />

Nel 2009 si sono verificate forti flessioni in tutte le aree di destinazione dei capitali spagnoli.<br />

L’OCSE, con un valore di 11,3 miliardi di euro, ha rappresentato l’82,8% del totale degli<br />

investimenti locali. All’interno di quest’area l’UE15 (5 miliardi di euro circa), è stato il<br />

principale ricettore degli IDE spagnoli, pur evidenziando una significativa perdita di quota<br />

rispetto al 2008.<br />

Distribuzione IDE lordi in uscita per aree geoeconomiche *<br />

2009 2008<br />

Mln € % sul Tot. % 09/08 Mln € % sul Tot.<br />

OCSE 11.354 82,8 -58,8 27.550 83,5<br />

UE 27 5.340 39,0 -65,5 15.474 46,9<br />

UE 15 4.989 36,4 -66,6 14.944 45,3<br />

AMERICA LATINA 1.857 13,5 -70,4 6.283 19,0<br />

PARADISI FISCALI 205 1,5 -79,6 1.005 3,0<br />

* Dati provvisori - esclusi ETVE<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones<br />

Exteriores – Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 20


I dati del primo semestre 2010 presentano flessioni più contenute per l’OCSE e l’America<br />

Latina ed un incremento significativo dei capitali spagnoli diretti verso i paradisi fiscali, che<br />

sono passati dagli 88 milioni di euro, dei primi sei mesi 2009, agli attuali 363 milioni. Da<br />

evidenziare l’incremento di quota dell’UE15 che ha ricevuto il 50% circa dei capitali spagnoli<br />

investiti all’estero, mentre l’area latinoamericana riduce il suo peso sul totale.<br />

Distribuzione IDE lordi in uscita per aree geoeconomiche 1º semestre 2010<br />

1º sem. 2010 * 1º sem. 2009 *<br />

Mln € % sul Tot. % 10/09 ** Mln € % sul Tot.<br />

OCSE 4.287 84,4 -50,3 8.622 88,0<br />

UE 27 2.788 54,9 -26,7 3.804 38,8<br />

UE 15 2.526 49,7 -31,2 3.671 37,5<br />

AMERICA LATINA 407 8,0 -64,8 1.157 11,8<br />

PARADISI FISCALI 363 7,1 312,5 88 1,0<br />

* Dati provvisori - esclusi ETVE<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones<br />

Exteriores – Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

Per il flussi in uscita, la fonte ufficiale spagnola offre soltanto il ranking dei paesi di<br />

destinazione immediata degli IDE. Sulla base di questo criterio, nel 2009 si è verificata una<br />

forte concentrazione degli investimenti locali nei primi due paesi destinatari. Infatti, Gli Stati<br />

Uniti d’America (4,9 miliardi di euro circa), nonostante la riduzione del 35,3%, hanno<br />

incrementato la loro quota dal 22,9% del 2008 al 35,6% del 2009, confermando la posizione di<br />

principale ricettore dei capitali spagnoli. Al secondo posto si trova il Regno Unito (2,8 miliardi<br />

di euro) che, allo stesso modo, ha subito un calo superiore al 40%, ma ha guadagnato peso<br />

relativo (20,5%).<br />

Il Brasile occupa la terza posizione (962 milioni di euro /-0,8% rispetto al 2008). Seguono<br />

nell’ordine, la Svizzera e l’Irlanda con valori rispettivi di 463 e 443 milioni di euro e crescite<br />

significative dovute ad operazioni puntuali di supporto a filiali di società spagnole ubicate in<br />

questi paesi.<br />

Gli investimenti spagnoli in Italia (244 milioni di euro) hanno avuto un calo del 63% rispetto al<br />

2008 e la quota italiana sul totale si è posizionata sull’1,8% (2% nel 2008).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 21


Investimenti lordi spagnoli all’estero * - Ranking paesi ricettori (valori in milioni di euro)<br />

Nº Paesi<br />

2009 2008<br />

Mln € % Totale % 09/08 Mln € % Totale<br />

1. STATI UNITI 4.887 35,6 -35,3 7.552 22,9<br />

2. REGNO UNITO 2.815 20,5 -43,4 4.975 15,1<br />

3. BRASILE 962 7,0 -0,8 970 2,9<br />

4. SVIZZERA 463 3,4 41,6 327 1,0<br />

5. IRLANDA 443 3,2 4.822,2 9 0,0<br />

6. FRANCIA 385 2,8 -61,9 1.011 3,1<br />

7. PORTOGALLO 380 2,8 -66,3 1.128 3,4<br />

8. ECUADOR 308 2,2 450,0 56 0,2<br />

9. PAESI BASSI 296 2,2 -92,4 3.915 11,9<br />

10. MEXICO 277 2,0 -91,9 3.422 10,4<br />

11. LUSSEMBURGO 272 2,0 -13,4 314 1,0<br />

12. ITALIA 244 1,8 -63,0 660 2,0<br />

TOTALE GLOBALE 13.709 100,0 -58,5 33.003 100,0<br />

* Dati provvisori, esclusi gli ETVE<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

La situazione degli IDE in uscita, nel primo semestre 2010, presenta andamenti differenziati.<br />

Infatti, gli Stati Uniti ed il Regno Unito hanno subito decrementi intorno al 70% rispetto allo<br />

stesso periodo 2009, mentre l’Irlanda, l’Italia e Hong Kong hanno registrato performance molto<br />

positive ed incrementato significativamente le loro quote sul totale degli investimenti spagnoli<br />

all’estero.<br />

Investimenti lordi spagnoli all’estero*- Ranking paesi ricettori 1º semestre 2010<br />

(valori in milioni di euro)<br />

Nº Paesi<br />

1º sem. 2010 1º sem. 2009<br />

Mln € % Totale % 10/09 ** Mln € % Totale<br />

1. STATI UNITI 1.131 22,3 -71,7 3.990 40,7<br />

2. IRLANDA 921 18,1 105,6 448 4,6<br />

3. REGNO UNITO 674 13,3 -69,5 2.213 22,6<br />

4. ITALIA 519 10,2 308,7 127 1,3<br />

5. HONG KONG 332 6,5 606,4 47 0,5<br />

TOTALE GLOBALE 5.080 100,0 -48,2 9.801 100,0<br />

* Dati provvisori, esclusi gli ETVE<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 22


Distribuzione settoriale<br />

Nel 2009 l’85,1% degli investimenti spagnoli all’estero è stato concentrato in quattro settori:<br />

attività finanziarie ed assicurative (52,1% del totale), fornitura di energia elettrica e gas (18%),<br />

industria manifatturiera (10,5%) ed industrie estrattive (4,5%).<br />

Nell’analisi per singole attività di destinazione spiccano gli incrementi degli IDE locali nella<br />

fabbricazione di veicoli (267 mln €/+56,5% rispetto al 2008) e nell’estrazione di petrolio (362<br />

mln €/+46,5%).<br />

Nel primo semestre del 2010, i principali ricettori dei capitali spagnoli continuano ad essere i<br />

servizi finanziari (57,2% del totale) e la produzione di energia elettrica (19,6%). In quest’ultimo<br />

settore merita un particolare riferimento l’energia eolica che ha raggiunto, nel periodo in esame,<br />

gli 883 milioni di euro.<br />

Altri settori importanti sono stati il commercio (8% del totale) e l’industria manifatturiera<br />

(6,2%).<br />

Distribuzione settoriale degli investimenti lordi spagnoli all’estero * (valori milioni di euro)<br />

Settore 2009 1º sem. 2010<br />

CNAE * Settore Mln € % Tot. Mln € % Tot.<br />

01 al 03 Agricoltura, zootecnia, silvicultura e pesca 57 0,4 36 0,7<br />

05 al 09 Industrie estrattive 623 4,5 5 0,1<br />

10 al 33 Industria manifatturiera 1.442 10,5 315 6,2<br />

35 Fornitura energ. elettrica, gas, vapore, aria condizionata 2.473 18,0 996 19,6<br />

36 al 39 Distribuzione acqua, gestione di rifiuti... 11 0,1 3 0,1<br />

41 al 43 Edilizia 340 2,5 98 1,9<br />

45 al 47 Comm. ingrosso e dettaglio, ripar.autoveicoli, motocicli 458 3,3 404 8,0<br />

49 al 53 Trasporto e magazzinaggio 266 1,9 58 1,1<br />

55 al 56 Ind. alberghiera e ristorazione 31 0,2 14 0,3<br />

58 al 63 Servizi di informazione e comunicazione 98 0,7 85 1,7<br />

64 al 66 Settore finanziario ed assicurativo 7.144 52,1 2.904 57,2<br />

68 Attività immobiliare 314 2,3 4 0,1<br />

69 al 75 Att. professionali, scientifiche e tecniche 280 2,0 131 2,6<br />

77 al 82 Attività amministrative e servizi di supporto 138 1,0 17 0,3<br />

Altri 34 0,2 10 0,2<br />

TOTALE 13.709 100,0 5.080 100,0<br />

* Dati provvisori, esclusi gli ETVE<br />

** Codici CNAE 2009/versione spagnola della classificazione NACE (National Classification of Economic Activities)<br />

Fonte: DataInvex (statistiche sugli investimenti diretti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio”) – elaborazione dati ICE Madrid<br />

Nel commercio al dettaglio di abbigliamento spiccano gli IDE locali realizzati in Italia che<br />

hanno raggiunto i 100 milioni di euro. Altri settori rilevanti degli investimenti spagnoli in<br />

territorio italiano sono stati le assicurazioni sulla vita (196 mln €) e le attività professionali,<br />

scientifiche e tecniche (100 mln €).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 23


Distribuzione delle zone di origine degli investimenti spagnoli all’estero<br />

Per quanto riguarda, infine, le zone di origine dei capitali spagnoli, la regione di Madrid occupa<br />

il suo posto abituale in testa alla classifica, con una quota di circa il 32% del totale nel 2009 e<br />

del 36,4% nel primo semestre del 2010.<br />

Il secondo posto è passato dalla Cantabria (30% nel 2009) alla Comunità Valenciana che, nei<br />

primi sei mesi del 2010, ha rappresentato il 17,6% degli IDE spagnoli in uscita. Al terzo posto si<br />

trovano, con quote simili di circa il 16%, la suddetta regione cantabra e quella della Catalogna.<br />

c) Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti<br />

esteri bilaterali<br />

La bilancia commerciale italo-spagnola è tradizionalmente positiva per l’Italia. Nel primo<br />

semestre 2010 si è mantenuta, tuttavia, la tendenza decrescente del nostro surplus che si è<br />

attestato sui 395 milioni di euro, contro i 727 milioni dello stesso periodo 2009.<br />

BILANCIA COMMERCIALE ITALIA/SPAGNA (Valori in milioni di euro)<br />

Anno<br />

Export Var Import Var Saldo per<br />

italiano % italiano % l’Italia<br />

2007 1.099 6,3 3.066 8,9 -1.967<br />

Agroalimentare 2008 1.060 -3,5 3.299 7,6 -2.239<br />

(bevande incluse) 2009 * 1.090 2,8 3.011 -8,7 -1.921<br />

1º sem.2010 * 500 -2,3 ** 1.653 4,4 ** -1.153<br />

2007 5.951 5,7 2.682 6,7 3.269<br />

Beni di Consumo<br />

2008 5.260 -11,6 2.580 -3,8 2.680<br />

2009 * 3.881 -26,2 2.326 -9,8 1.555<br />

Mat. Prime, prod.<br />

industriali, beni<br />

strumentali<br />

TOTALE<br />

1º sem.2010 * 2.000 6,2 ** 1.309 15,4 ** 691<br />

2007 17.801 18,3 10.727 16,6 7.074<br />

2008 15.465 -13,1 9.299 -13,3 6.166<br />

2009 * 9.927 -35,8 7.614 -18,1 2.313<br />

1º sem.2010 * 5.728 20,2 ** 4.871 31,0 ** 857<br />

2007 24.851 14,5 16.475 13,4 8.376<br />

2008 21.785 -13,8 15.178 -7,9 6.607<br />

2009 * 14.898 -31,6 12.951 -14,7 1.947<br />

1º sem.2010 * 8.228 14,9 ** 7.833 21,8 ** 395<br />

* Dati provvisori ** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: Estacom (Statistiche di commercio estero dell'ICEX-Istituto spagnolo per il Commercio Estero) - elaborazione<br />

dati ICE Madrid.<br />

Le esportazioni italiane verso la <strong>Spagna</strong> hanno raggiunto gli 8,2 miliardi di euro e le nostre<br />

importazioni di prodotti spagnoli si sono attestate sui 7,8 miliardi di euro. Entrambi i flussi<br />

hanno avuto un trend positivo, con crescite rispettive del 14,9% e del 21,8%, aumenti che non<br />

sono stati, comunque, sufficienti per riportare l’interscambio tra i due Paesi ai livelli del primo<br />

semestre 2008.<br />

Il commercio italo/spagnolo si concentra nel macrocomparto delle materie prime, prodotti<br />

industriali e beni strumentali che, nel periodo in esame, ha rappresentato il 69,6% delle vendite<br />

italiane al mercato spagnolo ed il 62,2% di quelle spagnole verso l’Italia. I beni di consumo<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 24


sono, per l’Italia, il secondo gruppo dell’interscambio con una quota del 24,3% del totale. Per la<br />

<strong>Spagna</strong> rappresentano il 16,7% del totale delle esportazioni al nostro Paese.<br />

Nei primi sei mesi del 2010 le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari (500 mln €) sono<br />

diminuite del 2,3% rispetto allo stesso periodo 2009, mentre l’export locale è cresciuto del<br />

4,4%. Tale andamento ha incrementato il saldo negativo italiano di questo comparto che ha<br />

segnato un deficit di 1.153 milioni di euro, contro i 1.070 milioni del primo semestre 2009.<br />

L’Italia si colloca al quarto posto nel ranking dei fornitori della <strong>Spagna</strong>, preceduta da Germania,<br />

Francia e Cina, quest’ultimo paese ha superato leggermente i valori italiani e sarà necessario<br />

attendere i dati dell’intero anno per confermare o meno la discesa del nostro Paese nella<br />

graduatoria. La quota italiana sul totale import spagnolo si è mantenuta sul 7,1%.<br />

Per quanto riguarda il ranking dei clienti dei prodotti spagnoli, l’Italia si è posizionata al terzo<br />

posto superando il Portogallo. La quota italiana sul totale export spagnolo è stata dell’8,7%.<br />

Esportazioni italiane verso la <strong>Spagna</strong><br />

Nel periodo gennaio/giugno 2010 l’export italiano verso la <strong>Spagna</strong> (8.228 mln €) ha segnato un<br />

aumento del 14,9% rispetto al primo semestre 2009. Ad eccezione della meccanica e<br />

dell’agroalimentare, la totalità dei comparti ha avuto andamenti positivi.<br />

Il settore energetico/ambientale, con un valore di 1.222 milioni di euro, è stata la prima voce<br />

dell’export italiano e ha rappresentato il 14,9% del totale delle nostre vendite a questo mercato.<br />

Nel ranking dei fornitori l’Italia ha occupato il settimo posto (ottavo nel genn/giugno 2009) e ha<br />

migliorato la sua quota (5,8% contro il 4,5%). Nei primi posti della classifica si trovano<br />

nell’ordine Russia (11,3% del totale), Algeria (10%), Nigeria (7,9%), Libia (7,4%), Iran (6,8%)<br />

e Arabia Saudita (6,6%).<br />

Da evidenziare che, all’interno di questo comparto, i combustibili e lubrificanti (1.200 milioni)<br />

hanno avuto una forte crescita (+70%) e sono stati sono la componente quasi esclusiva del<br />

nostro export energetico/ambientale.<br />

ESPORTAZIONI ITALIANE VERSO LA SPAGNA<br />

Ranking merceologico per settori – 1 sem. 2010* (valori in migliaia di euro)<br />

000 € Var. 10/09 ** % Tot. export<br />

italiano<br />

1. Energetico e ambientale 1.222.308 67,8 14,9<br />

2. Prodotti chimici 1.093.416 10,9 13,3<br />

3. Meccanica 1.058.408 -3,8 12,9<br />

4. Moda/persona 934.196 1,0 11,4<br />

5. Automotive 874.392 43,9 10,6<br />

6. Metallurgia 716.185 40,2 8,7<br />

7. Agroalimentare e bevande 499.831 -2,4 6,1<br />

8. Macchine, appar. e mat. elettrico 442.042 3,1 5,4<br />

9. Attrezzature per collettività 207.991 5,8 2,5<br />

10. Elettronica ed informatica 184.156 5,6 2,2<br />

11. Mobili ed illuminazione 172.926 16,3 2,1<br />

TOTALE settori selezionati 7.405.851 17,2 90,0<br />

TOTALE import spagnolo dall’Italia 8.228.093 14,9 100,0<br />

* Dati provvisori ** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: Estacom (Statistiche di commercio estero dell'ICEX – Istituto spagnolo per il Comm. Estero)- elaborazione<br />

dati ICE Madrid.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 25


Al secondo posto della graduatoria merceologica delle nostre esportazioni si collocano i<br />

prodotti chimici che hanno incrementato il loro valore export di circa l’11%, attestandosi sui<br />

1.093 milioni di euro. L’Italia si trova al quinto posto nel ranking dei fornitori, con una quota<br />

del 6,7% del totale. Germania (15,9% del totale), Francia (11,1%), Stati Uniti (9,1%) e Regno<br />

Unito (8,2%) hanno occupato nell’ordine le prime quattro posizioni.<br />

La meccanica (1.058 mln €) è stato uno dei pochi comparti dell’export italiano che ha segnato<br />

un trend negativo (-3,8%) rispetto al primo semestre del 2009. Tale flessione ha fatto scendere<br />

l’Italia al terzo posto nel ranking dei fornitori, superata dalla Cina che, con un valore di circa<br />

1.496 milioni di euro, ha segnato un incremento del 54,3% rispetto al periodo gennaio/giugno<br />

2009. La Germania ha mantenuto la sua tradizionale posizione di primo fornitore (2.101 mln € /<br />

+5,4%).<br />

La principale componente dell’export italiano di meccanica è stata la rubinetteria con un valore<br />

di 76 milioni di euro, seguita da macchine da imballaggio, frigoriferi ed altre macchine per la<br />

produzione del freddo.<br />

L’export italiano del comparto moda/persona (934 mln €) ha avuto una crescita di solo l’1%<br />

rispetto al primo semestre 2009. Il peso di questo comparto sul totale delle vendite italiane al<br />

mercato spagnolo è sceso di 3 punti percentuali, posizionandosi sull’11,4%.<br />

L’analisi per segmenti di prodotto evidenzia andamenti diversi. Infatti, mentre l’abbigliamento<br />

(310 mln €) ha subito una flessione del 7,6%, il settore del tessile (230 mln €) è cresciuto di<br />

circa l’8% e quello delle calzature (93 mln €) del 2,6%.<br />

La Cina (2.053 mln €/+6,3%) continua a mantenere la sua ormai consolidata prima posizione tra<br />

i fornitori di moda con una quota del 23,9%. L’Italia occupa la seconda posizione (10,9% del<br />

totale), seguita da Francia (8,8%), Turchia (6,4%) e Marocco (5,9%).<br />

Le cinque prime posizioni dell’export italiano si completano con il settore dell’automotive che,<br />

dopo un periodo di continue e forti flessioni, ha segnato un incremento di circa il 44% rispetto<br />

al periodo gennaio/giugno 2009. Il valore delle nostre vendite è stato pari a 874 milioni di euro,<br />

corrispondente al 10,6% del totale dell’export italiano al mercato spagnolo. Il nostro Paese si<br />

situa al quarto posto tra i fornitori, preceduto da Germania (4.050 mln €), Francia (3.879 mln €)<br />

e Regno Unito (1.049 mln €). Il 62% delle vendite italiane di questo settore corrispondono ai<br />

componenti ed accessori per veicoli.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 26


Importazioni italiane di prodotti spagnoli<br />

Nel primo semestre 2010 l’import italiano di prodotti spagnoli si è attestato sui 7.833 milioni di<br />

euro, valore che segna un aumento del 21,8% rispetto allo stesso periodo 2009.<br />

IMPORTAZIONI ITALIANE DI PRODOTTI SPAGNOLI<br />

Ranking merceologico per prodotti – 1º sem. 2010 * (valori in migliaia di euro)<br />

000 €<br />

Var. % Tot. import<br />

10/09 ** italiano<br />

1. Prodotti chimici 1.298.49 28,0 16,6<br />

2. Veicoli da trasporto 1.229.93 16,7 15,7<br />

3. Prodotti siderurgici 506.702 83,9 6,5<br />

4. Grassi e oli 431.338 32,6 5,5<br />

5. Apparecchiature, componenti ed accessori per veicoli 298.841 19,7 3,8<br />

6. Prodotti ortofrutticoli freschi e congelati 287.869 -27,4 3,6<br />

7. Abbigliamento 263.491 12,7 3,4<br />

8. Prod. semilav.metallici non ferrosi (rame, alluminio, altri) 247.748 83,1 3,2<br />

9. Pesce, molluschi e crostacei freschi e congelati 242.600 11,1 3,1<br />

10. Prodotti non lavorati 207.668 147,8 2,7<br />

TOTALE import italiano di prodotti spagnoli 7.832.52 21,8 100,0<br />

* Dati provvisori<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Prodotti chimici: chimica organica, inorganica, agrochimica, farmachimica, materie prime e semimanufatti<br />

di plastica, caucciù, smalti ceramici, pitture e vernici, sappone e detersivi, chimica alimentare e altri prodotti chimici.<br />

Prodotti non lavorati: minerali metallici e non metallici, legno, vetro, materie prime per l’industria della carta....<br />

Fonte: Estacom (Statistiche di commercio estero dell'ICEX – Istituto spagnolo per il Comm. Estero)- elaborazione<br />

dati ICE Madrid.<br />

Nel periodo in esame le performance delle principali voci dell’export spagnolo verso l’Italia<br />

sono state positive con tassi di incremento a due cifre che in alcuni casi, come quelli dei prodotti<br />

siderurgici e dei semilavorati metallici non ferrosi, hanno superato l’80%. Da evidenziare,<br />

inoltre, i buoni risultati raggiunti dalle esportazioni di grassi e oli (+32,6%) e di prodotti chimici<br />

(+28%). Unicamente le vendite spagnole di prodotti ortofrutticoli al mercato italiano hanno<br />

segnato un andamento decrescente (-27,4%) rispetto al periodo gennaio/giugno 2009.<br />

Investimenti diretti esteri bilaterali<br />

Investimenti italiani in <strong>Spagna</strong><br />

Nel 2009 l’Italia ha realizzato investimenti intorno ai 400 milioni di euro in <strong>Spagna</strong>, valore che<br />

ha rappresentato un incremento superiore al 40% rispetto al 2008. La quota italiana sul totale dei<br />

capitali arrivati al Paese è migliorata di 2,5 punti percentuali, posizionandosi sul 3,4% (0,9% nel<br />

2008).<br />

I nostri investimenti si sono diretti principalmente verso il settore finanziario (150,1 mln €), la<br />

fabbricazione di prodotti farmaceutici (127,3 mln €) ed il commercio al dettaglio (43,5 mln €).<br />

La Catalogna ha assorbito il 40,8% degli IDE italiani in arrivo al Paese nel 2009. La<br />

fabbricazione di prodotti farmaceutici è stato il settore più rilevante dei nostri investimenti in<br />

questa regione. Al secondo posto si trova la Galizia con una quota del 34,5%. Quasi tutti gli<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 27


IDE italiani effettuati nella regione galiziana sono stati destinati ai servizi finanziari. Infine, la<br />

regione di Madrid, terza destinazione, ha rappresentato il 18,3% del totale degli investimenti<br />

italiani e, in questo caso, i capitali italiani hanno privilegiato il commercio al dettaglio.<br />

Nel primo semestre del 2010, i capitali italiani investiti in <strong>Spagna</strong> si sono attestati sugli 884<br />

milioni di euro (120 mln € nello stesso periodo 2009). Tuttavia, questi investimenti sono stati<br />

realizzati attraverso società intermedie ubicate in altri paesi. Tale strategia giustifica le differenti<br />

posizioni, decima e seconda, occupate dall’Italia nei ranking relativi all’origine immediata ed<br />

ultima degli IDE in entrata. Da evidenziare che è stata la produzione di energia elettrica di<br />

origine eolica il settore che ha assorbito il 97% dei capitali italiani arrivati in <strong>Spagna</strong>, in<br />

particolare nella regione dell’Andalusia.<br />

Presenza italiana in <strong>Spagna</strong><br />

Ad oggi sono presenti in <strong>Spagna</strong> oltre 500 imprese italiane, molte delle quali di dimensioni<br />

medie o piccole concentrate principalmente tra Barcellona, Madrid e Valencia.<br />

Nel settore dei veicoli da trasporto, il gruppo FIAT è presente con 9 fabbriche, 7 centri di<br />

ricerca e sviluppo e circa 6.800 dipendenti. Iveco Pegaso, al suo interno, è leader nella vendita<br />

di autocarri. E’presente anche la Piaggio (motocicli) che ha acquistato la Derbi, nonché Ferrari e<br />

Maserati con propri concessionari. Da segnalare l’investimento della Italdesign-Giugiaro per<br />

l’apertura di due centri nella zona di Barcellona, la presenza della Antonio Carraio (trattori e<br />

macchinari agricoli), della Ghibaudi (ricambi per autoveicoli) e della Grembo (freni per<br />

autovetture).<br />

Il Gruppo Pirelli, presente in <strong>Spagna</strong> dal 1924, ha 1500 punti vendita di pneumatici ed occupa il<br />

terzo posto nel settore. Il gruppo ha annunciato tuttavia che entro la fine del 2009 chiuderà lo<br />

stabilimento di produzione a causa della crisi economica. Il marchio Pirelli rimarrà comunque<br />

sul mercato spagnolo per la gestione della sua solida rete commerciale nella quale operano 250<br />

dipendenti.<br />

Nel luglio 2009 l’Iveco si è aggiudicata, attraverso un bando di gara, un contratto, per un<br />

importo totale di 2,71 milioni d’ euro, per la manutenzione e fornitura di parti per i veicoli<br />

militari dell’ Esercito spagnolo.<br />

Nel settore audiovisivo l’Italia occupa una posizione al vertice con: Mediaset, titolare della piú<br />

importante TV commerciale Tele5 (che di recente ha, a sua volta acquistato la catena “Cuatro” e<br />

“Digital+”); De Agostini che controlla (insieme all’editore spagnolo Planeta) Antena3TV, la<br />

seconda televisione privata del paese, che ha di recente acquisito la gestione delle operazioni<br />

dell’unico canale digitale terrestre a pagamento “GolTV”. Nel settore editoriale: RCS<br />

Mediagroup possiede il 96,48% del gruppo “Unidad Editorial” (che pubblica il secondo<br />

quotidiano spagnolo El Mundo); il Sole24ore possiede il 15% del quotidiano economico “El<br />

Economista”.<br />

La presenza bancaria si concentra sulle filiali di: BNL/BNP Paribas; Unicredit;<br />

IntesaSanPaolo; Banca Popolare di Milano; Fibanc (Mediolanum).<br />

Nel settore finanziario operano: Mediobanca; Banca Leonardo; BSI (Banca Svizzera Italiana,<br />

controllata dalle Generali); Investindustria (filiale di Invest Group) alla quale partecipano le<br />

famiglie Bonomi e Benetton, occupa una posizione di rilevanza (con l’acquisto, tra l’altro, del<br />

51% della società spagnola Care, dell’intero capitale della Logic Control e del 75% dell’impresa<br />

spagnola Inaer).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 28


Il gruppo internazionale di consulenza Ambrosetti, affacciatosi sul mercato spagnolo nel<br />

gennaio 2005, fornisce servizi di consulenza aziendale e programmi di formazione<br />

professionale.<br />

La presenza italiana è forte nel settore assicurativo con le Generali, terzo gruppo assicurativo<br />

locale con una quota del 5,6%, e Reale Mutua Group.<br />

Relativamente all’industria farmaceutica, la Zambon è presente da diversi anni con una<br />

fabbrica di medicinali a Barcellona. Per quanto concerne il settore chimico, sono presenti in<br />

<strong>Spagna</strong> Impex Química, le filiali spagnole di Marbo Italia per la distribuzione di prodotti<br />

chimici speciali per l’industria, Colorobbia, fabbricante di colori e smalti per ceramica,<br />

Euroelettra Sistemi, operante nel settore della ceramica, Deroma, produttrice di terrecotte,<br />

Lechner, produttrice di pitture tecniche.<br />

La Farma Lepori, del Gruppo Angelini, ha acquistato nel 2002 la centenaria fabbrica “Dr.<br />

Andreu” di Barcellona, produttrice delle pastiglie per la gola“Juanola”, molto note in <strong>Spagna</strong>,<br />

che la nostra azienda ha introdotto nelle farmacie portoghesi ed italiane.<br />

Nei trasporti via mare, il gruppo Grimaldi ha conquistato una posizione di leadership assoluta<br />

nel cabotaggio, con una fitta rete di collegamenti tra vari porti italiani ed i terminal di Valenza e<br />

Barcellona. La Costa Crociere ha potenziato la propria presenza sul mercato spagnolo, creando<br />

itinerari che, partendo da porti spagnoli come Barcellona, Valenza e Malaga, raggiungono la<br />

costa della Cantabria, circumnavigando la Penisola Iberica. La Savino Del Bene è presente in<br />

Alicante con una propria agenzia per il trasporto marittimo di merci, mentre la D’Amico opera a<br />

Barcellona attraverso la Saemar per il noleggio di containers per trasporti marittimi.<br />

Il Gruppo Benetton, dispone di una fitta rete di negozi in franchising e controlla oltre il 50%<br />

della ristorazione autostradale (Autogrill). Nel 2006 ha assunto il controllo, insieme alla<br />

spagnola Altadis, della societá Aldeasa, titolare di negozi in tutti gli aeroporti spagnoli e<br />

numerosi esteri con 224 punti vendita.<br />

Per quanto le infrastrutture di trasporto nel gennaio 2010 si è tornati con insistenza a parlare<br />

dell’operazione Abertis-Autostrade/Atlantia, ipotesi confermata dallo stesso Amministratore<br />

Delegato di Abertis. La Sede giuridica sarebbe tuttavia a Barcellona, anche in considerazione<br />

del peso preponderante de “La Caixa” catalana, vera e propria Banca dell’intera operazione. Se<br />

il negoziato in parola andasse in porto, il quadro del collegamento tra settori strategici delle due<br />

economie avviato nei settori dei media (Mediaset, RCS), delle telecomunicazioni (Telco) e<br />

dell'energia (Enel/Endesa) si amplierebbe a quello delle infrastrutture di trasporto.<br />

In campo industriale, la Ansaldobreda opera da diversi anni con forniture di veicoli per il<br />

trasporto ferroviario. A partire dal 1999 ha venduto vari lotti di veicoli per la metropolitana di<br />

Madrid e per quella di Barcellona.<br />

A Siviglia si trova un impianto siderurgico della Riva, anch’esso attualmente in sofferenza a<br />

causa della crisi. Il Gruppo Italcementi opera attraverso la filiale spagnola Financiera & Minera,<br />

ed ha tre fabbriche di cemento. La Buzzi Unicem, ha acquisito la spagnola Oriónidas,<br />

importatrice di cemento. Il Gruppo Ferroli, leader nel settore della climatizzazione, è presente<br />

sul mercato spagnolo da 40 anni, con due fabbriche. La Marazzi, fabbricante di piastrelle e<br />

ceramiche, possiede due impianti produttivi.<br />

Numerose imprese italiane sono anche presenti nel settore dei mobili, sia con industrie per la<br />

produzione in loco, sia con centri di distribuzione e vendita. Tra queste la Natuzzi (salotti), la<br />

Snaidero Cucine e la Tecno, che produce e commercializza mobili per ufficio .<br />

Da segnalare inoltre la presenza delle Industrie Cartarie Tronchetti (ICT) e del Gruppo Sofidel<br />

SpA , quarto produttore europeo nell’industria cartaria.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 29


Investimenti spagnoli in Italia<br />

Nel 2009 gli investimenti spagnoli in Italia (244 mln €) hanno subito un calo del 63% rispetto al<br />

2008 e la quota italiana sul totale dei capitali locali in uscita si è posizionata sull’1,8% (2% nel<br />

2008).<br />

Il peso dell’Italia sugli IDE spagnoli è notevolmente migliorato nel primo semestre del 2010.<br />

Infatti, con un valore di 519 milioni di euro (46 mln € nello stesso periodo 2009), il nostro Paese<br />

ha assorbito il 10,2% del totale. I settori più favoriti dai capitali spagnoli sono stati il commercio<br />

al dettaglio di abbigliamento e le assicurazioni sulla vita. Le isole Baleari (240 mln €), la<br />

Catalogna (100 mln €) e la Galizia (100 mln €) sono state le regioni che maggiormente hanno<br />

investito in Italia.<br />

Presenza spagnola in Italia<br />

La presenza spagnola in Italia è sempre stata caratterizzata da grandi operazioni nei settori<br />

finanziario, delle telecomunicazioni, energetico, chimico ed alberghiero. A questi si è aggiunta<br />

la distribuzione al dettaglio.<br />

Nel settore delle telecomunicazioni, Telefonica ha investito 2.314 milioni nell’acquisto del<br />

42,3% di ‘Telco SpA’, la holding di controllo di Telecom Italia partecipata da Generali,<br />

IntesaSanpaolo, Mediobanca e Sintonia SA, che ha rilevato Olimpia per 4.161 milioni. A sua<br />

volta, Telco SpA ha il 23,6% di Telecom Italia. L’impresa spagnola controlla dunque il 6,9%<br />

della principale società italiana di telecomunicazioni, con il 10% delle azioni con diritto di voto<br />

e due rappresentanti nel Consiglio d'amministrazione. Telefonica Italia aggiunge alla propria<br />

leadership latinoamericana un forte punto di riferimento in Europa, ottenendo sinergie negli<br />

acquisti ed entrando nel mercato ADSL tedesco e francese.<br />

Nel settore bancario, la filiale della Banca Santander, Banif , ha acquistato la banca Fumagalli<br />

Soldan, (gestione di grandi patrimoni). La Banca acquistata si denomina Santander Private<br />

Banking ed ha la sua sede a Milano.<br />

Nel settore energetico la presenza spagnola in Italia si è rafforzata con Gas Natural, che<br />

raggiunge i 300.000 clienti in Italia, Ecotecnia, Gamesa Eolica, ed Endesa (a sua volta passata<br />

successivamente sotto il controllo Enel).<br />

Per il settore degli idrocarburi, va segnalata la presenza in Italia della Repsol che conta 30<br />

stazioni di servizio ed una quota di mercato del 3%. La Bionor è diventata leader spagnolo nella<br />

produzione di biodiesel dopo l’acquisto della bresciana Comlube che produce 45.000 tonnellate<br />

annuali di biodiesel.<br />

Diverse grandi imprese del settore delle costruzioni ed infrastrutturale (Ferrovial Agroman<br />

S.A., Sacyr), in consorzio con aziende italiane, sono interessate a gare d’appalto nel nostro<br />

Paese. Il Gruppo Fomento de Construciones y Contractas, S.A. (FCC), attraverso la filiale<br />

Acqualia si è aggiudicata la gestione del settore idrico di Caltanissetta. Il contratto è uno dei più<br />

importanti in Europa. Nel novembre 2006 la FCC, attraverso la filiale Flightcare, ha acquistato<br />

la società di handling degli Aeroporti di Roma (AdR) per un importo di 72,5mln/€.<br />

L’impresa Ferrovial Agroman S.A., il terzo maggior gruppo spagnolo nel settore delle<br />

costruzioni, si é aggiudicata la costruzione del tratto ferroviario San Lorenzo al Mare-Andora<br />

della linea Genova-Ventimiglia; si è inoltre aggiudicata la costruzione e gestione dell’autostrada<br />

Mantova-Cremona di circa 60 km, con un investimento di 944 milioni. La Sacyr Vallehermoso,<br />

mediante la filiale italiana SIS, in associazione con la società Bombardier, si é aggiudicata<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 30


l’istallazione di una rete di tramvia a Palermo con una lunghezza totale di 15 km, per un valore<br />

di 192 mln.<br />

Nel settore industriale, il gruppo spagnolo Aliberico, leader in <strong>Spagna</strong> nella produzione di<br />

semitrasformati in alluminio, ha ampliato la propria presenza nel mercato italiano con<br />

l’acquisizione della Alupex a Milano.<br />

Nel comparto agro-alimentare, la SOS Cuétara, una delle maggiori produttrici di riso, biscotti<br />

ed olii vegetali, ha proceduto a numerosi acquisti in Italia (Minerva, Carapelli, Bertolli)<br />

arrivando a controllare il 22% del mercato mondiale dell’olio d’oliva. Le recenti traversie che<br />

hanno colpito la gestione dei fratelli Salazar al vertice del gruppo, hanno costretto lo stesso ha<br />

totalmente ristrutturare il Consiglio d’Amministrazione (costringendo i fratelli Salazar ad<br />

uscirne) e di rivedere il proprio portafoglio. Il Gruppo Agrolimen ha acquistato la Star della<br />

famiglia Fossati, pagandola con il 50% del capitale di Gallina Blanca.<br />

Il maggiore gruppo spagnolo della grande distribuzione, “El Corte Ingles”, ha in progetto di<br />

aprire un centro commerciale a Roma; la Chamartìn Inmobiliaria ha annunciato un accordo con<br />

l’italiana Sircom SpA per aprire 10 centri commerciali con il marchio “Dolce Vita”<br />

(l’investimento si aggira sul miliardo).<br />

Nel settore abbigliamento è sempre più “aggressiva” la strategia di penetrazione dei gruppi<br />

Inditex (Zara in joint venture con l’italiana Percassi) e Mango.<br />

Nel settore turistico il gruppo spagnolo AC Hotels ha iniziato un’intensa campagna di<br />

penetrazione nel mercato italiano, con la costruzione di 10 nuovi alberghi. NH Hotel ha<br />

concluso nel 2004 un accordo con il gruppo Danieli per la gestione, a Venezia, del primo<br />

complesso alberghiero con il marchio NH. Nel 2006 è entrata in joint-venture con l’italiana<br />

Framon che ha 19 stabilimenti, situandosi nel ranking del settore al secondo posto.<br />

Nel novembre 2006 la NH Italia, Joker e Banca Intesa collaborarono alla creazione di un<br />

“Grande Jolly”, la più grande catena alberghiera italiana. Le azioni della società sono così<br />

ripartite: NH Italia 51%, Joker 42% e Banca Intesa 7%.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 31


2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO<br />

a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale<br />

Audiovisivo<br />

Gli ultimi dati ufficiali relativi alla produzione locale del settore cinematografico riguardano il<br />

2009 ed offrono un totale di 186 lungometraggi (173 nel 2008), di cui 51 sono stati<br />

coproduzioni internazionali. Per quanto riguarda i cortometraggi la produzione spagnola ha<br />

raggiunto nel 2009 i 241 contro i 210 dell’anno precedente. Si conferma, pertanto, la crescita<br />

ininterrotta che mantiene il settore cinematografico spagnolo dal 2004.<br />

Inoltre, secondo i dati anticipati dalla Federación de Asociaciones de Productores<br />

Audiovisuales Españoles – FAPAE sono stati contabilizzati, fino al 5 aprile 2010, un totale di<br />

38 produzioni locali contro le 27 dello stesso periodo 2009.<br />

Sotto il profilo della distribuzione, i dati pubblicati dal locale Ministerio de Cultura presentano,<br />

per l’intero 2009, una riduzione dell’1,4% nel numero di sale cinematografiche, che è passato<br />

dalle 4.140 del 2008 alle 4.082 del 2009. Tale tendenza si è mantenuta nel primo semestre 2010,<br />

periodo in cui sono state contabilizzate un totale di 3.874 sale. La stessa performance negativa<br />

ha colpito il numero di film proiettati che si è ridotto del 10,4% attestandosi sui 1.481 film nel<br />

2009, il livello più basso degli ultimi anni.<br />

Hanno avuto, invece, andamenti positivi il numero di spettatori che è stato di circa 110 milioni<br />

(+2% rispetto al 2008) ed il volume di affari che ha superato i 671 milioni di euro (+8,4%<br />

rispetto al 2008).<br />

Nel 2009 la quota dei lungometraggi di produzione spagnola rispetto al volume totale di<br />

spettatori è stata del 16%, migliorando i risultati ottenuti nel 2008 (13,3%). A livello di incassi il<br />

peso del prodotto locale ha rappresentato il 15,6%. I dati relativi al periodo gennaio/giugno<br />

2010 evidenziano, invece, un andamento decrescente che riduce la quota spagnola al 9,9% degli<br />

spettatori ed al 9,1% degli introiti. Sarà necessario attendere il computo dell’intero 2010 per<br />

confermare o meno questo trend.<br />

Tra le produzioni dei paesi europei quelle del Regno Unito sono state le preferite dal pubblico<br />

spagnolo con quote del 6% degli spettatori e del 5,8% degli incassi, seguite dai film svedesi. I<br />

lungometraggi italiani occupano il settimo posto nel ranking dei film esibilti con un totale di<br />

506.216 spettatori (0,5% del totale) e 2,9 milioni di euro di incassi (0,4%). Ovviamente i<br />

prodotti USA hanno una posizione di assoluto dominio del mercato con quote superiori al 70%<br />

per entrambi i parametri.<br />

Nei dati provvisori relativi al primo semestre del 2010 spiccano i lungometraggi del Regno<br />

Unito che, con una quota di circa il 13% degli spettatori e del 12,8% degli incassi, superano le<br />

produzioni locali. I lungometraggi italiani, con 300.987 spettatori (0,6% del totale) e 1,8 milioni<br />

di euro hanno migliorato leggermente le quote dell’intero 2009.<br />

Per ciò che concerne il mercato non cinematografico nei primi sette mesi 2010 (dati provvisori)<br />

sono stati commercializzati 2.537 titoli (Video/DVD). Su questo totale, i prodotti italiani (179<br />

titoli) rappresentano una quota del 7,1%, simile a quella del 2009. L’Italia si colloca al terzo<br />

posto nel ranking dei fornitori di prodotti per il settore videografico spagnolo, dietro gli Stati<br />

Uniti e la <strong>Spagna</strong>.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 32


La presenza italiana nel mercato audiovisivo spagnolo è ancora limitata. Per affinità culturali,<br />

nonchè per le dimensioni del mercato locale, si ha ragione di ritenere che sussistano sia la<br />

possibilità di aumento dell’export italiano verso la <strong>Spagna</strong>, sia l’opportunità di coproduzioni.<br />

In questo contesto, appare particolarmente utile favorire l’utilizzo di “location” italiane da parte<br />

di case cinematografiche spagnole, cosa che, oltre a presentare vantaggi di per sé, è in grado di<br />

determinare una maggiore conoscenza della realtà italiana del settore.<br />

L’incentivazione delle coproduzioni italo/spagnole rappresenta, inoltre, la strategia migliore per<br />

incrementare la nostra presenza sul mercato locale, dato che il pubblico è molto più propenso a<br />

visionare pellicole nazionali piuttosto che estere, fatta eccezione per la produzione americana.<br />

Agroalimentare<br />

L’industria alimentare e delle bevande spagnola, con un valore lordo di 84,6 miliardi di euro<br />

(dati aggiornati al 2009), rappresenta l’8% del PIL spagnolo ed il 14% della produzione<br />

industriale del Paese. Il numero di società che operano in questo settore è di 30.823 (96%<br />

piccole e medie imprese) ed il volume di occupazione si aggira sui 460.000 posti di lavoro (17%<br />

dell’occupazione industriale spagnola).<br />

La spesa alimentare nel 2009 (ultimi dati disponibili) è stata pari a 86.851 milioni di euro,<br />

valore che segna una flessione del 4% rispetto al 2008. Di questo totale, il consumo alimentare<br />

domestico ha raggiunto i 64.911 milioni di euro (74,7% della spesa alimentare totale).<br />

Nel paniere del consumo alimentare delle famiglie spagnole spiccano, nel 2009, gli incrementi<br />

degli acquisti di bevande elaborate con vino (+29,3% rispetto al 2008), uve (+12,6%), peperoni<br />

(+11,3%), albicocche (+11,2%), bifidus e latte fermentato (6,8%), carne congelata (+6,5%) e<br />

olio di semi di girasole (+6,2%). Dal lato opposto si trovano con i maggiori decrementi: vini<br />

senza Denominazione di Origine (-15,2%), pane (-7,1%), carne bovina (-6,2%), carne ovina e<br />

caprina (-6,1%) e banane (-4,8%).<br />

Nell’analisi del consumo extradomestico, gli acquisti del canale istituzionale (mense, scuole,<br />

ospedali, ecc...) hanno avuto un valore di 2.599 milioni di euro e quelli del settore “horeca”<br />

(rest. & food service) si sono attestati sui 19.342 milioni di euro. Quest’ultimo canale, con una<br />

riduzione del 10,2%, è stato il più colpito dalla contrazione dei consumi nel 2009.<br />

Da evidenziare, inoltre, per quanto riguarda il consumo alimentare spagnolo, la straordinaria<br />

quota raggiunta dalle private label che, in alcune categorie di prodotti, ha superato il 70% del<br />

volume commercializzato.<br />

In relazione alla stuttura distributiva si può affermare che i cambiamenti subiti negli ultimi anni<br />

continuano a colpire il piccolo dettagliante che vede una progressiva perdita di quota, mentre si<br />

rafforza la posizione delle moderne tipologie distributive ed in particolare del supermercato che<br />

si presenta come uno dei canali più dinamici.<br />

Nell’analisi del commercio estero agroalimentare spagnolo, i dati del primo semestre 2010<br />

indicano un valore import di 11.696 milioni di euro (+1,2% rispetto allo stesso periodo 2009) ed<br />

export di 14.165 milioni (+6,5%). Il surplus della bilancia commerciale locale si è attestato sui<br />

2.469 milioni di euro, migliorando, pertanto, i risultati del periodo gennaio/giugno 2009 (saldo<br />

positivo di 1.742 milioni di euro).<br />

La Francia occupa il primo posto nel ranking dei fornitori di prodotti agroalimentari al mercato<br />

spagnolo con un valore di 1.802 milioni di euro (15,4% del totale), seguita da Germania (9,5%<br />

del totale) e Paesi Bassi (8,4%). Completano le prime sei posizioni della classifica Regno Unito,<br />

Portogallo e Brasile con quote superiori al 5% del totale import.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 33


L'Italia, con 500 milioni di euro (-2,3% rispetto al primo semestre 2009) ed una quota sul totale<br />

degli acquisti alimentari spagnoli del 4,3%, si colloca al settimo posto.<br />

Tra i prodotti alimentari italiani più venduti alla <strong>Spagna</strong> si trovano quelli della panetteria, la<br />

pasta alimentare, i prodotti ortofrutticoli, i grassi e oli, il pesce e le bevande alcoliche (liquori,<br />

vermut, superalcolici).<br />

La presenza dei prodotti alimentari italiani in <strong>Spagna</strong> è piuttosto ridotta, anche se in leggero e<br />

costante aumento come tendenza generale sia per il successo della ristorazione, sia per una<br />

maggiore conoscenza delle nostre specialità da parte dei consumatori più informati e sofisticati.<br />

Tra l’altro, i ristoranti definibili realmente italiani, in numero ancora limitato, ma crescente,<br />

hanno iniziato a dare della nostra cucina un’immagine più rispondente alla realtà e che va oltre<br />

gli schemi abituali della pasta e della pizza. Specialità quali l’aceto balsamico, il tartufo, la<br />

mozzarella di bufala, la bresaola, ecc..., fino a pochi anni fa praticamente sconosciuti,<br />

cominciano ad essere apprezzati nella fascia alta dei consumatori.<br />

Abbigliamento<br />

Sulla base dei dati resi noti dal Cityc (Centro de Información Textil y de la Confección), la<br />

produzione spagnola del settore abbigliamento ha subito un trend decrescente negli ultimi anni,<br />

attestandosi nel 2009 sui 4,3 miliardi di euro (-17,8% rispetto al 2008). Operano nel settore un<br />

totale di di 3.415 società (-8,8%) e 103.690 addetti (-15%).<br />

Per quanto riguarda il consumo, gli ultimi dati disponibili (secondo trimestre 2010) evidenziano<br />

che il trend continua ad essere negativo, pur registrandosi un certo rallentamento dei ritmi<br />

decrescenti. L’abbigliamento femminile è quello che resiste meglio alla perdita di valore che<br />

colpisce, invece, i segmenti maschile ed infantile.<br />

I dati relativi al commercio estero del primo semestre 2010 presentano andamenti positivi per<br />

entrambi i flussi. Infatti, le esportazioni spagnole, con un valore di 2,3 miliardi di euro, sono<br />

cresciute del 4,6% rispetto allo stesso periodo 2009 e le importazioni (4,2 mld €) hanno<br />

registrato un aumento del 2,3%.<br />

Nel ranking dei principali fornitori di abbigliamento, la Cina (1,1 miliardi di euro) mantiene la<br />

prima posizione con una quota superiore di circa il 26%. La Turchia ed il Marocco, con valori<br />

rispettivi di 455 e 443 milioni di euro, si collocano al secondo e terzo posto. Entrambi hanno<br />

avuto un trend positivo con crescite rispettive del 17% e del 10,8% rispetto al periodo<br />

gennaio/giugno 2009.<br />

L’Italia, quarto fornitore con 310 milioni di euro, ha ridotto il suo export del 7,6%. La quota<br />

italiana sul totale import spagnolo di abbigliamento è scesa al 7,4% (8,2% nel primo semestre<br />

2009).<br />

Il crescente peso acquisito da paesi come Cina, Marocco e Turchia dimostra che il consumatore<br />

spagnolo, soprattutto in un momento di crisi come l’attuale, si orienta verso prodotti di fascia<br />

bassa nei quali il prezzo è il fattore determinante. Ciò, in aggiunta al fenomeno della<br />

delocalizzazione che, comunque, è preesistente all’attuale congiuntura.<br />

In una situazione di mercato caratterizzata dall’arrivo massicio dei prodotti asiatici e, nel caso<br />

specifico spagnolo, dalla presenza di marchi locali (Zara, Mango) che offrono prodotti di fascia<br />

media, dal contenuto di moda spiccato e da prezzi assolutamente accessibili, l’abbigliamento<br />

italiano deve posizionarsi su segmenti di livello alto, nei quali può competere con indubbi<br />

vantaggi d’immagine e qualità, dato che negli altri segmenti le nostre produzioni non sono più<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 34


competitive. Ora più che mai l’Italia deve puntare sul prodotto di alta qualità, con caratteristiche<br />

sartoriali uniche e, soprattutto, in grado di anticipare le mode.<br />

Importante anche mantenere una presenza viva sul mercato spagnolo, che resta uno dei partner<br />

più interessati alle proposte italiane, come dimostrato dall’ultima edizione della fiera Pitti Uomo<br />

(giugno 2010) che, con un totale di 633 compratori spagnoli (+16% rispetto all’edizione<br />

precedente), ha posizionato la <strong>Spagna</strong> come secondo paese per numero di visitatori della<br />

manifestazione. Nel caso di Pitti Bimbo, la <strong>Spagna</strong> è stata la presenza estera più rilevante<br />

sempre in termini di visitatori.<br />

Beni strumentali<br />

Nel 2009 si è verificata una forte contrazione del settore dei beni strumentali che ha riportato i<br />

livelli di attività a valori simili a quelli del 2004. Il fatturato si è attestato sui 38.800 milioni di<br />

euro, valore che ha segnato una flessione del 20,6% rispetto al 2008. Ciò nonostante questo<br />

settore continua a rappresentare più del 20% dell’industria manifatturiera spagnola. Il livello di<br />

occupazione diretta si aggira sui 190.000 addetti e raggiunge i 380.000 se vengono considerati<br />

anche gli indotti. Il consumo apparente, secondo i dati di Sercobe (associazione settoriale), ha<br />

avuto un calo del –31,8%, attestandosi sui 49.497 milioni di euro.<br />

Dopo le forti flessioni subite nel 2009, i dati provvisori del primo semestre 2010 presentano<br />

andamenti positivi per il commercio estero. Infatti, le importazioni (20.355 mln €) sono<br />

cresciute del 12,7% rispetto allo stesso periodo 2009 e le esportazioni (11.703 mln €) del 10%.<br />

L’associazione Sercobe prevede, infatti, per l’anno in corso un recupero del settore con<br />

incrementi delle esportazioni e della domanda interna. Questo trend positivo dovrebbe<br />

consolidarsi nel periodo 2011-2012.<br />

Il ranking dei fornitori è capeggiato dalla Germania, che detiene una quota del 16,5% sul totale<br />

import settoriale, seguita da vicino dalla Cina (15,9% del totale); al terzo e quarto posto si<br />

trovano la Francia e l’Italia, con quote rispettive dell’8,3% e del 7,4%. Le esportazioni di tutti<br />

questi paesi, con l’unica eccezione dell’Italia, hanno avuto andamenti positivi nel periodo in<br />

esame, in particolare la Cina che ha incrementato le sue vendite del 49,7% rispetto al primo<br />

semestre 2009. L’export italiano, invece, ha subito un decremento di circa il 2%, attestandosi<br />

sui 1.500 milioni di euro.<br />

Nell’ambito dei beni strumentali meritano un particolare riferimento le macchine utensili per<br />

lavorazione metalli, segmento in cui l’export italiano ha mantenuto sempre un posto di rilievo.<br />

Nel primo semestre 2010 l’import spagnolo globale di queste macchine è stato di 103 milioni di<br />

euro, valore che segna un calo del 9,6% rispetto allo stesso periodo 2009. Questo tasso negativo<br />

rappresenta, tuttavia, un significativo rallentamento dei ritmi negativi che, nel 2009<br />

(gennaio/giugno), hanno ridotto l’import di circa il 62%.<br />

Le vendite italiane di macchine utensili nei primi sei mesi del 2010 (27 mln €) sono rimaste<br />

invariate rispetto ai valori raggiunti nello stesso periodo 2009.<br />

Tale andamento ci ha permesso, comunque, di recuperare la prima posizione nel ranking dei<br />

fornitori a detrimento della Germania che ha subito una flessione del 24%. La quota italiana sul<br />

totale import si è posizionata sul 26,2% (23,7% nel primo semestre 2009).<br />

Da evidenziare che la Cina ha occupato, nel periodo in esame, la terza posizione nella classifca<br />

dei fornitori, con un valore di 9 milioni di euro ed un aumento del 50%.<br />

Le macchine utensili rimangono un settore strategico dell’economia spagnola, anche se negli<br />

ultimi anni la crisi ed il conseguente blocco degli investimenti in beni strumentali lo ha<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 35


fortemente penalizzato. Nella congiuntura attuale è necessario monitorare attentamente il<br />

mercato per poter approfittare tempestivamente della ripresa. A tal momento, sarà cruciale<br />

disporre di una valida presenza nel Paese, preferibilmente attraverso una filiale per le imprese di<br />

maggiori dimensioni o uno dei principali distributori con buona introduzione negli ambienti del<br />

settore.<br />

Biotecnologia<br />

Sulla base degli ultimi dati pubblicati dall’Istituto spagnolo di Statistica –INE (anno 2008) sono<br />

942 le società locali che operano in questo settore, 305 delle quali hanno la biotecnologia come<br />

attività esclusiva o principale. Il volume di occupazione si aggira sui 108.000 addetti e quello<br />

degli affari supera i 31 miliardi di euro.<br />

La spesa spagnola (pubblica e privata) in attività di ricerca e di sviluppo nel settore delle<br />

biotecnologie ha raggiunto 1,3 miliardi di euro nel 2008; su questo totale il contributo delle<br />

imprese rappresenta il 35,7% e quello della Pubblica Amministrazione il 41%. La quota restante<br />

corrisponde a Università/Centri di formazione (23%) ed enti privati senza scopo di lucro (0,1%).<br />

La distribuzione geografica delle imprese del settore presenta le regioni della Catalogna (22%<br />

del totale) e di Madrid (17,4%) come i principali poli biotecnologici spagnoli. In un secondo<br />

gruppo si posizionano l’Andalusia (12,7%), la Comunità Valenciana (8,5%) e i Paesi Baschi<br />

(8,3%), seguite da Galizia e Castilla y León.<br />

Per aree di attività, il maggior numero di imprese biotecnologiche spagnole si concentra nel<br />

settore della salute umana (40% del totale). Al secondo posto si trova il settore alimentare<br />

(36%), seguito da agricoltura e foreste, salute degli animali e acquacoltura che, con leggere<br />

variazioni, hanno mantenuto quote intorno al 20%. Infine, si collocano il settore dell’ambiente<br />

(18%) e quello industriale (13%). Da notare in questa distribuzione di quote che diverse società<br />

operano in una pluralità delle aree sumenzionate.<br />

Sulla base dei dati dell’INE, il numero di brevetti biotecnologici spagnoli ha superato nel 2008<br />

le 500 richieste con un incremento del 5,7% rispetto all’anno precedente.<br />

La locale associazione settoriale (Asebío) indica che i principali canali utilizzati dal settore<br />

spagnolo per l’ottenimento dei brevetti biotecnologici sono la OEPM (Oficina Española de<br />

Patentes y Marcas) per i brevetti spagnoli, il PCT (Patent Cooperation Treaty) per i brevetti<br />

internazionali e lo USPTO (United States Patent and Trademark Office) per quelli statunitensi.<br />

Per quanto riguarda le alleanze biotecnologiche è necessario evidenziare che il livello di<br />

cooperazione delle società locali, sia in ambito nazionale che internazionale, è inferiore a quello<br />

abituale in altri paesi. Tuttavia, la proiezione internazionale è diventata la principale priorità<br />

delle imprese biotecnologiche spagnole ed i mercati ritenuti più rilevanti per la loro<br />

internazionalizzazione sono quelli dell’Unione Europea ed in particolare Regno Unito, Italia,<br />

Germania, Portogallo e Francia. Seguono nell’ordine di priorità i Paesi Nordici e gli Stati Uniti.<br />

Il rapporto annuale Asebío evidenzia che le collaborazioni internazionali realizzate da imprese<br />

spagnole hanno guadagnato peso rispetto a quelle tra società locali. Infatti, nel 2009 entrambe le<br />

tipologie hanno detenuto quote del 50%, mentre nel 2008 gli accordi con società estere<br />

rappresentavano soltanto il 39% del totale. Da evidenziare che la biotecnologia spagnola è<br />

presente in 26 paesi del mondo con filiali, succursali ed uffici di rappresentanza..<br />

Le informazioni relative al commercio estero di questo settore sono particolarmente difficili da<br />

reperire data l’assenza di aggregazioni di codici doganali esclusivamente biotecnologici. Ciò<br />

nonostante, possiamo evidenziare che la biotecnologia rossa o sanitaria spagnola è quella con<br />

maggiore proiezione estera. Sulla base dei dati rilevati da Asebío nel mese di aprile 2010, nella<br />

pipeline spagnola di terapie per la salute umana lavorano 57 imprese con 159 prodotti, di cui il<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 36


35,2% corrisponde alle applicazioni oncologiche. In questo campo specifico sono già presenti<br />

nei mercati internazionali prodotti spagnoli per il trattamento di alcuni tipi di carcinoma. Da non<br />

dimenticare, inoltre, le applicazioni della biotecnologia spagnola all’area energetica, settore in<br />

cui la <strong>Spagna</strong> ha guadagnato un posto di rilievo a livello mondiale.<br />

I rappresentanti della locale associazione settoriale hanno evidenziato la necessità delle aziende<br />

biotecnologiche spagnole di stabilire alleanze con soci esteri, sia a livello imprenditoriale che<br />

scientifico. Sono state inoltre prospettate molteplici aree di possibile collaborazione quali:<br />

bionergia, bioinformatica, bioagricoltura e biologia industriale.<br />

Sulla base di questo favorevole scenario, si ritiene utile impostare azioni tendenti ad sviluppare<br />

gli accordi di collaborazione tra aziende italiane e spagnole del settore biotecnologia.<br />

Energie alternative<br />

La <strong>Spagna</strong> è un paese fortemente dipendente a livello energetico. Infatti, l’80% del consumo<br />

interno proviene dalle importazioni. Inoltre, l’economia spagnola è supportata da un tessuto<br />

produttivo ad elevata intensità energetica. Questi fattori hanno determinato l’importanza delle<br />

energie rinnovabili sul mercato locale.<br />

La <strong>Spagna</strong> è divenuta uno dei paesi più rilevanti a livello mondiale in questo settore e lo<br />

sviluppo delle energie rinnovabili è uno dei vettori della politica energetica locale. Il cosiddetto<br />

“PER – Plan de Energías Renovables 2005-2010” è stato lo strumento di coordinamento e di<br />

strutturazione delle iniziative sviluppate negli ultimi anni in questo Paese. Attualmente è in fase<br />

di elaborazione il “PER 2011-2020” che risponde alll’obbligo, fissato dalla Direttiva<br />

2009/28/CE ad ogni Stato membro, di articolare piani interni che permettano di raggiungere gli<br />

obiettivi fissati in materia di energie rinnovabili per l’anno 2020.<br />

Le prime stime realizzate dalle autorità spagnole sul trend del settore fino al termine previsto del<br />

2020 sono positive. Infatti, l’apporto delle energie rinnovabili al consumo finale lordo di energia<br />

nel Paese dovrebbe posizionarsi, in tale data, sul 22,7% (contro il 10,5% raggiunto nel 2008).<br />

Tale stima supererebbe l’obiettivo del 20% fissato dalla Direttiva europea. Le quote previste<br />

nelle fasi intermedie di questo periodo sono del 15,5% nel 2012 e del 18,8% nel 2016.<br />

Lo scenario prospettato dal governo spagnolo prevede un contributo delle energie rinnovabili<br />

alla produzione lorda di elettricità del 42,3% nel 2020. Da evidenziare che, secondo gli ultimi<br />

dati resi pubblici, tale rapporto ha raggiunto, nei primi otto mesi del 2010, il 36%. Inoltre, alla<br />

fine del 2010, la <strong>Spagna</strong> disporrà di più di 20.000 MW eolici e 500 MW termoelettrici.<br />

La <strong>Spagna</strong> offre, quindi, un ampio ventaglio di possibili accordi e cooperazioni in materia di<br />

energie rinnovabili e l’Italia deve posizionarsi come partner preferenziale.<br />

A questa situazione favorevole, si aggiunge la considerazione della priorità che il governo<br />

spagnolo attribuisce ai progetti in grado di ridurre la dipendenza da fonti esterne e l’impatto<br />

ambientale, cosa che garantisce per i prossimi anni elevati livelli di investimento e di sostegno<br />

pubblico.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 37


) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia<br />

Nell’analisi di questa sezione sarà utilizzato, a partire dal presente rapporto, il criterio<br />

dell’origine ultima dell’investimento (ultimate beneficial owner) al fine di contabilizzare la<br />

totalità dei capitali italiani arrivati in <strong>Spagna</strong>, inclusi quelli investiti attraverso società ubicate in<br />

paesi terzi.<br />

Gli investimenti lordi italiani in <strong>Spagna</strong> (ETVE escluse), fatta eccezione dei risultati eccezionali<br />

del 2007 (acquisizione di Endesa da parte dell’Enel), hanno subito, a partire dal 2003, flessioni<br />

continue che sono state particolarmente rilevanti nel 2008 (-98,5%). Gli ultimi dati relativi al<br />

2009 e, soprattutto, quelli del primo semestre 2010 presentano, invece, un recupero del flusso<br />

dei capitali italiani in arrivo alla <strong>Spagna</strong>.<br />

Andamento IDE lordi italiani in <strong>Spagna</strong>* Andamento IDE lordi spagnoli in Italia*<br />

Mln euro % Var. % Tot. IDE Mln euro % Var. % Tot. IDE<br />

2002 495 -62,9 4,2 2002 150 -93,1 0,6<br />

2003 1.292 161,0 13,1 2003 932 521,3 4,7<br />

2004 272 -78,9 3,1 2004 2.147 130,4 5,7<br />

2005 256 -5,9 1,8 2005 557 -74,1 1,8<br />

2006 245 -4,3 2,5 2006 1.529 174,5 2,5<br />

2007 18.571 7.480,0 63,7 2007 5.016 228,1 5,2<br />

2008 275 -98,5 0,9 2008 762 -84,8 2,2<br />

2009 392 42,5 3,3 2009 358 -53,0 2,3<br />

1º sem 2010 884 636,7 ** 21,3 1º sem 519 308,7 10,2<br />

* Dati provvisori - ETVE escluse<br />

** Variazione % rispetto allo stesso periodo 2009<br />

Fonte: DataInvex (stastistiche sugli investimenti esteri della “Subdirección General de Inversiones Exteriores –<br />

Ministerio de Industria, Turismo y Comercio” – elaborazione dati ICE Madrid<br />

Per quanto riguarda i capitali spagnoli investiti in Italia, la serie storica 2002/2008 registra<br />

picchi positivi e negativi. I dati 2008 e 2009 hanno mantenuto un trend decrescente che potrebbe<br />

cambiare segno se i dati dell’intero 2010 confermano i buoni risultati del primo semestre.<br />

Glli interessi italiani in <strong>Spagna</strong> e quelli spagnoli in Italia hanno riguardato soprattutto operazioni<br />

di grande portata nei settori dei servizi, quali quella, già ricordata, realizzata dal gruppo Enel su<br />

Endesa, gli investimenti di Mediaset o l’ingresso di Autogrill in Aldeasa.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 38


c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori<br />

ad alto contenuto tecnologico<br />

Plataformas Tecnológica Españolas<br />

Le Plataformas Tecnológicas Españolas rappresentano uno dei principali pilastri su cui si<br />

basano le iniziative del Ministerio de Ciencia e Innovación. Inoltre, esse riuniscono tutte le<br />

iniziative che hanno l’interesse comune nello sviluppo dei settori a stretto contatto con il<br />

progresso tecnologico/scientifico e nella difesa dell’ambiente. Sono strutturate sull’esempio<br />

della Plataforma Tecnógica Europea. Lo scopo è d’incentivare la ricerca e lo sviluppo attraendo<br />

nuovi investimenti, anche dall’estero. Una prima selezione dei settori oggetti delle Plataformas è<br />

costituita da:<br />

Alimentazione, agricoltura e pesca:<br />

• Plataforma Tecnológica Española Food for Life – Spain (www.foodforlife-spain.es)<br />

• Plataforma Tecnológica Española de la Pesca y Acuicultura (www.ptepa.org)<br />

• Animación de la Gestión Medioambiental y utilización de energías limpias en el sector<br />

alimentario<br />

Medioambiente ed ecoinnovazione:<br />

• Plataforma Tecnológica Española de Química Sostenible (www.ptequimicasostenible.org)<br />

• Plataforma de Tecnologías Ambientales<br />

Energia:<br />

• Red Tecnológica Fotovoltaica www.ptfv.org<br />

• Red Científico Tecnológica del Sector Eólico www.reoltec.net<br />

• Plataforma Tecnológica Española de la Biomasa www.bioplat.org<br />

• Plataforma Tecnológica Española del CO2 www.pteco2.es<br />

• Plataforma Tecnológica de Fusión www.iter-spain.es<br />

• Plataforma Tecnológica de Energía Nuclear de Fisión www.ceiden.es<br />

Settori industriali:<br />

• Plataforma Tecnológica Española del ámbito de la fabricación – MANUFUTURE<br />

www.manufuture.es<br />

• FOTONICA 21 www.fotonica21.org<br />

• Plataforma Tecnológica Española de Seguridad Industrial www.pesiseguridadindustrial.es<br />

• Plataforma Tecnológica Española Forestal e Industrias Derivadas www.plataformaforestal.org<br />

Nanoscienza y nanotecnologia, nuovi materiali e nuovi processi industriali:<br />

• RENAC-Red para aplicación de nanotecnologías en materiales y productos para la<br />

construcción y el habitat www.nano-renac.com<br />

• Plataforma Tecnológica sobre nanoelectrónica e integración de sistemas inteligentes –<br />

GENESIS www.genesisred.net<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 39


• Red Europea para la prevención del desgaste en la industria "ENIWEP" www.eniwep.org<br />

• Red Tecnológica de Polímeros Biodregradables y Composites Sostenibles<br />

www.suscompnetiberica.com<br />

• Plataforma Española de Materiales<br />

Parque Científico y Tecnológico<br />

Secondo la APTE, Associazione di Parchi Scientifici e Tecnologici in <strong>Spagna</strong>, un Parco<br />

Scientifico è un’organizzazione gestita da professionisti specializzati, del settore pubblico o<br />

privato, che deve avere come obiettivo fondamentale l’incremento della ricchezza della propria<br />

comunità, promuovendo la cultura dell’innovazione e la competitività delle imprese e delle<br />

istituzioni con le quali il Parco è associato. Le tipologie di progetto sostenute dai Parchi sono:<br />

studi sulle potenzialità tecniche di ricerca industriale o di sviluppo tecnologico; progetti di<br />

ricerca; progetti di sviluppo tecnologico.<br />

A questo scopo, un Parco Tecnologico incoraggia e gestisce il flusso di conoscenza e di<br />

tecnologia (e di collaborazione scientifica) tra le università, gli istituti di ricerca, le imprese ed il<br />

mercato in senso più ampio; inoltre, incentiva la creazione e la crescita di aziende che apportino<br />

innovazione tramite un meccanismo di generazione centrifuga (spin off), in modo da<br />

aumentarne la competitività e di conseguenza la produttività. Per essere più precisi, alcuni dati<br />

sui Parchi mostrano che: 3.800 sono le imprese associate; sono state assunte più di 100.000<br />

persone; 12.318 sono gli addetti alla ricerca impiegati nei vari Parchi. A dimostrazione che il<br />

finanziamento pubblico crede in questi progetti, negli ultimi 4 anni gli investimenti sono<br />

aumentati del 7500%. Il numero totale dei Parchi in <strong>Spagna</strong> è salito a 82, 30 dei quali già<br />

operativi.<br />

Una delle carenze più importanti che ancora oggi presenta la società spagnola è quella di un<br />

adeguato sviluppo tecnologico. Malgrado siano stati attivati strumenti specifici per incentivare<br />

le attività di ricerca e innovazione, il Paese continua ad occupare gli ultimi posti della classifica<br />

europea. Le politiche in materie di scienza e tecnologia sono state strutturate attraverso i<br />

cosiddetti Piani Nazionali di Ricerca Scientifica, Sviluppo e Innovazione Tecnologica<br />

(R&S&I).<br />

Gli obiettivi prioritari fissati sono: migliorare il livello scientifico e tecnologico spagnolo;<br />

incrementare le risorse umane in attività di R&S&I sia nel settore pubblico che privato;<br />

potenziare il processo d’internazionalizzazione della tecnologia e della scienza spagnole,<br />

soprattutto nell'ambito europeo; incrementare la competitività delle imprese attraverso l'uso di<br />

nuove tecnologie e favorire un'ampia diffusione delle nuove tecnologie nella società.<br />

In questo discorso si inserisce una fondazione privata di origine impresariale di cui è presidente<br />

onorario il Re Juan Carlos, il COTEC (Fondazione per l’innovazione Tecnologica), il cui scopo<br />

principale è contribuire allo sviluppo del paese mediante lo stimolo della innovazione<br />

tecnologica nelle imprese e nella societa’ spagnole. Recentemente sono state fondate altre due<br />

COTEC “sorelle”, una italiana e una portoghese. L’azione congiunta delle tre COTEC, italiana,<br />

spagnola e portoghese mira, tra l’altro ad acquisire un peso maggiore nell’accesso alle risorse<br />

europee, ed a colmare il dislivello che nell’area della promozione tecnologica penalizza i tre<br />

Paesi rispetto all’Europa del Nord.<br />

In <strong>Spagna</strong> l’energia solare ricopre un settore che conta investimenti per centinaia di milioni di<br />

euro con progetti per uso commerciale delle più innovative tecnologie, incentivi governativi e<br />

migliaia posti di lavoro. Già all’avanguardia nel fotovoltaico, il Regno di <strong>Spagna</strong> punta adesso<br />

su una delle più innovative tecnologie, il solare termodinamico. Applicato con successo in<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 40


California da oltre venti anni, questo sistema per trasformare i raggi del sole in energia è stato<br />

più volte sperimentato anche in Europa senza sfociare mai in progetti economicamente<br />

sostenibili. In ambito iberico il termodinamico è già un boom con almeno quaranta progetti in<br />

cantiere.<br />

A Sanlucar la Mayor, a pochi chilometri da Siviglia, sorge la prima torre solare costruita in<br />

Europa per scopi commerciali. Alta 115 metri, è capace di produrre energia per il fabbisogno<br />

annuo di almeno 6.000 abitazioni. Intorno alla torre sono schierati oltre 600 mega-specchi che<br />

ruotano insieme al sole in modo da carpirne i raggi durante tutta la giornata, per poi rifletterli<br />

verso un unico punto alla sommità della torre. Le temperature raggiunte nel camino gigante<br />

consentono all’acqua contenuta di evaporare, mettendo in moto le turbine. La torre è in un sito<br />

che il gruppo energetico spagnolo Abengoa vuole trasformare in un immenso campo solare e la<br />

centrale arriverà a coprire il fabbisogno di Siviglia (quasi 200.000 abitanti).<br />

All’avanguardia nel termodinamico è il gruppo tedesco Solarmillennium, che concentra la<br />

maggior parte dei suoi progetti in <strong>Spagna</strong>. Nella Sierra Nevada, vicino a Granada, sarà presto<br />

pronta la prima centrale basata su specchi parabolici. Per quanto riguarda l’energia eolica e<br />

fotovoltaica, le regioni di Murcia e Catalogna sono all’origine di grandi balzi in avanti in questo<br />

settore, e nell’energia rinnovabile in generale. Nella città di Elche, nella provincia di Alicante, si<br />

è brevettato un sistema che permette di generare corrente elettrica dalla combustione degli scarti<br />

del riso, con un conseguente impegno economico e future collaborazioni con tutto il Nord-ovest<br />

italiano. Con l’Italia inoltre si è giá dato avvio alla realizzazione di jont venture per la<br />

produzione di celle e pannelli fotovoltaici, aprendo così un margine di concorrenza rispetto al<br />

mercato tedesco. aerospaziale, l'industria dell'ambiente. In questo campo, potrebbe essere<br />

considerevole la futura partecipazione di industrie italiane specializzate nel fornire sistemi per<br />

l’estrazione e l’uso in grande scala di fonti di energie alternative come quelle ricavate sfruttando<br />

l’energia termica del sottosuolo (Geotermia) o altre fonti di energie pulite (solare, eolica,<br />

biomasse). Il campo della ricerca ecologica o della biocultura si profila per gli anni venturi<br />

come una delle poche alternative al problema dell’equilibrio e della cura dell’ambiente.<br />

Il settore dell'ambiente cresce ad una media del 20% annuo, percentuale che potrebbe triplicarsi<br />

nei prossimi anni, data la necessaria applicazione della nuova direttiva UE in materia (Direttiva<br />

del Consiglio n. 96/61/CE -IPPC - Integrated Pollution Prevention and Control) che obbligherà<br />

ad una profonda ristrutturazione dell'industria e alla realizzazione di forti investimenti in<br />

progetti e consulting ambientali.<br />

In <strong>Spagna</strong>, le zone con maggiore superficie e sviluppo in materia di bioagricoltura sono in<br />

primo luogo l’Andalusia e successivamente Valenza, Estremadura, Castilla-La Mancha,<br />

Catalogna, le Province Basche e La Rioja.<br />

Nel settore della ricerca, l’avviamento della bioagricoltura è relativamente recente. Pertanto,<br />

risulta indispensabile per la <strong>Spagna</strong> ricercare la collaborazione con altri paesi esteri. Il mercato<br />

spagnolo offre delle prospettive molto favorevoli per la sistemazione dei prodotti ecologici<br />

alimentari d’origine italiana e per la possibilità di raggiungere accordi con fabbricanti e<br />

istituzioni spagnole. I produttori italiani, in particolare nel campo dei prodotti agro-alimentari,<br />

cosmetici e farmaceutici, nonché delle tecnologie per lo sfruttamento agrario, hanno un prestigio<br />

e un meritato riconoscimento nel mercato spagnolo. Un’altra zona particolarmente attiva nel<br />

proporsi alle imprese estere come territorio d’insediamento di attività produttive è quella delle<br />

Isole Canarie. La condizione insulare è bilanciata da numerosi incentivi e vantaggi fiscali ed<br />

economici, che possono essere sfruttati dalle imprese interessate a progetti soprattutto di<br />

carattere tecnologico. L'obiettivo delle Isole è quello di diversificare la struttura produttiva della<br />

zona, cercando di sviluppare l'attività industriale e diminuire la dipendenza dal turismo. Infatti,<br />

queste nuove politiche si riflettono in un accordo, recentemente stipulato tramite le tre<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 41


fondazioni COTEC, con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano e l’Istituto<br />

Superiore Tecnico portoghese per la ricerca e sviluppo di nuove tecniche per la sorveglianza e il<br />

controllo delle variazioni sismiche e climatiche.<br />

Un'analisi dei settori e zone che offrono nuove opportunità di cooperazione tecnologica<br />

evidenzia che l'Andalusia, identificata in passato solo con agricoltura e turismo, si presenta oggi<br />

come una piattaforma per lo sviluppo di settori emergenti come l'energia rinnovabile.<br />

d) Suggerimenti per l’attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo<br />

pubblico per SACE e SIMEST<br />

Non esistono nei rapporti economico-commerciali tra Italia e <strong>Spagna</strong> particolari problematiche<br />

connesse con il sostegno finanziario ed assicurativo pubblico. In base alle piú recenti<br />

informazioni disponibili presso l’Ambasciata, nel 2005/2008 risultano in essere le seguenti<br />

garanzie assicurative di export di prodotti italiani verso la <strong>Spagna</strong>:<br />

1) Fornitura di rocchettatrice per tondini e macchinari ausiliari da parte della società Danieli &<br />

C. Officine Meccaniche SpA all’impresa spagnola Nervacero S.A. –Valle de Trapaga per un<br />

valore di 7.050.000 euro –durata 7 anni più un anno e 4 mesi pre-ammortamento- deliberata il<br />

18.6.2003;<br />

2) E` stata deliberata la seguente operazione di garanzia assicurativa, cod.2005/147/A, impegno<br />

per un ammontare di 7.602.397,88 euro per la durata di 8 anni, acquirenti/debitore Kartogroup<br />

España S.L. – Buriana Castellón,garante: Kartogroup Carraia (J.U), Assicurato: Toscotec;<br />

3) E´stata inoltre deliberata la seguente operazione di garanzia assicurativa: impegno per un<br />

ammontare di 1.823.838,17 euro per la durata di cinque anni: assicurato Banco Santander<br />

Central Hispano , debitore/garante Inter-bon- Burgos.<br />

4) Passaggio di garanzia assicurativa: cod.2005/376/00. Impegno assicurativo: 67.162.940 euro,<br />

durata 8,5anni+ 10 mesi di pre-ammortamento.Richiedente: Danieli&Officine Meccaniche<br />

S.p.A.. Acquirente: AG Siderurgica Balboa SA Badajoz, garante: Nueva Balboa SLU – Badajoz<br />

(avallo su P/N).Contratto (entrato in vigore il 17.12.2004): fornitura di una acciaieria per profili<br />

medi ed un laminatoio per “profili grandi” (impianti completi) .<br />

5) Fornitura di una linea per la produzione di carta igienica. Impegno assicurativo per<br />

29.396.249 euro, operazione n.2006/606/0A completata il 15.9.06. Acquirente: CG¬WEPA S.L.<br />

Garante : Goma Camps S.A. (<strong>Spagna</strong>) e Wepa Papierfabrik GmbH & Co. K.G. (Germania).<br />

Esportatore: PMT ITALIA SPA PINEROLO-TORINO. Durata rischio: 7 anni + 5 mesi di pre<br />

ammortamento.<br />

6) n.Op. 2006/906/00. Fornitura, messa in servizio e assistenza di 52 treni Metro 9000 .<br />

Esportatore ANSALDOBREDA S.P.A. , il beneficiario è SPV FERROMOVIL 9000 S.L. di<br />

Madrid, l’assicurato è il Banco Santander Central Hispano S.A., il garante FINMECCANICA<br />

S.P.A. L’impegno assicurativo è passato da 43mln/€ a 53 mln/€. Durata rischio 40 mesi.<br />

7) Operazione n.2007/451/00. La DANIELI&C. Officine Meccaniche SpA ha siglato un<br />

contratto con la ditta spagnola BALBOA SA.- Badajoz per la fornitura integrata di una<br />

acciaieria e due laminatoi per la produzione di vergella e barre. L’impegno assicurativo della<br />

SACE é di 75mln/€.Il valore del contratto riguarda:<br />

- un laminatoio per profilati medi del valore di 38.956.026€<br />

- una acciaieria del valore di 32.041.146€<br />

- un laminatoio per profilati grandi del valore di 43.179.823€.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 42


Durata rischio: 8 anni e 6 mesi<br />

8) Operazione n. 2007/714/00. Alenia Aeronautica SpA ha siglato un contratto con la<br />

compagnia spagnola Aircraft Leasing Spain-Madrid per la fornitura di tre aerei ATR-72500.<br />

L’impegno assicurativo SACE ( per l’85% del valore della commessa) è di 18.714.042,16 euro.<br />

Il garante dell’operazione è Swiftair S.A.-Madrid.. Durata rischio 10 anni.<br />

9) Investimento a favore del KME GROUP SPA, primo produttore europeo di rame e leghe di<br />

rame diretto a sostenere un piano di investimenti delle sei controllate europee , tra le quali vi è<br />

la KME LOCSA S.A. – Santa Perpetua de Mogoda (<strong>Spagna</strong>). La SACE copriràil rischio di<br />

credito per un impegno assicurativo totale di 90 milioni di euro, che copre il 70% del<br />

finanziamento del Medio Credito Centrale (Gruppo Unicredit). Operazione 2008/37/00. Durata<br />

rischio: 10 anni e due mesi. Vita media operazione 5,25 anni. Totale <strong>Spagna</strong> 4.371 milioni di<br />

euro.<br />

10) Operazione n.2008/333/00. Acquisto di due velivoli ATR 72-500 della ATR/Alenia<br />

Aeronautica SPA da parte della ISLAS AYRWAYS (“ISLAS”) . La SACE coprirà il rischio di<br />

credito per un impegno assicurativo di 11 milioni di euro. Durata rischio 10 anni.<br />

3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO<br />

a) Ostacoli alla libera circolazione delle merci<br />

Come Paese dell’Unione Europea, la <strong>Spagna</strong> non presenta particolari problematiche relative<br />

all’accesso al mercato. In linea generale, infatti, la normativa spagnola, recependo ampiamente<br />

le norme dell’UE relative agli obblighi derivanti ai Paesi membri in materia di libera<br />

circolazione dei servizi, dei capitali e la libertà di stabilimento delle imprese (con un tasso di<br />

adempimento del 95%, tra i piú alti tra i paesi membri secondo quanto riconosciuto dalle stesse<br />

istituzioni comunitarie), non frappone ostacoli particolari all’attività nel territorio nazionale di<br />

imprese straniere.<br />

Si ritengono tuttavia utili alcune considerazioni che attengono specificamente all’approccio<br />

delle aziende a questo mercato.<br />

Ad oggi, il 70% del tessuto industriale italiano presente su questo mercato, rappresentato da<br />

piccole e medie imprese operanti in diversi settori industriali e commerciali, è concentrato nelle<br />

tre regioni economicamente più vivaci e più affini all’Italia sia sul piano socio-culturale che su<br />

quello della struttura industriale, quali la catalana, la valenziana e la madrilegna. Negli ultimi<br />

anni, tuttavia, a seguito del crescente protagonismo dei poteri locali, sono emerse regioni di<br />

potenziale interesse per i nostri rispetto alle tre sopraccitate come la Galizia, l’Estremadura,<br />

Canarie e l’Andalusia.<br />

Aumenta, proporzionalmente, la necessità per le aziende di interloquire con un crescente<br />

numero d’autorità locali. La complessità della struttura pubblica regionale crea a volte – in<br />

particolare per le piccole e medie imprese - problematiche di carattere economico ed<br />

organizzativo che possono intralciare l’inserimento in quei mercati. Situazioni di<br />

discriminazione sono state talora riscontrate nei confronti d’imprese italiane operanti in<br />

territorio spagnolo. L’intervento dell’Ambasciata presso le competenti Autorità spagnole, nella<br />

maggior parte dei casi, è riuscito a far valere con la controparte le ragioni delle imprese italiane.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 43


) Ostacoli alla libera circolazione dei servizi, dei capitali e libertà di stabilimento delle<br />

imprese<br />

Altro punto “critico” del mercato spagnolo è rappresentato dalle obiettive difficoltà presentate<br />

dal settore delle commesse e delle gare in generale, in ambito infrastrutturale. Come rilevato<br />

dalla stessa stampa locale, infatti, negli ultimi otto anni la <strong>Spagna</strong> è stata uno dei mercati più<br />

dinamici per le infrastrutture. Ciononostante, nessuna grande impresa di costruzioni straniera ha<br />

avuto uno spazio reale nei numerosi progetti varati dall’Amministrazione spagnola. Spesso i<br />

capitolati d’appalto vengono pubblicati (specialmente quelli d’importo elevato) in date così<br />

ravvicinate a quelle delle gare, da rendere difficile, se non praticamente impossibile la<br />

partecipazione di concorrenti stranieri. Inoltre, nei lavori pubblici, esiste uno strumento,<br />

riconosciuto dall’articolo 202 della “legge dei Contratti dello Stato”, che prevede la possibilità<br />

da parte del vincitore dell’appalto, di richiedere un incremento del budget rispetto a quello<br />

previsto al momento della presentazione del proprio progetto al bando.<br />

A livello giuridico-legislativo la richiesta deve esser basata da “ragioni d’interesse pubblico ed<br />

utilizzo in caso di imprevisti”, secondo quanto stabilito dalla suddetta legge. Inoltre, l’istanza<br />

deve esser poi trasmessa al Consiglio dei Ministri per eventuale approvazione. In linea pratica,<br />

le imprese spagnole partecipano al concorso indetto dallo Stato presentando sovente dei progetti<br />

con grosse riduzioni sui prezzi/costi di realizzazione. Questi “sconti” si aggirano generalmente<br />

intorno al 20% del prezzo reale, per raggiungere in taluni casi, il 40%. La “variante d’opera”<br />

spesso pertanto facilita le imprese di rientrare dei costi e aver garantito il guadagno sul singolo<br />

progetto. La Commissione europea ha intenzione di far desistere la <strong>Spagna</strong> da simile prassi non<br />

escludendo di trascinarla dinanzi al Tribunale di Giustizia dell’UE.<br />

Con Decreto Reale n.1109/2007 del 24.8.2007 sono stati aggiornati i requisiti richiesti alle<br />

imprese costruttrici che desiderano partecipare a bandi di gara. La nuova normativa, mentre<br />

incentiva le offerte con uso di alta tecnologia, impone alle imprese l’obbligo di utilizzare una<br />

percentuale minima di personale a tempo indeterminato, rispetto al totale dei lavoratori<br />

impiegati nel progetto. Negli ultimi anni questa percentuale è aumentata, dal 10% del 2007 al<br />

20% del 2008, ed infine al 30% nel 2010. Al tempo stesso, sono stati introdotti requisiti, al fine<br />

di aggiudicarsi le gare pubbliche, relativi al possesso di macchinari e attrezzature direttamente<br />

da parte delle ditte vincitrici, senza necessità di subappalti. E’ stato creato inoltre un Registro<br />

delle Imprese Accreditate che dovrà essere rinnovato ogni tre anni.<br />

Anche la gestione delle concessioni di servizi aeroportuali da parte dell’ente nazionale preposto<br />

(AENA) è talora scarsamente trasparente.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 44


4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO<br />

CONGIUNTO<br />

a) Mappatura delle iniziative di sostegno all’internazionalizzazione del sistema<br />

produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l’ICE intendono realizzare<br />

nel corso del secondo semestre del 2010<br />

Iniziative dell’ufficio ICE di Madrid per il secondo semestre 2010<br />

Presentazione Fiere PITTI (Barcellona, novembre 2010)<br />

Nell’ambito dell’intesa operativa con Pitti Immagine sarà organizzata a Barcellona la<br />

presentazione alla stampa locale di Pitti Uomo, Pitti Bimbo e Pitti Filati 2010. L’obiettivo<br />

principale della collaborazione tra ICE e Pitti è quello di presentare nei mercati esteri, compreso<br />

quello spagnolo, le novità delle fiere che Pitti organizza.<br />

Immagine Italia & Co (dicembre 2010/febbraio 2011)<br />

Nell’ambito della Convenzione operativa tra ICE e Regione Toscana sarà realizzata una<br />

Campagna pubblicitaria a sostegno della Fiera Immagine Italia & Co (Firenze, febbraio 2011).<br />

Si tratta di una manifestazione riguardante i settori della biancheria per la casa, biancheria<br />

intima, complementi di arredo e tessile per l’arredo. Per la campagna pubblicitaria spagnola<br />

saranno scelte primarie riviste settoriali.<br />

Missioni commerciali operatori/giornalisti spagnoli in Italia (2º semestre 2010)<br />

- Roman Fiction Fest – Roma (5/10 luglio 2010) settore audiovisivo. Missione operatori.<br />

- Milano Unica – Milano (8/10 settembre 2010) settore tessuti per abbigliamento. Missione<br />

giornalisti.<br />

- Flormart – Padova (9/11 settembre 2010) settore florvivaismo. Missione operatori.<br />

- Expo Bici – Padova (18/20 settembre 2010) settore bicicletta sportiva. Missione giornalisti.<br />

- Valenza Gioielli – Valenza Po’ (2/5 ottobre 2010) settore gioielleria. Missione operatori.<br />

- 27ª BIMU – Milano (5/7 ottobre 2010) settore macchine utensili. Missione giornalisti.<br />

- Macfrut – Cesena (6/8 ottobre 2010) settore ortofrutticolo. Missione operatori.<br />

- Festival del Cinema di Roma – Roma (29 ottobre/6 novembre 2010) settore audiovisivo.<br />

Missione operatori.<br />

- Eicma Bici ed Eicma Moto – Milano (1/4 novembre 2010) – settore ciclo e motociclo.<br />

Missione giornalisti.<br />

- Medfilm Festival – Roma (11/21 novembre 2010) – settore audiovisivo. Missione<br />

operatori.<br />

- Incoming operatori esteri di articoli sportivi – Treviso (17/18 novembre 2010) – settore<br />

articoli sportivi. Missione operatori.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 45


- Matching – Milano (22/24 novembre 2010) settore agroalimentare, metalmeccanico,<br />

arredo-costruzioni. Missione operatori e giornalisti.<br />

- Fiera del Libro di Roma “Più Libri Più Liberi” – Roma (4/8 dicembre 2010) settore<br />

editoria. Missione operatori.<br />

- Immagine Italia & Co – Firenze (dicembre 2010/febbraio 2011) settore intimo, mare e<br />

biancheria per la casa. Missione operatori.<br />

b) Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative<br />

promozionali nel corso del 2011<br />

Le iniziative promozionali proposte da ICE Madrid per l’anno 2011 sono le seguenti:<br />

Presentazione delle Film Commission presso il Festival del Cinema di San Sebastián<br />

(settembre 2011)<br />

Come già indicato nel capitolo relativo all’individuazione delle aree di intervento, la presenza<br />

italiana nel mercato spagnolo dell’audiovisivo è ancora limitata e ci sono indubbi spazi per<br />

aumentare le coproduzioni e per sviluppare l’utilizzo di “location” italiane da parte di case<br />

cinematografiche spagnole.<br />

Si considera, quindi, opportuna la realizzazione di un evento dedicato alla presentazione delle<br />

Film Commission italiane, al fine di offrire agli operatori spagnoli un ventaglio sufficientemente<br />

ampio ed attraente dell'offerta italiana, nonchè la promozione del territorio italiano per le<br />

produzioni /coproduzioni spagnole.<br />

Fiera Modacalzado – Madrid (settembre 2011)<br />

La partecipazione ICE/ANCI alla fiera Modacalzado di Madrid con uno stand di supporto agli<br />

espositori italiani e, soprattutto, la presentazione delle ultime tendenze delle calzature italiane,<br />

sul modello di quelle realizzate dal 2006 ad oggi, rappresentano un tipo di azione idonea per<br />

mantenere l’immagine di prestigio della scarpa “Made in Italy” ed offrire il supporto necessario<br />

ai marchi italiani presenti in questa fiera, principale evento del settore nel mercato locale.<br />

La suddetta presentazione ha sempre riscosso un forte successo tra i giornalisti spagnoli ed<br />

internazionali presenti al Salone ed ha consentito, anche grazie alla campagna pubblicitaria<br />

realizzata in occasione della fiera, buoni ritorni sulla stampa con un investimento promozionale<br />

molto contenuto.<br />

Incontro italo/spagnolo nel settore delle energie alternative – Madrid (novembre 2011)<br />

L’iniziativa che si propone consiste in un Workshop per lo studio di ipotesi di collaborazione<br />

tra imprese italiane e spagnole finalizzato, da un lato, alla presentazione delle più moderne<br />

tecnologie italiane applicate in questo settore e, dall’altro, alla realizzazione di incontri “one to<br />

one” tra imprese italiane e spagnole per l’avvio di progetti congiunti, che potrebbero anche<br />

beneficiare di finanziamenti sia comunitari che locali.<br />

In occasione del workshop ICE, potrebbe anche essere realizzato un catalogo delle imprese<br />

italiane che aderiranno all’iniziativa, con l’inserimento di schede aziendali ed eventuali schede<br />

di progetti proposti. È previsto anche il coinvolgimento del mondo scientifico e universitario dei<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 46


due Paesi. Il workshop potrebbe vedere anche la collaborazione attiva dell’addetto scientifico<br />

dell’Ambasciata d’Italia.<br />

Il piano promozionale ICE per il 2011 dovrebbe prevedere anche la partecipazione collettiva<br />

alle fiere Alimentaria di Barcellona (edizione marzo 2012) e BIEHM – Biennale della Macchina<br />

Utensile di Bilbao (edizione marzo 2012). Infatti, benché tali manifestazione si realizzeranno<br />

nell’anno successivo, per ragioni finanziarie le stesse dovrebbero figurare nel programma 2011.<br />

Inoltre, nello stesso anno si organizzeranno anche le tradizionali 20/30 missioni di operatori e<br />

giornalisti spagnoli in visita a fiere italiane.<br />

5 AGGIORNAMENTI DAL CONSOLATO GENERALE A BARCELLONA<br />

La circoscrizione Del Consolato Generale a Barcellona comprende le seguenti regioni della<br />

<strong>Spagna</strong>: Aragona, Isole Baleari, Catalogna, Murcia, Comunita' Valenzana. La superficie totale e'<br />

di 119.385 Kmq, ovvero il 23,65% dell'intero Paese con una popolazione di 16.109.295, pari al<br />

35,15% della popolazione spagnola (31.12.2008). La Catalogna e la Comunita Valenzana hanno<br />

rispettivamente il 15,95% ed 10,90% degli abitanti della <strong>Spagna</strong>.<br />

I dati riferiti alla Catalogna evidenziano una diminuzione del PIL del 4,1% per lanno 2009,<br />

mentre durante il 1 trimestre 2010 leconomia catalana ha ricominciato a crescere di un timido<br />

0,2% interannuale (dopo sette trimestri consecutivi di Pil negativo), registrando una<br />

diminuzione del - 1,9% rispetto allo stesso periodo del 2009. Nel settore delle costruzioni il calo<br />

e' stato del - 6,3 % per l' anno 2009 e del 4,7% (stima) per 1 semestre 2010. Lindustria ha<br />

segnato una diminuzione del -12,3% nel 2009 e del 6,7% nel 1 semestre 2010 (stima). La<br />

disoccupazione e' stata del 16,2% a fine 2009, mentre nel 1 trimestre 2010 del 17,9% (stima).<br />

Nel sentire comune, gli Istituti di credito locali in particolare le Casse di Risparmio (Caixas)<br />

sono ritenuti in buona parte responsabili per la crisi che tuttora si protrae. Il messaggio<br />

pubblicitario di queste nellultimo quinquiennio e' stato qualificato come devastante da molti<br />

analisti per gli effetti che ha indotto nella societa', tradizionalmente cauta nella spesa e<br />

previdente per il futuro. Secondo le ultime stime della Camera di Commercio, Industria e<br />

Navigazione di Barcellona il PIL regionale si contrarra' dello 0,7%nel 2010 come conseguenza<br />

degli effetti che provochera' limplementazione del pianodi austerita' approvato dallo Stato a<br />

finale di maggio. Per settori produttivi e' previsto una crescita nei servizi del 0,4% annuale,<br />

nellindustria una caduta piu' moderata dello 1,8% e nelle costruzioni potrebbe cadere dello<br />

8,3%. Le prospettive nel settore del commercio per il secondo semestre 2010 sono<br />

considerabilmente migliorate. Linflazione annuale dovrebbe attestarsi attorno al + 2,4% per la<br />

<strong>Spagna</strong> e + 2,4% per la sola Catalogna (stime)<br />

Visione sulle singole regioni:<br />

L'Aragona che grazie ai massicci investimenti operati nel settore delle infrastrutture e nel<br />

recupero dell'edilizia residenziale, strumentali per l'Expo Saragozza 2008, e' stata la sola regione<br />

a mantenere una crescita robusta, sospinta allora da un flusso turistico che ha segnato un record<br />

storico per la regione, dopo la chiusura dell'Esposizione stessa ha subito fino al 1 trimestre 2010<br />

la crisi che ha toccato trasversalmente tutti i settori produttivi. Il Pil e' caduto nel 2009 del 4,4%.<br />

Il comparto manifatturiero ha conosciuto una brusca caduta degli ordinativi onde il ricorso<br />

sempre piu' massiccio alla cassa integrazione che ha indotto ad un rallentamento dei consumi.<br />

La disoccupazione e' salita dal 7,2% del 2008 al 13,0% del 1 sem. 2009 ed ora al 15,2% del 1<br />

sem. 2010.<br />

La piu' grande impresa nella provincia, la General Motors (2008/2009) ha accusato una caduta<br />

media del 35% negli ordinativi e ha predisposto una turnazione di cassa-integrazione per i<br />

dipendenti; altre aziende medio-grandi sebbene sane e con i conti in ordine stanno facendo<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 47


icorso alla cassa integrazione. Nel contempo, tutte le imprese stanno diminuendo<br />

surrettiziamente il personale dipendente evitando di rimpiazzare gli elementi che lasciano il<br />

lavoro per limiti di eta' od altri motivi.<br />

La Catalogna ha una popolazione di 7.504.881 abitanti (2010) di cui 6.311.598 di cittadinanza<br />

spagnola e 308.999 cittadini della U.E. Il reddito familiare (ultimi dati 2004) e stato di 14.100<br />

euro pro capita. Il Pil della Catalogna e' di milioni di euro ed il PIL pro capita di 26.831 euro<br />

(nel 2001 era di 21.100) e nel periodo 2000/2009 e' cresciuto del 2,09%. L’inflazione totale a<br />

giugno 2010 e' stata del 1,7% e nel 2 semestre dovrebbe assestarsi tra il 2,0 ed il 2,4% (stime).<br />

La Catalogna ben nota per il suo modello di sviluppo economico e punto di riferimento per<br />

l'intero Paese (al primo posto in <strong>Spagna</strong> per il suo contributo al Pil), continua ad attraversare<br />

anche nel 2010 una contingenza di difficile gestione: si e' quasi del tutto bloccato il comparto<br />

delle costruzioni civili, con sensibili ripercussioni nel relativo vasto indotto. Negli ultimi<br />

quindici anni il settore aveva registrato una crescita andata oltre le migliori aspettative e spesso<br />

definita dopata dagli analisti finanziari che osservavano, con preoccupazione, il formarsi di una<br />

bolla speculativa trainata da un sistema creditizio generoso. Le opere infrastrutturali nonostante<br />

le difficolta' contingenti e le revisioni al ribasso apportate di recente dal Governo centrale ai<br />

progetti originali, vanno comunque avanti. Il nuovo terminale T1 dellaeroporto El Prat e'<br />

operativo dal settembre 2009 ed i collegamenti alle citta'europee sono aumentati durante il 2<br />

sem. 2009 ed il 1 sem. 2010. Barcellona e la regione dispongono ora del piu' grande aeroporto<br />

dell' Europa mediterranea sia per il traffico passeggeri che delle merci.<br />

Il PIL pro capita degli abitanti della Catalogna e' stato di 29.757 euro, mentre le esportazioni<br />

sono state di 50.314 milioni di euro al fronte di importazioni di 76.233 milioni di euro (dati<br />

consolidati 2008). Gli investimenti diretti esteri sono stati di 3 miliardi e 360.666 euro. Nel<br />

2009 si e' verificata una contrazione del 18,2% delle esportazioni e del 23.1% delle<br />

importazioni.<br />

A livello comunale e provinciale continuano i lavori di ammodernamento e prolungamento della<br />

rete metropolitana e ferroviaria regionale i cui fine lavori sono stati programmati<br />

rispettivamente nel 2012 e 2013. Sul versante marittimo continua l'espansione del porto di<br />

Barcellona, primo nel mediterraneo per traffico crocieristico. E' cresciuta in modo esponenziale<br />

anche nella prima meta' del 2010 la massa degli immobili civili invenduti che, a cascata, ha<br />

provocato sensibili problemi finanziari ai costruttori esposti con le banche, mentre si assiste ad<br />

un sensibile passaggio di mano di costruzioni dai costruttori agli istituti di credito mutuanti. La<br />

crisi dei mutui ha generato problemi sociali che prima della crisi della seconda meta' del 2008<br />

apparivano lontani. Il sistema bancario e delle Casse di Risparmio, alla luce delle pesanti perdite<br />

subite, ha adottato durante il 2009 ed i primi mesi del 2010 criteri di concessione di prestiti<br />

estremamente prudenti rispetto al recente passato. I nuovi sistemi restrittivi, al contrario, stanno<br />

creando serie difficolta' anche alle aziende che soffrono di momentanei problemi di liquidita'.<br />

Per cio che concerne la realizzazione di progetti nel settore alberghiero a luglio 2010 risulta che<br />

la crisi economica e lincertezza ha ritardato del 50% tali progetti. A Barcellona ci sono ben 40<br />

edifici turistici in costruzione che ritarderanno lapertura di uno o due anni. Comunque nel primo<br />

semestre 2010 sono stati firmati cinque nuovi progetti alberghieri; tutti sono per ristrutturazione<br />

di edifici esistenti o cambio di uso. Il mercato dei terreni costruibili e'completamente fermo, n<br />

onostante la caduta dei prezzi si sono dimezzati rispetto al 2008.<br />

La presenza di turisti in Catalogna e' stata nel 2009 di 14,8 milioni e Barcellona riceve circa 5<br />

milioni di visitanti stranieri ogni anno ed e' la quarta citta' piu' visitata d'Europa (fonte<br />

IDESCAT).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 48


Si e' osservato durante il 2008 un calo nella qualita' calcolata sui minori consumi tipicamente<br />

turistici insieme alla sempre piu' diffusa tendenza ad accorciare i soggiorni. Nel 2009 tale<br />

tendenza negativa si e consolidata e con un calo del turismo del 20%. Da rilevare che il PIL<br />

regionale rappresenta il 18,2% del PIL spagnolo, al primo posto prima di Madrid e lAndalusia e<br />

Valencia (9,7%), mentre il numero delle imprese, pari a 612.404, costituisce il 18,2% del totale<br />

delle imprese del Paese. I predetti indicatori mostrano chiaramente la rilevanza strategica che<br />

l'economia catalana rappresenta per l'intero Paese.<br />

Per cio che concerne i dati macroeconomici della Comunita' Valenzana, Mursia e Baleari<br />

non si sono verificate situazioni piu' favorevoli durante il 2009 ed i primi mesi del 2010 ed i dati<br />

appaiono appesantiti dagli stessi problemi esposti per la Catalogna, giacche' la crisi delle<br />

costruzioni e dei mutui attraversano trasversalmente tutte le regioni. Inoltre, il turismo<br />

internazionale e domestico, che rappresenta una voce importante nell'economia locale, ha<br />

mostrato chiari segnali di declino quantitativo e qualitativo. In particolare nelle Baleari, dove il<br />

turismo si pone come il maggior cespite in assoluto per l'occupazione e la creazione di<br />

ricchezza, gli evidenti segnali di rallentamento generano maggiori apprensioni.<br />

L'economia dell'intera circoscrizione e' saldamente ancorata nell'ordine - seppure con<br />

percentuali leggermente diverse da regione a regione - su: terziario, industria e costruzioni,<br />

agricoltura, allevamento e pesca. Il turismo, in tutte le sue accezioni, per numero di addetti,<br />

investimenti e generazione di ricchezza, costituisce la voce economica piu' importante. Ulteriore<br />

componente turistica di elevata importanza economica, limitata pero' alla provincia di<br />

Barcellona, e' quella fieristico-congressuale. La citta', grazie alla sua spiccata vocazione<br />

all'accoglienza internazionale che l'ha resa meta turistica per eccellenza, si e' stabilmente<br />

imposta anche quale importante polo fieristico nel bacino del mediterraneo, dotandosi di<br />

strutture di avanguardia in grado di ospitare manifestazioni di rilievo internazionale come:<br />

COSTRUMAT, ALIMENTARIA (biennale, intercalata da una fiera di minore impatto:<br />

Degusta), TURISMO, SALONE DEL DIPORTO, SALONE DEL CARAVAN, solo per citare<br />

le piu' importanti. Discreto il successo dei diversi Centri congressi di Barcellona che, sebbene<br />

con notevoli rallentamenti durante il 2009 registrano ora un aumento nel 2010 del 150% delle<br />

richieste di accoglienza di vari eventi rispetto al 2008. Il successo congressuale di Barcellona<br />

scaturisce da un mixing di offerta culturale, presenza di strutture alberghiere di alta classe (che<br />

continuano a aumentare nonostante la crisi delle costruzioni) e personale specializzato con costi<br />

concorrenziali,specialmente quando si acquistano in anticipo pacchetti turistico-congressuali<br />

variamente articolati.<br />

Il traffico crocieristico ha dato segnali di un lieve aumento durante la seconda meta' del 2009<br />

sulle piazze di Barcellona, Valencia e Palma di Mallorca. E nei primi sei mesi del 2010<br />

laumento si e' ulteriormene consolidato.<br />

Altra voce importante nel quadro economico generale, e' costituita dai trasporti terrestri,<br />

marittimi e aerei che si avvalgono di piattaforme logistiche intermodali che fanno della <strong>Spagna</strong><br />

sud-orientale il piu' grande complesso logistico-portuale del mediterraneo, tanto da porsi come<br />

testa di ponte strategica per le autostrade del mare.<br />

Barcellona ha tenuto saldamente il primo posto come principale porto turistico nel mediterraneo<br />

e tra i primi del mondo.<br />

Anche il traffico dei containers durante il 2010 ha segnato una discreta crescita.<br />

L'industria manifatturiera e' cresciuta anche se ad un ritmo leggermente inferiore (-0,5%)<br />

rispetto alle aspettative. Il processo di delocalizzazione industriale si e' ridotto a causa di una<br />

minore propensione agli investimenti e delle maggiori difficolta' ad ottenere i necessari fidi<br />

bancari. Anche famose filiali di aziende italiane che operano in questa circoscrizione da molti<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 49


decenni hanno ristrutturato i relativi processi produttivi con riduzione del personale e<br />

accorpamento di unita' industriali, secondo i progetti e le necessita' elaborati nelle sedi<br />

direzionali italiane.<br />

La bilancia commerciale con lItalia per il periodo gennaio/giugno 2010 e positiva per il nostro<br />

Paese. Esportiamo verso la Catalogna beni per un valore di 3.188.535 (migliaia di euro) ed<br />

importiamo per un valore di 2.295.452 (migliaia di euro). Nel 2009 le esportazioni italiane sono<br />

state di 5 miliardi 747.863.<br />

Presenza di aziende italiane e proiezioni di breve-medio termine.<br />

Il tessile : abbigliamento femminile, pelletteria, calzature e moda sportiva del settore medio alto<br />

e lusso difendono bene le posizioni acquisite, mentre l'abbigliamento maschile sta incontrando<br />

delle difficolta' dovute alla concorrenza di prodotti locali.<br />

Il design italiano appare saldamente ancorato sul territorio e funge da motore per la richiesta di<br />

mobili per ufficio, accessori di alta moda, gioielleria e orologeria di alta gamma.<br />

La ristorazione italiana, nonostante gli sforzi promozionali di questo Consolato Generale in<br />

cooperazione con la Camera di Commercio di Barcellona e l'Accademia Italiana della Cucina,<br />

stenta ad affermarsi per molteplici fattori, salvo pochi casi di eccellenza, come ristorazione di<br />

qualita'. Questa infatti potrebbe fungere da traino per una piu' massiccia richiesta di prodotti<br />

della nostra agro-industria. Si rileva comunque un trend positivo nell'importazione di prodotti<br />

gastronomici italiani di alta qualita', commercializzati da punti vendita inseriti nelle grandi<br />

catene di distribuzione, rivolti ad un target medio alto di consumatori. Nei centri minori risulta<br />

ancora difficile rinvenire prodotti alimentari made in Italy.<br />

L'espansione dei nostri prodotti a base di cioccolato e miscele di caffe', nonostante un lieve<br />

rallentamento e' ancora buona.<br />

La presenza di compagnie italiane nel mercato dei servizi assicurativi locali e' consolidata<br />

(GruppoGenerali); la presenza bancaria italiana nella circoscrizione, segnatamente a Barcellona,<br />

e' rappresentata nel 2010 dalla sola Fibanc Mediolanum. LIntesa San Paolo si e' ritirata a fine<br />

2009 inizio 2010 definitivamente da Barcellona ed ha lUfficio a Madrid.<br />

Pur avendo subito un rallentamento rispetto al passato, anche nel corso del 1 semestre 2010 le<br />

presenze di imprenditori italiani ad incontri, attivita' promozionali e partecipazioni alle fiere di<br />

Barcellona e' stata discreta<br />

In ogni occasione gli espositori italiani - ripetutamente visitati da questo Consolato Generale - si<br />

sono dichiarati abbastanza soddisfatti per i risultati ottenuti in termini di contatti e/o di<br />

ordinativi ed hanno manifestato interesse a tornare in occasione di ulteriori simili iniziative.<br />

Tali partecipazioni si rivelano interessanti alla luce dei contatti che gli imprenditori italiani<br />

stabiliscono non solo per il mercato iberico ma anche per i Paesi del Sud America. Barcellona si<br />

pone infatti come importante soggetto catalizzatore commerciale per gli imprenditori dei<br />

predetti Paesi e come varco attraverso il quale molti prodotti europei si indirizzano ai Paesi sud<br />

americani.<br />

Il Consolato Generale ha istaurato durante il 2009 e nei primi mesi del 2010 una attiva<br />

collaborazione con la prestigiosa Camera di Commercio Industria e Navigazione (Cambra) di<br />

Barcellona, firmando un apposito Accordo di collaborazione. Infatti la presenza di imprese<br />

italiane o a capitale misto iscritte alla Cambra de Comerc e molto alta (ca. 400).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010 50

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