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Repubblica di Corea - Ice

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<strong>Repubblica</strong> <strong>di</strong> <strong>Corea</strong>


AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010<br />

REPUBBLICA DI COREA<br />

1. QUADRO MACROECONOMICO<br />

a) Andamento congiunturale e rischio Paese<br />

La <strong>Corea</strong>, con una popolazione <strong>di</strong> 48,7 milioni <strong>di</strong> abitanti ed un’estensione territoriale <strong>di</strong> 99.274<br />

Km², è oggi la quin<strong>di</strong>cesima economia mon<strong>di</strong>ale secondo la Banca Mon<strong>di</strong>ale (con un PIL<br />

stimato a circa 832,9 miliar<strong>di</strong> USD), la quarta in Asia dopo Giappone, Cina e In<strong>di</strong>a, una delle<br />

realtà più solide tra i paesi emergenti.<br />

La <strong>Corea</strong> è un Paese moderno, industrializzato e membro dell’OCSE. Con i suoi 17.175 USD <strong>di</strong><br />

red<strong>di</strong>to pro capite nel 2009 ed i suoi notevoli tassi <strong>di</strong> crescita, sta sempre <strong>di</strong> più affermandosi<br />

come uno dei Paesi protagonisti della scena economica mon<strong>di</strong>ale. L’assegnazione<br />

dell’Esposizione internazionale del 2012 alla città coreana <strong>di</strong> Yeosu contribuirà ulteriormente ad<br />

innalzare gli investimenti interni e l’interscambio con l’estero <strong>di</strong> questo Paese. Il prossimo 1°<br />

luglio entrera` inoltre in vigore l’accordo <strong>di</strong> libero scambio (FTA) con l’Unione Europea,<br />

firmato il 6 ottobre 2010, che si prevede avra` un effetto <strong>di</strong> aumentare <strong>di</strong> circa il 20%<br />

l’interscambio tra UE e <strong>Corea</strong>. Anche l’assegnazione alla <strong>Corea</strong> del Sud della Presidenza del<br />

G20 per il 2010, assieme al Canada, costituisce un fattore <strong>di</strong> enorme importanza per la ulteriore<br />

promozione <strong>di</strong> Seoul sulla scena economica internazionale.<br />

Nel primo semestre 2010 l’economia coreana ha mostrato chiari segnali positivi <strong>di</strong> ripresa dalla<br />

crisi finanziaria, facendo registrare tassi <strong>di</strong> crescita che la collocano al quinto posto tra le<br />

economie dei Paesi del G20 (dopo Cina, In<strong>di</strong>a, Brasile e Turchia).<br />

I dati OCSE permettono <strong>di</strong> quantificare l’ottima prestazione coreana in una crescita dell’8.1%<br />

nel primo trimestre 2010 e del 7.2% nel secondo, corroborando così la previsione del FMI <strong>di</strong> un<br />

aumento nel 2010 del PIL <strong>di</strong> questo Paese del 6,1%.<br />

Benché fortemente colpita dalla contrazione dei mercati <strong>di</strong> esportazione e dalla stretta cre<strong>di</strong>tizia<br />

del 2008, che ha comportato una consistente svalutazione della moneta nazionale (il Won) e<br />

della borsa valori a seguito <strong>di</strong> una fuga <strong>di</strong> capitali esteri, la performance dell’economia coreana<br />

ha intrapreso presto la via d’uscita dalla crisi sin dal 2009. Il Governo del Presidente Lee ha a<br />

suo tempo attuato un aggressivo pacchetto <strong>di</strong> misure economiche pari al 5% del PIL (più alto<br />

rispetto a quello <strong>di</strong> altri Paesi del G20, con una me<strong>di</strong>a del 2%) e ciò è stato possibile solo grazie<br />

alla soli<strong>di</strong>tà della finanza pubblica coreana.<br />

Tra i risultati positivi riportati dalla <strong>Corea</strong> nel primo semestre 2010 occorre menzionare l’ottimo<br />

andamento delle esportazioni che, trainate dai settori chiave dell’industria nazionale (in<br />

particolare semiconduttori, elettronica e automobili), hanno sfruttato la svalutazione del Won e<br />

stanno contemporaneamente beneficiando in questi mesi del risanamento dell’economia<br />

mon<strong>di</strong>ale e interna, nonché dell’espansione della domanda aggregata.<br />

Nel 2009 la <strong>Corea</strong> si è confermata tra i primi nove Paesi esportatori al mondo registrando un<br />

surplus commerciale record <strong>di</strong> 41 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> USD, ed i risultati della prima metà del 2010 fanno<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


presagire un andamento altrettanto interessante; il surplus commerciale coreano ad agosto 2010<br />

ammontava infatti a 24,34 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> USD e, se tale trend proseguisse, potrebbe ripetersi<br />

un’annata da record.<br />

Come si vede l’economia coreana resta fortemente orientata alle esportazioni, dalle quali<br />

<strong>di</strong>pende il 43,5% del PIL, e ciò viene <strong>di</strong>mostrato anche dalla strategia degli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> libero<br />

scambio (FTA) che Seoul sta stringendo o punta a ratificare in tempi brevi. Tra questi accor<strong>di</strong><br />

ricopre particolare rilevanza quello con l’Unione Europea, che dopo intense negoziazioni è stato<br />

stabilito che verrà firmato il 6 ottobre 2010 ed entrerà in vigore dal 1 luglio 2011. Anche<br />

l’accordo con gli Stati Uniti, che giace non ratificato dal 2007, dovrebbe vedere una svolta<br />

decisiva in occasione della visita del Presidente americano Obama per il prossimo G20 <strong>di</strong> Seoul.<br />

Permangono tuttavia all’interno del quadro macroeconomico coreano alcuni elementi <strong>di</strong><br />

criticità, come il debito delle famiglie e delle piccole e me<strong>di</strong>e imprese che è cresciuto a livelli<br />

senza precedenti, oltre all’indebitamento delle gran<strong>di</strong> conglomerate (i noti “chaebol”), che<br />

destano una certa preoccupazione.<br />

Ad oggi, dopo se<strong>di</strong>ci mesi <strong>di</strong> minimo storico al 2%, la Banca <strong>di</strong> <strong>Corea</strong> ha proceduto ad un cauto<br />

rialzo dei tassi <strong>di</strong> interesse (portati a luglio al 2,25% e poi congelati), mentre il tasso <strong>di</strong><br />

inflazione è leggermente calato assumendo un valore del 2,6%.<br />

Per quanto concerne le riserve ufficiali in valuta estera detenute presso la Banca <strong>di</strong> <strong>Corea</strong>,<br />

l’ammontare <strong>di</strong>chiarato ad agosto è quantificabile in 285,35 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari, al quinto posto<br />

nel mondo per <strong>di</strong>mensione dopo quelle <strong>di</strong> Cina, Giappone, Russia e Taiwan. Resta vivo, a<br />

Seoul, il ricordo della crisi asiatica del 1997-98, che vide tra gli altri proprio la <strong>Corea</strong> del Sud in<br />

una grave crisi <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà, un pericolo che il Paese non intende rivivere.<br />

Circa gli investimenti <strong>di</strong>retti (FDI) italiani verso la <strong>Corea</strong>, il totale investito nella prima metà del<br />

2010 è pari a 14,6 milioni <strong>di</strong> USD, mentre nel 2009 era stato <strong>di</strong> 158 milioni <strong>di</strong> USD. Altrettanto<br />

esigui risultano gli investimenti coreani in Italia che ammontano per il primo semestre 2010 a<br />

0,7 milioni <strong>di</strong> USD, contro i 5,3 milioni <strong>di</strong> USD del 2009.<br />

Nonostante il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione sia leggermente calato negli ultimi sei mesi, passando da<br />

un 3,7% <strong>di</strong> fine 2009 all’attuale 3,3%, quella dell’occupazione rimane una questione <strong>di</strong> primaria<br />

importanza per il Governo coreano.<br />

Seoul sta perseguendo infatti l’obiettivo <strong>di</strong> stabilizzazione della ripresa economica attraverso la<br />

creazione <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro che possano sostenere e rafforzare la domanda interna; in agosto la<br />

creazione <strong>di</strong> 600.000 nuovi posti <strong>di</strong> lavoro da parte <strong>di</strong> imprese private ha supplito alla riduzione<br />

<strong>di</strong> 214.000 posti nel settore pubblico.<br />

La SACE colloca la <strong>Repubblica</strong> <strong>di</strong> <strong>Corea</strong> nella categoria <strong>di</strong> minor rischio “0” dell’OCSE. Ciò<br />

significa che sono confermate le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> garanzia e <strong>di</strong> affidabilità e non sono previste<br />

restrizioni nei riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo Paese.<br />

b) Grado <strong>di</strong> apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri<br />

Il nostro Paese ha con la <strong>Corea</strong> del Sud un rapporto fondato principalmente sull’interscambio<br />

commerciale. Nel 2009 l’interscambio tra Italia e <strong>Corea</strong> ha sofferto della crisi, pur restando ad<br />

un livello <strong>di</strong> riduzione inferiore a quello <strong>di</strong> altri partner europei. Su un totale <strong>di</strong> 6,3 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

dollari, anche il saldo a nostro favore (circa 716 milioni) nasce dall’effetto combinato <strong>di</strong> una<br />

riduzione delle importazioni coreane minore rispetto a quella delle esportazioni.<br />

Diversa la situazione degli investimenti nei due sensi, che restano molto contenuti per <strong>di</strong>verse<br />

ragioni analizzate più avanti. Per parte italiana, essi risentono anche delle problematicità che la<br />

<strong>Corea</strong> presenta ed è pertanto probabile che questo settore resti marginale per il prossimo futuro,<br />

ma ciò non dovrebbe esimere dal prendere in considerazione modalità e tipologie specifiche. Ad<br />

esempio, si può sfruttare al meglio la posizione <strong>di</strong> hub regionale della <strong>Corea</strong> con joint ventures<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


con imprese coreane, investimenti nel settore logistico o per la realizzazione <strong>di</strong> produzioni<br />

congiunte destinate al mercato regionale.<br />

Nel quadro del programma volto a rendere la <strong>Corea</strong> lo snodo economico, logistico e finanziario<br />

del Nordest asiatico, l’attuale Governo sta favorendo, tramite interventi legislativi e<br />

regolamentari, una maggiore presenza <strong>di</strong> capitali nel mercato finanziario e borsistico coreano,<br />

nei settori bancario ed assicurativo, nelle industrie ad alto tasso <strong>di</strong> innovazione tecnologica<br />

(aeronautica, elettronica, meccanica, biotecnologie, ecc).<br />

La <strong>Corea</strong> ha designato sei zone <strong>di</strong> libero scambio in altrettante regioni (su un totale <strong>di</strong> nove), ma<br />

nessuna <strong>di</strong> loro ha ancora raccolto i risultati sperati, né in produttività, né in una significativa<br />

crescita degli investimenti esteri, aumentando invece la speculazione immobiliare. Il Governo<br />

ha speso 71,31 mld USD per queste sei zone ma fra il 2004 e luglio 2010 ha raccolto solo 2,73<br />

mld USD in investimenti esteri.<br />

La <strong>Corea</strong> è un Paese tecnologicamente avanzato, il secondo al mondo per <strong>di</strong>ffusione e utilizzo <strong>di</strong><br />

tecnologie ICT, il primo per utilizzo <strong>di</strong> telefonia mobile (93% della popolazione), l’unico al<br />

mondo ad avere il 96% delle utenze con una connessione internet in banda larga ed uno dei più<br />

efficienti in materia <strong>di</strong> pagamento e trasferimento <strong>di</strong> valuta per via elettronica. Nonostante<br />

queste buone premesse, esistono ancora <strong>di</strong>versi ostacoli che impe<strong>di</strong>scono una maggiore<br />

partecipazione straniera all’economia coreana, a cominciare dall’instabilità politica derivante<br />

dall’incognita della <strong>Corea</strong> del Nord con i suoi propositi nucleari, per giungere poi a fattori più<br />

imme<strong>di</strong>ati quali le elevate spese fiscali e i costi dei fattori <strong>di</strong> produzione, in particolare per<br />

quanto riguarda l’affitto degli immobili e il costo della manodopera. Pur essendo preparata e<br />

con un alto livello d’istruzione, la manodopera coreana richiede infatti un compenso non<br />

paragonabile a quello <strong>di</strong> altri Paesi asiatici, attestandosi ad una me<strong>di</strong>a mensile <strong>di</strong> circa 1200 euro<br />

per un operaio specializzato.<br />

Un’altra critica comune delle imprese straniere verso l’ambiente impren<strong>di</strong>toriale coreano è il<br />

basso grado <strong>di</strong> trasparenza delle politiche fiscali, con la sensazione comune che queste ultime<br />

abbiano per gli stranieri valore più tassativo in confronto alle imprese locali. Dall’“FDI<br />

Restrictiveness Index” pubblicato dall’OCSE, emerge che la <strong>Corea</strong> è tra i Paesi con maggiori<br />

barriere verso gli investimenti esteri. I criteri <strong>di</strong> valutazione del rapporto vertono sul grado <strong>di</strong><br />

restrizione applicato dalla normativa in vigore, sui limiti posti all’acquisto <strong>di</strong> azioni da parte <strong>di</strong><br />

stranieri in base alla loro nazionalità, sul tipo <strong>di</strong> amministrazione aziendale.<br />

Gli investimenti esteri del secondo trimestre 2010 continuano a presentare il segno negativo con<br />

un calo del 5,9% totalizzando 2,79 mld USD. Ad ogni modo il flusso in entrata <strong>di</strong> valuta estera<br />

aveva cominciato a prendere ritmi più sostenuti dallo scorso febbraio 2010.<br />

Gli investimenti coreani all’estero del primo semestre del 2010 sono invece cresciuti dell’8%<br />

rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli investimenti in Asia, Me<strong>di</strong>oriente ed Europa<br />

sono aumentati, mentre sono calati quelli negli USA e in Sud America. L’Asia è la regione <strong>di</strong><br />

maggior attrattiva per gli investitori coreani, seguita dall’Europa su cui sono stati impiegati<br />

circa 16,8 mld USD, con quote sul totale <strong>di</strong> rispettivamente del 43,6% e 24,3%.<br />

In Europa i gran<strong>di</strong> gruppi industriali, come Posco e Hyundai, hanno aperto <strong>di</strong>versi stabilimenti<br />

produttivi e uffici <strong>di</strong> rappresentanza nei Paesi del centro e del sudest europeo, attratti da<br />

manodopera a basso costo e dalla prospettiva <strong>di</strong> un canale aperto verso i mercati dell’Europa e<br />

del Me<strong>di</strong>o Oriente. Posco, leader coreano dell’acciaio e terzo assoluto a livello mon<strong>di</strong>ale ha<br />

aperto, dopo quello in Germania, un ufficio <strong>di</strong> rappresentanza a Praga per rafforzare la propria<br />

presenza in Europa centro-orientale. La Hyundai Motor ha investito 1 miliardo <strong>di</strong> Euro per<br />

costruire uno stabilimento <strong>di</strong> 200 ettari a Ostrava, al confine ceco con Polonia e Slovacchia. La<br />

produzione, si prevede, sarà <strong>di</strong> 300.000 vetture all’anno. La Kia Motors, un’affiliata del Gruppo<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Hyundai, ha invece già ultimato la costruzione del proprio stabilimento in Slovacchia che<br />

assemblerà 300.000 vetture. Inoltre la Samsung Electronics, dopo gli impianti produttivi in<br />

Slovacchia e Ungheria, punta ora sulla Polonia, così come la LG che prevede <strong>di</strong> ultimare i lavori<br />

entro il 2011 per la produzione e la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> elettrodomestici (con<strong>di</strong>zionatori, frigoriferi e<br />

lavatrici).<br />

Il commercio<br />

Storicamente le esportazioni coreane hanno raggiunto per la prima volta i 200 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> USD<br />

nel 2004, un traguardo reso possibile grazie alle industrie-chiave del “motore coreano”, ormai<br />

affermate e riconosciute a livello globale, vale a <strong>di</strong>re semiconduttori, navi, autovetture, chip per<br />

computer. La <strong>Corea</strong> è il nono Paese esportatore al mondo con 165,4 mld USD, due posti dopo<br />

l’Italia (189 mld) e prima del Regno Unito (165,2 mld).<br />

Nonostante la crisi, nel 2009 il volume del surplus commerciale ha superato i 40 mld USD<br />

<strong>di</strong>mostrando che il Paese ha ancora una volta retto bene alle avversità economico-finanziarie.<br />

Questo successo deriva dall’aver sfruttato con efficacia il deprezzamento della propria moneta,<br />

approfittando anche del calo generale del prezzo del petrolio e delle materie prime sui mercati<br />

internazionali per spingere il proprio export. Il volume dell’interscambio commerciale coreano<br />

del 2010 è previsto crescere <strong>di</strong> più del 20% nonostante l’instabilità dei prezzi delle materie<br />

prime e quella dei mercati finanziari europei.<br />

L’export coreano del primo semestre del 2010 sembra portare il Paese ad un’ulteriore fase <strong>di</strong><br />

espansione economica grazie ad una crescita rispetto allo stesso periodo del 2009 del 34,4% ed<br />

un volume totale <strong>di</strong> 221,51 mld USD. Tutti i Paesi clienti della <strong>Corea</strong> hanno aumentato la<br />

domanda: Cina (+48,7%), USA (+32,1%), Giappone (+31,6%). Fra i Paesi dell’Unione Europea<br />

la principale destinazione dei prodotti coreani è la Germania che registra un aumento pari a<br />

+48,6%. Fra i Paesi europei l’Italia è il quinto Paese cliente con un aumento della domanda del<br />

27,5%. Le principali voci merceologiche esportate dalla <strong>Corea</strong> sono per or<strong>di</strong>ne le seguenti:<br />

apparecchi elettrici (+30,8%, quota del 23,3%), autovetture (+66,9%, quota dell’11,4%),<br />

macchinari (+45,4%, quota dell’11,2%) e navi (+2,9%, quota del 10,6%).<br />

La <strong>Corea</strong> ha un’economia che si regge tra<strong>di</strong>zionalmente sull’export (43,5% del proprio PIL, che<br />

ne fa il Paese OCSE maggiormente <strong>di</strong>pendente dal commercio internazionale), ma essendo<br />

povera <strong>di</strong> risorse naturali <strong>di</strong>pende molto dall’importazione <strong>di</strong> fonti energetiche quali greggio,<br />

gas naturale, carbone e materie prime <strong>di</strong> cui importa il 97% del suo fabbisogno; è il quinto<br />

importatore mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> petrolio, il decimo paese maggior consumatore (l’81% del petrolio<br />

importato proviene dai paesi del Me<strong>di</strong>o Oriente). La domanda <strong>di</strong> risorse energetiche, in continua<br />

crescita per alimentare le industrie nei settori chiave (come la petrolchimica, l’acciaio e la<br />

cantieristica), ha indotto la <strong>Corea</strong> a <strong>di</strong>versificare le proprie fonti e a rafforzare i rapporti con i<br />

Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo ricchi <strong>di</strong> risorse naturali.<br />

La crisi economica ha colpito le importazioni coreane del 2009, che sono <strong>di</strong>minuite del 25,8%<br />

rispetto al 2008 per un totale <strong>di</strong> 323,08 mld USD ma, come accaduto per le esportazioni, i dati<br />

del primo semestre 2010 sono tornati a mostrare il segno positivo con un aumento dell’import<br />

del 40,3%. Tutti i maggiori Paesi fornitori della <strong>Corea</strong>, peraltro, hanno registrato una crescita<br />

significativa del proprio fatturato: Cina +35,4%, Giappone +39,3%, USA +58,3% e Arabia<br />

Sau<strong>di</strong>ta +51,9%. Fra i Paesi del blocco europeo la Germania è prima con una crescita del 23,4%<br />

rispetto allo stesso periodo del 2009, mentre l’Italia è il quarto fornitore dopo Francia (+11,1%)<br />

e Paesi Bassi (+141,7%), registrando tassi <strong>di</strong> crescita inferiori (+9,1%). Dopo il greggio, le voci<br />

merceologiche più importate dalla <strong>Corea</strong> sono gli apparecchi elettrici (+21,4%, quota del<br />

14,5%), i macchinari (+47,2%, quota dell’11,2%) e il ferro e acciaio (+44,9%, quota del 6,1%).<br />

I primi <strong>di</strong>eci partner commerciali della <strong>Repubblica</strong> <strong>di</strong> <strong>Corea</strong> nel primo semestre 2010 sud<strong>di</strong>visi<br />

per importazioni ed esportazioni sono i seguenti:<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Importazioni Valore* % Esportazioni Valore* %<br />

1<br />

Cina 33688.91 34.68 1 Cina 55647.87 48.66<br />

2<br />

Giappone 30905.80 39.26 2<br />

USA 23511.94 32.1<br />

3<br />

USA 20196.96 58.32 3<br />

Giappone 12834.40 31.62<br />

4<br />

Arabia Sau<strong>di</strong>ta 12536.59 52.19 4<br />

Hong Kong 12369.38 44.02<br />

5<br />

Australia 8766.52 25.23 5<br />

Singapore 7559.33 24.54<br />

6<br />

Indonesia 7002.84 79.39 6<br />

Taiwan 6650.77 73.43<br />

7<br />

Germania 6639.69 23.35 7<br />

Germania 5645.64 48.58<br />

8<br />

Taiwan 6342.33 49.4 8<br />

In<strong>di</strong>a 5181.05 42.1<br />

9<br />

Emirati Arabi 6236.19 66.63 9<br />

Messico 4339.05 33.13<br />

10 Qatar 5737.94 31.54 10<br />

Indonesia 4287.08 70.43<br />

UE 18259.49 25.34<br />

UE<br />

30988.19 21.64<br />

24 Italia 1872.10 9.01<br />

30 Italia<br />

1464.70 27.45<br />

TOTALE<br />

203873.14 40.23<br />

TOTALE<br />

221513.93 34.43<br />

Fonte: Korean Customs<br />

* valori espressi in milioni USD<br />

c) Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti <strong>di</strong>retti<br />

esteri bilaterali.<br />

Per quanto riguarda l’interscambio con l’Italia è significativo ricordare che nel mese <strong>di</strong> maggio<br />

2008 si è verificato un evento importante, un vero e proprio giro <strong>di</strong> boa: nel periodo in questione<br />

le importazioni coreane dall’Italia hanno, per la prima volta dopo 11 anni, superato quelle in<br />

senso contrario registrando un attivo a nostro favore (97 milioni USD).<br />

Le statistiche dell’interscambio italocoreano del primo semestre del 2010 evidenziano una<br />

ripresa dalla crisi con le esportazioni coreane verso l’Italia a crescere del 27,5% per un totale <strong>di</strong><br />

1,46 mld USD; anche le importazioni sono aumentate del 9% per un totale <strong>di</strong> 1,87 mld USD<br />

confermando dunque una bilancia commerciale in attivo per l’Italia.<br />

La <strong>Corea</strong> importa molto <strong>di</strong> più rispetto a quanto esporti in Italia e i prodotti italiani, sebbene<br />

abbiano al momento una quota inferiore rispetto ai loro concorrenti europei potrebbero in futuro<br />

avere ulteriori margini <strong>di</strong> sviluppo nel mercato coreano. I prodotti italiani maggiormente<br />

importati sono, in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza, macchinari (+11,3%, quota del 26,8%), apparecchi<br />

elettrici (+8,1%, quota del 19%), pelletteria (+37%, quota del 7,2%). Sul fronte dell’export<br />

coreano verso l’Italia le voci principali sono: apparecchi elettrici con +14,7%, autovetture con<br />

+12,5% e il ferro e acciaio con +46,3%.<br />

Riguardo agli investimenti bilaterali secondo i dati rilasciati dal locale Ministry of Knowledge<br />

Economy, i casi <strong>di</strong> investimenti italiani in <strong>Corea</strong> avvenuti nel 2009 sono stati 15 per un totale<br />

investito <strong>di</strong> 158.28 mln USD, <strong>di</strong> cui la maggior parte ha toccato il settore dei servizi. Per quanto<br />

riguarda il primo semestre del 2010 gli investimenti italiani sono stati pari a 9 casi per un totale<br />

<strong>di</strong> 14.66 mln USD. Attualmente nella <strong>Corea</strong> del Sud risulta esserci una sola unità produttiva<br />

d’origine italiana: l’Arneg, che si occupa della produzione <strong>di</strong> celle frigorifere per alimenti ed è<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


<strong>di</strong>retta da un agente coreano. Tutti gli altri investimenti italiani sono uffici <strong>di</strong> rappresentanza<br />

commerciale <strong>di</strong>retti per la maggior parte da coreani.<br />

Gli investimenti coreani in Italia sono ugualmente scarsi, per vari motivi fra cui le barriere<br />

linguistiche e le <strong>di</strong>fficoltà causate dalla struttura industriale italiana, <strong>di</strong> fatto completamente<br />

<strong>di</strong>versa da quella coreana in quanto fondata sulle piccole-me<strong>di</strong>e imprese. Secondo i dati<br />

rilasciati dalla Export – Import Bank of Korea, l’istituzione bancaria semi-statale specializzata<br />

in transazioni <strong>di</strong> interscambio commerciale, investimenti e sviluppo delle risorse naturali<br />

all’estero, nel 2009 gli investimenti coreani in Italia ammontano a soli 5,40 mln USD per un<br />

totale <strong>di</strong> 17 casi, contro 292 mln USD in Germania, 264,42 mln in Francia, 1.67 mld USD nel<br />

Regno Unito. Sul totale investito in Italia <strong>di</strong> 5,40 mln USD, 2,67 mln interessano i servizi e 1,38<br />

mln la <strong>di</strong>stribuzione al dettaglio e all’ingrosso. Gli ultimi dati del primo semestre 2010 hanno<br />

mostrato un totale investito <strong>di</strong> 693mila USD per un totale <strong>di</strong> 10 casi.<br />

2. INDIVIDUAZIONE DELLE OPPORTUNITA’ DI MERCATO PER L’ITALIA<br />

a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale<br />

Settore Macchinari<br />

Nel primo semestre del 2010 le importazioni coreane <strong>di</strong> macchinari e componenti<br />

elettromeccanici (V. doganale merceologica 84, 85) hanno totalizzato 52 miliar<strong>di</strong> USD, con un<br />

aumento del 30,91% rispetto all’anno precedente. Sul totale le importazioni coreane dall’Italia<br />

<strong>di</strong> tali categorie merceologiche hanno pesato per l’1,26%, pari a 654 milioni USD, con un<br />

incremento del 12,97%.<br />

Nello stesso periodo le importazioni coreane dai Paesi concorrenti sono state: Cina (14 miliar<strong>di</strong><br />

USD, +27,71% rispetto all’anno scorso), Giappone (10 miliar<strong>di</strong> USD, +36,09%), Stati Uniti (7<br />

miliar<strong>di</strong> USD, +64%), Taiwan (5 miliar<strong>di</strong> USD, +49,64%) e Germania (3 miliar<strong>di</strong> USD,<br />

+10,95%). Come si evince anche dalle statistiche durante il primo semestre <strong>di</strong> quest’anno<br />

l’industria sudcoreana ha proseguito nella ripresa grazie soprattutto agli investimenti interni.<br />

Infatti le importazioni <strong>di</strong> tutti i Paesi concorrenti sono incrementate. In particolare gli USA<br />

hanno registrato un aumento del 64% rispetto allo stesso periodo del 2009.<br />

Per quanto riguarda le strategie <strong>di</strong> penetrazione commerciale occorre considerare che la maggior<br />

parte delle piccole-me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>tte italiane opera nel settore della subfornitura, una nicchia<br />

caratterizzata da un’elevata concorrenza da parte dei prodotti asiatici, in particolare cinesi,<br />

coreani e giapponesi. Una strategia <strong>di</strong> marketing vincente potrebbe essere rappresentata dalla<br />

partecipazione dei produttori italiani alla fiera <strong>di</strong> settore attraverso un unico Punto Italia,<br />

permettendo così un importante taglio dei costi <strong>di</strong> acquisto ed allestimento degli stand. Per gli<br />

elevati costi <strong>di</strong> trasporto ed i lunghi tempi <strong>di</strong> montaggio connessi, ad oggi alcune aziende<br />

italiane non espongono i loro prodotti in occasione <strong>di</strong> fiere <strong>di</strong> settore; tuttavia in tali occasioni<br />

sarebbe opportuno proporre almeno video <strong>di</strong> presentazione dei prodotti e servirsi <strong>di</strong> un agente<br />

locale per attirare l’attenzione dei buyer ed illustrare il funzionamento dei macchinari.<br />

Per riuscire a vendere la tecnologia italiana in un Paese così lontano è infatti in<strong>di</strong>spensabile<br />

investire costantemente in pubblicità, creare e mantenere una buona reputazione, offrire servizi<br />

personalizzati <strong>di</strong> manutenzione. L’attenzione alla customer care <strong>di</strong>venta tanto più necessaria se<br />

si considera l’elevato costo <strong>di</strong> questo genere <strong>di</strong> macchinari e la scarsa propensione al<br />

cambiamento delle fabbriche acquirenti, riluttanti a cambiare fornitore per evitare nuovi costi <strong>di</strong><br />

set-up e formazione.<br />

Macchine utensili<br />

L’industria italiana <strong>di</strong> macchine utensili, robot e automazione è tra<strong>di</strong>zionalmente caratterizzata<br />

da un notevole grado <strong>di</strong> flessibilità, riuscendo a fornire macchine e sistemi altamente<br />

personalizzati che incontrino le specifiche esigenze degli utilizzatori. Nonostante ciò la crisi<br />

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finanziaria europea del primo semestre 2010 ha provocato una gravissima riduzione della<br />

domanda sia sul mercato italiano che sul mercato europeo. Nei primi tre mesi dell’anno la crisi è<br />

proseguita, pur attenuandosi: il calo, sia delle esportazioni, sia delle importazioni, si è<br />

significativamente ridotto.<br />

Al contrario dell’Italia il volume delle importazioni e delle esportazioni coreane <strong>di</strong> macchine<br />

utensili durante il primo semestre del 2010 è aumentato grazie all’incremento dei consumi<br />

interni nel settore automobilistico e dell’elettricità/elettronica grazie a sua volta al buon<br />

andamento del totale delle esportazioni coreane. Tra i prodotti coreani del settore, i torni a NC e<br />

centri <strong>di</strong> lavorazione vantano la massima competitività sul prezzo, più <strong>di</strong> quelli dei Paesi<br />

avanzati come il Giappone o la Germania ma meno della Cina o <strong>di</strong> Taiwan, che offrono un<br />

prezzo molto più economico; l’efficienza (durabilità e applicabilità) dei prodotti coreani è<br />

invece inferiore ai primi Paesi produttori del settore come Germania, Italia, Giappone, ecc.<br />

Il vantaggio principale dell’industria coreana <strong>di</strong> macchine utensili è la competitività a livello<br />

internazionale dei prodotti a Mid-Tech (tecnologia me<strong>di</strong>a). In confronto al Giappone, che è il<br />

primo Paese produttore, le macchine coreane hanno prezzi competitivi, mentre sono superiori<br />

per qualità ed efficienza a quelle prodotte in Taiwan.<br />

Da gennaio a giugno del 2010, il totale delle importazioni coreane <strong>di</strong> macchine utensili è<br />

aumentato del 27,78% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (632,68 milioni USD),<br />

ma le importazioni dall’Italia hanno registrato un decremento del 42,93% (22,14 milioni USD).<br />

Le importazioni coreane dai Paesi concorrenti provengono invece in gran parte dal Giappone<br />

(che domina il mercato con una quota superiore al 48%) e dalla Germania (che ha circa il 17%),<br />

mentre la quota <strong>di</strong> mercato dell’Italia è inferiore al 4 %.<br />

Macchine tessili<br />

Oggi in <strong>Corea</strong> le gran<strong>di</strong> imprese produttrici <strong>di</strong> tessuti chimici, le piccole-me<strong>di</strong>e imprese tessili e<br />

<strong>di</strong> filatura del cotone sono in forte concorrenza per lo sviluppo dei tessuti funzionali.<br />

Il mercato dei macchinari tessili sta crescendo senza sosta dal 2000 e questo fenomeno è dovuto<br />

agli sforzi fatti dalle imprese e gli istituti <strong>di</strong> ricerca per sviluppare e <strong>di</strong>versificare il settore dei<br />

macchinari per tessuti intelligenti. Di conseguenza, la domanda estera <strong>di</strong> macchinari per tessuti<br />

intelligenti è in aumento. In <strong>Corea</strong>, la domanda <strong>di</strong> macchinari tessili è in aumento, dal momento<br />

che il settore sta man mano sostituendo le attrezzature obsolete o introducendone <strong>di</strong> più<br />

innovative e <strong>di</strong>versificate; questa crescita sta tuttavia perdendo ritmo, a fronte <strong>di</strong> previsioni<br />

ottimistiche riguardo alle esportazioni coreane.<br />

Il momento attuale si è rivelato essere particolarmente propizio dal momento che gli operatori<br />

coreani hanno riferito che attualmente i produttori <strong>di</strong> tessuti e filati hanno bisogno <strong>di</strong> rinnovare i<br />

macchinari obsoleti, che in caso contrario non sarebbero più in grado <strong>di</strong> competere sul mercato.<br />

Pertanto i buyers coreani si sono detti interessati ad avere informazioni sulla tecnologia italiana<br />

del settore, in particolare spinning, dyeing, twisting e weaving machinery con sistemi<br />

automatici.<br />

Nel primo semestre del 2010 le importazioni coreane del settore sono aumentate notevolmente<br />

(78,36% rispetto allo stesso periodo del 2009) per un valore <strong>di</strong> circa 140 milioni USD; le<br />

importazioni coreane dall’Italia sono incrementate in misura ancora maggiore (35,34%), per un<br />

valore <strong>di</strong> circa 8,31 milioni USD.<br />

Nello stesso periodo le importazioni coreane dai Paesi concorrenti sono state: Giappone (46<br />

milioni USD,+107% rispetto all’anno scorso), Germania (42 milioni USD, +125%) e Svizzera<br />

(14 milioni USD, +17%) e Cina (11 milioni USD, +32%). Come si evince dalle statistiche, il<br />

Giappone e la Germania hanno registrato un grosso incremento che supera il 100%.<br />

Macchine per la lavorazione della plastica e gomma<br />

L’Italia è leader mon<strong>di</strong>ale delle macchine per la lavorazione della plastica e gomma e seconda<br />

solo alla Germania per produzione. Nonostante l’imponente fatturato dei prodotti italiani e il<br />

riconoscimento internazionale sul piano tecnologico, le importazioni coreane dall’Italia sono<br />

molto limitate. La mentalità dei consumatori coreani sta cambiando per motivi legati<br />

all’ambiente e alla salute. Quanto più l’economia coreana cresce, tanto più le esigenze dei<br />

consumatori coreani si orientano verso prodotti <strong>di</strong> qualità e a basso impatto ambientale. Di<br />

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conseguenza le imprese coreane si stanno impegnando nella ricerca su nuovi materiali ecologici<br />

per la produzione della plastica e della gomma.<br />

Sulla base delle esigenze degli utilizzatori, la domanda <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> macchine è focalizzata<br />

sui macchinari in grado <strong>di</strong> produrre prodotti plastici dalle caratteristiche particolari: varietà <strong>di</strong><br />

colori e <strong>di</strong> grafica, alta velocità e minore nocività per la salute e l’ambiente.<br />

Il livello qualitativo e tecnico delle macchine coreane è abbastanza alto ma per sopravvivere in<br />

un mercato dove l’utilizzatore chiede prezzi contenuti i produttori coreani si trovano spesso<br />

costretti ad abbassare la qualità in modo da poter andare incontro alla fascia <strong>di</strong> prezzo desiderata<br />

dall’utilizzatore.<br />

Da gennaio a giugno del 2009 le importazioni coreane del settore sono aumentate del 31,23%<br />

(218 milioni USD) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e anche le importazioni coreane<br />

dall’Italia sono incrementate del 1,81% (5,75 milioni USD), facendo <strong>di</strong>ventare l’Italia il sesto<br />

Paese fornitore con una quota <strong>di</strong> mercato inferiore al 2%. Tra i Paesi concorrenti il Giappone ha<br />

registrato un notevole incremento, pari al 87,3% (112 milioni USD), posizionandosi come<br />

primo Paese fornitore. Nello stesso periodo le importazioni coreane dai principali Paesi<br />

concorrenti sono state: Cina (40 milioni USD, +65,37% rispetto all’anno precedente), Germania<br />

(27 milioni USD, -19,31%), e USA (10 milioni USD, -22,71%).<br />

Sarebbe auspicabile organizzare una missione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> visitatori coreani alla fiera del<br />

settore (PLAST 2012) in modo che gli operatori locali possano conoscere la realtà italiana del<br />

settore.<br />

Macchine agricole<br />

Il governo coreano sta negoziando con <strong>di</strong>versi Paesi un Accordo <strong>di</strong> libero scambio (Free Trade<br />

Agreement) e si trova quin<strong>di</strong> costretto a modernizzare il settore. Tralasciando la questione degli<br />

FTA, per l’industria agricola coreana è necessario uno sviluppo attraverso il rinnovo e la<br />

modernizzazione tecnologica, ancora più impellente in quanto ora anche in <strong>Corea</strong> più del 50%<br />

degli agricoltori ha un’età superiore ai 60 anni.<br />

L’Italia rientra fra i primi 4 Paesi al mondo fornitori <strong>di</strong> macchine agricole. Nonostante ciò le<br />

importazioni coreane dall’Italia sono limitate (sesto Paese fornitore con una quota <strong>di</strong> mercato<br />

inferiore al 5% da tanti anni).<br />

Il modello <strong>di</strong> trattore coreano si sta orientando sempre più verso tipologie <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni<br />

con motori potenti per cui il numero <strong>di</strong> trattori con motore meno potente dovrebbe <strong>di</strong>minuire. I<br />

trattori meno potenti provengono dal Giappone mentre quelli con motore con molti cavalli<br />

dall’Europa.<br />

Le macchine coreane agricole si adattano molto bene alla configurazione del terreno e hanno un<br />

buon rapporto qualità/prezzo; tuttavia rispetto alle macchine importate sono tecnologicamente<br />

inferiori, ma <strong>di</strong> misura (proporzione della tecnologia coreana <strong>di</strong> circa l’80~90% rispetto a una<br />

macchina giapponese o americana).<br />

Nel primo semestre del 2010 il totale delle importazioni coreane <strong>di</strong> questo sub settore è<br />

aumentato rispetto all’anno precedente del 34,08% (513,22 milioni USD) e anche le<br />

importazioni dall’Italia hanno registrato un incremento del 41,19% (27 milioni USD) con una<br />

quota <strong>di</strong> mercato del 5%.<br />

Nello stesso periodo le importazioni coreane dai Paesi concorrenti sono state: Giappone (181<br />

milioni USD, +18,56% rispetto all’anno scorso), Stati Uniti (106 milioni USD, +271%),<br />

Germania (56 milioni +7%) e Francia (53 milioni USD, +115%).<br />

Tra i Paesi concorrenti è da notare il caso degli USA, <strong>di</strong>ventato il secondo Paese fornitore della<br />

<strong>Corea</strong> con un aumento <strong>di</strong> più del 200%. Anche in questo caso sarebbe auspicabile promuovere<br />

le macchine italiane attraverso l’organizzazione <strong>di</strong> iniziative promozionali.<br />

Macchine da imballaggio<br />

Il livello qualitativo dei macchinari coreani del settore si sta sviluppando rapidamente fino ad<br />

arrivare al 50% <strong>di</strong> quello dei prodotti tedeschi e italiani. I pregi delle macchine coreane sono<br />

prezzi contenuti, assistenza post-ven<strong>di</strong>ta efficiente mentre i <strong>di</strong>fetti sono scarsa adattabilità alle<br />

operazioni più delicate e livello <strong>di</strong> precisione inferiore.<br />

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I macchinari italiani possono costituire un partner affidabile capace <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfarne le varie<br />

esigenze. Infatti nel settore sia agroalimentare che chimico-farmaceutico le macchine da<br />

imballaggio italiane hanno un buon potenziale <strong>di</strong> crescita.<br />

Con l’aumento dell’utilizzo <strong>di</strong> macchine completamente automatiche per contenere le spese <strong>di</strong><br />

manodopera, anche la domanda delle macchine da imballaggio dovrebbe aumentare. E’<br />

fondamentale essere particolarmente attivi, mantenere i contatti con i propri agenti coreani e<br />

offrire <strong>di</strong>verse opportunità <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dei propri prodotti oltre ad effettuare una promozione più<br />

intensa con la partecipazione a seminari e fiere in <strong>Corea</strong>.<br />

Nel primo semestre del 2010 il totale delle importazioni coreane <strong>di</strong> macchine da imballaggio è<br />

<strong>di</strong>minuito dell’1,86% rispetto all’anno precedente (106 milioni USD) ed anche le importazioni<br />

dall’Italia hanno registrato un decremento del 24,91% (8,41 milioni USD) con una quota <strong>di</strong><br />

mercato del 8%. Nello stesso periodo le importazioni coreane dai Paesi concorrenti sono state:<br />

Germania (33 milioni USD, -13,1% rispetto all’anno scorso), Giappone (32 milioni USD,<br />

+12%), Cina (13 milioni USD, +22%) e USA (7,32 milioni USD, +118%). Nonostante il totale<br />

delle importazioni coreane del settore sia <strong>di</strong>minuito, gli USA, essendo il quinto paese fornitore<br />

della <strong>Corea</strong> e un nuovo Paese concorrente, hanno registrato un notevole aumento del proprio<br />

export.<br />

Navi da <strong>di</strong>porto<br />

In <strong>Corea</strong> l’industria della nautica da <strong>di</strong>porto è ancora nella sua fase iniziale e <strong>di</strong> sviluppo, sia per<br />

quanto riguarda la produzione che il modo <strong>di</strong> vivere legato ad essa. Infatti le industrie coreane<br />

che attualmente producono sono 5 e hanno iniziato 5~7 anni fa: Greenshipping & Heavy<br />

Industries, Hyundai Yachts, Kwangdong FRP Industrial Co., Advanced Marinetech, Woonam<br />

Marin Co.<br />

Le Regioni coreane sono peraltro interessate a costruire banchine per l’ancoraggio. Tali progetti<br />

sono stati appena avviati, con le autorità regionali impegnate ad attirare gli investimenti<br />

stranieri.<br />

Da gennaio a giugno del 2010 il totale delle importazioni coreane <strong>di</strong> navi da <strong>di</strong>porto e per lo<br />

sport è aumentato del 56% rispetto all’anno scorso (13 milioni USD) <strong>di</strong> cui più del 90% erano<br />

canoe e barche. Le importazioni dall’Italia hanno registrato un decremento del 97% (0,07<br />

milioni USD) con una quota <strong>di</strong> mercato del 0,51%.<br />

Attualmente in <strong>Corea</strong> vengono importati in esclusiva marchi internazionali come Ferretti,<br />

Azumi ecc. tramite un agente locale.<br />

Partendo da questo presupposto è interessante evidenziare il caso <strong>di</strong> alcune aziende straniere<br />

(australiane, americane) che hanno costituito una joint venture con <strong>di</strong>tte coreane per entrare nel<br />

mercato asiatico ivi compresi quello cinese, coreano e giapponese. In particolare la <strong>Corea</strong> è<br />

leader nel settore della cantieristica navale, per cui la produzione in loco delle navi da <strong>di</strong>porto<br />

presenta buone prospettive sia dal punto <strong>di</strong> vista tecnico che nella costruzione <strong>di</strong> hardware.<br />

Uno dei fattori ritenuti più importanti in questo settore è l’assistenza post ven<strong>di</strong>ta che è<br />

essenziale e comprende, oltre al servizio <strong>di</strong> manutenzione, tutta una serie <strong>di</strong> servizi funzionali<br />

alla fidelizzazione del cliente. Per un servizio post ven<strong>di</strong>ta efficiente si ritiene pertanto<br />

assolutamente necessaria la presenza <strong>di</strong> un agente locale e/o la costituzione <strong>di</strong> una joint venture<br />

che sia in grado <strong>di</strong> dare un’assistenza imme<strong>di</strong>ata alla clientela. Come per il settore auto, la<br />

clientela valuta con molta attenzione il prezzo delle parti <strong>di</strong> ricambio e della manutenzione.<br />

Un’eventuale partecipazione alla fiera Korea International Boat Show, giugno 2011 potrebbe<br />

essere utile sia per in<strong>di</strong>viduare gli agenti, sia la controparte locale attraverso la quale riuscire a<br />

stabilizzarsi non solo in <strong>Corea</strong> ma in tutta l’Asia, specialmente se non si hanno punti <strong>di</strong><br />

riferimento in Cina e/o in Giappone.<br />

Settore prodotti alimentari<br />

L’Asia <strong>di</strong>mostra il tasso <strong>di</strong> crescita più sostenuto nel mercato globale del settore food, più<br />

grande <strong>di</strong> 15 volte rispetto a quello dei semiconduttori (uno dei settori <strong>di</strong> maggiore sviluppo in<br />

tutta l’area), per un giro d’affari <strong>di</strong> ca. 4.000 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari(fonte:Donga Daily Newspaper).<br />

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La <strong>Corea</strong> conferma le sue potenzialità quale secondo mercato del continente per percentuale<br />

d’incremento dopo il Giappone e con ampi margini <strong>di</strong> ulteriore crescita.<br />

A partire dagli anni ottanta, grazie alle Olimpia<strong>di</strong> a Seoul del 1988, le abitu<strong>di</strong>ni gastronomiche<br />

dei coreani hanno cominciato a cambiare con l’apertura <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi ristoranti occidentali. Questo<br />

nuovo fenomeno ha incoraggiato l’importazione del vino, che all’inizio era considerato una<br />

bevanda <strong>di</strong> lusso e simbolo <strong>di</strong> ricchezza.<br />

Il secondo grande cambiamento per il mercato agroalimentare coreano si è verificato nel 2002,<br />

nei postumi della crisi valutaria del 1999.<br />

Il mercato dei prodotti alimentari, grazie alle sue stesse caratteristiche basilari è stato meno<br />

soggetto alla crisi economica del 2009. Tuttavia si tratta <strong>di</strong> un mercato caratterizzato da una<br />

grande volubilità e competitività interna.<br />

Pertanto si può prevedere la <strong>di</strong>ffusione sempre più marcata dei prodotti alimentari occidentali<br />

con il fenomeno del “Wellbeing (Benessere)” che è ormai <strong>di</strong>ventato un tema <strong>di</strong> grande interesse<br />

per i coreani, che per mantenersi in buona salute hanno così cominciato a migliorare la loro<br />

qualità della vita piuttosto che intervenire solo in caso <strong>di</strong> malessere. Nel 2008 questo fenomeno<br />

si è evoluto nel “LOHAS (Lifestyles Of Health And Sustainability)<br />

Inoltre, in seguito al cambiamento delle abitu<strong>di</strong>ni alimentari dei coreani si prevede che il<br />

mercato del retort food (cibi precotti) crescerà del 100%. Attualmente i prodotti in circolazione<br />

sono destinati ad essere consumati entro le mura domestiche ma la domanda sta interessando<br />

sempre <strong>di</strong> più i prodotti da consumare anche fuori grazie al numero sempre maggiore <strong>di</strong> persone<br />

costrette a consumare un pasto veloce a causa dei loro impegni. Oltre a ciò, sono in aumento le<br />

scuole e le <strong>di</strong>tte che <strong>di</strong>spongono al proprio interno <strong>di</strong> mense per il proprio personale.<br />

Il prodotto retort consiste in alimenti dalla facile cottura, sterilizzati ad alte temperature e ad alta<br />

pressione, anche se non in ambienti asettici. Gli alimenti vengono posti <strong>di</strong> norma in recipienti<br />

speciali che allungano i tempi <strong>di</strong> conservazione garantendone il buon livello <strong>di</strong> sterilità. Il<br />

mercato del retort food è in crescita costante dal 1981, anno in cui ha fatto la sua prima<br />

comparsa in <strong>Corea</strong>. I prodotti retort da scaldare nel forno a microonde sono stati invece<br />

introdotti nel mercato coreano per la prima volta nel 1998 e sono ora presenti su tutto il<br />

mercato.<br />

Inoltre nel 2008, con la preoccupazione sempre più crescente sulla sicurezza dei prodotti<br />

alimentari, causato anche dal rilevamento <strong>di</strong> melamina in alcuni prodotti arrivati dalla Cina,<br />

cucinare a casa è <strong>di</strong>ventata una tendenza generale. La moda del wellbeing, inoltre, ha fatto<br />

aumentare la domanda degli ingre<strong>di</strong>enti naturali.<br />

Nei primi sei mesi del 2009 le importazioni coreane dal mondo dei principali prodotti<br />

agroalimentari (olio d’oliva, pomodori, caffè, pasta, formaggi e cioccolato), hanno registrato un<br />

aumento del 21,7% per un valore <strong>di</strong> 450 milioni USD rispetto allo stesso periodo del 2008;<br />

quelle dall’Italia hanno visto un aumento del 4,4 % con una quota <strong>di</strong> mercato del 6% per un<br />

valore <strong>di</strong> 26,8 milioni USD.<br />

Olio <strong>di</strong> oliva<br />

Fino al 2006 l’olio d’oliva e quello <strong>di</strong> vinaccioli hanno dominato il mercato degli olii <strong>di</strong> alta<br />

qualità. Dopo 5 anni consecutivi <strong>di</strong> forte crescita dovuta alla sempre maggiore consapevolezza<br />

degli effetti salutari dell’olio d’oliva, le importazioni coreane hanno cominciato a <strong>di</strong>minuire a<br />

partire dal 2006, con<strong>di</strong>zionate dall’errata credenza che tali effetti benefici possono essere<br />

attribuiti anche agli olii <strong>di</strong> semi, specialmente <strong>di</strong> vinaccioli e <strong>di</strong> girasole che, grazie a ciò, hanno<br />

registrato un forte aumento delle ven<strong>di</strong>te dovuto anche al loro prezzo inferiore.<br />

Inoltre, la scoperta <strong>di</strong> tracce <strong>di</strong> benzopireni nell’olio d’oliva e la relativa caduta <strong>di</strong> immagine che<br />

ciò ha comportato ha portato nel 2007 ad una contrazione del mercato a favore dell’olio <strong>di</strong><br />

vinaccioli. Quest’ultimo è andato a sostituire l’olio d’oliva anche come dono in occasione delle<br />

feste tra<strong>di</strong>zionali coreane. L’allarme causato dai benzopireni ha portato il mercato dell’olio<br />

d’oliva da 60 milioni <strong>di</strong> euro nel 2006 a 35 milioni <strong>di</strong> euro nel 2008, fino a 29 milioni nel 2009.<br />

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Nei primi sei mesi del 2010 le importazioni coreane sono aumentate del 48,6% ammontando a<br />

18,5 milioni <strong>di</strong> dollari, le esportazioni italiane <strong>di</strong> olio d’oliva hanno pertanto registrato un<br />

aumento del 19,4% rispetto allo stesso periodo del 2009 con una quota del 15,5%.<br />

La quota <strong>di</strong> mercato della Spagna, che domina per lungo tempo, è passata dal 81,2% del 2006 al<br />

69,3% del 2009.<br />

Caffè Tostato<br />

Il caffè è un prodotto che non ha mai risentito della crisi.<br />

Nel primo semestre del 2010 le importazioni coreane <strong>di</strong> caffè sono aumentate del 20,4% per un<br />

valore <strong>di</strong> 24,5 milioni USD. Le esportazioni italiane in <strong>Corea</strong> hanno registrato un aumento del<br />

28,3%( il più altro incremento tra i primi 5 fornitori ) per un valore <strong>di</strong> 5 milioni USD e una quota<br />

<strong>di</strong> mercato del 20,3%.<br />

L’Italia è il secondo paese fornitore <strong>di</strong> caffè in <strong>Corea</strong>, ma viene preceduta dagli USA con i suoi<br />

marchi Starbucks e Coffee Bean.<br />

In <strong>Corea</strong> vi sono più <strong>di</strong> 80 marchi <strong>di</strong> catene <strong>di</strong> caffetterie e Starbucks è penetrata anche nel<br />

mercato della ven<strong>di</strong>ta al dettaglio lanciando caffè già imbottigliato o in lattina . Di conseguenza,<br />

altre <strong>di</strong>tte concorrenti stanno ultimando i preparativi per lanciare prodotti analoghi.<br />

Secondo una rivista coreana specializzata nel caffè, fra i principali marchi stranieri <strong>di</strong> caffè<br />

tostato importato, quelli italiani sono 17 su 28, quin<strong>di</strong> una percentuale del 64,3%.<br />

Pasta<br />

Nel primo semestre del 2010 le importazioni coreane del settore sono aumentate del 14,7%<br />

ammontando a 48 milioni <strong>di</strong> dollari ; tra queste quelle italiane hanno totalizzato un valore <strong>di</strong> 8,9<br />

milioni USD con una quota <strong>di</strong> mercato del 18,6% e un aumento del 2,8% rispetto allo stesso<br />

periodo dell’anno scorso.<br />

Sebbene l’Italia rimanga sempre il secondo paese fornitore dopo la Cina (quota del 65%) e prima<br />

<strong>di</strong> Thailan<strong>di</strong>a, Giappone e Vietnam, è bene precisare che la Cina esporta i “noodles”, tipo <strong>di</strong><br />

pasta tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> grano tenero tipica della cucina asiatica, che sta vivendo un periodo <strong>di</strong><br />

grande crescita grazie al successo che sta avendo in <strong>Corea</strong> la cucina etnica .<br />

Il mercato coreano della pasta sta aumentando del 15% ogni anno.<br />

Formaggio<br />

Il mercato coreano dei prodotti caseari ha raggiunto i livelli <strong>di</strong> saturazione e sta rallentando il<br />

suo ritmo <strong>di</strong> sviluppo.Tra questi quello del formaggio, per quanto ne rappresenti una minima<br />

parte, sta tuttavia crescendo ogni anno del 20% fatturando c.a. 410 milioni USD (nel 2008-<br />

ultimi dati <strong>di</strong>sponibili).<br />

Secondo il sistema coreano della classificazione dei formaggi, le nuove tipologie <strong>di</strong> formaggi<br />

‘low fat’ non sono ancora autorizzati ad entrare nel Paese e quelli non sterilizzati (pastorizzati a<br />

basse temperature) nella maggior parte dei casi essi non possono essere importati facilmente. In<br />

<strong>Corea</strong> i formaggi devono essere sterilizzati a temperature <strong>di</strong> 72C~75C (per 15~20 secon<strong>di</strong>).<br />

Secondo gli ultimi dati <strong>di</strong>sponibili (2009), il consumo annuale procapite <strong>di</strong> formaggio in <strong>Corea</strong> è<br />

<strong>di</strong> 1,44 kg (Giappone: 3,2kg, Australia: 12 kg). Il consumo riguarda soprattutto le sottilette <strong>di</strong><br />

formaggio e/o i semi-stagionati ed è limitato ai bambini. Per una maggiore crescita delle<br />

importazioni <strong>di</strong> formaggi italiani, è necessario promuovere quelli naturali nell’ambito del<br />

recente fenomeno del well-being e dello sviluppo del vino, anche perché con l’autorizzazione<br />

ottenuta dal governo coreano nel 2003, le esportazioni dei nostri formaggi prodotti con latte<br />

crudo, come il parmigiano e il grana, hanno buone prospettive <strong>di</strong> successo.<br />

Nei primi sei mesi del 2010 le importazioni coreane sono aumentate del 19,6% ammontando a<br />

117,8 milioni <strong>di</strong> dollari <strong>di</strong> cui quelle italiane hanno totalizzato un valore <strong>di</strong> 2,9 milioni USD con<br />

una quota <strong>di</strong> mercato del 2,5% e un aumento del 16,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


scorso. L’Italia è ancora al settimo posto tra i principali Paesi fornitori <strong>di</strong> formaggio che sono:<br />

Nuova Zelanda (32,7%), USA (26,1%), Australia (12,8%) e Uruguay (9,1%).<br />

Vino<br />

Il mercato coreano, fortemente contrattosi negli ultimi due anni a causa della crisi finanziaria del<br />

2008 sta gradualmente riprendendo quota.<br />

Secondo le statistiche dei primi sei mesi dell’anno le importazioni coreane <strong>di</strong> vino hanno<br />

registrato -1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Italia sta riprendendo quota<br />

più velocemente, essendo passata dal 3,5%, al 13.9% e 17.4% in 3 anni contrariamente rispetto a<br />

quella francese ha perso il 10% nello stesso periodo.<br />

Le importazioni <strong>di</strong> vini italiani durante il periodo in esame sono aumentate del 9.19% registrando<br />

la più alta crescita tra i primi 5 Paesi fornitori (Francia -7,7%, Cile 0,2%, USA -7,2%, Australia -<br />

5,9%).Con la crisi, il mercato è <strong>di</strong>ventato più sensibile al fattore prezzo; in particolare, se in<br />

passato i consumatori erano interessati soprattutto ai Premium wine, ora l’interesse verte verso i<br />

Value wines che presentano un buon rapporto qualità-prezzo. L’anno scorso il valore me<strong>di</strong>o per<br />

cassa (12 bottiglie da 750ml) era <strong>di</strong> 44 USD mentre nel primo semestre <strong>di</strong> quest’anno è sceso a<br />

41 USD, dal momento che i consumatori cercano vini che costano meno <strong>di</strong> 7 dollari gli<br />

importatori , <strong>di</strong> conseguenza, si sono impegnati a trovare vini dal prezzo più contenuto.<br />

C’è stato un grande cambiamento anche nello stato attuale degli importatori: non solo quelli<br />

piccoli hanno dovuto chiudere ma anche alcuni fra i principali importatori hanno chiuso o<br />

rischiato il fallimento.<br />

A fronte <strong>di</strong> ciò, tuttavia, i nuovi importatori si sono affacciati sul mercato e sono soprattutto <strong>di</strong><br />

piccole <strong>di</strong>mensioni; <strong>di</strong> questi, la maggior parte è costituita da ex-impiegati <strong>di</strong> <strong>di</strong>tte importatrici<br />

esistenti.<br />

Non manca, però l’accesso al mercato anche <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> società che hanno cercato <strong>di</strong> acquisire<br />

alcuni marchi prestigiosi già presenti sul mercato. Molti gran<strong>di</strong> produttori hanno avviato accor<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> collaborazione con nuovi importatori abbandonando quelli vecchi in <strong>di</strong>fficoltà finanziarie e<br />

rafforzando la promozione e le strategie <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta. Sono inoltre in costante aumento gli<br />

importatori che cercano <strong>di</strong> promuovere i propri prodotti anche riducendo il proprio margine;<br />

cosa abbastanza nuova in questo mercato. Vi sono buone prospettive <strong>di</strong> aumento delle ven<strong>di</strong>te<br />

con la riduzione delle tariffe doganali del 15% una volta che sarà ratificato l’Accordo FTA tra<br />

<strong>Corea</strong> e UE; in questo caso gli esportatori italiani dovranno ottenere il certificato <strong>di</strong> approvazione<br />

(approved Exporter) in modo che venga loro applicata la riduzione delle tariffe doganali.<br />

Infine, una prossima regolamentazione sulla presenza dell’etil-carbammato nel vino è<br />

attualmente in <strong>di</strong>scussione. Nel caso dell’approvazione del regolamento gli esportatori dovranno<br />

aggiungere i risultati delle analisi sull’etil-carbammato sul certificato <strong>di</strong> analisi.<br />

Abbigliamento<br />

Secondo i dati del 2009 il giro d’affari dell’industria della moda ha registrato 22,3 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

dollari USA, aumentato del 5,5% rispetto all’anno precedente con una crescita me<strong>di</strong>a negli<br />

ultimi tre anni del 4,1%. L’andamento delle ven<strong>di</strong>te per le prime 30 <strong>di</strong>tte d’abbigliamento è<br />

aumentato <strong>di</strong> ca. del 20% rispetto al 2008, molto superiore alla me<strong>di</strong>a delle <strong>di</strong>tte <strong>di</strong> piccoleme<strong>di</strong>e<br />

<strong>di</strong>mensioni del 7,3%, un dato, questo, mantenutosi stabile negli ultimi 3 anni.<br />

Il mercato coreano si articola in abbigliamento donna, uomo, casual, sportivo/golf, bambino e<br />

intimo tra cui il mercato dell’abbigliamento da donna e da uomo stanno mostrando tendenze in<br />

calo. Per contro, quello dell’abbigliamento sportivo e casual si sta sviluppando grazie al<br />

maggior tempo de<strong>di</strong>cato dai coreani allo svago e al tempo libero. Soprattutto per quanto<br />

riguarda l’abbigliamento casual esso occupa circa il 37% <strong>di</strong> quota del totale rivestendo grande<br />

importanza nel settore.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


La <strong>di</strong>stribuzione nel settore moda è così composta: 39,2% <strong>di</strong>scount store, 26,5% gran<strong>di</strong><br />

magazzini, 20,1% internet mall, 7,5% mercerie ed empori, 6,7% televen<strong>di</strong>te.<br />

Grazie ai buoni risultati che stanno avendo in <strong>Corea</strong> le multinazionali dell’abbigliamento dai<br />

prezzi accessibili, l’attenzione verso il prodotto d’importazione, che vada a sod<strong>di</strong>sfare i<br />

consumatori <strong>di</strong> fascia me<strong>di</strong>a che non possono permettersi l’acquisto <strong>di</strong> prodotti firmati, è<br />

dunque crescente. Inoltre, con la penetrazione dei marchi esteri globali nel mercato coreano,<br />

sono in atto <strong>di</strong>verse fusioni tra le aziende coreane a fronte però <strong>di</strong> altre che devono chiudere<br />

l’attività. I marchi importati costituiscono circa il 51% del mercato.<br />

Un aspetto rilevante del mercato coreano del settore è la polarizzazione fra i prodotti <strong>di</strong> lusso e<br />

quelli <strong>di</strong> basso prezzo. I grossi gruppi industriali coreani stanno mostrando sempre più interesse<br />

verso il settore della moda importando dall’estero i nomi più importanti e acquistando i marchi<br />

storici coreani <strong>di</strong> piccole-me<strong>di</strong>e imprese.<br />

L’Italia è il terzo paese fornitore <strong>di</strong> abbigliamento in <strong>Corea</strong>. Nei primi sei mesi del 2010, le<br />

importazioni coreane sono aumentate del 22,5% per un valore <strong>di</strong> 1.644,6 milioni USD. Inoltre le<br />

esportazioni italiane in <strong>Corea</strong> hanno registrato un calo del 7,7% per un valore <strong>di</strong> 87,9 milioni<br />

USD coprendo il 5,4% del mercato. Il 67% del mercato <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> basso prezzo e qualità è<br />

occupato dalla Cina e dal Vietnam. Le importazioni dalla Cina e dal Vietnam sono costituite in<br />

gran parte da prodotti coreani <strong>di</strong> ritorno dalle fabbriche dei principali produttori coreani <strong>di</strong><br />

abbigliamento delocalizzate, mentre il mercato <strong>di</strong> fascia qualitativa me<strong>di</strong>o-alta e alta è occupato<br />

da paesi avanzati come Italia (5,4%) e USA(3%).<br />

Calzature<br />

A causa della crisi economica globale del biennio 2008~2009, il settore si è trovato in una<br />

situazione <strong>di</strong> stasi che si è protratta fino alla prima metà del 2009, superata la quale è cominciata<br />

una graduale ripresa. In particolar modo hanno chiuso bene l’anno le calzature importate <strong>di</strong> stile<br />

casual. In generale le calzature, rispetto agli altri settori, hanno sofferto meno la crisi economica<br />

e il 2010 è quin<strong>di</strong> cominciato sotto buone prospettive, con il canale <strong>di</strong>stributivo degli internet<br />

shopping mall dei maggiori calzaturifici coreani che si preannuncia particolarmente attivo sotto<br />

il profilo del marketing.<br />

Nel primo trimestre del 2010 vi è stata una netta <strong>di</strong>stinzione fra produttori gran<strong>di</strong> e me<strong>di</strong>opiccoli<br />

nell’andamento delle ven<strong>di</strong>te, segnale <strong>di</strong> come la polarizzazione in atto anche fra le<br />

imprese si stia acutizzando. I nomi più importanti del settore infatti continuano a crescere<br />

mentre i marchi più piccoli e i prodotti <strong>di</strong> designers <strong>di</strong> nicchia hanno avuto un andamento più<br />

incostante.<br />

L’andamento dell’export coreano <strong>di</strong> calzature secondo i dati del periodo gennaio~giugno 2010 è<br />

positivo, con una crescita del 35,1% per un totale <strong>di</strong> 56.89 mln USD e i maggiori Paesi clienti<br />

della <strong>Corea</strong>, Cina e Giappone hanno sensibilmente aumentato la domanda rispettivamente del<br />

+36,8% e +70,8%. Le esportazioni verso gli USA sono invece <strong>di</strong>minuite del 9,7%. Il mercato è<br />

<strong>di</strong>viso principalmente fra Cina (quota del 26,6%), Giappone (24,6%) e Germania (11,4%).<br />

L’Italia è il do<strong>di</strong>cesimo Paese partner, con una crescita dell’11,3%, che riguarda soprattutto la<br />

voce merceologica 6403 (calzature con suole esterne <strong>di</strong> gomma, plastica, cuoio).<br />

Per quanto riguarda le importazioni, durante il periodo in esame esse sono ammontate a 533.34<br />

mln USD, con un incremento del 30,9% rispetto al 2009. L’Italia, con 44 mln USD (+13,3%),<br />

detiene l’8,3% del mercato locale, in terza posizione come Paese fornitore dopo Cina e Vietnam<br />

e prima <strong>di</strong> Indonesia e USA. La Cina monopolizza il mercato (quota del 64,8%), ma la sua<br />

produzione si rivolge ad una <strong>di</strong>fferente fascia <strong>di</strong> mercato e <strong>di</strong> prezzo. I Paesi europei forniscono<br />

soprattutto calzature <strong>di</strong> buon livello mentre quelli del sudest asiatico scarpe da ginnastica. C’è<br />

da <strong>di</strong>re tuttavia che le importazioni dalla Cina e dai Paesi del Sud-Est asiatico sono dovute in<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


gran parte al rientro dei prodotti frutto della delocalizzazione delle fabbriche <strong>di</strong> produttori<br />

coreani.<br />

Pelletteria<br />

Durante i primi mesi del 2010 il trend in crescita del settore si è mantenuto costante ed i<br />

principali marchi coreani dallo stile classico hanno aumentato il proprio fatturato con risultati a<br />

doppia cifra, cose come anche i marchi importati <strong>di</strong> borse più sportive. Secondo un’indagine<br />

mensile effettuata sulle ven<strong>di</strong>te presso i principali gran<strong>di</strong> magazzini, a luglio 2010 la crescita<br />

rispetto allo stesso periodo del 2009 è stata del 10,2% per le calzature e accessori e del 19,6%<br />

per i prodotti firmati.<br />

Per quanto riguarda i prodotti firmati i risultati del primo semestre hanno confermato il trend in<br />

crescita già evidenziato nel 2009 e il loro fatturato è cresciuto del 3,4% per un totale <strong>di</strong> più <strong>di</strong><br />

2mln <strong>di</strong> USD, <strong>di</strong> cui più della metà è costituito da quello derivante dalla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> accessori in<br />

pelle. Le sei firme più ricercate dai consumatori coreani occupano tutte insieme circa il 60% del<br />

mercato.<br />

L’export coreano <strong>di</strong> accessori durante il periodo gennaio~giugno 2010 è aumentato del 3,7% per<br />

un totale <strong>di</strong> 35.40 mln USD. Il Giappone è il primo Paese cliente con una quota del 30,2%,<br />

seguito dalla Cina con il 18,4% e Hong Kong col 14,4%. Tutti, eccetto il Giappone, hanno<br />

incrementato la domanda con valori a doppia cifra, fra cui anche l’Italia (85,4%), all’ottavo<br />

posto in graduatoria.<br />

Anche le importazioni coreane <strong>di</strong> pelletteria (borse, portafogli, cinture, accessori vari, ecc.)<br />

durante il periodo in esame sono cresciute, con +40,6% e tutti i principali Paesi fornitori hanno<br />

goduto simili aumenti <strong>di</strong> fatturato. L’Italia è il terzo Paese fornitore dopo Cina e Francia.<br />

Sebbene i prodotti cinesi siano quelli d’importazione più <strong>di</strong>ffusi nel mercato coreano (quota del<br />

41,3%) essi si rivolgono ad una <strong>di</strong>fferente fascia <strong>di</strong> consumatori. Considerando soltanto il<br />

mercato <strong>di</strong> nostro interesse, come già detto, l’Italia è il secondo Paese fornitore dopo la Francia,<br />

con cui si contende spicchi <strong>di</strong> mercato, con una quota del 22,3% contro il 24,7% dei francesi.<br />

Cosmesi<br />

Nel primo semestre del 2010 le importazioni coreane del settore cosmesi sono aumentate del<br />

24,8 % per un valore totale <strong>di</strong> 616,74 milioni <strong>di</strong> USD. Nello stesso periodo l’export italiano ha<br />

registrato un incremento del 12,9 % per un valore <strong>di</strong> 21,16 milioni <strong>di</strong> USD. Le importazioni<br />

coreane dai Paesi concorrenti sono state le seguenti: Giappone (156,10 milioni $, +20,9%), Stati<br />

Uniti (149,92 milioni $, +39,8%) , Francia (129,76milioni $, +27,0%), e Germania (20,53<br />

milioni $, +8,9%).<br />

Nel 2009 nonostante la crisi e il calo dei consumi il mercato coreano della cosmesi ha avuto una<br />

crescita in tutti i canali <strong>di</strong>stributivi che si è protratta anche nel primo semestre del 2010.<br />

I due più gran<strong>di</strong> produttori coreani <strong>di</strong> cosmetici, detentori <strong>di</strong> più del 50% del mercato hanno<br />

ottenuto buoni risultati <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta per un totale <strong>di</strong> 2,15 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro. Per contro le aziende a<br />

registrare un fatturato che raggiunge i 71 milioni <strong>di</strong> euro sono meno <strong>di</strong> 10 mentre non esistono<br />

quelle appartenenti alla fascia <strong>di</strong> 350 milioni <strong>di</strong> euro, segnale dell’aggravarsi della<br />

polarizzazione sociale.<br />

Tra i vari canali <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione c’è stata una competizione più agguerrita fra i negozi<br />

monomarca con l’entrata nel mercato <strong>di</strong> molte imprese <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni. Anche la<br />

competizione nel canale delle televen<strong>di</strong>te si sta rafforzando con la partecipazione <strong>di</strong> molte<br />

multinazionali e <strong>di</strong>tte straniere.<br />

Entrando nel merito del prodotto, sono sempre <strong>di</strong> più quelli ricavati dalle cellule staminali e<br />

quelli biologici. Di questi ultimi è stato aperto per la prima volta un pa<strong>di</strong>glione specifico<br />

all’interno <strong>di</strong> una fiera <strong>di</strong> prodotti organici che ha visto anche l’organizzazione <strong>di</strong> un seminario<br />

sui prodotti cosmetici. A seguito <strong>di</strong> un forte interesse nel mercato il governo ha anche formulato<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


delle linee guida sul loro utilizzo. Il giro d’affari dei prodotti biologici in <strong>Corea</strong> è <strong>di</strong> circa 14<br />

milioni <strong>di</strong> euro <strong>di</strong> cui si prevede un grande sviluppo in futuro.<br />

Un altro punto <strong>di</strong> interesse è la crescita dei prodotti cosmetici da uomo. La quota <strong>di</strong> mercato <strong>di</strong><br />

questi ultimi è ancora del 7% ma la crescita è <strong>di</strong> quasi il 15% annuo contro il 3,7% <strong>di</strong> tutto il<br />

settore.<br />

Con lo sviluppo del mercato la <strong>Corea</strong> sta <strong>di</strong>ventando una delle maggiori vetrine per le gran<strong>di</strong><br />

imprese internazionali. Secondo la KPTA(Korea Pharmaceutical Traders Association<br />

www.kpta.or.kr ) nel 2009 le <strong>di</strong>tte straniere presenti sono state 1.040 provenienti da 46 Paesi per<br />

un valore totale delle importazioni <strong>di</strong> 724 milioni <strong>di</strong> US dollari. Questo risultato è dovuto alla<br />

penetrazione in <strong>Corea</strong> <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>tte che intendono incrementare la loro attività fino in Cina, e<br />

che fanno della <strong>Corea</strong> e Hong Kong il proprio “test-market” confidando sul buon livello <strong>di</strong><br />

conoscenza dei prodotti cosmetici da parte dei consumatori coreani. Inoltre con l’aumento dei<br />

produttori <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi Paesi sono sempre <strong>di</strong> più quelli che scelgono <strong>di</strong> produrre in <strong>Corea</strong> via OEM<br />

(Original Equipment Manufacturer) e ODM (Original Design Manufacturer).<br />

Inoltre, con la prossima ratifica dell’ FTA con l’Unione Europea si prevede l’eliminazione delle<br />

tariffe doganali su tutti i prodotti industriali. Attualmente sui prodotti cosmetici grava<br />

un’imposta dei 5~8% che dovrebbe essere gradualmente eliminata subito o entro 3~5 anni.<br />

Occhialeria<br />

Nel primo semestre del 2010 le importazioni coreane del settore occhialeria sono aumentate,<br />

rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 63,6% per un valore <strong>di</strong> circa 141,13<br />

milioni USD mentre le importazioni coreane dall’Italia sono aumentate del 33,5% per un valore<br />

<strong>di</strong> circa 64,18 milioni USD.<br />

Nello stesso periodo le importazioni coreane dai Paesi concorrenti sono state: Cina (49,28<br />

milioni USD, +228,1%), Giappone (12,64 milioni USD, +5,8%), Stati Uniti (5,66 milioni USD,<br />

+59,4%), Francia (3,00 milioni USD, +21,4%).<br />

Un composizione delle importazioni <strong>di</strong> occhialeria, è costituita dagli occhiali da sole che<br />

occupano circa il 50% del totale mentre le montature costituiscono il 30% e il resto (occhiali da<br />

sub, lenti, ecc) il 20%. Il giro d’affari del mercato dell’occhialeria d’importazione è <strong>di</strong> 150<br />

miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> won (pari a 94 milioni <strong>di</strong> euro a fronte <strong>di</strong> un mercato complessivo <strong>di</strong> 714 milioni <strong>di</strong><br />

euro con una quota <strong>di</strong> più del 10% del mercato totale.<br />

L’Italia occupa il primo posto tra i Paesi esportatori in <strong>Corea</strong> del Sud.<br />

La maggior parte delle <strong>di</strong>tte importatrici acquista occhiali da sole e montature tramite le filiali<br />

delle <strong>di</strong>tte straniere presenti in <strong>Corea</strong> oppure me<strong>di</strong>ante agenti. Alcune <strong>di</strong>tte (me<strong>di</strong>e-piccole)<br />

importano <strong>di</strong>rettamente dai produttori. Gli occhiali da sole importati vengono venduti sopratutto<br />

nei gran<strong>di</strong> magazzini, duty free shops, negozi <strong>di</strong> occhialeria, on-line shopping mall (es. Auction,<br />

Interpark, 11th Street, G Market ecc), mentre le montature si trovano nei negozi <strong>di</strong> occhialeria.<br />

Come per altri beni <strong>di</strong> consumo anche in questo settore è in atto una crescente polarizzazione<br />

sociale.<br />

Negli ultimi anni nelle zone <strong>di</strong> Seoul più frequentate come Apgujeong-dong, Cheongdam-dong,<br />

HongDae sono in aumento i negozi definiti “House Brand Shops”. Questi hanno cominciato ad<br />

essere notati dai clienti coreani stanchi dei gran<strong>di</strong> marchi e in cerca <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> particolare.<br />

Le catene <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> negozi sono più <strong>di</strong> 10 e i prezzi oscillano fra 300.000~500.000 won<br />

(€214 - €357 c.a. con tasso <strong>di</strong> cambio won/€: 1400/1) ed oltre. L’acquisto della merce avviene<br />

<strong>di</strong>rettamente dai produttori.<br />

Anche questo settore con la ratifica del prossimo FTA dovrebbe avere ottime probabilità <strong>di</strong><br />

crescita.<br />

Essendo prevista l’eliminazione imme<strong>di</strong>ata delle tariffe per gli occhiali da sole, ed entro 3 anni<br />

quelle per gli occhiali da vista. Ciò potrebbero ad un aumento dell’interscambio a circa 4.7 mld<br />

USD all’anno.<br />

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Gioielleria<br />

Nel primo semestre del 2010 le importazioni coreane <strong>di</strong> gioielleria hanno totalizzato<br />

complessivamente 67,45 milioni USD con un calo del 4,3%. Invece le importazioni dell’Italia<br />

hanno totalizzato 7,84 milioni USD con un incremento del 31,8% rispetto allo stesso periodo<br />

dell’anno precedente. Nello stesso periodo le importazioni coreane dai Paesi concorrenti sono<br />

state: Francia (19,48 milioni USD, +24,1%), Stati Uniti (14,29 milioni USD, -23,5%), Cina<br />

(12,41 milioni USD, -30,8% rispetto all’anno precedente), Svizzera (5,94 milioni USD, 25,3%).<br />

Il giro d’affari della gioielleria nel mondo è <strong>di</strong> circa 150 mld USD mentre quello coreano è <strong>di</strong><br />

circa 3.5 mld USD (pari a 1,88 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro).<br />

I gran<strong>di</strong> marchi del lusso sono presenti all’interno dei gran<strong>di</strong> magazzini nei corner de<strong>di</strong>cati ai<br />

prodotti <strong>di</strong> alta gamma, cresciuti <strong>di</strong> più del 20% rispetto all’anno scorso. Diversamente, gli altri<br />

brand d’importazione stanno subendo ancora le conseguenze del tasso del cambio sfavorevole<br />

oltre alle tasse elevate (compresa la tassa speciale sui beni <strong>di</strong> lusso) e continua crescita del<br />

prezzo dell’oro.<br />

La bigiotteria e i prodotti in argento stanno avendo una crescita più significativa rispetto alla<br />

gioielleria e l’oreficeria.<br />

Per quanto riguarda gli orologi attualmente vi è un vero e proprio boom sia <strong>di</strong> orologi <strong>di</strong> lusso<br />

sia <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> fascia me<strong>di</strong>a. Nel caso degli orologi <strong>di</strong> lusso la domanda sta aumentando grazie<br />

ai collezionisti e all’usanza da parte degli sposi <strong>di</strong> scambiarseli come doni <strong>di</strong> nozze.<br />

La situazione degli orologi <strong>di</strong> fascia me<strong>di</strong>a non è molto <strong>di</strong>versa. Nonostante l’apprezzamento<br />

delle principali valute la crescita è <strong>di</strong> circa del 20% annuo. Essendo ormai considerati accessori<br />

moda la domanda è al suo massimo. Tuttavia, in questo specifico settore, al momento non vi<br />

sono molti marchi stranieri e secondo i managers dei gran<strong>di</strong> magazzini potrebbe ancora esserci<br />

spazio per nuovi brand.<br />

Per quanto riguarda la tassazione, da alcuni anni su incitamento delle <strong>di</strong>tte del settore il governo<br />

si sta adoperando per eliminare le tasse speciali, una possibilità che potrebbe avverarsi<br />

prossimamente. Inoltre con la conclusione dell’ FTA con l’Unione Europea e l’eliminazione<br />

imme<strong>di</strong>ata delle tariffe o entro 3~5 anni, si prevede una maggiore vivacità del mercato. Infatti<br />

secondo la stampa locale con la conclusione dell’FTA con l’Unione Europea l’Italia, che vanta<br />

numerosi marchi <strong>di</strong> gioielleria <strong>di</strong> alta qualità ancora sconosciuti al pubblico coreano, potrebbe<br />

dominare il mercato dei prodotti d’importazione, dove prevalgono pochi nomi francesi. Con<br />

l’eliminazione delle tariffe doganali anche articoli quali le catene in oro provenienti dall’Italia,<br />

penalizzate dall’apprezzamento del materiale prezioso, potrebbero trarne vantaggio.<br />

Mobili e articoli da regalo per la casa<br />

Secondo un rapporto realizzato dal CERIK (Construction Economy Research Institute of Korea)<br />

nel 2010 si prevede che la costruzione <strong>di</strong> nuove abitazioni aumenterà <strong>di</strong> circa il 3,6% rispetto al<br />

2009 grazie alla ripresa dell’economia coreana, mentre si prevede una crescita <strong>di</strong> +12,1% degli<br />

immobili a scopo non residenziale. Anche per gli investimenti nel settore dell’e<strong>di</strong>lizia è prevista<br />

una crescita del 2,0% per il 2010, un ritmo più lento rispetto al 2009 a causa della riduzione dei<br />

fon<strong>di</strong> pubblici destinati allo scopo.<br />

In linea con la ripresa economica e del settore e<strong>di</strong>lizio, anche nel settore dell’arredamento tira<br />

un’aria <strong>di</strong> rivitalizzazione. Con l’aumento della preferenza accordata agli appartamenti della<br />

zona <strong>di</strong> Gangnam, a sudest <strong>di</strong> Seoul, che saranno oggetto <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> ristrutturazione<br />

generale, le previsioni per il settore dell’arredamento sono incoraggianti e molti importatori<br />

sono già pronti a cogliere future, nuove opportunità commerciali.<br />

Le statistiche sulle importazioni coreane <strong>di</strong> mobili durante il periodo gennaio~giugno 2010<br />

confermano questa ripresa, con un aumento del 53,1% per un volume totale raggiunto <strong>di</strong> 727.75<br />

mln USD. Anche le importazioni dall’Italia si mantengono in linea con l’andamento generale<br />

con una crescita del 48,8% per un valore totale <strong>di</strong> 56.25 mln USD. L’Italia è il secondo Paese<br />

fornitore della <strong>Corea</strong> dopo la Cina, anche se vi è un grosso <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> quota occupata sull’intero<br />

mercato: 7,7% contro il 58,6% cinese. C’è da <strong>di</strong>re tuttavia che la fascia <strong>di</strong> consumatori a cui<br />

fanno riferimento i prodotti italiani è ben <strong>di</strong>versa. Considerando lo stesso mercato <strong>di</strong> riferimento<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


gli importatori coreani dopo l’Italia pre<strong>di</strong>ligono gli USA, che durante il periodo citato crescono<br />

<strong>di</strong> ben il 301,1% con una quota del 7,5%.<br />

Per quanto riguarda i trend dei mobili più ricercati per la seconda metà del 2010, sarà molto<br />

<strong>di</strong>ffuso uno stile minimalista, non appariscente, con prodotti realizzati con materiali naturali e<br />

dalle tonalità soffuse. Lo stile preferito si avvicina pertanto alla semplicità voluta dei mobili<br />

scan<strong>di</strong>navi con tocchi <strong>di</strong> design e elementi artistici appena accennati. Per quanto riguarda il<br />

mobilio per neosposi lo stile romantico rimane quello pre<strong>di</strong>letto con tonalità vicine al bianco e<br />

alla crema per un effetto generale <strong>di</strong> eleganza e confort. Sono molto richiesti anche i particolari<br />

<strong>di</strong>pinti a mano e le stampe delicate.<br />

Anche sul fronte degli articoli da regalo le statistiche sull’import coreano dal mondo danno<br />

risultati positivi, con una crescita registrata durante il periodo in esame del 40,6%. Anche in<br />

questo caso il primo Paese fornitore della <strong>Corea</strong> è la Cina con una quota del 48% (+42,6% <strong>di</strong><br />

variazione annuale), seguita dagli USA (quota dell’11,9%, +16,7%) e la Germania (quota del<br />

6,6%, +10,9%). L’Italia risulta essere solo il decimo Paese fornitore, in controtendenza rispetto<br />

ai suoi concorrenti con un calo dei flussi esportativi del 10,8% e una quota <strong>di</strong> mercato molto<br />

limitata del 2,2%.<br />

b) Valutazione degli investimenti <strong>di</strong>retti da e verso l’Italia<br />

Dopo aver raggiunto quota 158 milioni USD nel 2009, gli investimenti italiani <strong>di</strong>retti in <strong>Corea</strong> si<br />

sono incrementati <strong>di</strong> ulteriori 14,6 milioni USD nel primo semestre 2010. Tali cifre mostrano<br />

come finora non vi sia stata una convinta comprensione delle potenzialità offerte dall’economia<br />

coreana, e questa considerazione vale altrettanto per l’analisi dell’investimento coreano nel<br />

nostro Paese. Gli investimenti coreani <strong>di</strong>retti in Italia sono infatti stati pari a soli 5,3 milioni USD<br />

nel 2009 per incrementare <strong>di</strong> circa 0,7 milioni USD nel primo semestre 2010.<br />

L’assicurare una più costante ed incisiva presenza <strong>di</strong>retta in <strong>Corea</strong> potrebbe aiutare le imprese<br />

italiane a conseguire non solo il consolidamento della propria posizione nel mercato coreano,<br />

ma anche una più efficace penetrazione nei mercati asiatici, come, ad esempio, la Cina.<br />

Gli investitori italiani, inoltre, potrebbero sfruttare le ottime infrastrutture logistiche della <strong>Corea</strong><br />

(porti, aereoporti, posizione geografica) per la successiva re<strong>di</strong>stribuzione nei Paesi asiatici. Tale<br />

esercizio potrebbe concentrarsi nei settori chimico-plastico, metallurgico e dei macchinari,<br />

bancario; senza escludere alleanze con imprese coreane <strong>di</strong> vertice nei settori automobilistico<br />

(componentistica), elettronico, cantieristico-navale e delle telecomunicazioni.<br />

Entrambi i Paesi <strong>di</strong>fettano <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ffusa conoscenza delle rispettive potenzialità economiche:<br />

da un lato, infatti, l’Italia non è preferita come meta <strong>di</strong> investimenti, dacché gli investitori<br />

coreani privilegiano i paesi emergenti rispetto a quelli ad economia matura, dall’altro scarsa è<br />

la percezione della <strong>Corea</strong> come potenza industriale altamente sviluppata e con un ottimo<br />

settore <strong>di</strong> ricerca tecnologica.<br />

c) Valutazione delle potenzialità <strong>di</strong> cooperazione commerciale ed industriale nei settori<br />

ad alto contenuto tecnologico<br />

La <strong>Corea</strong> ha fatto registrare negli ultimi decenni una notevole crescita economica (15 a economia<br />

mon<strong>di</strong>ale nel 2008 con un PIL <strong>di</strong> 928.7 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> US$ (600 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Euro) ed un red<strong>di</strong>to procapite<br />

<strong>di</strong> 19,231 US$ dai ca. 100 US$ del 1963). Largamente superata la crisi finanziaria mon<strong>di</strong>ale<br />

del 2008-inizio 2009, il Paese continua a ritenere che le sue principali “chiavi” <strong>di</strong> crescita risiedano<br />

nella Ricerca scientifica e nell’Innovazione tecnologica, quali uniche possibilità <strong>di</strong> sopravvivenza in<br />

un mondo <strong>di</strong> competizione globalizzata per un Paese privo <strong>di</strong> risorse naturali.<br />

La cultura tecnologica continua a permeare profondamente la <strong>Corea</strong> nella sua vita sociale,<br />

economica e politica, ed il popolo coreano manifesta a tutti i livelli una sorprendente familiarità con<br />

la tecnologia.<br />

Nel 2009 le attività <strong>di</strong> R&S hanno avuto un finanziamento pubblico <strong>di</strong> 12,400 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> won (8.0<br />

miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Euro), con un incremento del 13.8% rispetto al finanziamento a consuntivo del 2008,<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


isultato pari a 10,900 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Won. Gli investimenti totali in ricerca (pubblico+privato) sono<br />

risultati nel 2008 pari al 3.37% del PIL (4° Paese mon<strong>di</strong>ale). Nel 2008 la <strong>Corea</strong>, malgrado la<br />

contrazione degli investimenti per la crisi economica, è risultata 4 a (dopo Svezia, Finlan<strong>di</strong>a e<br />

Giappone) per investimenti rispetto al PIL tra i Paesi OCSE. In proiezione al 2012 il Governo<br />

prevede <strong>di</strong> raggiungere il 5% del PIL, mantenendo un costante aumento del 10.5% annuo degli<br />

investimenti. In termini <strong>di</strong> obiettivi generali, il Governo punta all’inserimento della <strong>Corea</strong> tra i 10<br />

Paesi leader nel campo della ricerca entro il 2010 e tra i primi 5 nel 2012.<br />

Gli investimenti privati in R&S dell’industria <strong>Corea</strong>na, superiori me<strong>di</strong>amente al 75% del totale, sono<br />

pari al 3.0-3.5% del fatturato. L’export coreano, che figura al 9° posto mon<strong>di</strong>ale nel 2009, è<br />

rappresentato al 30% (50% verso l’Europa) da sistemi hi-tec, che rappresentano il 16% del fatturato<br />

totale. Solo nel settore IT l’investimento 2008 è stato <strong>di</strong> 23 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> US$ in relazione al<br />

miglioramento delle strutture produttive ed al potenziamento della R&S. La grande industria<br />

coreana, malgrado la crisi 2008-09, ha continuato nel 2009 ad investire in ricerca come negli anni<br />

precedenti. In riferimento al 2009, il 33.3% ca. delle principali 30 Società ha incrementato gli<br />

investimenti in R&S del 5-10% e ed il 22% del 10-20%.<br />

In termini programmatici, gli orientamenti del Governo hanno portato a concentrare gli sforzi <strong>di</strong><br />

R&S in settori specifici selezionati ai fini <strong>di</strong> un miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> un<br />

incremento <strong>di</strong> competitività e capacità innovativa dell’industria, sia in termini <strong>di</strong> consolidamento, sia<br />

<strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> nuove tecnologie e processi.<br />

Le “core technologies” generali in<strong>di</strong>viduate dal Governo sono: Tecnologie dell’Informazione,<br />

Scienze della vita e Tecnologie me<strong>di</strong>che, Tecnologie Ambientali ed Energie rinnovabili (eolico,<br />

fotovoltaico, celle a combustibile), Robotica, Nanotecnologie, Tecnologie Energetiche e Tecnologie<br />

Aerospaziali.<br />

La grande attenzione dell’industria e gli investimenti posti dal Governo <strong>Corea</strong>no nel settore della<br />

Ricerca e della Innovazione tecnologica ha prodotto risultati rilevanti per la <strong>Corea</strong> a livello mon<strong>di</strong>ale<br />

in termini <strong>di</strong> Ricerca e <strong>di</strong> produzione industriale:<br />

- 3 a posizione mon<strong>di</strong>ale nella Competitività Scientifica e 14 a in quella Tecnologica (IMD-<br />

International Institute for Management Development, 2009); l’obiettivo 2012 è <strong>di</strong> mantenere la 3 a<br />

posizione mon<strong>di</strong>ale nella Competitività Scientifica e <strong>di</strong> raggiungere la 5 a in quella Tecnologica;<br />

- 2 a posizione mon<strong>di</strong>ale nell’“International Innovation Index” su 110 Paesi (Singapore 1°) e 1 a tra i<br />

principali 20 Paesi (U.S.A. 2°, Giappone 3°, Italia 14 a ) (BCG-Boston Consulting Group, 2009);<br />

- 12 a posizione mon<strong>di</strong>ale nella capacità <strong>di</strong> innovazione (COSTII 2008, “Composite S&T Innovation<br />

Index”, elaborato su dati OECD-IMD-WEF, con USA, Svizzera e Giappone ai primi tre posti);<br />

- 19° posto per Competitività Globale 2009-10 (dal 13° posto del 2008-09) in base al “Global<br />

Competitiveness Index (GCI)” (WEF-World Economic Forum su 133 Paesi)” (Svizzera 1 a , U.S.A<br />

2°, Germania 7 a , Giappone 9°, Francia 16 a , Italia 48 a );<br />

- 27° posto nella “World Competitiveness Scoreboard” (IMD 2009 su 55 Paesi; 2008: USA,<br />

Singapore e HK ai primi 3 posti, Korea 31 o e Italia 46 a );<br />

- 22° posto (2008) nelle “National Competitiveness Rankings” (IPS-Institute of Policy Stu<strong>di</strong>es);<br />

- 12° posto (2009) in termini <strong>di</strong> pubblicazioni scientifiche (SCIE-Science Citation Index Extended)<br />

e 30° posto per citazioni; l’obiettivo 2012 è <strong>di</strong> raggiungere rispettivamente la 10 a e 20 a posizione;<br />

- 2 Università coreane rientrano tra le principali 100 a livello mon<strong>di</strong>ale nel 2009, con l’obiettivo <strong>di</strong><br />

averne 5 nel 2012; nel 2005 la <strong>Corea</strong> occupava il 21° posto per presenza internazionale delle<br />

Università (NSI-National Science In<strong>di</strong>cator-Thomson Institute for Scientific Information, USA) e<br />

nel 2008 il 31° (IMD) per competitività globale nell’Istruzione universitaria;<br />

- 4 a posizione mon<strong>di</strong>ale 2007 nel deposito <strong>di</strong> brevetti (7,061 nel 2007 come “international<br />

application” con una crescita del 18.8% rispetto al 2006 e del 50.6% rispetto al 2005 (WIPO-<br />

World Intellectual Property Organization: USA 1 o , Germania 2 a , Giappone 3 o , Francia 5 a , UK 6 a ,<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Italia 11 a ); il deposito <strong>di</strong> brevetti è in particolare concentrato su ICT, nano-tecnologie, nuovi<br />

materiali, biotecnologie;<br />

- 12° Paese (2008) per numero totale assoluto <strong>di</strong> ricercatori Scientifici (ca. 260,000 unità con il 25%<br />

<strong>di</strong> PhDs e <strong>di</strong> cui oltre il 70% a tempo pieno);<br />

- 1° Paese (su 180) nel 2005-2007 per in<strong>di</strong>ce DOI (Digital Opportunity Index) (MKE-<strong>Corea</strong> 2007);<br />

- 4° posto per sviluppo <strong>di</strong> nanotecnologie (2007, Lux Research (USA) Report e 2009 MEST-<br />

KISTI), dopo U.S.A, Giappone e Germania);<br />

- 5° Paese per potenza nucleare installata con 20 centrali operative (World Nuclear Association, <strong>di</strong>c<br />

2009); 8 nuove centrali saranno completate entro il 2016, 4 entro il 2022 e altre 6 entro il 2030; la<br />

copertura del fabbisogno nazionale <strong>di</strong> energia elettrica risulta del 35.6% nel 2008 (11 a posizione<br />

mon<strong>di</strong>ale) ed è prevista del 59% entro il 2030);<br />

- 5° Paese nel settore auto (2008);<br />

- 5° Paese per sviluppo della Robotica e 2° per densità <strong>di</strong> robot rispetto alla popolazione (2008, IFR<br />

(Int. Federation of Robotics)); con una copertura del mercato mon<strong>di</strong>ale del 6% circa nel 2008 e<br />

prevista del 13.3% nel 2013;<br />

- 1° Paese per cantieristica navale mercantile ed LNG ad alto tonnellaggio (35.8% del mercato<br />

(2008) e 41.1% dei nuovi or<strong>di</strong>ni (2009) con 7 società cantieristiche tra le prime 10 mon<strong>di</strong>ali (2 a<br />

Cina e 3° Giappone));<br />

- 1° Paese per <strong>di</strong>ssalatori industriali, frigoriferi e con<strong>di</strong>zionatori d’aria (2008);<br />

- 6° Paese produttore <strong>di</strong> acciaio (2008);<br />

- 2° Paese produttore nel settore tessile (2006);<br />

- 1° Paese (su 180) nel 2005-2007 per in<strong>di</strong>ce DOI (Digital Opportunity Index) (MKE-<strong>Corea</strong> 2007);<br />

- 1° Paese per sviluppo dell’ “e-Governance” (UN Global E-Government Survey, 2010; U.S.A. 2°,<br />

Canada 3°, UK 4 a , Olanda 5 a , Giappone 19°, Cina 36 a );<br />

- 8° Paese (2008) per ICT-Industry Competitiveness Index (previsto 3° posto nel 2012);<br />

- 2° Paese per per <strong>di</strong>ffusione e utilizzo <strong>di</strong> tecnologie ICT (National Informatization Index, NIA<br />

2008);<br />

- 2° Paese per ICT Development Index (ITU 2007);<br />

- 1° Paese per connessioni internet in banda larga nelle abitazioni (96% delle utenze (2009), 1°<br />

Paese in ambito OECD (2008), Italia 25 a );<br />

- 5° Paese OECD per <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Personal Computer (79.6% delle abitazioni, MKE(<strong>Corea</strong>) 2007);<br />

- Internet: l’88.4 % della popolazione (48.6 milioni totali) utilizza internet ed il 77% con frequenza<br />

giornaliera e 13.7 ore/settimana (comScore Inc. (USA) 2008, MKE(<strong>Corea</strong>) 2007, KCC(<strong>Corea</strong>)<br />

2009) e tra questi:<br />

- il 99% della popolazione tra 10 e 39 anni utilizza quoti<strong>di</strong>anamente internet<br />

- il 60% (2007) legge giornali in rete<br />

- il 58% (2007) possiede e gestisce homepages o blogs<br />

- oltre il 60% (2008) fa acquisti via internet (e-commerce <strong>di</strong> 545.4 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> USD (National<br />

Statistic Office))<br />

- i conti <strong>di</strong> internet-banking risultano 52.6 milioni nel 2008 (Bank of Korea);<br />

- 8° Paese per utilizzo <strong>di</strong> internet /100 abitanti (ITU 2007);<br />

- 1° Paese per utilizzo <strong>di</strong> telefonia mobile (93% della popolazione, KCC(<strong>Corea</strong>) 2009);<br />

- 2° produttore mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> apparecchi per telefonia mobile (31.6% (2009) del mercato, <strong>di</strong>etro<br />

Finlan<strong>di</strong>a-Nokia con il 36.6%): Samsung (2°), LG (3°);<br />

- nel campo dell’industria ICT la <strong>Corea</strong> copre:<br />

- il 7.8% ca. del mercato mon<strong>di</strong>ale dell’elettronica (1° esportatore ICT tra i 30 Paesi OCSE,<br />

con un fatturato 2008 <strong>di</strong> 120.9 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> US$)<br />

- il 56.9% (2009) del mercato delle memorie DRAM (Dynamic Random Access Memory)<br />

(1° a livello mon<strong>di</strong>ale)<br />

- il 49.3% (2009) <strong>di</strong> quelle NAND-Flash (NotAND Memory) (1°)<br />

- l’11.3% (2009) dei semiconduttori (2°)<br />

- il 48.0% (2009) dei monitor LCD-TFT (1°)<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


- il 51.5% (2009) del mercato LCD (1°)<br />

- il 29.1% (2009) dei TV-LCD (1°)<br />

- il 56.0% (2008) dei <strong>di</strong>splay PDP per televisori <strong>di</strong>gitali (1°)<br />

- il 32% (2008) dei <strong>di</strong>splay OLED (Organic Light Emitting Diode) (1°)<br />

- il 59% (2007) dei CRT (Cathode Ray Tube) (1°)<br />

- oltre il 20% (2007) dei riproduttori MP3.<br />

La collaborazione <strong>di</strong> S&T con l’Italia è in forte crescita: è attivo il Laboratorio congiunto Italia-<br />

<strong>Corea</strong> sulla Biorobotica, con se<strong>di</strong> presso la SSSA <strong>di</strong> Pisa ed il KIST <strong>di</strong> Seoul e il laboratorio<br />

congiunto sulla Fotonica sempre tra SSSA e KIST. Dal 2009, inoltre, è stato avviato il terzo<br />

Laboratorio Congiunto tra ENEA e KIST sulle Celle a combustibile. La cooperazione con alcuni<br />

gruppi italiani d’eccellenza scientifica è consolidata e viene privilegiata dalla <strong>Corea</strong> nel quadro<br />

internazionale: ad esempio con la citata Scuola Superiore Sant’Anna <strong>di</strong> Pisa (robotica, ICT, materiali,<br />

celle a combustibile), l’Università La Sapienza (Fisica)/ICRA (astrofisica relativistica), il<br />

CNR/Università della Calabria (tecnologie delle membrane), il CNR/Napoli (biomateriali),<br />

l’Università <strong>di</strong> Milano (alimentazione e sapori), l’ENEA (celle a combustibile e nucleare da fissione),<br />

etc. La collaborazione in termini <strong>di</strong> accordo coor<strong>di</strong>nato dai rispettivi Governi, è stata ulteriormente<br />

ampliata attraverso la definizione (Ministero degli Affari Esteri italiano e MEST coreano - Seoul, 17<br />

<strong>di</strong>cembre 2009) ed avvio del’“IX Programma Esecutivo <strong>di</strong> Cooperazione Scientifica e Tecnologica”<br />

per il triennio 2010-2012 con 9 Progetti bilaterali. Un “Accordo tra il Governo della <strong>Repubblica</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Corea</strong> e il Governo della <strong>Repubblica</strong> Italiana in materia <strong>di</strong> cooperazione scientifico-tecnologica” è<br />

stato firmato in occasione della visita in Italia nel febbraio 2007 dell’allora Presidente della<br />

<strong>Repubblica</strong> <strong>di</strong> <strong>Corea</strong> Roh Moo-hyun.<br />

Un segnale <strong>di</strong> rilievo dell’importanza attribuita dall’Italia alle tematiche <strong>di</strong> S&T è venuto dall’allora<br />

Presidente del Consiglio dei Ministri On. Prof. Romano Pro<strong>di</strong> che nel corso della visita ufficiale in<br />

<strong>Corea</strong> (aprile 2007) ha inaugurato e avviato i lavori del “III Forum Italia-<strong>Corea</strong> <strong>di</strong> S&T”, tenuto a<br />

Seoul nei giorni 19 e 20 aprile 2007.<br />

Il 3-4 giugno 2010 è prevista l’organizzazione in Italia, a Napoli, del “IV Forum Italia-<strong>Corea</strong> <strong>di</strong><br />

S&T”.<br />

3) INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO<br />

a) Barriere tariffarie<br />

L’evoluzione <strong>di</strong> maggiore rilievo che si attendeva nel primo semestre 2010, realizzata poi lo<br />

scorso 6 ottobre, e` stata la firma dell’accordo <strong>di</strong> libero scambio (FTA) tra UE e <strong>Corea</strong>, che<br />

entrera` in vigore il 1° luglio 2011. Con l’FTA, la maggior parte delle tariffe sui beni scambiati<br />

tra Paesi comunitari e <strong>Repubblica</strong> <strong>di</strong> <strong>Corea</strong> saranno eliminate imme<strong>di</strong>atamente o nel giro <strong>di</strong><br />

alcuni anni, con un effetto previsto <strong>di</strong> un aumento del 20% dell’interscambio UE-<strong>Corea</strong>.<br />

In linea generale, il processo <strong>di</strong> liberalizzazione delle importazioni è ormai quasi del tutto<br />

completato (su circa il 99% delle linee tariffarie non esistono restrizioni quantitative). Il sistema<br />

adottato è a lista negativa, pertanto non è necessaria alcuna autorizzazione, a meno che i beni non<br />

rientrino nella lista dei prodotti non importabili. In tal caso esiste una specifica procedura per<br />

alcuni beni alimentari (a causa <strong>di</strong> problematiche sanitarie e fitosanitarie), cosmetici, farmaceutici<br />

ed alcune attrezzature me<strong>di</strong>che. Gli operatori interessati potranno consultare il sito internet delle<br />

dogane coreane ( http://english.customs.go.kr/ ).<br />

Le tariffe doganali per i beni industriali e <strong>di</strong> capitale sono in linea con gli standard internazionali<br />

e con le regole dell’OMC <strong>di</strong> cui la <strong>Corea</strong> è Paese membro. La tariffa me<strong>di</strong>a (8,4 % per i beni<br />

industriali, 16,6% per quelli agricoli con punte del 27 % per gli ortaggi e del 45/50 % per la<br />

frutta) tuttavia, è in me<strong>di</strong>a più alta <strong>di</strong> quella adottata dall’Unione Europea. Molto alte e<br />

protettive sono le tariffe doganali per alcuni beni <strong>di</strong> consumo come automobili, piastrelle, vino e<br />

prodotti alimentari, alle quali si aggiungono numerose altre imposte fra cui una tassa sui beni <strong>di</strong><br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


lusso (<strong>di</strong> oltre il 20%) che colpisce alcuni dei nostri settori <strong>di</strong> punta (mobili, gioielli, fucili da<br />

caccia, ecc.). Su alcuni prodotti agricoli notificati all’OMC come “sensibili” (zucchero,<br />

granturco e riso) sono in vigore dei contingentiSu impulso italiano, ha avuto successo il<br />

negoziato fra l’Unione Europea e la <strong>Corea</strong> per ottenere l’apertura <strong>di</strong> un contingente <strong>di</strong> riso per<br />

risotti (varietà japonica) a favore dei produttori europei ed italiani, le cui quote vengono<br />

assegnate ogni anno tramite ban<strong>di</strong> pubblici. Una volta entrato in vigore, l’accordo <strong>di</strong> libero<br />

scambio UE-<strong>Corea</strong> abbatterà sensibilmente tali barriere tariffarie.<br />

b) Barriere non tariffarie<br />

Sulla carta il sistema legale coreano è improntato ai più alti standard internazionali. La <strong>Corea</strong><br />

aderisce a tutte le principali convenzioni internazionali, comprese tutte quelle negoziate in<br />

ambito OMC. Ciononostante, si rilevano ritar<strong>di</strong> in quei settori dove l’industria locale si trova in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> maggiore debolezza rispetto alla concorrenza straniera (servizi in generale, servizi<br />

professionali, prodotti agroalimentari, farmaceutici, cosmetici, agenzie <strong>di</strong> stampa). In questi<br />

settori la normativa e le regolamentazioni tecniche sono spesso penalizzanti per le industrie<br />

straniere provocando così delle barriere all’entrata. Esistono numerose barriere non tariffarie, in<br />

particolar modo relative agli standard <strong>di</strong> sicurezza e igiene dei prodotti alimentari, cosmetici,<br />

farmaceutici ed automobili. Alcune <strong>di</strong> queste appaiono in contrasto con le normative OMC<br />

(cosmetici, farmaceutici): su <strong>di</strong> esse sono in corso colloqui e negoziati UE-<strong>Corea</strong> ed insistente è<br />

la pressione degli ambienti europei (ambasciate e camere <strong>di</strong> commercio) sulle autorità coreane. Il<br />

superamento <strong>di</strong> tali barriere, inoltre, è stato uno dei principali capitoli del negoziato per un<br />

Accordo <strong>di</strong> libero scambio tra la UE e la <strong>Corea</strong>, firmato il 6 ottobre 2010 e la cui entrata in<br />

vigore e` prevista a partire dal 1° luglio 2011. Per quanto riguarda le automobili, alcuni problemi<br />

provengono dal fatto che la <strong>Corea</strong> adotta regolamenti tecnici e <strong>di</strong> sicurezza in parte europei<br />

(<strong>di</strong>esel), in parte americani (benzina), in parte non conformi agli standard internazionali. A<br />

partire dal 2005, tuttavia, è stato aperto il mercato ai veicoli <strong>di</strong>esel costruiti secondo i parametri<br />

europei. Sui prodotti alimentari, la legittima aspirazione delle autorità coreane <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re<br />

l’ingresso <strong>di</strong> malattie animali comporta una serie <strong>di</strong> complesse normative <strong>di</strong> controllo. A seguito<br />

<strong>di</strong> negoziati condotti dall’Ambasciata con le autorità veterinarie locali, sono stati comunque<br />

raggiunti alcuni, importanti risultati: 1) è ora possibile esportare in <strong>Corea</strong> Parmigiano Reggiano,<br />

Grana Padano ed altri formaggi a base <strong>di</strong> latte crudo, mortadella, cotechino, prosciutti cotti e<br />

cru<strong>di</strong>; 2) è stato positivamente superato il bando coreano alle importazioni <strong>di</strong> mozzarella <strong>di</strong><br />

bufala adottato lo scorso marzo 2008; 3) sono state ufficialmente riconosciute le certificazioni <strong>di</strong><br />

prodotti biologici da parte degli enti italiani autorizzati e si sta sensibilizzando il Ministero<br />

dell’Agricoltura perché la nuova legislazione in materia sia semplificata; 4) sono in corso<br />

negoziati fra Ambasciata e autorità fitosanitarie coreane per aprire il mercato <strong>di</strong> questo Paese alle<br />

esportazioni <strong>di</strong> kiwi italiani ed è stata fatta richiesta per aavviare le esportazioni <strong>di</strong> arance, pere,<br />

mele ed uva da tavola italiane ; 5) è stato aperto un contingente per le importazioni della varietà<br />

<strong>di</strong> riso italiano che si usa per preparare i risotti.<br />

Il sistema <strong>di</strong>stributivo è talvolta penalizzante per le nostre esportazioni a causa del persistere <strong>di</strong><br />

alti margini <strong>di</strong> profitto degli interme<strong>di</strong>ari che finiscono per alzare anche del 300% (rispetto al<br />

prezzo FOB) il prezzo al consumatore. Il fenomeno, tuttavia, dovrebbe attenuarsi man mano che<br />

i mercati settoriali si ingran<strong>di</strong>scono. I negozi (quando non in franchising o <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong>retta <strong>di</strong><br />

commercianti/importatori o produttori) si riforniscono presso le aziende importatrici che spesso<br />

hanno l’esclusiva sulla base <strong>di</strong> appositi accor<strong>di</strong> con le case produttrici. Si sente tuttavia<br />

l’esigenza <strong>di</strong> un’attività <strong>di</strong> pubblicità e <strong>di</strong> marketing su grande scala che faccia conoscere alle<br />

classi me<strong>di</strong>e coreane i prodotti italiani in modo da ampliarne la domanda (per l’agroalimentare<br />

spesso ristretta al pur importante circuito dei ristoranti italiani).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


È in genere consigliabile che l’azienda italiana interessata ad esportare in <strong>Corea</strong>, in<strong>di</strong>vidui un<br />

importatore locale <strong>di</strong> fiducia che lo aiuti a superare alcuni problemi dovuti alla lingua, alle<br />

normative locali, ecc. La Korean Importers Association ( http://www.import.or.kr/index.do ) è<br />

la principale associazione del settore, raggruppando circa il 90 % degli importatori coreani.<br />

c) Violazioni delle norme sulla tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> proprietà intellettuale<br />

Nel settore della tutela della proprietà intellettuale in passato la <strong>Corea</strong> è stata accusata <strong>di</strong><br />

invadere i mercati mon<strong>di</strong>ali con tecnologie e prodotti imitati. In questi ultimi anni si<br />

cominciano ad intravedere i primi segni <strong>di</strong> una graduale e concreta inversione <strong>di</strong> tendenza. Dal<br />

1995 il paese è membro del TRIPs (accordo concluso in ambito OMC per la protezione dei<br />

<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Proprietà Intellettuale). A partire dal 2003/2004, inoltre, alcune mo<strong>di</strong>fiche legislative<br />

hanno adeguato considerevolmente la normativa coreana agli accor<strong>di</strong> internazionali (fra tutti,<br />

l’allineamento al c.d. “Sistema <strong>di</strong> Madrid”). È da sottolineare, al riguardo, l’efficienza del<br />

sistema <strong>di</strong> registrazione brevettuale coreano (data l’alta propensione della <strong>Corea</strong> alla ricerca e<br />

sviluppo).<br />

Inoltre, dall’anno scorso l’Amministrazione coreana ha adottato misure più stringenti contro la<br />

<strong>di</strong>ffusione in rete <strong>di</strong> contenuti <strong>di</strong>gitali “piratati”. A tal fine, nel 2009 si è provveduto ad<br />

elaborare un unico testo normativo, risultato dalla fusione del Copyright Act e del Computer<br />

Programs Protection Act, con l’obiettivo <strong>di</strong> garantire, attraverso il costante monitoraggio della<br />

rete, una maggiore e più moderna tutela della P.I. anche contro le minacce che arrivano dal web.<br />

A riprova dei progressi compiuti, nel 2010 per la seconda volta consecutiva (dopo il 2009) sin<br />

dalla sua prima e<strong>di</strong>zione nel 1989, la <strong>Repubblica</strong> <strong>di</strong> <strong>Corea</strong> non è stata menzionata nello Special<br />

301, pubblicato annualmente dall’Ufficio del Rappresentante per il Commercio statunitense<br />

(USTR), né nella Priority Watch List né nella Watch List, a <strong>di</strong>mostrazione dei considerevoli e<br />

concreti passi in avanti compiuti dal paese sia nella lotta alla contraffazione sia nella costante<br />

attenzione rivolta alla materia attraverso l’approvazione <strong>di</strong> normative volte ad accrescere<br />

protezione e tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> proprietà industriale ed intellettuale. Il dato risulta tanto più<br />

significativo se si considera che, dal 1989, la <strong>Corea</strong> è apparsa nella Priority Watch List per 9<br />

volte e nella Watch List in 11 occasioni. L’USTR ha comunque <strong>di</strong>chiarato che la <strong>Corea</strong><br />

continuerà ad essere monitorata molto da vicino soprattutto in merito al grave problema della<br />

pirateria su internet e provvederà ad inserire <strong>di</strong> nuovo il paese nella Watch List se esso non<br />

dovesse implementare le riforme appena varate e dare attuazione ad ulteriori azioni <strong>di</strong> contrasto<br />

<strong>di</strong> tale fenomeno.<br />

Anche se le leggi sono state adeguate agli accor<strong>di</strong> internazionali, la loro applicazione potrebbe<br />

comunque essere più stringente. L’ente coreano competente per la tutela della Proprietà<br />

Intellettuale (KIPO: Korean Intellectual Property Office - www.kipo.go.kr) e le Dogane<br />

coreane (Korea Customs Service- www.kcs.go.kr) sono stati rafforzati ed hanno condotto, nel<br />

corso degli ultimi anni, alcune campagne <strong>di</strong> sensibilizzazione dell’opinione pubblica e degli<br />

operatori locali. L’obiettivo con<strong>di</strong>viso è quello <strong>di</strong> una sempre maggiore attenzione da parte<br />

delle autorità coreane su tali temi.<br />

Rimangono evidenti casi <strong>di</strong> pirateria e contraffazione nei campi dell’abbigliamento, della<br />

pelletteria, degli accessori, dell’arredamento e degli alimentari (merci per lo più importate<br />

dall’estero). Si registrano con una certa frequenza, inoltre, casi <strong>di</strong> illecita registrazione <strong>di</strong><br />

marchi <strong>di</strong> imprese occidentali (anche italiane) da parte <strong>di</strong> soggetti locali. Questo fenomeno,<br />

noto con l’espressione “brokeraggio sui marchi”, è frutto <strong>di</strong> una conoscenza spesso<br />

approssimativa e <strong>di</strong> sicuro non adeguata, da parte dell’impren<strong>di</strong>toria estera (ed italiana), delle<br />

procedure e degli Enti preposti alla tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Proprietà Intellettuale in <strong>Corea</strong>.<br />

Si segnala, inoltre, che – a livello penale – in <strong>Corea</strong> il contraffattore <strong>di</strong> marchi registrati e quin<strong>di</strong><br />

protetti dalla Legge sui Marchi (Trademark Act) è punibile con una pena detentiva sino a sette<br />

anni <strong>di</strong> reclusione e soggetto ad un’ammenda pecuniaria che può arrivare sino a cento milioni <strong>di</strong><br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Won (circa 67.000 Euro). Come pure, in caso <strong>di</strong> violazione della Legge contro la Concorrenza<br />

Sleale (Unfair Competition Prevention and Trade Secret Protection Act), che copre – tra le<br />

altre – l’ipotesi <strong>di</strong> marchi notori ma non registrati, il contraffattore è punibile con una pena<br />

detentiva sino a tre anni <strong>di</strong> reclusione e soggetto ad un’ammenda pecuniaria che può arrivare<br />

sino a trenta milioni <strong>di</strong> Won (circa 20.000 Euro).<br />

Un’ultima annotazione riguarda i dati <strong>di</strong> rilevazione e <strong>di</strong> misurazione del livello <strong>di</strong> protezione<br />

dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Proprietà Intellettuale nei vari paesi, elaborati dall’International Institute for<br />

Management Development (IMD) <strong>di</strong> Losanna, secondo i quali nel 2009 la <strong>Repubblica</strong> <strong>di</strong> <strong>Corea</strong><br />

ha occupato la 33 a posizione all’interno <strong>di</strong> questa speciale classifica (a fronte della 37 a posizione<br />

ricoperta nel 2008).<br />

Korea's IPR protection ranking<br />

Year 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009<br />

Ranking 36 33 30 38 34 37 33<br />

Source: International Institute for Management Development<br />

Dalla registrazione del primo <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà industriale con il KIPO (per il marchio Vespa<br />

riconosciuto dall’Ufficio <strong>Corea</strong>no della Proprietà Intellettuale nel lontano 1956), numerosi sono<br />

stati, nel corso degli anni, i titoli italiani per i quali è stata depositata domanda e si è giunti al<br />

riconoscimento <strong>di</strong> un titolo italiano <strong>di</strong> fronte al KIPO.<br />

Soffermandosi sulle ultime statistiche pubblicate dal KIPO e relative alle domande italiane <strong>di</strong><br />

riconoscimento <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà industriale in <strong>Corea</strong>, nel 2009 le domande per Marchi<br />

hanno rappresentato il maggior numero raggiungendo le 1.058 unità pari al 74,4% del volume<br />

complessivo delle domande italiane depositate al KIPO l’anno scorso. Seguono quelle per<br />

Brevetti (305 con una quota pari al 21,4%) e Disegni industriali (59 pari al 4,1% del totale). Da<br />

segnalare la mancanza assoluta <strong>di</strong> domande italiane per Modelli <strong>di</strong> Utilità.<br />

Guardando, invece, alle registrazioni <strong>di</strong> titoli italiani con il KIPO nel 2009, i Marchi si sono<br />

contrad<strong>di</strong>stinti per aver avuto la quota più significativa (735 registrazioni pari all’83,4% del<br />

totale), seguiti dai Brevetti (101 pari all’11,5%) e dai Disegni industriali (45 registrazioni con<br />

una quota del 5,1%).<br />

Senza dubbio, l’introduzione da alcuni anni a questa parte <strong>di</strong> importanti cambiamenti nel<br />

sistema <strong>di</strong> registrazione internazionale dei Marchi ha contribuito sostanzialmente ad<br />

incrementare il trend delle registrazioni in questo settore. Ciò si deve anche al fatto che in <strong>Corea</strong><br />

del Sud la registrazione <strong>di</strong> un Marchio può avvenire in due mo<strong>di</strong>: deposito <strong>di</strong>retto della<br />

domanda <strong>di</strong> fronte al KIPO secondo la Legge coreana sui marchi (Korean Trademark Act)<br />

oppure via Sistema <strong>di</strong> Madrid in<strong>di</strong>cando la <strong>Corea</strong> quale paese (o uno dei paesi) <strong>di</strong> designazione.<br />

Attraverso detto “Sistema” è tecnicamente possibile registrare o rinnovare un marchio<br />

internazionale in<strong>di</strong>cando sino a 84 giuris<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>verse per mezzo <strong>di</strong> una sola domanda.<br />

Il Desk per la tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Proprietà Intellettuale nella <strong>Repubblica</strong> <strong>di</strong> <strong>Corea</strong><br />

Anche alla luce delle ragioni appena evidenziate, dalla fine del 2007 è stato attivato presso<br />

l’Ufficio ICE <strong>di</strong> Seoul il Desk per la tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Proprietà Intellettuale (DESK) per<br />

assistere gratuitamente le imprese italiane, le loro filiali e tutti gli altri soggetti ad esse collegati e<br />

potenzialmente interessati.<br />

In coerenza con le linee <strong>di</strong>rettrici dell’attività promozionale, con le linee guida elaborate<br />

congiuntamente dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero degli Affari Esteri,<br />

dall’I.C.E. e dall’Agenzia delle Dogane, ed in coor<strong>di</strong>namento funzionale con il Direttore <strong>di</strong> ICE<br />

Seoul, il Desk, parte <strong>di</strong> una rete integrata <strong>di</strong> 13 unità operative, stabilite in <strong>di</strong>eci <strong>di</strong>versi paesi in<br />

Asia, Americhe ed Europa, svolge attività <strong>di</strong>:<br />

orientamento in materia <strong>di</strong> tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Proprietà Intellettuale ed assistenza tecnico-<br />

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legale alle imprese italiane nella registrazione <strong>di</strong> marchi, brevetti e modelli <strong>di</strong> design industriale<br />

in <strong>Corea</strong> del Sud;<br />

monitoraggio del mercato <strong>di</strong> riferimento;<br />

formazione ed informazione a favore delle aziende italiane;<br />

in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> “casi emblematici” in materia <strong>di</strong> P.I.;<br />

stretta collaborazione con tutte le autorità coreane preposte alla tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Proprietà<br />

Intellettuale.<br />

L’attività <strong>di</strong> orientamento, <strong>di</strong> consulenza e <strong>di</strong> assistenza tecnico-legale, fornita dal Desk alle<br />

imprese italiane, viene prestata a titolo gratuito. Resta inteso che i costi ad es. <strong>di</strong> deposito <strong>di</strong> una<br />

domanda <strong>di</strong> brevetto, <strong>di</strong> registrazione <strong>di</strong> un marchio o <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> design, come pure quelli<br />

delle relative controversie legali eventualmente connesse, rimangono a carico delle imprese<br />

interessate.<br />

d) Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese<br />

Dal 1996, anno dell’adesione della <strong>Corea</strong> all’OCSE, sono stati fatti passi da gigante nell’aprire<br />

il Paese agli investimenti esteri. Ad oggi, 1.056 settori industriali sono completamente aperti ai<br />

capitali stranieri, 26 solo parzialmente e tre (emittenti ra<strong>di</strong>o, emittenti televisive, centrali<br />

nucleari) chiusi. Il governo incoraggia gli investimenti stranieri: nella seconda metà degli anni<br />

’90 sono state abolite quasi tutte le forme <strong>di</strong> autorizzazione all’acquisizione <strong>di</strong> azioni, titoli, ecc.<br />

coreani sostituendole con semplici notifiche. Una riforma legislativa ha incisivamente<br />

liberalizzato i settori bancario, assicurativo e finanziario aprendo ampie prospettive anche per<br />

gli operatori stranieri.<br />

Nell’ultimo decennio, i flussi <strong>di</strong> investimenti in entrata sono stati alimentati in larga misura<br />

dagli Stati Uniti e dai Paesi UE, a fronte <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione degli investimenti giapponesi che<br />

avevano avuto un ruolo fondamentale fino agli anni Novanta.<br />

L’attuale Governo si sta ulteriormente impegnando per attrarre maggiori investimenti<br />

dall’estero, creando un ambiente più ‘business friendly’ per imprese ed investitori stranieri<br />

attraverso un ampio ventaglio <strong>di</strong> misure, tra le quali un piano triennale per migliorare gli IDE<br />

(semplificazione legislativa e amministrativa, accor<strong>di</strong> con <strong>di</strong>tte straniere per stabilire centri <strong>di</strong><br />

ricerca e sviluppo in <strong>Corea</strong>, avvio <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> liberalizzazione dei servizi legali nazionali<br />

anche a stu<strong>di</strong> stranieri, etc.). Nel 2009, nonostante la crisi economica gli IDE (<strong>di</strong>chiarati) in<br />

<strong>Corea</strong> sono <strong>di</strong>minuiti dell’ 1,9% per un totale <strong>di</strong> 11,5 mld USD, contro i 11,7 mld dell’anno<br />

precedente.<br />

Gli investimenti superiori a determinate cifre o ad alto contenuto tecnologico o effettuati nelle<br />

sei zone franche (le Free Economic Zones <strong>di</strong> Busan, Incheon, Gwangyang create nel 2004,<br />

Daegu-Gyeongbuk, Pyeongtaek-Yellow Sea e Saemangeum-Gunsan nel 2008), inoltre, godono<br />

<strong>di</strong> incentivi fiscali, <strong>di</strong> terreni a prezzi agevolati o gratuiti e <strong>di</strong> altri sostegni da parte del governo<br />

centrale o delle autorità locali. Nel <strong>di</strong>cembre 2008 il Governo <strong>di</strong> Seoul ha designato le aree<br />

portuali <strong>di</strong> Ulsan, Gimje, Pohang e Pyeongtaek quali nuove zone <strong>di</strong> libero commercio e<br />

annunciato <strong>di</strong> voler espandere quelle <strong>di</strong> Masan, Busan e Gwangyang. Le FTZ (Free Trade<br />

Zones) godono <strong>di</strong> esenzioni doganali, affitti contenuti e varie agevolazioni fiscali, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un<br />

ambiente favorevole per IDE ed esportatori nazionali.<br />

È stata introdotta nel marzo 2005 una normativa che impone a tutti gli acquirenti (coreani e<br />

stranieri) <strong>di</strong> partecipazioni azionarie superiori al 5% in società coreane quotate nelle piazze<br />

finanziarie, <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare ufficialmente se intendono “influenzare la conduzione della società<br />

partecipata o semplicemente realizzare dei profitti (<strong>di</strong>viden<strong>di</strong>) dalla loro partecipazione<br />

azionaria”. Questa ed altre normative proposte (ad esempio per limitare le acquisizioni da parte<br />

<strong>di</strong> o le fusioni con investitori stranieri), sono a volte in<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> un atteggiamento <strong>di</strong> parte<br />

dell’opinione pubblica ed economica “ostile” nei confronti degli investitori esteri.<br />

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Invest Korea (www.investkorea.org/ ) è l’ente incaricato della promozione degli investimenti,<br />

mentre l’Office for Investment Ombudsman (OIO) s’incarica <strong>di</strong> seguire le aziende straniere in<br />

caso <strong>di</strong> problemi con l’amministrazione. Esiste inoltre una sorta <strong>di</strong> “sportello unico” a<br />

<strong>di</strong>sposizione degli investitori stranieri per ottemperare a tutte le pratiche amministrative (Korea<br />

Investment Service Centre – KISC – presso la Korea Trade Investment Promotion Agency -<br />

www.kotra.or.kr/eng/ ). In complesso gli investitori stranieri sono sod<strong>di</strong>sfatti dei risultati<br />

ottenuti in <strong>Corea</strong>, che tendono però sempre più a concentrarsi in settori ad alta tecnologia o<br />

finanziari, lasciando alla Cina quelli nei settori a maggiore intensità <strong>di</strong> lavoro.<br />

Non mancano i problemi, nonostante i notevoli miglioramenti. Le industrie lamentano infatti la<br />

lentezza, gli alti costi e le procedure farraginose dell’apparato giu<strong>di</strong>ziario, che non assicurano<br />

sempre un’adeguata protezione degli interessi economici soprattutto delle piccole e me<strong>di</strong>e<br />

aziende. La <strong>Corea</strong> presenta in tutti i settori, sia nell’apparato pubblico che all’interno delle<br />

aziende, livelli <strong>di</strong> corruzione molto alti per un’economia sviluppata. La burocrazia statale<br />

continua ad essere caratterizzata da pratiche opache, una regolamentazione a volte intrusiva e in<br />

continuo mutamento, nonché da sacche <strong>di</strong> corruzione.<br />

Particolarmente sentiti sono i problemi fiscali: a fronte <strong>di</strong> un livello <strong>di</strong> tassazione molto basso<br />

rispetto agli altri Paesi OCSE, vi sono gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà ad adeguarsi alla normativa fiscale ed a<br />

<strong>di</strong>alogare con le autorità fiscali in occasione dei controlli a campione. Per far fronte a tali<br />

<strong>di</strong>fficoltà, dal maggio 2008 è possibile reperire informazioni dettagliate in lingua inglese sulla<br />

normativa fiscale in <strong>Corea</strong> sul sito web del Financial Supervisory Services<br />

(http://english.fss.or.kr/ ).<br />

Il Paese è effettivamente <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile penetrazione sia per la lingua (l’inglese è poco <strong>di</strong>ffuso,<br />

anche nella capitale Seoul), che per i costumi sociali improntati, come in altri Paesi asiatici, ad<br />

una forte gerarchizzazione ed al rapporto personale che va pazientemente coltivato. In tal senso,<br />

la mentalità “mor<strong>di</strong> e fuggi” <strong>di</strong> parte dei nostri impren<strong>di</strong>tori mal si presta a un Paese che<br />

richiede un lungo investimento in termini <strong>di</strong> tempo e denaro per ottenere risultati ed un continua<br />

collaborazione con i partner locali. Sono frequenti i casi, denunciati sia all’ICE che<br />

all’Ambasciata, <strong>di</strong> Joint Ventures o relazioni commerciali fallite per malafede del partner, per<br />

mancati pagamenti o altre pratiche scorrette (anche da parte italiana). I migliori successi<br />

aziendali sono quelli delle società che si sono ra<strong>di</strong>cate nel Paese, con una loro presenza stabile e<br />

personale espatriato (o, al limite, con agenti <strong>di</strong> fiducia e frequenti visite dall’Italia per seguire le<br />

maggiori questioni).<br />

Occorre, tuttavia, sottolineare come quelle aziende italiane che hanno investito in <strong>Corea</strong><br />

<strong>di</strong>spongano ora <strong>di</strong> una eccellente piattaforma (ottimo posizionamento logistico, manodopera<br />

altamente qualificata, buoni servizi all’impresa, tassazione bassa) per produrre e<br />

commercializzare i loro prodotti in tutta l’area dell’Estremo oriente e dell’Asia in generale.<br />

Buona parte delle tematiche suesposte è tuttavia suscettibile <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali mutamenti positivi nel<br />

breve periodo, trattandosi <strong>di</strong> materia oggetto dell’accordo <strong>di</strong> libero scambio tra <strong>Corea</strong> ed Unione<br />

Europea.<br />

4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO<br />

CONGIUNTO<br />

a) Mappatura delle iniziative <strong>di</strong> sostegno all’internazionalizzazione del sistema<br />

produttivo che l’ICE ha realizzato nel corso del 2009 e intende realizzare nel 2010<br />

Le iniziative programmate per il secondo semestre dell’anno in corso sono, nella maggior parte<br />

dei casi, un follow up <strong>di</strong> quanto già realizzato con successo lo scorso anno nei settori <strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>zionale export del made in Italy in <strong>Corea</strong> quali abbigliamento, macchinari e pelletteria; la<br />

forma è soprattutto quella <strong>di</strong> missioni operatori ad alcune delle più importanti fiere <strong>di</strong> settore in<br />

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Italia. Per quanto riguarda, invece, le attività realizzate in loco, ritorna la presentazione delle<br />

migliori pelli italiane nella forma dell’esposizione-workshop cui prenderanno parte alcune delle<br />

aziende italiane più rappresentative; parimenti, sull’onda del grande successo ottenuto lo scorso<br />

anno, verrà organizzata la seconda e<strong>di</strong>zione del workshop sulla gioielleria.<br />

Una novità è invece rappresentata dal seminario sulle celle a combustibile che si terrà i primi <strong>di</strong><br />

novembre e che nasce dall’esigenza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nuovi settori d’intervento su cui focalizzare<br />

la nostra attività promozionale soprattutto in un Paese, come la <strong>Corea</strong> del Sud, che è in<strong>di</strong>scusso<br />

leader proprio in molti <strong>di</strong> questi campi.<br />

Continua, poi, l’attività <strong>di</strong> assistenza a vari livelli nei confronti delle <strong>di</strong>tte italiane – che sempre<br />

più numerose si interessano al mercato coreano – e <strong>di</strong> quelle locali interessate ad instaurare e/o<br />

rafforzare i propri legami con le omologhe del nostro Paese.<br />

Iniziative del Programma Promozionale ICE<br />

1. Programma or<strong>di</strong>nario<br />

2. Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Programma<br />

Si precisa che gli Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Programma svolgono la funzione <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare e integrare<br />

l’intervento promozionale all’estero recependo priorità ed esigenze specifiche e locali (Regioni,<br />

Province, Camere <strong>di</strong> Commercio) o settoriali (Associazioni <strong>di</strong> categoria) con un cofinanziamento<br />

previsto del 50% dei progetti promozionali con<strong>di</strong>visi.<br />

Programma or<strong>di</strong>nario<br />

Settore abbigliamento<br />

Missione <strong>di</strong> 1 operatore alla fiera SiSposa (Abiti da sposa - Milano, 18~21 giugno)<br />

Missione <strong>di</strong> 1 operatore alla fiera Pitti Bimbo (Abbigliamento da bambino - Firenze, 24~26<br />

giugno)<br />

Missione <strong>di</strong> 14 operatori alla mostra autonoma Moda Italia (Tokyo, 5~7 luglio)<br />

Missione <strong>di</strong> 1 operatore alla fiera Milano Pret-a-Porter (Milano, 21~24 settembre)<br />

Settore pellami<br />

Mostra “Arts & Tannery” e presentazione tendenze (Seoul, 23 novembre)<br />

Settore gioielleria<br />

Workshop (Seoul, 2 novembre)<br />

Settore macchinari<br />

Campagna pubblicitaria della fiera ITMA Asia sulle riviste <strong>di</strong> settore (Macchine tessili –<br />

Shanghai, 22~26 giugno)<br />

Missione <strong>di</strong> 7 operatori alla fiera BIMU (Macchine utensili – Milano, 4~9 ottobre)<br />

Missione <strong>di</strong> 5 operatori alla fiera EIMA (Macchine agricole – Bologna, 9~13 novembre)<br />

Settore energia<br />

Workshop e seminario sulle celle a combustibile (Seoul, 1~2 novembre)<br />

Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma<br />

Accordo <strong>di</strong> settore con Tessilvari: Tessuti<br />

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Campagna pubblicitaria della fiera Milano Unica (agosto)<br />

Convenzione con la Regione Piemonte: Gioielleria<br />

Missione <strong>di</strong> un operatore alla fiera Valenza Gioielli (Valenza, 2~5 ottobre)<br />

In merito alle possibili collaborazioni dell'IIC con ICE e Ambasciata per il secondo semestre va<br />

segnalata l’iniziativa <strong>di</strong> promozione dei vini italiani che l’ICE sta organizzando coinvolgendo<br />

<strong>di</strong>verse regioni, cui potrebbe essere abbinato un corso <strong>di</strong> formazione per sommelier.<br />

b) Progetti delle rappresentanze <strong>di</strong>plomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative<br />

promozionali nel corso del 2011<br />

Il 2011 vedrà il rinnovarsi <strong>di</strong> iniziative cui l’Ufficio ICE partecipa oramai da alcuni anni, cui si<br />

affiancheranno nuovi settori già citati nel P.P. per il prossimo anno; per alcune <strong>di</strong> queste, è già<br />

collaudata la collaborazione con la nostra Ambasciata in tutte le sue declinazioni (Ufficio<br />

Commerciale, Addetto Scientifico e Istituto Italiano <strong>di</strong> Cultura).<br />

Torneranno, quin<strong>di</strong>, le missioni <strong>di</strong> operatori coreani alle più importanti fiere italiane dei settori<br />

accessori – pelletteria (MICAM – MIPEL), gioielleria (VICENZA ORO, ORO AREZZO,<br />

VALENZA GIOIELLI), strumenti musicali (CREMONA MONDOMUSICA), arredo<br />

(ABITARE IL TEMPO) e macchinari, in collaborazione con le varie associazioni <strong>di</strong> categoria<br />

UCIMU in testa.<br />

Anche in questo caso, si cercherà <strong>di</strong> puntare anche su nuovi settori <strong>di</strong> intervento giustificati da<br />

importanti eventi che si terranno in loco nei prossimi anni: è questo il caso degli articoli sportivi<br />

ed, in particolare, delle attrezzature per gli sport invernali, nei cui casi il nostro intervento è<br />

giustificato ed avvallato, ad esempio, dalla forte can<strong>di</strong>datura che la <strong>Corea</strong> del Sud ha presentato<br />

per le olimpia<strong>di</strong> invernali del 2018. Si è proposta, in questo contesto, la partecipazione a<br />

manifestazioni quali ALPITEC.<br />

Gli eventi, invece, da realizzarsi in loco vedranno il ripetersi <strong>di</strong> incoming <strong>di</strong> operatori alle<br />

importanti fiere del settore agro-alimentare (SWS e SEOUL FOOD AND HOTEL) o anche alle<br />

nuove manifestazioni in quei settori su cui la <strong>Corea</strong> si sta molto pro<strong>di</strong>gando quali la nautica da<br />

<strong>di</strong>porto (KOREA BOAT SHOW). Ci sarà anche il rinnovarsi <strong>di</strong> iniziative quali seminari e<br />

workshop nei settori della cosmetica, gioielleria, agroalimentare (in alcuni casi anche <strong>di</strong><br />

concerto con le Regioni), abbigliamento e macchinari. Si cercherà, inoltre <strong>di</strong> puntare su settori<br />

nuovi quali bio-me<strong>di</strong>cale ed alte tecnologie in generale.<br />

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