La gioventù nella poesia trobadorica
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Donatella Allegro Ai margini del potere. <strong>La</strong> gioventù <strong>nella</strong> <strong>poesia</strong> <strong>trobadorica</strong><br />
Non stupisce che tra i termini più frequentemente associati a joven, e tra le più importanti qualità<br />
cortesi, spicchi la largueza, la «liberalità»: per essere buoni signori non basta essere onesti e giusti, è<br />
indispensabile essere generosi. Questo principio è sottolineato con forza sia nelle canzoni più<br />
tradizionali sia, naturalmente, nei polemisti quali Marcabru e Bertran de Born. Quest’ultimo compone<br />
un plazer (un tipo di sirventese che contrappone motivi di lode a motivi di biasimo) interamente<br />
giocato su ‘vecchio’ e ‘giovane’, enumerando tutte le doti di joven. <strong>La</strong> prima strofa introduce il tema,<br />
auspicando il trionfo della giovinezza; la seconda e la terza elencano, rispettivamente, le qualità che<br />
rendono ‘vecchia’ o ‘giovane’ la donna amata; la terza, la quarta e la quinta presentano due elogi della<br />
generosità, l’uno più centrato sul giovane cavaliere, l’altro sul ricco signore. Come si vedrà, la<br />
liberalità non è soltanto dote somma e indispensabile del signore, ma anche condizione necessaria per<br />
l’esistenza della classe dei ‘giovani’.<br />
Se è indubbio che joven indichi, oltre a un insieme di virtù cortesi, il gruppo stesso che tali virtù<br />
promuove e protegge, in un rapporto quasi identitario, resta da chiedersi – ed è una questione di<br />
straordinaria importanza – chi siano i giovani di cui si parla, e chi siano i soudadiers.<br />
Se per Köhler i soudadiers sono i giovani al servizio di un signore, e per Dejanne i «compagni<br />
d’arme», per <strong>La</strong>zar si tratta, invece, dei «membres d’une confrérie de poètes». Più prudentemente,<br />
Gaunt, Harvey e Paterson suggeriscono «a broad social group of landless knights, iuvenes and<br />
troubadours, and quite possibly clerks, dependent of the generosity of their lord» [10]. Certamente si<br />
tratta di un pubblico ideale, omogeneo al suo interno, che rispecchia l’ambiente di corte – se è vero<br />
che, in ambito trobadorico, l’omogeneità culturale fra emittente e ricevente si rispecchia anche nel<br />
sistema dei valori [11]. I gruppi di soudadiers e jovens sono molto prossimi, ma non arrivano a<br />
coincidere, come emerge ancora da Marcabru («Soudadier, per cui es jovens»).<br />
Joven è il termine che designa l’unità essenziale del gruppo, senza nasconderne la profonda<br />
eterogeneità sociale (dai paubres chevaliers ai soudadiers, fino ai sirvens, ai trobadors e ai joglars);<br />
esso preserva dall’impressione che si tratti di una classe dai confini certi e prestabiliti [12], e proprio<br />
in questa strutturale indistinzione – che favorisce l’adattabilità del tema alle più varie situazioni sociali<br />
e personali – si riconosce probabilmente uno dei motivi della sua fortuna.<br />
4. Teorie degli influssi: l’origine araba<br />
Stabilito il valore generale di joven – almeno nelle principali interpretazioni – resta da spiegare<br />
l’origine del concetto: problema che, per un certo periodo, ha appassionato gli specialisti. Gli studi più<br />
originali e accreditati sono ancora quelli condotti da A. J. Denomy, M. <strong>La</strong>zar [13] e E. Köhler [14]. I<br />
primi due hanno individuato l’origine di joven <strong>nella</strong> nozione araba di futuwwa: partendo dall’idea che<br />
l’elaborazione cortese dell’amore appare troppo liberale e troppo gioiosa – diremmo troppo ‘laica’, in<br />
senso moderno – per essere nata nel contesto delle corti cristiane medievali, Denomy suggerisce un<br />
collegamento con la letteratura araba, rifacendosi, in particolare, ad Avicenna e al suo trattato<br />
sull’amore [15]. Il latino juventus – continua <strong>La</strong>zar – ignora i valori collegati al concetto di jovens,<br />
mentre una parola che significhi ad un tempo ‘giovane, giovinezza’ e ‘generosità, liberalità’ esiste <strong>nella</strong><br />
letteratura islamica [16].<br />
Il termine provenzale jovens troverebbe corrispondenza nel concetto di fatà (plurale fityan), mentre<br />
futuwwa esprime la qualità astratta di cui i fityan (i giovani) sono portatori. Poiché i sei elementi<br />
costitutivi della nozione di futuwwa (liberalità, accoglienza, fedeltà, onore, astinenza e purezza di vita)<br />
[17] sono molto vicini alle caratteristiche del termine provenzale, i fautori della teoria araba hanno<br />
creduto possibile – ipotizzando un contatto attraverso la Spagna musulmana – che i trovatori abbiano<br />
ripreso e ampliato proprio il concetto di futuwwa [18].<br />
È evidente che tali teorie, per quanto suggestive, se da un lato mancano di sufficienti prove<br />
http://www.griseldaonline.it/percorsi/5allegro2_print.htm (3 di 10) [12/10/2008 15.01.16]