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La gioventù nella poesia trobadorica

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Donatella Allegro Ai margini del potere. <strong>La</strong> gioventù <strong>nella</strong> <strong>poesia</strong> <strong>trobadorica</strong><br />

documentali, dall’altra non spiegano fino in fondo le ragioni del sorgere di quella che sembra essere<br />

una vera e propria ideologia; quand’anche documentata, nessuna teoria dell’influsso riuscirebbe a<br />

motivare, da un punto di vista sincronico, e cioè dal punto di vista del sistema culturale d’arrivo, la<br />

diffusione e la pervasività del tema e dei lessemi connessi [19]. Inoltre, una simile prospettiva<br />

presuppone che il sistema letterario-comportamentale trobadorico sia del tutto autonomo rispetto al<br />

variare della realtà storico-sociale e legato solo alle particolari condizioni di vita delle corti feudali; si<br />

perde così l’occasione di spiegare non solo l’origine – vera o presunta – dei topoi, ma le loro eccezioni,<br />

le loro ambiguità, la loro durata.<br />

5. Teoria sociologica. Iuvenes, joven, bachelier<br />

Secondo Köhler, sia il paradosso amoroso (l’irraggiungibilità della dama), sia la metafora feudale, [20]<br />

possono essere spiegati se si colloca la <strong>poesia</strong> dei trovatori nel suo contesto sociale. Köhler descrive<br />

un «état de tension permanente entre la basse noblesse et la haute féodalité dans leur vie commun à<br />

la cour, et la nécessité historique de neutraliser par un idéal de classe commun les divergences qui<br />

règnent sur le plan existentiel entre les intérêts de ces deux groupes» [21]. In questa prospettiva, i<br />

paradossi dell’amor cortese si spiegano come proiezioni sublimate della situazione sociale e materiale<br />

della bassa cavalleria, che, legata da interessi comuni al trovatore, al giullare e alla dama, aspira ad<br />

integrarsi nell’aristocrazia. Con joven si intenderebbero proprio i membri di questo gruppo, i cavalieri<br />

senza feudo [22], le cui condizioni storiche sono state ben descritte da Duby [23]. Ormai uomini, ma<br />

non ancora sistemati, gli iuvenes (così li chiamano le fonti narrative del XII secolo) sono già cavalieri,<br />

benché il loro apprendistato non sia ancora compiuto: essi non sono ancora sposati e vivono in una<br />

situazione di «prolungata turbolenza», esclusi come sono, «a causa di tante condizioni sociali, dal<br />

corpo degli uomini sistemati, dei padri di famiglia, dei capi di casa» [24]; situazione, questa,<br />

rispecchiata anche dalla letteratura del Nord della Francia.<br />

Nelle chansons de geste, a cominciare dalla Chanson de Roland, esistono diversi termini per designare<br />

i giovani, uno dei quali è bachelier («baccelliere») [25]. Il bachelier, spesso presentato in coppia con<br />

un chenu («canuto») o vieil («vecchio») a cui si contrappone, è un giovane cavaliere la cui attività è<br />

quella di combattere a servizio di un signore. Egli ha, di solito, tra i quindici e i trent’anni (mentre gli<br />

enfant sono più giovani e i jeunes più anziani), e non di rado è definito dall’aggettivo paubre<br />

(«povero»), per indicare che si tratta un giovane non ancora sistemato, senza feudo; una condizione<br />

del tutto identica, dunque, a quella descritta da Duby.<br />

I giovani della bassa cavalleria si trovano ai limiti di questa condizione: figli cadetti, senza possibilità<br />

di ereditare un feudo, essi vivono in una situazione liminale prolungata, che ha fatto pensare alla<br />

condizione del marginal man, elaborata – in una prospettiva sociologica generale – da K. Lewin.<br />

Secondo Lewin, che riutilizza la nozione di ‘margine’ introdotta da Van Gennep [26], marginal man è<br />

chi attraversa la «linea marginale» che separa la sua situazione precedente da quella futura [27], in<br />

particolare il confine tra due gruppi sociali: incerto non soltanto sulla propria appartenenza al gruppo<br />

in cui si accinge a entrare, ma anche sul proprio legame con il gruppo che sta per abbandonare [28],<br />

il marginal man si viene a trovare in una situazione di estraneità rispetto ad entrambi.<br />

Il paragone è calzante: i giovani che aspirano a far parte della corte si trovano in una situazione di<br />

margine (momento che, secondo Van Gennep, <strong>nella</strong> ‘serie-tipo’ dei riti di passaggio si situa tra la fase<br />

della separazione e quella dell’aggregazione), caratterizzata da una sospensione della vita sociale e<br />

delle sue regole. In questa prospettiva, la furia guerriera descritta da un trovatore come Bertran de<br />

Born, o la ferocia gioiosa e la festa di violenza di alcuni giovani eroi delle chansons de geste,<br />

avrebbero senso proprio perché caratteristiche di personaggi marginali, ai quali sono preclusi i ruoli<br />

sociali più ‘normali’, e per i quali le regole sono sospese. Il superamento di un’avventura e la<br />

conseguente investitura, segnando il passaggio dal ruolo di cavaliere a quello di amante,<br />

http://www.griseldaonline.it/percorsi/5allegro2_print.htm (4 di 10) [12/10/2008 15.01.16]

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