L'acuità visiva nella pratica optometrica - PO Professional Optometry
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Figura 2<br />
Fattori neurologici<br />
Quando osserviamo due spot di luce a distanza, per<br />
poterne percepire effettivamente due, e non uno<br />
solo, ogni spot deve cadere su un fotorecettore con<br />
un fotorecettore non stimolato tra i due.<br />
Nella fovea i fotorecettori sono separati<br />
approssimativamente di 2 microns, e quindi, i<br />
centri dei due spots devono essere separati di<br />
almeno 4 microns. Questo è il limite teorico della<br />
risoluzione, molto vicino a quello della diffrazione<br />
(approssimativamente 45 secondi d’arco). Questo<br />
assunto potrebbe essere considerato valido solo nel<br />
caso in cui ogni cono fosse collegato direttamente<br />
ad una cellula gangliare, in realtà <strong>nella</strong> periferia<br />
retinica più coni convergono in una cellula gangliare,<br />
per cui la risoluzione neurale viene compromessa.<br />
Solo a livello foveale, non essendoci convergenza<br />
dei coni, la risoluzione neurale è teoricamente<br />
possibile. La percezione finale dei due spot dipende<br />
inoltre da altri fattori connessi alla corteccia <strong>visiva</strong>.<br />
Le informazioni ricevute da circa 125 milioni di<br />
fotorecettori retinici (coni e bastoncelli) vengono<br />
trasmesse ai centri visivi superiori attraverso<br />
l’attività di circa un milione di cellule gangliari i cui<br />
Figura 3<br />
assoni vanno a formare il nervo ottico; ciò comporta<br />
che gruppi di fotorecettori debbono far confluite i<br />
loro segnali <strong>nella</strong> medesima cellula gangliare. Il<br />
complesso dei fotorecettori retini funzionalmente<br />
connessi con una cellula gangliare costituisce una<br />
unità recettiva retinica. Come dicevamo il numero<br />
di fotorecettori connessi con una cellula gangliare è<br />
molto più elevato alla periferia che al centro della<br />
retina; <strong>nella</strong> parte centrale della fovea ogni cono è<br />
collegato con una sola cellula gangliare e costituisce<br />
da solo una unità recettiva retinica.<br />
Una Acuità o più Acuità<br />
In base al tipo di stimoli visivi usati possiamo<br />
riconoscere almeno quattro tipi fondamentali di<br />
acuità <strong>visiva</strong>:<br />
1) l’acutezza di visibilità <strong>nella</strong> quale si tratta di accertare<br />
o escludere la presenza di un oggetto<br />
2) l’acutezza di risoluzione <strong>nella</strong> quale si tratta di percepire<br />
i dettagli di un oggetto<br />
3) l’acutezza di localizzazione <strong>nella</strong> quale si tratta di<br />
valutare la localizzazione spaziale relativa di due<br />
oggetti<br />
4) l’acutezza di ricognizione o morfoscopica <strong>nella</strong> quale<br />
si tratta di riconoscere le caratteristiche o la forma<br />
di un oggetto; questa è l’acutezza che viene correntemente<br />
misurata con molteplici modalità<br />
<strong>nella</strong> <strong>pratica</strong> quotidiana. È considerata standard<br />
da norme del Regno Unito (BS4274) ed estremamente<br />
comune anche in Italia (Fig. 3).<br />
Lettere<br />
Le lettere maiuscole dell’alfabeto sono l’ottotipo più<br />
diffusamente usato a causa della loro ineguagliabile<br />
facilità di impiego; le istruzioni da impartire si<br />
riducono all’invito a leggere le lettere e la prova del<br />
dossier<br />
DOSSIER<br />
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