Le manifestazioni ematologiche della sindrome da ... - Salute per tutti
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Scripta MEDICA<br />
<strong>Le</strong> <strong>manifestazioni</strong> <strong>ematologiche</strong> <strong>della</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>da</strong> immunodeficienza acquisita<br />
103<br />
Figura 2.<br />
Sezione istologica a<br />
medio ingrandimento<br />
di un linfoma<br />
a grandi cellule B<br />
in un paziente<br />
con AIDS.<br />
Sono ben visibili le<br />
grandi cellule<br />
con aspetti<br />
morfologici<br />
che ricor<strong>da</strong>no sia<br />
i centroblasti che gli<br />
immunoblasti.<br />
Ematossilina Eosina.<br />
Per i pazienti con PGL l’incidenza di AIDS<br />
aumenta dopo circa tre anni <strong>da</strong>ll’inizio <strong>della</strong><br />
linfoadenopatia, <strong>per</strong> cui circa un 30% di<br />
pazienti entro cinque anni mostra una progressione<br />
verso l’AIDS (23).<br />
Osservazioni cliniche ed epidemiologiche<br />
hanno indicato come in alcuni pazienti l’insorgenza<br />
dell’AIDS è preceduta <strong>da</strong> un quadro<br />
morboso, caratterizzato <strong>da</strong> PGL, febbre,<br />
sudorazioni notturne, <strong>per</strong>dita di peso,<br />
malessere e diarrea, come pure una riduzione<br />
nel numero dei linfociti T CD4 positivi,<br />
anergia cutanea e aumentati livelli di immunoglobuline<br />
(Tabella 4).<br />
Questo quadro è denominato “AIDS related<br />
complex” (ARC) e rientra nel sottotipo IV A.<br />
Pazienti con ARC presentano un numero maggiore<br />
di sintomi rispetto a quelli con solo PGL.<br />
Circa il 50% dei pazienti, infettati <strong>da</strong>l virus<br />
HIV, manifestano la sintomatologia dell’ARC<br />
cinque anni dopo il contagio con il virus (24).<br />
L’intervallo di tempo che intercorre fra la diagnosi<br />
di ARC e la presenza conclamata di<br />
AIDS è inferiore rispetto a quello dei pazienti<br />
con solo PGL (21).<br />
Il quadro istologico dei linfonodi biopsiati in<br />
corso di ARC è simile a quello dei pazienti<br />
con PGL ed evidenzia una marcata i<strong>per</strong>plasia<br />
follicolare o una combinazione di i<strong>per</strong>plasia<br />
follicolare ed involuzione (circa 1/3 dei casi).<br />
Tuttavia circa il 40% dei casi mostra una<br />
involuzione follicolare (25).<br />
I “Centers for Disease Control” nel 1986 (26)<br />
hanno definito i criteri <strong>per</strong> la definizione<br />
<strong>della</strong> diagnosi di AIDS (Tabelle 2 e 3).<br />
Al momento <strong>della</strong> formulazione <strong>della</strong> diagnosi<br />
di AIDS, una <strong>per</strong>centuale variabile di pazienti,<br />
circa il 40%, mostra, secondo alcuni studi, una<br />
positività <strong>per</strong> il p24 sierico; circa il 70% sono<br />
positivi <strong>per</strong> l’antigene HIV (27).<br />
I pazienti con AIDS hanno un rapporto<br />
CD4/CD8 che varia <strong>da</strong> 0.1 a 0.4 e molti<br />
hanno un conteggio di linfociti T CD4 positivi<br />
inferiore a 200/mm 3 (28).<br />
Clinicamente la maggior parte dei pazienti<br />
presenta febbre, dimagramento, candidosi<br />
orale e anergia cutanea (29).<br />
L’esame istologico dei linfonodi biopsiati in<br />
pazienti con AIDS evidenzia una involuzione<br />
follicolare o una deplezione linfocitaria (39).<br />
Tra i processi di natura maligna, il Sarcoma di<br />
Kaposi è la neoplasia di più frequente riscontro<br />
in corso di infezione <strong>da</strong> HIV ed è una delle<br />
lesioni più significative <strong>da</strong>l punto di vista diagnostico<br />
(31), mentre i linfomi non-Hodgkin<br />
sono le seconde neoplasie più frequenti in<br />
corso di AIDS e appartengono alle varianti<br />
istologiche di tipo diffuso e con caratteri di<br />
maggiore aggressività (32) (Figura 2).<br />
Dal momento <strong>della</strong> diagnosi di AIDS, la durata<br />
di vita di un paziente è approssimativamente<br />
di un anno. La sopravvivenza può essere<br />
tuttavia maggiore <strong>per</strong> quei pazienti con AIDS,<br />
a cui è stato diagnosticato un Sarcoma di<br />
Kaposi, senza che si siano presentate, entro tre<br />
mesi, altre <strong>manifestazioni</strong> <strong>della</strong> malattia. I<br />
pazienti, che dopo tre mesi <strong>da</strong>lla diagnosi, presentano<br />
<strong>manifestazioni</strong> multiple dell’AIDS<br />
hanno la prognosi peggiore (33).<br />
<strong>Le</strong> alterazioni <strong>ematologiche</strong><br />
È verosimile che le alterazioni <strong>ematologiche</strong><br />
negli individui affetti <strong>da</strong> infezione <strong>da</strong> HIV<br />
siano riconducibili a vari fattori:<br />
1. L’azione nociva diretta del HIV sulle cellule<br />
midollari e altre cellule accessorie <strong>della</strong><br />
matrice midollare, necessarie <strong>per</strong> l’emopoiesi.<br />
2. La disregolazione del sistema immune<br />
dell’ospite che porta alla distruzione o inibizione<br />
delle cellule emopoietche.<br />
3. Gli effetti secon<strong>da</strong>ri sia delle infezioni