Le manifestazioni ematologiche della sindrome da ... - Salute per tutti
Le manifestazioni ematologiche della sindrome da ... - Salute per tutti
Le manifestazioni ematologiche della sindrome da ... - Salute per tutti
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
104<br />
Scripta MEDICA<br />
Volume 7, n. 4, 2004<br />
opportunistiche che delle neoplasie e/o la<br />
terapia di queste complicanze.<br />
Di conseguenza non sorprende che le principali<br />
alterazioni <strong>ematologiche</strong> nei pazienti<br />
con infezione <strong>da</strong> HIV compren<strong>da</strong>no citopenie<br />
a carico dei globuli rossi, dei neutrofili,<br />
dei linfociti e piastrine, come pure una serie<br />
di gammopatie mono- e policlonali.<br />
Emopoiesi<br />
Nella malattia <strong>da</strong> HIV è di frequente riscontro<br />
la presenza di citopenia, spesso associata<br />
ad alterazioni morfologiche nel sangue <strong>per</strong>iferico<br />
e a livello midollare, indicative di una<br />
condizione di mielodisplasia.<br />
Studi sui progenitori emopoietici purificati<br />
(CD34 + ), come pure su colonie emopoietiche<br />
non hanno fornito risultati consistenti circa<br />
la presenza del DNA del HIV in questi tipi e<br />
linee cellulari, mentre vi sono indicazioni<br />
più concrete che il virus potrebbe essere presente<br />
in certi tipi cellulari, come megacariociti,<br />
in linee cellulari derivati <strong>da</strong> fibroblasti,<br />
nei promonociti, nei monociti/macrofagi e in<br />
cellule stromali (34-39).<br />
Nella patogenesi dell’AIDS, oltre alla deplezione<br />
dei linfociti CD4, i monociti/macrofagi<br />
sembrano essere bersagli privilegiati dell’infezione<br />
<strong>da</strong> HIV e rappresentano una fonte<br />
importante <strong>per</strong> la riproduzione virale in vivo<br />
(40). Il meccanismo di crescita appare assai<br />
diverso tra gli HIV che si moltiplicano nei<br />
linfociti e quelli che si moltiplicano nei<br />
macrofagi: in questi ultimi il virus provoca<br />
meno <strong>da</strong>nni e non dà luogo a “budding” sulla<br />
membrana cellulare, ma rimane localizzato<br />
in vacuoli costituiti <strong>da</strong> frammenti di Golgi.<br />
In pratica il macrofago si comporta come un<br />
“reservoir” o magazzino del virus. Macrofagi<br />
infettati <strong>da</strong>l HIV si trovano in gran numero<br />
nel cervello, nei linfonodi e nel midollo<br />
osseo. In quest’ultima sede i macrofagi possono<br />
esplicare notevole attività fagocitica<br />
(Figura 3).<br />
Ricerche in vitro (41) hanno dimostrato che,<br />
a seguito dell’infezione <strong>da</strong> parte del HIV dei<br />
monociti/macrofagi, viene stimolata la produzione<br />
di TNF-alfa, IL-1 beta, IL-6, IL-8,<br />
mentre l’espressione di M, G e GM CSF viene<br />
inibita, evidenziando così una disregolazione<br />
delle citochine proinfiammatorie ed emopoietiche<br />
<strong>da</strong> parte di questi tipi cellulari.<br />
Fra le cellule stromali, le cellule endoteliali<br />
microvascolari (MVEC) del midollo osseo<br />
sono state riscontrate infettate <strong>da</strong>l HIV nei<br />
soggetti sieropositivi, indipendentemente<br />
<strong>da</strong>llo stadio <strong>della</strong> malattia. Mentre la produzione<br />
costitutiva dei fattori di crescita emopoietica<br />
di queste cellule è normale, la produzione<br />
indotta <strong>da</strong> IL-1 di G-CSF e IL-6 è<br />
significativamente ridotta (42), indicando<br />
che l’infezione delle cellule endoteliali<br />
microvascolari riduce la capacità delle cellule<br />
stromali di rispondere adeguatamente ai<br />
segnali regolatori che normalmente aumentano<br />
la produzione di elementi emopoietici<br />
in caso di aumentato fabbisogno.<br />
Sono stati ipotizzati vari altri meccanismi<br />
indiretti <strong>per</strong> spiegare l’inibizione HIV mediata<br />
dell’emopoiesi.<br />
Una attività inibitrice <strong>da</strong> parte dell’involucro<br />
virale gp120 sulle colonie emopoietiche è<br />
stata osservata in vitro in alcuni studi (43) ma<br />
non in altri (44).<br />
Sono state prospettate altre attività soppressive<br />
dell’emopoiesi, ad esempio <strong>da</strong> parte dei<br />
linfociti T (45), degli anticorpi anti gp120<br />
(46) e di una glicoproteina prodotta <strong>da</strong> cellule<br />
midollari in coltura (47).<br />
Anche il prodotto genico virale tat sembra<br />
essere in grado di inibire cellule midollari in<br />
coltura, stimolando i macrofagi a produrre<br />
Figura 3.<br />
Intensa attività<br />
emofagocitica<br />
<strong>da</strong> parte<br />
di un macrofago<br />
nel midollo osseo<br />
di un paziente<br />
affetto <strong>da</strong> AIDS.<br />
Colorazione May<br />
Grunwald Giemsa<br />
(MGG).