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Cantami, o Musa, l'uomo dal multiforme ingegno: chi è Ulisse?<br />
Analisi tratta da www.liceogalvani.it<br />
La figura di Ulisse è una delle più affascinanti dei poemi omerici: l'eroe dai m<strong>il</strong>le volti, <strong>il</strong><br />
guerriero coraggioso, imperturbab<strong>il</strong>e di fronte alla morte, l'uomo astuto mosso dal desiderio di<br />
conoscere, colui che soffre per la lontananza dalla sua terra, dalla casa, dalla sua sposa e dal<br />
figlio. L'immagine che si ha di lui, già nell'Iliade, è quella di un uomo molto scaltro, <strong>il</strong> cui<br />
intervento è richiesto nei momenti critici. È Ulisse che restituisce al sacerdote Crise la figlia<br />
Criseide per placare l'ira di Apollo, è lui che si reca da Ach<strong>il</strong>le per convincerlo a riprendere la<br />
battaglia ed è sempre lui che interviene dopo la riconc<strong>il</strong>iazione tra Ach<strong>il</strong>le e Agamennone per<br />
dare consigli su come affrontare <strong>il</strong> combattimento finale con i Troiani. La massima espressione<br />
del suo ingegno è di sicuro l'espediente del cavallo di legno, che consente la vittoria dei Greci<br />
sui Troiani e la conquista della città nemica. La dea protettrice di Ulisse è non a caso Atena,<br />
simbolo di ab<strong>il</strong>ità e intelligenza. Talvolta, l'immagine di questo eroe è associata a quella di un<br />
imbroglione falso e ingannatore: l'epiteto multiforme assume in questo caso una connotazione<br />
negativa, colui che ha tanti volti, nessuno dei quali autentico.<br />
L'Odissea arricchisce e completa la figura dell'eroe: egli appare anche come un uomo molto<br />
paziente, colui che accetta <strong>il</strong> proprio destino e sfrutta le sue doti naturali - la tranqu<strong>il</strong>lità e<br />
l'ingegno - per poter finalmente rivedere la propria terra. Si tratta è di sicuro dell'aspetto più<br />
umano di Ulisse: questo eroe è profondamente legato a Itaca, <strong>il</strong> luogo in cui ha lasciato la<br />
sposa Penelope e <strong>il</strong> figlio Telemaco, dove ha la sua casa e dove può condurre la vita che<br />
desidera. Ulisse ha costruito a Itaca <strong>il</strong> suo letto nuziale in un tronco di ulivo, simbolo<br />
dell'unione coniugale dalla quale è nato un figlio saldamente legato alla sua terra. Itaca diventa<br />
così la meta più desiderab<strong>il</strong>e e <strong>il</strong> simbolo degli affetti. Non c'è davvero nulla durante <strong>il</strong> lungo<br />
e travagliato viaggio che lo faccia desistere dal suo obiettivo, nemmeno la possib<strong>il</strong>ità di vivere<br />
al fianco della meravigliosa Circe o accanto a una splendida ninfa come Calipso per vivere<br />
eternamente giovane.<br />
La figura di Ulisse è talmente importante nella storia dell'umanità da aver ispirato moltissimi<br />
autori nel corso di intere generazioni m<strong>il</strong>lenarie:<br />
Luciano di<br />
Samòsata<br />
(II sec. d.C.) racconta in prima persona nella sua Storia vera un<br />
viaggio immaginario che lo ha portato nei luoghi più impensati.<br />
Nell'Isola dei Beati egli incontra Ulisse, <strong>il</strong> quale, senza che Penelope<br />
se ne accorga, gli affida una lettera ironica da portare a Calipso.<br />
Dante Alighieri (1265-1321) colloca l'eroe nel girone dei consiglieri imbroglioni.<br />
L'essere umano, secondo l'Ulisse nell'Inferno della Divina<br />
Commedia, trova soddisfazione mettendosi alla prova e seguendo<br />
virtute e canoscenza. L'eroe dantesco riesce a vedere l'isola del<br />
Purgatorio prima di affondare nei pressi dello Stretto di Gib<strong>il</strong>terra.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
Giovanni<br />
Pascoli<br />
Gabriele<br />
D'Annunzio<br />
(1855-1912) rappresenta nei Poemi conviviali un Ulisse che è<br />
specchio dell'inquietudine del poeta stesso. L'eroe riparte stanco<br />
della monotonia di Itaca e ripercorre le numerose tappe del suo<br />
vagare, e la sua ansia di sapere riguarda le difficoltà della vita.<br />
(1863-1938) descrive in Maya l'idea dell'eroe come un superuomo.<br />
Il viaggio diventa quindi simbolo di una vita libera e insieme sola,<br />
con Ulisse consapevole di aver perso se stesso durante la<br />
navigazione per essere rimasto solo.<br />
Guido Gozzano (1883-1916) delinea la figura di Ulisse nel breve poema L'ipotesi<br />
in maniera quasi ridicola. Qui l'eroe e' descritto come un<br />
avventuriero che approda sulle spiagge dei Mediterraneo,<br />
personaggio infedele alla moglie e che vive in modo squ<strong>il</strong>ibrato, un<br />
ritratto ben diverso da quelli precedentemente dipinti.<br />
Umberto Saba (1883-1957) inquadra l'eroe nella lirica intitolata Ulisse in una<br />
visione personale, come un uomo che, sebbene anziano, desidera<br />
provare emozioni. Il lungo viaggio di Ulisse e le insidie che egli si<br />
trova costretto ad affrontare non sono altro che una metafora della<br />
vita e delle difficoltà che essa riserva a ogni individuo.<br />
James Joyce<br />
(1882-1941) nella sua opera intitolata Ulysses paragona l'eroe a<br />
Leopold Bloom, agente d'affari costretto a viaggiare molto per<br />
lavoro. Attraverso <strong>il</strong> suo tragitto <strong>il</strong> protagonista viene presentato in<br />
chiave quasi ironica incarnando alcune doti di Ulisse come la<br />
pazienza, l'amore per i viaggi e la nostalgia di casa.<br />
Cesare Pavese (1908-1950) ripropone un dialogo fra Calipso e Ulisse che mette<br />
in contrasto diversi aspetti dell'uomo viaggiatore come la meta<br />
raggiunta e <strong>il</strong> ritorno in patria, <strong>il</strong> piacere della scoperta compiuta e<br />
la gioia della ricerca continua. Un aspetto evidente è <strong>il</strong> contrasto fra<br />
<strong>il</strong> desiderio della casa e la promessa dell'immortalità offerta da<br />
Calipso per restare con lei nell'isola.<br />
Georgios<br />
Seferis<br />
(1900-1971) tratteggia Ulisse nell'opera intitolata Sopra un verso<br />
straniero come un viaggiatore che ha nostalgia di casa. Vengono<br />
ricordati tutti gli ostacoli e le avversità superati durante <strong>il</strong> viaggio<br />
che rappresentano per metafora le peripezie e i momenti negativi<br />
della vita di ogni uomo.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
La grande onda portava Ulisse qua e là per i flutti: l'approdo dai Feaci.<br />
Nel panorama della storia della televisione italiana si innalza un monumento ancora oggi<br />
glorioso: nel 1968 l'emittente nazionale RAI produce otto puntate di un maestoso<br />
sceneggiato sull'Odissea diretto da Franco Rossi e con un incredib<strong>il</strong>e successo di<br />
pubblico e critica. Gli apprezzamenti, più che meritati anche a oltre quarant'anni di<br />
distanza, si riconoscono per i mezzi impiegati per un'impresa mai tentata prima, per<br />
l'impiego di maestri degli effetti speciali come <strong>il</strong> compianto Carlo Rambaldi (futuro<br />
ideatore di ET, già creatore di King Kong) e per l'interpretazione magistrale dell'attore<br />
jugoslavo Bekim Fehmiu, perfetto nei panni di Ulisse.<br />
Estremamente fedele all'opera di Omero - alcuni episodi come Sc<strong>il</strong>la e Cariddi non sono<br />
presenti anche per ragioni di ricostruzione scenica, ma altri eventi come <strong>il</strong> viaggio di<br />
Telemaco sono ampiamente <strong>il</strong>lustrati -, l'avventura di Ulisse inizia quando finisce.<br />
Oramai l'ideatore del Cavallo di Troia è un uomo solo, abbandonato al suo destino come<br />
la vela della sua zattera inquadrata in un campo totale desolante; a nulla servono i<br />
tentativi disperati di opporsi ai venti e alle onde del mare, e dopo anni di tormenti<br />
insostenib<strong>il</strong>i Ulisse si lascia andare, stremato da ciò che non può più evitare.<br />
Per rievocare televisivamente l'intervento divino, <strong>il</strong> dialogo fra Zeus e Atena si svolge<br />
attraverso le inquadrature zoomate di statue in primissimo piano, un tentativo ben più<br />
efficace di tanti, modernissimi effetti speciali. Il Signore dell'Olimpo rievoca gli avvenimenti<br />
che hanno portato Ulisse a vagare in mezzo al mare per volontà di Poseidone, e in quel<br />
momento l'eroe di Itaca riesce miracolosamente ad approdare su una costa libera.<br />
Incapace persino di rialzarsi dalla sabbia bagnata, Ulisse arranca come un vagabondo in<br />
cerca di pietà, coprendosi sotto <strong>il</strong> fogliame quasi fosse <strong>il</strong> suo ultimo gesto in vita.<br />
In realtà Atena gli sta preparando una nuova strada, e la sua mano divina si appresta a<br />
destare una delle tante donne importanti nell'Odissea : la giovane e speranzosa Nausicaa,<br />
figlia del Re dei Feaci, <strong>il</strong> saggio Alcinoo, giunge al fiume insieme alle sue ancelle e qui<br />
incontra la figura quasi tremenda di un uomo tanto disperato da scambiarla per una dea.<br />
Aprendo gli occhi di fronte a una salvezza impensata, Ulisse diventa un uomo nuovo:<br />
vestitosi con la tunica candida affidatagli dall'unica persona che lo abbia guardato senza<br />
spaventarsi, l'eroe di Itaca scioglie finalmente <strong>il</strong> suo sconforto esaltando le beatitudini di<br />
Nausicaa - un gesto incomparab<strong>il</strong>e nella cultura greca, segno di nob<strong>il</strong>tà d'animo -, e anche<br />
in una mela lanciata c'è la gioia di un mondo luminoso.<br />
Eppure, Ulisse è un eroe senza <strong>nome</strong> e senza patria, ignaro di ciò che lo aspetterà e<br />
insieme forte dell'unica ricchezza in suo possesso: <strong>il</strong> viaggio compiuto.<br />
L'Odissea comincia realmente soltanto nella reggia dei Feaci, quando Ulisse sente un<br />
cantore cieco che celebra le imprese della Guerra di Troia, e solo allora l'eroe di Itaca<br />
sarà un uomo di nuovo libero, perché andrà avanti tornando indietro nella memoria.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
...Non ci lascia andare: La Tempesta Perfetta.<br />
Ispirato ai disastrosi eventi abbattutisi sulle coste americane del Massachusetts<br />
nell'autunno del 1991, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m diretto da Wolfgang Petersen (regista tedesco fra l'altro<br />
autore di Troy, zoppicante trasposizione cinematografica dell'Iliade) prende letteralmente <strong>il</strong><br />
largo dalla storia di gente comune. È l'alba, un nuovo risveglio accompagnato dalle note<br />
splendenti della colonna sonora, e la sequenza d'inizio si apre sullo sfondo del porto di<br />
Gloucester, con alcuni equipaggi intenti a riparare le proprie attrezzature.<br />
La macchina da presa mostra come un documentario la vita che brulica sulla banchina, ma<br />
la sua attenzione si sposta presto altrove, e una carrellata <strong>il</strong>lustra le liste sterminate di<br />
nomi e date impresse alle pareti di un museo. In quel ricordo di vite strappate dal mare<br />
c'è l'onore di chi non è scampato al peggio e insieme <strong>il</strong> desiderio di poter puntare oltre.<br />
D'un tratto, con la notte che cala agitata, dalla tenda di una finestra spalancata verso un<br />
orizzonte burrascoso si affaccia una donna in preda alla disperazione: è la moglie di un<br />
pescatore, una donna costretta ogni giorno a sperare che suo marito faccia ritorno.<br />
A differenza della paziente Penelope, tuttavia, questa attesa non durerà a lungo: la fanfara<br />
del rientro si leva maestosa al mattino nel campo totale di due pescherecci diretti al<br />
porto con <strong>il</strong> duro bottino notturno, la Hannah Boden e la Andrea Ga<strong>il</strong> (due navi dal<br />
<strong>nome</strong> femmin<strong>il</strong>e come vuole la tradizione marittima), e uno sciame di persone si riversa<br />
sul molo per accogliere gli equipaggi - anzi, gli uomini e le donne di mare.<br />
Qui ci sono storie di Famiglie e Capitani che si incrociano frementi, come se fosse<br />
l'evento più bello che possa accadere al mondo, e la macchina da presa che si aggancia<br />
letteralmente alla corsa di quella donna pensierosa rivela <strong>il</strong> motivo di tante preoccupazioni,<br />
lo stesso abbraccio di genitori, figli e compagne riunitisi dopo un diffic<strong>il</strong>e vagar per mare.<br />
La pellicola, impreziosita da un cast corale di tutto rispetto, è in ogni caso dominata dalla<br />
figura di un celebre attore: fra tutti i pescatori risalta senza dubbio <strong>il</strong> primo piano<br />
magnetico di George Clooney, star di lunga carriera che qui presta <strong>il</strong> volto al nob<strong>il</strong>e B<strong>il</strong>ly<br />
Tyne, ufficiale al comando della Andrea Ga<strong>il</strong>. È lui, assieme al Capitano della Hannah<br />
Boden Linda Greenlaw (l'attrice americana Diane Lane) a onorare la scomparsa<br />
dell'ennesima vittima delle mareggiate notturne. Nell'espressione scavata di un uomo al<br />
comando non c'è soltanto <strong>il</strong> dolore della perdita, ma anche la fatica di una notte<br />
infruttuosa: a differenza dell'altro vascello, <strong>il</strong> pescato della Andrea Ga<strong>il</strong> è davvero misero, e<br />
poco importa se le attenzioni sono più rivolte a un compagno senza vita, poiché per<br />
l'armatore, ripreso in un dialogo per campo-controcampo, ciò che vale è batter cassa.<br />
Deciso alla rivalsa per sé e soprattutto per <strong>il</strong> suo equipaggio, <strong>il</strong> Capitano Tyne propone di<br />
avventurarsi oltre le rotte note per esplorare i banchi di pesce spada ancora inviolati.<br />
Giunge così un altro mattino, e Linda Greenlaw trova l'ufficiale della Andrea Ga<strong>il</strong> intento a<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
scribacchiare sulle carte nautiche: la confidenza fra i due è sott<strong>il</strong>e, ma per B<strong>il</strong>ly Tyne <strong>il</strong> vero<br />
amore è <strong>il</strong> mare, e quella che canta è la poesia dei giorni migliori - dei giorni comuni.<br />
Giunge così <strong>il</strong> tempo di salpare ancora per tentare un'impresa più complessa del solito: i<br />
baci amorevoli che si consumano sulla banchina lasciano posto anche a speranze per <strong>il</strong><br />
domani, rincuorando lo spirito di chi sa di avere un futuro incerto, persino di chi non ha<br />
mai ricevuto un saluto prima di ogni partenza. Fra gli uomini della Andrea Ga<strong>il</strong> c'è anche<br />
Bobby Shatford, Vicecomandante interpretato da Mark Wahlberg, che si separa dalla sua<br />
compagna con la promessa di tornare. Negli sguardi di chi resta a terra c'è <strong>il</strong> desiderio di<br />
tempi migliori, e la chiglia del peschereccio si allontana s<strong>il</strong>ente nelle nebbie del mattino.<br />
Tutto sembra andare per <strong>il</strong> meglio, e l'equipaggio di B<strong>il</strong>ly Tyne inizia a stivare le provviste<br />
nel ventre della Andrea Ga<strong>il</strong>, una nave che tra ingranaggi e ghiacciaie sembra quasi<br />
parlare come la mitica Argo di Giasone, leggendario vascello degli Argonauti, i cercatori<br />
del Vello d'Oro. Basta un tramonto, allora, per ritrovare <strong>il</strong> momento perfetto.<br />
Tu in mare sei felice, Comandante? : la domanda di Bobby rivela l'animo umano del suo<br />
diretto superiore, novello Ulisse pescatore che come l'eroe di Omero trova la felicità nella<br />
sua casa, che sia <strong>il</strong> mare o la sua famiglia infranta. Non è più <strong>il</strong> grado a contare, ma la<br />
passione per la vita vera, quella votata per un bene che vada al di là delle cose che si<br />
vedono. Ed è proprio la tempestosa visione di un centro meteorologico a manifestare le<br />
prime, inconsuete avvisaglie di un evento destinato a passare tragicamente alla storia.<br />
Frattanto, i tentativi per portare a casa <strong>il</strong> tesoro del mare iniziano a rivelare crepe forse<br />
inevitab<strong>il</strong>i: sebbene lo scandaglio indichi qualche banco nei fondali, gli indaffarati pescatori<br />
della Andrea Ga<strong>il</strong> non riescono nei loro intenti. A scapito dei dettagli meticolosi sulla<br />
preparazione, infatti, quel che ostacola l'equipaggio del peschereccio è la sfiducia.<br />
Dopo una meravigliosa panoramica sullo sfondo al tramonto, l'incanto viene infranto da<br />
una lite che ha <strong>il</strong> sapore di vecchi rancori, esattamente la formula migliore per distruggere<br />
un gruppo unito da una causa comune.<br />
La nuova sequenza si spalanca sul campo lunghissimo del minaccioso uragano Grace,<br />
fe<strong>nome</strong>no atmosferico divenuto meta di un velivolo meteorologico per esaminarne<br />
dimensioni e pericolosità: ci sono eventi ben più grandi della volontà dell'Uomo, e<br />
altrove, tra i banchi di pesce spada, i risultati di tanti sforzi tardano ad arrivare. Bobby,<br />
parlando a <strong>nome</strong> dell'equipaggio, raggiunge la cabina di comando per consigliare a B<strong>il</strong>ly di<br />
tornare indietro.<br />
Tu mi avevi promesso una valanga di pesce : la voce del Vicecomandante provoca i<br />
pensieri più adirati del Capitano, un pescatore che ora si sente solo perché i suoi uomini<br />
più fidati sembrano avergli voltato le spalle. Nonostante le doti da guida, anche B<strong>il</strong>ly Tyne<br />
è un essere umano, e anche i suoi sbagli vengono cancellati una volta giunto al Flemish<br />
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Cap, un'autentica distesa di pesce spada dove l'equipaggio della Andrea Ga<strong>il</strong> dimostra<br />
finalmente di voler fare squadra.<br />
L'imprevisto, però, giunge anche a bordo del peschereccio: un dispaccio meteorologico<br />
annuncia a B<strong>il</strong>ly Tyne e ai suoi compagni dell'imminente arrivo di una tempesta a dir poco<br />
spaventosa, e le possib<strong>il</strong>ità si riducono al rientro forzato o all'attesa senza fine.<br />
Posti di fronte a un bivio, l'equipaggio finalmente decide di scegliere, ma nessuno<br />
potrebbe aspettarsi l'incrocio epocale apparso sullo schermo dell'esperto meteorologo: un<br />
uragano, una depressione atmosferica e una corrente fredda potrebbero convergere come<br />
la furia di Sc<strong>il</strong>la e Cariddi, generando un disastro di proporzioni epiche che nel campo<br />
lunghissimo della Andrea Ga<strong>il</strong> sull'orlo dell'abisso si trasforma in una tempesta perfetta.<br />
Le espressioni pensierose dell'equipaggio di B<strong>il</strong>ly Tyne hanno purtroppo visto giusto: onde<br />
alte quindici metri si infrangono furiose sulla chiglia del peschereccio, e l'incubo del<br />
meteorologo si materializza in una caduta a perdifiato dall'orizzonte atmosferico fino al<br />
dettaglio della cartina in mano a Linda Greenlaw, catapultatasi sul limitare dell'occhio del<br />
ciclone per avvisare la Andrea Ga<strong>il</strong> di evitare le tempeste in collisione.<br />
Il montaggio parallelo mostra la foga del Capitano della Hannah Boden contrapposta<br />
all'audacia di B<strong>il</strong>ly e Bobby, decisi a tutto pur di superare ogni avversità, e la<br />
comunicazione delle coordinate di bordo rivela <strong>il</strong> punto di non ritorno della Andrea Ga<strong>il</strong>.<br />
I danni del peschereccio cominciano a farsi ingenti: <strong>il</strong> Vicecomandante, costretto ad<br />
arrampicarsi sul pennone per recuperare l'antenna radio, rischia seriamente di cadere in<br />
mare, e solo per miracolo riesce a tornare nella cabina di comando. Ciechi e muti agli<br />
occhi del mondo, i due ufficiali alla guida della Andrea Ga<strong>il</strong> si apprestano a sfondare <strong>il</strong><br />
fronte atmosferico, anche a costo di dover perdere ogni singolo bullone della nave.<br />
Incoscienza o meno, l'equipaggio del peschereccio sta realmente superando i propri<br />
limiti, e <strong>il</strong> coraggio potrebbe trasformarsi in sfrontatezza, poiché c'è ancora tempo per<br />
tornare al riparo e attendere l'aiuto dalla terraferma.<br />
Nel cuore della tempesta, infatti, l'elisoccorso dei Parajumpers tenta di rifornirsi in volo<br />
dopo aver assistito altre navi alla deriva, e anche lungo la costa la situazione sta<br />
drammaticamente precipitando. Il sapiente montaggio alternato descrive al meglio i<br />
tentativi disperati dei paracadutisti posti al pari degli uomini sul peschereccio, mentre la<br />
calma apparente al molo è soltanto <strong>il</strong> preludio alla fine di tutte le cose.<br />
In un'ultima, disperata manovra per salvarsi con i suoi uomini fedeli, B<strong>il</strong>ly Tyne si convince<br />
a tornare indietro, ma oramai è troppo tardi: virando in un'attesa distruttiva per superare<br />
le onde fatali, la Andrea Ga<strong>il</strong> si ritrova priva di forze alla sua alba finale, e <strong>il</strong> campo<br />
lunghissimo di un sole splendente viene oscurato da un violento colpo di coda.<br />
Un colosso d'acqua rovescia per sempre la Andrea Ga<strong>il</strong>, e prima di sparire, Bobby<br />
riemerge a contemplare un amore che durerà per sempre, almeno nella memoria.<br />
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Nessuno mi vuole uccidere, Nessuno: La sfida di Polifemo.<br />
Eccezionalmente diretto da Mario e Lamberto Bava, prodigi del cinema horror italiano,<br />
uno degli episodi più celebri dell'Odissea viene trasposto sul piccolo schermo con una cura<br />
per <strong>il</strong> dettaglio che fa davvero rabbrividire a distanza di un'intera generazione televisiva.<br />
La storia riprende da Ulisse, accolto dai Feaci, che rievoca ancora spaventato l'approdo<br />
nella Terra dei Ciclopi (forse corrispondente all'attuale Sic<strong>il</strong>ia), dove viene subito accolto<br />
da una gigantesca orma sulla sabbia, motivo di ansia e timori per i suoi compagni.<br />
Anche la macchina da presa, seguendo inquieta <strong>il</strong> cammino dell'eroe di Itaca con dodici<br />
prescelti, giunge all'imboccatura di una caverna scavata nel cuore di un monte frastagliato,<br />
la bocca di un mondo alieno che impressiona i viaggiatori per le sue inaudite dimensioni.<br />
Stupiti dalle forme rifinite e insieme consumate di quell'antro vissuto, Ulisse propone di<br />
attendere <strong>il</strong> padrone della grotta, quasi allestita come la tana di un gigantesco allevatore.<br />
Eppure, una sensazione inquieta inizia a serpeggiare tra le f<strong>il</strong>a degli ospiti inattesi: è tutto<br />
smisurato, e c'è chi vorrebbe scappare prima che ritorni <strong>il</strong> misterioso pastore, ma Ulisse in<br />
persona, rifiutandosi di agire come un ladro, ordina di attendere la creatura ignota.<br />
Ciò che si troverà di fronte, però, supererà ogni sua più fervida immaginazione: Polifemo,<br />
ciclopico figlio di Poseidone, non trova alcuna difficoltà a tenere sotto scacco gli omuncoli<br />
forse giunti a depredarlo, e l'ab<strong>il</strong>ità della macchina da presa nel mostrare le sue terrificanti<br />
fattezze è eccelsa. All'agghiacciante rivelazione del volto smisurato dominato da un solo<br />
occhio, l'inquadratura del campo-controcampo fra <strong>il</strong> Ciclope e Ulisse rievoca gli sguardi<br />
dei migliori Spaghetti Western (genere portato alla ribalta in tutto <strong>il</strong> mondo dal regista<br />
Sergio Leone), e le riprese in piombata e contropiombata si sprecano di proposito.<br />
Sebbene Ulisse si presenti con ogni formula degna di accoglienza, la furia di Polifemo si<br />
scatena sulla compagnia di umani deridendo le curiose usanze di quei piccoli stranieri.<br />
L'eroe di Itaca è davanti a una sfida che non ha pari: anche di fronte al figlio di una<br />
divinità, <strong>il</strong> dettaglio del suo sguardo pensoso anticipa un espediente così fuori dal<br />
normale che è anche all'origine del titolo dell'opera di Omero.<br />
Continuamente minacciati dalla fame bramosa di Polifemo, e fisicamente incapaci di uscire<br />
da altra via se non dall'imboccatura d'accesso, gli uomini di Ulisse si affidano alla loro<br />
guida per trovare una soluzione prima che ciascuno di loro finisca in pasto al Ciclope.<br />
Tra le scorte condotte fuori dalla nave, <strong>il</strong> condottiero ha portato con sé - forse per un<br />
presentimento degli Dei - un otre di vino che nessun essere umano potrebbe bere, se<br />
non pesantemente mescolato con acqua. Ponendolo come offerta di ringraziamento a<br />
Polifemo, Ulisse riesce ad addormentarlo e ad accecarlo violentemente.<br />
Nel senso di una vendetta astuta, l'eroe di Itaca trova scampo con i pochi sopravvissuti<br />
del suo equipaggio nell'inganno finale: per <strong>il</strong> Ciclope è stato Nessuno a colpirlo, <strong>nome</strong> che<br />
in greco suona come Oudèis - ovvero, Odissea.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
Quand'ecco la Bestia guardò in volto la Bella: King Kong.<br />
Peter Jackson, regista del colossale adattamento cinematografico della tr<strong>il</strong>ogia letteraria<br />
de Il Signore degli Anelli, firma nel 2005 <strong>il</strong> secondo remake della celebre pellicola datata<br />
1933 (<strong>il</strong> primo rifacimento è del 1976 con Jessica Lange) con un taglio epico ed evocativo.<br />
Tutto inizia con <strong>il</strong> primissimo piano di un uomo curioso: l'attore che presta <strong>il</strong> volto a Carl<br />
Denham, piantagrane per vocazione, è <strong>il</strong> comico Jack Black, qui perfettamente a suo agio<br />
nei panni di un regista desideroso di sfondare nel mondo della celluloide.<br />
L'aspetto più interessante dell'intera pellicola è la prospettiva seguita dalla storia: <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m è<br />
un omaggio al Cinema nel Cinema, e frequenti sono le scene in cui compaiono macchine<br />
da presa davanti ad altre macchine da presa e attori che recitano la parte di attori.<br />
Purtroppo, <strong>il</strong> destino professionale di Denham è appeso a un f<strong>il</strong>o: i risultati della sua ultima<br />
opera non sono propriamente quelli sperati, e a un'anteprima dedicata ai produttori della<br />
pellicola (coloro che hanno pagato l'impresa) la visione non convince nessuno dei presenti.<br />
Tra un grattacapo e uno sbadiglio di troppo, <strong>il</strong> regista tenta di persuadere i suoi<br />
finanziatori: <strong>il</strong> copione è stato riscritto, e Carl ha ottenuto una vecchia mappa sulla quale<br />
è tracciato <strong>il</strong> percorso verso un'isola dimenticata. Agli occhi dei produttori si tratta<br />
soltanto dell'ennesimo tentativo per allungare <strong>il</strong> conto da pagare - e per giunta senza<br />
mostrare quello che <strong>il</strong> pubblico più audace vorrebbe veramente vedere -, ma alla fine <strong>il</strong><br />
regista raggiunge <strong>il</strong> suo scopo e riesce a farsi sovvenzionare <strong>il</strong> viaggio più lungo di tutti.<br />
Non sarà però <strong>il</strong> solo a imbarcarsi sulla Venture , e con un altro colpo basso porta con sé<br />
Ann Darrow, ballerina del varietà di seconda classe interpretata da Naomi Watts.<br />
In ogni caso, l'impressione è che ci sia sempre qualcosa di non detto: l'arrivo della<br />
giovane attrice al molo di New York non è dei migliori, e persino <strong>il</strong> Capitano della Venture<br />
indugia sulle reali intenzioni di Denham, forse braccato dalla polizia.<br />
Il regista, un Ulisse fin troppo subdolo, ordina di ultimare quanto prima la procedura di<br />
partenza, e <strong>il</strong> primo passo di Ann sul ponte della Venture è scandito da una solennità<br />
inquieta, quasi fosse una mossa irrimediab<strong>il</strong>e.<br />
Tra i particolari fumanti del ventre metallico della nave si è dovuto rifugiare un altro<br />
ospite forzato: è Jack Driscoll, scrittore di teatro dalle fattezze del grande Adrien Brody,<br />
che come tanti altri aspetta di essere pagato dal suo astuto compagno di cinema.<br />
L'intera sequenza è giocata sul tema della suspense: l'uscita di Driscoll viene<br />
continuamente rimandata da Carl mentre la Venture, con i suoi dettagli frementi, si<br />
prepara a salpare. Incrociando m<strong>il</strong>le ostacoli imprevisti, fra cui i bagagli voluminosi della<br />
star Bruce Baxter, Jack è costretto a restare a bordo, compiendo i piani sleali di Denham.<br />
La vita a bordo della nave dei misteri sembra aver così trovato <strong>il</strong> suo equ<strong>il</strong>ibrio<br />
cinematografico, con un regista appagato e la compagnia in cerca di sguardi complici,<br />
ma nubi oscure si stanno addensando all'orizzonte.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
Il particolare degli strumenti nautici nelle mani tamburellanti del Capitano non lascia<br />
presagire nulla di buono, poiché la rotta della mappa di Carl porterebbe la Venture ben<br />
oltre le rotte conosciute, e anche l'equipaggio si accorge dell'inganno ordito dal regista.<br />
In un confronto serrato tra i primi piani delle pareti scricchiolanti della cucina, <strong>il</strong> cuoco<br />
confessa di aver già incrociato l'Isola del Teschio, meta maledetta della Venture che<br />
incontrerebbe al suo arrivo un gigantesco muro a difesa dell'ignoto.<br />
Una creatura, né bestia né uomo, si cela al di là di quel confine invalicab<strong>il</strong>e, e l'incredulità<br />
di Denham si scontra con l'evidenza dei fatti: <strong>il</strong> cielo è senza stelle, e la bussola impazzita<br />
della Venture anticipa un dettaglio scioccante nella mappa del regista - un teschio nero.<br />
Superato <strong>il</strong> velo di nebbia con una stupefacente inquadratura della cartina caduta in mare,<br />
<strong>il</strong> vascello attracca per miracolo sulle coste dell'Isola del Teschio: l'equipaggio si rifiuta di<br />
scendere, ma Denham, convinto più che mai di girare la sua opera d'arte, si spinge<br />
dall'altra parte del mondo conosciuto. La splendida piombata della scialuppa che si<br />
districa in mezzo alla scogliera piena di presagi si annoda sapientemente ai particolari di<br />
amori che parlano di pellicole e di sentimenti, ma una volta toccata terra <strong>il</strong> cast si trova<br />
davanti a rivelazioni maledette che nessun essere vivente dovrebbe conoscere.<br />
A bordo della Venture uno dei mozzi, leggendo Cuore di tenebra, celebre romanzo di<br />
Joseph Conrad, si <strong>il</strong> motivo di passi così arditi, e <strong>il</strong> paragone fra <strong>il</strong> libro e l'Isola del Teschio<br />
riporta alla mente <strong>il</strong> desiderio umano di superare se stessi per fare luce sul mistero e<br />
sconfiggere ciò che gli mette paura.<br />
In questa terra ignota non ci sono mostri soggiogati, ma creature libere, e a pagare <strong>il</strong><br />
prezzo di una scoperta inimmaginab<strong>il</strong>e è Ann Darrow, catturata dalla tribù indigena e data<br />
in sacrificio a una belva abominevole.<br />
Mettendosi sulle tracce della ballerina scomparsa, la troupe cinematografica si ritrova nel<br />
bel mezzo di un canyon preistorico, e ciò che Jack scopre a terra è impressionante:<br />
un'orma bestiale, ben più grande di qualsiasi impronta umana, desta le preoccupazioni dei<br />
superstiti della Venture, con un'altra piombata che sciaccia al suolo gli esseri umani allibiti<br />
alla mostruosa visione impressa nel fango.<br />
Ma dov'è finita Ann Darrow? Uno spettacolare campo lungo del selvaggio entroterra<br />
riduce velocemente la sua portata fino al primo piano della ballerina che tenta di<br />
divincolarsi dal suo brutale carceriere, inquadrato a più riprese per la mole non<br />
indifferente, ma la sua fuga - resa ancor più efficace da campi e controcampi tra la<br />
prigioniera e la bestia - si interrompe d'un tratto al passaggio del colosso.<br />
Cercando disperatamente di non trasformarsi nel pasto del mastodontico gor<strong>il</strong>la<br />
selvaggio, la ballerina prova a sfruttare l'unica dote che forse potrebbe salvarla.<br />
Proprio sull'orlo di un pericoloso precipizio, Ann si prodiga in una performance teatrale<br />
che desta qualcosa di inatteso sul volto della scimmia: la curiosità.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
L'aspetto spaventoso della bestia inizia lentamente a prendere i contorni quasi divertiti di<br />
un bambino: grazie alla mimica facciale di un attore esperto in questo campo, <strong>il</strong> creativo<br />
Andy Serkis (ricordato soprattutto per la sua interpretazione di Gollum nella già citata<br />
tr<strong>il</strong>ogia di Peter Jackson e fisicamente presente in questa pellicola con <strong>il</strong> ruolo già<br />
incrociato del cuoco di bordo) riesce a trasformare un mostro in un uomo.<br />
Certo, le dimensioni sono pur sempre ragguardevoli, e per <strong>il</strong> gor<strong>il</strong>la disumano la piccola<br />
figura della ballerina è poco più di una marionetta senza f<strong>il</strong>i, ma soltanto così, nel suo<br />
sguardo sbigottito, Ann Darrow riesce a guadagnarsi la fiducia di chi viene<br />
ingiustamente ritenuto una creatura deforme.<br />
La vera mostruosità, purtroppo, ha i contorni di un male avido: scappando con l'aiuto del<br />
suo amato Jack, la ballerina ritorna sana e salva all'approdo della Venture, ma <strong>il</strong> ralenty di<br />
ciò che la sta aspettando lungo la scogliera non lascia spazio a sogni di libertà.<br />
Con un equipaggio decimato dalle m<strong>il</strong>le insidie dell'Isola del Teschio, Carl Denham è<br />
fermamente intenzionato a catturare la bestia della foresta per trasformarla nel successo<br />
della sua carriera, e <strong>il</strong> risultato di una caccia senza tregua è <strong>il</strong> ribaltamento spietato tra<br />
l'animalità dell'uomo e l'innocenza di una belva meno feroce dei suoi carnefici.<br />
La furia che si scatena sull'Isola del Teschio miete fin troppe vittime, e la corsa lungo <strong>il</strong><br />
costone della scogliera si conclude con gli inut<strong>il</strong>i tentativi di Ann per placare <strong>il</strong> gor<strong>il</strong>la.<br />
Al posto di un legame infranto ora resta la sagoma vendicativa di Carl Denham impressa<br />
in un angosciante campo totale con la creatura vigliaccamente catturata.<br />
Chi è <strong>il</strong> vero mostro della storia? Incatenato a un destino perverso, Kong, <strong>il</strong> dominatore<br />
dell'Isola del Teschio, viene condotto lontano da casa, e la nuova sequenza si apre con<br />
una maestosa compagnia orchestrale al limitare di un palcoscenico gremito di pubblico.<br />
Uscendo in uno scroscio immeritato di applausi, Denham incanta gli spettatori giunti a<br />
vedere <strong>il</strong> suo spettacolo indecoroso ingannandoli con la falsità delle parole.<br />
Al di là del sipario rosso si rivela l'aspetto inquietante di un re divenuto prigioniero, e<br />
l'espressione afflitta di King Kong è ben lontana dalla fierezza dei tempi perduti.<br />
In una ricostruzione teatrale architettata per esaltare le doti di un vigliacco, Denham non<br />
si rende conto di aver perso <strong>il</strong> controllo della situazione: con un sapiente montaggio<br />
falsamente alternato, infatti, viene rivelato che Ann Darrow ha rifiutato i viscidi<br />
compromessi del regista, e a interpretare la sua parte in quella farsa luccicante c'è una<br />
attrice sconosciuta agli occhi di King Kong. Ritrovando la tempra dell'Isola del Teschio,<br />
l'immenso gor<strong>il</strong>la si divincola dalle sue imponenti catene e fugge libero fino ad<br />
arrampicarsi maestoso sull'Empire State Bu<strong>il</strong>ding, andando alla disperata ricerca dell'unica<br />
donna che lo abbia visto con gli occhi veri.<br />
L'odio dell'Uomo, però, non conosce limiti, e sfinito da una notte di proiett<strong>il</strong>i mortali King<br />
Kong scivola s<strong>il</strong>enziosamente al suolo: è davvero la Bella che ha ucciso la Bestia ?<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
Aspetto qualcuno, sempre: L'inganno di Circe.<br />
Dopo che Hermes, messaggero dell'Olimpo, ha consigliato a Ulisse di prestare attenzione<br />
agli eventi che stanno per accadere, <strong>il</strong> condottiero si avventura nel cuore dell'isola di Eea,<br />
un luogo dove quello che si vede non è sempre vero - come dimostra efficientemente<br />
l'inquadratura dei signori dei Feaci riflessi sul vassoio delle vivande.<br />
Il nuovo flashback di Ulisse si avvia a seguire una donna misteriosa che si perde nella<br />
nebbia, e armato di arco e faretra scova l'eroe finalmente quella presenza attraente.<br />
È <strong>il</strong> desiderio mai placato di ritornare in patria ad attenderlo al varco: la donna, vestita<br />
con abiti quasi arabeggianti, lo invita a cercare la sua casa proprio in quella foresta<br />
incantata, e la tentazione è troppo forte per non farsi catturare.<br />
A scapito di ogni mossa giocata a suo svantaggio, Ulisse si dimostra sempre scaltro,<br />
schivando le offerte della sua conturbante seduttrice per scoprire chi stia aspettando da<br />
tempo - lui che, uomo di mondo, ha navigato talmente a lungo da aver visto cose mai<br />
incrociate da altri occhi.<br />
Il dialogo fra i due sembra quasi un rito di corteggiamento, ma le provocazioni cessano<br />
non appena la donna invita <strong>il</strong> suo ospite ad attraversare un muro di fuoco, unica via per<br />
raggiungere la casa tanto cercata. Oltrepassato <strong>il</strong> varco mortale, Ulisse rimane abbagliato<br />
alla vista di un'altra donna che f<strong>il</strong>a una tela interminab<strong>il</strong>e: <strong>il</strong> fantasma di Penelope<br />
(interpretata nello sceneggiato dalla straordinaria attrice greca Irene Papas) è solo uno dei<br />
tanti spettri di quell'isola, e basta che quella visione si volga verso <strong>il</strong> marito afflitto che la<br />
figura amata si tramuta nell'espressione severa dell'unica abitante di Eea.<br />
Improvvisamente, Ulisse viene catapultato tra le gabbie di un serraglio, luogo avvolto da<br />
una magia indescrivib<strong>il</strong>e dove animali di ogni forma vengono tenuti prigionieri.<br />
La donna, all'apparenza più accogliente, lo invita a bere una coppa di vino (meraviglioso <strong>il</strong><br />
paragone visivo tra la bevanda stregata e <strong>il</strong> vassoio dell'ospitalità dei Feaci), ma grazie<br />
all'aiuto ricevuto da Hermes l'eroe di Itaca sfugge al perverso incantesimo che aveva già<br />
colpito i suoi compagni, trasformati in maiali privi di qualsiasi volontà.<br />
Circe, schiacciata violentemente dalla sofferenza della sconfitta, capisce di essere al<br />
cospetto dell'uomo atteso per una vita: ora è una donna nuova, perché di fronte a lei c'è<br />
<strong>il</strong> condottiero dalla mente inflessib<strong>il</strong>e.<br />
Eppure, sopravvissuto all'inganno, Ulisse cade vittima di un sort<strong>il</strong>egio ben più sott<strong>il</strong>e:<br />
sebbene riesca a far tornare i suoi compagni alla loro forma umana, <strong>il</strong> suo senso di<br />
responsab<strong>il</strong>ità pare venir meno perdendo la libertà del pensiero.<br />
Isolato dai suoi compagni per mano di una volontà oscura, è l'ignoto a separare l'eroe dai<br />
suoi fratelli di viaggio, e l'ombra di un amore impossib<strong>il</strong>e fa perdere a Ulisse l'idea dello<br />
spazio e del tempo. Un muro magico sembra ora dividere coloro che avevano combattuto<br />
contro ogni avversità: cosa resta a Ulisse, se non <strong>il</strong> fantasma della lontana Itaca?<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
C'era una volta... : I Fratelli Grimm e l'Incantevole Strega.<br />
Un leone può ululare? Se la creatura felina è <strong>il</strong> logo della Metro Goldwin Mayer (nota<br />
compagnia di produzione cinematografica) e <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m è diretto dall'eccentrico Terry G<strong>il</strong>liam,<br />
ogni cosa può realmente trasformarsi in una girandola di paradossi incredib<strong>il</strong>i.<br />
Tutto ha inizio con l'incipit di una fiaba, ma la realtà dei fatti è ben più amara: la<br />
macchina da presa, muovendosi s<strong>il</strong>enziosamente da un camino di cenere, si sposta<br />
inesorab<strong>il</strong>e sulla carcassa di un cavallo a dondolo, ricordo di gioie perdute che andrà ad<br />
attizzare la debole fiamma che riscalda una casa oramai spenta.<br />
La povertà e la malattia funestano da tempo l'esistenza precaria di una famiglia senza<br />
padri, e l'inquadratura, estremamente misurata nella sua onnipresente miseria visiva,<br />
accoglie le parole rassicuranti di un ragazzo che cerca di confortare la sorella aspettando<br />
che <strong>il</strong> terzo fratello torni con <strong>il</strong> necessario per curarla.<br />
Di rientro dalla città, <strong>il</strong> bambino tanto atteso rincasa però con tesoro imprevisto: tutto ciò<br />
che è riuscito a ricavare dalla vendita dell'unica mucca in possesso è una manciata di<br />
fagioli magici, imbroglio evidente di uno straniero incrociato per strada.<br />
Il dramma fatale si stempera improvvisamente di fronte a una storia che deve ancora<br />
nascere: i due ragazzini che si stanno dimenando a terra con lo spettro di una sorella in<br />
fin di vita sono Jacob e W<strong>il</strong>helm Grimm, rinomati autori di fiabe (narrazioni fantastiche<br />
che differiscono dalle favole per <strong>il</strong> tono magico e la presenza di personaggi umani) qui<br />
liberamente reinterpretati in una Germania dell'800 invasa dai Francesi.<br />
Sono proprio loro due a dirigersi a spron battuto sulla sella dei loro destrieri verso<br />
l'inquieta cittadina di Karlstadt per prestare servizio contro una presenza spiritica che sta<br />
infestando un fien<strong>il</strong>e in aperta campagna.<br />
La cura meticolosa nella ricostruzione degli scenari fiabeschi è oltretutto accresciuta dalla<br />
mania del dettaglio che pervade l'intera pellicola: gli impavidi fratelli, impersonati da Matt<br />
Damon nei panni dello scaltro W<strong>il</strong>helm e dal compianto Heath Ledger nelle vesti del<br />
visionario Jacob, stanno scrupolosamente allestendo una complicatissima trappola per far<br />
fronte alla minaccia ectoplasmatica. Stravaganti antenati degli Acchiappafantasmi, i due<br />
si preparano al peggio proteggendosi con l'armatura della Bella Addormentata, un altro<br />
cimelio della sterminata lista di totem fiabeschi ut<strong>il</strong>i a sconfiggere le forze dell'oscurità.<br />
Giunge così <strong>il</strong> momento del confronto, ma <strong>il</strong> tono di questa sfida ultraterrena è<br />
costantemente sopra le righe, e l'insidia dello spirito appeso a testa in giù è più forte delle<br />
trappole ordite. Il costante campo-controcampo tra la presenza demoniaca e i due<br />
cacciatori fantastici si tinge quasi di una vena teatralmente eroica, e <strong>il</strong> colpo mortale al<br />
fantasma riduce l'essenza ost<strong>il</strong>e ad un pugno di serpenti maledetti. Il povero contadino di<br />
Karlstadt, stupito da un'impresa epocale, quasi si dimentica di saldare <strong>il</strong> conto, tanto è<br />
impaziente di annunciare ai suoi cittadini la libertà finalmente giunta.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
Se non stupisce che i fratelli abbiano a cuore le loro finanze fam<strong>il</strong>iari, è totalmente<br />
inaspettata la verità che si nasconde in quel presunto fien<strong>il</strong>e maledetto: infatti, le gesta<br />
epiche dei Grimm sono soltanto una farsa, e l'impressione eroica appena assaporata si<br />
scioglie nella scoperta sconcatenata di manichini volanti e funi ab<strong>il</strong>mente nascoste.<br />
W<strong>il</strong>helm, opportunista per vocazione, è l'unico a trattare con i due squinternati<br />
assistenti, mentre Jacob, seduto in disparte, sogna una vita diversa.<br />
La fuga dalla realtà, però, avrà presto fine: la scena si sposta nella tenebrosa Foresta di<br />
Marbaden, un luogo quantomeno sconsigliato per una bambina coperta con una veste<br />
scarlatta tutta intenta a portare un cestello dall'altra parte del groviglio di alberi.<br />
Cosa è vero per davvero? La pellicola continua a mescolare i fatti con l'immaginazione,<br />
e <strong>il</strong> risultato è una ragazzina innocente braccata mortalmente da una bestia feroce con una<br />
soggettiva senza dimensioni - quando per tutti è soltanto la fiaba di Cappuccetto Rosso.<br />
La piombata inesorab<strong>il</strong>e che nel cuore di una notte burrascosa strappa via <strong>il</strong> mantello<br />
della bambina fino a scagliarlo in aria è la riprova di un potere oscuro che i Grimm,<br />
catturati dopo l'ennesima malefatta ai danni di innocenti, dovranno realmente affrontare.<br />
Senza mai esser persi di vista da Mercurio Cavaldi, stralunato funzionario di Parma con <strong>il</strong><br />
volto del beffardo Peter Stormare, i due fratelli vengono gettati in pasto agli spaventati<br />
abitanti di una Marbaden ingrigita nei suoi toni spenti, quasi che <strong>il</strong> mondo delle fiabe<br />
possa parlare con i colori della realtà.<br />
Costretti a esser considerati come malfattori per loro stessa volontà, W<strong>il</strong>helm e Jacob<br />
superano le prime diffidenze e convocano una riunione straordinaria per comprendere la<br />
portata degli eventi accaduti nella foresta. Non è un caso che una bambina creda ai<br />
Grimm, e non è l'unica giovane ad affidarsi alle loro attenzioni: durante l'adunanza in<br />
chiesa, un ragazzino racconta di aver lasciato briciole di pane assieme alla sorella rapita<br />
poi dalla foresta - un richiamo evidente alla fiaba di Hansel e Gretel -, e anche la fanciulla<br />
afferrata dall'oscurità perdendo la mantellina rossa è un'altra delle vittime di Marbaden.<br />
Insomma, qualcuno nel fitto degli alberi sta rapendo donne innocenti, ma tra gli appunti<br />
dell'attento Jacob non si legge solo un elenco di eventi, ma anche la traccia di una fiaba.<br />
Per W<strong>il</strong>helm si tratta di un trucco ben organizzato, e <strong>il</strong> popolo tedesco alza la voce al<br />
sentir nominare l'invasore francese, ma la verità è altrove: si può davvero credere<br />
all'inimmaginab<strong>il</strong>e, anche se i Grimm non possono affrontare questa impresa da soli.<br />
Così, con l'aiuto della cacciatrice Angelika (l'attrice inglese Lena Headey), l'improvvisata<br />
compagnia si incammina nella profondità della foresta, scovando un'antica torre cristiana<br />
ripresa con un'imponente contropiombata dal passato infelice.<br />
È l'avventuriera di Marbaden a rivelare una storia nella storia, una leggenda che le<br />
raccontava in gioventù suo padre, misteriosamente scomparso nella foresta: <strong>il</strong> ricordo,<br />
proprio come un flashback, diverrà metaforicamente <strong>il</strong> cuore di tante fiabe dei Grimm.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
Si narra che in quella torre senza porte viva una regina splendida e vanitosa desiderosa<br />
di salvarsi dalla minaccia della peste sig<strong>il</strong>lando ogni apertura ad eccezione dell'unica<br />
finestra posta sotto in alto, ma <strong>il</strong> male avrebbe portato via anche <strong>il</strong> suo fascino.<br />
È solo una vecchia storia, insiste <strong>il</strong> vecchio saggio nella voce della memoria, ma per<br />
Angelika c'è verità anche nel mito che ispirerà la storia di Raperonzolo: quella regina, <strong>il</strong><br />
cui chiarore cant<strong>il</strong>enante è dovuto ai tratti inconfondib<strong>il</strong>i dell'attrice Monica Bellucci,<br />
potrebbe essere legata allo sguardo del lupo che bracca la cacciatrice sulla via verso casa<br />
mentre tenta di ritrovare le sorelle rapite dalla malvagità della foresta.<br />
Ogni cosa può davvero prendere una forma diversa, e persino <strong>il</strong> sontuoso banchetto del<br />
Generale Delatombe (un incomparab<strong>il</strong>e Jonathan Pryce, fedele attore delle imprese di<br />
Terry G<strong>il</strong>liam), accogliendo <strong>il</strong> suo fidato e maldestro Mercurio Cavaldi, si rivela soltanto un<br />
ingegnoso gioco di specchi per ingannare l'occhio umano davanti alla verità.<br />
Nonostante abbiano realmente incrociato qualcosa di incomprensib<strong>il</strong>e, la distanza fra i<br />
Grimm si fa abissale, forse anche per un intreccio amoroso con Angelika: <strong>il</strong> fratello più<br />
risoluto non riesce a concepire come faccia <strong>il</strong> suo compagno di ventura a <strong>il</strong>ludersi che le<br />
storie possano respirare, e <strong>il</strong> ricordo costante di quei fagioli magici barattati per la vita<br />
della sorella scomparsa convince Jacob a tornare alla Torre di Marbaden.<br />
Su ricatto di Cavaldi, W<strong>il</strong>helm si ricrede sulle intenzioni del fratello e si catapulta - mai<br />
verbo potrebbe essere più adatto! - nel cuore della foresta, arrivando però troppo tardi.<br />
Oramai convinto di poter accedere alla Torre attraverso la finestra, lo scrittore con gli<br />
occhiali si è spaventosamente schiantato sulla parete secolare - ma non è davvero Jacob.<br />
Così, in un andirivieni di visioni alteranti, <strong>il</strong> fratello sognatore prova ad arrampicarsi con<br />
una fune verso la sua meta, e la distorsione dell'inquadratura rende al meglio la perdita<br />
di prospettiva per entrare in un mondo dettato da regole diverse. Dall'alto della Torre le<br />
cose prendono la forma della realtà: a terra ci sono dodici tombe femmin<strong>il</strong>i riprese dalla<br />
panoramica piombata che fungono da monito per <strong>il</strong> risveglio della Strega, ma neanche la<br />
più credib<strong>il</strong>e rivelazione potrà salvare i Grimm dalla furia sanguinaria di Delatombe.<br />
Una volta catturati e legati i due fratelli al limitare della foresta, <strong>il</strong> Generale ordina di<br />
distruggere la magia delle fiabe, gettando nel fuoco <strong>il</strong> libro con gli appunti di Jacob, e<br />
soltanto con l'aiuto provvidenziale di Angelika i due torneranno di nuovo alla Torre.<br />
Lì ci saranno presenze spettrali ad attendere i tre avventurieri, ma l'ombra del male è<br />
oramai scesa a oscurare <strong>il</strong> bene di un mondo infranto.<br />
Divenuta la dodicesima vittima per i piani immortali della Strega, la vita di Angelika è<br />
appesa alla volontà confusa dei Grimm: in una lotta dominata dai riflessi dell'esistenza<br />
sotto la luce di una luna rosso sangue, l'incantesimo perverso della Strega si infrange in<br />
m<strong>il</strong>le pezzi, riportando la serenità nella pacifica Marbaden.<br />
Tutto è bene quel che finisce bene...ma <strong>il</strong> male, anche in una scheggia, vig<strong>il</strong>erà.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
Tu, da te stesso, decidi: Le tentazioni delle Sirene e di Calipso.<br />
Il viaggio di Ulisse giunge forse al suo punto di rottura: tra le coste mostruose di Sc<strong>il</strong>la e<br />
Cariddi Ulisse prepara <strong>il</strong> resto della compagnia a una delle ultime fatiche da superare.<br />
Il dettaglio visivo di un favo di cera d'api, strano bagaglio per un vascello in cerca di<br />
casa, diviene un rimedio altrettanto bizzarro per otturare le orecchie dei navigatori in<br />
vista dell'isola delle Sirene.<br />
Oramai dubbiosi sulle intenzioni della loro guida, i compagni che una volta avevano<br />
prestato fedeltà a Ulisse si guardano intorno per trovare risposte a domande incredib<strong>il</strong>i.<br />
Sempre più isolato, l'eroe di Itaca garantisce di avere ancora una mente salda, anche se i<br />
pericoli di cui va parlando non sembrano realmente tali.<br />
In verità, <strong>il</strong> condottiero ha ricevuto in dono i saggi consigli di Circe per oltrepassare le sue<br />
ultime sventure, e dopo essere addirittura sceso nell'Oltretomba Ulisse sa di poter contare<br />
su quanto gli è stato detto dalla sua sensuale amante.<br />
Il suo sguardo risoluto verso l'orizzonte, però, tradisce una scelta impensab<strong>il</strong>e: ricordando<br />
le parole di Circe, la giusta via per la salvezza spetta solo alla decisione della sua anima, e<br />
con una richiesta quantomeno bizzarra convince Eur<strong>il</strong>oco, <strong>il</strong> suo compagno più fidato, a<br />
legarlo all'albero maestro per ascoltare l'inaudib<strong>il</strong>e.<br />
Ulisse, quasi allo stremo della sua sete di conoscenza, si imbarca letteralmente oltre i<br />
confini della sua stessa comprensione, e ciò che inizia a sentire sono le voci sott<strong>il</strong>i di<br />
creature che lo attraggono altrove: gloria, salvezza e onnipotenza sono le promesse che<br />
la sua vita ha sempre cercato di ottenere fin dalla partenza da Troia, ma ciò che scorge sul<br />
riflesso dell'acqua sono le ossa di coloro che non hanno resistito alle Sirene.<br />
Quasi sul punto di farsi slegare, l'eroe di Itaca è realmente deciso a raggiungere la sua<br />
meta: dopo sofferenze che nessun uomo ha mai provato sulla sua pelle, Ulisse non sente<br />
più se stesso, ammaliato da una furia tentatrice che pare dissolversi d'un colpo.<br />
Ritornato in sé, <strong>il</strong> condottiero scorge i suoi compagni che remano senza sosta per sfuggire<br />
agli scogli mortali delle Sirene: ora c'è solo <strong>il</strong> canto sereno degli uccelli, ma quel che<br />
conta per Ulisse è la sua rivalsa sulle forze divine.<br />
Ora più di prima, l'imperativo dell'eroe di Itaca è raggiungere la sua patria a costo di<br />
evitare ogni altra sosta, ma nello sguardo frastornato di Eur<strong>il</strong>oco si legge la stanchezza di<br />
uomini votati a una causa troppo più grande della loro stessa volontà.<br />
Ulisse, persa definitivamente la sua compagnia per mano dei Buoi di Iperione nell'isola<br />
del Sole, si ritroverà definitivamente solo insieme a un'altra donna: Calipso, la ninfa che<br />
tutto cela, si innamora perdutamente di quell'uomo diverso da tutti gli altri, e per sette<br />
anni lo tiene soggiogato nell'atollo di Ogigia.<br />
Il condottiero si salverà di nuovo grazie alla mano divina, e i sacrifici compiuti lo<br />
porteranno da Nausicaa con un tesoro prezioso: una storia da narrare, per sempre.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
L'Uomo, forse, non sa più ascoltare: Lady in the Water.<br />
Il regista M. Night Shyamalan, un uomo che ha la notte nel <strong>nome</strong>, porta sul grande<br />
schermo i suoi ricordi di una fiaba della buonanotte, e già nell'apertura realizzata con la<br />
tecnica del graffito virtuale si respira l'aria di profezie che ritornano.<br />
La storia si ripete davvero: gli Uomini e <strong>il</strong> Mondo Azzurro parlano due lingue che non si<br />
comprendono più, come narra <strong>il</strong> mito biblico della Torre di Babele, ma la coscienza della<br />
Vita è pronta per tornare a <strong>il</strong>luminare le menti dei miseri mortali assetati di potere, anche<br />
a costo di sacrificare l'esistenza di creature dalla purezza cristallina.<br />
Dopo un'introduzione tanto evocativa, la comparsa inattesa del campo totale di un<br />
condominio stride con forza, ma al tempo stesso potrebbe persino richiamare le parole<br />
della voce narrante: nel s<strong>il</strong>enzio della notte, un uomo solo si aggira s<strong>il</strong>ente intorno al<br />
bordo di una piscina, immerso nella profondità di pensieri appena scalfiti dalle richieste<br />
incessanti della sua segreteria telefonica. È lui <strong>il</strong> guardiano del palazzo, ma nessuno si<br />
cura di ciò che prova - forse una pretesa in un mondo che parla solo di guerra, anche<br />
soltanto dallo schermo tremolante di un televisore acceso per tutta la notte.<br />
Il tempo non passa mai, come sussurra la ripresa fuori fuoco del custode, ma qualcosa<br />
sta per cambiare: fuori, al centro dello specchio d'acqua, c'è una presenza che sussulta.<br />
La tecnica visiva del campo-controcampo riassume chirurgicamente la ricerca nervosa di<br />
questo sorvegliante balbuziente abbastanza avveduto da piazzare un mazzo di chiavi in<br />
bella vista per attirare l'attenzione dell'ospite sgradito.<br />
Nonostante l'ab<strong>il</strong>e tentativo, <strong>il</strong> guardiano scivola improvvisamente sul margine di<br />
quest'isola al contrario - è la terra cementata che circonda l'acqua nella piombata<br />
verticalizzata sullo specchio nero notte -, e al risveglio si ritrova disteso sul suo divano.<br />
Stavolta, però, c'è qualcuno con lui: aprendo gli occhi, nota <strong>il</strong> primissimo piano quasi<br />
trasparente di una giovane donna a malapena vestita con una sua camicia. Potrebbe<br />
trattarsi di una clandestina, ma <strong>il</strong> guardiano non sa di aver scovato una presenza magica.<br />
Ancora inchiodato alle idee della sua esistenza, <strong>il</strong> custode crede che <strong>il</strong> Mondo Azzurro sia<br />
soltanto un condominio del quartiere, ma ha tempo di ritrovare se stesso quando si<br />
accorge di aver perso la sua parlata singhiozzante.<br />
Story, questo <strong>il</strong> <strong>nome</strong> della Narf impersonata dalla splendida Bryce Dallas Howard, è<br />
giunta per cambiare la vita di Cleveland Heap, l'onesto custode di The Cove , e di tutti<br />
coloro che saranno prescelti a riportarla nel Mondo Azzurro.<br />
La creatura del mare nutre però un timore inconfessab<strong>il</strong>e, ed è Cleveland ad accorgersi<br />
delle minacce invisib<strong>il</strong>i che si celano al confine del suo palazzo quando tenta di riportarla<br />
in braccio alla piscina. Una rabbiosa entità oscura si aggira nel fitto dell'erba alta: è uno<br />
Scrunt, bestia malvagia che tenterà con tutte le sue forze di uccidere la Narf.<br />
Si tratta soltanto di una storia per la ninna nanna, ma vive di passato e futuro.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
La fuga impazzita verso <strong>il</strong> riparo di Cleveland si giostra tecnicamente attraverso la<br />
prospettiva sfasata del custode e della ragazza (<strong>il</strong> primo punta infatti verso la porta, la<br />
seconda invece guarda verso la piscina) e l'uso dell'effetto vertigo pescato dall'omonimo<br />
f<strong>il</strong>m di Alfred Hitchcock è ut<strong>il</strong>e a evidenziare la distorsione delle dimensioni spaziali.<br />
La chiave per risolvere <strong>il</strong> mistero è tutto in una storia speciale: la Narf è giunta nel mondo<br />
degli uomini per incontrare uno scrittore, e la nuova missione di Cleveland si plasma in<br />
uno stupendo primo piano frontale tra le pareti blu mare di una doccia speculare.<br />
Non ci sono indizi per trovare la persona tanto bramata da Story, e <strong>il</strong> guardiano di The<br />
Cove si mette subito all'affannosa ricerca di colui che potrà salvare la Narf.<br />
La sequenza, partendo dai toni poetici della doccia, si snoda in un divertito botta e<br />
risposta tra <strong>il</strong> custode - di nuovo afflitto da balbuzie per la lontananza da Story - e i suoi<br />
esotici inqu<strong>il</strong>ini, spesso ripresi in campo-controcampo a primo piano. Ci sono Harry<br />
Farber, saccente critico cinematografico di professione; la signora Bell, anziana amante<br />
degli animali con la curiosità per le farfalle; <strong>il</strong> signor Dury e suo figlio Joey, appassionati<br />
osservatori del mondo tra cruciverba e scatole di cereali; la compagnia del condominio,<br />
stravaganti cercatori di frasi a effetto.<br />
Purtroppo, nessuno fra i possib<strong>il</strong>i candidati accontenta le richieste di Story, ma la scelta<br />
decisiva si presenta mentre la Narf raccoglie <strong>il</strong> passato di Cleveland, quasi a poterne<br />
percepire le radici della coscienza. Nel seminterrato di The Cove, luogo adibito alla<br />
lavanderia, <strong>il</strong> guardiano incrocia Vick Ran, uno dei tanti condomini del palazzo con<br />
l'ennesima richiesta di riparazione - ma lui è diverso da tutti gli altri, e non soltanto perché<br />
sta realmente scrivendo qualcosa di importante. Ad interpretare uno dei personaggi più<br />
importanti della vicenda è nientemeno che lo stesso regista, vezzo da attore che risale ai<br />
tempi del già citato Hitchcock, che compare puntualmente in ogni suo giallo d'autore.<br />
Per Cleveland la ricerca è giunta alla sua meta, anche se <strong>il</strong> testo dello scrittore indiano<br />
sembra all'apparenza un libro di ricette, e di ritorno nel suo appartamento intuisce<br />
finalmente le potenzialità di Story.<br />
La Narf può veramente leggere nel suo animo, rievocando gli spietati avvenimenti che<br />
hanno messo fine alla sua famiglia felice in una notte macchiata di sangue. Per Cleveland <strong>il</strong><br />
lavoro che svolge a The Cove è soltanto un ripiego dopo <strong>il</strong> suo passato da medico, ma al<br />
buon cuore di Story ogni esistenza ha uno scopo, persino quella più piccola e invisib<strong>il</strong>e.<br />
Cercando a ogni costo di fuggire verso la piscina sotto la protezione dei Tartutic, le<br />
scimmie ancestrali giunte a salvaguardare la vita della Narf, Story rimane ferita per un<br />
colpo quasi mortale dello Scrunt, e Cleveland riesce a curarla pescando dall'abisso<br />
subacqueo un frammento di Kee, l'essenza curatrice del Mondo Azzurro. Giunge così <strong>il</strong><br />
momento dell'incontro, e lo scrittore percepisce di essere lì per qualcosa di più.<br />
Le generazioni del futuro attendono la sua opera, come se fosse lui uno dei tanti Ulisse.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
L'impresa, tuttavia, è ben più ardua del previsto, e per le leggi del Mondo Azzurro la Narf<br />
non può rivelare le decisioni che verranno. Così, grazie a una trovata riemersa dai ricordi<br />
infant<strong>il</strong>i della sorella di Vick Ran, Story prova indirettamente a seminare indizi sul futuro.<br />
La nuova sequenza della doccia è intessuta di un realismo magico raramente evocato in<br />
altre pellicole di genere, con le carrellate verticalizzate che si muovono magnificamente<br />
attraverso i prof<strong>il</strong>i in campo totale e dettaglio di questi inattesi narratori. Cleveland,<br />
grazie ai saggi consigli di una donna orientale che abita nel residence, ora conosce molti<br />
dettagli della fiaba del Mondo Azzurro: c'è un'aqu<strong>il</strong>a, la grande Eatlon, che potrà riportare<br />
Story (che nella sua terra è principessa, una Madame Narf) a patto che ci siano umani<br />
inconsapevolmente dotati di grandi poteri e attirati a vivere accanto al Tramite, vale a<br />
dire l'Indovino, <strong>il</strong> Difensore, <strong>il</strong> Sodalizio e <strong>il</strong> Guaritore.<br />
Il gioco, almeno all'apparenza, è davvero fatto: convocando l'appassionato di cruciverba, la<br />
compagnia del condominio e l'anziana delle farfalle, Cleveland intuisce di poter scrivere<br />
una vita migliore divenendo <strong>il</strong> Difensore che tutelerà Story verso <strong>il</strong> Mondo Azzurro.<br />
Potendo allontanarsi soltanto in piena notte e con un solo tentativo a disposizione, la<br />
partenza della Narf viene mascherata con una festa a sorpresa, ma <strong>il</strong> piano complicato si<br />
arena amaramente non appena tutti si accorgono che qualcosa non torna.<br />
Le persone coinvolte, infatti, non sembrano quadrare con i ruoli assegnati, e iniziano a<br />
insinuarsi seri dubbi sul buon esito dell'impresa: ci sono voci inascoltate che serpeggiano<br />
nelle difficoltà di un'esistenza sull'orlo di un cambiamento rivoluzionario che potrebbe<br />
esigere la vita dell'Uomo.<br />
Ancora perseguitata dalla presenza inarrestab<strong>il</strong>e del selvaggio Scrunt, Story adesso viene<br />
colpita a morte, e a nulla serve l'intervento della signora Bell per guarire le ferite lancinanti.<br />
Siete tutti legati : una delle ultime frasi della Narf desta in Cleveland <strong>il</strong> proposito di<br />
guardare oltre, ed è lui a prendere <strong>il</strong> posto del Guaritore, riportando alla mente un amore<br />
mai spento per una famiglia che non è mai morta nei suoi ricordi.<br />
Non solo: le certezze mutano inesorab<strong>il</strong>mente quando le pedine in gioco si spostano sulla<br />
scacchiera del mito, e i ruoli prendono una forma nuova dando senso alle banalità,<br />
persino attraverso le scatole di cereali di un giovanissimo Indovino.<br />
Il nuovo Sodalizio, composto ora da sette sorelle e che ha per testimoni un uomo senza<br />
segreti e un saggio degno di rispetto, si avventura insieme al resto degli inqu<strong>il</strong>ini per<br />
affrontare l'ultimo passo necessario, ma la minaccia del male incombe incessante.<br />
Nella sequenza conclusiva di questo fiaba metropolitana, la figura malvagia dello Scrunt<br />
tenta di agguantare Story per portarla via dagli artigli della grande Eatlon, ma l'intervento<br />
definitivo di un imprevedib<strong>il</strong>e Difensore porta a compimento le gesta di The Cove.<br />
La leggenda si conclude così con l'occhio della macchina da presa volutamente immerso<br />
sott'acqua: <strong>il</strong> Cinema è anche prodigio del non-visto, persino di fronte al mito.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0
Io non voglio soffrire, né far soffrire: Nausicaä della Valle del Vento.<br />
Recensione tratta da www.animeita.it<br />
Quando si parla di Hayao Miyazaki, <strong>il</strong> primo <strong>nome</strong> che viene accomunato ad esso è<br />
certamente Nausicaä, universalmente conosciuta come una delle migliori opere d'animazione<br />
di tutti i tempi. Sì, perché <strong>il</strong> noto autore e regista giapponese, dopo la creazione del suo<br />
studio d'animazione (lo Studio Ghibli), si mise in moto per creare <strong>il</strong> suo primo lavoro<br />
completamente indipendente. Sotto <strong>il</strong> marchio del nuovo studio <strong>il</strong> Giappone prima e <strong>il</strong> resto<br />
del mondo poi assistettero alla nascita di una serie di opere animate che, in molti sensi,<br />
nuotavano controcorrente rispetto agli st<strong>il</strong>i animati da sempre capisaldi del Sol Levante; le<br />
opere di Miyazaki sono spesso scritte da zero e adattate per i lungometraggi oppure tratte da<br />
libri, e non trasposizioni o adattamenti - tra l'altro Nausicaä diventò anche un fumetto!<br />
Miyazaki scrive e dirige i suoi f<strong>il</strong>m d'animazione pensandoli per sia per un pubblico molto<br />
giovane che per una platea adulta; le sue storie sono universali e trattano temi attuali a lui cari<br />
come guerre, ecologia e indifferenza, mentre le ambientazioni sono sempre epiche e<br />
traggono spunto non soltanto dalla cultura giapponese, ma anche da quella occidentale.<br />
Nausicaä della Valle del Vento narra le vicende di una ragazza, una principessa, che vive in un<br />
mondo lontano da quello da noi conosciuto. La terra è stata distrutta dagli uomini nei Sette<br />
Giorni di Fuoco ad opera di armi bio-nucleari chiamati Guerrieri Invincib<strong>il</strong>i, eventi che hanno<br />
portato alla nascita e alla proliferazione incontrollata della Giungla Tossica, intoccab<strong>il</strong>e per gli<br />
esseri umani. Nausicaä vive nella Valle del Vento insieme ai suoi pochi sudditi in un clima di<br />
pace e serenità finché non atterrano velivoli di altre nazioni superstiti che hanno in mente<br />
soltanto l'idea di conquista. Cadrà così nelle mani della principessa <strong>il</strong> compito di riportare la<br />
pace per <strong>il</strong> suo popolo e per <strong>il</strong> futuro della terra.<br />
Miyazaki, autore fra l'altro delle versioni animate di Heidi e Lupin III, porta sullo schermo una<br />
delle sue opere più grandi in assoluto, una storia capace di emozionare e commuovere ma<br />
anche di puntare prepotentemente <strong>il</strong> dito verso grandi problemi come l'ecologia e la cieca<br />
voglia di distruzione dell'uomo. Il lavoro grafico è strab<strong>il</strong>iante, e <strong>il</strong> lungometraggio non viene<br />
mai allungato con i classici momenti di s<strong>il</strong>enzio, ma è presente una quantità massiccia di<br />
animazioni con colori che variano dalle tinte blu-viola della giungla tossica ai toni luminosi e<br />
solari delle belle giornate che riprendono vita della Valle. Si tratta, a conti fatti, di un<br />
capolavoro senza tempo, una storia che supera i confini dei cartoni animati e punta in alto.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0