il mio nome e - OpenDrive

L'aspetto spaventoso della bestia inizia lentamente a prendere i contorni quasi divertiti di
un bambino: grazie alla mimica facciale di un attore esperto in questo campo, il creativo
Andy Serkis (ricordato soprattutto per la sua interpretazione di Gollum nella già citata
trilogia di Peter Jackson e fisicamente presente in questa pellicola con il ruolo già
incrociato del cuoco di bordo) riesce a trasformare un mostro in un uomo.
Certo, le dimensioni sono pur sempre ragguardevoli, e per il gorilla disumano la piccola
figura della ballerina è poco più di una marionetta senza fili, ma soltanto così, nel suo
sguardo sbigottito, Ann Darrow riesce a guadagnarsi la fiducia di chi viene
ingiustamente ritenuto una creatura deforme.
La vera mostruosità, purtroppo, ha i contorni di un male avido: scappando con l'aiuto del
suo amato Jack, la ballerina ritorna sana e salva all'approdo della Venture, ma il ralenty di
ciò che la sta aspettando lungo la scogliera non lascia spazio a sogni di libertà.
Con un equipaggio decimato dalle mille insidie dell'Isola del Teschio, Carl Denham è
fermamente intenzionato a catturare la bestia della foresta per trasformarla nel successo
della sua carriera, e il risultato di una caccia senza tregua è il ribaltamento spietato tra
l'animalità dell'uomo e l'innocenza di una belva meno feroce dei suoi carnefici.
La furia che si scatena sull'Isola del Teschio miete fin troppe vittime, e la corsa lungo il
costone della scogliera si conclude con gli inutili tentativi di Ann per placare il gorilla.
Al posto di un legame infranto ora resta la sagoma vendicativa di Carl Denham impressa
in un angosciante campo totale con la creatura vigliaccamente catturata.
Chi è il vero mostro della storia? Incatenato a un destino perverso, Kong, il dominatore
dell'Isola del Teschio, viene condotto lontano da casa, e la nuova sequenza si apre con
una maestosa compagnia orchestrale al limitare di un palcoscenico gremito di pubblico.
Uscendo in uno scroscio immeritato di applausi, Denham incanta gli spettatori giunti a
vedere il suo spettacolo indecoroso ingannandoli con la falsità delle parole.
Al di là del sipario rosso si rivela l'aspetto inquietante di un re divenuto prigioniero, e
l'espressione afflitta di King Kong è ben lontana dalla fierezza dei tempi perduti.
In una ricostruzione teatrale architettata per esaltare le doti di un vigliacco, Denham non
si rende conto di aver perso il controllo della situazione: con un sapiente montaggio
falsamente alternato, infatti, viene rivelato che Ann Darrow ha rifiutato i viscidi
compromessi del regista, e a interpretare la sua parte in quella farsa luccicante c'è una
attrice sconosciuta agli occhi di King Kong. Ritrovando la tempra dell'Isola del Teschio,
l'immenso gorilla si divincola dalle sue imponenti catene e fugge libero fino ad
arrampicarsi maestoso sull'Empire State Building, andando alla disperata ricerca dell'unica
donna che lo abbia visto con gli occhi veri.
L'odio dell'Uomo, però, non conosce limiti, e sfinito da una notte di proiettili mortali King
Kong scivola silenziosamente al suolo: è davvero la Bella che ha ucciso la Bestia ?
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