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La grande onda portava Ulisse qua e là per i flutti: l'approdo dai Feaci.<br />
Nel panorama della storia della televisione italiana si innalza un monumento ancora oggi<br />
glorioso: nel 1968 l'emittente nazionale RAI produce otto puntate di un maestoso<br />
sceneggiato sull'Odissea diretto da Franco Rossi e con un incredib<strong>il</strong>e successo di<br />
pubblico e critica. Gli apprezzamenti, più che meritati anche a oltre quarant'anni di<br />
distanza, si riconoscono per i mezzi impiegati per un'impresa mai tentata prima, per<br />
l'impiego di maestri degli effetti speciali come <strong>il</strong> compianto Carlo Rambaldi (futuro<br />
ideatore di ET, già creatore di King Kong) e per l'interpretazione magistrale dell'attore<br />
jugoslavo Bekim Fehmiu, perfetto nei panni di Ulisse.<br />
Estremamente fedele all'opera di Omero - alcuni episodi come Sc<strong>il</strong>la e Cariddi non sono<br />
presenti anche per ragioni di ricostruzione scenica, ma altri eventi come <strong>il</strong> viaggio di<br />
Telemaco sono ampiamente <strong>il</strong>lustrati -, l'avventura di Ulisse inizia quando finisce.<br />
Oramai l'ideatore del Cavallo di Troia è un uomo solo, abbandonato al suo destino come<br />
la vela della sua zattera inquadrata in un campo totale desolante; a nulla servono i<br />
tentativi disperati di opporsi ai venti e alle onde del mare, e dopo anni di tormenti<br />
insostenib<strong>il</strong>i Ulisse si lascia andare, stremato da ciò che non può più evitare.<br />
Per rievocare televisivamente l'intervento divino, <strong>il</strong> dialogo fra Zeus e Atena si svolge<br />
attraverso le inquadrature zoomate di statue in primissimo piano, un tentativo ben più<br />
efficace di tanti, modernissimi effetti speciali. Il Signore dell'Olimpo rievoca gli avvenimenti<br />
che hanno portato Ulisse a vagare in mezzo al mare per volontà di Poseidone, e in quel<br />
momento l'eroe di Itaca riesce miracolosamente ad approdare su una costa libera.<br />
Incapace persino di rialzarsi dalla sabbia bagnata, Ulisse arranca come un vagabondo in<br />
cerca di pietà, coprendosi sotto <strong>il</strong> fogliame quasi fosse <strong>il</strong> suo ultimo gesto in vita.<br />
In realtà Atena gli sta preparando una nuova strada, e la sua mano divina si appresta a<br />
destare una delle tante donne importanti nell'Odissea : la giovane e speranzosa Nausicaa,<br />
figlia del Re dei Feaci, <strong>il</strong> saggio Alcinoo, giunge al fiume insieme alle sue ancelle e qui<br />
incontra la figura quasi tremenda di un uomo tanto disperato da scambiarla per una dea.<br />
Aprendo gli occhi di fronte a una salvezza impensata, Ulisse diventa un uomo nuovo:<br />
vestitosi con la tunica candida affidatagli dall'unica persona che lo abbia guardato senza<br />
spaventarsi, l'eroe di Itaca scioglie finalmente <strong>il</strong> suo sconforto esaltando le beatitudini di<br />
Nausicaa - un gesto incomparab<strong>il</strong>e nella cultura greca, segno di nob<strong>il</strong>tà d'animo -, e anche<br />
in una mela lanciata c'è la gioia di un mondo luminoso.<br />
Eppure, Ulisse è un eroe senza <strong>nome</strong> e senza patria, ignaro di ciò che lo aspetterà e<br />
insieme forte dell'unica ricchezza in suo possesso: <strong>il</strong> viaggio compiuto.<br />
L'Odissea comincia realmente soltanto nella reggia dei Feaci, quando Ulisse sente un<br />
cantore cieco che celebra le imprese della Guerra di Troia, e solo allora l'eroe di Itaca<br />
sarà un uomo di nuovo libero, perché andrà avanti tornando indietro nella memoria.<br />
Il <strong>mio</strong> <strong>nome</strong> è Nessuno. | PROGETTO CINEMA 2.0