Nozioni fondamentali sui connettori per il ... - Phoenix Contact
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<strong>Nozioni</strong> <strong>fondamentali</strong><br />
Connettori <strong>per</strong><br />
<strong>il</strong> processo SMT<br />
Through Hole Reflow
Surface Mount Technology SMT –<br />
un moderno processo di produzione<br />
La tendenza ad ut<strong>il</strong>izzare componenti SMD<br />
(Surface Mount Device) è rimasta immutata<br />
negli anni. Grazie all'ut<strong>il</strong>izzo di processi<br />
completamente automatizzati <strong>per</strong> quanto<br />
concerne la pressione della pasta, l'equipaggiamento<br />
dei componenti e la saldatura, la<br />
produzione nelle linee SMT diventa un procedimento<br />
rapido e poco costoso. Nasce<br />
quindi l'esigenza di integrare in questo processo<br />
produttivo <strong>il</strong> maggior numero possib<strong>il</strong>e<br />
di componenti.<br />
Per una <strong>per</strong>fetta integrazione nel<br />
processo SMT, è necessario tener<br />
conto dei seguenti fattori:<br />
• Dimensioni, formato e peso dei componenti<br />
(limitazioni in caso di equipaggiamento<br />
automatico)<br />
• Resistenza alle alte tem<strong>per</strong>ature dei<br />
componenti.<br />
• Sollecitazioni meccaniche previste <strong>per</strong> i<br />
componenti in uso (ad es. forze di trazione<br />
sul connettore nelle applicazioni<br />
"Wire-to-Board")<br />
Tecnologia Through Hole Reflow (THR)<br />
Il termine "Tecnologia Through Hole Reflow"<br />
descrive una tecnica di montaggio dei componenti<br />
sul circuito stampato. Indica <strong>il</strong> montaggio<br />
passante (Through Hole) dei componenti <strong>per</strong><br />
equipaggiamento nell'ambito del procedimento<br />
di saldatura reflow. Si tratta di una tecnologia<br />
sv<strong>il</strong>uppata appositamente <strong>per</strong> i processi<br />
completamenti automatizzati nel processo di<br />
produzione SMT.<br />
2 PHOENIX CONTACT
Varianti di equipaggiamento dei circuiti stampati<br />
Circuito stampato SMT<br />
La realizzazione del circuito<br />
stampato SMT avviene "a costi<br />
contenuti", poichè <strong>il</strong> processo di<br />
equipaggiamento e saldatura dei<br />
componenti è completamente<br />
automatizzato e universale.<br />
Indice<br />
Surface Mount Technology<br />
SMT – un moderno<br />
processo di produzione<br />
Pagine 02 – 03<br />
Circuito stampato misto<br />
Nella realizzazione di circuiti<br />
stampati misti, i numerosi<br />
componenti SMT e una piccola<br />
<strong>per</strong>centuale di componenti<br />
cablati fanno lievitare i costi di<br />
produzione, essendo necessario<br />
un secondo processo di equipaggiamento<br />
e di saldatura.<br />
Il procedimento<br />
"Pin in Paste"<br />
Requisiti dei<br />
componenti THR<br />
Pagine 04 – 05<br />
Pagine 06 – 10<br />
Qualificazione dei<br />
componenti THR secondo<br />
J-STD-020D<br />
Pagine 11 – 13<br />
Integrazione nel processo<br />
Pagine 14 – 22<br />
Immediata individuazione<br />
del prodotto giusto<br />
Pagina 23<br />
PHOENIX CONTACT 3
Il procedimento "Pin in Paste" –<br />
Base della tecnologia THR<br />
Il procedimento “Pin-in-Paste” trasferisce<br />
<strong>il</strong> tipico processo di produzione SMT ad<br />
un circuito stampato con foro di contatto.<br />
Il principio di funzionamento di questo<br />
procedimento è attualmente considerato<br />
come dato di fatto.<br />
I risultati ottenuti sono – indipendentemente<br />
dalla geometria dei componenti, dai<br />
materiali di saldatura e dai parametri di<br />
processo – decisamente buoni.<br />
Scopo dell'integrazione di componenti<br />
nella tecnologia passante<br />
(Through Hole) nel processo di<br />
reflow SMT:<br />
I componenti cablati e<br />
i componenti SMT ...<br />
... possono essere lavorati contemporaneamente<br />
• con le stesse apparecchiature<br />
• con lo stesso procedimento<br />
• alle stesse condizioni<br />
Principio<br />
di funzionamento<br />
Svolgimento del<br />
processo "Pin in Paste"<br />
1. 2. 3. 4.<br />
Circuito stampato<br />
con foro con<br />
contatto<br />
La sagoma viene<br />
posizionata<br />
Applicazione pasta<br />
Riempimento del foro<br />
5. 6. 7. 8.<br />
Montaggio<br />
componente<br />
Distribuzione pasta in<br />
tutto <strong>il</strong> foro grazie al<br />
codolo<br />
Saldatura Reflow<br />
Ecco fatto!<br />
4 PHOENIX CONTACT
Il procedimento "Pin in Paste" nel processo SMT<br />
Il procedimento “Pin in Paste” costituisce<br />
la base della tecnologia THR,<br />
mediante la quale è possib<strong>il</strong>e ridurre<br />
le fasi del processo di produzione e<br />
integrare componenti cablati nella produzione<br />
SMT. Ciò consente di evitare<br />
gli adeguamenti alle apparecchiature di<br />
produzione esistenti o alla gestione del<br />
processo. Tuttavia i componenti THR<br />
devono possedere particolari requisiti<br />
<strong>per</strong> poter essere lavorati nell'ambito del<br />
procedimento di produzione SMT.<br />
Stampaggio<br />
Equipaggiamento<br />
Saldatura Reflow<br />
Ispezione<br />
PHOENIX CONTACT 5
Requisiti dei componenti THR<br />
Dal 2007 non si ut<strong>il</strong>izza più <strong>il</strong> piombo nei<br />
processi di saldatura. Il passaggio ai processi<br />
di saldatura senza piombo ha richiesto<br />
numerose modifiche e adeguamenti dei<br />
materiali e dei procedimenti di saldatura.<br />
Ciò ha portato, di conseguenza, ad un'ottimizzazione<br />
nella scelta dei materiali (plastiche<br />
e metalli), della geometria dei componenti<br />
(lunghezza dei pin) e degli imballaggi.<br />
Di seguito sono descritti gli aspetti <strong>fondamentali</strong><br />
dei requisiti dei componenti THR<br />
e della tecnologia THR nei processi senza<br />
piombo.<br />
Su<strong>per</strong>fici di aspirazione <strong>per</strong> equipaggiamento ottimale<br />
Per poter prelevare i componenti THR dalla<br />
testina del dispositivo automatico senza pinze<br />
o pipette speciali, è necessario disporre di<br />
su<strong>per</strong>fici di aspirazione lisce.<br />
Qualora tali su<strong>per</strong>fici non fossero disponib<strong>il</strong>i<br />
o fossero troppo piccole, <strong>il</strong> componente<br />
deve essere provvisto di pad Pick and Place.<br />
Su<strong>per</strong>ficie di aspirazione a forma del componente Su<strong>per</strong>ficie di aspirazione rialzata integrata Pad Pick & Place aggiuntivo<br />
6 PHOENIX CONTACT
Spazi liberi sotto i componenti<br />
I componenti THR vengono inseriti nei fori<br />
con contatti passanti. Dopo la stampa, la<br />
pasta di saldatura si trova nel foro e sull'anello<br />
nella parte su<strong>per</strong>iore del circuito stampato.<br />
Se la pasta deve essere sovrastampata<br />
<strong>per</strong> creare ulteriori riserve, la stampa può<br />
includere una zona ai margini della vernice<br />
isolante (vedere anche "Stampa serigrafica<br />
<strong>per</strong> componenti THR" a pagina 15).<br />
Per evitare incrostazioni di pasta e conseguenti<br />
errori di saldatura, i componenti devono<br />
essere provvisti di grandi spazi liberi intorno<br />
al codolo di saldatura e di distanziatori,<br />
i cosiddetti "Stand Off". Essi impediscono <strong>il</strong><br />
contatto tra <strong>il</strong> corpo isolante dei componenti<br />
e la pasta saldante.<br />
Spazi liberi intorno ai codoli<br />
Oltre ai vari design è indicato anche lo spazio<br />
libero intorno al codolo di saldatura. La zona<br />
grigia mostra dove <strong>il</strong> componente poggia<br />
direttamente sul circuito stampato.<br />
4,05 0,55<br />
4,42<br />
Profondità<br />
0,5 mm<br />
5,08<br />
Disegno dello spazio libero<br />
0,66<br />
2<br />
Two in One – Componenti multipolari<br />
Maggiore è <strong>il</strong> numero di poli e di conseguenza<br />
la lunghezza di un componente THR,<br />
minore è la finestra di processo nella quale<br />
può essere lavorato. Contemporaneamente<br />
aumenta l'entità degli adeguamenti nel processo.<br />
Tolleranza del componente<br />
Con l'aumentare della lunghezza, diventa<br />
diffic<strong>il</strong>e conservare la precisione del passo e<br />
la flessione del connettore subisce un incremento.<br />
Massa del componente<br />
Il peso del componente, necessariamente<br />
elevato, rallenta <strong>il</strong> processo Pick and Place;<br />
un'accelerazione diventa problematica, se non<br />
impossib<strong>il</strong>e da realizzare.<br />
Confezionamento<br />
Le confezioni su nastro <strong>per</strong> componenti multipolari<br />
spesso non rientrano negli standard<br />
e necessitano di speciali adeguamenti delle<br />
unità di alimentazione.<br />
Con la soluzione “Two in One” <strong>per</strong> <strong>connettori</strong><br />
maschi COMBICON THR, si possono<br />
realizzare componenti multipolari da 13 a 24<br />
poli. I <strong>connettori</strong> maschi THR sono composti<br />
da 2 segmenti disposti sul circuito stampato.<br />
I segmenti sono ridotti della misura delle<br />
rispettive pareti laterali interne. Ciò consente<br />
di creare spazio <strong>per</strong> un equipaggiamento<br />
senza contatto e un allineamento delle prese.<br />
In seguito alla saldatura reflow, si ottengono<br />
le stesse proprietà che caratterizzano i <strong>connettori</strong><br />
maschi monolitici, <strong>il</strong> comfort di innesto<br />
si mantiene quindi su un buon livello qualitativo.<br />
I vantaggi sono costituiti da un'elevata<br />
stab<strong>il</strong>ità dimensionale e da una flessione<br />
ridotta/minima dei segmenti più corti, da una<br />
riduzione della massa del componente e dal<br />
confezionamento su nastri di larghezza standard,<br />
<strong>per</strong> <strong>il</strong> quale è disponib<strong>il</strong>e un feeder.<br />
Connettori Two in One <strong>per</strong><br />
equipaggiamento automatico su<br />
nastro Tape On Reel standard<br />
PHOENIX CONTACT 7
Componenti THR a colori<br />
Inizialmente la tecnologia THR disponeva<br />
solo di materiali beige, trasparenti o neri,<br />
colorati con nerofumo di diverso spessore.<br />
Con <strong>il</strong> crescente successo di mercato di<br />
questa tecnologia non solo si è ampliato <strong>il</strong><br />
portafoglio di prodotti possib<strong>il</strong>i, ma anche<br />
l'esigenza di varianti a colori.<br />
I materiali di base sono stati quindi colorati<br />
con pigmenti e due fattori hanno inciso in<br />
modo determinante sul risultato: la stab<strong>il</strong>ità<br />
del pigmento colorato alle elevate tem<strong>per</strong>ature<br />
di processo e la possib<strong>il</strong>ità di creare la<br />
tonalità desiderata. Attualmente è disponib<strong>il</strong>e<br />
un numero limitato di componenti colorati,<br />
la cui tonalità spesso si discosta leggermente<br />
dalla tradizionale tonalità standard.<br />
Una scelta maggiore è offerta dal poliammide,<br />
immediatamente seguito dai PPA, mentre<br />
gli LCP si trovano in cima alle richieste.<br />
In questo caso infatti sono state realizzate<br />
fino ad ora solo alcune tonalità di colore.<br />
In stretta collaborazione con i produttori di<br />
materiali plastici si cercherà di ampliare la<br />
gamma di varianti.<br />
Connettori THR a colori in poliammide HT<br />
Varianti a colori<br />
Influenza della geometria del codolo di saldatura<br />
Nel processo THR i componenti cablati vengono<br />
inseriti nei fori, precedentemente riempiti<br />
con pasta saldante, mediante processo<br />
serigrafico. In questo caso, la geometria delle<br />
connessioni dei componenti riveste un ruolo<br />
fondamentale.<br />
Foro nel<br />
c.s.<br />
Foro nel<br />
c.s.<br />
Foro nel<br />
c.s.<br />
Generalmente si distinguono tre tipi di geometria<br />
di connessione:<br />
Contatto<br />
di saldatura quadrato<br />
Contatto<br />
di saldatura tondo<br />
Contatto<br />
di saldatura rettangolare<br />
In base alla geometria<br />
dei pin di collegamento,<br />
la quantità<br />
di pasta saldante<br />
necessaria varia.<br />
Il successivo grado di<br />
riempimento dipende<br />
in maniera sostanziale<br />
dal corretto rapporto<br />
tra <strong>il</strong> volume<br />
dei pin e <strong>il</strong> volume<br />
del foro.<br />
L'effetto reflow si<br />
crea <strong>per</strong> cap<strong>il</strong>larità.<br />
La pasta saldante<br />
aderita al codolo di<br />
saldatura dopo la<br />
fusione viene risucchiata<br />
nel foro presente<br />
sulla su<strong>per</strong>ficie<br />
del circuito stampato.<br />
Se le forze cap<strong>il</strong>lari<br />
non riescono ad agire<br />
nel modo corretto a<br />
causa di geometrie<br />
sfavorevoli, come nel<br />
caso di connessioni<br />
troppo sott<strong>il</strong>i, si può<br />
verificare una <strong>per</strong>dita<br />
di pasta (ad es.<br />
mediante sgocciolamento).<br />
La finestra di<br />
processo, in questo<br />
caso, si riduce e<br />
aumenta la difficoltà<br />
di ottimizzazione.<br />
Contatto di saldatura THR tondo (<strong>connettori</strong> M12)<br />
Codoli di saldatura rettangolari, volumi di pasta<br />
insufficienti, in questo caso senza <strong>per</strong>dita di pasta<br />
– ottimizzazione necessaria!<br />
8 PHOENIX CONTACT
Contatti dorati<br />
Alcune applicazioni richiedono l'uso di contatti<br />
dorati. Generalmente i residui di oro in<br />
un punto di saldatura sono considerati critici,<br />
poiché portano alla formazione di strati di<br />
stagno-oro, che a lungo andare possono<br />
infrag<strong>il</strong>irsi e quindi danneggiare <strong>il</strong> punto di<br />
saldatura. Nella tradizionale saldatura a onde,<br />
lo strato dorato in prossimità della saldatura,<br />
in caso di codoli di contatto completamente<br />
dorati, viene rimosso <strong>per</strong> ridurre questo<br />
rischio. Nella tecnologia THR, <strong>il</strong> limitato<br />
apporto di pasta saldante fa sì che l'oro<br />
rimanga nel punto di saldatura.<br />
Per questo motivo, i codoli di <strong>Phoenix</strong><br />
<strong>Contact</strong> sono parzialmente dorati. Il lato<br />
contatti è dorato, mentre <strong>il</strong> lato saldatura è<br />
stagnato.<br />
Codoli parzialmente dorati<br />
Connettore maschio THR con codoli parzialmente<br />
dorati<br />
Scelta della corretta lunghezza del codolo di saldatura<br />
Nella scelta della corretta lunghezza del<br />
codolo di saldatura è necessario tenere presente<br />
anche <strong>il</strong> metodo e <strong>il</strong> tipo di processo<br />
di saldatura. In generale nei processi senza<br />
piombo è consigliato ut<strong>il</strong>izzare codoli corti a<br />
causa della notevole variazione dei parametri<br />
della pasta saldante.<br />
Ciò vale in particolare <strong>per</strong> i processi a fase<br />
di vapore, nei quali, indipendentemente dalla<br />
pasta ut<strong>il</strong>izzata, <strong>il</strong> condensato si deposita sul<br />
cuneo di saldatura all'estremità del codolo<br />
con possib<strong>il</strong>e <strong>per</strong>dita di pasta.<br />
Al contrario, con codoli molto corti e incassati<br />
nel circuito stampato è possib<strong>il</strong>e realizzare<br />
punti di saldatura ottimi. Per quanto<br />
riguarda l'ispezione IPC, non esistono in questo<br />
caso criteri di qualificazione e <strong>il</strong> rischio<br />
deve quindi essere valutato singolarmente.<br />
Lunghezza pin (standard) Convezione THR Fase di vapore THR<br />
1,4 mm<br />
Saldatura ottimale!<br />
Ispezione secondo<br />
IPC impossib<strong>il</strong>e!<br />
Saldatura ottimale!<br />
Ispezione secondo<br />
IPC impossib<strong>il</strong>e!<br />
2,6 mm Ottimale! Ottimale!<br />
3,4 mm<br />
Preferib<strong>il</strong>e <strong>per</strong> processi<br />
con piombo.<br />
Finestra di processo ridotta<br />
nei processi senza piombo.<br />
Adeguata<br />
con riserva.<br />
Rischio di <strong>per</strong>dita<br />
di pasta.<br />
Sconsigliata!<br />
PHOENIX CONTACT 9
Interazione tra la lunghezza del codolo di saldatura e la pasta saldante<br />
Nel processo THR si ha l'interazione dei vari<br />
elementi interessati: circuito stampato, pasta<br />
saldante, componenti e tipo di procedimento<br />
reflow. Tali elementi influiscono sul risultato,<br />
in modo particolare la pasta saldante ut<strong>il</strong>izzata.<br />
Il passaggio a processi di saldatura senza<br />
piombo implica condizionamenti anche sul<br />
processo di saldatura THR senza piombo.<br />
Pasta<br />
Su<strong>per</strong>ficie<br />
c.s.<br />
Processo<br />
di saldatura<br />
Componenti<br />
Per <strong>il</strong> processo di saldatura è quindi disponib<strong>il</strong>e<br />
un quantitativo di pasta sufficiente che,<br />
durante <strong>il</strong> processo serigrafico, viene pressata<br />
in modo mirato sulla parte inferiore del circuito<br />
stampato.<br />
I componenti THR di <strong>Phoenix</strong> <strong>Contact</strong> sono<br />
attualmente dotati di codoli che sporgono<br />
sopra la parte inferiore del circuito stampato<br />
di 1 mm. Per paste di saldature critiche e<br />
senza piombo (riempimento lento e ridotta<br />
adesione al codolo) sono disponib<strong>il</strong>i codoli di<br />
lunghezza inferiore. Codoli molto corti consentono<br />
di ut<strong>il</strong>izzare anche paste di saldatura<br />
con e senza piombo, che tendono a sgocciolare.<br />
La valutazione dei punti di saldatura <strong>per</strong><br />
questo particolare formato è tuttavia limitata<br />
(vedere anche "Ispezione dei punti di saldatura"<br />
a pagina 21).<br />
La pasta di saldatura pressata rimane attaccata<br />
alla punta dei codoli e costituisce <strong>il</strong> deposito<br />
<strong>per</strong> <strong>il</strong> processo di saldatura conclusivo.<br />
N.B.: un codolo <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e corto impedisce<br />
<strong>il</strong> gocciolamento della pasta di saldatura.<br />
Per i sistemi di reflow a fase di vapore, si<br />
consiglia di ut<strong>il</strong>izzare un codolo corto, poiché<br />
la condensa appesantisce ulteriormente le<br />
gocce di pasta saldante.<br />
Materiali resistenti alle alte tem<strong>per</strong>ature – HT<br />
Nel prof<strong>il</strong>o dei requisiti di un materiale <strong>per</strong><br />
componenti THR, fondamentale è la resistenza<br />
alle alte tem<strong>per</strong>ature temporanee.<br />
Contemporaneamente lo spettro delle prestazioni<br />
di un componente THR deve variare<br />
<strong>il</strong> meno possib<strong>il</strong>e rispetto alla saldatura ad<br />
onde.<br />
Nei materiali plastici resistenti alle alte tem<strong>per</strong>ature,<br />
i requisiti di isolamento rientrano,<br />
in parte, tra quelli delle materie plastiche<br />
standard. Per questo motivo occorre tenere<br />
in considerazione dati e tensioni di dimensionamento<br />
bassi. Attualmente su richiesta<br />
vengono ut<strong>il</strong>izzati poliammidi (PA 4.6), LCP<br />
(Liquid Crystal Polymer) o PCT.<br />
L'esigenza di una resistenza alle alte tem<strong>per</strong>atura<br />
è stata ulteriormente rafforzata dal<br />
passaggio ai processi senza piombo. In media,<br />
<strong>il</strong> livello di tem<strong>per</strong>atura d'esercizio è stato<br />
aumentato del 30 – 40°C. Poiché la tem<strong>per</strong>atura<br />
massima <strong>per</strong> molti componenti è limitata<br />
a 255 - 260°C, la finestra di processo si<br />
riduce automaticamente.<br />
La processab<strong>il</strong>ità di un componente realizzato<br />
con un determinato materiale resistente alle<br />
alte tem<strong>per</strong>ature deve essere qualificata in<br />
base alla norma IPC / JEDEC J-STD-020D.<br />
10 PHOENIX CONTACT
Qualificazione dei componenti<br />
THR secondo J-STD-020D<br />
L'obiettivo della norma di qualificazione<br />
IPC/JEDEC J-STD-020D è di stab<strong>il</strong>ire l'assorbimento<br />
di umidità nei materiali, che<br />
sotto esposizione alle sollecitazioni termiche<br />
della procedura di reflow potrebbe<br />
comportare la distruzione (sotto forma<br />
di formazione di bolle), delaminazione o<br />
deformazione del componente. In funzione<br />
della geometria del componente e indirettamente<br />
della scelta del materiale, vengono<br />
stab<strong>il</strong>iti dei "livelli", che determinano <strong>il</strong> tipo<br />
di confezione (ad es. in sacchetti essiccanti)<br />
e la lavorazione in atmosfere normalmente<br />
presenti nei processi SMT.<br />
Classificazione dei requisiti dei componenti reflow<br />
In una serie di es<strong>per</strong>imenti di base, al componente<br />
è stata applicata la tem<strong>per</strong>atura di<br />
picco massima necessaria di 260°C <strong>per</strong> oltre<br />
30 sec., nell'ambito di un processo di saldatura<br />
reflow simulata. Nella pratica, tuttavia,<br />
i componenti con custodia di grande spessore<br />
o volume non presentano la stessa resistenza<br />
alle alte tem<strong>per</strong>ature di picco garantita<br />
dai componenti di volume e spessore ridotto.<br />
Di conseguenza, indipendentemente dal<br />
materiale selezionato, <strong>per</strong> i primi componenti<br />
sono stati stab<strong>il</strong>iti requisiti di resistenza alla<br />
tem<strong>per</strong>atura di picco più bassi.<br />
Determinazione dei requisiti di resistenza<br />
alle tem<strong>per</strong>ature di picco massimo<br />
consentite in funzione del volume e<br />
dello spessore della custodia.<br />
In funzione del comportamento di assorbimento<br />
di acqua del materiale <strong>per</strong> alte tem<strong>per</strong>ature<br />
ut<strong>il</strong>izzato, si deterrmina un livello<br />
target.<br />
Volume<br />
componente<br />
> 2000 mm 3<br />
350 – 2000 mm 3<br />
260 °C 245 °C 245 °C<br />
260 °C<br />
250 °C<br />
245 °C<br />
260 °C 260 °C 260 °C<br />
< 350 mm 3 1,6 mm – 2,5 mm ≥ 2,5 mm<br />
I componenti THR<br />
di <strong>Phoenix</strong> <strong>Contact</strong><br />
rientrano in<br />
questa categoria di<br />
dimensionamento:<br />
• Spessore componente<br />
≥ 2,5 mm<br />
• Volume componente<br />
> 350 mm3<br />
Determinazione del requisito di tempo<br />
massimo di a<strong>per</strong>tura consentito = sicura<br />
lavorazione senza danni nel processo<br />
di reflow.<br />
∞<br />
Con <strong>il</strong> termine lavorazione a<strong>per</strong>ta si intende<br />
<strong>il</strong> prelievo del componente asciutto da una<br />
confezione a tenuta d'aria e la lavorazione<br />
entro <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo di tempo indicato dal livello.<br />
In questo <strong>per</strong>iodo di tempo, <strong>il</strong> componente<br />
può assorbire umidità, senza danneggiare <strong>il</strong><br />
processo di reflow.<br />
I componenti, che non assorbono umidità o<br />
solo quantità trascurab<strong>il</strong>i, sono candidati <strong>per</strong><br />
<strong>il</strong> livello 1 “unlimited” senza ulteriore imballo<br />
a secco (Drybag). I componenti, soggetti ad<br />
assorbimento dell'umidità, sono classificati in<br />
Livello 2 (1 anno) a Livello 3-6 (poche ore)<br />
Tali componenti devono essere necessariamente<br />
imballati in confezioni Drybag.<br />
Tempo a<strong>per</strong>to<br />
Illimitato<br />
1 Y<br />
1 anno<br />
4 W 168 72 48 24 TOL<br />
4 settimane<br />
168 h<br />
1 2 2a 3 4 5 5a 6<br />
72 h<br />
48 h<br />
24 h<br />
Data sull'etichetta<br />
Livello<br />
Ciclo di prova, determinazione del livello MSL (Moisture Sensitive Level)<br />
Di seguito viene descritto <strong>il</strong> ciclo di prova, con <strong>il</strong> quale viene testata la target class.<br />
Definizione della target class Essiccazione 4 h a 125°C<br />
Definire la nuova<br />
target class<br />
Esposizione<br />
Assorbimento di umidità<br />
secondo Target class<br />
Saldatura reflow<br />
con prof<strong>il</strong>o tem<strong>per</strong>atura secondo<br />
"Classificazione formato<br />
componente"<br />
3 cicli di<br />
reflow<br />
Non<br />
su<strong>per</strong>ata<br />
Ispezione<br />
Su<strong>per</strong>ata<br />
Il componente viene<br />
raggruppato secondo<br />
la target class <strong>per</strong> la quale<br />
l'ispezione è stata su<strong>per</strong>ata<br />
12 PHOENIX CONTACT
Le prove vengono generalmente condotte<br />
con tem<strong>per</strong>ature di picco di 260°C. Solo in<br />
caso di mancato su<strong>per</strong>amento, la tem<strong>per</strong>atura<br />
di picco viene ridotta a 250°C o 245°C, in<br />
base alle indicazioni della norma <strong>per</strong> determinate<br />
dimensioni e volumi dei componenti, ma<br />
viene mantenuto <strong>il</strong> livello auspicato. Se anche<br />
questa prova non viene su<strong>per</strong>ata, si stab<strong>il</strong>isce<br />
un nuovo livello target e si ricomincia con<br />
una tem<strong>per</strong>atura di picco di 260°C. Solo<br />
quando sul componente non si verificano più<br />
danni, è possib<strong>il</strong>e determinare <strong>il</strong> livello MSL<br />
definitivo. Conformemente a quanto indicato<br />
dalla norma, i componenti vengono quindi<br />
imballati e contrassegnati.<br />
Livello non su<strong>per</strong>ato – necessario<br />
nuovo ciclo di prova<br />
Confezionamento<br />
Per i componenti compatib<strong>il</strong>i con la saldatura<br />
reflow senza piombo, <strong>Phoenix</strong> <strong>Contact</strong><br />
conferma una lavorab<strong>il</strong>ità in conformità alla<br />
norma IPC/JEDEC J-STD 020D con indicazione<br />
dei rispettivi livelli MSL (Moisture Sensitive<br />
Levels) <strong>per</strong> la gamma di prodotti.<br />
Componenti in sacchetto standard – MSL 1<br />
Componenti in Drybag – ad es. MSL 3<br />
Etichetta<br />
PHOENIX CONTACT 13
Integrazione nel processo – Presupposti <strong>per</strong><br />
<strong>il</strong> layout del circuito stampato, pressione della<br />
pasta, equipaggiamento, saldatura e ispezione<br />
L'integrazione ottimale nel processo inizia<br />
con <strong>il</strong> layout del circuito stampato. Qui si<br />
pongono le basi <strong>per</strong> <strong>il</strong> migliore risultato di<br />
saldatura possib<strong>il</strong>e. Anche la corretta applicazione<br />
della pasta influisce notevolmente<br />
sul risultato finale e <strong>per</strong> l'equipaggiamento<br />
esistono regole, che devono essere osservate.<br />
Il processo di saldatura e l'ispezione<br />
finale sono descritti in dettaglio nelle<br />
norme.<br />
Layout circuito stampato<br />
1. Design pad/anello<br />
Per quanto riguarda <strong>il</strong> dimensionamento<br />
dell'anello sono validi gli stessi requisiti dei<br />
pad realizzati con saldatura a onde. Tenendo<br />
conto delle distanze in aria e su<strong>per</strong>ficiali e<br />
dello spazio libero sotto <strong>il</strong> componente intorno<br />
al codolo, l'ampiezza dell'anello deve essere<br />
compresa tra 0,2 e 0,5 mm. Il volume di<br />
pasta potenzialmente maggiore su anelli ampi<br />
può influire positivamente sulla qualità della<br />
saldatura (formazione di menisco).<br />
2. Diametro del foro<br />
Per poter ut<strong>il</strong>izzare la tecnologia THR è<br />
necessario apportare alcune modifiche al<br />
layout del circuito stampato. A tale proposito<br />
è importante la scelta del diametro del foro,<br />
che deve garantire, da una parte, un buon<br />
riflusso della pasta di saldatura nel processo<br />
di reflow attraverso <strong>il</strong> foro e dall'altra anche<br />
un'elevata precisione dei sistemi di equipaggiamento.<br />
Una dimensione adeguata del foro<br />
<strong>per</strong>mette di compensare le tolleranze di<br />
lavorazione e garantisce un'elevata sicurezza<br />
dell'esecuzione.<br />
d<br />
d i<br />
d = diagonale codolo quadrangolare ut<strong>il</strong>izzato<br />
d i<br />
= diametro interno foro<br />
La formula empirica <strong>per</strong> <strong>il</strong> calcolo di un<br />
diametro del foro adeguato è<br />
d i<br />
= d + 0,3 mm<br />
14 PHOENIX CONTACT
Nella pratica risultano tolleranze di lavorazione<br />
maggiori con l'aumentare della lunghezza<br />
del componente. Per incrementare la sicurezza<br />
dell'esecuzione in caso di componenti<br />
multipolari di grosse dimensioni, può essere<br />
necessario aumentare <strong>il</strong> diametro interno<br />
di max. 0,1 mm. Per i componenti THR di<br />
<strong>Phoenix</strong> <strong>Contact</strong> sono indicati, <strong>per</strong> ogni<br />
singola serie, i diametri di foro consigliati in<br />
base al numero di poli.<br />
Esempio:<br />
Per la serie CC, fino a 5 poli è consigliato<br />
un foro di diametro 1,5 mm.<br />
A partire da 6 poli, <strong>il</strong> diametro aumenta a<br />
1,6 mm.<br />
1954537 CC 2,5/8-G-5,08 P26THR<br />
Informazioni su questo articolo<br />
Dimensioni / poli<br />
Passo<br />
5,08 mm<br />
Misura a<br />
35,56 mm<br />
N. di poli 8<br />
Dimensioni codolo<br />
1 x 1 mm<br />
Distanza codolo<br />
5,08 mm<br />
Diametro foro<br />
1,6 mm<br />
Pressione della pasta<br />
1. Serigrafia <strong>per</strong> componenti THR<br />
Nel processo di stampa, la pasta di saldatura<br />
<strong>per</strong> i componenti SMD (montaggio su<strong>per</strong>ficiale)<br />
e i componenti THR (Through Hole<br />
Montage) viene applicata contemporaneamente<br />
mediante una sagoma <strong>sui</strong> pad/anelli.<br />
Attualmente vengono ut<strong>il</strong>izzate sagome con<br />
uno spessore da 100 a 150 µm.<br />
Sulla stampante, tuttavia, è possib<strong>il</strong>e modificare<br />
la pressione di passaggio regolando i<br />
parametri di angolazione e velocità della racla<br />
(eventualmente mediante la compressione<br />
nell'apposita cartuccia nei sistemi chiusi).<br />
I processi di stampa dipendono dalla pasta<br />
di saldatura ut<strong>il</strong>izzata e dalle strutture Fine<br />
Pitch dei componenti SMT e devono essere<br />
influenzati solo lievemente dalla stampa THR<br />
eseguita contemporaneamente.<br />
P1<br />
V<br />
α1<br />
α2 < α1<br />
Sistema a racla chiuso<br />
P2 > P1<br />
P2<br />
V<br />
α2<br />
Pressione passante in<br />
funzione dell'angolazione<br />
della racla<br />
2. Volume di pasta necessario <strong>per</strong> componenti THR<br />
Il volume della pasta compressa deve essere<br />
<strong>il</strong> doppio del volume della pasta saldante<br />
desiderato <strong>per</strong> la connessione, poiché una<br />
grossa porzione della pasta è costituita da<br />
coadiuvanti di saldatura, come gli attivatori e<br />
fondenti. Nella pratica sono consigliate due<br />
varianti di stampa:<br />
1<br />
0 – 0,5 mm<br />
2<br />
100 – 150 µm<br />
Spessore sagoma<br />
3<br />
4<br />
100 – 150 µm<br />
Spessore sagoma<br />
Variante A:<br />
Pasta di saldatura con ridotta tendenza al<br />
gocciolamento<br />
– Sovrastampa non necessaria (1)<br />
– Pressione di passaggio mirata della pasta<br />
di saldatura fino a 0,5 mm sotto <strong>il</strong> circuito<br />
stampato (2)<br />
Variante B:<br />
Pasta di saldatura con elevata tendenza al<br />
gocciolamento<br />
– Sovrastampa dell'asola di saldatura (3)<br />
come deposito di saldatura aggiuntivo<br />
– Riduzione della quantità di pasta applicata<br />
grazie all'inserimento di blocchetti nella<br />
sagoma (4)<br />
PHOENIX CONTACT 15
3. Pressione standard (variante A)<br />
La pressione della pasta determina l'aspetto<br />
e la qualità del punto di saldatura. La regolazione<br />
della quantità di pasta può avvenire<br />
modificando la sagoma.<br />
d S<br />
= d A<br />
– 0,1 mm dove<br />
d A<br />
= d i<br />
+ 2*R<br />
d s<br />
Ut<strong>il</strong>izzando una pasta saldante con ridotta<br />
tendenza al gocciolamento (variante A), <strong>il</strong><br />
calcolo della sezione della sagoma avviene<br />
secondo <strong>il</strong> seguente schema:<br />
(d S<br />
Sezione della sagoma Ø)<br />
(d A<br />
Asola di saldatura Ø)<br />
(d i<br />
Foro Ø)<br />
(R Larghezza anello)<br />
R<br />
d i<br />
d A<br />
R<br />
In questa variante si evita una sovrastampa<br />
della pasta sulla vernice isolante. Il deposito<br />
di pasta necessario risulta dalla compressione<br />
della pasta sul lato inferiore del circuito<br />
stampato.<br />
Vantaggio: la sagoma si chiude sull'asola<br />
di saldatura.<br />
– Nessuna formazione di <strong>per</strong>le di saldatura.<br />
– Nessuna sottostampa e quindi riduzione<br />
dei cicli di pulizia.<br />
Sagoma<br />
Vernice isolante<br />
Circuito stampato<br />
Pasta<br />
Anello<br />
4. Pressione di passaggio ridotta (variante B)<br />
Se la pasta ut<strong>il</strong>izzata tende a sgocciolare o i<br />
fori <strong>per</strong> i componenti ut<strong>il</strong>izzati sono troppo<br />
grossi, è necessario ricorrere ad un'altra<br />
strategia. In questo caso è consigliab<strong>il</strong>e l'inserimento<br />
di blocchetti nella sagoma che delimitino<br />
<strong>il</strong> flusso della pasta. Un ulteriore (piccolo)<br />
deposito può essere applicato mediante<br />
una sovrastampa mirata sulla su<strong>per</strong>ficie del<br />
circuito stampato.<br />
Dime di foratura alternative con blocchetti e<br />
diametri maggiori:<br />
d S<br />
S<br />
Blocchetto<br />
– A confronto: nessuna sovrastampa, senza blocchetto<br />
– Sovrastampa di 50 µm e blocchetto di 0,3 mm<br />
R<br />
d i<br />
R<br />
– Sovrastampa di 100 µm e blocchetto di 0,5 mm<br />
16 PHOENIX CONTACT<br />
Sezioni della sagoma
5. Risultati di saldatura con pressione ridotta della pasta<br />
Il seguente es<strong>per</strong>imento con codoli da<br />
1,4 mm in un circuito stampato di spessore<br />
1,6 mm mostra chiaramente che aumentando<br />
la larghezza del blocchetto, <strong>il</strong> volume della<br />
pasta di saldatura diminuisce e i menischi di<br />
saldatura diventano sempre più sott<strong>il</strong>i.<br />
Nessun blocchetto<br />
Nessuna sovrastampa<br />
Blocchetto 0,3 mm<br />
Sovrastampa 50 µm<br />
Sezioni della sagoma<br />
Qualità di stampa<br />
parte inferiore<br />
del circuito stampato<br />
Micrografie<br />
Punti di saldatura<br />
Blocchetto 0,5 mm<br />
Sovrastampa 100 µm<br />
Equipaggiamento<br />
1. Equipaggiamento automatico – Pick and Place<br />
Gli elementi di connessione al circuito stampato<br />
sono solitamente montati a mano, in<br />
particolare <strong>per</strong> i processi saldatura a onde.<br />
L'integrazione di componenti THR nell'equipaggiamento<br />
automatico nei processi di<br />
reflow si rivela vantaggiosa in termini di<br />
costo.<br />
Per le loro dimensioni e <strong>il</strong> peso, tuttavia, i<br />
componenti THR possono essere posizionati<br />
solo con dispositivi automatici Pick and Place.<br />
In questo caso la velocità di posizionamento<br />
si riduce (nessuna <strong>per</strong>dita di componenti) ed<br />
è disponib<strong>il</strong>e un'altezza <strong>per</strong> l'equipaggiamento<br />
da 25 a 40 mm. I componenti vengono prelevati<br />
mediante pipette aspiranti standard.<br />
Il componente viene prelevato (Pick) in posizioni<br />
predefinite, fatto passare quindi davanti<br />
ad una telecamera e misurato, infine collocato<br />
in posizione sul circuito stampato (Place).<br />
Per la gestione del processo, i componenti<br />
THR devono essere disponib<strong>il</strong>i in confezioni,<br />
che vengono solitamente ut<strong>il</strong>izzate nella produzione<br />
SMT. Il formato più comune in questo<br />
caso è su nastro (Tape on Reel).<br />
Per componenti di grosse dimensioni o dalla<br />
geometria particolarmente impegnativa è<br />
possib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izzare caricatori piatti (Tray) o a<br />
barra (Tube).<br />
“Pick” del componente dal nastro<br />
R<strong>il</strong>evamento da parte della telecamera <strong>per</strong><br />
la misurazione<br />
“Place” del componente sul circuito stampato<br />
PHOENIX CONTACT 17
2. Confezionamento su nastro – Tape on Reel<br />
La più comune forma di fornitura <strong>per</strong> componenti<br />
SMT e THR è la confezione Tape on<br />
Reel. Per i componenti THR vengono ut<strong>il</strong>izzati<br />
rotoli di larghezza standard 24 / 32 / 44 / 56 / 72 e<br />
88 mm. A causa delle dimensioni dei componenti,<br />
in particolare in caso di componenti<br />
verticali, è necessario verificare se i raggi<br />
disponib<strong>il</strong>i nel feeder sono sufficienti <strong>per</strong> l'inserimento<br />
e l'estrazione del nastro nel dispositivo<br />
automatico.<br />
Confezione Tape on Reel<br />
Raggio del nastro adeguato al feeder<br />
Componente <strong>per</strong> feeder troppo grosso<br />
Lo spazio a disposizione sul piano del feeder<br />
di un dispositivo automatico è sempre limitato.<br />
Di conseguenza deve essere sfruttato<br />
in modo ottimale. Versioni di feeder speciali<br />
sono costose, sono quindi preferib<strong>il</strong>i larghezze<br />
standard comprese tra 24 mm e 56 mm,<br />
che tuttavia limitano la lunghezza del componente<br />
sul nastro.<br />
A causa di queste limitazioni i <strong>connettori</strong><br />
multipolari sono disponib<strong>il</strong>i nella versione<br />
Two in One. In questo caso, <strong>il</strong> dispositivo<br />
automatico posiziona separatamente la metà<br />
sinistra e la metà destra del componente.<br />
Il vantaggio consiste nella possib<strong>il</strong>ità di sfruttare<br />
<strong>il</strong> feeder standard disponib<strong>il</strong>e, senza<br />
dover affrontare altri costi. Rimangono inalterate<br />
le principali routine come "l'equipaggiamento<br />
caotico". Non sono necessarie costose<br />
programmazioni che rispettano sequenze<br />
prestab<strong>il</strong>ite.<br />
Connettore Two in One multipolare in 2 corsie sul<br />
piano del feeder<br />
Spazio limitato sul piano del feeder<br />
Con la soluzione Two in One è possib<strong>il</strong>e<br />
realizzare <strong>connettori</strong> multipolari sul<br />
circuito stampato<br />
18 PHOENIX CONTACT
3. Confezioni alternative – Tube o Tray<br />
Molti componenti SMD piatti richiedono una<br />
confezione Tray. Di conseguenza spesso è<br />
necessaria anche un'unità di alimentazione<br />
Tray nel sistema di equipaggiamento automatico.<br />
Anche i voluminosi componenti THR<br />
possono essere confezionati in Tray, favorendo<br />
lo sfruttamento ottimale dell'approvvigionamento<br />
dei Tray e l'inserimento<br />
dei componenti.<br />
I componenti, <strong>il</strong> cui formato rende complicato<br />
e più costoso <strong>il</strong> confezionamento su<br />
nastro o Tray, sono disponib<strong>il</strong>i in confezioni a<br />
magazzino (Tube). Anche in questo caso sono<br />
necessarie unità di alimentazione speciali <strong>sui</strong><br />
dispositivi di equipaggiamento automatico.<br />
Nel complesso, tuttavia, i componenti THR<br />
possono essere integrati nel processo.<br />
Componenti THR voluminosi in Tray Confezionamento in Tube Versione speciale “Pin-Strip” in Tube<br />
Saldatura<br />
1. Processo di saldatura Through Hole Reflow<br />
Dopo l'equipaggiamento, <strong>il</strong> materiale di saldatura<br />
sotto forma di goccia di pasta ("testa di<br />
fiammifero") si trova sulla punta del codolo<br />
sotto <strong>il</strong> foro. Nel successivo processo di saldatura,<br />
la pasta si fonde raggiungendo la tem<strong>per</strong>atura<br />
di liquefazione e si stende, con l'aus<strong>il</strong>io<br />
dell'effetto cap<strong>il</strong>lare, lungo i fianchi del<br />
codolo attraverso <strong>il</strong> foro. Nella fase di raffreddamento<br />
che segue, una parte della pasta<br />
saldante sprofonda verso <strong>il</strong> basso e forma <strong>il</strong><br />
caratteristico cuneo di saldatura. Le paste di<br />
saldatura senza piombo sono caratterizzate<br />
da un comportamento di riempimento più<br />
lento rispetto alle paste contenenti piombo.<br />
Per questo motivo <strong>per</strong> i componenti THR<br />
si ut<strong>il</strong>izzano su<strong>per</strong>fici in stagno puro, appositamente<br />
studiate <strong>per</strong> compensare questo<br />
effetto.<br />
La sporgenza del codolo sotto <strong>il</strong> circuito stampato<br />
riveste un ruolo fondamentale nella fusione<br />
della pasta di saldatura. La pasta di saldatura<br />
compressa deve continuare a mantenere <strong>il</strong><br />
contatto con <strong>il</strong> foro (anello), <strong>per</strong> ottenere un<br />
buon effetto di reflow. Codoli corti riducono<br />
<strong>il</strong> rischio di <strong>per</strong>dita di pasta causata dallo sgocciolamento<br />
(vedere anche "Influenza della lunghezza<br />
del codolo di saldatura" a pagina 10).<br />
Gocce di pasta sulle punte del codolo<br />
Processo di fusione nel forno di reflow<br />
PHOENIX CONTACT 19
2. Tecnologie di saldatura<br />
L'attuale processo SMD si serve principalmente<br />
della tecnologia di saldatura a convezione<br />
(grado di diffusione ca. 75%), seguita<br />
dai sistemi di saldatura a fase di vapore<br />
(< 20%). Molto raramente si ut<strong>il</strong>izzano forni<br />
di saldatura a raggi infrarossi.<br />
Il forno di saldatura a convezione è caratterizzato<br />
dalla massima ampiezza di produzione<br />
grazie al suo processo di esecuzione e<br />
all'innovativa gestione, con calore su<strong>per</strong>iore<br />
e inferiore regolab<strong>il</strong>e. Per quanto riguarda la<br />
tecnologia THR, le limitazioni sono rare e<br />
condizionate dal modello.<br />
I forni di saldatura a fase di vapore sono stati<br />
ulteriormente <strong>per</strong>fezionati negli ultimi anni.<br />
Questa tecnologia di saldatura a forno, con<br />
la sua elevata ampiezza di produzione, acquisisce<br />
un'importanza ancora maggiore grazie<br />
alla produzione "Inline". Per poter ut<strong>il</strong>izzare<br />
i componenti THR è necessario prestare<br />
attenzione ad una particolarità: Anche <strong>il</strong> condensato<br />
che si deposita sulla goccia di pasta<br />
può causare uno sgocciolamento. Tale situazione<br />
può essere ovviata ut<strong>il</strong>izzando codoli<br />
di lunghezza ridotta (vedere anche "Influenza<br />
della lunghezza del codolo di saldatura" a<br />
pagina 10).<br />
Forno di saldatura a convezione<br />
3. Situazione normativa <strong>per</strong> <strong>il</strong> processo di reflow<br />
Camera di saldatura di una fase a vapore<br />
Le attuali norme <strong>per</strong> la lavorazione di componenti<br />
nei processi di reflow senza piombo<br />
si limitano ai componenti SMD, <strong>per</strong> cui la<br />
trasferib<strong>il</strong>ita dei requisiti e delle prove di<br />
qualificazione può avvenire solo in conformità<br />
con queste norme.<br />
1. Una norma che descrive <strong>il</strong> processo di<br />
saldatura è la DIN EN 61760-1 – Tecnica di<br />
montaggio su<strong>per</strong>ficiale – Procedimento normalizzato<br />
<strong>per</strong> la determinazione dei componenti<br />
montab<strong>il</strong>i su<strong>per</strong>ficialmente (SMD).<br />
2. Le condizioni del processo descritte in<br />
DIN IEC 60068-2-58 – Test methods for<br />
solderab<strong>il</strong>ity, resistance to dissolution of<br />
metallization and to soldering heat of surface<br />
mounting devices (SMD) – servono <strong>per</strong> la<br />
qualificazione. I prof<strong>il</strong>i di saldatura descritti<br />
nell'ambito di applicazione della norma possono<br />
essere ut<strong>il</strong>izzati come base, soprattutto<br />
<strong>per</strong>ché i componenti di connessione al circuito<br />
stampato idonei al processo di reflow<br />
sono saldati insieme ai componenti SMD e i<br />
requisiti sono quindi trasferib<strong>il</strong>i. Lo svantaggio<br />
consiste nel fatto che i componenti, che non<br />
supportano alcun tipo di prof<strong>il</strong>o, secondo<br />
questa norma non possono essere qualificati,<br />
sebbene nella pratica, a tem<strong>per</strong>atura di picco<br />
molto basse e andamento di prof<strong>il</strong>o sim<strong>il</strong>e, è<br />
possib<strong>il</strong>e realizzare una saldatura <strong>per</strong>fetta ai<br />
sensi di DIN EN 61760-1.<br />
3. Una verifica ispettiva <strong>per</strong> i componenti è<br />
indicata nella norma IPC/JEDEC J-STD-020D-<br />
Moisture/Reflow Sensitivity Classification<br />
for Nonhermetic Solid State Surface Mount<br />
Device.<br />
La verifica è descritta al punto "Qualificazione<br />
di componenti THR" (a pagina 12). In linea<br />
di massima la norma IPC/JEDEC J-STD-020D<br />
descrive solo le condizioni qualitative <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />
materiale della custodia, e non la procedura<br />
di saldatura.<br />
In generale i prof<strong>il</strong>i JEDEC vengono descritti<br />
rispetto a quelli IEC come maggiormente<br />
sollecitanti, ed in particolare nella pratica i<br />
prof<strong>il</strong>i possono essere strutturati più flessib<strong>il</strong>mente<br />
pur rientrando nell'ambito del prof<strong>il</strong>o<br />
di qualifica.<br />
4. Prof<strong>il</strong>o di saldatura consigliato<br />
Nella pratica si tende sempre ad effettuare la<br />
saldatura ai limiti inferiori delle sollecitazioni<br />
termiche. Le comuni tem<strong>per</strong>ature di picco<br />
vanno da 235°C a 245°C <strong>per</strong> le leghe di saldatura<br />
SnAgCu diffuse in tutto <strong>il</strong> mondo.<br />
Segue un prof<strong>il</strong>o pratico consigliato (parte<br />
su<strong>per</strong>iore componente): Per i componenti<br />
compatib<strong>il</strong>i con la saldatura reflow senza<br />
piombo, <strong>Phoenix</strong> <strong>Contact</strong> conferma una lavorab<strong>il</strong>ità<br />
in conformità alla norma IPC/JEDEC<br />
J-STD 020D con indicazione dei rispettivi<br />
livelli MSL (Moisture Sensitive Levels) <strong>per</strong> la<br />
gamma di prodotti. In alcuni casi sono indicate<br />
le tem<strong>per</strong>ature "Peak Body" massime<br />
consentite.<br />
Tem<strong>per</strong>atura °C<br />
Prof<strong>il</strong>o saldatura reflow senza piombo (SnAgCu)<br />
250<br />
217°C<br />
200<br />
Ispezione<br />
1. Requisiti del punto di saldatura<br />
Per ispezionare i punti di saldatura THR si<br />
può fare riferimento alla norma IPC-A-610D.<br />
La valutazione del cuneo di saldatura sopra<br />
e sotto <strong>il</strong> circuito stampato richiede necessariamente<br />
che i codoli sporgano dalla saldatura.<br />
Per codoli, la cui estremità termina<br />
nel circuito stampato, non esistono criteri di<br />
valutazione.<br />
Un punto di saldatura può essere qualificato<br />
di classe 3 – Prodotti di massima affidab<strong>il</strong>ità –,<br />
se sono soddisfatte le seguenti condizioni:<br />
Grado di riempimento<br />
riempimento verticale minimo<br />
richiesto 75%<br />
Riempimento complessivo<br />
Lato di destinazione della saldatura<br />
270° o 75%<br />
Lato di provenienza della saldatura<br />
330° o 92%<br />
Riempimento dell'asola di saldatura<br />
Lato di destinazione della saldatura: Riempimento<br />
dell'asola di saldatura non necessario<br />
Lato di provenienza della saldatura:<br />
Riempimento dell'asola di saldatura 75%<br />
2. Qualità dei punti di saldatura THR senza piombo<br />
I punti di saldatura THR hanno caratteristiche<br />
molto sim<strong>il</strong>i ai punti della saldatura a<br />
onde o selettiva. La principale differenza è<br />
costituita dalla forma del cuneo di saldatura.<br />
Essendo disponib<strong>il</strong>e meno pasta, <strong>per</strong> ragioni<br />
di processo, i cunei di saldatura formati sono<br />
più piccoli o solo accennati.<br />
Questo aspetto particolare deve essere<br />
concordato con la garanzia della qualità e<br />
valutato ut<strong>il</strong>izzando sistemi di ispezione<br />
automatici (AOI).<br />
PHOENIX CONTACT 21
Codolo standard – Risultati con saldatura senza piombo (SnAgCu)<br />
Il codolo leggermente sporgente sulla parte<br />
inferiore del circuito stampato soddisfa <strong>il</strong><br />
requisito minimo di possib<strong>il</strong>ità di valutazione<br />
del punto di saldatura secondo la norma.<br />
In caso di concordanza ottimale di tutti i<br />
parametri, i requisiti sono soddisfatti praticamente<br />
al 100% <strong>per</strong> tutti i criteri. Nella micrografia<br />
è raggiunto un grado di riempimento<br />
pari ad almeno <strong>il</strong> 75%. Su entrambi i lati si<br />
formano piccoli cunei di saldatura. La possib<strong>il</strong>e<br />
formazione di una cavità di ritiro dipende<br />
in larga misura dalla pasta ut<strong>il</strong>izzata.<br />
Valutazione grado di riempimento <strong>per</strong> codolo di<br />
2,6 mm in un circuito stampato di spessore 1,6 mm<br />
Riempimento <strong>per</strong>fetto dell'asola di saldatura e<br />
riempimento complessivo del 100%<br />
Punto di saldatura THR tipico sott<strong>il</strong>e sulla parte inferiore<br />
del c.s. con riempimento dell'asola di saldatura<br />
oltre <strong>il</strong> 75% e riempimento complessivo 100%<br />
Forma speciale "codolo svasato"<br />
Per alcuni layout è opportuno ut<strong>il</strong>izzare<br />
codoli svasati, soprattutto nel caso in cui<br />
è necessario mantenere una certa distanza<br />
rispetto al lato opposto del circuito stampato.<br />
In questo caso viene ut<strong>il</strong>izzato un codolo<br />
svasato, che non sporge dal foro del circuito<br />
stampato e <strong>il</strong> cui punto di saldatura non è<br />
quindi qualificab<strong>il</strong>e a norma IPC-A-610D.<br />
Per valutarne la qualità è stato necessario<br />
ricorrere a particolari strategie. Le micrografie<br />
mostrano anche in questo caso un<br />
grado di riempimento affidab<strong>il</strong>e e una buona<br />
formazione del cuneo di saldatura sotto <strong>il</strong><br />
componente.<br />
La resistenza meccanica dei punti di saldatura<br />
dei codoli svasati è inferiore del 15% circa<br />
rispetto ai punti di saldatura con formazione<br />
di menisco su entrambi i lati. La resistenza<br />
meccanica delle due varianti su<strong>per</strong>a di molto<br />
quella di un semplice montaggio su<strong>per</strong>ficiale.<br />
Valutazione grado di riempimento <strong>per</strong> codolo da<br />
1,4 mm in un circuito stampato di spessore 1,6 mm<br />
Valutazione del riempimento complessivo e<br />
dell'asola di saldatura secondo IPC, non definita<br />
Punto di saldatura sulla parte su<strong>per</strong>iore del c.s.:<br />
riempimento complessivo e dell'asola di saldatura<br />
conforme alle norme<br />
22 PHOENIX CONTACT
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