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Gabbia Bongiorno - Agnellini Arte Moderna

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sulla quale lavorava); Oscar Wilde, per il cui The Portrait<br />

of Dorian Gray realizza nel 1968 una serie di incisioni<br />

(una delle dodici litografie raffigura un cuore rosso che<br />

sanguina: cf. Cuore) da Petersburg a Londra; Guillaume<br />

Apollinaire con The Poet Assassinated (Holt, Rinehart<br />

and Winston, New York e San Francisco, 1969), otto<br />

disegni originali realizzati con la tecnica dello stencil. Nel<br />

1971 produce un’edizione di ottanta esemplari della<br />

tavola intitolata Rimbaud (serigrafia, litografia, acquaforte<br />

e acquerello) e una tiratura di cento esemplari di The<br />

World, dedicato alla poetessa Anne Waldman, autrice di<br />

Fast Speaking Woman. L’anno seguente esegue Flaubert<br />

Favorites per l’Edition A (quattro litografie su carta<br />

giapponese).<br />

Ama anche collaborare con scrittori contemporanei,<br />

come Ron Padgett, con il quale concepisce collage e<br />

disegni per The Adventures of Mr and Mrs Jim and Ron<br />

(1970, Cape Goliard, Londra; Grosman Publishers, New<br />

York), che è un gioco di specchi tra i due amici. Quattro<br />

anni prima aveva prodotto una litografia su carta giapponese<br />

per Kenneth Koch: Poem (Universal Limited Art<br />

Edition), una tavola con diversi oggetti che ispira al<br />

poeta il verso “O Scarf of Paradise Blue Sky is Bread to<br />

the Scarf”.<br />

Ma la sua impresa più grande sono senza dubbio le<br />

illustrazioni per Pinocchio, il romanzo di Carlo Collodi,<br />

che in una tavola Dine sottotitola: “Un pezzo di legno<br />

che rideva e schiamazzava come un bambino.” L’idea<br />

trae origine da un ricordo d’infanzia, il film di Walt<br />

Disney visto nel 1941 che gli aveva fatto una grande<br />

impressione. Nel 1997 esegue alcune tavole con una<br />

fotoincisione, seguite da diverse opere incise, come<br />

Red Enamel Pants (2000). Nel 2006 porta a compimento<br />

il libro, un portfolio di sei litografie più cinque, numerate<br />

e inserite in una custodia in legno disegnata da<br />

Daniel Clarke. Le tavole sono state eseguite presso<br />

l’Atelier Michael Woolworth a Parigi. Frammenti del<br />

testo in inglese sono a volte inclusi nel foglio. La storia<br />

della marionetta gli piace tanto che realizza in seguito<br />

altre incisioni, come Yellow Enamel (2008).<br />

E non si ferma qui, giungendo addirittura a imitare il<br />

buon Geppetto che ha foggiato nel legno quel ragazzino<br />

il cui naso si allunga quando mente: tra il 2006 e il 2007<br />

Dine immagina infatti una serie di sculture in legno alte<br />

circa due metri che riproducono la marionetta come lui<br />

la vede, in diverse posture, giocando perlopiù sul contrasto<br />

del giallo e del rosso, accostandogli a volte la volpe<br />

e il gatto (Two Thieves. One Liar, 2006), o ancora rappresentandolo<br />

con il collo stretto da un anello e una corda<br />

fissati all’asta orizzontale di una piattaforma su ruote<br />

(You Worked Hard all Summer, 2006). Ha anche realizzato<br />

versioni più piccole poste su piedistallo e una versione<br />

monumentale in Svezia, Walking to Borås (2008). Il<br />

personaggio di Pinocchio lo ha affascinato a tal punto<br />

che Dine ne ha dato infinite interpretazioni, ad esempio<br />

eseguendo una serie di quattro volti della marionetta allineati,<br />

con espressioni diverse e soprattutto con un naso<br />

più o meno allungato (Four Faces into a Log, 2007).<br />

Forse l’artista si è identificato in un personaggio bifronte,<br />

come Giano: da una parte il volto di Pinocchio e dell’altra<br />

quello di Geppetto.<br />

1. Jim Dine, Centre d’Arts<br />

Plastiques Contemporains,<br />

Bordeaux, 20 maggio-15 luglio<br />

1975.<br />

2. Jim Dine, from my Heart to<br />

my Hand, intervista a cura di<br />

Adrian Dannatt, in “Flash Art”,<br />

vol. XXIV, n. 157, 1991, p. 90.<br />

3. Ibidem.<br />

4. Ibidem.<br />

5. 5 giugno-19 luglio 1986,<br />

catalogo con prefazione<br />

di Anne Dagbert.<br />

6. L’Odyssée de Jim Dine,<br />

a cura di Caroline Joubert,<br />

Steildl/Musée des Beaux Arts,<br />

Caen, 16 marzo-11 giugno 2007,<br />

p. 91.<br />

42<br />

JIM DINE

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