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Filosofia e retorica

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<strong>Filosofia</strong> e <strong>retorica</strong> 22<br />

da un momento all’altro e da individuo a individuo: il suo ruolo, infatti, è<br />

quello di stabilire una connessione fra ciò che è percepito come evidente<br />

dal soggetto della conoscenza e la verità della proposizione evidente, che si<br />

deve imporre allo stesso modo a ogni essere ragionevole 14 .<br />

Un’argomentazione non è mai in grado di fornire l’evidenza, e non si<br />

pone il problema di argomentare contro ciò che è evidente. Chi enuncia<br />

l’evidenza è sicuro che essa si imporrà con la stessa evidenza a tutti i<br />

suoi interlocutori; l’argomentazione può intervenire soltanto se l’evidenza è<br />

contestata: è quanto ha già fatto rilevare Aristotele quando riconosce che è<br />

indispensabile ricorrere ai ragionamenti dialettici allorché sono i princìpi<br />

primi di una scienza, che normalmente si impongono di per se stessi, a<br />

essere contestati 15 . Analogamente accade quando si discute una definizione.<br />

Se, normalmente, è l’intuizione che ci fa cogliere le nozioni semplici e<br />

i princìpi primi di una scienza teorica, Aristotele riconosce che il ricorso<br />

all’argomentazione si impone proprio nelle discipline pratiche, quali l’etica e<br />

la politica, ove le scelte e le controversie sono inevitabili, che si tratti di una<br />

deliberazione intima o di una discussione pubblica. Ecco perché il suo Organon<br />

comprende, accanto agli Analitici, consacrati al ragionamento formale,<br />

i Topici, che prendono in esame i ragionamenti dialettici i quali consentono<br />

di giustificare l’opinione migliore, l’opinione ragionevole (εὔλογος).<br />

Tutti coloro che credono di poter individuare la verità indipendentemente<br />

dall’argomentazione nutrono solo disprezzo per la <strong>retorica</strong>, che concerne<br />

delle opinioni: a rigore, essa potrebbe servire a propagare determinate verità,<br />

garantite nell’oratore dall’intuizione o dall’evidenza, ma non a stabilirle. Se<br />

tuttavia non si ammette che delle tesi filosofiche possano essere fondate su<br />

intuizioni evidenti, bisognerà pur ricorrere a tecniche argomentative per<br />

farle prevalere. La nuova <strong>retorica</strong> diviene allora lo strumento indispensabile<br />

alla filosofia 16 .<br />

Chi, come P. Ricoeur, ammette, in filosofia, verità metaforiche che non<br />

sono in grado di far appello a un’evidenza vincolante in quanto propongono<br />

una ristrutturazione del reale, non può negare in generale l’importanza<br />

delle tecniche retoriche tendenti a far prevalere una metafora su un’altra 17 :<br />

14 Cfr. C. Perelman, Evidence et preuve, in Justice et raison cit., pp. 140–540; id.,<br />

De l’évidence en métaphysique, in Le champ de l’argumentation cit., pp. 236–48 [trad.<br />

it. L’evidenza in metafisica, in Il campo dell’argomentazione, cit., pp. 93–108].<br />

15 Aristotele, Topici 101 a, b.<br />

16 Cfr. C. Perelman, Philosophie, rhétorique, lieux communs, in «Bulletin de l’Académie<br />

Royale de Belgique. Classe des lettres et des sciences morales et politiques»,<br />

Bruxelles 1972, pp. 144–56 [trad. it. <strong>Filosofia</strong>, <strong>retorica</strong>, luoghi comuni, in Il campo<br />

dell’argomentazione cit., pp. 109–22].<br />

17 Cfr. C. Perelman, Analogie et métaphore en science, poésie et philosophie, in Le<br />

champ de l’argumentation cit., pp. 271–86 [trad. it. Analogia e metafora nell’ambito di

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