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Narciso

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<strong>Narciso</strong><br />

Benedetta La Piana


Indice<br />

Il mito<br />

Diverse versioni del mito: ellenica e romana<br />

<strong>Narciso</strong> nelle arti<br />

Che cos’è il disturbo narcisistico<br />

Il carattere narcisistico<br />

Le principali teorie<br />

Il narcisismo perverso<br />

Trauma da narcisimo<br />

Il quadro clinico<br />

Trattamento psicoterapeutico<br />

Conclusione<br />

Bibliografia<br />

Alexander Lowen<br />

Il narcisismo. L’identità rinnegata<br />

Kohut Heinz<br />

Narcisismo e analisi del sé<br />

Semi Antonio<br />

Kernberg Otto<br />

Il narcisimo<br />

Narcisismo, aggressività e<br />

autodistruttività nella relazione<br />

psicoterapeutica<br />

Nardulli Arianna<br />

La seduzione di <strong>Narciso</strong>. Narcisismo e<br />

disturbo narcisistico di personalità.<br />

Una analisi differenziale<br />

Winnicott Donald I bambini e le loro madri<br />

1


Il mito<br />

Un giorno il dio del fiume Cefiso aveva avvolto nelle liquide spire delle sue acque e violata la<br />

ninfa Liriope che gli generò un figlio, <strong>Narciso</strong>. Il veggente Tiresia disse a Liriope:<br />

"<strong>Narciso</strong> vivrà fino a tarda età, purché non conosca mai se stesso".<br />

Già a sedici anni, <strong>Narciso</strong> si era lasciato alle spalle una schiera di amanti respinti d'ambo i<br />

sessi, poiché era caparbiamente geloso della propria bellezza.<br />

Fu amato da tutte le Ninfe, e più di tutte dalla ninfa Eco, che però non poteva più servirsi della<br />

propria voce se non per ripetere stupidamente le ultime parole gridate da qualcun altro.<br />

<strong>Narciso</strong> non accettò l'amore di Eco e la respinse in<br />

modo brusco. La povera ninfa trascorse allora il<br />

resto della sua vita in valli solitarie, gemendo<br />

d'amore e di rimpianto, finché di lei rimase soltanto<br />

la voce. <strong>Narciso</strong> era amato anche da un giovane<br />

chiamato Aminio, ma non lo contraccambiava.<br />

Lo respingeva sempre, e finì persino con inviargli in regalo una spada, con la quale Aminio si<br />

uccise sulla soglia della casa di <strong>Narciso</strong>, invocando gli Dei perché vendicassero la sua morte.<br />

La crudeltà di <strong>Narciso</strong> attrasse l'indignazione degli dèi che lo vollero punire: un giorno,<br />

specchiandosi nelle acque di una fonte, <strong>Narciso</strong> s'innamorò tanto della propria bellezza che,<br />

non potendo afferrare nella limpida onda la propria immagine, ne morì di passione e di<br />

desiderio.<br />

Le Naiadi e le Driadi, secondo Ovidio, gli prepararono un rogo, ma<br />

quando vollero prendere il corpo di lui non trovarono che il fiore che<br />

oggi porta il suo nome.<br />

2


Diverse versioni del mito: ellenica e romana<br />

La versione ellenica del mito appare come una sorta di racconto morale in cui il superbo e<br />

insensibile <strong>Narciso</strong> viene punito dagli Dèi per aver respinto tutti i suoi pretendenti di sesso<br />

maschile, e in un certo qual senso lo stesso<br />

In questa versione <strong>Narciso</strong> aveva molti innamorati che lui<br />

costantemente respingeva fino a farli desistere. Solo un<br />

giovane ragazzo, Aminia, non si dava per vinto, tanto che<br />

<strong>Narciso</strong> gli donò una spada perché si uccidesse. Aminia,<br />

obbedendo al volere di <strong>Narciso</strong>, si trafisse davanti alla sua<br />

casa, avendo prima invocato gli Deiper ottenere una giusta<br />

vendetta.<br />

La vendetta si compì quando <strong>Narciso</strong>, contemplando in una fonte la sua bellezza, restò<br />

incantato dalla sua stessa immagine riflessa, innamorandosi perdutamente di se stesso.<br />

Completando la simmetria del racconto, preso dalla disperazione e sopraffatto dal<br />

pentimento, <strong>Narciso</strong> prese la spada che aveva donato ad Aminia e si uccise.<br />

Nella versione romana narrata da Ovidio, probabilmente basato sulla versione di Partenio, ma<br />

modificata al fine di aumentarne il pathos, Eco, una ninfa dei monti, si innamorò di un giovane<br />

vanitoso di nome <strong>Narciso</strong>, figlio di Cefiso, una divinità fluviale, e della ninfa Liriope. Cefiso<br />

aveva circondato Liriope con i suoi corsi d'acqua, e, così intrappolata, aveva sedotto la ninfa<br />

che diede alla luce un bambino di eccezionale bellezza.<br />

Preoccupata per il futuro del bambino, Liriope consultò il profeta Tiresia che predisse che<br />

<strong>Narciso</strong> avrebbe raggiunto la vecchiaia, “se non avesse mai conosciuto se stesso.<br />

Quando <strong>Narciso</strong> raggiunse il sedicesimo anno di età, era un giovane di tale bellezza che ogni<br />

abitante della città si innamorava di lui, ma <strong>Narciso</strong>, orgogliosamente, li respingeva tutti.<br />

3


Un giorno, mentre era a caccia di cervi, la ninfa Eco furtivamente seguì il bel giovane tra i<br />

boschi desiderosa di rivolgergli la parola, ma incapace di parlare per prima perché costretta a<br />

ripetere sempre le ultime parole di ciò che le veniva detto; era stata infatti punita da Giunone<br />

perché la distraeva con dei lunghi racconti mentre le altre ninfe, amanti di Giove, si<br />

nascondevano. <strong>Narciso</strong>, quando sentì dei passi e gridò: “Chi è là?”,<br />

Eco rispose: “Chi è là?” e così continuò, finché Eco non si mostrò e corse ad abbracciare il bel<br />

giovane. <strong>Narciso</strong>, però, allontanò immediatamente in malo modo la ninfa e le disse di lasciarlo<br />

solo. Eco, con il cuore a pezzi, trascorse il resto della sua vita in valli solitarie, gemendo per il<br />

suo amore non corrisposto, finché di lei rimase solo la voce.<br />

Nemesi, ascoltando questi lamenti, decise di punire il crudele <strong>Narciso</strong>. Il ragazzo, mentre era<br />

nel bosco, si imbatté in una pozza profonda e si accucciò su di essa per bere. Non appena vide,<br />

la sua immagine riflessa se ne innamorò perdutamente, senza rendersi conto che era lui<br />

stesso. Solo dopo un po' capì che l'immagine riflessa apparteneva a lui e, comprendendo che<br />

non avrebbe mai potuto ottenere quell’amore, si lasciò morire struggendosi inutilmente; si<br />

compiva così la profezia di Tiresia. Quando le Naiadi e le Driadi vollero prendere il suo corpo<br />

per collocarlo sul rogo funebre, al suo posto trovarono un fiore cui fu dato il nome narciso. Si<br />

narra che <strong>Narciso</strong>, quando attraversò lo Stige, il fiume dei morti, per entrare nell'Oltretomba,<br />

si affacciò sulle acque limacciose del fiume, sperando ancora di vedersi riflesso.<br />

4


<strong>Narciso</strong> nelle arti<br />

Pittura ‐ Fra i principali pittori che si sono dedicati al mito di <strong>Narciso</strong> si<br />

possono citare: Caravaggio (<strong>Narciso</strong> al fonte, 1600 ca.), Poussin<br />

(<strong>Narciso</strong> ed Eco, 1630 ca.), Dalì (Metamorfosi di <strong>Narciso</strong>, 1937).<br />

Letteratura ‐ Il mito e la figura di <strong>Narciso</strong> sono stati ripresi in secoli più recenti da vari poeti,<br />

ad esempio Keats, Alfred Edward Housman. e Oscar Wilde.<br />

Nel romanzo di Stendhal Il rosso e il nero (1830) il personaggio di Mathilde<br />

mostra un tipico carattere narcisista. Nel 1930 la figura di <strong>Narciso</strong> è<br />

riproposta dallo scrittore tedesco Hermann Hesse col romanzo <strong>Narciso</strong> e<br />

Boccadoro, dove il personaggio è presentato in veste di monaco medievale.<br />

Anche il libro di Paulo Coelho L'alchimista (1988) inizia con un riferimento a <strong>Narciso</strong>.<br />

Musica ‐ Sono state dedicate varie canzoni a questo tema: License to Kill di Bob Dylan si<br />

riferisce indirettamente a <strong>Narciso</strong>; altre canzoni inerenti al mito sono Narcissus di Alanis<br />

Morissette e The daffodil lament di The Cranberries.<br />

Fra gli autori italiani si può citare: La lira di <strong>Narciso</strong>, tratta dall'album Bianco sporco dei<br />

Marlene Kuntz, Parole di burro tratta dall'album Stato di necessità di Carmen Consoli, La<br />

Cantata del Fiore di Nicola Piovani.<br />

5


Che cos'é il disturbo narcisistico<br />

La caratteristica principale del disturbo narcisistico di personalità consiste nella tendenza a<br />

reagire difensivamente quando la persona sente una ferita al proprio valore. Come reazione è<br />

facile che la persona adotti atteggiamenti superbi, arroganti, che disprezzi gli altri e li ritenga<br />

le cause dei suoi problemi.<br />

Gli individui che presentano tale disturbo ritengono di essere persone speciali ed uniche.<br />

Si aspettano di ricevere approvazioni e lodi per le proprie qualità superiori, rimanendo<br />

sconcertati quando non ottengono i riconoscimenti che pensano di meritare e presentando<br />

spesso la tendenza a rimuginare circa tale mancanza da parte dell’altro. Unitamente a questo,<br />

si riscontra in essi la tendenza a reagire alle critiche sperimentando da una parte rabbia,<br />

dall’altra vergogna.<br />

In virtù del valore personale che ritengono di possedere, tali individui presumono di dover<br />

frequentare e di poter essere capiti soltanto da persone speciali, prestigiose o di elevata<br />

condizione sociale o intellettuale, a partire dalla considerazione che le loro necessità siano al<br />

di fuori della comprensione e della competenza delle persone ordinarie.<br />

Richiedono un’eccessiva ammirazione da parte dell’ambiente. Presentano l’aspettativa che<br />

tutto sia loro dovuto e che, per effetto del loro essere persone speciali e superiori, debbano<br />

ottenere trattamenti di favore, nonché la soddisfazione immediata delle loro priorità, a cui si<br />

attendono che gli altri necessariamente si sottomettano; quando questo non si verifica,<br />

diventano furiosi e sprezzanti.<br />

Tale senso di diritto e la mancanza di sensibilità per i desideri e per le esigenze altrui, sfociano<br />

spesso nella tendenza allo sfruttamento ed alla manipolazione<br />

interpersonale: gli individui che presentano un disturbo<br />

narcisistico di personalità, tendono a formare amicizie o relazioni<br />

sentimentali esclusivamente se hanno la certezza che l’altro possa<br />

favorire la soddisfazione dei propri scopi (primo tra tutti rinforzare<br />

e potenziare la stima di sé ed il valore personale); si aspettano<br />

enorme disponibilità e dedizione da parte degli altri, fino ad abusarne, senza alcun riguardo<br />

per le conseguenze.<br />

6


Parallelamente a questo, l’altro viene idealizzato fino a che soddisfa il bisogno di ammirazione<br />

e di gratificazione, per poi essere anche aspramente svalutato nel momento in cui non svolge<br />

più tale funzione.<br />

Tali individui generalmente mancano di empatia,<br />

dimostrandosi incapaci di riconoscere i sentimenti ed i<br />

bisogni degli altri, nonché di identificarsi in essi. Quando<br />

l’esperienza soggettiva dell’altro viene colta,<br />

generalmente essa è concepita in modo denigratorio,<br />

come segno di debolezza e di scarso valore personale.<br />

Nelle relazioni tendono a mostrarsi emotivamente freddi<br />

e distaccati, nonché incuranti del dolore che generano<br />

nell’altro a causa delle loro osservazioni e considerazioni,<br />

il più delle volte espresse con toni altezzosi e sprezzanti. Il<br />

distacco si accentua quando sentono gli altri bisognosi o<br />

che si rivolgono a loro per chiedere aiuto.<br />

Sono spesso assorti in fantasie di illimitato successo, potere, fascino, bellezza o amore ideale,<br />

invidiosi degli altri o convinti che gli altri lo siano di loro. Generalmente tendono ad invidiare<br />

agli altri successi e proprietà, ritenendo di meritare più di loro i risultati che hanno raggiunti o<br />

i privilegi di cui godono; in questo senso, tendono a svalutare il contributo degli altri<br />

ogniqualvolta questi ultimi ottengono riconoscimenti o apprezzamento per il loro operato.<br />

In narcisisti dimostrano, è vero, una mancanza d'interesse per gli altri, ma sono altrettanto<br />

indifferenti anche ai propri più veri bisogni. Spesso il loro comportamento è autodistruttivo.<br />

Inoltre, quando parliamo dell'amore dei narcisisti per se stessi, dobbiamo operare una<br />

distinzione;il narcisismo denota un investimento nell'immagine invece che nel sé; amano la<br />

propria immagine non il loro sé reale.<br />

Hanno un senso di sé debole, e non è in base ad esso che orientano le loro emozioni. Ciò che<br />

fanno è piuttosto diretto ad incrementare l'immagine, spesso a discapito del sé, d'altra parte<br />

l'ammirazione che egli riceve gonfia soltanto il suo io e non fa nulla per il sé.<br />

7


In pratica, il problema di fondo riguarda un ideale dell’Io troppo elevato che diventa<br />

impossibile raggiungere; in questo vuoto angosciante il soggetto comincia a compensare<br />

occupandosi di ciò che `potrebbe essere” anziché di “ciò che è”; comincia così a coltivare<br />

un’immagine ideale che, per forza di cose, dovrà essere apprezzata, sostenuta ed accettata<br />

dagli altri in modo da poterne ricavare quel sostegno e quel plauso di cui il narcisista ha<br />

bisogno per vivere.<br />

Presentano un forte adeguamento alle opinioni e ai valori<br />

esterni e non coltivano nulla di personale; è così che,<br />

giorno dopo giorno, si convincono di poter “essere ciò che<br />

appaiono”; non è un bisticcio di parole giacchè questi<br />

soggetti confondono ESSENZA ed IMMAGINE e<br />

contrabbandano i loro valori con quelli esterni che fanno<br />

trend in quanto, per poter essere accettati in modo da<br />

accettarsi, devono rispecchiarsi negli occhi degli altri<br />

ricavando un’immagine positiva di sè.<br />

Questo richiama al dramma di non aver “assorbito” sostanza dalle radici culturali profonde<br />

per cui, in questi soggetti, manca il senso di autostima, il valore personale e, in cambio di<br />

un’accettazione, svendono la loro identità ed autenticità.<br />

L’autostima e l’immagine di sé risultano centrali negli individui che presentano un disturbo<br />

narcisistico di personalità: essi hanno una percezione di sé esageratamente positiva; tuttavia,<br />

dietro una facciata altezzosa, nascondono un senso di debolezza e di inadeguatezza, nonché<br />

una bassa stima di sé, che viene “smascherata” ogni volta che l’ambiente non fornisce<br />

l’ammirazione e l’approvazione attese.<br />

8


Il carattere narcisistico<br />

Il carattere narcisistico è simbolizzato dal bisogno inappagabile di essere sempre considerato<br />

migliore. Associato ad intensa ambizione e a scarsi valori è polarizzato su miti esteriori di<br />

successo, ricchezza, prestigio e su obiettivi superficiali di bellezza e potere. L’aspettativa<br />

idealistica e' che tutto debba avvenire come si desidera e si crede giusto secondo prospettive<br />

egocentrate. Il rifiuto della frustrazione, la ricerca di conferma sempre e comunque, l’estrema<br />

vulnerabilità alle critiche, l’intima insicurezza e l’esterna arroganza e presunzione sono gli<br />

aspetti più evidenti del carattere narcisistico.<br />

Dipendente dall’approvazione altrui, e peraltro non libero e<br />

condizionato è marchiato in maniera onnipotente e irrealistica al<br />

controllo e al potere, in nome del quale si dissocia dai propri<br />

sentimenti di fragilità e dai bisogni più profondi del proprio essere,<br />

vissuti spesso come minaccia per le proprie finalità<br />

autoaffermatorie di successo e possesso.<br />

Il fazioso innamoramento di sé, tipico del narcisista, e l’ostinata negazione dei propri difetti,<br />

limiti ed errori, porta al rifiuto del sentimento della colpa reale, all’incapacità di amare, allo<br />

sviluppo del cinismo, dell’indifferenza e della manipolazione, nonché a gravi disarmonie<br />

nell’equilibrio psicosomatico.<br />

Penetrando nella fenomenologia della sofferenza narcisistica si può riconoscere che egli<br />

rappresenta la tipologia psicologica più separata dalla reale natura del Sé; incarnando un<br />

falso sé grandioso e illusorio è per emblema la personalità più lontana dalla conoscenza della<br />

sua vera natura, dall’espressione delle proprie potenzialità e dei propri talenti, così come dalla<br />

consapevolezza della propria debolezza e dei propri reali bisogni.<br />

A causa della basica non conoscenza di se stesso, tende a scegliere senza saperlo, ciò che è<br />

male per sé, prende strade sbagliate, considerandole giuste, fa scelte inopportune, credendo<br />

di fare ciò che è utile a sé, e per questa grande illusorietà si trova a raccogliere frutti opposti a<br />

ciò che crede di avere seminato, senza dubbio assai lontani da quello che realmente occorre<br />

ad ogni essere umano per essere sano, forte e felice.<br />

9


Intorno al nucleo dell’inconsapevolezza di sé e delle conseguenti scelte di vita e di relazioni<br />

sbagliate, si articola un miscuglio di esperienze fallimentari che sviluppano nel narcisista<br />

un’immagine di sé impoverita, portatrice di senso di inferiorità e di vergogna, in contrasto con<br />

il modello ideale grandioso che sottende le sue motivazioni, e un’immagine della realtà<br />

negativa, troppo potente e minacciosa, che produce paura, avversione e invidia.<br />

La relazione disfunzionale con se stesso e con il mondo costruisce nella mente narcisistica una<br />

somma di conflitti (interni ed esterni), complessi (inferiorità e abbandono) ed emozioni<br />

dolorose (paura, rabbia, impotenza e vergogna), che lo spingono sempre più ad attività<br />

difensive ed a scelte compensatorie di carattere materialistico, estrovertito ed edonistico.<br />

Preda del falso sé, che corre dietro alle lucciole dell’ “avere”, del<br />

successo esteriore e dell’acclamazione altrui, il narcisista sperimenta<br />

la teatrale rinuncia alla conoscenza della bontà e della dignità<br />

intrinseca alla natura umana, rappresentando per antonomasia<br />

un’esistenza apparentemente socializzata ma intimamente solitaria<br />

e priva di valori, in cui il terrore della morte, della vecchiaia e della<br />

malattia si sviluppano col passare del tempo accanto ad un vuoto di<br />

autostima e di sfiducia nella vita.<br />

Va sottolineato che se la direzione del narcisismo è guidata dal principio del piacere, il suo<br />

effetto, viceversa, è legato all’istinto di morte: come sottolinea il mito di <strong>Narciso</strong>, questi,<br />

fanaticamente attratto dalla sua immagine riflessa nell’acqua, muore cadendovi dentro.<br />

Il tema della morte è emblematico degli effetti dell’inconsapevolezza egocentrica, che produce<br />

azioni in contrasto con la vera natura del Sé e con i veri bisogni e valori dell’esistenza,<br />

estraniando la coscienza dalle necessità evolutive e da quelle certezze che si trovano solo nel<br />

cuore di ogni essere umano.<br />

Nel narcisismo le emozioni di impotenza, rabbia, vergogna, invidia e odio sono il risultato di un<br />

pensiero disfunzionale che non contempla la capacità di accettare i propri limiti e di assumersi<br />

le implicazioni di questa accettazione, che richiede di accettare la disconferma altrui.<br />

10


Occorre sapere qual è il retto modo di pensare che precede l’agire: senza la consapevolezza di<br />

ciò che è bene e di ciò che è sano le componenti emotive diventano drammatiche.<br />

La rabbia e il senso illusorio di essere non capiti e maltrattati, tipici del narcisista, non possono<br />

essere affrontati in se stessi se non si comprende che essi sono la risposta a un non retto<br />

pensare, ovvero al pensiero di chi in realtà cerca nel mondo solo uno specchio che accetti<br />

indiscriminatamente il proprio modo di essere. I fattori non etici del carattere narcisistico:<br />

arroganza, superbia, presunzione andranno riconosciuti come radici del conflitto della<br />

struttura tripartita, concause della rigidità e della chiusura ostile che produce sofferenza<br />

mentale, nonché della fragilità e della fondamentale incapacità di amare.<br />

È necessario riconoscere come gli atteggiamenti narcisistici infantili costruiscono l’opposto di<br />

ciò che cercano e ispessiscono la percezione irrealistica di se stessi e del mondo.<br />

Per esempio:<br />

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<br />

la richiesta onnipotente costruisce il sentimento d’impotenza;<br />

la pretesa di essere sempre accettati costruisce l’incapacità di asserire opinioni e<br />

dissenso per paura del giudizio altrui;<br />

la paura della propria assertività crea l’incapacità di difendersi dall’aggressività altrui;<br />

l’incapacità di riconoscere i propri errori e le colpe reali porta alla confusione tra bene<br />

e male;<br />

l’incapacità di assumersi la responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni porta<br />

al fallimento dell’intenzionalità;<br />

l’incapacità di accettare che altri siano preferiti e migliori di se stessi perché si vuole<br />

essere il migliore porta a incertezza e fallacità.<br />

Sul piano relazionale sono dei veri anaffettivi in quanto non hanno mai avuto affetti veri e, per<br />

questo, non hanno sviluppato un Se’ autentico dotato di sentimenti profondi in grado di<br />

suggerire scelte sulla base di valori che, del resto, sono possibili solo in presenza di un IO che<br />

discrimina, valuta e sceglie. Proprio per questa deprivazione iniziale e per il tremendo vuoto<br />

interno non sono neppure in grado di assumersi delle reali responsabilità che necessitano di<br />

scelte precise e della capacità di farsene carico in seguito. Sono praticamente dei bambini<br />

travestiti da adulti che hanno bisogno di “essere al centro del mondo” in maniera quasi<br />

autistica, incapaci come sono di penetrare dentro a sé stessi, di relazionarsi e confrontarsi con<br />

gli altri e di conoscere sé stessi.<br />

11


La “maschera” è qualcosa di esterno che riflette qualcosa<br />

dell’identità; ha a che fare con quella che Jung chiamava “la<br />

persona” nella quale individuava tratti di “adattamento al<br />

mondo e di camuffamento dell’identità”, una sorta di vestito<br />

che si indossa per proteggere l’identità che è più profonda e<br />

più difficile da rintracciare. Un io potente esige “visibilità e<br />

riconoscimento” ma evoca anche quel “rispecchiamento” da<br />

parte degli altri poiché, non essendo ancora pronto il contatto<br />

con l’essenza interiore, deve per forza coltivare “l’immagine”<br />

che giunge dal riflesso esterno.<br />

Nel narcisista contrariamente a quanto si pensa, non vi amor di sé, ma, al suo posto, c’è il<br />

“culto dell’immagine di sé” e sappiamo bene che l’immagine diventa una necessità assoluta<br />

dove non c’è contatto con l’essenza.<br />

Non avendo potuto godere a suo tempo di quello sguardo “autentico e vitale” che potesse<br />

garantire il suo valore e il suo senso di esistenza, continua a cercarlo tutta la vita negli occhi<br />

degli altri, condannandosi a piacere agli altri<br />

incarnando valori che sono quelli socialmente<br />

accettati e premiati. Sentono di aver bisogno del<br />

contatto con gli altri, ma forniscono anche quel<br />

“distacco“, quelle capacità dialettiche e,<br />

soprattutto, quella “formalità” che tanto gli serve<br />

per ottenere ciò che gli serve per vivere.<br />

La mancanza di valori veri rende il soggetto camaleontico, in grado di cambiare giorno dopo<br />

giorno adattandosi con facilità alle esigenze esterne, complice anche una reale incapacità di<br />

scegliere che non crea problemi nella fedeltà a sé stesso.<br />

Il narcisista è una persona “sola” che non può creare rapporti autentici in quanto non conosce<br />

i suoi sentimenti; in pratica un soggetto che deve “divorare” gli altri, manipolandoli nel<br />

tentativo di asservirli ai suoi personali bisogni; in pratica gli altri non vengono effettivamente<br />

considerati.. esattamente come un tempo qualcuno non ha considerato lui come qualcosa di<br />

prezioso e da amare.<br />

12


Le principali teorie<br />

Heinz Kohut : il disturbo narcisistico parte da un arresto dello sviluppo causato dalla<br />

mancanza di risposte empatiche da parte dei genitori. In considerazione di ciò, il Sé del<br />

narcisista non è propriamente disturbato, ma solo bloccato. Il narcisista di questo tipo, mostra<br />

caratteristiche fondamentalmente diverse da quelle che ci si aspetterebbe secondo il sentire<br />

comune. Il narcisista ipervigile è infatti schivo, estremamente sensibile all'altrui giudizio, ha la<br />

tendenza ad allontanare quanto più possibile l'attenzione da sé, viene ferito con molta facilità.<br />

Ma perché si crea e che funzioni assolve questo Sé grandioso arcaico? Alla nascita il bambino<br />

per mantenere un senso di benessere a fronte delle difficoltà e delle delusioni della realtà<br />

esterna, crea un’immagine grandiosa ed esibizionistica del Sé (Sé grandioso) che<br />

successivamente verrà trasferita su un oggetto‐Sé transizionale che è la madre. Ed il bambino<br />

può mantenere questa immagine positiva (Sé grandioso), solo se trova un reale oggetto che<br />

gli rinforza questo sentimento.<br />

“L’accettazione speculare della madre conferma la grandiosità nucleare del bambino; il suo<br />

tenerlo e portarlo in braccio permette esperienze di fusione con l’onnipotenza idealizzata<br />

dell’oggetto‐Sé”. Se ci sono invece situazioni eccessivamente frustranti, si produce un arresto<br />

evolutivo ed una messa in crisi traumatica del Sé grandioso che si manifesterà,<br />

successivamente, come disturbo narcisistico di personalità.<br />

Otto Kernberg : egli considerò il narcisismo come qualcosa di molto vicino al disturbo<br />

borderline di personalità, e nei suoi pazienti notava che in genere avevano un funzionamento<br />

discreto in determinati ambiti, in altri presentavano caratteristiche apertamente borderline.<br />

Kernberg riteneva che i pazienti narcisisti avessero un Sé integrato (e differenza del Sé dei<br />

pazienti borderline), ancorchè patologico, che a prima vista li faceva apparire meno<br />

frammentati. In contrasto con Kohut, Kernberg non riteneva che il Sé del narcisista fosse una<br />

struttura in un certo senso normale, seppur bloccata, ma ipotizzava che si trattasse di una<br />

struttura altamente patologica e molto diversa dal normale Sé grandioso presente nei<br />

bambini.<br />

13


Donald Woods Winnicott : l'ipotesi di Winnicott è che il primo movimento verso il narcisismo<br />

si verificasse quando, di fronte ad una madre incapace di rispondere ai suoi bisogni, il<br />

bambino ritirasse il proprio vero Sé dalla relazione e nascondendolo dietro una facciata, quella<br />

che è stata definita falso Sé.<br />

Alexander Lowen: Tra i teorici che si sono occupati in tempi relativamente recenti di<br />

narcisismo meritano un posto di tutto rispetto Alexander Lowen e Neville Symington , in<br />

quanto sono stati in grado di offrire una visione multisfaccettata di questo disturbo, quindi<br />

molto più vicina alla realtà.<br />

Alexander Lowen è autore di un libro in cui affronta la natura del narcisismo chiarisce in<br />

modo molto efficace la classificazione, forse troppo monodimensionale, offerta dal DSM IV.<br />

Carattere fallico‐narcisistico: si tratta del livello più lieve all'interno delle varie turbe<br />

narcisistiche. Lowen descrive i fallico‐narcisisti come persone che tendono ad ostentare<br />

eccessiva sicurezza nei propri confronti, con troppo marcate preoccupazioni nei confronti della<br />

propria immagine. Che siano uomini o donne, sono molto preoccupati della propria immagine<br />

sessuale, anche se esprimono questa preoccupazione in modi diversi; in particolare gli uomini<br />

sono quasi ossessionati dalla propria potenza sessuale, mentre le donne (“caratteri isterici”)<br />

sono apertamente seduttive, e tendono a misurare il proprio valore proporzionalmente alla<br />

propria attrattiva sessuale. Nel carattere fallico‐narcisistico si trovano, seppure in grado<br />

minimo, tutti gli elementi distintivi del narcisismo, e cioè: la grandiosità, l'apparente<br />

mancanza di sentimenti, la mancanza del senso di Sé e la mancanza del senso di realtà.<br />

Carattere narcisistico: ciò che salta all'occhio osservando queste persone è la grandiosità,<br />

elemento molto più accentuato di quanto non avvenga per il carattere fallico‐narcisistico; vale<br />

a dire che è evidente in loro la necessità di essere sempre considerati i migliori in ogni cosa,<br />

hanno l'esigenza di essere perfetti. Può succedere che l'immagine grandiosa che hanno di sé<br />

sia in un certo qual modo confermata dal modo in cui li vedono gli altri; resta il fatto che<br />

questa è un'immagine falsata, piuttosto lontana dalla realtà. Mentre riescono ad ottenere<br />

spesso grandi successi nell'ambito lavorativo, si trovano spiazzate nell'ambito dei sentimenti.<br />

Avendo poco o nessun contatto con i propri sentimenti, non riescono a gestirli, e di<br />

conseguenza non sono in grado di rapportarsi ad altre persone in maniera reale, umana.<br />

14


La personalità borderline: Lowen individua due tipi di personalità borderline. Il primo tipo<br />

proietta un'immagine di sé di estremo successo, con marcate caratteristiche di grandiosità. Il<br />

secondo è invece molto schivo, vulnerabile, con una forte tendenza ad appoggiarsi agli altri.<br />

Nel primo tipo descritto il senso di superiorità è palese, mentre quello di inferiorità è nascosto;<br />

nel secondo tipo invece accade l'opposto, ovvero è il senso d'inferiorità ad essere palese<br />

mentre è quello di superiorità ad essere nascosto. Questi individui si trovano in un eterno,<br />

fortissimo dilemma tra l'essere i migliori del mondo o l'essere niente. La differenza tra il<br />

carattere narcisistico e la personalità borderline di tipo grandioso sta nel fatto che in questo<br />

secondo caso la facciata di successo ed ineluttabilità è estremamente fragile e può crollare al<br />

primo segno di stress, rivelando il bambino insicuro e terrorizzato che tale facciata doveva<br />

celare.<br />

La personalità psicopatica: in comune con le altre varianti di narcisisti, dimostrano arroganza,<br />

disprezzo per l'umanità, e tendono a sentirsi superiori a chiunque altro. Diversamente dalle<br />

altre varianti, hanno una tendenza molto forte ad agire i propri istinti antisociali rubando,<br />

imbrogliando, sfruttando le persone senza presentare alcuna traccia di senso di colpa.………....<br />

Il carattere psicopatico mostra in modo evidente ciò che in altre forme di narcisismo è<br />

generalmente celato, ovvero la tendenza ad agire e l'impossibilità di rinviare la soddisfazione<br />

dei propri impulsi. Diversamente da come si potrebbe immaginare, possono conseguire un<br />

alto grado di successo in ambito lavorativo, diventando politici, avvocati, manager, e<br />

veicolando in queste attività i propri impulsi omicidi, quindi portandole avanti senza alcun<br />

rispetto per gli altri esseri umani. Tanto è vero che per conseguire questo tipo di successo<br />

sembra sia fondamentale non avere alcun tipo di sentimento, e la mancanza di sentimenti è<br />

uno dei principali indici diagnostici per determinare la gravità di un disturbo narcisistico.<br />

La personalità paranoide: caratteristica tipica è il sentirsi sempre al centro dell'attenzione,<br />

immaginare che tutti i discorsi, tutti gli sguardi siano rivolti a loro, con intenzioni malevole.<br />

Poiché hanno una percezione di sé come superiori a chiunque altro, ritengono che le persone<br />

non facciano altro che tramare alle loro spalle, mosse dall'invidia. In questo tipo di personalità<br />

troviamo espresse al massimo grado tutte le caratteristiche tipiche dei disturbi narcisistici:<br />

divario tra l'Io e il Sé, mancanza di contatto con la realtà, arroganza, insensibilità verso i<br />

sentimenti altrui. Questo tipo di personalità, diversamente da quelle precedentemente<br />

elencate, riesce a raggiungere livelli molto bassi di adattamento, e spesso vi si possono<br />

trovare dei tratti che sono tipici della psicosi.<br />

15


Come si “diventa” narcisisti? Per capirlo, dobbiamo anzitutto considerare i concetti di Sè e Io.<br />

Dal punto di vista di Lowen, il Sé è innato, si forma insieme al bambino, è biologico, e si può<br />

definire come la capacità di sentire del corpo. L'Io invece si forma con la crescita, ed è ciò che<br />

ci da la consapevolezza del Sé.<br />

Si possono trovare analogie interessanti mettendo a confronto le teorie di Lowen e Symington<br />

sull'origine dei disturbi di tipo narcisistico. Symington parte da una classica teoria<br />

psicanalitica, secondo la quale il narcisismo è un rivolgimento della libido verso l'interno, ma<br />

la amplia e la sviluppa.<br />

Per esaminare questa teoria si può partire dal concetto di Sé coesivo (simile al concetto di Sé<br />

espresso da Lowen), che può essere definito come l'unione tra mente e corpo. La presenza di<br />

un Sé coesivo (che avviene molto presto nella vita del bambino)genera il narcisismo di base.<br />

Ed è proprio a questo punto che può verificarsi una scissione. Se le risposte della madre nei<br />

suoi confronti sono positive, il bambino svilupperà una “pelle psichica”, ossia<br />

un'interiorizzazione del vissuto di stimolazione tattile, che serve a contenere ed unificare le sue<br />

esperienze.<br />

Quindi egli potrà interiorizzare una serie di oggetti buoni, e sarà capace di sviluppare un Sé<br />

relazionale ed un sano amore di sé. D'altro canto, se la madre non risponde correttamente alle<br />

richieste del bambino, egli si ritirerà da lei, sviluppando ciò che viene definito “pelle<br />

muscolare”, ossia un surrogato della pelle psichica, che però funziona come un'armatura, e<br />

non consente scambi con l'esterno. In questo caso, il bambino riuscirà ad interiorizzare solo<br />

oggetti cattivi, sviluppando un Sé non relazionale e quindi una prima forma di narcisismo.<br />

Il concetto di pelle muscolare è affine a ciò che Lowen descrive come le contratture muscolari<br />

tipiche dei pazienti con problemi narcisistici. Tali contratture, secondo Lowen sono dovute al<br />

fatto che i narcisisti devono evitare a tutti i costi di provare emozioni; poiché le emozioni si<br />

esplicano come sensazioni provenienti dal corpo, essi si difendono bloccando le percezioni.<br />

16


Dal canto suo, Lowen traccia un quadro abbastanza simile rispetto alla formazione di un<br />

nucleo narcisista. Egli parte dalla constatazione che in presenza di una madre rifiutante, il<br />

bambino nega i propri bisogni e sentimenti di affetto, poiché non ritiene di poter avere una<br />

risposta adeguata. Lowen traccia il seguente percorso:<br />

1. Vissuto di umiliazione, che rappresenta la ferita narcisistica, situazione nella quale ci si<br />

sente impotenti mentre qualcuno esercita su di noi il proprio potere; tale ferita si verifica in<br />

età molto precoce.<br />

2. Atteggiamenti di seduzione da parte del genitore di sesso opposto; ciò genera nel bambino<br />

un sentimento distorto rispetto all' “essere speciale”.<br />

3. Rifiuto; ossia, il genitore che ha precedentemente sedotto il bambino lo rifiuta, facendolo<br />

per di più sentire in colpa per i desideri che egli stesso ha suscitato.<br />

Lowen, effettua anche un interessante analisi della ninfa Eco.<br />

“…Potrebbe essere la nostra stessa voce che riviene a noi. Così, se <strong>Narciso</strong> avesse potuto dire<br />

‘ti amo', la ninfa lo avrebbe ripetuto e il giovane si sarebbe sentito appagato, amato.<br />

L'incapacità di dire queste parole identifica il narcisista. Avendo ritratto la libido dal mondo<br />

esterno, i narcisisti sono condannati ad innamorarsi della loro immagine dirigendo quindi la<br />

libido verso il proprio io.<br />

Un'altra interpretazione è probabile: la voce è<br />

espressione dell'essere interiore, del sé corporeo in<br />

opposizione all'apparenza superficiale. Nel termine<br />

persona è implicita la capacità di riconoscere un<br />

individuo dal suono della voce. Secondo questa<br />

interpretazione perciò, <strong>Narciso</strong> respingendo<br />

Eco ha respinto la propria stessa voce, il suo essere interiore in favore dell'apparenza,<br />

manovra tipica dei narcisisti...<br />

È' significativo che <strong>Narciso</strong> s'innamori del suo riflesso soltanto dopo aver respinto l'amore di<br />

Eco. L'innamorarsi della propria immagine in questa vicenda rappresenta una forma di<br />

punizione per l'incapacità di amare...<br />

17


Secondo Symington uno degli elementi portanti del narcisismo è che rende ciechi rispetto a sé<br />

stessi; la maggior parte delle energie psichiche sono usate per tenere nascosta agli altri la loro<br />

vera natura. Il ritratto che Symington traccia del narcisista tipo è il seguente: essenzialmente<br />

invidiosi, proiettano all'esterno questo sentimento per loro intollerabile, risultando<br />

generalmente persone molto invidiate.<br />

Sono incapaci di relazionarsi in modo vero con altre persone, vi si rapportano soprattutto<br />

attraverso la seduzione e la manipolazione; manipolazione che spesso causa in loro sentimenti<br />

di colpa, che vengono soppressi in modo potente; ciò nonostante, i sentimenti di colpa<br />

causano un continuo bisogno di conferme. Il narcisismo è un tratto che non viene mai<br />

ostentato, anzi quando comincia ad emergere inizia anche a cambiare.<br />

Il ritratto che fa Lowen è invece il seguente: i sentimenti vengono continuamente negati dal<br />

narcisista, tutto ciò che fa è volto a rafforzare la propria immagine; la negazione dei<br />

sentimenti causa un comportamento indifferente o addirittura spietato nei confronti di altre<br />

persone.<br />

Il narcisista fa una vera e propria scissione della realtà in quanto accetta alcuni aspetti e li fa<br />

diventare parte della propria immagine, mentre rifiuta gli aspetti che non gli piacciono, e li<br />

proietta sugli altri; questo causa anche un'incapacità di distinguere tra verità e menzogna ed<br />

una tendenza a mentire senza problemi.<br />

Altro elemento costante è la rigidità corporea; quando cominciano a manifestarsi i primi<br />

problemi, il narcisista diventa rigido perché nega i sentimenti; in seguito, invece è proprio tale<br />

rigidità che fa sì che i sentimenti non arrivino a livello di coscienza.<br />

I sentimenti che esprime sono solo due: rabbia e sentimentalismo (anche questi, però, si<br />

rivelano falsi), mentre quelli che vengono rimossi con più forza sono la tristezza e la paura<br />

perché evocano vulnerabilità (un narcisista non può assolutamente permettersi di essere<br />

vulnerabile).<br />

Danno un'importanza enorme al potere (sugli altri) e al controllo (su sé stessi), poiché<br />

ritengono che così si possano proteggere dalle umiliazioni; ma il potere non basta mai perché<br />

nutre l'immagine, ma non l'emotività; così i narcisisti ne cercano sempre di più.<br />

18


Il Narcisismo perverso<br />

Il perverso narcisista è una persona totalmente priva di empatia, la quale non risente nessun<br />

rispetto per gli altri, che considera come oggetti utili ai suoi bisogni di potere, d’autorità. Ha<br />

bisogno di schiacciare per esistere: e la preda ideale resta la bambina fragile e malleabile, con<br />

la sua fiducia illimitata e la sua sete d’amore e di riconoscenza.<br />

Il boia non possiede alcuna personalità propria, è bensì forgiata<br />

su delle maschere le quali vengono cambiate a secondo dei<br />

bisogni, passando da seduttore parato da tutte le qualità, a<br />

quella di vittima debole e innocente, conservando il suo vero<br />

viso di demonio soltanto per la sua vittima. E ancora, può<br />

giocare al gatto e al topo, facendo zampa di velluto per meglio<br />

tenere la preda e tirando fuori gli artigli quando cerca di<br />

sfuggirgli. Sono spesso esseri dotati di un’intelligenza<br />

machiavellica, che permette loro di elaborare trappole molto<br />

sottili.<br />

Diffidiamo dal suo aspetto seducente. Il perverso narcisista è un vampiro, senza affetto, il<br />

quale aspira la sostanza vitale della sua vittima fino a distruggerla.<br />

Un <strong>Narciso</strong> è un guscio vuoto il quale non ha esistenza propria; è uno pseudo, il quale cerca di<br />

creare un’illusione per mascherare il suo vuoto. Il suo destino è un tentativo di evitare la<br />

morte. E’ qualcuno il quale non è mai stato riconosciuto come essere umano ed è stato<br />

obbligato a costruirsi un gioco di specchi per darsi l’illusione di esistere. Come un<br />

caleidoscopio, questo gioco di specchi si può ripetere all’infinito, ma questo individuo resta<br />

costruito sul vuoto. La sua vita consiste a cercare il suo riflesso nello sguardo degli altri che<br />

non esistono in quanto individui ma in quanto specchio.<br />

La forza dei perversi è la loro insensibilità, non conoscono alcun scrupolo d’ordine morale e<br />

non soffrono. Attaccano in piena impunità, in quanto quand’anche di ritorno, i partner<br />

utilizzano delle difese perverse, sono stati scelti per non raggiungere mai la virtuosità che li<br />

proteggerebbe.<br />

19


Possono appassionarsi per una persona, un’attività o un’idea, ma queste fiammate restano<br />

molto superficiali. Le delusioni scatenano in loro collera o risentimento, con un desiderio di<br />

rivincita, ciò spiega la rabbia distruttrice che li coglie in caso di separazioni. Quando riceve una<br />

ferita narcisista (disfatta, rigetto), risentono un desiderio illimitato di ottenere una rivincita.<br />

Non è come in un individuo collerico, una reazione passeggera e confusa, è un rancore<br />

inflessibile al quale dedica tutte le sue capacità di ragionamento.<br />

C’è in loro un’esasperazione della funzione critica, che fa che passano il loro tempo a criticare<br />

tutti. In questo modo, si mantengono nell’onnipotenza : se gli altri sono nulli, sono per forza<br />

migliore di loro. Si appropriano delle passioni dell’altro, nella misura in cui si appassionano per<br />

questa o quest’altra o, più esattamente, s’interessano a quest’altro nella misura in cui è<br />

detentore di qualcosa che potrebbe appassionarli. Li vediamo così avere colpi di cuore, poi<br />

rigetti brutali e irrimediabili. I perversi assorbono l’energia positiva di chi hanno intorno, se ne<br />

nutrono e si rigenerano, poi scaricano sopra loro tutta la loro energia negativa.<br />

Si considerano come irresponsabili in quanto non hanno reale<br />

soggettività. Assenti nei confronti di sé stessi, lo sono<br />

altrettanto nei confronti degli altri.. In fondo, quando accusano<br />

gli altri di essere responsabili di quello che succede loro, non<br />

accusano, constatano: poiché loro stessi, non potendo essere<br />

responsabili, bisogna pure che sia l’altro. Addossare la colpa<br />

all’altro, coprirlo di maldicenze facendolo passare per<br />

malvagio, permette loro non solo di sfogarsi, ma anche di<br />

imbiancarsi.<br />

Mai responsabili, mai colpevoli: tutto ciò che va male è sempre colpa degli altri.<br />

Si difendono tramite meccanismi di proiezione: portare al altrui credito tutte le loro difficoltà e<br />

tutti i loro fallimenti e non mettersi in causa. Si difendono anche per mezzo della negazione<br />

della realtà, evitando così il dolore psichico, che viene trasformato in negatività. Questa<br />

negazione è costante, anche nelle piccolezze della vita quotidiana, anche se la realtà prova il<br />

contrario. La sofferenza è esclusa, il dubbio ugualmente e devono dunque essere portati dagli<br />

altri. Aggredire gli altri è il mezzo di evitare il dolore, la pena, la depressione.<br />

20


Trauma da Narcisismo<br />

Tutti i narcisisti patologici sono più o meno maligni a seconda della situazione, basti dire che si<br />

approfittano dell’amore altrui a scopo egoistico e manipolatorio. Tuttavia bisogna capire che<br />

sono semi‐inconsapevoli della propria malignità. Tutti possiamo agire in modo negativo,<br />

talvolta anche deliberatamente, però nella misura in cui proviamo senso di colpa e poi anche il<br />

pentimento, non siamo affetti da narcisismo patologico (può darsi che abbiamo altri problemi,<br />

o che semplicemente abbiamo agito male).<br />

Come ha dimostrato Winnicott la base istintuale, prima<br />

ancora che culturale, per uno sviluppo individuale ed<br />

equilibrato dell’essere umano è nella capacità di provare<br />

‘senso di colpa’. I narcisisti sono tanto più patologici<br />

(maligni) nella misura in cui non provano senso di colpa e<br />

quindi per nutrire il proprio egoismo, giungono all’invidia,<br />

alla manipolazione e all’odio (in modo particolarmente<br />

assurdo verso chi li ama e ne ha fiducia).<br />

Vi sono patologie o complessi ove il senso di colpa è percepito in modo esagerato oppure<br />

ingiustamente auto‐accusatorio, quindi provare un senso di colpa ‘sbagliato’ non è indice di<br />

un buon equilibrio, ma è indice che il proprio disequilibrio non è di carattere narcisista.<br />

La cattiveria semi‐consapevole che caratterizza questa patologia si abbatte in modo<br />

particolare sui partner, in quanto i narcisisti patologici hanno inconsciamente nella mente la<br />

diabolica idea di doversi poter vendicare su qualcuno che attraverso l’innamoramento è<br />

caduto sotto il loro dominio; il loro bisogno di vendetta è dovuto al fatto che credono di essere<br />

stati svalorizzati e sminuiti dalla famiglia e dal mondo in generale, sentono che la vita gli fa<br />

subire torti enormi che li rendono deboli e insicuri, perciò devono farla pagare a qualcuno.<br />

Il narcisista patologico la fa pagare psichicamente alle persone che hanno la disgrazia di<br />

innamorarsene, producendole continui ‘microtraumi’ fino a provocarle una vera e propria<br />

sindrome traumatica dagli esiti che possono essere gravi e persino fatali.<br />

21


Bisogna quindi pensare che queste persone, che a causa del loro disturbo hanno fatto molta<br />

male nella vita affettiva la pagheranno molto cara, a meno che non riescano ad impegnarsi,<br />

per necessità o per illuminazione, in un cammino di guarigione, lungo e difficile, che passa<br />

necessariamente attraverso il riconoscimento dei danni inflitti al loro prossimo e quindi nel<br />

volersi scusare in modo sentito, profondo e sincero – cosa però, estremamente improbabile.<br />

L’immaginario popolare, ripreso da artisti, letterati e registi rappresenta i narcisisti maligni<br />

come vampiri, i quali desiderano il sangue di persone sane, e l’ottengono approfittandosi delle<br />

tenebre, vale a dire di una relativa cecità della vittima dovuta ad uno stato di innamoramento<br />

indotto in modo seduttivo e manipolatorio. Le vittime/prede dei narcisisti patologici che<br />

subiscono il TdN (Trauma da Narcisismo) possono essere comprese figurativamente nel senso<br />

di essere state ‘vampirizzate’ da un ‘vampiro psico‐ affettivo’.<br />

I narcisisti patologici adoperano quindi deliberatamente la sessualità, ma anche la falsa<br />

tenerezza, per far cadere la vittima/preda in uno stato di intorpidimento della consapevolezza,<br />

per conquistarne la fiducia e l’amore (che appunto e cieco) al fine di nutrirsene per scopo<br />

egoistico. Esistono tipologie particolarmente maligne di narcisismo. Si riconoscono perché non<br />

piangono mai o quasi mai, inoltre umiliano sadicamente il partner con molteplici modalità,<br />

specialmente quando la relazione si sta ultimando, allo scopo di distruggerlo moralmente.<br />

Come narra il mito di <strong>Narciso</strong>, il quale istigava i suoi examanti<br />

al suicidio, purtroppo il narcisista maligno può<br />

giungere anche a questo. Le persone infettate/intossicate<br />

da un narcisista attraverso una relazione perdono le loro<br />

difese immunitarie nei loro punti deboli, per cui i loro<br />

problemi psicologici si acuiscono pericolosamente. Vi è poi<br />

un forte crollo dell’autostima per cui ci si sente brutti,<br />

incapaci, insicuri in quanto appare inconcepibile di essere<br />

stati trattati con tanta violenza psicologica dalla persona<br />

amata. La sintomatologia della vittima può essere più o<br />

meno grave e va curata onde evitare peggioramenti.<br />

22


Va detto che quando si viene abbandonati si può subire un TRAUMA D'ABBANDONO di<br />

maggiore o minore intensità, che è già di per sé assai doloroso e sconvolgente, ma se a questo<br />

si aggiunge il TRAUMA DA NARCISISMO, la situazione diventa ancora più grave, in quanto il<br />

partner narcisista, oltre ad abbandonare, mira a distruggere, umiliare, ferire, offendere il<br />

partner.<br />

La vittima può sviluppare una vera e propria sindrome traumatica specifica, che negli Stati<br />

Uniti è stata già evidenziata da qualche anno, ma che in Italia non è ancora chiara. In pratica<br />

si pensa soltanto ad un trauma d'abbandono e non si riesce a capire a diagnosticare che è<br />

qualcosa di assai peggiore, un TdN, appunto.<br />

La sindrome da TdN si caratterizza con un persistente stato d’angoscia e il pensiero ossessivo<br />

del fantasma del partner narcisista, del quale non si riesce a comprendere la crudeltà.<br />

Ciò si accompagna con attacchi di panico, depressione,<br />

ansia, difficoltà a dormire, difficoltà ad alzarsi la<br />

mattina, sociofobia, disturbi dell’alimentazione,<br />

comportamenti compulsivi (come guidare<br />

pericolosamente, o drogarsi e ubriacarsi, o fare abuso di<br />

farmaci), pensieri suicidi, difficoltà a stare da solo ma<br />

anche a stare in compagnia, disturbi della sfera<br />

sessuale, deterioramento delle relazioni familiari e delle<br />

amicizie (in quanto molti non capiscono e credono si<br />

tratti di una semplice storia d’amore finita, per la quale non si dovrebbe soffrire più di tanto),<br />

difficoltà nella vita lavorativa e nella capacità di concentrarsi, paura di luoghi e oggetti che<br />

rievocano il narcisista traumatizzante.<br />

Queste sintomatologie possono protrarsi per molto tempo con il rischio di minare<br />

effettivamente anche la salute fisica, provocando quindi l’insorgere di patologie somatiche,<br />

funzionali ed organiche, che possono diventare molto gravi. Per prima cosa bisogna eliminare<br />

le nostalgie amorose verso il narcisista, che appariva come una persona un po’ difficile, ma<br />

tuttavia amabile, e bisogna capire che invece si ha avuto a che fare con un vero e proprio<br />

squilibrato, con un portatore di serio disturbo di personalità.<br />

23


Le personalità vivono le relazioni affettive costantemente in modo ambivalente, con minacce<br />

di possibili abbandoni, andando via per poi tornare, rendendo la vittima con questo<br />

andamento ambiguo, emotivamente instabile ed insicura. Dopo averla indebolita, mira a<br />

distruggerla. poiché il narcisista sa di essere stato cattivo (seppure non lo può ammettere) e<br />

non sopporta che la vittima gli rifletta la sua cattiveria in quanto ne è testimone, la subisce e<br />

cerca di difendersi, di protestare, di fare chiarezza (…invano).<br />

Allora, poiché il egli non sopporta di essere considerato e di sentirsi cattivo ‐ di avere un lato<br />

cattivo ‐ in quanto crede di essere un Dio in terra che, semmai gli altri cattivi e invidiosi, non<br />

comprendono – ha bisogno di distruggere le tracce, le prove ed anche il testimone della sua<br />

cattiveria.<br />

Per il narcisista essere amati vuol dire potersi specchiare in uno specchio nel quale può<br />

ammirarsi in tutto il suo potere e bellezza; quando lo specchio incomincia ad opporsi a quelle<br />

che invece sono mancanze, ambivalenze, quest’ultimo si altera sempre di più, ed essendo<br />

incapace di riconoscere i suoi errori o giammai di chiedere scusa, incomincia a credere che sia<br />

lo specchio il ‘vero cattivo, cioè la stessa sua vittima, quindi fa un’operazione di ribaltamento<br />

proiettando la sua cattiveria per colpevolizzarla<br />

Lo specchio che gli serviva per ammirarsi va distrutto, fatto cadere in mille pezzi. E così infatti<br />

avviene, la vittima cade a pezzi, mentre il narcisista se ne va in giro a testa alta sentendosi<br />

come un giustiziere: ha eliminato lo specchio che ha osato tanto, andava soppresso senza<br />

pietà.<br />

24


Il quadro clinico<br />

Per avere un'idea più precisa di cosa si intende per<br />

narcisismo in termini descrittivi, è utile vedere i criteri<br />

diagnostici del DSM‐IV‐TR ( Manuale Diagnostico<br />

Statistico dei Disturbi mentali).<br />

In ambito clinico il concetto di <strong>Narciso</strong> acquista un<br />

significato specifico, nel campo della patologia esiste<br />

infatti un disturbo narcisistico della personalità, dove per<br />

disturbi della personalità intendiamo disturbi psichici<br />

caratterizzati da tratti permanenti del carattere che pur<br />

essendo patologici, non vengono avvertiti dal soggetto come aspetti problematici. I criteri<br />

diagnostici secondo il DSM IV sono principalmente: una modalità pervasiva di grandiosità,<br />

nelle fantasie, nel comportamento ed uno stile relazionale basato sullo sfruttamento<br />

dell’altro.<br />

In entrambi i casi il soggetto si pone sul palcoscenico e relega gli altri al ruolo di spettatori sia<br />

che decida di occupare la scena prepotentemente reclamando gli applausi, sia che preferisca<br />

restare nascosto dietro le quinte in attesa dell’occasione propizia al trionfo.<br />

Sia il <strong>Narciso</strong> arrogante, che parla senza rivolgersi a nessuno come se fosse davanti ad un<br />

vasto pubblico che il <strong>Narciso</strong> schivo, che sfugge gli sguardi per difendere le sue fantasie di<br />

grandiosità, proiettano sullo specchio quell’ideale di perfezione che li allontana da se stessi e<br />

dal mondo.<br />

Il termine infatti è etimologicamente connesso alla parola greca Narkè che significa torpore.<br />

Infatti il <strong>Narciso</strong> è il torpore di chi insegue il miraggio di un ideale senza riuscire a vedere oltre<br />

i vapori delle sue fantasie di grandiosità. I Narcisi non sono in grado di distinguere tra<br />

l’immagine di chi credono di essere e l’immagine di chi effettivamente sono.<br />

25


Per quanto riguarda i criteri diagnostici secondo il DSM IV TR andando un po’ di più nel<br />

particolare si deve dire che perché sia diagnosticato come disturbo di personalità è necessario<br />

che almeno cinque dei seguenti elementi siano presenti:<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Ha un senso grandioso d’importanza (per es. esagera i risultati e i talenti, si aspetta di<br />

essere notato come superiore senza una adeguata motivazione)<br />

E’ assorbito da fantasie illimitate di successo, potere, fascino, bellezza e amore ideale.<br />

Crede di poter essere speciale e unico e di dover frequentare e poter essere capito solo<br />

da altre persone speciali o di classe elevata.<br />

Richiede eccessiva ammirazione<br />

Ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, cioè la irragionevole aspettativa di<br />

trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative.<br />

Sfruttamento interpersonale<br />

Mancanza di empatia, è incapace di riconoscere e di identificarsi con i sentimenti e le<br />

necessità degli altri.<br />

E’ spesso invidioso degli altri o crede che gli altri lo invidino<br />

Mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi<br />

26


Trattamento psicoterapeutico<br />

I fattori scatenanti di tale depressione sono tendenzialmente costituiti da relazioni<br />

problematiche o dalla rottura di esse, da mancati riconoscimenti nell’ambito della sfera<br />

professionale, da un senso di insoddisfazione per la propria vita, da perdite o insuccessi che<br />

sminuiscono il senso di grandiosità, generando da una parte sconforto, sconfitta e fallimento,<br />

dall’altra vergogna ed umiliazione.<br />

Alla base della depressione narcisistica si evidenzia la percezione di una profonda discrepanza<br />

tra le aspettative idealizzate e la realtà; in questo senso, si evidenzia una focalizzazione del<br />

pensiero sugli ideali insoddisfatti e sulle aspettative grandiose deluse, nonché sui limiti<br />

dell’ambiente circostante nel sostenere e favorire la realizzazione di quanto atteso.<br />

Nonostante il livello di sofferenza sperimentata da tali individui sia spesso notevolmente<br />

elevato, la convinzione che “chi sta male è debole e chi è debole è giudicato negativamente e<br />

sottomesso” impedisce loro di chiedere aiuto e di manifestare apertamente il proprio disagio,<br />

con la conseguenza di indurli ad assumere atteggiamenti caratterizzati da un profondo<br />

distacco nei confronti delle problematiche riportate.<br />

Conclusione<br />

Un narcisista attua comportamenti volti a danneggiare tutti coloro che per errore si fidano di<br />

loro, nell’amore, nell’amicizia, nelle relazioni parentali.<br />

Purtroppo nelle persone vittime di questi individui possono restare segni permanenti e un<br />

TRAUMA DA NARCISISMO, richiede cure, solidarietà, comprensione. Se viene curato e<br />

compreso, le ferite si cicatrizzano, resta il segno, ma diventa anche il segno della forza.<br />

A mano a mano che si guarisce si comprende di come la propria<br />

conoscenza della vita sia aumentata, di come ci si sente più forti, di<br />

come sia importante un amore vero ed equilibrato, raggiungibile solo<br />

se prima s' impara a volersi bene.<br />

Allora l’incubo passerà, il ‘mostro’ non potrà più fare male.<br />

27


<strong>Narciso</strong><br />

ha bisogno della carne<br />

e della sostanza dell’altro<br />

per riempirsi.<br />

Egli<br />

è incapace di nutrirsi<br />

di questa sostanza carnale<br />

in quanto<br />

non dispone neanche<br />

di un inizio di sostanza<br />

che gli permetterebbe di accogliere<br />

di fare sua la sostanza dell’altro.<br />

Questa sostanza<br />

diventa il suo pericoloso nemico<br />

in quanto<br />

lo rivela vuoto a sé stesso.

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