M. VARVARO, Gai 4.163 e la struttura della formula arbitraria nell ...
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M. Varvaro, <strong>Gai</strong> <strong>4.163</strong> e <strong>la</strong> <strong>struttura</strong> del<strong>la</strong> formu<strong>la</strong> <strong>arbitraria</strong> [p. 705-734]<br />
Il giurista <strong>Gai</strong>o, che costituisce <strong>la</strong> principale fonte di informazione<br />
sul modo in cui per l’età c<strong>la</strong>ssica si sarebbe proceduto in questi casi<br />
nel sistema dell’agere per formu<strong>la</strong>s, distingueva al riguardo nel quarto<br />
commentario delle sue Istituzioni due diversi tipi di procedimenti:<br />
uno cum poena, e dunque più rischioso, e uno sine poena, e pertanto<br />
meno rischioso (<strong>Gai</strong> 4.141: ...modo cum poena agitur, modo sine<br />
poena ). Il procedimento più rischioso, ancora caratterizzato dal<strong>la</strong><br />
penalità, era un agere per sponsionem et restipu<strong>la</strong>tionem 4 (<strong>Gai</strong> 4.141:<br />
cum poena, ueluti cum per sponsionem agitur ). Esso avrebbe trovato<br />
applicazione nei casi in cui il magistrato avesse emanato uno degli interdicta<br />
prohibitoria. Il procedimento meno rischioso (sine poena ),<br />
invece, si imperniava sul<strong>la</strong> richiesta di un arbitro che accertasse <strong>la</strong><br />
sussistenza dei presupposti dell’ordine (<strong>Gai</strong> 4.141: sine poena, ueluti<br />
cum arbiter petitur ). L’intimato – che avrebbe assunto il ruolo di<br />
convenuto – avrebbe potuto farvi ricorso quando si trattasse di interdicta<br />
restitutoria o interdicta exhibitoria. Per giovarsi di questa che lo<br />
stesso <strong>Gai</strong>o chiama modestior uia, però, egli aveva l’onere di ri-<br />
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Mi<strong>la</strong>no 1971, 916-918; J. ADAME GODDARD, El procedimiento ex interdicto en el Derecho<br />
Romano clásico, in Revista de Investigaciones Jurídicas 2, 1978, 255 ss. (n.v.); M.<br />
TALAMANCA, Istituzioni di diritto romano, Mi<strong>la</strong>no 1990, 347-349; A.M. GIOMARO, Agere<br />
per sponsionem: dal procedimento interdittale al procedimento in rem, in Studi Urbinati,<br />
N.S. 59, 1990-91, 199-232; EAD., v. ‘Interdicta ’, in Dig. Disc. priv. Sez. civ. 9, 1993,<br />
510-511; G. PUGLIESE, Istituzioni di diritto romano 3 , Torino 1991, 337-338; V.<br />
ARANGIO RUIZ, Istituzioni di diritto romano 14 , Napoli 1994 (rist. 2006), 142 s.; M.<br />
KASER, Das römische Zivilprozessrecht, Zweite Auf<strong>la</strong>ge, neu bearbeitet von K. HACKL,<br />
München 1996, 416-421; C.A. CANNATA, Corso di Istituzioni di diritto romano, I,<br />
Torino 2001, 239-242; D. NÖRR, Zum Interdiktenverfahren in Irni und anderswo, in Iuris<br />
vincu<strong>la</strong>. Studi in onore di Mario Ta<strong>la</strong>manca, VI, Napoli 2001, 75-117; M. MARRONE,<br />
Istituzioni di diritto romano 3 , Palermo 2006, 105 s.; A. FERNÁNDEZ BARREIRO-J. PARICIO,<br />
Fundamentos de derecho privado romano 7 , Madrid 2007, 124 s.<br />
4 Nel caso di interdicta duplicia le parti si sarebbero scambiate reciprocamente due<br />
sponsiones e due restipu<strong>la</strong>tiones, dalle quali sarebbero poi nate quattro azioni. Sul modo in<br />
cui doveva essere concepito il tenore di queste sponsiones e restipu<strong>la</strong>tiones può vedersi, per<br />
esempio, E. PFERSCHE, Die Interdicte, cit. (nt. 3), 100-107; O. LENEL, EP 3 , cit. (nt. 3),<br />
449 s.; e, nel<strong>la</strong> letteratura più di recente, A.M. GIOMARO, Agere per sponsionem, cit. (nt.<br />
3), 207 ss. Del<strong>la</strong> questione si è occupato da ultimo anche D. NÖRR, Zum Interdiktenverfahren,<br />
cit. (nt. 3), 91 ss., le cui ricostruzioni presuppongono un preteso valore di<br />
quod analogo a quello di si (a suo tempo sostenuto in uno studio specifico di D’Elia) sul<br />
quale è possibile tuttavia avanzare riserve, come rilevato in M. <strong>VARVARO</strong>, Ricerche sul<strong>la</strong><br />
praescriptio, Torino 2008, 81-100.<br />
708 AUPA 55/2012