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Anfibi - Ambiente in Liguria

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05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:39 Pag<strong>in</strong>a 175<br />

<strong>Anfibi</strong>


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05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:39 Pag<strong>in</strong>a 177<br />

Nome scientifico Salamadr<strong>in</strong>a terdigitata (Lacépède, 1788)<br />

Nome comune<br />

Salamandr<strong>in</strong>a dagli occhiali<br />

177<br />

Livello di protezione<br />

La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />

allegati II e IV della Direttiva<br />

comunitaria 92/43<br />

“Habitat” ed è particolarmente<br />

protetta dalla L.R.<br />

4/92.<br />

Identificazione<br />

È una salamandra di piccole<br />

dimensioni (lunghezza<br />

massima totale 10 cm),<br />

aspetto molto gracile,<br />

dorso nero o marrone<br />

scuro e ventre bianco,<br />

rosso e nero. Le dita della<br />

zampa posteriore sono 4<br />

(5 <strong>in</strong> tutte le altre salamndre italiane). Le ovature sono piccole e attaccate alla vegetazione<br />

acquatica. Le larve sono molto piccole e difficilmente osservabili.<br />

Distribuzione<br />

La specie appartiene a un genere endemico della penisola italiana, la cui distribuzione<br />

va dalla Calabria al basso Piemonte. In <strong>Liguria</strong> è presente nelle aree appenn<strong>in</strong>iche<br />

delle prov<strong>in</strong>ce di La Spezia (piuttosto rara) e di Genova (relativamente abbondante).<br />

La distribuzione altitud<strong>in</strong>ale va da circail livello del mare f<strong>in</strong>o a circa 900 m, con preferenza<br />

per le quote coll<strong>in</strong>ari.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

Si riproduce quasi esclusivamente nei torrenti appenn<strong>in</strong>ici con substrato roccioso, sia<br />

sul versante tirrenico sia su quello adriatico. Gli habitat preferenziali sono i boschi<br />

umidi di latifoglie: boschi misti, castagneti e macchie a leccio. Si riproduce <strong>in</strong> primavera<br />

(marzo-giugno) nelle pozze dei torrenti e a volte <strong>in</strong> vasche artificiali. È reperibile<br />

<strong>in</strong> aree urbane purché lungo i torrenti sia presente vegetazione arborea o arbustiva.<br />

Convive spesso con Salamandra salamandra, Bufo bufo, Speleomantes str<strong>in</strong>atii, Rana<br />

temporaria e Rana italica.<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />

Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono la captazione delle acque, l’artificializzazione delle sponde,<br />

l’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento e l’alterazione delle aree naturali circostanti i torrenti (taglio e <strong>in</strong>cen-


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:39 Pag<strong>in</strong>a 178<br />

di boschivi). Nelle zone<br />

urbane è negativa la<br />

discarica di <strong>in</strong>erti lungo<br />

i torrenti.<br />

Interventi gestionali<br />

Non ci sono particolari<br />

<strong>in</strong>terventi attivi se<br />

non il mantenimento<br />

della naturalità dei corsi<br />

d’acqua e degli habitat<br />

terrestri che li circondano.<br />

Nelle aree<br />

protette e nei pSIC i piani di gestione dovrebbero garantire il mantenimento della<br />

lettiera lungo i torrenti e <strong>in</strong> generale la naturalità dei torrenti <strong>in</strong> aree boscate; questi<br />

habitat tutelano anche molte altre specie acquatiche.<br />

Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />

Le attività di re<strong>in</strong>troduzione non sembrano necessarie se gli habitat vengono mantenuti<br />

idonei. La metodologia di rimozione delle uova e rilascio delle larve <strong>in</strong> via di metamorfosi<br />

<strong>in</strong> qualche caso potrebbe esser utilizzata.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Il periodo di attività va da febbraio a ottobre. Gli adulti sono difficilmente contattabili<br />

(solo le femm<strong>in</strong>e si spostano verso l’acqua per deporre) e sono prevalentemente<br />

terrestri. La verifica della presenza di ovature <strong>in</strong> primavera sembra il metodo più economico<br />

per accertare la riproduzione. Il monitoraggio tramite macrofotografie è utilizzabile<br />

con successo ma è estremamente costoso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano d’opera.<br />

Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente<br />

autorizzato dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> (DPR 357/97 art. 12).<br />

Bibliografia<br />

BARBIERI F. (1994). Salamandr<strong>in</strong>a dagli occhiali - Salamandr<strong>in</strong>a terdigitata. In Atlante degli<br />

<strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali,<br />

2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />

Autore Sebastiano Salvidio<br />

178


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 179<br />

Nome scientifico Triturus carnifex (Laurenti, 1768)<br />

S<strong>in</strong>onimi: Triturus cristatus carnifex<br />

Nome comuneTritone crestato meridionale, Tritone crestato italiano<br />

179<br />

Livello di protezione<br />

La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />

allegati II e IV della Direttiva<br />

comunitaria 92/43<br />

“Habitat” ed è protetta<br />

dalla L.R. 4/92.<br />

Identificazione<br />

Tritone di medie dimensioni<br />

(lunghezza massima<br />

totale 10 cm), dist<strong>in</strong>guibile<br />

dalle due altre specie liguri<br />

(Triturus vulgaris e Triturus<br />

alpestris) per la presenza<br />

di grosse macchie<br />

scure sul ventre e assenza<br />

di bande scure sul capo.<br />

Distribuzione<br />

La specie è presente <strong>in</strong> tutta Italia con esclusione delle isole. In <strong>Liguria</strong> è presente solo<br />

nelle zone montane della prov<strong>in</strong>cia di Savona, Genova e La Spezia. La distribuzione<br />

è comunque molto frammentata.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

Si riproduce <strong>in</strong> acque stagnanti piuttosto profonde sia temporanee sia perenni. Quasi<br />

completamente assente dalle zone pianeggianti, predilige gli stagni montuosi <strong>in</strong> aree<br />

a copertura forestale <strong>in</strong>tatta o poco alterata. Convive spesso con Salamandra salamandra,<br />

Triturus alpestris e Rana temporaria. Nella foresta delle Lame (Parco dell’Aveto,<br />

GE) e sul Monte Beigua (Parco del Beigua, GE e SV) si riproduce con Triturus alpestris<br />

e Triturus vulgaris<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />

Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono il riempimento delle zone umide e l’<strong>in</strong>troduzione di specie<br />

ittiche negli stagni. Per quanto riguarda le aree terrestri il taglio del bosco e<br />

l’asportazione della lettiera sono fattori negativi per la sopravvivenza durante la fase<br />

terrestre.<br />

Interventi gestionali<br />

Rimozione di pesci e mantenimento delle condizioni idriche degli stagni di presenza.


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 180<br />

Interventi utili per migliorare<br />

lo status delle<br />

popolazioni locali<br />

L’approfondimento degli<br />

stagni <strong>in</strong> via di <strong>in</strong>terramento<br />

potrebbero<br />

essere azioni utili a<br />

migliorare l’habitat.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Il periodo di attività va<br />

da marzo a giugno. Gli<br />

adulti sono catturabili con reti e il monitoraggio tramite macrofotografie è utilizzabile<br />

con successo ma è estremamente costoso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano d’opera.<br />

Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente<br />

autorizzato dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> (DPR 357/97 art. 12).<br />

Bibliografia<br />

RAINERI V. (1994). Tritone crestato meridionale – Triturus carnifex. In Atlante degli<br />

<strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali,<br />

2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />

Autore Sebastiano Salvidio<br />

180


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 181<br />

Nome scientifico Speleomantes ambrosii (Lanza, 1955)<br />

S<strong>in</strong>onimi: Speleomantes str<strong>in</strong>atii; Speleomantes italicus<br />

Nome comune<br />

Geotritone di Ambrosi<br />

Livello di protezione<br />

La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />

allegati II e IV della Direttiva<br />

comunitaria 92/43<br />

“Habitat” ed è protetta<br />

dalla L.R. 4/92.<br />

Identificazione<br />

Salamandra terrestre di<br />

medie dimensioni (lunghezza<br />

massima totale 12<br />

cm), dist<strong>in</strong>guibile dalla salamandra<br />

pezzata (Salamandra<br />

salamandra) per<br />

l’assenza di colore nero<br />

pece sul dorso e delle caratteristiche<br />

macchie giallo limone. La coda a sezione circolare dist<strong>in</strong>gue il geotritone<br />

di Ambrosi da tutte le specie di tritoni che hanno coda schiacciata lateralmente<br />

e a sezione ellittica.<br />

Distribuzione<br />

Specie endemica della <strong>Liguria</strong> orientale (parte orientale della Prov<strong>in</strong>cia di Genova e Spezz<strong>in</strong>o)<br />

e della Toscana nord-occidentale (parte meridionale della prov<strong>in</strong>cia di Massa-Carrara).<br />

È uno dei vertebrati italiani con areale più ridotto anche se all’<strong>in</strong>terno del suo areale,<br />

lo Speleomantes ambrosii è relativamente comune, specialmente nelle aree carsiche.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

Specie terrestre e rupicola vive <strong>in</strong> habitat diversi: boschi di conifere, latifoglie, boschi misti,<br />

macchia e zone rocciose. Spesso osservabile sotto le pietre e nelle cavità sotterranee<br />

(grotte, fessure, ecc.). La specie predilige le aree calcaree ma colonizza anche arenarie,<br />

marne e ofioliti. Presente anche <strong>in</strong> habitat antropici (sotterranei, cant<strong>in</strong>e) purché molto<br />

umidi. Depone le uova fuori dall’acqua, <strong>in</strong> ambienti ad alta umidità atmosferica.<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />

Le cave di estrazione sottraggono habitat idonei alla specie; l’alterazione delle condizioni<br />

igrometriche sotterranee o del suolo sono negative. Le popolazioni che vivono<br />

nelle grotte di facile accesso sono vulnerabili, per impatto diretto (raccolta) e <strong>in</strong>diretto<br />

(alterazione microclima).<br />

181


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 182<br />

Interventi gestionali<br />

Nelle aree boscate, il<br />

taglio e la rimozione<br />

della lettiera devono<br />

essere evitate. Raccomandabile<br />

la tutela delle<br />

grotte (tramite chiusura),<br />

soprattutto di<br />

quelle <strong>in</strong> cui la specie<br />

si aggrega <strong>in</strong> gran numero.<br />

Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />

Il mantenimento degli habitat idonei sembra sufficiente a garantire la sopravvivenza<br />

delle specie. Nei pSIC il controllo delle condizioni di naturalità e umidità del suolo e<br />

del livello di falda appare importante.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Il periodo di attività va da marzo a ottobre. Gli adulti sono contattabili di notte (anche<br />

di giorno nelle grotte). Esperimenti di rimozione temporanea permettono il calcolo<br />

dell’abbondanza delle popolazioni con sforzi relativamente contenuti, ma deve<br />

essere garantito il mantenimento degli esemplari <strong>in</strong> ambienti umidi. La marcatura degli<br />

adulti tramite macrofotografia è possibile, ma molto dispendiosa <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano<br />

d’opera e di tempo.<br />

Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente<br />

autorizzato dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> (DPR 357/97 art. 12).<br />

Bibliografia<br />

LANZA B., CAPUTO V., NASCETTI G. & BULLINI L. (1995) – Morphologic and genetic<br />

studies of the European plethodonthid salamanders: taxonomic <strong>in</strong>ferences (genus Hydromantes).<br />

Monografie XVI. Museo Regionale di Scienze Naturali, Tor<strong>in</strong>o; 368 pp.<br />

SALVIDIO S. (1994). Geotritone di Ambrosi e Geotritone italiano – Speleomantes ambrosii<br />

e Speleomantes italicus . In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA<br />

G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />

SALVIDIO S. (2001). Estimat<strong>in</strong>g terrestrial salamander abundance <strong>in</strong> different habitats:<br />

efficiency of temporary removal methods. Herpetological Review, 32(1): 21-24.<br />

182<br />

Autore Sebastiano Salvidio


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 183<br />

Nome scientifico Speleomantes str<strong>in</strong>atii (Aellen, 1958)<br />

S<strong>in</strong>onimi: Speleomantes ambrosii<br />

Nome comune<br />

Geotritone di Str<strong>in</strong>ati<br />

Livello di protezione<br />

La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />

allegati II e IV della Direttiva<br />

comunitaria 92/43<br />

“Habitat” ed è protetta<br />

dalla L.R. 4/92.<br />

Identificazione<br />

Salamandra terrestre di<br />

medie dimensioni (lunghezza<br />

massima totale 12<br />

cm), dist<strong>in</strong>guibile dalla salamandra<br />

pezzata (Salamandra<br />

salamandra) per<br />

l’assenza di colore nero pece sul dorso e delle caratteristiche macchie giallo limone.<br />

La coda a sezione circolare dist<strong>in</strong>gue il geotritone da tutte le specie di tritoni che<br />

hanno coda schiacciata lateralmente e a sezione ellittica.<br />

Distribuzione<br />

Dal sud della Francia (Var) f<strong>in</strong>o alla alla <strong>Liguria</strong> orientale (parte orientale della Prov<strong>in</strong>cia<br />

di Genova). All’<strong>in</strong>terno di questo areale lo Speleomantes str<strong>in</strong>atii è relativamente<br />

comune, specialmente nelle aree carsiche.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

Specie terrestre e rupicola vive <strong>in</strong> habitat diversi: boschi di conifere, latifoglie, boschi<br />

misti, macchia e zone rocciose. Spesso osservabile sotto le pietre e nelle cavità sotterranee<br />

(grotte, fessure, ecc.). La specie predilige le aree calcaree ma colonizza anche<br />

arenarie, marne e ofioliti. Presente anche <strong>in</strong> habitat antropici (sotterranei, cant<strong>in</strong>e)<br />

purché molto umidi. Depone le uova fuori dall’acqua, <strong>in</strong> ambienti ad alta umidità atmosferica.<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />

Le cave di estrazione sottraggono habitat idonei alla specie; l’alterazione delle condizioni<br />

igrometriche sotterranee o del suolo sono negative. Le popolazioni che vivono<br />

nelle grotte di facile accesso sono vulnerabili, per impatto diretto (raccolta) e <strong>in</strong>diretto<br />

(alterazione microclima).<br />

183


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 184<br />

Interventi gestionali<br />

Nelle aree boscate, il<br />

taglio e la rimozione<br />

della lettiera devono<br />

essere evitate. Raccomandabile<br />

la tutela delle<br />

grotte (tramite chiusura),<br />

soprattutto di<br />

quelle <strong>in</strong> cui la specie<br />

si aggrega <strong>in</strong> gran numero.<br />

Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />

Il mantenimento degli habitat idonei sembra sufficiente a garantire la sopravvivenza<br />

delle specie. Nei pSIC il controllo delle condizioni di naturalità e umidità del suolo e<br />

del livello di falda appare importante.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Il periodo di attività va da marzo a ottobre. Gli adulti sono contattabili di notte (anche<br />

di giorno nelle grotte). Esperimenti di rimozione temporanea permettono il calcolo<br />

dell’abbondanza delle popolazioni con sforzi relativamente contenuti, ma deve<br />

essere garantito il mantenimento degli esemplari <strong>in</strong> ambienti umidi. La marcatura degli<br />

adulti tramite macrofotografia è possibile, ma molto dispendiosa <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano<br />

d’opera e di tempo.<br />

Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente<br />

autorizzato dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> (DPR 357/97 art. 12).<br />

Bibliografia<br />

LANZA B., CAPUTO V., NASCETTI G. & BULLINI L. (1995) – Morphologic and genetic<br />

studies of the European plethodonthid salamanders: taxonomic <strong>in</strong>ferences (genus Hydromantes).<br />

Monografie XVI. Museo Regionale di Scienze Naturali, Tor<strong>in</strong>o; 368 pp.<br />

SALVIDIO S. (1994). Geotritone di Ambrosi e Geotritone italiano – Speleomantes ambrosii<br />

e Speleomantes italicus . In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA<br />

G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />

SALVIDIO S. (2001). Estimat<strong>in</strong>g terrestrial salamander abundance <strong>in</strong> different habitats:<br />

efficiency of temporary removal methods. Herpetological Review, 32(1): 21-24.<br />

184<br />

Autore Sebastiano Salvidio


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Nome scientifico Bomb<strong>in</strong>a pachypus Bonaparte, 1838<br />

S<strong>in</strong>onimi: Bomb<strong>in</strong>a variegata pachypus; Bomb<strong>in</strong>a variegata<br />

Nome comune<br />

Ululone appenn<strong>in</strong>ico<br />

Livello di protezione<br />

La specie, citata come<br />

Bomb<strong>in</strong>a variegata, è <strong>in</strong>serita<br />

negli allegati II e IV<br />

della Direttiva comunitaria<br />

92/43 “Habitat” ed è particolarmente<br />

protetta dalla<br />

L.R. 4/92.<br />

Identificazione<br />

Piccolo rospetto (lunghetta<br />

totale massima 5 cm)<br />

con pelle molto verrucosa<br />

e colore ventrale giallo<br />

con macchie grigie. Le uova<br />

sono deposte <strong>in</strong> piccoli<br />

ammassi aderenti alla vegetazione. Le larve hanno spiracolo ventrale (riconoscibili<br />

da un esperto anche senza fissazione).<br />

Distribuzione<br />

È una specie diffusa lungo tutta la catena appenn<strong>in</strong>ica e assente dalle isole (le <strong>in</strong>dicazioni<br />

per la Sicilia sono sbagliate). La <strong>Liguria</strong> rappresenta il limite nord-occidentale di<br />

distribuzione della specie; è presente solo nelle prov<strong>in</strong>ce di Genova (molto rara) e La<br />

Spezia (piuttosto rara) prevalentemente a quote coll<strong>in</strong>ari e montane.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

È una specie che si riproduce nelle pozze temporanee, stagni, abbeveratoi e raramente<br />

nei torrenti. Sfrutta bene le piccole riserve d’acqua artificiali create nelle aree a pascolo<br />

e ad agricoltura tradizionale. Poco appariscente e difficile localizzazione per i<br />

non esperti.<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />

Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono il riempimento delle zone umide di riproduzione, dovuto<br />

all’abbandono delle pratiche agricole e all’allevamento estensivo. L’evoluzione naturale<br />

della vegetazione sfavorisce questa specie <strong>in</strong> quanto tende a <strong>in</strong>terrare e ombreggiare<br />

le zone umide.<br />

185


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 186<br />

Interventi gestionali<br />

Nei SIC ricerche specifiche<br />

dovrebbero identificare<br />

i siti di riproduzione<br />

e i piani di gestione<br />

dovrebbero <strong>in</strong>centivare<br />

il mantenimento<br />

di zone soleggiate.<br />

Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />

Nelle zone di presenza, la creazione di una rete di pozze temporanee o di abbeveratoi<br />

potrebbe aumentare le densità a livello locale. Nei casi di est<strong>in</strong>zione certa, dopo<br />

la creazione di habitat idonei, la re<strong>in</strong>troduzione può avvenire tramite l’immissione di<br />

ovature e gir<strong>in</strong>i.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Il periodo di riproduzione va da aprile a giugno. Gli adulti possono essere contattati<br />

di giorno nell’acqua. L’effettiva riproduzione può essere verificata osservando i gir<strong>in</strong>i<br />

(di grandi dimensioni e con spiracolo ventrale). La marcatura degli adulti tramite<br />

macrofotografia è possibile, ma molto dispendiosa <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano d’opera e di<br />

tempo. Le attività di cattura devono essere condotte solo da un competente specialista<br />

dotato di autorizzazione m<strong>in</strong>isteriale (art. 12, DPR 357/97).<br />

Bibliografia<br />

EMANUELI L. (1994). Ululone dal ventre giallo – Bomb<strong>in</strong>a variegata. In Atlante degli<br />

<strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali,<br />

2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />

Autore Sebastiano Salvidio<br />

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Nome scientifico Bufo viridis Laurenti, 1768<br />

Nome comune<br />

Rospo smerald<strong>in</strong>o<br />

187<br />

Livello di protezione<br />

La specie è <strong>in</strong>serita nell’allegato<br />

IV della Direttiva<br />

comunitaria 92/43 “Habitat”<br />

ed è particolarmente<br />

protetta dalla L.R. 4/92.<br />

Identificazione<br />

Aspetto da rospo (ghiandole<br />

parotoidi dietro gli<br />

occhi e pelle granulosa)<br />

con colore di fondo bianco/crema<br />

e macchie versastre<br />

con contorno nero.<br />

L’iride giallo/verde permette<br />

di dist<strong>in</strong>gure facilmente<br />

il rospo smerald<strong>in</strong>o<br />

dal rospo comune (Bufo bufo) che ha iride color rame. Le ovature e i gir<strong>in</strong>i sono<br />

molto simili a quelli del rospo comune.<br />

Distribuzione<br />

È una specie diffusa <strong>in</strong> tutta Italia isole comprese. La <strong>Liguria</strong> rappresenta il limite occidentale<br />

di distribuzione della specie. In questa regione ha una distribuzione disgiunta:<br />

è presente nello Spezz<strong>in</strong>o e <strong>in</strong> qualche sito costiero della prov<strong>in</strong>cia di Savona. Ulteriori<br />

ricerche potrebbero colmare queste lacume. La distribuzione altitud<strong>in</strong>ale nella<br />

nostra regione è limitata alle altitud<strong>in</strong>i <strong>in</strong>feriori ai 300 m.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

È una specie pioniera che predilige le zone alluvionali e le aree aperte. Ha una buona<br />

adattabilità ed è <strong>in</strong> grado di colonizzare aree dismesse, cave, coltivi, giard<strong>in</strong>i e stagni<br />

di orig<strong>in</strong>e antropica. Spesso si riproduce <strong>in</strong> s<strong>in</strong>topia con Hyla meridionalis e Rana<br />

dalmat<strong>in</strong>a.<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />

Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono il riempimento delle zone umide di riproduzione, degli stagni<br />

e delle pozze. È <strong>in</strong> grado di adattarsi agli ambienti agricoli purchè ci sia alternanza<br />

di zone umide e aree ecotonali (siepi, <strong>in</strong>colti etc.). L’evoluzione della vegetazione<br />

favorisce il rospo comune che sostituisce il rospo smerald<strong>in</strong>o nelle aree boscose con<br />

suoli evoluti. In alcune aree europee al limite del suo areale la specie si è est<strong>in</strong>ta evi-


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 188<br />

denziando una certa<br />

vulnerabilità.<br />

Interventi gestionali<br />

Nei SIC ricerche specifiche<br />

dovrebbero identificare<br />

i siti di riproduzione<br />

e i piani di gestione<br />

dovrebbero <strong>in</strong>centivare<br />

il mantenimento<br />

di zone umide e<br />

di aree ecotonali con<br />

scarsa vegetazione.<br />

Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />

Le attività di re<strong>in</strong>troduzione non sono necessarie se gli habitat vengono mantenuti:<br />

<strong>in</strong>fatti la specie ha buone capacità di colonizzazione. La re<strong>in</strong>troduzione può avvenire<br />

tramite l’immissione di ovature e gir<strong>in</strong>i.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Il periodo di riproduzione va da febbraio a aprile. Il canto è caratteristico (un trillo<br />

acuto simile a quello del grillotalpa) e permette la localizzazzione dei siti riproduttivi.<br />

L’effettiva riproduzione può essere verificata osservando ovature e gir<strong>in</strong>i. La marcatura<br />

tramite macrofotografia è possibile. Le attività di cattura devono essere condotte<br />

solo da un competente specialista dotato di autorizzazione m<strong>in</strong>isteriale (art. 12,<br />

DPR 357/97).<br />

Bibliografia<br />

DELMASTRO G.B. (1994). Rospo smerald<strong>in</strong>o – Bufo viridis. In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e<br />

Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione<br />

<strong>Liguria</strong>.<br />

Autore Sebastiano Salvidio<br />

188


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 189<br />

Nome scientifico Hyla <strong>in</strong>termedia Boulenger, 1882<br />

S<strong>in</strong>onimi: Hyla arborea, Hyla italica<br />

Nome comune.<br />

Raganella italiana<br />

189<br />

Livello di protezione<br />

La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />

allegati II e IV della Direttiva<br />

comunitaria<br />

92/43 “Habitat” ed è<br />

protetta dalla L.R. 4/92,<br />

<strong>in</strong> entrambi i casi come<br />

Hyla arborea)<br />

Identificazione<br />

È un anuro arboricolo, facilmente<br />

riconoscibile per<br />

i dischi adesivi all’estremità<br />

delle dita e la colorazione<br />

del corpo verde brillante<br />

con banda nera laterale<br />

ben evidente (la banda<br />

è assente <strong>in</strong> Hyla meridionalis). Il canto è un gracidio tipico e <strong>in</strong>confondibile dato<br />

da una serie molto veloce di note (note distanziate <strong>in</strong> Hyla meridionalis). I gir<strong>in</strong>i<br />

hanno colorazione verdastra, occhi laterali e p<strong>in</strong>na caudale con <strong>in</strong>serzione molto spostata<br />

verso la parte anteriore del corpo.<br />

Distribuzione<br />

Hyla <strong>in</strong>termedia è endemica della penisola italiana e è presente dalla Sicilia f<strong>in</strong>o al Friuli.<br />

In <strong>Liguria</strong>, la specie è rarissima, quasi est<strong>in</strong>ta nello Spezz<strong>in</strong>o, una sola segnalazione<br />

nella Val Bormida (SV). Non esistono studi specifici sulla specie <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong>.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

Si riproduce <strong>in</strong> corpi d’acqua stagnante (vasche, abbeveratoi, stagni, pozze di torrente,<br />

cave abbandonate) purchè ci sia una vegetazione arbustiva circostante. In <strong>Liguria</strong><br />

Sembra legata ad ambienti planiziali.<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />

L’abbandono degli abbeveratoi e delle vasche di raccolta <strong>in</strong> zone agricole sembra essere<br />

la causa della rarefazione della specie <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong>. Inqu<strong>in</strong>amento ed immissione di<br />

pesci sono altri fattori sicuramente negativi.<br />

Interventi gestionali<br />

Ulteriori ricerche dovrebbero essere condotte nella piana del Magra, al f<strong>in</strong>e di veri-


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 190<br />

ficare l’attuale distribuzione<br />

e presenza della<br />

specie. Nei pSIC l’uso<br />

di <strong>in</strong>setticidi e di anticrittogamici<br />

dovrebbe<br />

essere attentamente<br />

valutato e possibilmente<br />

ridotto.<br />

Interventi utili per migliorare<br />

lo status delle<br />

popolazioni locali<br />

Il riprist<strong>in</strong>o di vasche,<br />

abbeveratoi e bracci morti dei corsi d’acqua sarebbe utile per aumentare gli habitat<br />

di riproduzione della specie. La re<strong>in</strong>troduzione a partire da uova e gir<strong>in</strong>i è un <strong>in</strong>tervento<br />

che ha dato buoni risultati <strong>in</strong> Nord Europa con la specie aff<strong>in</strong>e H. arborea. Pertanto,<br />

nel caso che habitat idonei siano presenti o riprist<strong>in</strong>ati nella valle del Magra,<br />

la re<strong>in</strong>troduzione di uova e gir<strong>in</strong>i provenienti dalle popolazioni vic<strong>in</strong>e (es. Toscana) è<br />

auspicabile.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Censimenti e monitoraggi su presenza/assenza sono attuabili nel periodo riproduttivo<br />

che va da maggio a luglio. Operatori esperti sono <strong>in</strong> grado di determ<strong>in</strong>are i<br />

gir<strong>in</strong>i sul campo. Il canto è facilmente riconoscibile e provocato con tecniche di<br />

“playback”.<br />

Stime di popolazioni sulla base di esperimenti di cattura e ricattura sono possibili ma<br />

molto dispendiose e poco raccomandabili su popolazioni di piccole dimensioni. In<br />

questi casi gli operatori dovrebbero essere autorizzati dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> <strong>in</strong><br />

deroga al D.P.R. 357/97.<br />

Bibliografia<br />

EMANUELI L. (1994). Raganella comune – Hyla arborea. In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili<br />

della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione<br />

<strong>Liguria</strong>.<br />

Autore Sebastiano Salvidio<br />

190


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 191<br />

Nome scientifico Hyla meridionalis Boettger, 1874<br />

S<strong>in</strong>onimi: nessuno<br />

Nome comune<br />

Raganella mediterranea<br />

191<br />

Livello di protezione<br />

La specie è <strong>in</strong>serita nell’allegato<br />

IV della Direttiva<br />

comunitaria 92/43 “Habitat”<br />

ed è protetta dalla L.R.<br />

4/92.<br />

Identificazione<br />

È un anuro arboricolo, facilmente<br />

riconoscibile per<br />

i dischi adesivi all’estremità<br />

delle dita e la colorazione<br />

del corpo verde brillante<br />

senza banda nera laterale<br />

(presente <strong>in</strong>vece <strong>in</strong><br />

Hyla <strong>in</strong>termedia). Il canto<br />

è un gracidio tipico e <strong>in</strong>confondibile.<br />

I gir<strong>in</strong>i hanno colorazione verdastra, occhi laterali e p<strong>in</strong>na caudale con<br />

<strong>in</strong>serzione molto spostata verso la parte anteriore del corpo.<br />

Distribuzione<br />

Hyla meridionalis è presente nella penisola Iberica, Francia meridionale e Italia occidentale<br />

(<strong>Liguria</strong> e una sola stazione <strong>in</strong> Piemonte <strong>in</strong> Val Tanaro, presso il conf<strong>in</strong>e con<br />

la prov<strong>in</strong>cia di Imperia). In <strong>Liguria</strong>, la specie è diffusa lungo la costa di Imperia, Savona,<br />

e Genova. In prov<strong>in</strong>cia di La Spezia. Riomaggiore, nel Parco Nazionale delle C<strong>in</strong>que<br />

Terre, risulta, attualmente, la stazione più orientale conosciuta per la specie.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

Si riproduce <strong>in</strong> corpi d’acqua stagnante (vasche, abbeveratoi, stagni, pozze di torrente,<br />

cave abbandonate) purchè ci sia una vegetazione arbustiva circostante. Non particolarmente<br />

a rischio, <strong>in</strong> quanto ben adattata alla vita <strong>in</strong> giard<strong>in</strong>i, orti, frutteti e campi coltivati<br />

purché siano presenti corpi d’acqua con vegetazione acquatica e assenza di pesci.<br />

Incentivando l’agricoltura e l’allevamento tradizionali si possono mantenere condizioni<br />

idonee alla sua persistenza. Ciò dovrebbe essere tenuto presente nella formulazione dei<br />

piani di gestione delle aree protette e dei pSIC. Al momento azioni di ripopolamento<br />

non sembrano necessarie (eventualmente sarebbero da utilizzare uova e gir<strong>in</strong>i).<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />

Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono l’abbandono delle attività agricole tradizionali, la captazio-


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 192<br />

ne delle acque. Inoltre<br />

l’<strong>in</strong>troduzione di pesci<br />

nelle vasche e negli abbeveratoi<br />

sarebbe assolutamente<br />

da evitare, <strong>in</strong><br />

particolare all’<strong>in</strong>terno<br />

sei pSIC.<br />

Interventi gestionali<br />

Riprist<strong>in</strong>o e creazione<br />

di zone umide di piccole<br />

dimensioni, rimozione<br />

dei pesci dai siti<br />

di riproduzione.<br />

Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />

Effettuare censimenti nei SIC <strong>in</strong> cui la specie è o era segnalata, <strong>in</strong> particolare al limite<br />

orientale dell’areale (C<strong>in</strong>que Terre) al f<strong>in</strong>e di programmare le attività di gestione.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Il periodo di attività si protrae da marzo a ottobre. In tarda primavera-estate la presenza<br />

è facilmente rilevabile al canto notturno anche stimolato da playback sonoro. Operatori<br />

esperti sono <strong>in</strong> grado di determ<strong>in</strong>are i gir<strong>in</strong>i sul campo. Stime dell’abbondanza di<br />

popolazione non sono mai stati effettuati <strong>in</strong> Italia; eventualmente possono essere effettuati<br />

utilizzando il canto con classi di abbondanza (pochi esemplari, molti, moltissimi).<br />

Bibliografia<br />

BUSSOLINI V., SALVIDIO S. (2000). Rettili e anfibi del parco nazionale delle C<strong>in</strong>que Terre:<br />

aspetti gestionali e di conservazione. In: Nardelli R. (ed.) Fauna 2000 - Indag<strong>in</strong>i<br />

sulla fauna del comprensorio prov<strong>in</strong>ciale spezz<strong>in</strong>o. Luna Editore, La Spezia, 64 pp.<br />

EMANUELI L., SALVIDIO S., ARILLO A. (1995). The distribution and status of Hyla meridionalis<br />

<strong>in</strong> Italy. In: LLORENTE G.A., MONTORI A., SANTOS X. & CARRETERO Eds. Scientia<br />

Herpetologica, pp. 312-313.<br />

GARCIÁ PARÍS M. (1997). Hyla meridionalis, 1874. pp. 126-127. In: Atlas of Amphibians<br />

and Reptiles <strong>in</strong> Europe. GASC J.-P., CABELA A., CRNOBRJA-ISAILOVIC J., DOLMEN D., GROS-<br />

SENBACHER K., HAFFNER P., LESCURE J., MARTENS H., MARTINEZ RICA J. P., MAURIN H., OLI-<br />

VEIRA M.E., SOFIANIDOU T. S.,VEITH M. ET ZUIDERWIJK A. (Eds). Societas Europaea Herpetologica<br />

& Muséum national d’Histoire Naturelle (IEGB/SPN).<br />

Autore Dario Ottonello e Sebastiano Salvidio<br />

192


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 193<br />

Nome scientifico Rana dalmat<strong>in</strong>a Bonaparte, 1838<br />

Nome comune<br />

Rana dalmat<strong>in</strong>a<br />

Livello di protezione<br />

La specie è <strong>in</strong>serita nell’allegato<br />

IV della Direttiva<br />

comunitaria 92/43 “Habitat”<br />

ed è protetta dalla<br />

L.R. 4/92.<br />

Identificazione<br />

È una rana “bruna” o “rossa”<br />

(colore marrone scuro<br />

o rosso mattone con evidente<br />

macchia nera dietro<br />

l’occhio) che vive <strong>in</strong> zone<br />

aperte, prati, campi macchie<br />

rade. Si dist<strong>in</strong>gue dalla<br />

altre rane brune (R. temporaria<br />

e R. italica) per la colorazione sempre chiara della gola senza macchie. I gir<strong>in</strong>i<br />

sono marroni o grigi e identificabili con certezza solo all’osservazione microscopica dopo<br />

fissazione. Le ovature sono di medie dimensioni e sferiche, spesso galleggianti. Possono<br />

essere confuse con quelle di Rana italica.<br />

Distribuzione<br />

È una specie diffusa <strong>in</strong> gran parte d’Europa e <strong>in</strong> Turchia. È presente <strong>in</strong> tutta la <strong>Liguria</strong>,<br />

con distribuzione altitud<strong>in</strong>ale che raramente supera i 900 m.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

Si riproduce <strong>in</strong> varie tipologie di habitat con prevalenza di stagni, pozze anche temporanee<br />

e torrenti piuttosto soleggiati. Può riprodursi <strong>in</strong> zone artificiali come vasche<br />

e pozze per irrigazione. Può convivere con Hyla meridionalis, Salamandra salamandra,<br />

Bufo bufo e a volte con Rana italica (parte settentrionale del Promontorio<br />

di Portof<strong>in</strong>o).<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />

Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono la captazione delle acque, il riempimento degli stagni e<br />

delle pozze. È <strong>in</strong> grado di adattarsi agli ambienti agricoli purchè ci sia alternanza di<br />

zone umide e aree ecotonali (siepi, <strong>in</strong>colti etc.).<br />

193


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 194<br />

Interventi gestionali<br />

È necessario <strong>in</strong>centivare<br />

il mantenimento e la<br />

creazione di piccole<br />

zone umide nelle aree<br />

maggiormente antropizzate.<br />

Nei pSIC i piani<br />

di gestione dovrebbero<br />

<strong>in</strong>centivare il<br />

mantenimento di zone<br />

umide e di aree ecotonali.<br />

Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />

Le attività di re<strong>in</strong>troduzione non sono necessarie se gli habitat vengono mantenuti<br />

idonei. La specie ha buone capacità di colonizzazione.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Il periodo di attività va da febbraio a maggio. Data la difficoltà di catturare numeri<br />

elevati di adulti per studi di marcatura e ricattura, il monitoraggio potrebbe verificare<br />

la costante riproduzione tramite osservazione (e la conta) di ovature e gir<strong>in</strong>i. Tali<br />

attività possono essere condotte da personale non specializzato ma opportunamente<br />

istruito.<br />

Bibliografia<br />

BUSSOLINI V., SALVIDIO S. (2000). Rettili e anfibi del parco nazionale delle C<strong>in</strong>que Terre:<br />

aspetti gestionali e di conservazione. In: NARDELLI R. (ed.) Fauna 2000 - Indag<strong>in</strong>i<br />

sulla fauna del comprensorio prov<strong>in</strong>ciale spezz<strong>in</strong>o. Luna Editore, La Spezia, 64 pp.<br />

BARBIERI F. (1994). Rana appenn<strong>in</strong>ica - Rana italica. In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili<br />

della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione<br />

<strong>Liguria</strong>.<br />

Autore Sebastiano Salvidio<br />

194


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 195<br />

Nome scientifico Rana italica Dubois, 1987<br />

S<strong>in</strong>onimi: Rana graeca, Rana graeca italica<br />

Nome comune<br />

Rana appenn<strong>in</strong>ica<br />

Livello di protezione<br />

La specie è <strong>in</strong>serita nell’allegato<br />

IV della Direttiva<br />

comunitaria 92/43 “Habitat”<br />

ed è protetta dalla<br />

L.R. 4/92.<br />

Identificazione<br />

È una rana “bruna” o “rossa”<br />

(colore marrone scuro<br />

o rosso mattone con evidente<br />

macchia nera dietro<br />

l’occhio) che vive lungo i<br />

torrenti. Si dist<strong>in</strong>gue dalla<br />

altre rane brune (R. temporaria<br />

e R. dalmat<strong>in</strong>a) per<br />

la colorazione scura della gola con evidente l<strong>in</strong>ea chiara centrale e per una l<strong>in</strong>ea bianca<br />

sul labbro superiore che va dalla mandibola all’occhio. I gir<strong>in</strong>i sono marroni/neri e<br />

identificabili con certezza solo all’osservazione microscopica dopo fissazione. Le ovature<br />

sono di piccole dimensioni e sferiche, spesso aderenti alle rocce. Possono essere confuse<br />

con quelle di Rana dalmat<strong>in</strong>a.<br />

Distribuzione<br />

È una specie endemica della penisola italiana, la cui distribuzione va dalla Calabria al<br />

basso Piemonte. In <strong>Liguria</strong> è abbondante dallo Spezz<strong>in</strong>o f<strong>in</strong>o alla prov<strong>in</strong>cia di Genova.<br />

È assente a Savona e Imperia. La distribuzione altitud<strong>in</strong>ale va dal livello del mare<br />

f<strong>in</strong>o a circa 1000 m, con preferenza per le quote coll<strong>in</strong>ari.<br />

Notizie utili per la conservazione della specie<br />

Si riproduce quasi esclusivamente nei torrenti appenn<strong>in</strong>ici con substrato roccioso, sia<br />

sul versante tirrenico sia su quello adriatico. Gli habitat preferenziali sono le zone boscate<br />

e <strong>in</strong> particolare i boschi misti. Si riproduce a f<strong>in</strong>e <strong>in</strong>verno - <strong>in</strong>izio primavera <strong>in</strong><br />

particolare nelle pozze dei torrenti. Convive spesso con Salamandr<strong>in</strong>a terdigitata, Salamandra<br />

salamandra, Bufo bufo e a volte con Rana dalmat<strong>in</strong>a (parte settentrionale<br />

del Promontorio di Portof<strong>in</strong>o).<br />

195


05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 196<br />

Possibili m<strong>in</strong>acce e<br />

fattori di rischio<br />

Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce<br />

sono la captazione delle<br />

acque, l’artificializzazione<br />

delle sponde e<br />

l’alterazione delle aree<br />

naturali circostanti i<br />

torrenti (taglio e <strong>in</strong>cendi<br />

boschivi). Nelle<br />

zone urbane è negativo<br />

anche l’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento<br />

delle acque.<br />

Interventi gestionali<br />

Non ci sono particolari <strong>in</strong>terventi attivi se non il mantenimento della naturalità dei<br />

corsi d’acqua e degli habitat terrestri che li circondano. Nelle aree protette e nei pSIC<br />

i piani di gestione dovrebbero garantire la presenza della lettiera lungo i torrenti e <strong>in</strong><br />

generale la naturalità di questi habitat e che tutelano anche molte altre specie acquatiche<br />

(anfibi e gambero di fiume).<br />

Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />

Le attività di re<strong>in</strong>troduzione non sono necessarie se gli habitat vengono mantenuti<br />

idonei.<br />

Metodi di monitoraggio<br />

Il periodo di attività va da marzo a maggio. Gli adulti sono contattabili anche <strong>in</strong> autunno<br />

durante le piogge. Data la difficoltà di catturare numeri elevati di adulti per<br />

studi di marcatura e ricattura, il monitoraggio potrebbe verificare la costante riproduzione<br />

tramite osservazione di ovature e gir<strong>in</strong>i. Tali attività possono essere condotte<br />

da personale non specializzato ma opportunamente istruito.<br />

Bibliografia<br />

BUSSOLINI V., SALVIDIO S. (2000). Rettili e anfibi del parco nazionale delle C<strong>in</strong>que Terre:<br />

aspetti gestionali e di conservazione. In: NARDELLI R. (ed.) Fauna 2000 - Indag<strong>in</strong>i<br />

sulla fauna del comprensorio prov<strong>in</strong>ciale spezz<strong>in</strong>o. Luna Editore, La Spezia, 64 pp.<br />

BARBIERI F. (1994). Rana appenn<strong>in</strong>ica - Rana italica. In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili della<br />

<strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />

196<br />

Autore Sebastiano Salvidio

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