Anfibi - Ambiente in Liguria
Anfibi - Ambiente in Liguria
Anfibi - Ambiente in Liguria
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<strong>Anfibi</strong>
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Nome scientifico Salamadr<strong>in</strong>a terdigitata (Lacépède, 1788)<br />
Nome comune<br />
Salamandr<strong>in</strong>a dagli occhiali<br />
177<br />
Livello di protezione<br />
La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />
allegati II e IV della Direttiva<br />
comunitaria 92/43<br />
“Habitat” ed è particolarmente<br />
protetta dalla L.R.<br />
4/92.<br />
Identificazione<br />
È una salamandra di piccole<br />
dimensioni (lunghezza<br />
massima totale 10 cm),<br />
aspetto molto gracile,<br />
dorso nero o marrone<br />
scuro e ventre bianco,<br />
rosso e nero. Le dita della<br />
zampa posteriore sono 4<br />
(5 <strong>in</strong> tutte le altre salamndre italiane). Le ovature sono piccole e attaccate alla vegetazione<br />
acquatica. Le larve sono molto piccole e difficilmente osservabili.<br />
Distribuzione<br />
La specie appartiene a un genere endemico della penisola italiana, la cui distribuzione<br />
va dalla Calabria al basso Piemonte. In <strong>Liguria</strong> è presente nelle aree appenn<strong>in</strong>iche<br />
delle prov<strong>in</strong>ce di La Spezia (piuttosto rara) e di Genova (relativamente abbondante).<br />
La distribuzione altitud<strong>in</strong>ale va da circail livello del mare f<strong>in</strong>o a circa 900 m, con preferenza<br />
per le quote coll<strong>in</strong>ari.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
Si riproduce quasi esclusivamente nei torrenti appenn<strong>in</strong>ici con substrato roccioso, sia<br />
sul versante tirrenico sia su quello adriatico. Gli habitat preferenziali sono i boschi<br />
umidi di latifoglie: boschi misti, castagneti e macchie a leccio. Si riproduce <strong>in</strong> primavera<br />
(marzo-giugno) nelle pozze dei torrenti e a volte <strong>in</strong> vasche artificiali. È reperibile<br />
<strong>in</strong> aree urbane purché lungo i torrenti sia presente vegetazione arborea o arbustiva.<br />
Convive spesso con Salamandra salamandra, Bufo bufo, Speleomantes str<strong>in</strong>atii, Rana<br />
temporaria e Rana italica.<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />
Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono la captazione delle acque, l’artificializzazione delle sponde,<br />
l’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento e l’alterazione delle aree naturali circostanti i torrenti (taglio e <strong>in</strong>cen-
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di boschivi). Nelle zone<br />
urbane è negativa la<br />
discarica di <strong>in</strong>erti lungo<br />
i torrenti.<br />
Interventi gestionali<br />
Non ci sono particolari<br />
<strong>in</strong>terventi attivi se<br />
non il mantenimento<br />
della naturalità dei corsi<br />
d’acqua e degli habitat<br />
terrestri che li circondano.<br />
Nelle aree<br />
protette e nei pSIC i piani di gestione dovrebbero garantire il mantenimento della<br />
lettiera lungo i torrenti e <strong>in</strong> generale la naturalità dei torrenti <strong>in</strong> aree boscate; questi<br />
habitat tutelano anche molte altre specie acquatiche.<br />
Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />
Le attività di re<strong>in</strong>troduzione non sembrano necessarie se gli habitat vengono mantenuti<br />
idonei. La metodologia di rimozione delle uova e rilascio delle larve <strong>in</strong> via di metamorfosi<br />
<strong>in</strong> qualche caso potrebbe esser utilizzata.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Il periodo di attività va da febbraio a ottobre. Gli adulti sono difficilmente contattabili<br />
(solo le femm<strong>in</strong>e si spostano verso l’acqua per deporre) e sono prevalentemente<br />
terrestri. La verifica della presenza di ovature <strong>in</strong> primavera sembra il metodo più economico<br />
per accertare la riproduzione. Il monitoraggio tramite macrofotografie è utilizzabile<br />
con successo ma è estremamente costoso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano d’opera.<br />
Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente<br />
autorizzato dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> (DPR 357/97 art. 12).<br />
Bibliografia<br />
BARBIERI F. (1994). Salamandr<strong>in</strong>a dagli occhiali - Salamandr<strong>in</strong>a terdigitata. In Atlante degli<br />
<strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali,<br />
2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />
Autore Sebastiano Salvidio<br />
178
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Nome scientifico Triturus carnifex (Laurenti, 1768)<br />
S<strong>in</strong>onimi: Triturus cristatus carnifex<br />
Nome comuneTritone crestato meridionale, Tritone crestato italiano<br />
179<br />
Livello di protezione<br />
La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />
allegati II e IV della Direttiva<br />
comunitaria 92/43<br />
“Habitat” ed è protetta<br />
dalla L.R. 4/92.<br />
Identificazione<br />
Tritone di medie dimensioni<br />
(lunghezza massima<br />
totale 10 cm), dist<strong>in</strong>guibile<br />
dalle due altre specie liguri<br />
(Triturus vulgaris e Triturus<br />
alpestris) per la presenza<br />
di grosse macchie<br />
scure sul ventre e assenza<br />
di bande scure sul capo.<br />
Distribuzione<br />
La specie è presente <strong>in</strong> tutta Italia con esclusione delle isole. In <strong>Liguria</strong> è presente solo<br />
nelle zone montane della prov<strong>in</strong>cia di Savona, Genova e La Spezia. La distribuzione<br />
è comunque molto frammentata.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
Si riproduce <strong>in</strong> acque stagnanti piuttosto profonde sia temporanee sia perenni. Quasi<br />
completamente assente dalle zone pianeggianti, predilige gli stagni montuosi <strong>in</strong> aree<br />
a copertura forestale <strong>in</strong>tatta o poco alterata. Convive spesso con Salamandra salamandra,<br />
Triturus alpestris e Rana temporaria. Nella foresta delle Lame (Parco dell’Aveto,<br />
GE) e sul Monte Beigua (Parco del Beigua, GE e SV) si riproduce con Triturus alpestris<br />
e Triturus vulgaris<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />
Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono il riempimento delle zone umide e l’<strong>in</strong>troduzione di specie<br />
ittiche negli stagni. Per quanto riguarda le aree terrestri il taglio del bosco e<br />
l’asportazione della lettiera sono fattori negativi per la sopravvivenza durante la fase<br />
terrestre.<br />
Interventi gestionali<br />
Rimozione di pesci e mantenimento delle condizioni idriche degli stagni di presenza.
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Interventi utili per migliorare<br />
lo status delle<br />
popolazioni locali<br />
L’approfondimento degli<br />
stagni <strong>in</strong> via di <strong>in</strong>terramento<br />
potrebbero<br />
essere azioni utili a<br />
migliorare l’habitat.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Il periodo di attività va<br />
da marzo a giugno. Gli<br />
adulti sono catturabili con reti e il monitoraggio tramite macrofotografie è utilizzabile<br />
con successo ma è estremamente costoso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano d’opera.<br />
Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente<br />
autorizzato dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> (DPR 357/97 art. 12).<br />
Bibliografia<br />
RAINERI V. (1994). Tritone crestato meridionale – Triturus carnifex. In Atlante degli<br />
<strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali,<br />
2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />
Autore Sebastiano Salvidio<br />
180
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Nome scientifico Speleomantes ambrosii (Lanza, 1955)<br />
S<strong>in</strong>onimi: Speleomantes str<strong>in</strong>atii; Speleomantes italicus<br />
Nome comune<br />
Geotritone di Ambrosi<br />
Livello di protezione<br />
La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />
allegati II e IV della Direttiva<br />
comunitaria 92/43<br />
“Habitat” ed è protetta<br />
dalla L.R. 4/92.<br />
Identificazione<br />
Salamandra terrestre di<br />
medie dimensioni (lunghezza<br />
massima totale 12<br />
cm), dist<strong>in</strong>guibile dalla salamandra<br />
pezzata (Salamandra<br />
salamandra) per<br />
l’assenza di colore nero<br />
pece sul dorso e delle caratteristiche<br />
macchie giallo limone. La coda a sezione circolare dist<strong>in</strong>gue il geotritone<br />
di Ambrosi da tutte le specie di tritoni che hanno coda schiacciata lateralmente<br />
e a sezione ellittica.<br />
Distribuzione<br />
Specie endemica della <strong>Liguria</strong> orientale (parte orientale della Prov<strong>in</strong>cia di Genova e Spezz<strong>in</strong>o)<br />
e della Toscana nord-occidentale (parte meridionale della prov<strong>in</strong>cia di Massa-Carrara).<br />
È uno dei vertebrati italiani con areale più ridotto anche se all’<strong>in</strong>terno del suo areale,<br />
lo Speleomantes ambrosii è relativamente comune, specialmente nelle aree carsiche.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
Specie terrestre e rupicola vive <strong>in</strong> habitat diversi: boschi di conifere, latifoglie, boschi misti,<br />
macchia e zone rocciose. Spesso osservabile sotto le pietre e nelle cavità sotterranee<br />
(grotte, fessure, ecc.). La specie predilige le aree calcaree ma colonizza anche arenarie,<br />
marne e ofioliti. Presente anche <strong>in</strong> habitat antropici (sotterranei, cant<strong>in</strong>e) purché molto<br />
umidi. Depone le uova fuori dall’acqua, <strong>in</strong> ambienti ad alta umidità atmosferica.<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />
Le cave di estrazione sottraggono habitat idonei alla specie; l’alterazione delle condizioni<br />
igrometriche sotterranee o del suolo sono negative. Le popolazioni che vivono<br />
nelle grotte di facile accesso sono vulnerabili, per impatto diretto (raccolta) e <strong>in</strong>diretto<br />
(alterazione microclima).<br />
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Interventi gestionali<br />
Nelle aree boscate, il<br />
taglio e la rimozione<br />
della lettiera devono<br />
essere evitate. Raccomandabile<br />
la tutela delle<br />
grotte (tramite chiusura),<br />
soprattutto di<br />
quelle <strong>in</strong> cui la specie<br />
si aggrega <strong>in</strong> gran numero.<br />
Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />
Il mantenimento degli habitat idonei sembra sufficiente a garantire la sopravvivenza<br />
delle specie. Nei pSIC il controllo delle condizioni di naturalità e umidità del suolo e<br />
del livello di falda appare importante.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Il periodo di attività va da marzo a ottobre. Gli adulti sono contattabili di notte (anche<br />
di giorno nelle grotte). Esperimenti di rimozione temporanea permettono il calcolo<br />
dell’abbondanza delle popolazioni con sforzi relativamente contenuti, ma deve<br />
essere garantito il mantenimento degli esemplari <strong>in</strong> ambienti umidi. La marcatura degli<br />
adulti tramite macrofotografia è possibile, ma molto dispendiosa <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano<br />
d’opera e di tempo.<br />
Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente<br />
autorizzato dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> (DPR 357/97 art. 12).<br />
Bibliografia<br />
LANZA B., CAPUTO V., NASCETTI G. & BULLINI L. (1995) – Morphologic and genetic<br />
studies of the European plethodonthid salamanders: taxonomic <strong>in</strong>ferences (genus Hydromantes).<br />
Monografie XVI. Museo Regionale di Scienze Naturali, Tor<strong>in</strong>o; 368 pp.<br />
SALVIDIO S. (1994). Geotritone di Ambrosi e Geotritone italiano – Speleomantes ambrosii<br />
e Speleomantes italicus . In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA<br />
G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />
SALVIDIO S. (2001). Estimat<strong>in</strong>g terrestrial salamander abundance <strong>in</strong> different habitats:<br />
efficiency of temporary removal methods. Herpetological Review, 32(1): 21-24.<br />
182<br />
Autore Sebastiano Salvidio
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Nome scientifico Speleomantes str<strong>in</strong>atii (Aellen, 1958)<br />
S<strong>in</strong>onimi: Speleomantes ambrosii<br />
Nome comune<br />
Geotritone di Str<strong>in</strong>ati<br />
Livello di protezione<br />
La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />
allegati II e IV della Direttiva<br />
comunitaria 92/43<br />
“Habitat” ed è protetta<br />
dalla L.R. 4/92.<br />
Identificazione<br />
Salamandra terrestre di<br />
medie dimensioni (lunghezza<br />
massima totale 12<br />
cm), dist<strong>in</strong>guibile dalla salamandra<br />
pezzata (Salamandra<br />
salamandra) per<br />
l’assenza di colore nero pece sul dorso e delle caratteristiche macchie giallo limone.<br />
La coda a sezione circolare dist<strong>in</strong>gue il geotritone da tutte le specie di tritoni che<br />
hanno coda schiacciata lateralmente e a sezione ellittica.<br />
Distribuzione<br />
Dal sud della Francia (Var) f<strong>in</strong>o alla alla <strong>Liguria</strong> orientale (parte orientale della Prov<strong>in</strong>cia<br />
di Genova). All’<strong>in</strong>terno di questo areale lo Speleomantes str<strong>in</strong>atii è relativamente<br />
comune, specialmente nelle aree carsiche.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
Specie terrestre e rupicola vive <strong>in</strong> habitat diversi: boschi di conifere, latifoglie, boschi<br />
misti, macchia e zone rocciose. Spesso osservabile sotto le pietre e nelle cavità sotterranee<br />
(grotte, fessure, ecc.). La specie predilige le aree calcaree ma colonizza anche<br />
arenarie, marne e ofioliti. Presente anche <strong>in</strong> habitat antropici (sotterranei, cant<strong>in</strong>e)<br />
purché molto umidi. Depone le uova fuori dall’acqua, <strong>in</strong> ambienti ad alta umidità atmosferica.<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />
Le cave di estrazione sottraggono habitat idonei alla specie; l’alterazione delle condizioni<br />
igrometriche sotterranee o del suolo sono negative. Le popolazioni che vivono<br />
nelle grotte di facile accesso sono vulnerabili, per impatto diretto (raccolta) e <strong>in</strong>diretto<br />
(alterazione microclima).<br />
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Interventi gestionali<br />
Nelle aree boscate, il<br />
taglio e la rimozione<br />
della lettiera devono<br />
essere evitate. Raccomandabile<br />
la tutela delle<br />
grotte (tramite chiusura),<br />
soprattutto di<br />
quelle <strong>in</strong> cui la specie<br />
si aggrega <strong>in</strong> gran numero.<br />
Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />
Il mantenimento degli habitat idonei sembra sufficiente a garantire la sopravvivenza<br />
delle specie. Nei pSIC il controllo delle condizioni di naturalità e umidità del suolo e<br />
del livello di falda appare importante.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Il periodo di attività va da marzo a ottobre. Gli adulti sono contattabili di notte (anche<br />
di giorno nelle grotte). Esperimenti di rimozione temporanea permettono il calcolo<br />
dell’abbondanza delle popolazioni con sforzi relativamente contenuti, ma deve<br />
essere garantito il mantenimento degli esemplari <strong>in</strong> ambienti umidi. La marcatura degli<br />
adulti tramite macrofotografia è possibile, ma molto dispendiosa <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano<br />
d’opera e di tempo.<br />
Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente<br />
autorizzato dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> (DPR 357/97 art. 12).<br />
Bibliografia<br />
LANZA B., CAPUTO V., NASCETTI G. & BULLINI L. (1995) – Morphologic and genetic<br />
studies of the European plethodonthid salamanders: taxonomic <strong>in</strong>ferences (genus Hydromantes).<br />
Monografie XVI. Museo Regionale di Scienze Naturali, Tor<strong>in</strong>o; 368 pp.<br />
SALVIDIO S. (1994). Geotritone di Ambrosi e Geotritone italiano – Speleomantes ambrosii<br />
e Speleomantes italicus . In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA<br />
G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />
SALVIDIO S. (2001). Estimat<strong>in</strong>g terrestrial salamander abundance <strong>in</strong> different habitats:<br />
efficiency of temporary removal methods. Herpetological Review, 32(1): 21-24.<br />
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Autore Sebastiano Salvidio
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Nome scientifico Bomb<strong>in</strong>a pachypus Bonaparte, 1838<br />
S<strong>in</strong>onimi: Bomb<strong>in</strong>a variegata pachypus; Bomb<strong>in</strong>a variegata<br />
Nome comune<br />
Ululone appenn<strong>in</strong>ico<br />
Livello di protezione<br />
La specie, citata come<br />
Bomb<strong>in</strong>a variegata, è <strong>in</strong>serita<br />
negli allegati II e IV<br />
della Direttiva comunitaria<br />
92/43 “Habitat” ed è particolarmente<br />
protetta dalla<br />
L.R. 4/92.<br />
Identificazione<br />
Piccolo rospetto (lunghetta<br />
totale massima 5 cm)<br />
con pelle molto verrucosa<br />
e colore ventrale giallo<br />
con macchie grigie. Le uova<br />
sono deposte <strong>in</strong> piccoli<br />
ammassi aderenti alla vegetazione. Le larve hanno spiracolo ventrale (riconoscibili<br />
da un esperto anche senza fissazione).<br />
Distribuzione<br />
È una specie diffusa lungo tutta la catena appenn<strong>in</strong>ica e assente dalle isole (le <strong>in</strong>dicazioni<br />
per la Sicilia sono sbagliate). La <strong>Liguria</strong> rappresenta il limite nord-occidentale di<br />
distribuzione della specie; è presente solo nelle prov<strong>in</strong>ce di Genova (molto rara) e La<br />
Spezia (piuttosto rara) prevalentemente a quote coll<strong>in</strong>ari e montane.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
È una specie che si riproduce nelle pozze temporanee, stagni, abbeveratoi e raramente<br />
nei torrenti. Sfrutta bene le piccole riserve d’acqua artificiali create nelle aree a pascolo<br />
e ad agricoltura tradizionale. Poco appariscente e difficile localizzazione per i<br />
non esperti.<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />
Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono il riempimento delle zone umide di riproduzione, dovuto<br />
all’abbandono delle pratiche agricole e all’allevamento estensivo. L’evoluzione naturale<br />
della vegetazione sfavorisce questa specie <strong>in</strong> quanto tende a <strong>in</strong>terrare e ombreggiare<br />
le zone umide.<br />
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Interventi gestionali<br />
Nei SIC ricerche specifiche<br />
dovrebbero identificare<br />
i siti di riproduzione<br />
e i piani di gestione<br />
dovrebbero <strong>in</strong>centivare<br />
il mantenimento<br />
di zone soleggiate.<br />
Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />
Nelle zone di presenza, la creazione di una rete di pozze temporanee o di abbeveratoi<br />
potrebbe aumentare le densità a livello locale. Nei casi di est<strong>in</strong>zione certa, dopo<br />
la creazione di habitat idonei, la re<strong>in</strong>troduzione può avvenire tramite l’immissione di<br />
ovature e gir<strong>in</strong>i.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Il periodo di riproduzione va da aprile a giugno. Gli adulti possono essere contattati<br />
di giorno nell’acqua. L’effettiva riproduzione può essere verificata osservando i gir<strong>in</strong>i<br />
(di grandi dimensioni e con spiracolo ventrale). La marcatura degli adulti tramite<br />
macrofotografia è possibile, ma molto dispendiosa <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di mano d’opera e di<br />
tempo. Le attività di cattura devono essere condotte solo da un competente specialista<br />
dotato di autorizzazione m<strong>in</strong>isteriale (art. 12, DPR 357/97).<br />
Bibliografia<br />
EMANUELI L. (1994). Ululone dal ventre giallo – Bomb<strong>in</strong>a variegata. In Atlante degli<br />
<strong>Anfibi</strong> e Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali,<br />
2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />
Autore Sebastiano Salvidio<br />
186
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Nome scientifico Bufo viridis Laurenti, 1768<br />
Nome comune<br />
Rospo smerald<strong>in</strong>o<br />
187<br />
Livello di protezione<br />
La specie è <strong>in</strong>serita nell’allegato<br />
IV della Direttiva<br />
comunitaria 92/43 “Habitat”<br />
ed è particolarmente<br />
protetta dalla L.R. 4/92.<br />
Identificazione<br />
Aspetto da rospo (ghiandole<br />
parotoidi dietro gli<br />
occhi e pelle granulosa)<br />
con colore di fondo bianco/crema<br />
e macchie versastre<br />
con contorno nero.<br />
L’iride giallo/verde permette<br />
di dist<strong>in</strong>gure facilmente<br />
il rospo smerald<strong>in</strong>o<br />
dal rospo comune (Bufo bufo) che ha iride color rame. Le ovature e i gir<strong>in</strong>i sono<br />
molto simili a quelli del rospo comune.<br />
Distribuzione<br />
È una specie diffusa <strong>in</strong> tutta Italia isole comprese. La <strong>Liguria</strong> rappresenta il limite occidentale<br />
di distribuzione della specie. In questa regione ha una distribuzione disgiunta:<br />
è presente nello Spezz<strong>in</strong>o e <strong>in</strong> qualche sito costiero della prov<strong>in</strong>cia di Savona. Ulteriori<br />
ricerche potrebbero colmare queste lacume. La distribuzione altitud<strong>in</strong>ale nella<br />
nostra regione è limitata alle altitud<strong>in</strong>i <strong>in</strong>feriori ai 300 m.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
È una specie pioniera che predilige le zone alluvionali e le aree aperte. Ha una buona<br />
adattabilità ed è <strong>in</strong> grado di colonizzare aree dismesse, cave, coltivi, giard<strong>in</strong>i e stagni<br />
di orig<strong>in</strong>e antropica. Spesso si riproduce <strong>in</strong> s<strong>in</strong>topia con Hyla meridionalis e Rana<br />
dalmat<strong>in</strong>a.<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />
Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono il riempimento delle zone umide di riproduzione, degli stagni<br />
e delle pozze. È <strong>in</strong> grado di adattarsi agli ambienti agricoli purchè ci sia alternanza<br />
di zone umide e aree ecotonali (siepi, <strong>in</strong>colti etc.). L’evoluzione della vegetazione<br />
favorisce il rospo comune che sostituisce il rospo smerald<strong>in</strong>o nelle aree boscose con<br />
suoli evoluti. In alcune aree europee al limite del suo areale la specie si è est<strong>in</strong>ta evi-
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denziando una certa<br />
vulnerabilità.<br />
Interventi gestionali<br />
Nei SIC ricerche specifiche<br />
dovrebbero identificare<br />
i siti di riproduzione<br />
e i piani di gestione<br />
dovrebbero <strong>in</strong>centivare<br />
il mantenimento<br />
di zone umide e<br />
di aree ecotonali con<br />
scarsa vegetazione.<br />
Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />
Le attività di re<strong>in</strong>troduzione non sono necessarie se gli habitat vengono mantenuti:<br />
<strong>in</strong>fatti la specie ha buone capacità di colonizzazione. La re<strong>in</strong>troduzione può avvenire<br />
tramite l’immissione di ovature e gir<strong>in</strong>i.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Il periodo di riproduzione va da febbraio a aprile. Il canto è caratteristico (un trillo<br />
acuto simile a quello del grillotalpa) e permette la localizzazzione dei siti riproduttivi.<br />
L’effettiva riproduzione può essere verificata osservando ovature e gir<strong>in</strong>i. La marcatura<br />
tramite macrofotografia è possibile. Le attività di cattura devono essere condotte<br />
solo da un competente specialista dotato di autorizzazione m<strong>in</strong>isteriale (art. 12,<br />
DPR 357/97).<br />
Bibliografia<br />
DELMASTRO G.B. (1994). Rospo smerald<strong>in</strong>o – Bufo viridis. In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e<br />
Rettili della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione<br />
<strong>Liguria</strong>.<br />
Autore Sebastiano Salvidio<br />
188
05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 189<br />
Nome scientifico Hyla <strong>in</strong>termedia Boulenger, 1882<br />
S<strong>in</strong>onimi: Hyla arborea, Hyla italica<br />
Nome comune.<br />
Raganella italiana<br />
189<br />
Livello di protezione<br />
La specie è <strong>in</strong>serita negli<br />
allegati II e IV della Direttiva<br />
comunitaria<br />
92/43 “Habitat” ed è<br />
protetta dalla L.R. 4/92,<br />
<strong>in</strong> entrambi i casi come<br />
Hyla arborea)<br />
Identificazione<br />
È un anuro arboricolo, facilmente<br />
riconoscibile per<br />
i dischi adesivi all’estremità<br />
delle dita e la colorazione<br />
del corpo verde brillante<br />
con banda nera laterale<br />
ben evidente (la banda<br />
è assente <strong>in</strong> Hyla meridionalis). Il canto è un gracidio tipico e <strong>in</strong>confondibile dato<br />
da una serie molto veloce di note (note distanziate <strong>in</strong> Hyla meridionalis). I gir<strong>in</strong>i<br />
hanno colorazione verdastra, occhi laterali e p<strong>in</strong>na caudale con <strong>in</strong>serzione molto spostata<br />
verso la parte anteriore del corpo.<br />
Distribuzione<br />
Hyla <strong>in</strong>termedia è endemica della penisola italiana e è presente dalla Sicilia f<strong>in</strong>o al Friuli.<br />
In <strong>Liguria</strong>, la specie è rarissima, quasi est<strong>in</strong>ta nello Spezz<strong>in</strong>o, una sola segnalazione<br />
nella Val Bormida (SV). Non esistono studi specifici sulla specie <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong>.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
Si riproduce <strong>in</strong> corpi d’acqua stagnante (vasche, abbeveratoi, stagni, pozze di torrente,<br />
cave abbandonate) purchè ci sia una vegetazione arbustiva circostante. In <strong>Liguria</strong><br />
Sembra legata ad ambienti planiziali.<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />
L’abbandono degli abbeveratoi e delle vasche di raccolta <strong>in</strong> zone agricole sembra essere<br />
la causa della rarefazione della specie <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong>. Inqu<strong>in</strong>amento ed immissione di<br />
pesci sono altri fattori sicuramente negativi.<br />
Interventi gestionali<br />
Ulteriori ricerche dovrebbero essere condotte nella piana del Magra, al f<strong>in</strong>e di veri-
05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 190<br />
ficare l’attuale distribuzione<br />
e presenza della<br />
specie. Nei pSIC l’uso<br />
di <strong>in</strong>setticidi e di anticrittogamici<br />
dovrebbe<br />
essere attentamente<br />
valutato e possibilmente<br />
ridotto.<br />
Interventi utili per migliorare<br />
lo status delle<br />
popolazioni locali<br />
Il riprist<strong>in</strong>o di vasche,<br />
abbeveratoi e bracci morti dei corsi d’acqua sarebbe utile per aumentare gli habitat<br />
di riproduzione della specie. La re<strong>in</strong>troduzione a partire da uova e gir<strong>in</strong>i è un <strong>in</strong>tervento<br />
che ha dato buoni risultati <strong>in</strong> Nord Europa con la specie aff<strong>in</strong>e H. arborea. Pertanto,<br />
nel caso che habitat idonei siano presenti o riprist<strong>in</strong>ati nella valle del Magra,<br />
la re<strong>in</strong>troduzione di uova e gir<strong>in</strong>i provenienti dalle popolazioni vic<strong>in</strong>e (es. Toscana) è<br />
auspicabile.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Censimenti e monitoraggi su presenza/assenza sono attuabili nel periodo riproduttivo<br />
che va da maggio a luglio. Operatori esperti sono <strong>in</strong> grado di determ<strong>in</strong>are i<br />
gir<strong>in</strong>i sul campo. Il canto è facilmente riconoscibile e provocato con tecniche di<br />
“playback”.<br />
Stime di popolazioni sulla base di esperimenti di cattura e ricattura sono possibili ma<br />
molto dispendiose e poco raccomandabili su popolazioni di piccole dimensioni. In<br />
questi casi gli operatori dovrebbero essere autorizzati dal M<strong>in</strong>istero dell’<strong>Ambiente</strong> <strong>in</strong><br />
deroga al D.P.R. 357/97.<br />
Bibliografia<br />
EMANUELI L. (1994). Raganella comune – Hyla arborea. In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili<br />
della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione<br />
<strong>Liguria</strong>.<br />
Autore Sebastiano Salvidio<br />
190
05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 191<br />
Nome scientifico Hyla meridionalis Boettger, 1874<br />
S<strong>in</strong>onimi: nessuno<br />
Nome comune<br />
Raganella mediterranea<br />
191<br />
Livello di protezione<br />
La specie è <strong>in</strong>serita nell’allegato<br />
IV della Direttiva<br />
comunitaria 92/43 “Habitat”<br />
ed è protetta dalla L.R.<br />
4/92.<br />
Identificazione<br />
È un anuro arboricolo, facilmente<br />
riconoscibile per<br />
i dischi adesivi all’estremità<br />
delle dita e la colorazione<br />
del corpo verde brillante<br />
senza banda nera laterale<br />
(presente <strong>in</strong>vece <strong>in</strong><br />
Hyla <strong>in</strong>termedia). Il canto<br />
è un gracidio tipico e <strong>in</strong>confondibile.<br />
I gir<strong>in</strong>i hanno colorazione verdastra, occhi laterali e p<strong>in</strong>na caudale con<br />
<strong>in</strong>serzione molto spostata verso la parte anteriore del corpo.<br />
Distribuzione<br />
Hyla meridionalis è presente nella penisola Iberica, Francia meridionale e Italia occidentale<br />
(<strong>Liguria</strong> e una sola stazione <strong>in</strong> Piemonte <strong>in</strong> Val Tanaro, presso il conf<strong>in</strong>e con<br />
la prov<strong>in</strong>cia di Imperia). In <strong>Liguria</strong>, la specie è diffusa lungo la costa di Imperia, Savona,<br />
e Genova. In prov<strong>in</strong>cia di La Spezia. Riomaggiore, nel Parco Nazionale delle C<strong>in</strong>que<br />
Terre, risulta, attualmente, la stazione più orientale conosciuta per la specie.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
Si riproduce <strong>in</strong> corpi d’acqua stagnante (vasche, abbeveratoi, stagni, pozze di torrente,<br />
cave abbandonate) purchè ci sia una vegetazione arbustiva circostante. Non particolarmente<br />
a rischio, <strong>in</strong> quanto ben adattata alla vita <strong>in</strong> giard<strong>in</strong>i, orti, frutteti e campi coltivati<br />
purché siano presenti corpi d’acqua con vegetazione acquatica e assenza di pesci.<br />
Incentivando l’agricoltura e l’allevamento tradizionali si possono mantenere condizioni<br />
idonee alla sua persistenza. Ciò dovrebbe essere tenuto presente nella formulazione dei<br />
piani di gestione delle aree protette e dei pSIC. Al momento azioni di ripopolamento<br />
non sembrano necessarie (eventualmente sarebbero da utilizzare uova e gir<strong>in</strong>i).<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />
Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono l’abbandono delle attività agricole tradizionali, la captazio-
05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 192<br />
ne delle acque. Inoltre<br />
l’<strong>in</strong>troduzione di pesci<br />
nelle vasche e negli abbeveratoi<br />
sarebbe assolutamente<br />
da evitare, <strong>in</strong><br />
particolare all’<strong>in</strong>terno<br />
sei pSIC.<br />
Interventi gestionali<br />
Riprist<strong>in</strong>o e creazione<br />
di zone umide di piccole<br />
dimensioni, rimozione<br />
dei pesci dai siti<br />
di riproduzione.<br />
Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />
Effettuare censimenti nei SIC <strong>in</strong> cui la specie è o era segnalata, <strong>in</strong> particolare al limite<br />
orientale dell’areale (C<strong>in</strong>que Terre) al f<strong>in</strong>e di programmare le attività di gestione.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Il periodo di attività si protrae da marzo a ottobre. In tarda primavera-estate la presenza<br />
è facilmente rilevabile al canto notturno anche stimolato da playback sonoro. Operatori<br />
esperti sono <strong>in</strong> grado di determ<strong>in</strong>are i gir<strong>in</strong>i sul campo. Stime dell’abbondanza di<br />
popolazione non sono mai stati effettuati <strong>in</strong> Italia; eventualmente possono essere effettuati<br />
utilizzando il canto con classi di abbondanza (pochi esemplari, molti, moltissimi).<br />
Bibliografia<br />
BUSSOLINI V., SALVIDIO S. (2000). Rettili e anfibi del parco nazionale delle C<strong>in</strong>que Terre:<br />
aspetti gestionali e di conservazione. In: Nardelli R. (ed.) Fauna 2000 - Indag<strong>in</strong>i<br />
sulla fauna del comprensorio prov<strong>in</strong>ciale spezz<strong>in</strong>o. Luna Editore, La Spezia, 64 pp.<br />
EMANUELI L., SALVIDIO S., ARILLO A. (1995). The distribution and status of Hyla meridionalis<br />
<strong>in</strong> Italy. In: LLORENTE G.A., MONTORI A., SANTOS X. & CARRETERO Eds. Scientia<br />
Herpetologica, pp. 312-313.<br />
GARCIÁ PARÍS M. (1997). Hyla meridionalis, 1874. pp. 126-127. In: Atlas of Amphibians<br />
and Reptiles <strong>in</strong> Europe. GASC J.-P., CABELA A., CRNOBRJA-ISAILOVIC J., DOLMEN D., GROS-<br />
SENBACHER K., HAFFNER P., LESCURE J., MARTENS H., MARTINEZ RICA J. P., MAURIN H., OLI-<br />
VEIRA M.E., SOFIANIDOU T. S.,VEITH M. ET ZUIDERWIJK A. (Eds). Societas Europaea Herpetologica<br />
& Muséum national d’Histoire Naturelle (IEGB/SPN).<br />
Autore Dario Ottonello e Sebastiano Salvidio<br />
192
05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 193<br />
Nome scientifico Rana dalmat<strong>in</strong>a Bonaparte, 1838<br />
Nome comune<br />
Rana dalmat<strong>in</strong>a<br />
Livello di protezione<br />
La specie è <strong>in</strong>serita nell’allegato<br />
IV della Direttiva<br />
comunitaria 92/43 “Habitat”<br />
ed è protetta dalla<br />
L.R. 4/92.<br />
Identificazione<br />
È una rana “bruna” o “rossa”<br />
(colore marrone scuro<br />
o rosso mattone con evidente<br />
macchia nera dietro<br />
l’occhio) che vive <strong>in</strong> zone<br />
aperte, prati, campi macchie<br />
rade. Si dist<strong>in</strong>gue dalla<br />
altre rane brune (R. temporaria<br />
e R. italica) per la colorazione sempre chiara della gola senza macchie. I gir<strong>in</strong>i<br />
sono marroni o grigi e identificabili con certezza solo all’osservazione microscopica dopo<br />
fissazione. Le ovature sono di medie dimensioni e sferiche, spesso galleggianti. Possono<br />
essere confuse con quelle di Rana italica.<br />
Distribuzione<br />
È una specie diffusa <strong>in</strong> gran parte d’Europa e <strong>in</strong> Turchia. È presente <strong>in</strong> tutta la <strong>Liguria</strong>,<br />
con distribuzione altitud<strong>in</strong>ale che raramente supera i 900 m.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
Si riproduce <strong>in</strong> varie tipologie di habitat con prevalenza di stagni, pozze anche temporanee<br />
e torrenti piuttosto soleggiati. Può riprodursi <strong>in</strong> zone artificiali come vasche<br />
e pozze per irrigazione. Può convivere con Hyla meridionalis, Salamandra salamandra,<br />
Bufo bufo e a volte con Rana italica (parte settentrionale del Promontorio<br />
di Portof<strong>in</strong>o).<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e fattori di rischio<br />
Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce sono la captazione delle acque, il riempimento degli stagni e<br />
delle pozze. È <strong>in</strong> grado di adattarsi agli ambienti agricoli purchè ci sia alternanza di<br />
zone umide e aree ecotonali (siepi, <strong>in</strong>colti etc.).<br />
193
05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 194<br />
Interventi gestionali<br />
È necessario <strong>in</strong>centivare<br />
il mantenimento e la<br />
creazione di piccole<br />
zone umide nelle aree<br />
maggiormente antropizzate.<br />
Nei pSIC i piani<br />
di gestione dovrebbero<br />
<strong>in</strong>centivare il<br />
mantenimento di zone<br />
umide e di aree ecotonali.<br />
Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />
Le attività di re<strong>in</strong>troduzione non sono necessarie se gli habitat vengono mantenuti<br />
idonei. La specie ha buone capacità di colonizzazione.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Il periodo di attività va da febbraio a maggio. Data la difficoltà di catturare numeri<br />
elevati di adulti per studi di marcatura e ricattura, il monitoraggio potrebbe verificare<br />
la costante riproduzione tramite osservazione (e la conta) di ovature e gir<strong>in</strong>i. Tali<br />
attività possono essere condotte da personale non specializzato ma opportunamente<br />
istruito.<br />
Bibliografia<br />
BUSSOLINI V., SALVIDIO S. (2000). Rettili e anfibi del parco nazionale delle C<strong>in</strong>que Terre:<br />
aspetti gestionali e di conservazione. In: NARDELLI R. (ed.) Fauna 2000 - Indag<strong>in</strong>i<br />
sulla fauna del comprensorio prov<strong>in</strong>ciale spezz<strong>in</strong>o. Luna Editore, La Spezia, 64 pp.<br />
BARBIERI F. (1994). Rana appenn<strong>in</strong>ica - Rana italica. In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili<br />
della <strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione<br />
<strong>Liguria</strong>.<br />
Autore Sebastiano Salvidio<br />
194
05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 195<br />
Nome scientifico Rana italica Dubois, 1987<br />
S<strong>in</strong>onimi: Rana graeca, Rana graeca italica<br />
Nome comune<br />
Rana appenn<strong>in</strong>ica<br />
Livello di protezione<br />
La specie è <strong>in</strong>serita nell’allegato<br />
IV della Direttiva<br />
comunitaria 92/43 “Habitat”<br />
ed è protetta dalla<br />
L.R. 4/92.<br />
Identificazione<br />
È una rana “bruna” o “rossa”<br />
(colore marrone scuro<br />
o rosso mattone con evidente<br />
macchia nera dietro<br />
l’occhio) che vive lungo i<br />
torrenti. Si dist<strong>in</strong>gue dalla<br />
altre rane brune (R. temporaria<br />
e R. dalmat<strong>in</strong>a) per<br />
la colorazione scura della gola con evidente l<strong>in</strong>ea chiara centrale e per una l<strong>in</strong>ea bianca<br />
sul labbro superiore che va dalla mandibola all’occhio. I gir<strong>in</strong>i sono marroni/neri e<br />
identificabili con certezza solo all’osservazione microscopica dopo fissazione. Le ovature<br />
sono di piccole dimensioni e sferiche, spesso aderenti alle rocce. Possono essere confuse<br />
con quelle di Rana dalmat<strong>in</strong>a.<br />
Distribuzione<br />
È una specie endemica della penisola italiana, la cui distribuzione va dalla Calabria al<br />
basso Piemonte. In <strong>Liguria</strong> è abbondante dallo Spezz<strong>in</strong>o f<strong>in</strong>o alla prov<strong>in</strong>cia di Genova.<br />
È assente a Savona e Imperia. La distribuzione altitud<strong>in</strong>ale va dal livello del mare<br />
f<strong>in</strong>o a circa 1000 m, con preferenza per le quote coll<strong>in</strong>ari.<br />
Notizie utili per la conservazione della specie<br />
Si riproduce quasi esclusivamente nei torrenti appenn<strong>in</strong>ici con substrato roccioso, sia<br />
sul versante tirrenico sia su quello adriatico. Gli habitat preferenziali sono le zone boscate<br />
e <strong>in</strong> particolare i boschi misti. Si riproduce a f<strong>in</strong>e <strong>in</strong>verno - <strong>in</strong>izio primavera <strong>in</strong><br />
particolare nelle pozze dei torrenti. Convive spesso con Salamandr<strong>in</strong>a terdigitata, Salamandra<br />
salamandra, Bufo bufo e a volte con Rana dalmat<strong>in</strong>a (parte settentrionale<br />
del Promontorio di Portof<strong>in</strong>o).<br />
195
05 <strong>Anfibi</strong>-rettili 1-12-2006 10:40 Pag<strong>in</strong>a 196<br />
Possibili m<strong>in</strong>acce e<br />
fattori di rischio<br />
Le pr<strong>in</strong>cipali m<strong>in</strong>acce<br />
sono la captazione delle<br />
acque, l’artificializzazione<br />
delle sponde e<br />
l’alterazione delle aree<br />
naturali circostanti i<br />
torrenti (taglio e <strong>in</strong>cendi<br />
boschivi). Nelle<br />
zone urbane è negativo<br />
anche l’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento<br />
delle acque.<br />
Interventi gestionali<br />
Non ci sono particolari <strong>in</strong>terventi attivi se non il mantenimento della naturalità dei<br />
corsi d’acqua e degli habitat terrestri che li circondano. Nelle aree protette e nei pSIC<br />
i piani di gestione dovrebbero garantire la presenza della lettiera lungo i torrenti e <strong>in</strong><br />
generale la naturalità di questi habitat e che tutelano anche molte altre specie acquatiche<br />
(anfibi e gambero di fiume).<br />
Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali<br />
Le attività di re<strong>in</strong>troduzione non sono necessarie se gli habitat vengono mantenuti<br />
idonei.<br />
Metodi di monitoraggio<br />
Il periodo di attività va da marzo a maggio. Gli adulti sono contattabili anche <strong>in</strong> autunno<br />
durante le piogge. Data la difficoltà di catturare numeri elevati di adulti per<br />
studi di marcatura e ricattura, il monitoraggio potrebbe verificare la costante riproduzione<br />
tramite osservazione di ovature e gir<strong>in</strong>i. Tali attività possono essere condotte<br />
da personale non specializzato ma opportunamente istruito.<br />
Bibliografia<br />
BUSSOLINI V., SALVIDIO S. (2000). Rettili e anfibi del parco nazionale delle C<strong>in</strong>que Terre:<br />
aspetti gestionali e di conservazione. In: NARDELLI R. (ed.) Fauna 2000 - Indag<strong>in</strong>i<br />
sulla fauna del comprensorio prov<strong>in</strong>ciale spezz<strong>in</strong>o. Luna Editore, La Spezia, 64 pp.<br />
BARBIERI F. (1994). Rana appenn<strong>in</strong>ica - Rana italica. In Atlante degli <strong>Anfibi</strong> e Rettili della<br />
<strong>Liguria</strong>. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione <strong>Liguria</strong>.<br />
196<br />
Autore Sebastiano Salvidio