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Ahmad Alaa Eddin Siria Ana Banjac Bosnia Almalé & Bondía ...

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“Rogo di luce” di Fernando Barredo, 2004<br />

UN VERO PIACERE PER I SENSI di <strong>Ana</strong> M. Revilla<br />

Non dico nulla di nuovo ne quando affermo che l’arte<br />

e la creazione contemporanea vivono in una vertiginosa<br />

voragine, ne quando dico che le teorie sull’arte<br />

contemporanea progrediscono di continuo e che l’idea<br />

di museo propria del XIX secolo è ormai obsoleta.<br />

Oggi “l’arte non è solo realizzata dagli artisti in senso<br />

proprio”, in primo luogo perchè viviamo in un’epoca<br />

di relativismo artistico in cui non esiste un criterio<br />

unico di distinzione tra cosa è e cosa non è arte - tutto<br />

può essere arte – che porta allo sviluppo di diverse<br />

teorie sia circa l’essenza della “artisticità” nel suo<br />

“significato” sia circa il piacere estetico che essa<br />

provoca - e in secondo luogo perché l’arte<br />

contemporanea viene determinata da molti agenti e<br />

fattori, creatori, artisti, curatori, musei, centri d’arte,<br />

che cercano di trovare nuovi corsi e costruire un nuovo<br />

discorso. Attraverso questo progetto possiamo<br />

prendere parte alla costruzione di questo nuovo<br />

discorso.<br />

Il Museo di Arte Contemporanea di Casoria punta a<br />

realizzare, oltre diverse sale espositive anche spazi<br />

in cui gli artisti lavorino, laboratori d’arte, luoghi destinati<br />

alla riflessione ed al dibattito sull’arte e le culture<br />

contemporanee.<br />

Come direttrice di un centro d’arte contemporanea<br />

con caratteristiche ed obiettivi simili, apprezzo la<br />

ricchezza di questo progetto e la sua capacità di<br />

dialogare con gli agenti dell’arte contemporanea, con<br />

il pubblico e con chiunque si mostri interessato a<br />

conoscere ed a contribuire allo sviluppo delle nostre<br />

manifestazioni artistiche, culturali ed estetiche.<br />

“100 artisti per un Museo” raggruppa artisti provenienti<br />

da diverse nazioni e che lavorano in diverse discipline.<br />

Gli artisti spagnoli selezionati quest’anno mostrano<br />

nelle loro creazioni, originalità, qualità e molteplici<br />

possibilità di espressione e sfumature artistiche ed<br />

estetiche.<br />

Quando Javier Almalé e Jesús Bondía decisero di<br />

iniziare a lavorare insieme, ognuno aveva già orientato<br />

la propria pratica artistica verso la fotografia e la<br />

creazione di video.<br />

Il loro lavoro riflette una delle costanti artistiche degli<br />

ultimi anni: smantellare la costruzione degli stereotipi<br />

per la rappresentazione della realtà, rimetterla in<br />

discussione e introdurre nuovi livelli di interpretazione.<br />

Attraverso il loro lavoro essi cercano di provocare una<br />

situazione estetica che sia intuitiva, costruire paesaggi<br />

(o nozioni di paesaggi), inferni o paradisi mentali<br />

contrassegnati dall’estasi estetica, l’amore, la<br />

solitudine, il dolore. Descrivono un mondo singolare<br />

in cui il naturale si trasforma in artificiale e quella<br />

realtà in qualcosa di impossibile da interpretare<br />

attraverso le sue proprie cose, è un paesaggio metafora<br />

di un mondo in cui l’uomo non è la misura di tutte le<br />

cose.<br />

Le immagini del loro video sono uno shock sensoriale,<br />

significanti di fronte a significati, una poetica che mette<br />

in relazione amore e dolore. La presenza umana è<br />

sparita.<br />

Fernando Barredo, Loc, è un artista diverso, unico, e<br />

il suo mondo artistico è definito da quella originalità,<br />

da una visione speciale piena di ambiguità,<br />

provocazione, di forza sensoriale, di potere mentale.<br />

Nella sua opera, il punto di partenza si va trasformando<br />

nella misura in cui l’artista lo elabora e lo lavora.<br />

L’ambiguità fa sì che lo spettatore sia coinvolto, che<br />

determini il contenuto dell’opera d’arte. Non ci sono<br />

limiti nella scultura. L’opera d’arte si trasforma in una<br />

moltiplicazione di processi di “incontro col reale”.<br />

L’opera di Fernando Barredo è una sintesi tra la verità<br />

accessibile e inaccessibile, tra la realtà e la magia.<br />

Felix <strong>Ana</strong>ut ha uno stile molto personale, attraverso<br />

forme eccessive e opprimenti l’artista ridefinisce e<br />

ripensa alle nozioni di soggetto ed essere umano.<br />

Questo ricorso al teatrale rivela l’interesse dell’artista<br />

per l’anatomia umana come via per investigare nell’arte<br />

figurativa e nell’essere umano. <strong>Ana</strong>ut sembra<br />

rappresentare un postmodernismo conservatore:<br />

promuove un ritorno alla figura, alla tradizione umanista<br />

ed al soggetto. In definitiva, un ritorno al reale. Se<br />

l’arte contemporanea si è allontanata dal mondo reale,<br />

<strong>Ana</strong>ut ci da’ una prospettiva del mondo molto<br />

individuale basata sul ritorno del corpo.<br />

Gloria Pereda ci offre un quadro di sottile poetica, di<br />

colori soavi e contrastati e di forme piatte. Lo spettatore<br />

ricerca un punto spaziale da cui dare inizio<br />

all’interpretazione. Questo stimola l’interazione tra<br />

l’opera d’arte e lo spettatore che si trova circondato<br />

da un mondo estetico con un linguaggio unico pieno<br />

di significati allegorici. Attraverso un’astrazione estetica<br />

Iraida Cano, invece, ottiene un’opera d’arte che è<br />

stata creata come una forma artificiale per integrarsi<br />

col mondo reale E’ come se l’arte nascesse dalla<br />

natura per tornare ad essa. E’ come se l’artista volesse<br />

trasmetterci, attraverso la sua opera la felicità, la<br />

bellezza o l’edonismo, ricorrendo all’imitazione di<br />

forme della natura ma raggiungendo un grado<br />

superiore: la stilizzazione. Si tratta di uno stato<br />

avanzato di denaturalizzazione dell’oggetto<br />

rappresentato. Osservando le sue sculture, esse ci<br />

rivelano un senso concettuale e penetrante; oltre<br />

l’imitazione, oltre la figurazione, oltre la semplice<br />

rappresentazione della bellezza.<br />

Joan Llácer pianta il seme dell’autodistruzione in ogni<br />

suo lavoro. Fa della negazione l’istanza per la purezza<br />

della sua lotta per eliminare ogni contaminazione di<br />

bellezza estetica, ogni concessione all’ornamento o<br />

alle forme superflue che seducono lo spazio e<br />

rinnegano il tempo, che annunciano la loro<br />

decomposizione epidermica per l’amore della<br />

consacrazione dello scheletro. L’essenzialità strutturale<br />

è il paradigma del Trascendente in un’arte senza<br />

concessioni, in una scultura che eredita la semplicità<br />

e la forza della ceramica, che esprime le verità del<br />

fuoco e della terra. Llácer usa lo stato larvale come<br />

un germe della creazione e elude lo splendore della<br />

farfalla, l’illusione sensoriale, per saltare direttamente<br />

alla piroetta concettuale dallo stato della crisalide ad<br />

uno di fossile, con cui consacra forme e idee.<br />

I dipinti dello spagnolo Manolo Messia sono<br />

caleidoscopi che sovvertono la realtà attraverso la<br />

finzione; con la precisione del chirurgo, commette il<br />

“crimine perfetto”. Egli infatti con geometria ingannevole<br />

colpisce ogni resto della natura. Si tratta di<br />

composizioni pura in cui l’elemento narrativo non crea<br />

discorsi estetici; piuttosto si rallegra di distruggere il<br />

linguaggio fino ad arrivare al silenzio della luce che<br />

attraversa il vetro.<br />

<strong>Ana</strong> Ferriera compone, con l’argilla cotta, figure che<br />

arrivano intrecciate al forno, crogiuoli di afflizioni e<br />

sentimenti in cui gli aspetti umani incontrano ancora<br />

il Dio del fuoco. Nell’idea di quest’ artista “del popolo”,<br />

i corpi appaiono nella loro identità, le mani si toccano,<br />

i visi sono interrogativi, c’è il rifiuto dell’IO in favore<br />

del NOI con cui Ferreira si rivolge ai cori ancestrali,<br />

alle danze di iniziazione e ai riti di fratellanza; i falò<br />

collettivi dove il gesto, il contatto, il grido, mostrano<br />

che la complicità umana non ha bisogno di parole,<br />

“The shadow of the ring” di Metka Erzar, 2004<br />

slogan, bandiere. L’uomo allo stato “puro”, nel paradiso<br />

prima delle proibizioni, ci libera da scismi, pregiudizi<br />

e frustrazioni; ci restituisce la nostra capacità di vivere<br />

senza limiti.<br />

La paraguaiana Marta Carolina Beckelmann González<br />

eleva l’antropometria a categoria estetica, relaziona<br />

la figura umana alla geometria mostrando che la<br />

materia organica e inorganica, sopravvissuta ed estinta,<br />

sono espressioni della medesima realtà pulsante. In<br />

questa realtà, specchio dei momenti in cui la vita non<br />

ha alcun senso senza testimonianze, le cose di ogni<br />

giorno, anche gli aneddoti, possiedono significati onirici<br />

Beckelmann obbliga all’importanza del pensare e<br />

insiste di volta in volta nel percorso umano “dal” fango.<br />

La sud coreana Jung Yeun Park abita un mondo in<br />

cui la realtà è una primavera di sogni vissuti. In esso<br />

i sogni sono riflessi, sfere scintillanti dai colori<br />

impossibili che non inviano mai i loro raggi su linee<br />

rette. Questa artista giunge all’astrazione dalla<br />

riduzione dell’assurdo, dall’esaurimento dei parametri<br />

figurativi in un universo plastico che tende a rimuovere<br />

la corporeità. Il lavoro che ci presenta è etereo poiché<br />

parla di chimere non assopite mentre lasciano i loro<br />

stessi posti d’origine, trasformando la vita in strada e<br />

la strada in movimento.<br />

Il dipinto della bulgara MIlena Ouzounova ricava l’ocra<br />

dalla terra e il blu dal cielo e dall’acqua. L’artista crea<br />

il suo lavoro come il vento e la pioggia fanno con i<br />

paesaggi. Lavora con le superfici pittoriche<br />

impregnandole, lacerandole, inumidendole,<br />

corrugandole, facendo di ogni composizione, con il<br />

minimo utilizzo di colori e procedure, un’esperienza<br />

unica. Usa solo due colori dello spettro visivo da cui<br />

ottiene risultati eccellenti.<br />

Senza alcun dubbio, questi artisti rispondono al tempo<br />

in cui vivono, ed è in special modo interessante che<br />

essi ci invitino alla riflessione e alla contemplazione<br />

della bellezza, al godimento estetico e all’unione tra<br />

il naturale e l’artificiale.<br />

Un vero piacere per i sensi! Un progetto unico e ricco.<br />

Un museo vivo.<br />

CASORIA INTERNATIONAL CONTEMPORARY ART MUSEUM<br />

Via Duca D’Aosta, Casoria - Tel: +39 0818345656 - www.casoriacontemporaryartmuseum.com<br />

Capone Ceramiche s.r.l.<br />

Ceramiche e Termoidraulica<br />

AFRAGOLA<br />

Art Director<br />

Antonio Manfredi<br />

Progetto degli allestimenti<br />

Mariateresa Pezzella<br />

Organizzazione tecnica<br />

Alfredo D’Aponte<br />

Mimmo Mocerino<br />

Giorgio Mormone<br />

Fotografia<br />

Emauela Esposito<br />

Annalisa Pulcrano<br />

Centro di documentazione<br />

Michela Maiello<br />

Web master<br />

Claudio Castaldo<br />

Ufficio stampa e pubbliche relazioni<br />

Laura Vingiani<br />

info@casoriacontemporaryartmuseum.com<br />

Orari<br />

Martedì - Giovedì - Sabato ore 17.30/20.30<br />

Domenica ore 10.30/13.00

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