02.11.2014 Views

Ahmad Alaa Eddin Siria Ana Banjac Bosnia Almalé & Bondía ...

Ahmad Alaa Eddin Siria Ana Banjac Bosnia Almalé & Bondía ...

Ahmad Alaa Eddin Siria Ana Banjac Bosnia Almalé & Bondía ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

UN PROGETTO PER IL MUSEO DELLA CITTÀ<br />

di Vitaliano Corbi<br />

La convinzione che il turismo rappresenti per il nostro paese<br />

un’importante risorsa economica ha indotto spesso gli<br />

amministratori pubblici, e i loro amministrati, a riporre grande<br />

fiducia in tutte quelle iniziative che, in un modo o in un altro,<br />

dovrebbero avere la capacità di promuoverlo. Oggi quasi<br />

non c’è iniziativa pubblica, nel campo dell’arte contemporanea,<br />

che non venga proposta nell’ottica del cosiddetto “turismo<br />

culturale”. Una mostra acquista interesse quando le viene<br />

riconosciuto il ruolo di “attrattore”, quando, indipendentemente<br />

dal suo valore culturale, si ritiene che possa contribuire ad<br />

orientare il flusso turistico verso la località che la ospita. In<br />

realtà , affinché il turismo d’arte diventi davvero un fattore<br />

importante di sviluppo economico sono necessarie una serie<br />

di condizioni (che vanno da una politica adeguata di tutela<br />

e di valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio storicopaesaggistico<br />

all’efficienza dei servizi e delle strutture<br />

d’ospitalità, alla capacità di programmazione e di<br />

coordinamento) che, tutte insieme, fanno di una mostra o<br />

di un concerto in piazza qualcosa di più di un episodio isolato,<br />

di un momento di “festa” nel tessuto di una grigia e degradata<br />

quotidianità . Quando mancano questi presupposti, il “grande<br />

evento”, come da qualche tempo viene enfaticamente definita<br />

qualsiasi pretenziosa manifestazione artistica, non produce<br />

altro effetto che una modesta risonanza sui media locali e<br />

qualche marginale incremento di consenso: l’obiettivo di<br />

intercettare il flusso turistico rimane fuori portata, diventa<br />

anzi un miraggio irraggiungibile per il quale si sacrifica ogni<br />

altro traguardo e si rinuncia all’elaborazione di linee di politica<br />

culturale più coraggiose, in grado di incidere positivamente<br />

nella formazione dell’opinione pubblica e, oserei dire, nella<br />

coscienza civile nella cittadinanza.<br />

Questa breve premessa era necessaria per richiamare<br />

l’attenzione su un aspetto fondamentale del progetto Una<br />

Città per l’Arte, affidato dal Comune di Casoria alla cura di<br />

Antonio Manfredi e dell’International Contemporary Art<br />

Center. Il progetto ha già prodotto alcuni risultati rilevanti,<br />

come il Simposio internazionale svoltosi nello scorso ottobre<br />

e la realizzazione del Parco delle Sculture. Ora, con questa<br />

mostra che vede la partecipazione di circa cento artisti<br />

provenienti da ogni parte del mondo, si affronta un passaggio<br />

decisivo, che porterà all’istituzione del Museo d’Arte<br />

Contemporanea della Città di Casoria.<br />

A me, che seguo la generosa impresa di Manfredi e dei<br />

suoi collaboratori con ammirazione e grande interesse, ma<br />

solo dall’esterno, non tocca certamente il compito di illustrare<br />

i contenuti e gli obiettivi del progetto. Penso, però, che sia<br />

doveroso da parte di chi da molti decenni partecipa alle<br />

vicende della vita artistica non solo napoletana con un ruolo<br />

che è, se non altro, di testimone pubblico, sottolineare il<br />

caso niente affatto frequente di un’amministrazione cittadina<br />

che, rinunciando alle solite iniziative che inseguono la<br />

speranza di qualche vantaggio promozionale, in chiave<br />

turistica o elettorale, s’impegna invece su una linea progettuale<br />

a lungo termine, centrata su obiettivi di crescita culturale e<br />

civile della cittadinanza. Chi ha avuto modo di seguire le<br />

diverse fasi del Simposio Internazionale di Scultura, che ha<br />

messo a contatto diretto gli organizzatori della manifestazione,<br />

gli artisti e la popolazione di Casoria, con la partecipazione<br />

attiva di una folta rappresentanza studentesca, sa che queste<br />

nostre considerazioni non si riferiscono solo alle motivazioni<br />

che hanno ispirato il progetto Una Città per l’Arte, ma toccano<br />

il piano della concreta operatività cui esso ha già dato<br />

corso.<br />

Un tratto caratterizzante del progetto sta sicuramente nel<br />

modo in cui esso ha affrontato l’obiettivo del coinvolgimento<br />

dei giovani, mettendo direttamente in contatto gli alunni con<br />

le opere e con gli artisti. È evidente che questo proposito<br />

“Regina” di Klitsa Antoniou, 2004<br />

si fonda sulla convinzione che l’attività artistica non sia<br />

riducibile a un’esigenza espressiva ingenua e preriflessiva,<br />

ma contiene in sé un elemento di consapevolezza critica e<br />

che questa dimensione autoriflessiva è strettamente collegata<br />

alla concretezza del fare arte. In realtà , autoriflessività e<br />

apertura pragmatica al mondo sono polarità costitutive<br />

dell’esperienza artistica e non a caso esse sono presenti<br />

ed esplicitamente tematizzate nell’arte contemporanea, a<br />

partire dalle avanguardie storiche dell’inizio del Novecento.<br />

Va inoltre osservato che l’importanza della dimensione<br />

educativa non è semplicemente una conseguenza dell’aver<br />

individuato nella scuola un terreno propizio a un’iniziativa di<br />

promozione e di conoscenza dell’arte contemporanea.<br />

Quella dimensione è già implicita nel carattere aperto e<br />

costitutivamente problematico dell’arte e può essere avvertita<br />

pienamente quando, rivolgendo l’attenzione sulla<br />

processualità della ricerca artistica, se ne colga la<br />

connessione con ogni altro momento esperienziale e<br />

l’incidenza sullo sviluppo e sulla crescita dell’individuo. Non<br />

a caso tra i primi ad aver posto l’accento su quello slancio<br />

immaginativo che proietta la ricerca artistica oltre il traguardo<br />

dell’esistente, c’è John Dewey, che aveva visto<br />

nell’immaginazione “lo strumento essenziale dell’educazione”.<br />

Il ruolo insostituibile dell’immaginazione artistica sta da una<br />

parte nella sua capacità di aderire alla realtà dell’esperienza,<br />

ai suoni, ai colori, alle qualità sensibili delle cose del mondo,<br />

e, dall’altra, nell’esigenza di totalità che in essa si esprime.<br />

Attraverso l’arte noi avvertiamo che gli oggetti che l'intelletto<br />

ci consente di raggiungere sono frammenti di quella possibile<br />

totalità di esperienza che l'immaginazione ci dischiude.<br />

Sappiamo bene, dopo Kant, che all’idea della totalità del<br />

mondo interno e del mondo esterno non corrisponde nessun<br />

particolare contenuto conoscitivo e che perciò essa non può<br />

rivestire il carattere di effettiva conoscenza. Ma tale ideale<br />

di totalità, che può aspirare solo a presentarsi come un<br />

modello regolativo, si rispecchia nel carattere di organicità<br />

dell’esperienza artistica, nell'immanenza del tutto nelle parti,<br />

del fine nei mezzi che questa, pur nella sua finitezza, sembra<br />

in grado di realizzare. Nelle opere d’arte convivono frammenti<br />

di storie individuali, stili linguistici diversi e dissonanti accenti<br />

espressivi, tracce cognitive destinate “normalmente” a<br />

rimanere separate. Ma la loro convivenza non è solo un<br />

dato di fatto. È il risultato della condivisione di un progetto<br />

riconoscibile come elemento unitario che attraversa e tiene<br />

insieme quella molteplicità di differenze. Il valore estetico<br />

non è un sigillo di totalità impresso una volta per sempre,<br />

ma piuttosto un’aspirazione, la traccia visibile di un processo<br />

che nell’opera raggiunge il momento del suo compimento<br />

e insieme del suo rinnovarsi. La consapevolezza di questa<br />

tensione processuale è alla base dell’idea di un museo che<br />

sia non solo luogo di conservazione e di esposizione dell’opera<br />

d’arte, ma campo di ricerca e di sperimentazione, spazio<br />

d’incontro e di dialogo formativo o, come giustamente dice<br />

Manfredi, “museo-laboratorio”.<br />

L’impostazione data al progetto Una Città per l’Arte,<br />

chiaramente segnata negli obiettivi che sono stati già<br />

realizzati, ci autorizza ad avanzare un’ulteriore considerazione.<br />

La giusta attenzione verso i problemi dell’organizzazione<br />

della cultura e il riconoscimento dell’importanza dell'attività<br />

svolta dalle gallerie private nel campo della distribuzione<br />

e della vendita dei prodotti artistici non giustificano la<br />

trasfigurazione del mercato in protagonista della storia<br />

dell’arte, con il conseguente scarso interesse dei media e<br />

delle stesse istituzioni pubbliche verso i problemi specifici<br />

della formazione e della produzione artistica, verso il mondo<br />

degli studi e dei laboratori degli artisti, le istituzioni scolastiche,<br />

le accademie e le università , verso il contesto, cioè, delle<br />

condizioni e dei fattori - non riducibile al solo circuito del<br />

mercato - che concorrono direttamente allo svolgimento<br />

della vita artistica. È con questa realtà che deve rapportarsi<br />

un museo d’arte contemporanea e non solo con l’attività<br />

delle gallerie private. Certo, il mercato è una realtà che<br />

condiziona in maniera determinante, nel bene e nel male,<br />

lo svolgimento della vita artistica e un’amministrazione<br />

democratica non può ignorarlo. Ma dal progetto Una Città<br />

per l’Arte viene la preziosa indicazione che è necessario<br />

rapportarsi con questa realtà sulla base di un proprio progetto<br />

di sviluppo culturale e che in tal modo si può evitare di fare<br />

da cassa di risonanza a quanto le mode e il mercato hanno<br />

già portato al successo.<br />

Infine, merita un cenno il richiamo esplicito e costante, da<br />

parte del curatore del progetto e dei rappresentanti delle<br />

istituzioni in esso impegnati, all’arte come strumento di<br />

solidarietà tra i popoli e alla necessità che l’attuale impetuoso<br />

processo di globalizzazione dell’economia e della<br />

comunicazione sia indirizzato non già verso l’eliminazione<br />

delle differenze, ma verso la loro comprensione, in quanto<br />

elemento di forza nella costruzione di un'etica mondiale,<br />

fondata sul senso della comune appartenenza umana.<br />

L’orizzonte marcatamente internazionale in cui s’inseriscono<br />

tutti i momenti del progetto – e in particolare questa mostra<br />

– sta a testimoniare che anche l’arte può assumersi quest’<br />

impegno etico e dare il proprio contributo alla comprensione<br />

reciproca tra i popoli e ad una pacifica, costruttiva convivenza,<br />

nel cui ambito le differenti tradizioni possono trovare una<br />

giustificazione etico-filosofica ed esplicarsi in un clima di<br />

fratellanza. La mondializzazione degli scambi, che accelera<br />

la competizione economica e tende ad imporre standard<br />

omologanti, potrà allora essere vissuta come impegno<br />

affinché essa si trasformi in opportunità di apertura agli altri<br />

e di dialogo tra tutti gli uomini, in modo che anche il campo<br />

dell’arte e della creazione diventi davvero territorio<br />

di libertà e di valorizzazione delle differenze.<br />

VIATICO-FLASH<br />

“Untitled” di Kim Tae-Jun, 2004<br />

XII Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Castel Sant’Elmo,<br />

19-28 settembre, Napoli. Il 22 settembre a Torino inaugurazine congiunta di 6<br />

gallerie: Carbone.To presenta la personale di Elisabeth Aro, a cura di F. Pasini;<br />

alla Galleria Maze “I don’t always agree” ovvero opere di Lise Harley, testo di C.<br />

Corbetta; negli spazi della galleria Alberto Peola mostra di Marguerite Kahrl dal<br />

titolo “Noble Savage”; Andrea Massaioli con “Un bacio e dieci conchiglie” alla 41<br />

artecontemporanea, testo di G. Curto; Guido Costa Projects apre la stagione<br />

espositiva con “Il segreto di collo” ultima produzione artistica di Cuoghi Corsello;<br />

per finire Nils-Udo con “Rwcent Works” negli spazi di Photo & Contemporary.<br />

Presentata il 22 settembre negli spazi della Triennale di Milano la guida definitiva<br />

del Torino Tour, “Visual design per una città invisibile”, tra gli altri inerventi del<br />

direttore artistico E.Biffi Gentili, di R. Bedrone e Pininfarina. Inaugurata il 24 settembre<br />

“Unexpected”, l’ultima personale italiana di Robert Barry, Galleria Massimo Minini,<br />

Brescia. “The Strange Museum” di Ilya e Emilia Kabakov negli spazi milanesi della<br />

Galleria Lia Rumma, a partire dal 4 ottobre. Nuova prestigiosa location per lo Studio<br />

d’arte Raffaelli, trasferitosi a Palazzo Wolkenstein, via Marchetti, 17 – Trento. Dal<br />

7 ottobre al 23 dicembre, mostra antologica dedicata a Ketty La Rocca “Works<br />

1964-1976”, Galleria Emi Fontana, Milano. Fine settembre, doppia personale di<br />

Umberto Manzo negli spazi napoletani e romani dello Studio Trisorio.<br />

Dopo la pausa estiva, partenza “aggressiva” del Changing Role-Move Over Gallery:<br />

sino al 4 novembre “Post-Photography” nel Mail Space, la performance “Stark Rot”<br />

di Rosy Rox il 28 settembre con omonima mostra fino al 15 ottobre nei locali della<br />

Rosario Farina Haute Couture di Palazzo Cellamare, per finire con la personale<br />

di Massimo Mastronardi dal titolo “Inside” nei nuovissimi spazi della Home Gallery.<br />

Chiusa il 20 settembre nella splendida cornice di Castel dell’Ovo la mosta “Invenit”<br />

a cura dell’Istituto di Tecniche dell’Incisione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.<br />

S.N.O.W. ovvero “Sculpture in Non-Objective Way”, indagine sulla ricerca plastica<br />

non oggettuale e astratta curata da A. Bellini, in mostra opere di G. Caravaggio,<br />

P. Piscitelli, C. Shawcross, R. Rhode, B. Dahlem e F. Gennari; Galleria Tucci<br />

Russo, Torre Pellice, a partire dall’8 ottobre 2005. Inaugurata il 15 settembre la<br />

personale di Givanni Anselmo negli storici spazi napoletani della Galleria Alfonso<br />

Artico. Fino al 29 ottobre presso Antonio Colombo Arte Contemporanea ultima<br />

attesissima personale di Andrea Salvino dal titolo “Antagonista”, testo a cura di C.<br />

Perrella. Mostra “Mail Art allo specchio” a cura di Ruggero Maggi, dal 24 settembre<br />

al 18 ottobre presso la On the road Art Gallery di Gallarate. Intrigante mail art<br />

project dal titolo significatico “Emigration” a cura dell’artista napoletano Roberto<br />

Scala, 140 artisti da 28 nazioni nel chiostro del convento di S.Maria della Lobra in<br />

Massa Lubrense. Presentato il 13 settembre alla Feltrinelli di Napoli l’ultimo romanzo<br />

di Franco Borgo Taviani dal titolo “Il tesoro”, inerventi critici di Valerio Caprara e<br />

Titti Marrone.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!