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LA GESTIONE DEI PALLET - Università Carlo Cattaneo

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Centro di Ricerca sulla Logistica<br />

<strong>Università</strong> <strong>Carlo</strong> <strong>Cattaneo</strong> – LIUC<br />

Politecnico di Milano<br />

Dipartimento di Ingegneria Gestionale<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong><br />

indagine presso gli operatori di logistica integrata<br />

A cura di:<br />

Fabrizio Dallari e Gino Marchet


GLI AUTORI:<br />

Fabrizio Dallari è professore associato presso l’<strong>Università</strong> <strong>Carlo</strong> <strong>Cattaneo</strong> - LIUC, dove è titolare<br />

dei corsi di Logistica e Supply Chain Management. E’ direttore del C-LOG, il Centro di Ricerca sulla<br />

Logistica della LIUC. Svolge attività di ricerca e di consulenza nell’area dei sistemi produttivi,<br />

logistici e dei trasporti. E’ autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche nazionali ed internazionali<br />

e di 5 libri.<br />

Gino Marchet è professore ordinario di Logistica Industriale e di Impianti Industriali presso il<br />

Politecnico di Milano. E’ direttore dell’Osservatorio Material Handling del Politecnico di Milano.<br />

Svolge attività di ricerca e consulenza presso primarie aziende italiane. E’ autore di tre libri e di<br />

oltre 80 pubblicazioni nel settore specifico.<br />

RINGRAZIAMENTI:<br />

Si desidera ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa ricerca,<br />

portando la loro testimonianza aziendale arricchita dalla profonda esperienza sul tema:<br />

Cab-Log, Luigi Baffetta e Martino Schivo<br />

DHL, Massimo Manini, Vittorio De Amici<br />

Fercam, Davide Aonso, Sergio Bergamelli e Marcello Corazzola<br />

Europrogea, Giotta Lucifero, Gabriele Cozzoli<br />

Fiege Logistics, Andrea Sassaroli e Fabio Englaro<br />

Kuene Nagel, Marco Candiani e Emanuela Rosone<br />

Norbert Dentressangle, Fabrizio Fravia, Marino Atzeni e Anna Cuccuglielli<br />

Number 1, Loredana Igne e Vittorio Viganò<br />

Riboni, Alberto Riboni<br />

STI, Francesca Sali<br />

Da ultimo un sincero ringraziamento ai giovani collaboratori, Nicola Brenda e Manolo Mizzi, per il<br />

prezioso contributo nella realizzazione di questa ricerca<br />

Finito di stampare in data 06/06/2008


INDICE<br />

Introduzione 1<br />

Focus della ricerca:<br />

i 3PL<br />

3<br />

INTRODUZIONE<br />

Lo scambio alla pari del pallet EPAL (interscambio) rappresenta la metodologia di gestione del<br />

pallet più comune nel settore della distribuzione moderna in Italia. In Europa, e in particolar<br />

modo in Regno Unito, Francia e Spagna, sono altrettanto diffusi i sistemi di noleggio pallet<br />

(pooling).<br />

Framework di<br />

riferimento<br />

Assesment dei costi<br />

di gestione dei pallet<br />

Risultati<br />

dell’indagine<br />

Considerazioni<br />

finali<br />

4<br />

7<br />

9<br />

14<br />

L’interscambio prevede la restituzione contestuale di un numero di pallet equivalenti in quantità<br />

e qualità ai pallet ricevuti (interscambio immediato). Qualora ciò non sia possibile si ricorre<br />

all’interscambio differito, ovvero si posticipa la restituzione dei pallet generando oneri e costi<br />

aggiuntivi per chi si trova a monte della filiera.<br />

Nonostante l’interscambio differito debba teoricamente rappresentare un’eccezione, da questo<br />

studio emerge che è la modalità operativa più diffusa nel settore del largo consumo in Italia, sia<br />

per la presenza di un “mercato parallelo” che sottrae illecitamente i pallet dal sistema, sia per le<br />

difficili relazioni logistiche e commerciali che da sempre minano la collaborazione fra le parti<br />

coinvolte nei processi di scambio.<br />

Con lo scopo di analizzare nel dettaglio i processi di scambio e, in seguito, i costi di gestione dei<br />

pallet per gli attori della filiera del largo consumo è stato avviato un “Osservatorio Pallet”,<br />

istituito presso il C-Log (Centro di Ricerca sulla Logistica) dell’<strong>Università</strong> <strong>Carlo</strong> <strong>Cattaneo</strong> LIUC.<br />

L’idea di fondo è quella di valutare, periodicamente, le dinamiche inerenti la gestione dei pallet<br />

per le aziende della distribuzione moderna (produttori di beni di largo consumo, GD e DO,<br />

operatori logistici e trasportatori).<br />

Nella prima fase sono stati valutati le modalità e i costi di gestione dei pallet per alcune<br />

importanti aziende della Grande Distribuzione Organizzata 1 . In questo rapporto si riportano<br />

invece i risultati della seconda fase, che ha avuto come oggetto di studio gli Operatori di Logistica<br />

Integrata (3PL).<br />

Per questa categoria di attori la gestione dei pallet assume una particolare rilevanza, soprattutto<br />

1 F. Dallari, G. Marchet,<br />

“Il ruolo dei pallet nei<br />

moderni sistemi<br />

distributivi”, ed. Lampi di<br />

Stampa, settembre 2007<br />

in virtù della posizione intermedia occupata nella filiera distributiva: interfacciandosi con diversi<br />

attori subiscono, da un lato, le modalità e le politiche di gestione del pallet scelte dai produttori (i<br />

loro committenti); dall’altro devono sottostare alle condizioni di alcuni clienti dei loro<br />

committenti (la Grande Distribuzione in primis), che non li riconoscono come loro fornitori.<br />

1<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong> | Fabrizio Dallari e Gino Marchet


Figura 1<br />

Supply Chain dei beni di<br />

largo consumo<br />

Questa ricerca è stata condotta con il patrocinio di Assologistica 2 (Associazione Italiana Imprese<br />

di Logistica), che ha favorito l’incontro tra il team di ricerca e i principali player operanti in Italia<br />

nel settore dei servizi di logistica conto terzi. Assologistica inoltre, attraverso Cultura &<br />

Formazione, è intervenuta direttamente in fase di promozione della ricerca, aprendo un contatto<br />

diretto con i vertici delle aziende selezionate, in modo da ottenere un forte coinvolgimento nel<br />

progetto da parte degli intervistati.<br />

Il tema è di grande attualità per le società di trasporto, logistica e spedizioni; ne è una<br />

dimostrazione la presa di posizione da parte di alcune associazioni di categoria (Fedespedi e<br />

Anita, sino ad ora) che hanno annunciato (e in parte attuato) la presa di posizione contro<br />

l’obbligo da parte dei propri associati di sottostare alle regole dell’interscambio.<br />

Mutuando la stessa metodologia d’indagine sviluppata nella prima fase (aziende della<br />

2 Assologistica rappresenta<br />

circa 250 soci tra società e<br />

gruppi, che impiegando circa<br />

20.000 addetti diretti.<br />

Assologistica si pone<br />

l’obiettivo di promuovere sia<br />

in Italia che all’estero<br />

l’efficacia e l’immagine del<br />

sistema logistico nazionale<br />

nonché la qualità delle<br />

imprese aderenti<br />

www.assologistica.it<br />

distribuzione moderna) si è proceduto inizialmente adattando il modello di costo riguardante le<br />

attività e i processi di gestione dei pallet vuoti alla realtà dei 3PL. Successivamente, anche grazie<br />

al confronto con alcune aziende pilota e con il comitato di guida del progetto, è stato definito il<br />

questionario utilizzato per le interviste.<br />

Dalle interviste condotte su un campione di 10 aziende sono stati elaborati sia i costi unitari di<br />

gestione dei pallet (riportati in forma anonima), sia alcuni indicatori di sintesi per una immediata<br />

confrontabilità delle strategie di gestione adottate. In seguito alla validazione dei risultati,<br />

avvenuta nel corso di focus group con i diretti interessati, è stato possibile infine evidenziare le<br />

maggiori complessità proprie della gestione dei pallet, delineando alcune linee guida per il<br />

miglioramento dei processi di scambio.<br />

2<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong> | Fabrizio Dallari e Gino Marchet


FOCUS DEL<strong>LA</strong> RICERCA: I 3PL<br />

Il 3PL è un fornitore di servizi cui un’azienda (committente) affida la gestione di una parte del<br />

proprio processo logistico: dalle attività di trasporto alle attività di stoccaggio, picking, gestione<br />

dell’ordine fino ad eventuali attività accessorie (packaging, rilavorazioni, assistenza clienti,<br />

gestione resi, reverse logistics etc.). È un soggetto che si colloca al centro della catena<br />

distributiva, essendo a contatto diretto, a monte, con propri committenti (aziende manifatturiere<br />

di beni di largo consumo) e, a valle, con i destinatari delle merci (Distribuzione moderna,<br />

Grossisti, etc.) e con i trasportatori, mentre l’interazione diretta con il punto di consegna avviene<br />

nel caso specifico in cui il 3PL sia anche fornitore di servizi di trasporto con mezzi e personale<br />

propri. Ciò avviene di rado in Italia, dove spesso i 3PL si avvalgono di cooperative di facchinaggio<br />

per le attività più operative 3 e acquistano sul mercato i servizi di autotrasporto.<br />

Tabella 2<br />

Il mercato italiano dei<br />

servizi logistici conto terzi:<br />

primi 20 3PL operanti in<br />

Italia per fatturato<br />

(elaborazioni C-Log<br />

da fonti varie)<br />

FATTURATO % FATTURATO FATTURATO Assetto<br />

Aziende Totale (2006) Largo Logistica Proprietario<br />

Mln Consumo Mln<br />

1 CEVA LOGISTICS 1142 15 1142 Ceva Logistics S.p.A.<br />

2 NUMBER 1 LOGISTICS GROUP 339 85 339 G. e R. F.lli S.p.A.<br />

3 DHL EXEL SUPPLY CHAIN 254 50 254 DHL Holding<br />

4 KUEHNE + NAGEL 315 40 158 KN Investments S.L: (E) 90%, KN Manag. (CH)<br />

5 GEODIS ZUST AMBROSETTI 380 27 133 Geodis (F)<br />

6 SAIMA AVANDERO 676 5 122 ABX Italy S.r.l. (ABX Worldwide SA - B)<br />

7 CAVALIERI TRASPORTI 107 100 107 Cavalierifin S.r.l. (70%), T.F.E. (F) 30%<br />

8 FERCAM 385 30 90 60% Fercam Finance, 40% T. Baumgartner<br />

9 FIEGE LOGISTICS 110 60 90 Fiege Holding<br />

10 ND LOGISTICS ITALIA 78 35 78 ND Logistics Sas (F), Gruppo ND<br />

11 CAB LOG 80 48 57 Fam. Bortolato<br />

12 BERTO<strong>LA</strong> SERVIZI LOGISTICI 41 n.d. 41 Azionisti privati<br />

13 ITALTRANS 115 100 39 BB Holding<br />

14 SO.GE.MA. 50 80 35 D. Logistics Hofheim Ag (D)<br />

15 DISPENSA CULINA LOGISTICS 35 40 35 Culina Logistics GmbH<br />

16 LD <strong>LA</strong>ZIALE DISTRIBUZIONE 52 60 35 G. Bursese 85%, C. Caseario 12%, A. Longhi 3%<br />

17 NYK LOGISTICS 29 93 24 NYK Holdings (Eur.) B.V. 98%, Poseidon 2%<br />

18 C.L.O. 23 70 23 Società cooperativa (544 soci lavoratori)<br />

19 ITALSEMPIONE 332 10 17 Azionisti privati<br />

20 ZANARDO SERVIZI LOGISTICI 26 15 10 Fam. Zanardo<br />

Nella ricerca sono state analizzate e successivamente confrontate le prestazioni di 10 società di<br />

servizi di logistica integrata operanti nel settore FMCG (Fast Moving Consumer Goods) e aderenti<br />

ad Assologistica.<br />

3 F.Dallari, G.Marchet,<br />

“Rinnovare la supply Chain”<br />

ed. Il Sole 24 Ore, 2003<br />

3<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong> | Fabrizio Dallari e Gino Marchet


Il campione è stato individuato dal comitato guida della ricerca in base a tre criteri di<br />

differenziazione, in modo da ottenere un confronto dei costi e delle modalità di gestione dei<br />

pallet tra magazzini appartenenti a diverse categorie:<br />

• rilevanza in termini di fatturato rispetto al mercato italiano, per verificare l’influenza<br />

sulle prestazioni dovuta alla movimentazione di elevati volumi di merci e alle relazioni<br />

con numerosi committenti (Cab Log, Dhl, Fercam, Kuehne Nagel, Norbert<br />

Dentressangle, Number 1);<br />

• estensione dell’area geografica presidiata, per verificare l’eventuale correlazione tra<br />

modalità e costi di gestione e mercato di competenza (Fiege Logistics, Consorzio<br />

Europrogea);<br />

• magazzino mono-cliente o multi-cliente, per verificare la correlazione tra costi di<br />

gestione e numero di committenti (Riboni, Società Trasporti Industriali – STI).<br />

Per la scelta del campione d’indagine non sono stati considerati 3PL con accordi esclusivi di<br />

noleggio pallet, in quanto il loro costo dipende dalla politica commerciale delle società di pooling<br />

(ad esempio Chep o Lpr) e dai rapporti con i committenti per i quali operano<br />

FRAMEWORK DI RIFERIMENTO<br />

Al fine di rendere confrontabili i risultati dei casi analizzati, l’analisi è stata focalizzata su un unico<br />

magazzino “pilota” per ciascun 3PL, in cui sono gestite le scorte di uno o più committenti (aziende<br />

di produzione di beni di largo consumo), escludendo pertanto i casi in cui il 3PL gestisce anche (o<br />

esclusivamente) un CeDi. Così facendo è possibile confrontare le prestazioni dei diversi 3PL, a<br />

prescindere dall’estensione del loro network e dalla loro copertura geografica (nazionale o<br />

regionale).<br />

Inoltre è stato definito un “perimetro di competenza” dell’’operatore logistico, all’interno del<br />

quale poter individuare i flussi e i costi rilevanti ai fini dell’indagine. In figura 3 sono riportate le<br />

15 attività principali sostenute da un 3PL. Alcune riguardano i pallet vuoti: ad esempio il controllo<br />

dei pallet di ritorno dai punti vendita (11); altre i pallet pieni: ad esempio il controllo delle unità di<br />

carico palletizzate ricevute dai fornitori (2).<br />

4<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong> | Fabrizio Dallari e Gino Marchet


Gli attori con cui il 3PL interagisce in questo processo sono:<br />

• i committenti (aziende di produzione) che hanno un contratto di outsourcing con il 3PL;<br />

• i trasportatori (padroncini o società di autotrasporto) che effettuano le consegne in<br />

diretta o via transit point verso i destinatari finali;<br />

• i destinatari, siano essi punti vendita finali, centri distributivi della distribuzione<br />

moderna o magazzini di società commerciali;<br />

• rivenditori, riparatori o smaltitori di pallet, con cui i 3PL scambiano, acquistano o<br />

mandano a riparare i pallet.<br />

Figura 2<br />

Sintesi delle principali<br />

fasi logiche che<br />

riguardano la gestione<br />

PRODUTTORI/RIPARATORI/<br />

COMMERCIANTI<br />

Pallet nuovo<br />

Pallet rotti, da<br />

o riparato<br />

riparare o in eccesso<br />

Interscambio<br />

differito pallet<br />

COMMITTENTI<br />

UdC<br />

pallettizzate<br />

Interscambio<br />

immediato<br />

pallet<br />

1 Ricevimento merci (UdC) da commitente<br />

2 Controllo, registrazione, ripalletizzazione<br />

3 Interscambio immediato con fornitori<br />

4 Polmone operativo<br />

dei pallet presso il<br />

magazzino di un 3PL<br />

15<br />

14<br />

13<br />

10<br />

12<br />

Pallet per<br />

picking,<br />

sostituzione<br />

rotti, etc<br />

Pallet rotti o<br />

in eccesso<br />

1<br />

RICEVIMENTO<br />

3<br />

2<br />

4 6<br />

8<br />

5 Ubicazione a stock (movimentazione UdC)<br />

6 Preparazione ordini - picking<br />

7<br />

Controllo merci in uscita<br />

8<br />

Svuotamento posto picking<br />

9<br />

Consegna a trasportatori<br />

11<br />

5<br />

10 Rientro pallet resi<br />

7<br />

SPEDIZIONE<br />

11 Scarico, ispezione e separazione pallet resi<br />

12<br />

Interscambio differito con i committenti<br />

10<br />

9<br />

13 Carico pallet da riparare/smaltire<br />

TRASPORTATORE<br />

10<br />

9<br />

PUNTI DI CONSEGNA<br />

14 Scarico pallet riparati/acquistati<br />

15<br />

Attività amministrative/contabili<br />

pallet vuoti<br />

UdC pallettizzate<br />

L’interscambio dei pallet tra 3PL e committente può essere contestuale o differito, con frequenza<br />

stabilita (ad esempio mensilmente); dai casi analizzati è emerso un frequente ricorso<br />

all’interscambio differito. L’azienda committente preferisce, in genere, ricevere carichi completi<br />

di pallet idonei per alimentare direttamente le proprie linee di produzione, anziché farsi restituire<br />

di volta in volta le rispettive quantità di pallet consegnati. Per diverse ragioni (ad esempio se la<br />

distanza è notevole o per motivazioni contrattuali), committente e 3PL possono accordarsi per il<br />

pagamento di un corrispettivo al posto della restituzione dei pallet (fatturazione).<br />

5<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong> | Fabrizio Dallari e Gino Marchet


Il recupero dei pallet dai punti di consegna è l’aspetto più critico dell’intero processo di gestione:<br />

tale attività è infatti indispensabile sia per garantire l’operatività del magazzino sia per consentire<br />

l’interscambio con i committenti. L’interscambio viene effettuato anche per il recupero dei pallet<br />

vuoti, in prossimità dei punti di consegna; nel caso di interscambio differito, una volta terminato<br />

lo scarico viene consegnato al trasportatore un “buono pallet” valido per il ritiro differito.<br />

Tuttavia è proprio in questa fase che si generano i contenziosi sulla qualità del pallet secondo lo<br />

standard EPAL, promosso in Italia da Indicod-ECR.<br />

L’intestazione dei buoni pallet è un aspetto di massima importanza, poiché identifica il soggetto<br />

su cui andrà a gravare il rischio del mancato recupero. Il destinatario è libero di decidere a chi<br />

intestare i buoni pallet:al 3PL o al suo committente. In quest’ultimo caso, se non viene<br />

riconosciuto alcun risarcimento dei buoni pallet da parte dei punti di consegna, il 3PL può<br />

restituire gli attestati di debito al committente ed ottenere una riduzione del proprio debito per<br />

una quantità di pallet pari ai buoni consegnati.<br />

Qualora il soggetto debitore sia un Ce.Di. (elevati volumi di merci, ampi spazi per lo stoccaggio dei<br />

pallet vuoti, interazioni frequenti con il 3PL), l’interscambio è usualmente differito e il recupero<br />

dei pallet viene effettuato tipicamente a carico completo con viaggi di recupero dedicati (circa<br />

450 pallet a viaggio). Qualora il soggetto debitore sia invece un punto vendita finale (difficile<br />

stoccaggio dei vuoti, interazioni saltuarie) è più frequente l’interscambio immediato al momento<br />

della consegna, fase in cui spesso si generano problemi sulla qualità dei pallet resi.<br />

La gestione della contabilità tra 3PL e punti di consegna appare decisamente più complessa<br />

rispetto a quella effettuata per il processo di scambio tra 3PL e committente; si pensi ad esempio<br />

al numero rilevante (ma anche alle diverse tipologie) di punti di consegna rispetto ai quali si deve<br />

mantenere un bilancio tra dare/avere.<br />

In alcuni casi il 3PL cede al trasportatore la responsabilità del recupero dei pallet presso i punti di<br />

consegna: in questo scenario, ancora poco diffuso nella realtà logistica italiana, è usuale<br />

riconoscere al trasportatore una franchigia, a copertura di eventuali comportamenti poco<br />

collaborativi da parte dei punti di consegna.<br />

Se questo è vero per le società di trasporto di medie dimensioni, occorre segnalare che i piccoli<br />

trasportatori subiscono il potere contrattuale dei 3PL che spesso non riconoscono né franchigie<br />

né costi per il recupero dei pallet e che addebitano ai trasportatori i pallet non restituiti a valori di<br />

mercato medi.<br />

6<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong> | Fabrizio Dallari e Gino Marchet


ASSESSMENT <strong>DEI</strong> COSTI DI <strong>GESTIONE</strong> <strong>PALLET</strong><br />

L’indagine è stata svolta per mezzo di interviste dirette ai responsabili logistici presso i magazzini<br />

dei 10 3PL, raccogliendo dati aggiornati sulle modalità di gestione, sull’entità dei flussi ed infine<br />

sui costi relativi alle attività di gestione (fisica e amministrativa). Per ciascuna azienda, nel corso<br />

di più visite e sopralluoghi, sono stati coinvolti il responsabile del magazzino, il responsabile dei<br />

trasporti e il responsabile o l’addetto della gestione dei pallet.<br />

Il questionario d’indagine è stato articolato in tre sezioni:<br />

• Informazioni generali: per inquadrare la dimensione e il contesto, l’organizzazione e<br />

l’assetto operativo dell’azienda intervistata;<br />

• Caratteristiche del magazzino campione: per individuare le specificità dell’impianto sia in<br />

termini di caratteristiche tecniche sia in relazione alla tipologia di clienti e di contratti di<br />

outsourcing in essere;<br />

• Gestione dei pallet. Per mappare il processo fisico e amministrativo, dall’ingresso dei<br />

pallet sino al rientro dai punti di consegna e per rilevare puntualmente i dati di flusso e i<br />

costi sostenuti in ciascuna fase del processo.<br />

Al termine di ciascuna intervista è stata redatta una scheda di dettaglio, che è stata<br />

successivamente validata nel corso di un ulteriore incontro di allineamento con l’intervistato.<br />

Inoltre per ciascuna azienda è stato costruito uno “schema dei flussi” e una tabella riassuntiva<br />

riprendente il costo unitario di gestione del pallet, declinato secondo 7 voci di costo:<br />

1. costo annuo equivalente dell’investimento nel parco pallet: l’investimento nel parco pallet<br />

sostenuto dal 3PL in occasione dell’apertura del magazzino (ed eventuali ampliamenti successivi)<br />

o a seguito dell’attivazione di un nuovo contratto di outsourcing è stato valorizzato su base annua<br />

e ripartito su un periodo convenzionale di 10 anni in quote attualizzate secondo un tasso<br />

nominale annuo del 4%. Il periodo di 10 anni non si riferisce alla durata del pallet (che impatta<br />

sulle voci di costo, reintegro e riparazione e/o smaltimento) ma alla durata dell’immobile e delle<br />

relative scaffalature.<br />

2. reintegro: relativo agli esborsi annuali legati all’acquisto di pallet e/o alla estinzione dei debiti<br />

verso i committenti (al netto dei crediti verso i trasportatori o punti vendita). Può essere un<br />

ricavo, e dunque assumere segno negativo, nel caso in cui i crediti verso trasportatori o punti di<br />

consegna superino tali esborsi.<br />

7<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong> | Fabrizio Dallari e Gino Marchet


3. trasporto di ritorno: in questa voce si considerano tutti quei costi sopportati dal 3PL e che non<br />

gli sono riconosciuti. Pertanto non coincide con il vero costo dell’attività di trasporto di ritorno:<br />

ad esempio in questa voce non rientra il costo sostenuto dal trasportatore cui il 3PL affida la<br />

consegna, che subisce rilevanti inefficienze sia per le attese dovute alla restituzione dei pallet<br />

presso i punti di scarico, sia in relazione alla minore capacità di carico disponibile sul mezzo a<br />

seguito dell’interscambio. Nel caso il servizio del trasporto di ritorno non sia retribuito, il costo è<br />

stimato sulla base dell’incidenza percentuale del costo di recupero dei pallet vuoti sulle tariffe in<br />

essere con i trasportatori ove esplicitato contrattualmente, o in caso contrario stimato in base<br />

alla percorrenza media tra magazzino centrale o centrale pallet e filiali.<br />

4. riparazione e/o smaltimento: esborsi per pallet riparati, internamente o presso riparatori<br />

certificati Epal, al netto di eventuali ricavi da smaltimento (vendita pallet rotti a riparatore). In<br />

caso di smaltimento la voce può quindi rappresentare un ricavo, quantificato in funzione del<br />

numero di pallet venduti e del prezzo medio di vendita per l’anno considerato. Può essere nullo<br />

se i pallet vengono “barattati” con un commerciante/riparatore (3 Epal rotti per 1 Epal usato è il<br />

criterio più diffuso). In questo caso il numero di pallet barattati viene considerato per<br />

quantificare l’entità del reintegro annuo (voce di costo 2).<br />

5. gestione fisica: stimato sul numero di risorse umane equivalenti (Full Time Equivalent – FTE)<br />

impiegate presso il magazzino per la gestione fisica del pallet (ispezione dei pallet pieni e vuoti,<br />

selezione e movimentazione dei vuoti) e sul loro costo pieno aziendale. Viene incluso anche il<br />

costo dei carrelli e di altre attrezzature per la gestione fisica dei pallet vuoti.<br />

6. costo area di stoccaggio dei pallet vuoti: calcolato in base alla superficie destinata allo<br />

stoccaggio temporaneo dei pallet vuoti presso il magazzino del 3PL, comprese le aree di accesso e<br />

manovra, valutata sulla base del canone di affitto annuo corrisposto dal 3PL e riferito alle aree,<br />

siano esse coperte o scoperte.<br />

7. gestione amministrativa: valorizzata sulla base del costo aziendale delle FTE impiegate sia<br />

presso il magazzino campione sia presso la sede centrale del 3PL per le funzioni amministrative<br />

legate alla gestione dei pallet: dalla contabilità dei buoni alla gestione dei saldi dare/avere, dalla<br />

gestione dei contenziosi al rapporto con i riparatori di pallet. Comprende anche la quota dei<br />

sistemi informativi dedicati a supportare gli addetti nel controllo e nella contabilità di pallet e<br />

buoni verso fornitori, trasportatori e punti di consegna.<br />

8<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong> | Fabrizio Dallari e Gino Marchet


Tutte le voci di costo sono state rilevate o stimate su base annua. Per l’attribuzione dei costi a<br />

risorse (umane, tecnologiche, etc.) impiegate solo parzialmente nell’attività di gestione pallet, si è<br />

fatto riferimento alla quota parte di impiego della risorsa stessa. Sono invece state escluse voci di<br />

carattere finanziario (es. oneri finanziari) e straordinario, in quanto imputabili alla struttura di<br />

debito dell’impresa anziché alle capacità gestionali.<br />

Infine, per comparare i costi risultanti dalla presente ricerca con quelli evidenziati dallo studio<br />

relativo agli operatori della Grande Distribuzione Organizzata, il costo unitario di gestione dei<br />

pallet è stato normalizzato dividendo i costi attribuiti per il volume annuo di pallet in ingresso<br />

(tutti i dati sono riferiti al 2007). Va ricordato che il costo unitario è specifico delle sole attività di<br />

gestione degli Operatori Logistici e non comprende i costi sostenuti dalle imprese manifatturiere,<br />

da quelle distributive né dai trasportatori.<br />

RISULTATI DELL’INDAGINE<br />

I risultati dello studio sulle 10 società analizzate sono stati volutamente resi anonimi e i valori<br />

riportati fanno riferimento a sole 7 aziende per ridurre ulteriormente la riconoscibilità. La ricerca<br />

ha evidenziato differenti modalità di gestione dei pallet in termini di aspetti contrattuali, risorse<br />

dedicate e logiche di movimentazione fisica, che si sono tradotte in scostamenti sensibili dei<br />

valori unitari dei costi di gestione delle aziende analizzate (si veda tabella 2).<br />

Tabella 2<br />

Sintesi dei costi di<br />

gestione delle<br />

aziende analizzate<br />

Operatori Logistici<br />

Voci di costo (€/pallet) A B C D E F G<br />

1. Costo annuo eq. dell’investimento - 0,05 - 0,13 - - 0,18<br />

2. Reintegro annuale 0,15 0,49 0,27 0,39 -0,11 0,20 -0,56<br />

3. Trasporto di ritorno 0,52 - - 0,14 0,53 0,51 0,14<br />

4. Riparazione e/o smaltimento - 0,01 0,03 0,03 - -0,01 -<br />

5. Gestione fisica 0,16 0,13 0,29 0,09 0,13 0,21 0,52<br />

6. Area stoccaggio pallet vuoti 0,01 0,03 0,01 0,05 0,06 0,01 0,07<br />

7. Gestione amministrativa 0,16 0,14 0,21 0,11 0,19 0,27 0,41<br />

Costo unitario pallet (€/pallet) 1,00 0,85 0,81 0,94 0,80 1,19 0,76<br />

9<br />

<strong>LA</strong> <strong>GESTIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PALLET</strong> | Fabrizio Dallari e Gino Marchet


I costi unitari variano da 0,75 euro/pallet a 1,19 euro/pallet. Prima di procedere con l’analisi dei<br />

costi unitari totali per ciascuna delle 7 aziende campione (identificate con le lettere dalla A alla<br />

G), si analizzerà la tabella focalizzandosi su ciascuna delle 7 voci di costo individuate:<br />

1. Costo annuo equivalente dell’investimento nel parco pallet – In oltre il 50% delle aziende<br />

intervistate questa voce è nulla, in quanto i Committenti forniscono in comodato d’uso il parco<br />

pallet al 3PL. In due casi (B e G) il 3PL detiene la proprietà di parte del polmone operativo, che<br />

viene pertanto soggetto ad un costo annuo di ripartizione. Nel caso D il parco pallet è considerato<br />

dall’operatore come un bene soggetto a svalutazione.<br />

2. Reintegro annuale – Rappresenta la voce di costo con il maggiore valore di scostamento tra il<br />

minimo (-0,56 euro/pallet) e il massimo (0,49 euro/pallet); per due delle aziende analizzate (E e<br />

G) questa voce è addirittura negativa rappresentando quindi per il 3PL un ricavo. Tale voce infatti<br />

dipende dalla capacità, da parte del 3PL, di gestire a proprio vantaggio i rapporti contrattuali con<br />

trasportatori e committenti, ad esempio concordando franchigie attive in grado di compensare le<br />

perdite fisiologiche. Solo in uno dei casi analizzati (G) la responsabilità sulla gestione dei pallet<br />

viene ribaltata sia ai trasportatori sia alle cooperative di magazzino.<br />

3. Trasporto di ritorno – Rappresenta un costo superiore al 40% del costo unitario totale di<br />

gestione per 3 delle aziende analizzate (A, E ed F), nelle quali l’attività di trasporto non è<br />

terziarizzata e il 3PL sostiene direttamente un costo relativo al trasporto di ritorno. Tale costo è<br />

solitamente imputabile al numero di viaggi organizzati per il recupero differito dei pallet e,<br />

qualora il trasporto fosse terziarizzato, alla capillarità della rete operativa del 3PL. Nei casi D e G<br />

la scarsa capillarità del network determina un maggior costo di recupero dei vuoti, dovendo<br />

altresì riconoscere ai trasportatori compensi straordinari. Nei restanti casi, (B e C) il recupero dei<br />

pallet dai punti di consegna o dalle filiali dei trasportatori non comporta un esborso.<br />

4. Riparazione e/o smaltimento – L’attività di riparazione rappresenta un costo trascurabile<br />

rispetto al costo totale di gestione, poiché in linea generale i 3PL preferiscono barattare i pallet<br />

che hanno subito dei danneggiamenti anziché farli riparare. In un caso (F) i pallet rotti vengono<br />

venduti a terzi in cambio di un compenso, pertanto la voce rappresenta un ricavo.<br />

5. Gestione fisica – L’attività di gestione fisica rappresenta ovviamente un costo ineludibile per<br />

tutte le aziende intervistate in quanto voce legata all’operatività necessaria all’erogazione del<br />

servizio logistico; in linea generale, maggiore è il flusso di pallet annuale del magazzino campione<br />

più il costo unitario di questa attività si riduce, in virtù delle economie di scala. Mediamente si è<br />

rilevato un costo unitario per la gestione fisica di 0,22 euro/pallet.<br />

10<br />

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6. Area stoccaggio pallet vuoti – Il costo relativo a questa voce dipende sostanzialmente da due<br />

fattori: l’ubicazione dell’area (se interna o esterna al magazzino) e il canone di affitto del<br />

magazzino. Il costo unitario di affitto varia da un minimo di 38 euro/m 2 ad un massimo di 72<br />

euro/m 2 . Rispetto al costo totale di gestione questa voce risulta la meno rilevante, influendo al<br />

massimo sul 10% del costo totale.<br />

7. Gestione amministrativa – Nel tentativo di ridurre furti, mancanze o buoni pallet inesigibili, il<br />

3PL può decidere di dedicare risorse nell’attività di gestione amministrativa (sia in termini di<br />

personale sia di sistemi informativi). Tale voce di fatto è complementare al reintegro annuale, in<br />

quanto rappresenta una proxy della capacità del 3PL di contenere le perdite o ridurre il tempo di<br />

recupero dei pallet. Nel caso dell’azienda G ad esempio, caratterizzato dal maggiore costo<br />

unitario di gestione amministrativa (0,41 euro/pallet), corrisponde il costo di reintegro più basso<br />

(-0,56 euro/pallet).<br />

Al fine di confrontare le prestazioni delle aziende prese in esame ed analizzarne le differenti<br />

scelte gestionali sono stati utilizzati dieci indicatori (tabella 3):<br />

Tabella 3<br />

Gli indicatori<br />

di performance per<br />

ciascuna delle aziende<br />

analizzate con riferimento<br />

al magazzino campione<br />

Operatori Logistici<br />

Indicatori A B C D E F G<br />

1 - Parco pallet (pallet) °° °° °° °°° °°° ° °<br />

2 - Flusso IN (pallet/anno) ** * * *** *** * *<br />

3 - Indice di rotazione (rotazioni/anno) 13,5 8,2 7,8 15,1 13,5 13,0 6,8<br />

4 - Tasso annuo di reintegro (%/anno) 4,1 7,4 3,7 10,9 1,0 2,2 4,8<br />

5 – Vita media pallet (anni) 1,8 1,7 3,4 0,6 7,1 3,5 3,1<br />

6 - Incidenza buoni pallet non riscossi (%/anno) 3,1 0,8 5,7 0,7 3,3 8,0 2,0<br />

7 - Attività magazzino (Flusso OUT/IN) 1,30 1,05 1,00 1,00 0,97 1,19 3,00<br />

8 – Distanza media PdC (km) 120 400 250 226 300 250 70<br />

9 - Valore medio franchigia attiva (% pallet IN) 3 6 6 3,1 5 3 10<br />

10 - Valore medio franchigia passiva (% pallet OUT) 4 3 0 2 0 1,8 1,5<br />

° 10-30.000 pallet; °° 30-60.000 pallet; °°° 60-90.000 pallet<br />

* 200-400.000 pallet/anno; ** 400-600.000 pallet/anno; *** 600-900.000 pallet/anno<br />

INDICATORE 1 – Parco pallet (pallet). Il parco pallet indica il numero di pallet presenti all’interno<br />

dei magazzini analizzati, compresi eventuali pallet vuoti stivati negli spazi esterni, e l’ammontare<br />

dei pallet in circolazione all’interno del network distributivo, sia vuoti sia ancora da svuotare.<br />

Mediamente si hanno valori intorno ai 50.000 pallet, fatta eccezione per quei magazzini (B, D e G)<br />

parzialmente impiegati per attività di smistamento e/o consolidamento merci (es. cross-docking),<br />

che presentano valori inferiori.<br />

11<br />

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INDICATORE 2 - Flusso pallet in ingresso (pallet/anno). Indica il numero di pallet in ingresso da<br />

produttori/committenti nell’arco di un anno. Esso è quasi sempre costituito da differenti<br />

tipologie di pallet (ad esempio Epal, Eur, Chep etc.) e riflette in parte l’ambito operativo del<br />

magazzino (es. centro logistico nazionale, magazzino regionale). In genere, flussi elevati incidono<br />

positivamente sui costi delle attività di gestione fisica e amministrativa, in quanto amplificano<br />

l’effetto delle economie di scala.<br />

INDICATORE 3 - Indice di rotazione (rotazioni/anno). E’ dato dal rapporto fra i pallet in ingresso<br />

al magazzino in un anno (indicatore 2) ed il parco pallet dell’operatore per quel magazzino<br />

(indicatore 1); esprime pertanto l’indice di rotazione medio della merce. Mediamente tra tutti i<br />

casi analizzati si hanno circa 12 rotazioni/anno, il che significa avere all’interno del network un<br />

ammontare di pallet equivalente al flusso di 4-5 settimane.<br />

INDICATORE 4 - Tasso annuo di reintegro (%/anno). E’ dato dal rapporto fra i pallet reintegrati in<br />

un anno (acquistati, riparati e/o ricavati dal baratto) ed il numero di pallet in ingresso al<br />

magazzino (indicatore 2). L’indice riflette le diverse problematiche affrontate dagli operatori nella<br />

gestione dei pallet movimentati all’interno del circuito distributivo e viene influenzato dalle<br />

politiche societarie e/o dalla natura degli accordi stipulati con i soggetti coinvolti nei processi di<br />

scambio (es. gestione debito pallet, entità delle franchigie). Pertanto sono emerse notevoli<br />

differenze tra i casi analizzati, da un minimo di 1% a un massimo del 10%.<br />

INDICATORE 5 - Vita media pallet (anni). E’ dato dal rapporto fra il parco pallet (indicatore 1) ed<br />

i pallet Epal reintegrati in un anno. Tale indice misura la vita media del pallet all’interno del<br />

circuito distributivo e riflette la capacità di ciascun operatore nel conservare il parco pallet,<br />

ancorché siano di sua proprietà o in comodato d’uso. In media risulta pari a 2,8 anni, ma la<br />

variabilità è notevole (da 0,6 anni a 7,1 anni).<br />

INDICATORE 6 – Incidenza buoni pallet non riscossi (%/anno). E’ dato dal rapporto fra il numero<br />

di pallet risultati inesigibili in seguito al mancato recupero dei buoni pallet ricevuti dai punti di<br />

consegna nell’arco dell’anno ed il flusso in ingresso (indicatore 2). L’indicatore quantifica in che<br />

misura il ricorso all’interscambio differito oltre l’anno di esercizio da parte dei punti di consegna<br />

possa condizionare l’interscambio immediato fra gli operatori ed i rispettivi committenti.<br />

INDICATORE 7 - Attività di magazzino. E’ dato dal rapporto fra il flusso pallet in uscita ed il flusso<br />

pallet in entrata (nell’anno considerato). Esso riflette l’intensità dell’attività di picking e la<br />

necessità di avere un adeguato polmone operativo di pallet ed è influenzato dalle funzioni<br />

ricoperte dal magazzino all’interno della rete (es. consolidamento merci provenienti da filiali).<br />

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INDICATORE 8 - Distanza media punti di consegna (km). Tale valore corrisponde alla media<br />

pesata fra la distanza di ciascun magazzino dai rispettivi punti di consegna, ponderata con i<br />

relativi flussi annui. L’indicatore influenza in modo significativo l’entità del costo eventualmente<br />

sostenuto per il trasporto di ritorno.<br />

INDICATORE 9 - Valore medio della franchigia attiva (% dei pallet in ingresso). Tale valore<br />

rispecchia l’atteggiamento dei committenti nei confronti dei 3PL per quanto concerne i processi<br />

di scambio pallet. Quanto più la franchigia riconosciuta al 3PL è elevata tanto più sarà in grado di<br />

“sanare” le perdite e le rotture di pallet senza oneri aggiuntivi. Per ciascun 3PL si hanno valori<br />

medi in relazione ai diversi contratti stipulati con i clienti gestiti nel magazzino campione. Il valore<br />

medio complessivo delle franchigie attive è del 5,2%.<br />

INDICATORE 10 - Valore medio della franchigia passiva (% dei pallet in uscita). In questo caso i<br />

valori medi di ciascun operatore riflettono esclusivamente le differenze in termini di valori<br />

percentuali, poiché le franchigie sono tutte applicate sul flusso di pallet in uscita affidati ai<br />

trasportatori terzi. Per quanto concerne il campione analizzato le franchigie sono concesse<br />

prevalentemente alle medie-grandi società di trasporto, dotate di un proprio network, mentre i<br />

padroncini sono in genere tenuti a restituire l’intero ammontare di pallet Epal affidatigli, in<br />

ragione di un raggio d’azione ristretto. Il valore medio complessivo delle franchigie passive è del<br />

1,8%.<br />

13<br />

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CONSIDERAZIONI FINALI<br />

I 7 casi riportati mostrano un tasso di reintegro annuo che arriva a superare il 10% (con una<br />

relativa vita stimata del pallet pari a 0,6 anni), perlopiù a causa delle notevoli difficoltà riscontrate<br />

nella gestione dei processi di interscambio con gli attori della filiera distributiva. In particolare i<br />

punti di consegna, in virtù del loro potere contrattuale, tendono ad assumere comportamenti<br />

poco collaborativi (mancata restituzione dei pallet, restituzione di pallet di bassa qualità). Vanno<br />

inoltre sottolineate sia l’influenza negativa del mercato parallelo, sia la scarsa volontà dei<br />

committenti nel riconoscere le reali problematiche affrontate dagli operatori; ne risulta pertanto<br />

una gestione affannosa, spesso orientata al compromesso e soggetta a numerose variabili.<br />

I costi di gestione, variabili da 0,75 e 1,19 euro/pallet, sono espressione di singole voci che<br />

differiscono notevolmente fra le varie aziende, ad indicare contesti operativi e capacità gestionali<br />

differenti. Si hanno ad esempio aziende che, sfruttando le economie di scala derivanti da una<br />

gestione multicommittente, riescono a mitigare l’incidenza degli oneri di gestione fisica ed<br />

amministrativa, risultando tuttavia maggiormente soggette alle perdite, e di conseguenza a<br />

maggiori oneri di reintegro. Altre aziende che al contrario denotano difficoltà nel dimensionare<br />

adeguatamente le risorse dedicate alla gestione dei pallet; altre ancora che cercano di superare<br />

le problematiche relative all’interscambio ricorrendo a politiche contrattuali “aggressive” nei<br />

confronti di cooperative e trasportatori, soprattutto mediante le franchigie.<br />

Figura 3<br />

Correlazione tra i costi<br />

unitari e l’entità delle<br />

franchigie attive<br />

G<br />

Franchigia<br />

> 5 %<br />

600-900.000 pallet/anno<br />

400-600.000 pallet/anno<br />

200-400.000 pallet/anno<br />

C<br />

B<br />

Costo unitario<br />

< 0,85 €/pallet<br />

E<br />

Costo unitario<br />

> 0,85 €/pallet<br />

D<br />

A<br />

F<br />

Franchigia<br />

< 5 %<br />

14<br />

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La complessità delle attività connesse alla gestione dei pallet è tale da rendere difficoltosa anche<br />

l’apparente semplice descrizione dei flussi. Ciò non agevola la comprensione da parte dei<br />

committenti e spiega in parte l’eterogeneità dei comportamenti degli stessi, che solamente in<br />

alcuni casi accettano di riconoscere a priori un costo di gestione del pallet al 3PL. Durante<br />

l’indagine inoltre, è emerso con chiarezza come la “questione pallet” riguardi, oltre agli attori<br />

principali della supply chain dei beni di largo consumo (produttori, distributori e 3PL) una<br />

ulteriore figura critica: i trasportatori che operano per conto dei 3PL e che sostengono a loro<br />

volta dei costi per la gestione pallet. Pertanto in questo studio non sono stati contemplati i costi<br />

legati, ad esempio, alle attese per la riconsegna dei pallet vuoti presso i punti di consegna o le<br />

inefficienze derivanti dalla perdita di capacità di carico dovuta allo stivaggio dei pallet sul mezzo.<br />

Relativamente al campione d’indagine analizzato, è stato possibile confrontare i risultati ottenuti<br />

dalle 10 aziende appartenenti ai tre differenti criteri analizzati. Volendo generalizzare, è possibile<br />

affermare che i 3PL più rilevanti, in termini di fatturato, riescono solo in parte a sfruttare le<br />

economie di scala, poiché spesso sono penalizzati dalle difficoltà riscontrate durante le fasi di<br />

recupero.<br />

Minori complessità sono invece state riscontrate nelle aziende che gestiscono il magazzino per<br />

conto di un solo mandatario, in quanto i buoni pallet sono riconducibili ad un unico committente<br />

che, nel caso di divergenze, si attiva direttamente per il recupero dei pallet pressi i punti di<br />

consegna. I 3PL operanti nelle regioni del Centro-Sud Italia si trovano invece a dover incentivare i<br />

trasportatori per quanto riguarda le operazioni di recupero pallet presso i punti di consegna,<br />

siano essi recuperati con interscambio differito o con interscambio immediato, nonostante il<br />

servizio sia in linea teorica incluso nelle tariffe concordate con il trasportatore.<br />

In definitiva siamo di fronte ad uno scenario ove gli operatori logistici occupano una posizione<br />

non privilegiata, che li rende particolarmente esposti alle attuali inefficienze del sistema di<br />

interscambio, peraltro riscontrate anche nella precedente indagine presso le aziende della GDO,<br />

e per la quale non si intravedono miglioramenti immediati. Il costo di gestione pallet sembra<br />

infatti destinato ad aumentare, anche in virtù dei maggiori costi di acquisto dei pallet, siano essi<br />

nuovi oppure usati. Risulta evidente l’assenza di una collaborazione con i committenti che<br />

ostacola i 3PL nell’applicare procedure gestionali standard che consentirebbero di capitalizzare la<br />

gestione di una pluralità di contratti. Questo determina un innalzamento delle tariffe che si<br />

traduce in maggiori costi di gestione dei pallet anche per gli stessi produttori e/o aziende della<br />

GDO.<br />

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