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FRANKLIN TEMPLETON INVESTMENT FUNDS - Fundstore

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<strong>FRANKLIN</strong> <strong>TEMPLETON</strong> <strong>INVESTMENT</strong> <strong>FUNDS</strong><br />

Relazione dei Gestori degli Investimenti<br />

Nel corso degli ultimi sei mesi la situazione del mercato e' stata estremamente difficile. Sulla performance di gran parte delle asset class<br />

hanno inciso negativamente problemi senza precedenti nel settore finanziario, emersi con chiarezza a partire dalla meta' del 2007.<br />

Durante gran parte del periodo in esame, banche esposte alla rapida contrazione dei mercati immobiliari di Stati Uniti e parte<br />

dell’Europa hanno affrontato crescenti perdite e sempre maggiori difficolta' di finanziamento. A meta' settembre, la crisi nel settore<br />

finanziario ha raggiunto un apice con il crollo di Lehman Brothers, che ha indotto altre banche d’affari come Merrill Lynch a ricercare<br />

fusioni con banche di deposito piu' forti o iniezioni di capitali da molteplici fonti. EØ stato necessario salvare attraverso l’intervento dello<br />

stato diverse istituzioni finanziarie su entrambi i versanti dell’Atlantico con nazionalizzazioni su vasta scala e un’ondata di fusioni<br />

obbligate.<br />

Il giro di vite sulle condizioni di credito ha costretto sia i consumatori sia le aziende a ridurre la leva finanziaria, provocando un calo<br />

della domanda e la recessione in tutto il mondo sviluppato. Con l’aumentare dell’avversione al rischio degli investitori, paesi come<br />

Ungheria e Ucraina hanno fronteggiato gravi difficolta', mentre l’Islanda ha registrato una brusca contrazione della sua economia<br />

dovuta all’eccessiva espansione delle principali banche del paese e a una svalutazione altrettanto improvvisa della sua valuta.<br />

Per gli investitori azionari, la diversificazione di stile e geografica si sono dimostrate meno rilevanti che in passato, perche¤ i mercati in<br />

Europa, negli Stati Uniti e in Giappone hanno registrato un calo piuttosto uniforme (calcolando le variazioni valutarie). Anche se verso<br />

la fine del periodo in esame i titoli ad elevata capitalizzazione hanno evidenziato una performance lievemente superiore alle attese,<br />

large-cap e small-cap hanno entrambi prodotto rendimenti negativi. E non si e' riscontrata una grande differenza neppure nei<br />

rendimenti di investimenti basati su uno stile ‘‘growth’’ rispetto a investimenti basati su uno stile ‘‘value’’.<br />

Il prezzo del petrolio e di altre materie prime ha registrato un picco nel mese di luglio, ma successivamente e' sceso a fronte di un crollo<br />

della domanda, portando a un aumento del rischio di deflazione nel mondo sviluppato. In un primo momento, importanti produttori<br />

di materie prime come Russia e Brasile hanno resistito al grave rallentamento del mondo occidentale e dei paesi che dipendono da<br />

importazioni di viveri e di energia. Tuttavia, al termine del semestre, i paesi che, come la Russia, fanno affidamento sulle materie prime<br />

hanno risentito di tutte le conseguenze del ridimensionamento delle prospettive di crescita a livello mondiale.<br />

Nonostante il ripetuto intervento delle autorita' pubbliche, la difficolta' delle banche nel reperire finanziamenti sul mercato interbancario<br />

ha avuto a sua volta ripercussioni negative sulla disponibilita' di credito per l’economia allargata di tutto il mondo sviluppato. Sui<br />

mercati creditizi, i crediti di migliore qualita', in precedenza caratterizzati da risultati piuttosto buoni, hanno molto risentito degli effetti<br />

del crollo di Lehman a settembre. Gli spread sul mercato delle obbligazioni societarie si sono notevolmente ampliati, sia per le<br />

obbligazioni ‘‘investment-grade’’ sia per quelle ‘’non investment-grade’’.<br />

Dato il netto aumento dell’avversione al rischio registrato nei sei mesi in esame, non stupisce che le obbligazioni governative con<br />

scadenza a lungo termine abbiano evidenziato performance ben superiori rispetto ai titoli azionari. A dicembre, i problemi di credito e<br />

liquidita' riguardanti la maggior parte delle altre classi patrimoniali avevano spinto i rendimenti dei titoli di stato USA a quotazioni<br />

minime rispetto agli ultimi decenni.<br />

Nel corso del semestre, i bassi rendimenti negli Stati Uniti hanno posto fine a una ripresa del dollaro nei confronti dell’euro, mentre la<br />

sterlina britannica ha subito un pesante calo rispetto a entrambe queste valute a causa del crescente allarme degli investitori per la<br />

dipendenza del Regno Unito dal settore finanziario e per l’elevato indebitamento delle famiglie. La valuta caratterizzata dalla<br />

performance migliore e' stata lo yen giapponese, per il quale l’aumento dell’avversione al rischio ha determinato una progressiva<br />

dismissione delle operazioni di carry trade tra valute a basso rendimento (come lo yen) e altre che promettono rendimenti piu' elevati.<br />

Purtroppo, l’ascesa dello yen ha trascinato l’economia del Giappone, basata sulle esportazioni, in una recessione ancora piu' profonda.<br />

Nella seconda meta' dell’esercizio finanziario, i dati economici hanno continuato a essere disastrosi. Nei paesi sviluppati i prezzi delle<br />

abitazioni non si sono ancora stabilizzati, il livello di fiducia dei consumatori e delle imprese e' basso e perdurano interrogativi sul<br />

futuro di alcuni nomi di alto profilo in settori come i servizi finanziari e l’industria automobilistica.<br />

A novembre, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha previsto per il 2009 un rallentamento della crescita globale del 2,2% rispetto<br />

a circa il 3,7% del 2008. Il FMI preannuncia una contrazione dello 0,7% dell’economia statunitense e dello 0,5% di quella della zona<br />

euro. Altre fonti hanno fornito previsioni ancora piu' fosche; la Banca Centrale Europea ha preannunciato che nel 2009 l’economia<br />

della zona euro potrebbe contrarsi fino a un punto percentuale.<br />

Verso la fine del periodo in esame ci sono stati alcuni segnali di un primo attenuarsi della sensazione di panico che ha caratterizzato gli<br />

ultimi mesi. Gli indici di volatilita' dei titoli sono scesi rispetto ai picchi di ottobre e i mercati interbancari hanno provato un certo<br />

sollievo.<br />

Si prevede che i primi sei mesi del 2009 saranno particolarmente difficili e i mercati finanziari dovranno probabilmente resistere a un<br />

forte aumento dei tassi di insolvenza delle aziende. Tuttavia, nel corso dell’anno ripetuti incentivi fiscali e monetari potranno<br />

contribuire a stabilizzare la situazione. Se questi incentivi ufficiali risulteranno positivi, l’attrattiva di obbligazioni societarie di alta<br />

qualita' potra' risultare piu' evidente, quanto meno a breve e medio termine.<br />

Nonostante la riduzione della leva finanziaria e le continue difficolta' economiche, il miglioramento del mercato del credito puo' dare<br />

origine a un rinnovato interesse per i titoli azionari, che sul base storica sono gia' scambiati a basso valore di libro e prezzati in base al<br />

forte calo nei profitti. In uno scenario di questo genere, tuttavia, il recente mercato al rialzo nelle obbligazioni governative a lungo<br />

termine puo' senz’altro essere oggetto di discussione, soprattutto alla luce di grandi aumenti nell’emissione di obbligazioni nel mondo<br />

industrializzato.<br />

Sebbene le condizioni sui mercati finanziari possano essere difficoltose, gli investitori dovrebbero ricordare che gia' in passato Franklin<br />

Templeton Investments ha attraversato periodi di elevata volatilita' del mercato, come quello seguito al crollo della borsa del 1987.<br />

Siamo sempre rimasti fedeli alla nostra prospettiva e filosofia d’investimento di lungo respiro. Consideriamo la recente volatilita'<br />

un’opportunita' nel lungo termine. Anche se la situazione rimane difficile, l’esperienza da' buoni motivi per essere ottimisti circa la<br />

stabilizzazione e la ripresa del mercato.<br />

I GESTORI DEGLI INVESTIMENTI<br />

Gennaio 2009<br />

Le informazioni riportate in questa relazione rappresentano dati storici e non intendono fornire indicazioni di risultati futuri.<br />

Relazione Semestrale Non Certificata 5

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