Orientamento alla scelta dei filtri solari e selettivi - PO Professional ...
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EDUCATIONAL<br />
la zona iniziale dello spettro ottico e non è<br />
percepita dall’occhio. A seconda del suo contenuto<br />
energetico si divide in:<br />
1. UV-C. (λ 100-280 nm area germicida)<br />
rappresenta la componente più dannosa per<br />
i tessuti. Fortunatamente è quasi completamente<br />
assorbita dall’atmosfera.<br />
2. UV-B (λ 280-315 nm area dell’eritema) È la<br />
porzione più pericolosa per l’occhio.<br />
L’assorbimento è a carico del cristallino e del<br />
vitreo. Provoca opacizzazione prematura del<br />
cristallino, alterazioni del vitreo e degenerazioni<br />
retiniche.<br />
3. UV-A (λ 315-390 area di pigmentazione)<br />
Nella sua porzione più lunga (380-390 nm)<br />
raggiunge la retina. Per il resto è completamente<br />
assorbito dal cristallino senza particolare<br />
pericolosità.<br />
Un aspetto saliente, da tener presente in funzione<br />
della protezione, è la caratteristica <strong>dei</strong><br />
tessuti di cumulare nel tempo la radiazione<br />
assorbita. Pertanto il danno biochimico risulta<br />
essere la sommatoria di tante esposizioni protratte<br />
nel tempo.<br />
Risulta evidente che la prevenzione deve essere<br />
fatta in forma generalizzata sin d<strong>alla</strong> giovane<br />
età. In senso più ristretto, particolare<br />
attenzione protettiva deve essere posta a coloro<br />
che lavorano in ambienti ove si utilizzano<br />
lampade ad emissione di ultravioletto (saldatori,<br />
fotografi ecc.).<br />
4. Luce visibile, compresa tra 380 nm e<br />
780 nm<br />
5. IR (infrarosso), compresa tra 780 nm e<br />
2000 nm<br />
Il grado di pericolosità della radiazione solare<br />
dipende d<strong>alla</strong> sua energia, proporzionale <strong>alla</strong><br />
lunghezza d’onda; maggiormente questa è<br />
corta e tanto più alta risulta la sua pericolosità<br />
(Fig. 2) che, è legata <strong>alla</strong> sua capacità<br />
di interagire con le molecole organiche che<br />
costituiscono anche i tessuti oculari, sia del<br />
segmento anteriore che di quello posteriore<br />
Radiazione Ultravioletta<br />
Pur essendo la componente dello spettro<br />
solare presente in minor quantità, è la componente<br />
più pericolosa in quanto ha energia<br />
sufficiente per spezzare i legami chimici<br />
della materia, provocando danni irreversibili.<br />
Trattandosi di una componente pericolosa ma<br />
non necessaria per la visione in quanto non<br />
visibile, l’obiettivo <strong>dei</strong> <strong>filtri</strong> <strong>solari</strong> è la sua totale<br />
eliminazione. I danni da radiazione ultravioletta<br />
riguardano principalmente la cornea ed il<br />
cristallino, in quanto la retina viene schermata<br />
quasi totalmente dal cristallino stesso. Tra le<br />
alterazioni della fisiologia più comuni a danno<br />
del cristallino ricordiamo la cataratta.<br />
Radiazione Visibile della fascia pre-UV<br />
È ovviamente la componente fondamentale<br />
per la visione e va dal viola al rosso. La componente<br />
cromatica Viola-blu (HEV) ha energia<br />
molto elevata (è la componente più prossima<br />
all’ultravioletto), sufficiente a creare danni<br />
cumulativi <strong>alla</strong> retina. La componente HEV è<br />
la radiazione a più alta energia che raggiunge<br />
la retina (l’ultravioletto viene fermato dal<br />
cristallino). Finora non sono stati dimostrati<br />
danni diretti all’occhio ai normali dosaggi<br />
presenti nella luce solare, ma ci sono molte<br />
evidenze scientifiche di danni cumulativi <strong>alla</strong><br />
retina, proporzionali al tempo di esposizione<br />
e <strong>alla</strong> intensità della radiazione. Trattandosi di<br />
una componente fondamentale per la corretta<br />
visione <strong>dei</strong> colori e delle immagini, non è<br />
opportuno eliminarla totalmente, ma occorre<br />
trovare il giusto compromesso tra protezione<br />
adeguata e corretta visione <strong>dei</strong> colori. I cosiddetti<br />
<strong>filtri</strong> Blu-Blocker, pur eliminando tutta la<br />
luce Blu, sono caratterizzati da una fortissima<br />
distorsione cromatica che rende l’occhiale difficilmente<br />
indossabile per lungo tempo, vanificando<br />
così i benefici della protezione (a<br />
meno che non siano prescritti ad un soggetto<br />
con specifiche difficoltà nell’elaborazione di<br />
questa fascia di radiazioni, vedi <strong>filtri</strong> <strong>selettivi</strong><br />
o medicali). Il danno da luce blu è cumulativo<br />
nel tempo, quindi un uso limitato ne vanifica<br />
di conseguenza l’efficacia protettiva.<br />
Fig. 1<br />
La posizione<br />
dell’intervallo<br />
delle radiazioni<br />
“visibili” rispetto<br />
a quelle “non<br />
visibili”, tra cui<br />
i famigerati<br />
ultravioletti.<br />
Marzo 2009 P.O. <strong>Professional</strong> Optometry ® 101