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FOOD & BEVERAGE<br />

Venerdì 24 Febbraio 2012<br />

3<br />

La passione per la cucina secondo il neostellato Vito Mollica, chef del Palagio di Firenze<br />

Mettersi nei panni del cliente<br />

Anche rifare ogni giorno una lievitazione perfetta è un’emozione<br />

D I MASSIMILIANO SA R T I<br />

eri abbiamo preparato le<br />

«Icosce d’anatra in confit: carne,<br />

teste d’aglio tagliate a metà,<br />

foglie d’alloro, bucce d’arancio<br />

e pepe in grani<br />

in un rondò<br />

(una casseruola<br />

bassa, ndr).<br />

Il tutto portato<br />

lentamente a<br />

cottura, con il<br />

grasso che bolle<br />

sorridendo<br />

e pian piano<br />

si fa dorato,<br />

lasciando percepire<br />

la profondità<br />

della<br />

sua consistenza<br />

in un gioco<br />

di magnifiche<br />

trasparenze».<br />

Viene davvero<br />

l’acquolina in<br />

bocca a sentir<br />

parlare l’executive<br />

chef del Palagio di Firenze,<br />

Vito Mollica: colori, consistenze<br />

e sapori prendono quasi<br />

corpo mentre racconta il piatto<br />

della sera prima. Perché, come<br />

spesso accade anche agli artisti<br />

e ai letterati, è l’ultima opera<br />

realizzata quella che sovviene<br />

al cuoco del ristorante del Four<br />

Seasons fiorentino, quando gli<br />

si chiede quale sia il suo piatto<br />

preferito. E una vena d’artista,<br />

Mollica, la deve pur avere se,<br />

dopo appena tre anni dall’apertura<br />

del Palagio, è già riuscito a<br />

conquistare la sua prima stella<br />

LA RICETTA<br />

Sopra, il Four Seasons<br />

Firenze; sotto, due<br />

immagini del Palagio<br />

Gnudi di ricotta ed erbette con crema<br />

allo zafferano di San Gimignano<br />

Ingredienti per 4 persone<br />

Per gli gnudi: ricotta di pecora g 500, Parmigiano<br />

reggiano g 100, 2 tuorli. Per la salsa: panna<br />

ml 500, Parmigiano reggiano<br />

g 125, zafferano di San Gimignano<br />

g 2. Per le chips di decorazione<br />

e i pomodori confit:<br />

1 fiore di zucca, 1 piccola melanzana,<br />

1 foglia di cavolo nero,<br />

1 pomodoro ramato, 1 spicchio<br />

d’aglio, timo g 4, zucchero g 2,<br />

sale g 2, olio extravergine qb.<br />

Procedimento<br />

Per gli gnudi: far scolare per<br />

3-4 ore la ricotta di pecora. In<br />

una bowl amalgamare quindi tutti gli ingredienti<br />

e formare delle sfere di 4 centimetri di diametro.<br />

Cuocere per 3-4 minuti in acqua salata. Per<br />

la salsa: scaldare la panna in un pentolino a una<br />

Michelin, per la guida del 2012.<br />

Domanda. Quanto conta, per<br />

uno chef, diventare stellato?<br />

Risposta. È il sigillo di una<br />

tappa importante del proprio<br />

percorso professionale. Una<br />

grande soddisfazione.<br />

Io però<br />

non ho mai lavorato<br />

pensando<br />

solo alle stelle,<br />

quanto per trasmettere<br />

la mia<br />

passione e la<br />

mia professione<br />

a collaboratori e<br />

clienti. Il nostro,<br />

poi, è un contesto<br />

particolare:<br />

il Four Seasons<br />

Firenze è stato<br />

infatti recentemente<br />

nominato<br />

miglior resort<br />

del mondo dal<br />

sito americano<br />

Luxury travel<br />

advisor. L e<br />

aspettative dei nostri clienti,<br />

perciò, sono molto elevate. E non<br />

bisogna mai deluderle.<br />

D. Cosa significa, in effetti,<br />

fare ristorazione in un locale<br />

inserito in un ambiente extralusso?<br />

R. Nella mia esperienza personale<br />

ho sempre cercato di<br />

lavorare in strutture non enormi.<br />

Il Four Seasons Firenze,<br />

per esempio, ha 117 camere: è<br />

quasi un boutique hotel. Questo<br />

mi permette di gestire in prima<br />

persona tutti i servizi della cucina:<br />

ristorante, banchettistica<br />

e room service. Ogni segmento<br />

è poi affidato alla responsabilità<br />

di persone di assoluta fiducia.<br />

Cerchiamo così di garantire<br />

sempre la massima qualità. E<br />

non solo durante i pasti del ristorante,<br />

ma anche in occasione<br />

di eventi e colazioni.<br />

D. Il breakfast, tuttavia, è<br />

spesso una nota dolente per<br />

molti chef, che non amano particolarmente<br />

questo pasto mattutino...<br />

R. Ma occorre avere sempre<br />

ben presente dove si lavora:<br />

mettersi nei panni del cliente.<br />

Quando ho la possibilità di<br />

viaggiare, vado certo a cercare<br />

anche l’esperienza nel grande<br />

ristorante locale, ma quasi<br />

sempre il momento che considero<br />

più importante è quello<br />

della colazione. E questo vale<br />

pure per i nostri ospiti. Al breakfast,<br />

perciò, non si può sbagliare.<br />

E poi, anche rifare una<br />

lievitazione perfetta ogni giorno<br />

è un’emozione. Così come vedere<br />

un plum cake venuto male è<br />

sempre un dispiacere. Il ripetersi<br />

sugli stessi standard, in cucina,<br />

è una delle virtù più importanti.<br />

Perché anche le piccole cose non<br />

sono affatto banali.<br />

D. Qual è il tratto caratteristico<br />

della vostra offerta, oltre alla<br />

qualità?<br />

R. La nostra filosofia è quella<br />

di un ristorante indipendente:<br />

siamo dentro l’hotel, ma non<br />

nell’hotel. Vogliamo essere un<br />

posto importante dove andare a<br />

cena; un luogo dove i commensali<br />

possano respirare le atmosfere<br />

temperatura di 85 gradi. Aggiungervi quindi il<br />

Parmigiano, far sciogliere e filtrare il tutto. Unire<br />

lo zafferano. Per le chips: tra due fogli di carta<br />

oleata, mettere i petali di fiore di zucca, delle fettine<br />

sottilissime di melanzana e la foglia di cavolo<br />

nero. Aggiungervi quindi un<br />

filo d’olio extra vergine d’oliva,<br />

pressare il tutto tra due teglie di<br />

ferro e infornare per 20 minuti<br />

a 120 gradi. Per i pomodori confit:<br />

dopo averli sbollentati, pelati<br />

a vivo e puliti dai propri semi,<br />

stendere i pomodori su una teglia<br />

con un po’ d’olio. Sprizzarvi<br />

sopra il timo, lo zucchero, il sale<br />

e l’aglio tagliato a lamelle; lucidare<br />

con un altro po’ d’olio e<br />

infornare a 80 gradi per 2 ore.<br />

Impiattare, infine, in una fondina, versando un<br />

mestolo di salsa alla base e poggiandovi sopra gli<br />

gnudi. Finire di decorare con le varie chips.<br />

«Il valore di ogni piatto è<br />

nella qualità degli ingredienti.<br />

Più questi sono preparati<br />

con semplicità e più rilasciano<br />

sapore». Grande sostenitore<br />

del movimento Slow food per<br />

la preservazione della cultura<br />

gastronomica italiana, tramite<br />

la valorizzazione delle varietà<br />

delle materie prime dei piccoli<br />

produttori e dei mercati locali,<br />

Vito Mollica scopre la passione<br />

per la cucina ancora da ragazzino,<br />

grazie alle specialità lucane<br />

preparate dalla madre. La sua<br />

carriera in Four Seasons inizia<br />

nel 1996, a Milano, e prosegue<br />

quattro anni più tardi a Praga,<br />

dove diventa executive chef a<br />

soli 28 anni. Nel 2007 approda,<br />

infine, al Four Seasons Firenze<br />

della buona cucina. Il<br />

tutto senza naturalmente<br />

rinunciare alle sinergie<br />

comunicative con gli<br />

altri reparti dell’albergo,<br />

anche grazie alla grande<br />

mole di dati raccolti<br />

e analizzati quotidianamente<br />

da Four Seasons.<br />

D. Tutto chiaro: ma<br />

in termini pratici, come<br />

si possono definire le<br />

atmosfere di un hotel<br />

indipendente?<br />

R. Con la personalità<br />

e la cultura dell’accoglienza.<br />

Quando un commensale si reca<br />

in un ristorante di prestigio,<br />

come a Firenze può essere per<br />

esempio il Cibreo, si aspetta di<br />

incontrare, prima o poi, chef<br />

Fabio Picchi. O per lo meno il<br />

direttore di sala del locale: punti<br />

di riferimento, insomma, che<br />

rendono l’esperienza in un ristorante<br />

qualcosa di unico e sempre<br />

diverso. Perché la personalità di<br />

un locale non è fatta solo di lampadari<br />

e tovaglie griffate.<br />

D. In un ristorante d’hotel,<br />

però, ci sono clienti sia interni<br />

sia esterni: qual è la differenza<br />

tra queste due tipologie di commensali?<br />

R. Gli ospiti vivono la struttura<br />

tutti i giorni. Perciò si aspettano<br />

di trovare sia un’offerta<br />

esclusiva d’haute cuisine, sia<br />

una proposta più semplice con<br />

piatti casalinghi. Per il cliente<br />

esterno, magari fiorentino, il<br />

discorso, invece, cambia a seconda<br />

dei casi. Da noi vengono<br />

sia gourmand alla ricerca di<br />

un’esperienza unica, sia uomini<br />

d’affari per pranzi leggeri, coppie<br />

di fidanzati per cene romantiche<br />

o gruppi di amici per festeggiare<br />

qualche evento particolare. La<br />

sfida è allora quella di riuscire a<br />

intuire le esigenze dei clienti già<br />

al momento della prenotazione,<br />

cercando poi di soddisfarle al<br />

meglio. A tutto ciò si deve quindi<br />

aggiungere la propria personalità,<br />

che passa anche dalla qualità<br />

della carta: un mix di prodotti<br />

del territorio e di altre specialità<br />

La biografia<br />

Vito Mollica<br />

in fase di preapertura. Ancora<br />

oggi Mollica, però, viaggia costantemente,<br />

per conoscere e<br />

visitare i migliori ristoranti a<br />

livello mondiale cercando ispirazione<br />

da nuovi posti e nuove<br />

persone.<br />

Il giardino dell’hotel<br />

geografiche, arricchito dall’estro<br />

dello chef per gli abbinamenti e<br />

l’interpretazione delle ricette,<br />

persino nei piatti più semplici.<br />

D. In poche parole, il segreto<br />

della cucina contemporanea.<br />

Cosa significa per lei, quindi,<br />

fare ristorazione italiana oggi?<br />

R. Difficile dirlo. La cucina è<br />

una materia molto ampia: tanto<br />

estesa quanti sono i numeri nella<br />

matematica. Personalmente cerco<br />

di fare cucina a partire dalle<br />

basi della tradizione, ma utilizzando<br />

le tecniche più moderne<br />

per rendere i piatti più leggeri.<br />

Tradizione e passato sono però i<br />

miei punti di riferimento principali<br />

da cui non distolgo mai lo<br />

sguardo.<br />

D. E da dove prende l’ispirazione?<br />

R. Ovunque: dai collaboratori<br />

della mia brigata, dai clienti e<br />

dagli amici. Mi piace moltissimo<br />

scoprire come si mangiava nelle<br />

famiglie, in tutte le parti d’<strong>Italia</strong>.<br />

E le fonti possono essere davvero<br />

le più impensabili. Il mio dentista,<br />

per esempio, è un appassionato<br />

di cucina. E quando vado da<br />

lui mi racconta sempre qualcuna<br />

delle sue ricette. A uno dei nostri<br />

ultimi brunch, ho proposto<br />

un suo piatto: una zucca farcita<br />

con fette di pane toscano fritto,<br />

pecorino, guanciale abbrustolito<br />

e cipolla stufata. È stato un vero<br />

successo. Ma la cosa più divertente<br />

è stata vedere la sorpresa<br />

dei commensali, quando ho spiegato<br />

loro che il piatto era un’elaborazione<br />

del mio dentista.

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