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Programma di<br />

“Ben Fatto” è meglio<br />

che “Ben Detto”<br />

(B. Frankl<strong>in</strong>)<br />

Prevenzione 2009<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

Una nuova sfida per il C.R.M.<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

Chip Detector e studio del particolato particolare metallico<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

Anatomia di un JP8 JP8


j<br />

j<br />

Obiettivi e Collaborazione<br />

Sicurezza del Volo n. 271 gennaio/febbraio 2009 - Anno LVII<br />

OBIETTIVO<br />

Contribuire ad aumentare la preparazione professionale degli equipaggi<br />

di volo, degli specialisti e, <strong>in</strong> genere, del personale dell’A.M., al<br />

f<strong>in</strong>e di prevenire gli <strong>in</strong>cidenti di volo e quant’altro può limitare la capacità<br />

operativa della Forza Armata.<br />

I fatti, i riferimenti e le conclusioni pubblicati <strong>in</strong> questa <strong>rivista</strong> rappresentano<br />

solo l’op<strong>in</strong>ione dell’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista<br />

della Forza Armata. Gli scritti hanno un carattere <strong>in</strong>formativo e di studio a<br />

scopo di prevenzione: essi, pertanto, non possono essere utilizzati come<br />

documenti di prova per eventuali giudizi di responsabilità né fornire essi<br />

stessi motivo di azioni legali. Tutti i nomi, i dati e le località, eventualmente<br />

citati, sono fittizi e i fatti non sono necessariamente reali, ovvero possono<br />

non rappresentare una riproduzione fedele della realtà <strong>in</strong> quanto modificati<br />

per scopi didattici e di divulgazione. Il materiale pubblicato proviene dalla<br />

collaborazione del personale del l’A.M., delle altre Forze Armate e Corpi<br />

dello Stato, da privati e da pubblicazioni specializzate italiane e straniere<br />

edite con gli stessi <strong>in</strong>tendimenti di questa <strong>rivista</strong>.<br />

Quanto contenuto <strong>in</strong> questa pubblicazione, anche se spesso fa riferimento<br />

a regolamenti, prescrizioni tecniche ecc., non deve essere considerato<br />

come sostituto di regolamenti, ord<strong>in</strong>i o direttive, ma solamente come stimolo,<br />

consiglio o suggerimento.<br />

RIPRODUZIONI<br />

E' vietata la riproduzione, anche parziale, di quanto contenuto nella<br />

presente <strong>rivista</strong> senza preventiva autorizzazione da richiedersi per iscritto<br />

alla Redazione.<br />

Le Forze Armate e le Nazioni membri del AFFSC(E), Air Force Flight Safety<br />

Committee (Europe), possono utilizzare il materiale pubblicato senza preventiva<br />

autorizzazione purché se ne citi la fonte.<br />

DISTRIBUZIONE<br />

La <strong>rivista</strong> è distribuita esclusivamente agli Enti e Reparti dell’Aero nautica<br />

<strong>Militare</strong>, alle altre FF.AA. e Corpi dello Stato, nonché alle Associazioni e<br />

Organizzazioni che istituzionalmente trattano problematiche di carattere<br />

aeronautico.<br />

La cessione della <strong>rivista</strong> è a titolo gratuito e non è prevista alcuna<br />

forma di abbonamento. I dest<strong>in</strong>atari della <strong>rivista</strong> sono pregati di controllare<br />

l’esattezza degli <strong>in</strong>dirizzi, segnalando tempestivamente eventuali variazioni,<br />

e di assicurarne la massima diffusione tra il personale.<br />

Le copie arretrate, ove disponibili, possono essere richieste alla<br />

Redazione.<br />

COLLABORAZIONE<br />

Si <strong>in</strong>vitano i lettori ad <strong>in</strong>viare articoli, lettere e critiche <strong>in</strong> quanto solo con la<br />

diffusione delle idee e delle esperienze sul lavoro si può divulgare la corretta<br />

mentalità della sicurezza del volo.<br />

Il materiale <strong>in</strong>viato, manoscritti, disegni, fotografie, anche se non<br />

pubblicati, non si restituiscono.<br />

La Redazione si riserva la libertà di utilizzo del materiale pervenuto dando<br />

ad esso l'impostazione grafica ritenuta più opportuna nonché effettuando<br />

quelle variazioni che, senza alterarne il contenuto, possano migliorarne l'efficacia<br />

ai f<strong>in</strong>i della prevenzione degli <strong>in</strong>cidenti.<br />

E’ gradito l’<strong>in</strong>vio degli articoli unitamente alle fotografie/illustrazioni (per foto<br />

digitali è richiesta la def<strong>in</strong>izione m<strong>in</strong>ima di 300 dpi o 120 pixel/cm) su supporto<br />

<strong>in</strong>formatico (floppy/CD) oppure <strong>in</strong>oltrando i testi, redatti <strong>in</strong> <strong>formato</strong><br />

.TXT o .DOC, anche a mezzo INTERNET al seguente <strong>in</strong>dirizzo di posta<br />

elettronica: <strong>rivista</strong>sv@aeronautica.difesa.it.<br />

Al f<strong>in</strong>e della successiva corresponsione del compenso di collaborazione, si<br />

<strong>in</strong>vita ad <strong>in</strong>viare, unitamente agli articoli, anche i seguenti dati: codice fiscale,<br />

aliquota IRPEF massima applicata, Ente amm<strong>in</strong>istrante e <strong>in</strong>dirizzo del<br />

domicilio ove dovrà essere <strong>in</strong>viato detto compenso e recapito telefonico.<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Periodico Bimestrale<br />

fondato nel 1952 edito da:<br />

<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong><br />

ISPETTORATO<br />

PER LA SICUREZZA DEL VOLO<br />

Viale dell’Università, 4<br />

00185 ROMA<br />

Redazione:<br />

tel. 06 4986 6648 – 06 4986 6659<br />

fax 0649866857<br />

e-mail: <strong>rivista</strong>sv@aeronautica.difesa.it<br />

www.aeronautica.difesa.it/isv<br />

Direttore Editoriale<br />

Gen. B.A. Luca VALERIANI<br />

Direttore Responsabile<br />

Col. Pil. Enrico GARETTINI<br />

Vice Direttore<br />

Ten. Col. CTA Anton<strong>in</strong>o FARUOLI<br />

Redazione, Grafica e Impag<strong>in</strong>azione<br />

Annamaria MACCARINI<br />

M.llo Giuseppe FOTI<br />

Serg. Magg. Stefano BRACCINI<br />

Tiratura:<br />

n. 7.000 copie<br />

Registrazione:<br />

Tribunale di Roma n. 180 del 27/03/1991<br />

Stampa:<br />

Fotolito Moggio - Roma - Tel. 0774381922<br />

Foto:<br />

“Troupe Azzurra”,<br />

“Redazione S.V.”<br />

Chiuso il 27/02/2009<br />

In copert<strong>in</strong>a:<br />

Elicotteri HH3F<br />

e AB212<br />

Realizzazione:<br />

Stefano Bracc<strong>in</strong>i<br />

2<br />

12<br />

20<br />

28<br />

34<br />

Indice<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

2 ✍<br />

6 ✍<br />

<strong>in</strong> questo numero<br />

Programma di Prevenzione 2009<br />

Capo di Stato Maggiore A.M. - Gen. S.A. Daniele Tei<br />

Una nuova sfida per il C.R.M.<br />

Cap. Pasquale Sav<strong>in</strong>o<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

12 ✍<br />

Educazione e Corsi di Sicurezza Volo<br />

24 ✍<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

Una lezione <strong>in</strong> breve di CRM e ORM<br />

28 ✍ Cap. Giovanni De Mizio<br />

Rubriche<br />

39<br />

Chip Detector e studio del particolato metallico<br />

Cap. Laura Allegrucci<br />

Medic<strong>in</strong>a del Volo<br />

20 ✍<br />

Lo “Stress”: un pericolo per l’Attivtà di Volo ma...<br />

Dott. Carlo Enrico Paciaroni<br />

Attività addestrativa dell’I.S.V.<br />

Magg. Giuseppe Fauci<br />

Inconvenienti di Volo significativi<br />

32 ✍ La Redazione<br />

34<br />

Anatomia di un JP8<br />

✍ Cap. Andrea Chiappa<br />

Dalla Redazione<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Indice


Gen. S.A. Daniele Tei<br />

Capo di Stato Maggiore dellʼ<strong>Aeronautica</strong><br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

Programma di<br />

Prevenzione 2009<br />

L<strong>in</strong>ee guida<br />

per la prevenzione S.V. 2009<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

2<br />

3<br />

Lo studio degli <strong>in</strong>cidenti ed <strong>in</strong>convenienti di volo,<br />

delle situazioni riscontrate durante i sopralluoghi effettuati e<br />

degli elementi emersi durante i sem<strong>in</strong>ari e i corsi a carattere<br />

S.V. del 2008, ha fornito un quadro di situazione sullo stato<br />

della Sicurezza Volo che consente di tracciare le l<strong>in</strong>ee guida<br />

per il programma di prevenzione del 2009.<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Filosofia della Sicurezza Volo<br />

4<br />

☛ Programma di Prevenzione 2009<br />

Lʼanalisi di cui sopra evidenzia<br />

che, negli ultimi c<strong>in</strong>que anni, il<br />

rateo degli <strong>in</strong>cidenti di volo totali<br />

dellʼ<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong> si è stabilizzato<br />

su un trend <strong>in</strong> costante<br />

aumento, <strong>in</strong>vertendo la tendenza a<br />

scendere. La situazione è ancor<br />

più allarmante se si considerano<br />

solo i Reparti delle l<strong>in</strong>ee elicotteri,<br />

dove il rateo è risultato più che raddoppiato<br />

rispetto a quanto rilevato<br />

nel precedente decennio. Riguardo<br />

la l<strong>in</strong>ea trasporti, la ripetizione dellʼ<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />

OSES (Organizational<br />

Safety Effectiveness Survey) presso<br />

la 46ª B.A. ha confermato la<br />

presenza di un livello elevato e<br />

costante di fatica operativa tra gli<br />

equipaggi di volo, che va ad <strong>in</strong>cidere<br />

sulle prestazioni del personale.<br />

Più <strong>in</strong> generale, <strong>in</strong> un contesto <strong>in</strong><br />

cui il Fattore Umano cont<strong>in</strong>ua a<br />

rimanere elemento rilevante, nondimeno<br />

la significativa <strong>in</strong>cidenza<br />

del Fattore Tecnico negli <strong>in</strong>cidenti<br />

ed <strong>in</strong>convenienti di volo fa crescere<br />

lʼesigenza di svolgere una mirata<br />

attività didattica anche a favore del<br />

personale operante nel settore<br />

della manutenzione, utilizzando <strong>in</strong><br />

questo campo strumenti quali<br />

CRM, ORM, Sondaggi OSES e<br />

Corsi SV, già ampliamente collaudati<br />

nei confronti del personale<br />

navigante.<br />

Nel settore della prevenzione agli<br />

impatti con volatili è necessario perseverare<br />

con le azioni poste <strong>in</strong> essere<br />

dai Nuclei Avifauna e, laddove<br />

ancora mancanti, nei limiti delle<br />

risorse e delle possibilità, compiere<br />

ogni sforzo per la loro costituzione al<br />

f<strong>in</strong>e di poter concretamente mitigare<br />

i rischi connessi alla presenza di<br />

volatili e utilmente contribuire al<br />

regolare svolgimento<br />

dellʼattività<br />

di volo.<br />

Eʼ evidente<br />

che la pr<strong>in</strong>cipale<br />

area di rischio<br />

oggettiva, e percepita<br />

come tale<br />

anche dal personale,<br />

cont<strong>in</strong>ua<br />

a rimanere la<br />

carenza di risorse<br />

a disposizione,<br />

comb<strong>in</strong>ata<br />

con una costante<br />

richiesta di impegni fuori dai<br />

conf<strong>in</strong>i nazionali. Negli ultimi anni<br />

è stato portato avanti un virtuoso<br />

processo di miglioramento <strong>in</strong>terno<br />

che, nonostante le cont<strong>in</strong>ue<br />

riduzioni dei fondi assegnati<br />

E’ evidente che la<br />

pr<strong>in</strong>cipale area di<br />

rischio oggettiva, e<br />

percepita come<br />

tale anche dal<br />

personale, cont<strong>in</strong>ua<br />

a rimanere la carenza<br />

di risorse<br />

allʼ<strong>Aeronautica</strong>, ha tuttavia permesso<br />

di mantenere pressoché costante<br />

il monte ore di volo annuale, pur<br />

con pesanti penalizzazioni <strong>in</strong> altri<br />

settori che hanno impattato anche<br />

sulla qualità della vita del personale.<br />

Tuttavia, se le attuali condizioni<br />

di bilancio dovessero perdurare,<br />

non sarà più possibile sostenere<br />

nel tempo, per qualità e quantità,<br />

lʼattività addestrativa ed i correlati<br />

<strong>in</strong>dispensabili servizi di supporto,<br />

necessari a garantire adeguate<br />

capacità operative agli equipaggi di<br />

volo di tutte le l<strong>in</strong>ee. Per sua natura,<br />

lʼattività di<br />

volo non può<br />

scendere sotto<br />

un certo limite,<br />

pena lʼ<strong>in</strong>efficacia<br />

dellʼaddestramento<br />

e di conseguenza<br />

dello<br />

strumento operativo,<br />

con effetti<br />

negativi anche<br />

sulla Sicurezza<br />

del Volo.<br />

Alla luce della<br />

situazione attuale,<br />

ritengo opportuno <strong>in</strong>dicare<br />

le seguenti l<strong>in</strong>ee di <strong>in</strong>dirizzo da<br />

seguire per lʼanno 2009 per puntare<br />

ad una decisa riduzione del<br />

rateo di <strong>in</strong>cidenti dellʼ<strong>Aeronautica</strong><br />

<strong>Militare</strong>:<br />

- garantire i requisiti di sicurezza<br />

relazionando la complessità della<br />

missione con lʼaddestramento<br />

posseduto;<br />

- esigere nellʼespletamento dellʼattività<br />

di volo comportamenti<br />

esemplari <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di professionalità<br />

e competenza tecnica da<br />

parte di ogni livello di responsabilità<br />

gerarchica, quale elemento<br />

fondamentale e tra<strong>in</strong>ante nel<br />

generare nel restante personale<br />

comportamenti e attitud<strong>in</strong>i altrettanto<br />

professionali e rigorose;<br />

- cont<strong>in</strong>uare a sfruttare al massimo<br />

lʼuso dei simulatori di volo attraverso<br />

un impiego estensivo e<br />

sistematico che consenta di<br />

coprire, oltre a quelle aree già da<br />

tempo <strong>in</strong>dividuate, anche ulteriori<br />

attività/forme di volo che i simulatori<br />

consentono di effettuare, <strong>in</strong><br />

funzione delle rispettive <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche<br />

caratteristiche tecniche;<br />

- assicurare al personale, che per<br />

causa di forza maggiore non<br />

dovesse effettuare per un significativo<br />

periodo di tempo unʼattività<br />

di volo costante, delle soluzioni<br />

di impiego idonee che non<br />

vadano a dim<strong>in</strong>uirne il morale o<br />

la motivazione <strong>in</strong> vista del successivo<br />

rientro <strong>in</strong> attività;<br />

- <strong>in</strong>crementare la cultura del fattore<br />

umano attraverso lʼutilizzo<br />

dello strumento CRM, dedicato<br />

sia alla componente navigante,<br />

sia a quella del controllo del traffico<br />

aereo e manutentiva;<br />

- cont<strong>in</strong>uare ad ottimizzare la<br />

gestione del rischio con strumenti<br />

strutturati quali lʼOperational<br />

Risk Management, soprattutto <strong>in</strong><br />

occasione di attività di particolare<br />

importanza (operazioni reali,<br />

esercitazioni complesse, cambiamenti<br />

organizzativi significativi);<br />

- <strong>in</strong>crementare e diffondere la cultura<br />

della Sicurezza Volo nel<br />

campo dellʼATM, prevedendo lʼ<strong>in</strong>vio<br />

di Ufficiali controllori ai corsi<br />

SV e attuando specifici corsi SV-<br />

ATM mediante una s<strong>in</strong>ergica collaborazione<br />

tra lʼIstituto Superiore<br />

per la Sicurezza Volo e lo<br />

SMA-USAM;<br />

- cont<strong>in</strong>uare nellʼimpiego delle<br />

risorse e dei mezzi disponibili per<br />

il controllo dellʼavifauna senza<br />

tralasciare lo studio e la sperimentazione<br />

di nuovi sistemi che<br />

potrebbero <strong>in</strong>crementare efficacemente<br />

la prevenzione degli<br />

impatti con volatili;<br />

- promuovere, anche <strong>in</strong> sede locale,<br />

un programma di riconoscimenti<br />

per il personale che si sia<br />

particolarmente dist<strong>in</strong>to <strong>in</strong> comportamenti<br />

esemplari e che abbia<br />

fattivamente contribuito al raggiungimento<br />

dellʼoperatività <strong>in</strong><br />

sicurezza del Reparto/Ente di<br />

appartenenza o dellʼ<strong>in</strong>tera Forza<br />

Armata;<br />

- co<strong>in</strong>volgere il personale navigante<br />

nella partecipazione al sondaggio<br />

OSES-2009, valutando attentamente<br />

a livello dirigenziale i risultati,<br />

<strong>in</strong>traprendendo le misure correttive<br />

che si rivelassero opportune<br />

e fornendone riscontro.<br />

Sono consapevole che lʼanno<br />

appena <strong>in</strong>iziato si presenta estremamente<br />

impegnativo ma sono<br />

certo che lʼimplementazione delle<br />

l<strong>in</strong>ee dʼazione su <strong>in</strong>dicate, adeguatamente<br />

supportate dallʼorganizzazione<br />

S.V. della Forza Armata,<br />

potrà realizzare lʼobiettivo di una<br />

vera “operatività <strong>in</strong> sicurezza”. ❑<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

5<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Cap.<br />

Pasquale Sav<strong>in</strong>o<br />

Una nuova sfida<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

per il<br />

C.R.M.<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

6<br />

Il<br />

1° Luglio 2008 lʼ8º Gruppo ha<br />

salutato lʼarrivo del velivolo<br />

Boe<strong>in</strong>g 767 CTA, con il quale i<br />

suoi piloti, già qualificati o <strong>in</strong> via<br />

di qualifica, hanno com<strong>in</strong>ciato a<br />

volare <strong>in</strong> attesa dei tanto sospirati<br />

KC-767A previsti <strong>in</strong> arrivo nel<br />

corso del 2009.<br />

La possibilità di com<strong>in</strong>ciare a volare su<br />

una macch<strong>in</strong>a molto simile riveste<br />

una fondamentale importanza dal punto di<br />

vista della sicurezza del volo, <strong>in</strong> quanto<br />

permette agli equipaggi, ma anche<br />

allʼorganizzazione del Reparto, di<br />

prepararsi ad affrontare <strong>in</strong> maniera meno<br />

traumatica ed improvvisa un salto<br />

generazionale probabilmente senza<br />

precedenti per il 14° Stormo.<br />

7<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Filosofia della Sicurezza Volo<br />

8<br />

☛ Una nuova sfida per il C.R.M.<br />

Il futuro impiego operativo, le<br />

maggiori capabilities del B-767<br />

rispetto alle altre macch<strong>in</strong>e f<strong>in</strong>ora<br />

<strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea (G-222 e B-707T/T),<br />

hanno richiesto studio ed applicazione<br />

da parte di tutte le componenti,<br />

oltre che sotto lʼaspetto<br />

della manualistica, anche e<br />

soprattutto dal punto di vista organizzativo<br />

al f<strong>in</strong>e di ottimizzare<br />

risorse e procedure addestrative.<br />

Il grosso salto, però, si è avuto<br />

nel Flight Deck, dove il passaggio<br />

dal “Four-man” cockpit al “Twoman”<br />

cockpit su una macch<strong>in</strong>a di<br />

grosse dimensioni e complessa<br />

come il B-767 ha richiesto un vero<br />

e proprio salto generazionale nel<br />

campo del C.R.M..<br />

Entrambe le l<strong>in</strong>ee dellʼ8º Gruppo<br />

prevedevano lʼimpiego del TEV, o<br />

Flight Eng<strong>in</strong>eer, figura importante<br />

ed affatto secondaria nella gestione<br />

del volo. Qualche TEV della l<strong>in</strong>ea<br />

B-707 era solito autodef<strong>in</strong>irsi scherzosamente<br />

“carbonaio”, consapevole<br />

di contro della centralità riconosciuta<br />

al proprio ruolo.<br />

E tale era, rappresentando per<br />

certi versi la vera <strong>in</strong>terfaccia<br />

Uomo/Macch<strong>in</strong>a, gestendo gran<br />

parte dei sistemi dal suo pannello,<br />

che ai nuovi copiloti <strong>in</strong> erba poteva<br />

facilmente apparire “così pieno di<br />

strumenti, lancette e luci colorate”.<br />

Il basso livello di automazione<br />

rendeva <strong>in</strong>dispensabile la presenza<br />

a bordo di un terzo elemento che si<br />

occupasse a tempo pieno della<br />

gestione degli impianti, del controllo<br />

dei valori e quantʼaltro durante le<br />

Normal, Non-Normal ed Emergency<br />

Procedures ed anche di un quarto<br />

(Navigatore) per la condotta della<br />

navigazione aerea.<br />

I due piloti, Comandante e 2P,<br />

coadiuvati appunto dal Navigatore<br />

(Pilota/Navigatore Operatore di<br />

Sistema), avevano di che pensare,<br />

impegnati nella gestione di un velivolo<br />

di per sé complesso, di grosse<br />

dimensioni, con velocità e performances<br />

affatto <strong>in</strong>differenti, ma ben<br />

piú <strong>in</strong>erte di macch<strong>in</strong>e piú piccole e<br />

agili. Il basso livello di automazione,<br />

qu<strong>in</strong>di, canalizzava la loro<br />

attenzione, soprattutto nelle fasi<br />

piú critiche del volo, su aspetti piú<br />

propriamente “volativi”.<br />

Questo legittimava qu<strong>in</strong>di la centralità<br />

del TEV nella gestione della<br />

macch<strong>in</strong>a.<br />

Se, da un lato,<br />

era comunque<br />

il Comandante a<br />

dettare i tempi,<br />

prendere le decisioni,<br />

era poi il<br />

TEV a leggere le<br />

checklists, vere e<br />

proprie “Do-Lists”,<br />

come dettato dalla<br />

filosofia Boe<strong>in</strong>g<br />

<strong>in</strong> vigore ai tempi<br />

del B-707. Non<br />

era prevista, per<br />

dare unʼidea, alcuna<br />

“Boldface” se non quella dellʼaborto<br />

<strong>in</strong> decollo, il che fa capire<br />

come lo “standard drill”, nel caso<br />

della maggioranza delle emergenze<br />

fosse sempre lo stesso:<br />

- Il Comandante chiama la checklist;<br />

- prende o cede il controllo del<br />

velivolo al 2P, <strong>in</strong> funzione del<br />

tipo di emergenza e delle considerazioni<br />

del caso;<br />

- il TEV legge gli steps della<br />

checklist, che vengono effettuati<br />

secondo una precisa sequenza<br />

dal medesimo o dal Pilot Not<br />

Fly<strong>in</strong>g, <strong>in</strong> funzione delle competenze<br />

previste.<br />

Se già lʼattenzione, più che<br />

legittima, alle d<strong>in</strong>amiche di gruppo<br />

<strong>in</strong> situazioni al limite viene posta <strong>in</strong><br />

(1)<br />

“Resource Management on the Flight deck” - National Aeronautics and Space Adm<strong>in</strong>istration 1979<br />

(2) “Manag<strong>in</strong>g Automation” - Glen Lynch – Responsible for Program Development West Capital Aviation Ottawa<br />

Entrambe le l<strong>in</strong>ee<br />

dell’8º Gruppo<br />

prevedevano l’impiego<br />

del TEV, o Flight<br />

Eng<strong>in</strong>eer, figura<br />

importante ed affatto<br />

secondaria nella<br />

gestione del volo<br />

maniera ormai sistematica da<br />

quasi 30 anni nello studio del<br />

C.R.M. (1) e nella preparazione dei<br />

profili di missione nei Corsi M.C.C.<br />

(Multi Crew Coord<strong>in</strong>ation), ancor<br />

più lo è, e lo è stato, per un cockpit<br />

“affollato” come quello del B-707.<br />

Il passaggio al B-767 ha segnato<br />

una nuova visione nella gestione<br />

delle problematiche relative allo<br />

svolgimento di ogni missione, a presc<strong>in</strong>dere<br />

dal livello di complessità.<br />

Eʼ cambiata, per certi versi,<br />

tanto la figura del Comandante<br />

quanto quella del 2P. Per quanto<br />

riguarda il Comandante, è tenuto<br />

ora ad <strong>in</strong>terfacciarsi molto piú con<br />

la macch<strong>in</strong>a, senza<br />

piú il filtro di<br />

un operatore deputato<br />

pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

a questo.<br />

Tutto ciò richiede<br />

un impegno<br />

ed una attenzione<br />

maggiore,<br />

nonostante sia<br />

<strong>in</strong>negabile che il<br />

sistema sia piú<br />

userfriendly del<br />

precedente.<br />

Dʼaltro canto,<br />

gli aspetti legati alla leadership, al<br />

Task Shar<strong>in</strong>g e alla S.A. (Situational<br />

Awareness), assurgono ad<br />

un livello dʼimportanza certamente<br />

piú alto.<br />

Sarebbe abbastanza facile<br />

pensare che dim<strong>in</strong>uendo il numero<br />

di persone allʼ<strong>in</strong>terno di un<br />

cockpit, il gioco di ruoli tra chi<br />

comanda e chi esegue diventi<br />

relativamente piú facile. In realtà<br />

non è così e anzi, per certi versi, il<br />

processo assertivo assume unʼimportanza<br />

ancora piú vitale, essendo<br />

m<strong>in</strong>ori le risorse disponibili<br />

allʼ<strong>in</strong>terno del cockpit.<br />

Di pari passo, anche lʼaspetto<br />

del Task Shar<strong>in</strong>g assume connotati<br />

nuovi. M<strong>in</strong>ori risorse umane comportano<br />

la necessità di sfruttare al<br />

meglio lʼautomazione, al più alto<br />

livello possibile. Ma, se <strong>in</strong> determi-<br />

nate situazioni la macch<strong>in</strong>a arrivasse<br />

a dettare tempi e modi, allora<br />

bisognerà abbassare il livello di<br />

automazione stesso (2) , il che comporterà<br />

un aumento del carico di<br />

lavoro ed attenzione non più divisibile<br />

per quattro, come nel caso del<br />

B-707, ma da gestire <strong>in</strong> due.<br />

Anche il processo di costruzione<br />

e mantenimento dellʼS.A. su questa<br />

nuova macch<strong>in</strong>a rappresenta un<br />

punto dʼimportanza fondamentale.<br />

Se è vero che lʼS.A. di un equipaggio<br />

è data dal livello piú basso<br />

posseduto <strong>in</strong> un determ<strong>in</strong>ato<br />

momento da ogni s<strong>in</strong>golo membro,<br />

è anche vero che <strong>in</strong> un “Twoman”<br />

cockpit gli <strong>in</strong>puts da processare<br />

<strong>in</strong>dividualmente sono <strong>in</strong><br />

numero maggiore.<br />

E se uno dei due piloti “si perdesse”,<br />

le risorse a disposizione<br />

sarebbero letteralmente dimezzate,<br />

senza alcun tipo di ponderazione <strong>in</strong><br />

funzione della posizione ricoperta.<br />

Se sul B-707 il TEV, per qualsiasi<br />

ragione, avesse perso la “big picture”<br />

di quanto stesse accadendo,<br />

<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di navigazione o quantʼaltro,<br />

la situazione non sarebbe stata<br />

subito estremamente critica <strong>in</strong> virtù<br />

del fatto che i suoi compiti peculiari<br />

erano altri. Se il deterioramento<br />

dellʼS.A. fosse avvenuto <strong>in</strong>vece per<br />

il 2P (o per il Navigatore, o per lo<br />

stesso Comandante), la cosa<br />

avrebbe assunto unʼimportanza<br />

decisamente maggiore. Si sarebbero<br />

comunque avute a disposizione<br />

ancora due risorse su tre per gestire<br />

la missione e permettere al terzo di<br />

“rientrare nel loop”.<br />

Con il “Two-man” cockpit ciò<br />

assume unʼimportanza vitale, ancor<br />

piú per il fatto che gran parte delle<br />

azioni fatte allo scopo di ottenere<br />

una risposta dalla macch<strong>in</strong>a passano<br />

attraverso il filtro di un software<br />

e di sistemi piú o meno automatizzati<br />

(Autopilot, Autothrottle, Flight<br />

Management Computer, etc.).<br />

Eʼ qu<strong>in</strong>di chiaro che un eventuale<br />

errore di set-up possa piú facilmente<br />

trasformarsi <strong>in</strong> un errore di<br />

prestazione della macch<strong>in</strong>a. Per<br />

questo motivo ogni s<strong>in</strong>gola azione,<br />

ogni <strong>in</strong>put che determ<strong>in</strong>i una risposta<br />

effettiva della macch<strong>in</strong>a, va<br />

controllata, condivisa e confermata<br />

da entrambi i membri del cockpit.<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

9<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


☛ Una nuova sfida per il C.R.M.<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

10<br />

Questo per due ragioni essenziali:<br />

1. controllare la correttezza dellʼ<strong>in</strong>put,<br />

<strong>in</strong> funzione della situazione<br />

cont<strong>in</strong>gente;<br />

2. fare <strong>in</strong> modo che anche il secondo<br />

membro sappia chiaramente<br />

cosa stiamo chiedendo alla macch<strong>in</strong>a<br />

di volta <strong>in</strong> volta.<br />

Questo processo riveste<br />

importanza ancora maggiore <strong>in</strong><br />

virtù dellʼevoluzione tecnologica<br />

che si registra nel passaggio dal<br />

B-707 al B-767. Non si può e non<br />

si deve, <strong>in</strong>fatti, cedere alla complacency,<br />

alla totale ed acritica fiducia<br />

nella macch<strong>in</strong>a. Questo è un problema<br />

che potrà riscontrarsi probabilmente<br />

<strong>in</strong> misura maggiore nelle<br />

future generazioni di piloti, visto<br />

che almeno per ora il background<br />

di ogni pilota militare ha visto lʼimpiego<br />

su macch<strong>in</strong>e relativamente<br />

poco automatizzate, tra velivoli<br />

delle Scuole e dei Reparti.<br />

Questo permette ai piloti di “tornare<br />

al basico” <strong>in</strong> maniera abbastanza<br />

“<strong>in</strong>dolore”, se richiesto, mentre<br />

per altre categorie la cosa potrebbe<br />

richiedere un notevole sforzo. Si<br />

pensi allʼS.A. riguardo la nostra<br />

posizione geografica durante un<br />

volo. I moderni velivoli sono quasi<br />

tutti equipaggiati con strumenti che<br />

danno una visualizzazione <strong>in</strong><br />

“mappa” della posizione corrente,<br />

attraverso Multi-Function Displays<br />

e quantʼaltro.<br />

Ma cosa accade se è necessario<br />

farlo tramite i classici strumenti<br />

con cui abbiamo “litigato” durante<br />

le scuole e su molti dei nostri velivoli?<br />

Determ<strong>in</strong>are la propria posizione<br />

attraverso una cart<strong>in</strong>a ed il<br />

buon vecchio HSI, o un RMI, non<br />

ha ancora del traumatico per la<br />

grande maggioranza dei piloti.<br />

Ma, secondo quanto confermatomi<br />

da più istruttori durante il mio<br />

iter formativo (Alitalia, Alteon-<br />

Boe<strong>in</strong>g), le nuove generazioni,<br />

soprattutto <strong>in</strong> campo civile, abituate<br />

allʼavanguardia tecnologica e<br />

cresciute con essa, hanno o potranno<br />

avere problemi<br />

da questo<br />

punto di vista.<br />

Il vero salto,<br />

però, credo riguardi<br />

soprattutto<br />

la figura del<br />

2P.<br />

Benché lʼiter<br />

istruzionale di<br />

ogni pilota, f<strong>in</strong>o<br />

almeno al conseguimento<br />

del<br />

BPM (3) , sia da<br />

s<strong>in</strong>gle-pilot e<br />

sebbene <strong>in</strong> un multicrew cockpit la<br />

responsabilità riconosciuta al Comandante<br />

non alleggerisca <strong>in</strong><br />

alcun modo il carico di lavoro del<br />

2P, la riduzione dei componenti del<br />

cockpit comporta una maggiore<br />

responsabilizzazione del Copilota.<br />

Per certi versi, la presenza del TEV,<br />

(3) B.P.M. = Brevetto di Pilota <strong>Militare</strong><br />

L’impresc<strong>in</strong>dibile<br />

scopo del C.R.M.:<br />

ottimizzare l’utilizzo di<br />

tutte le risorse disponibili<br />

per massimizzare<br />

l’efficacia e la<br />

sicurezza delle<br />

operazioni aeree<br />

magari molto esperto sulla macch<strong>in</strong>a<br />

dal punto di vista tecnico, poteva<br />

favorire la tendenza alla cosiddetta<br />

“s<strong>in</strong>drome del Copilota”, con<br />

la quale il giovane 2P si sentiva per<br />

certi versi parte<br />

aggiunta ad un<br />

rapporto consolidato<br />

tra Comandante<br />

e TEV; lʼesperienza<br />

di entrambi<br />

comunque<br />

rappresentava<br />

una sorta<br />

di <strong>in</strong>discutibile<br />

“garanzia di qualità”<br />

delle decisioni.<br />

Per quanto<br />

concerne la<br />

figura del Copilota,<br />

lʼaspetto decisionale nella<br />

gestione delle Normal o Emergency<br />

Procedures <strong>in</strong> un “Two-man”<br />

cockpit cresce notevolmente almeno<br />

per due ragioni fondamentali:<br />

a. egli rappresenta lʼunica risorsa<br />

disponibile per il Comandante<br />

allʼ<strong>in</strong>terno del cockpit;<br />

b. allo stesso tempo, il Copilota<br />

rappresenta ora lʼunico disponibile<br />

back-up al Comandante.<br />

In un processo di Decision<br />

Mak<strong>in</strong>g, il Copilota è adesso lʼunico<br />

<strong>in</strong> grado di prenderne parte<br />

<strong>in</strong>sieme al Comandante (qualora<br />

le decisioni da prendere non<br />

<strong>in</strong>vestano aree di competenza del<br />

resto del crew) e questo rende la<br />

sua posizione molto più centrale<br />

di quanto non fosse prima.In<br />

l<strong>in</strong>ea di massima, tutti gli aspetti<br />

del C.R.M. (Flight Leadership,<br />

comunicazione, gestione dei conflitti,<br />

assertività, S.A. e Decision<br />

Mak<strong>in</strong>g) assumono nuovi connotati<br />

nellʼutilizzo di questa nuova<br />

macch<strong>in</strong>a, chiedendo agli equipaggi<br />

uno sforzo quanto mai produttivo<br />

nella creazione di nuovi e<br />

peculiari strumenti di gestione<br />

delle d<strong>in</strong>amiche di gruppo allʼ<strong>in</strong>terno<br />

del cockpit, al f<strong>in</strong>e di ottenere<br />

e perseguire lʼimmutato e<br />

impresc<strong>in</strong>dibile scopo del C.R.M.:<br />

ottimizzare lʼutilizzo di tutte le<br />

risorse disponibili per massimizzare<br />

lʼefficacia e la sicurezza<br />

delle operazioni aeree. ❏<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

11<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

12<br />

Cap.<br />

Laura Allegrucci<br />

CHIP DETECTOR<br />

e studio del particolato metallico<br />

una questione di Sicurezza del Volo<br />

INTRODUZIONE<br />

“…Alle porte delle città le statue<br />

di bronzo mostrano spesso la mano<br />

destra consumata dal contatto<br />

dei passanti che le salutano.<br />

Queste cose dunque dim<strong>in</strong>uiscono<br />

- lo vediamo bene - consunte dallo<br />

sfregamento; ma la natura gelosa<br />

ci ha sottratto lo spettacolo delle<br />

particelle che fuggono via <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uazione…”<br />

(De rerum natura-<br />

Libro I - La materia, Tito Lucrezio<br />

Caro). Come è possibile vedere, f<strong>in</strong><br />

dallʼantichità, il fenomeno dellʼusura<br />

era noto, ma le ragioni per cui<br />

esso avveniva erano affidate alla<br />

natura gelosa. Ai nostri giorni sappiamo<br />

bene che non è così misterioso<br />

il fenomeno dellʼusura, anzi<br />

attraverso degli strumenti appropriati,<br />

è possibile raccogliere e studiare<br />

queste particelle per trarne<br />

delle utili <strong>in</strong>formazioni ai f<strong>in</strong>i della<br />

Sicurezza del Volo.<br />

Infatti, anche i velivoli sono colpiti<br />

dallʼusura e più <strong>in</strong> generale dai fenomeni<br />

di deterioramento che caratterizzano<br />

i materiali metallici posti <strong>in</strong><br />

reciproco contatto d<strong>in</strong>amico (per es.<br />

lo strisciamento dei cusc<strong>in</strong>etti radenti<br />

e dei cambi ad <strong>in</strong>granaggi, il rotolamento<br />

dei cusc<strong>in</strong>etti volventi, etc.).<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

13<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

14<br />

☛ CHIP DETECTOR e studio del particolato metallico<br />

Fig. 1 - Chip Detector EFA<br />

In queste pag<strong>in</strong>e cercheremo di<br />

dare delle risposte alle seguenti<br />

domande che sorgono spontanee:<br />

Perché è <strong>in</strong>teressante studiare lʼusura<br />

e le particelle che il fenomeno<br />

produce? Quali <strong>in</strong>formazioni se ne<br />

possono trarre? Perché la caratterizzazione<br />

del particolato metallico<br />

costituisce un importante strumento<br />

tecnico di prevenzione <strong>in</strong> merito<br />

alla Sicurezza del Volo? In che<br />

modo è possibile contribuire alla<br />

vera prevenzione S.V. proattiva dai<br />

banconi di un laboratorio chimico?<br />

Più nel dettaglio: come fare ad<br />

operare tempestivamente una efficace<br />

azione preventiva se le superfici<br />

soggette a deterioramento<br />

non sono ispezionabili? Lucrezio<br />

aveva ragione: diventa fondamentale<br />

poter esam<strong>in</strong>are le particelle<br />

“fuggite via”. Infatti, le <strong>in</strong>formazioni<br />

ricavate dalla composizione, dalla<br />

morfologia, dalle dimensioni e dal<br />

numero di particelle che è possibile<br />

raccogliere, costituiscono lʼ<strong>in</strong>dizio<br />

che identifica univocamente il fenomeno<br />

responsabile dellʼusura<br />

prima che questa produca effetti<br />

disastrosi al particolare colpito.<br />

Cercheremo di spiegare il perché<br />

<strong>in</strong> un velivolo sono impiegati i<br />

chip detector (1) (fig. 1) per monitorare<br />

quelle aree particolarmente delicate<br />

e come e perché studiare il<br />

Fig. 2 - Variazione dimensionale dovuta allʼusura<br />

particolato metallico che ha provocato<br />

lʼattivazione della spia, soprattutto<br />

<strong>in</strong> funzione di quanto si può<br />

fare <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di SV e di quanto<br />

<strong>in</strong>vece potrebbe accadere sottovalutando<br />

il segnale di warn<strong>in</strong>g.<br />

(1) Chip detector: sensori magnetici <strong>in</strong> grado di trattenere il particolato metallico ferromagnetico disperso<br />

nellʼolio impiegato per lubrificare il sistema monitorizzato. La presenza di particolato causa la chiusura di<br />

un circuito elettrico che provoca lʼaccensione della spia. Spesso si r<strong>in</strong>viene anche particolato non ferroso<br />

(es. leghe leggere o rivestimenti metallici) trasc<strong>in</strong>ato dalle particelle ferromagnetiche sul chip.<br />

Il grado di usura e i parametri<br />

che lo <strong>in</strong>fluenzano.<br />

Lʼusura è prevedibile?<br />

In l<strong>in</strong>ea generale è possibile,<br />

conoscendo il materiale impiegato<br />

ed il tipo di moto al quale è sottoposto,<br />

stabilire già <strong>in</strong> fase progettuale<br />

la correlazione che esiste tra attrito<br />

ed usura. Tale correlazione non è<br />

semplice, tanto che è possibile<br />

assistere a situazioni <strong>in</strong> cui, col<br />

passare del tempo, il tasso di<br />

usura[1] aumenta al dim<strong>in</strong>uire dellʼattrito.<br />

In particolare: la variazione<br />

dimensionale, chiamata δr, del<br />

pezzo, che con lʼattrito si consuma, è<br />

pari al rapporto tra volume di usura,<br />

V, per unità di distanza percorsa nel<br />

moto reciproco e la lunghezza, L, del<br />

particolare <strong>in</strong>teressato:<br />

δr = V/L<br />

Il rapporto V/L <strong>in</strong>dica come lʼusura<br />

sia funzione del tipo di materiale<br />

(V) e delle dimensioni del<br />

pezzo (fig. 2) .<br />

Lʼimpiego può modificare le<br />

caratteristiche del materiale, le<br />

caratteristiche geometriche dei particolari<br />

<strong>in</strong>terferenti e le caratteristiche<br />

del moto reciproco, <strong>in</strong>clusi i<br />

carichi e la temperatura di esercizio.<br />

I fattori legati alle proprietà chimico-fisico-meccaniche,<br />

che <strong>in</strong>fluenzano<br />

il comportamento allʼusura<br />

di elementi a contatto sono:<br />

durezza (più un materiale è duro e<br />

m<strong>in</strong>ore è lʼeffetto dellʼusura ed<br />

<strong>in</strong>crementando il carico applicato<br />

Tasso di usura<br />

Pressione al contatto<br />

Fig. 3 - Tasso di usura <strong>in</strong> funzione della pressione di contatto<br />

Lʼusura tende ad aumentare<br />

<strong>in</strong> maniera repent<strong>in</strong>a<br />

nellʼ<strong>in</strong>torno della pressione<br />

nom<strong>in</strong>ale di contatto di H/3<br />

dove H è proprio la durezza<br />

del materiale. Questo è il<br />

punto di transizione tra<br />

usura moderata ed<br />

usura severa.<br />

<strong>in</strong> cui A è lʼarea ricoperta dalle<br />

lʼusura tende ad aumentare <strong>in</strong> maniera<br />

(A L +A S ) x (A L -A S ) = I S<br />

repent<strong>in</strong>a), solubilità recipro-<br />

L<br />

particelle grandi; A S è lʼarea ricoperta<br />

ca (2) (la compatibilità dei materiali<br />

dalle particelle piccole.<br />

<strong>in</strong>cide <strong>in</strong> maniera proporzionale: al<br />

crescere della solubilità aumenta<br />

lʼusura), struttura cristall<strong>in</strong>a (tra le<br />

tre strutture cristall<strong>in</strong>e possibili per i<br />

metalli: cubica a facce centrate,<br />

cubica a corpo centrato ed esagonale<br />

compatta, lʼultima è geometricamente<br />

la più resistente allʼusura).<br />

La durezza e la struttura cristall<strong>in</strong>a<br />

Lʼusura moderata è dovuta ad<br />

un contatto c<strong>in</strong>ematico associato al<br />

concetto di bassi carichi e le particelle<br />

che ne derivano sono generalmente<br />

di dimensioni ridotte.<br />

Il regime di usura severa è <strong>in</strong>vece<br />

s<strong>in</strong>tomo dellʼapplicazione di carichi<br />

elevati che generano superfici molto ruvide<br />

e particelle di notevoli dimensioni.<br />

possono variare anche <strong>in</strong><br />

modo molto significativo <strong>in</strong> funzione<br />

delle condizioni di esercizio<br />

(figg. 3 e 4) .<br />

Come ad<br />

Per avere idea dellʼentità del<br />

esempio il<br />

deterioramento di particolari soggetti<br />

a seria <strong>in</strong>terferenza è <strong>in</strong>vece<br />

Ferro.<br />

di <strong>in</strong>dubbio <strong>in</strong>teresse la correlazione<br />

che esiste tra il numero, ma<br />

soprattutto le dimensioni delle particelle<br />

Cubica a corpo centrato<br />

da usura ed il grado del pro-<br />

cesso che le ha generate.<br />

Lʼ<strong>in</strong>dice di severità (I S ) calcolato<br />

su un gruppo di particelle generate<br />

dallo stesso processo è dato dalla<br />

relazione:<br />

Come ad esempio<br />

il Magnesio e il<br />

Titanio<br />

(2) Gli stessi metalli che <strong>in</strong> base alle loro aff<strong>in</strong>ità<br />

vengono impiegati per la realizzazione di leghe,<br />

possono dare problemi di solubilità reciproca se<br />

posti a contatto <strong>in</strong> particolari condizioni meccaniche<br />

e di temperatura. Es. Allum<strong>in</strong>io e Magnesio<br />

H/3<br />

Fig. 4 - Strutture cristall<strong>in</strong>e dei metalli<br />

La variazione di parametri quali,<br />

velocità, lubrificazione, condizioni<br />

ambientali, oltre allʼentità dei carichi<br />

applicati, possono trasformare il<br />

grado di usura, e mentre su alcuni<br />

è possibile agire <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i migliorativi,<br />

sulla maggior parte non vi è la<br />

possibilità di <strong>in</strong>fluire.<br />

Ad esempio con lʼaumentare dei<br />

carichi si può assistere alla transizione<br />

da usura moderata ad usura<br />

severa e quando lʼ<strong>in</strong>cremento è<br />

sostanziale è possibile il verificarsi,<br />

con lʼ<strong>in</strong>cremento della temperatura<br />

dovuta allʼattrito, che la durezza del<br />

materiale aumenti dando luogo ad<br />

una seconda transizione, questa<br />

volta <strong>in</strong> senso opposto.<br />

Il contatto reciproco può comportare<br />

deformazioni elastiche (reversibili),<br />

plastiche (irreversibili) f<strong>in</strong>o a<br />

produrre asportazione di materiale o<br />

addiritura cr<strong>in</strong>ature e/o <strong>in</strong>nescare<br />

rotture, qu<strong>in</strong>di se da un lato lʼattrito è<br />

necessario per il funzionamento di<br />

<strong>in</strong>granaggi e apparati meccanici <strong>in</strong><br />

genere ed un fenomeno di usura di<br />

rodaggio su un pezzo nuovo è fisiologico,<br />

dallʼaltro unʼusura severa può<br />

rappresentare un reale rischio per<br />

lʼ<strong>in</strong>tegrità strutturale del velivolo ed è<br />

necessario agire prima che il pericolo<br />

m<strong>in</strong>i la sicurezza.<br />

Cubica a facce centrate<br />

Come ad<br />

esempio il<br />

Nickel,<br />

lʼAllum<strong>in</strong>io<br />

e lʼArgento.<br />

Esagonale<br />

a struttura compatta<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

15<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

16<br />

☛ CHIP DETECTOR e studio del particolato metallico<br />

Contatto tra le asperità della superficie<br />

Deformazione plastica della superficie<br />

Frantumazione dei cristalli sub-superficiali e<br />

formazione di una nuova fase solida duttile<br />

e facilmente deformabile di spessore<br />

<strong>in</strong>feriore al micrometro<br />

Perdita di coesione con la matrice che causa<br />

o il distacco della particella o lʼaumento<br />

dellʼarea <strong>in</strong>teressata f<strong>in</strong>o a compromettere il<br />

regolare accoppiamento dei pezzi (grippaggio).<br />

Fig. 5 - Usura adesiva<br />

Le parti meccaniche particolarmente<br />

esposte ad usura sono cusc<strong>in</strong>etti<br />

radenti, cusc<strong>in</strong>etti volventi,<br />

cambi ad <strong>in</strong>granaggi, camma-punteria,<br />

freno ad attrito, contatti di<br />

<strong>in</strong>terruttori elettrici.<br />

I meccanismi di formazione<br />

del particolato metallico.<br />

Pericolosità del processo<br />

In realtà lʼaccoppiamento che<br />

può generare usura può essere<br />

non solo tra solidi, ma anche tra<br />

Solido-Liquido, oppure tra Solido-<br />

Gas e quando il contatto è prolungato,<br />

la presenza delle particelle<br />

generatesi costituisce un ulteriore<br />

antagonista per lʼusura.<br />

In particolare nellʼaccoppiamento<br />

Solido-Solido, il più frequente<br />

tra i particolari aeronautici, il tipo di<br />

contatto c<strong>in</strong>ematico può essere:<br />

- di strisciamento (analogo a quello<br />

di una lima su una superficie<br />

metallica);<br />

- di rotolamento (analogo a quello<br />

di uno pneumatico sullʼasfalto);<br />

- di urto (analogo a quello di uno<br />

scalpello sul marmo).<br />

E dallo stesso può generarsi un<br />

accoppiamento Solido-Particella-<br />

Solido il cui tipo di contatto può<br />

essere ancora una volta di strisciamento<br />

o rotolamento, ma anche di<br />

mac<strong>in</strong>azione.<br />

Tali sollecitazioni <strong>in</strong>nescano<br />

diversi meccanismi di cui c<strong>in</strong>que<br />

fondamentali[2][3][4]:<br />

- adesione (rubb<strong>in</strong>g wear);<br />

- taglio o abrasione (cutt<strong>in</strong>g wear);<br />

- fatica (fatigue wear);<br />

- attacco chimico o tribossidazione<br />

(corrosive wear);<br />

- sfregamento (frett<strong>in</strong>g).<br />

• Usura adesiva (fig. 5): è probabilmente<br />

il tipo di usura più diffuso<br />

ed è orig<strong>in</strong>ato dallo scorrere lʼuna<br />

sullʼaltra di due superfici a durezza<br />

paragonabile. Il volume di usura è<br />

proporzionale alla distanza percorsa<br />

nello strof<strong>in</strong>io e al carico applicato,<br />

mentre è <strong>in</strong>versamente proporzionale<br />

alla durezza del materiale<br />

più tenero. La particella da<br />

usura per strof<strong>in</strong>io è generalmente<br />

piatta, di limitate dimensioni (circa<br />

10μm ovvero 10 -5 m), lʼaspetto superficiale<br />

è liscio e regolare, tali<br />

dimensioni e morfologia sottol<strong>in</strong>eano<br />

la natura “benigna”. Ma la situazione<br />

può divenire pericolosa per<br />

un contatto prolungato nel tempo<br />

con alti carichi su una superficie di<br />

entità considerevole con distacco<br />

di particelle f<strong>in</strong>o a rischiare il grippaggio<br />

del sistema.<br />

• Usura da taglio o abrasione (fig. 6):<br />

sono essenzialmente due le modalità<br />

con cui si produce cutt<strong>in</strong>g<br />

wear, la prima generata da accoppiamento<br />

solido-solido e la seconda<br />

dovuta ad <strong>in</strong>terazioni solido-particella-solido,<br />

particolarmente<br />

pericolosa. Hanno <strong>in</strong> questo<br />

caso importanza la geometria e le<br />

dimensioni delle asperità, poiché<br />

se notevoli, possono generare<br />

graffi profondi sulla superficie antagonista<br />

provocando il distacco di<br />

trucioli particolarmente lunghi.<br />

• Usura da fatica (fig. 7): questo<br />

tipo di usura si verifica su materiale<br />

sottoposto a sollecitazioni cicliche<br />

per applicazione di carichi alterni.<br />

Ove il limite a fatica viene superato<br />

si verificano delle estrusioni di<br />

materiale ed il progressivo propagarsi<br />

di cr<strong>in</strong>ature. Unʼusura tollerabile<br />

produce scaglie con dimensioni<br />

al di sotto dei 20μm ma, già per<br />

dimensioni di 50 - 100μm il proces-<br />

so può classificarsi pericoloso.<br />

Il processo può produrre<br />

anche sfere che<br />

sebbene piccole possono<br />

essere <strong>in</strong>dizio di cr<strong>in</strong>ature<br />

comunque di considerevole<br />

entità. Questo tipo di<br />

usura non è impedita dallʼimpiego<br />

di film lubrificanti<br />

<strong>in</strong> quanto non connessa al<br />

contatto fisico ma allʼapplicazione<br />

di carichi e ne<br />

sono sensibili cusc<strong>in</strong>etti ed<br />

<strong>in</strong>granaggi .<br />

• Usura da corrosione (fig. 8,<br />

nella pag<strong>in</strong>a successiva): tutte le<br />

superfici metalliche sono esposte a<br />

fenomeni di corrosione per la naturale<br />

tendenza del metallo ad ossidarsi<br />

più o meno rapidamente. Il<br />

processo è tanto più pericoloso<br />

quanto più le misure di difesa, quali<br />

ad esempio rivestimenti protettivi,<br />

saltano, fenomeno che spesso<br />

accade per <strong>in</strong>terferenza. Le particelle<br />

che si distaccano possono<br />

essere costituite da scaglie metalliche<br />

con prodotti di corrosione<br />

adesi alla superficie o, nei casi più<br />

gravi da soli ossidi.<br />

Fig. 7 - Usura da fatica<br />

• Superamento del limite di<br />

fatica<br />

• Deformazione plastica del<br />

materiale<br />

• Distacco progressivo e<br />

scorrimento dei piani<br />

cristall<strong>in</strong>i<br />

• Formazione di cr<strong>in</strong>ature<br />

• Distacco di particelle per<br />

effetto della propagazione<br />

delle cr<strong>in</strong>ature<br />

• Rottura del pezzo<br />

• Le particelle presentano<br />

due morfologie dist<strong>in</strong>te<br />

• Fatigue chunk: scaglie<br />

• Fatigue spere: sfere che<br />

sembrerebbero formarsi<br />

dalle scaglie che rimangono<br />

costrette nella cr<strong>in</strong>ature e<br />

vengono smussate f<strong>in</strong>o ad<br />

assumere tale forma (tipica<br />

dei cusc<strong>in</strong>etti a rotolamento)<br />

Azione di taglio<br />

di sporgenze dure,<br />

createsi <strong>in</strong> fase di<br />

produzione dei<br />

particolari fusi o<br />

forgiati, su<br />

superfici tenere.<br />

Il volume di usura per abrasione presenta numerosi analogie con il volume di usura per adesione<br />

fatta eccezione per lʼimportanza della geometria delle asperità che <strong>in</strong> questo caso è preponderante.<br />

Fig. 6 - Usura da taglio o abrasione<br />

Questo tipo di corrosione è strettamente<br />

connessa ai parametri chimico<br />

- fisici del materiale ed allʼambente<br />

di esercizio: sal<strong>in</strong>ità ed acidità<br />

dellʼatmosfera, ma anche particolari<br />

additivi di lubrificanti e carburanti,<br />

<strong>in</strong>nalzamento delle temperature<br />

di esercizio, assenza di lubrificazione,<br />

tensioni strutturali oltre<br />

alle caratteristiche <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche.<br />

• Usura da sfregamento: questo è<br />

un fenomeno frutto di più meccanismi<br />

comb<strong>in</strong>ati ed associati a moto<br />

oscillatorio di piccola ampiezza (es.<br />

vibrazioni). Lʼusura adesiva, <strong>in</strong> tali<br />

condizioni, genera particelle a loro<br />

volta responsabili di usura abrasiva<br />

che, spesso accompagnata da fenomeni<br />

corrosivi, genera frett<strong>in</strong>g o<br />

frett<strong>in</strong>g corrosion.<br />

Tutti questi meccanismi, quando<br />

non sono direttamente responsabili<br />

di danneggiamenti pericolosi o di<br />

rottura, sono comunque causa di<br />

disomogeneità e difetti che cambiano<br />

localmente le caratterisiche del<br />

particolare colpito e che come tale<br />

non è più rispondente alle caratteristiche<br />

previste da progetto m<strong>in</strong>andone<br />

<strong>in</strong>direttamente lʼ<strong>in</strong>tegrità e fornendo<br />

<strong>in</strong>neschi per possibili rotture.<br />

Le parti meccaniche particolarmente<br />

esposte ad usura sono cusc<strong>in</strong>etti<br />

radenti, cusc<strong>in</strong>etti volventi,<br />

cambi ad <strong>in</strong>granaggi, camma-punteria,<br />

freni ad attrito, contatti di<br />

<strong>in</strong>terruttori elettrici[5][6].<br />

Fatigue chunk: scaglia<br />

Fatigue spere: sfera<br />

Questo tipo di usura si verifica su materiale sottoposto a sollecitazioni<br />

cicliche per applicazione di carichi alterni.<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

17<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


☛ CHIP DETECTOR e studio del particolato metallico<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

18<br />

Tecniche di campionamento<br />

e mezzi di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />

del particolato<br />

Le dimensioni delle particelle<br />

sono s<strong>in</strong>tomo della severità del processo<br />

e la morfologia suggerisce il<br />

meccanismo del fenomeno; non<br />

rimane che identificare la composizione<br />

chimica per poterle associare<br />

al particolare dal quale si sono<br />

distaccate. Con tali elementi è possibile<br />

<strong>in</strong>dividuare univocamente: il<br />

particolare che si sta usurando, se<br />

si sta usurando più o meno pericolosamente<br />

ed <strong>in</strong> che modo.<br />

Ma quali mezzi la scienza ci<br />

mette a disposizione? Per ripercorrere<br />

cronologicamente la storia<br />

delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sul particolato metallico<br />

si deve fare un salto nel<br />

passato di molti decenni.<br />

Lʼ<strong>in</strong>teresse per i fenomeni di<br />

usura su componenti meccaniche<br />

di impiego aeronautico è<br />

legato essenzialmente allʼanalisi<br />

di particolato metallico<br />

disperso <strong>in</strong> oli lubrificanti.<br />

Per i primi studi dei fenomeni<br />

di usura era possibile<br />

affidarsi solo alla microscopia<br />

ottica per osservare <strong>in</strong> dettaglio<br />

la superficie di particelle<br />

comunque evidenti ad occhio<br />

nudo; negli anni ʻ70 è stata<br />

sviluppata una tecnica, la ferrografia,<br />

che permette lʼosservazione<br />

di particolato ferromagnetico di<br />

dimensioni tra 1 e dec<strong>in</strong>e di micrometri<br />

disperso negli oli lubrificanti<br />

basandosi sulla precipitazione<br />

selettiva <strong>in</strong> funzione della suscettività<br />

magnetica e delle dimensioni.<br />

Dove lʼaspetto chimico e il<br />

carattere di urgenza sono pr<strong>in</strong>cipali<br />

rispetto a quello morfologico, e più<br />

<strong>in</strong> generale di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, viene eseguita<br />

lʼanalisi spettrometrica (<strong>in</strong><br />

“emissione” vengono analizzate le<br />

radiazione emesse dagli elementi<br />

metallici presenti nel campione<br />

Formazione di uno strato<br />

di ossido superficiale<br />

Asportazione dellʼossido<br />

e conseguente formazione<br />

della particella<br />

Formazione di un nuovo<br />

strato di ossido e reiterazione<br />

del meccanismo<br />

f<strong>in</strong>o allʼassenza di contatto<br />

fisico tra le superfici<br />

opportunamente eccitato; <strong>in</strong><br />

“assorbimento” vengono analizzate<br />

le radiazione assorbite dagli elementi<br />

metallici presenti nel campione<br />

volatilizzato) ed è il caso del<br />

programma S.O.A.P. (spectrometric<br />

oil analysis program) effettuato<br />

dai Laboratori Tecnici di Controllo -<br />

Servizio dei Supporti del Comando<br />

Logistico - sul particolato di dimensione<br />

tra 0,1 e unità di micrometri<br />

presenti negli oli lubrificanti degli<br />

aeromobili.<br />

Il problema dellʼ<strong>in</strong>trappolamento<br />

delle particelle provenienti dallʼusura<br />

di parti meccaniche di primaria<br />

importanza è stato risolto <strong>in</strong>stallando<br />

chip detectors nel circuito di<br />

lubrificazione. I chip sono costituiti<br />

da sensori magnetici che trattengono<br />

particelle di grandezza tra i 10<br />

μm e qualche millimetro.<br />

Le particelle che hanno provocato<br />

lʼattivazione del warn<strong>in</strong>g del chip<br />

si possono osservare al microscopio<br />

elettronico a scansione (S.E.M.)<br />

e analizzare per la determ<strong>in</strong>azione<br />

della composizione elementare<br />

mediante spettroscopia a dispersione<br />

di energia (E.D.S.), (fig. 9) .<br />

Il sistema dei chip detectors correlato<br />

al suddetto sistema di analisi<br />

consente lʼacquisizione di immag<strong>in</strong>i<br />

con <strong>in</strong>grandimenti f<strong>in</strong>o a dec<strong>in</strong>e di<br />

migliaia di volte per lo studio accurato<br />

della morfologia e lʼanalisi<br />

semi-quantitativa puntuale degli<br />

elementi chimici costituenti per risalire<br />

alla natura della particella. Le<br />

analisi SEM - EDS sono effettuate<br />

dal Gruppo Materiali Strutturali -<br />

Reparto Chimico C.S.V.<br />

Un caso esemplare ed alcuni<br />

dati degli ultimi c<strong>in</strong>que anni<br />

Fig. 8 - Usura da corrosione<br />

Il G.222 è un caso esemplare di<br />

<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e tecnica a scopo preventivo.<br />

Infatti per questo velivolo,<br />

ormai al term<strong>in</strong>e del servizio operativo,<br />

è stato previsto il controllo on<br />

condition ovvero un “sistema di<br />

monitoraggio <strong>in</strong> servizio mediante<br />

analisi SOAP e controllo dei chip<br />

detector” per <strong>in</strong>dividuare la possibile<br />

<strong>in</strong>cipiente rottura dei riduttori giri<br />

elica (rottura che causò due <strong>in</strong>cidenti<br />

di volo). Il controllo, che è<br />

stato stabilito attraverso una apposita<br />

PTA (Prescrizione Tecnico<br />

Applicativa), è nato proprio con lo<br />

scopo di verificare la presenza, la<br />

quantità, la composizione elementare<br />

e le dimensioni del particolato.<br />

In base a tali parametri la PTA def<strong>in</strong>isce<br />

dei provvedimenti da <strong>in</strong>traprendere<br />

che comprendono, nel<br />

caso estremo, la rimozione del<br />

motore per controlli accurati.<br />

Element Weight % Atomic %<br />

Si K 0,47 0,93<br />

Cr K 12,41 13,15<br />

Mn K 0,65 0,65<br />

Fe K 85,93 84,76<br />

Ni K 0,54 0,50<br />

Commento:<br />

è stato esam<strong>in</strong>ato n. 1 truciolo delle dimensioni di<br />

6.5 mm riconducibile ad un acciaio del tipo AISI<br />

410, la cui composizione è riportata <strong>in</strong> tabella.<br />

Fig. 9 - Report analisi SEM - EDS<br />

Dallʼentrata <strong>in</strong> vigore della PTA<br />

molti chip detector hanno segnalato<br />

anomalie ed alcuni motori sono<br />

stati, nel tempo, sbarcati e controllati,<br />

ma non si sono più verificate <strong>in</strong><br />

volo avarie, o peggio, <strong>in</strong>cidenti.<br />

Al giorno dʼoggi sono diversi i<br />

velivoli che prevedono il monitoraggio<br />

mediante chip detector di parti<br />

meccaniche di notevole importanza<br />

ed i sistemi di warn<strong>in</strong>g hanno dato il<br />

corretto allarme al verificarsi di anomalie<br />

su: EFA, Tornado, AMX,<br />

C.130/J, P.180, ATR-42, AB.212,<br />

AB.412. Sono 60 i chip detector<br />

pervenuti nei laboratori negli ultimi<br />

c<strong>in</strong>que anni e cent<strong>in</strong>aia di migliaia<br />

le particelle osservate ed analizzate<br />

tanto che almeno una volta allʼanno,<br />

statisticamente, un motore deve<br />

essere sbarcato per presenza di<br />

particolato di natura pericolosa.<br />

Conclusioni<br />

Se lʼobiettivo pr<strong>in</strong>cipale della S.V.<br />

è quello di preservare le risorse e<br />

se la def<strong>in</strong>izione della cultura S.V.<br />

è lʼ<strong>in</strong>sieme di conv<strong>in</strong>cimenti,<br />

norme, atteggiamenti, pratiche tecniche<br />

e sociali mirate a m<strong>in</strong>imizzare<br />

lʼesposizione delle persone appartenenti<br />

o meno allʼorganizzazione,<br />

a condizioni ritenute pericolose<br />

e dannose[7], quanto detto sulle<br />

potenzialità dello studio del particolato<br />

metallico proveniente da chip<br />

detector non può che essere considerato<br />

una corretta azione preventiva.<br />

Il monitoraggio nel tempo dello<br />

stato di salute di un s<strong>in</strong>golo velivolo<br />

o la valutazione di più velivoli della<br />

stessa flotta è possibile attraverso i<br />

mezzi <strong>in</strong> possesso ed è qu<strong>in</strong>di possibile<br />

monitorare lʼ<strong>in</strong>tero sistema<br />

operativo della Forza Armata e dei<br />

Reparti di Volo delle altre Forze<br />

Armate e dei Corpi di Stato.<br />

Lʼ<strong>in</strong>dividuazione tempestiva di<br />

un pericolo da usura (mediante le<br />

valutazioni sulla composizione, sulla<br />

morfologia, sulle dimensioni e sul<br />

numero di particelle prodotte dal<br />

fenomeno) può ridurre sensibilmente<br />

la probabilità che si verifichi il<br />

rischio di una rottura <strong>in</strong> volo. Le<br />

l<strong>in</strong>ee che si avvalgono dellʼimpiego<br />

di chip detector hanno uno strumento<br />

di prevenzione davvero efficace.<br />

Il potenziale di questo tipo di<br />

<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e tecnica può, attraverso la<br />

fattiva collaborazione tra le l<strong>in</strong>ee<br />

volo ed il Reparto Chimico, contribuire<br />

efficacemente alla operatività<br />

<strong>in</strong> sicurezza dellʼ<strong>in</strong>tera flotta. ❑<br />

Bibliografia<br />

[1] J. Hall<strong>in</strong>g<br />

“Introduzione alla tribologia”.<br />

Ed. Tecniche Nuove<br />

[2] American society for<br />

metals<br />

“Foundamentals of friction and<br />

wear of materials”.<br />

[3] R. H. Wood,<br />

R. W. Sweg<strong>in</strong>nis<br />

“Aircraft accident <strong>in</strong>vestigation”.<br />

[4] Col. Piero Silvestri<br />

“L’attività dei laboratori<br />

chimici dell’A. M.”;<br />

“Le particelle da usura”.<br />

[5] AGARD – CP-589 NATO<br />

“Tribology for aerospace system”.<br />

[6] A. Z. Szeri<br />

“Tribology friction, lubrication,<br />

and wear”.<br />

Ed. Mc.Graw Book Company<br />

[7] Col. F. Saverio Agresti<br />

Lezioni “Sicurezza Volo”.<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

19<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Medic<strong>in</strong>a del Volo<br />

20<br />

Dott.<br />

Carlo Enrico Paciaroni<br />

LO “STRESS”:UN PERICOLO<br />

PER L’ATTIVITA’ DI VOLO,<br />

MA NON SEMPRE...<br />

Possiamo def<strong>in</strong>ire lo stress come una<br />

risposta naturale dellʼorganismo ad una<br />

richiesta di un impegno psico-fisico<br />

superiore alla normalità.<br />

Da ciò deriva che, un ragionevole livello<br />

di stress, è uno stato naturale benefico che<br />

consente allʼuomo di affrontare e risolvere<br />

le <strong>in</strong>evitabili difficoltà che si <strong>in</strong>contrano nella<br />

vita di tutti i giorni.<br />

Infatti, quando i meccanismi di attenzione sono<br />

reattivi e il sistema nervoso neuro vegetativo<br />

risponde prontamente agli stimoli, il rendimento<br />

generale raggiunge ottimi livelli.<br />

Eʼ evidente che i fattori stressanti sono diversi e<br />

molteplici come pure le risposte, sia negative che<br />

positive, di ogni <strong>in</strong>dividuo.<br />

Lʼesperienza e lʼapprendimento, sia professionale<br />

che generale, aiutano lʼorganismo a superare le<br />

situazioni stressanti.<br />

“Stress” è una parola<br />

della quale si abusa<br />

quotidianamente<br />

per giustificare uno stato<br />

di debolezza, di stanchezza,<br />

di ansia o un momento<br />

di basso rendimento<br />

nella performance.<br />

Ma cosʼè lo stress<br />

<strong>in</strong> realtà?<br />

E poi lo Stress<br />

è sempre un fattore<br />

negativo?<br />

Medic<strong>in</strong>a del Volo<br />

21<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Medic<strong>in</strong>a del Volo<br />

22<br />

☛ Lo “stress”: un pericolo per l’attività di volo, ma non sempre...<br />

Eʼ difficile misurare lo stress <strong>in</strong><br />

term<strong>in</strong>i biologici (lo stress mentale<br />

può essere misurato solo <strong>in</strong> laboratori<br />

altamente specializzati), ma<br />

lʼalterazione di alcuni parametri<br />

fisiologici - come lʼaumento della<br />

pressione sanguigna, lʼaumento<br />

del battito cardiaco, lʼaumento del<br />

peso corporeo, il decadimento dellʼefficienza<br />

e della performance -<br />

sono degli <strong>in</strong>dicatori di risposta<br />

allʼaggressione da parte dello<br />

stress.<br />

I fattori stressanti che agiscono<br />

sullʼorganismo si possono suddividere<br />

<strong>in</strong> c<strong>in</strong>que grandi categorie:<br />

- fattori fisiologici (<strong>in</strong>terni ed esterni),<br />

- fattori cognitivi carenti (conoscenza,<br />

abilità e esperienza),<br />

- fattori di carattere personale e<br />

familiare,<br />

- fattori immag<strong>in</strong>ari,<br />

- fattori organizzativi.<br />

I fattori stressanti e le situazioni<br />

che provocano stress si cumulano<br />

fra loro e, se non sono affrontati e<br />

risolti, potrebbero portare lʼorganismo<br />

al “break po<strong>in</strong>t” e determ<strong>in</strong>are<br />

un vero e proprio stato patologico.<br />

I fattori fisiologici <strong>in</strong>terni che<br />

<strong>in</strong>teressano il personale navigante<br />

sono, tra gli altri, le vibrazioni che,<br />

quando raggiungono unʼ<strong>in</strong>tensità<br />

da 4 a 20 Hz, <strong>in</strong>terferiscono con la<br />

respirazione e possono provocare<br />

anche fastidiosi dolori addom<strong>in</strong>ali; i<br />

rumori i quali, quando superano i<br />

90 db, <strong>in</strong>terferiscono con la memoria<br />

e sulla capacità di concentrazione<br />

durante il volo.<br />

I fattori di carattere familiare e<br />

personale, che <strong>in</strong>teressano comunque<br />

tutti al di là della professione<br />

svolta, sono numerosi e<br />

possono rivelarsi molto pericolosi<br />

come fattori stressanti. Data la<br />

loro pericolosità è stata studiata<br />

una tabella ponderale che assegna<br />

ad ogni evento un valore<br />

numerico da 1 a 100.<br />

Dal valore massimo di 100,<br />

assegnato allʼevento legato alla<br />

perdita della sposa/sposo o di un<br />

figlio, si scende f<strong>in</strong>o al valore 20 di<br />

un trasloco e al valore 13 di una<br />

vacanza.<br />

La somma di questi valori <strong>in</strong> un<br />

arco di sei mesi <strong>in</strong>dica il livello di<br />

stress al quale si è sottoposti, per<br />

cui se la somma è 60 significa che<br />

si conduce una vita senza stress,<br />

se la somma è compresa tra 60 e<br />

80 si è sottoposti a uno stress normale,<br />

se <strong>in</strong>vece si arriva ad un<br />

valore compreso tra 80 e 100 vuol<br />

dire che si è sottoposti ad uno<br />

stress che si avverte nella sua pericolosità<br />

e che va tenuto sotto controllo.<br />

Al di sopra di 100 lo stress è<br />

elevato e rappresenta sicuramente<br />

un pericolo e qu<strong>in</strong>di va elim<strong>in</strong>ato.<br />

Tra i fattori immag<strong>in</strong>ari che<br />

potrebbero riguardare il personale<br />

navigante si segnala pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

“lʼansia”, <strong>in</strong> genere collegata a<br />

stati di panico (è esemplare a tal<br />

proposito lʼagitazione che assale<br />

alcune persone quando devono<br />

andare dal dentista anche per una<br />

semplice visita di controllo).<br />

Come risponde<br />

fisiologicamente lʼorganismo<br />

ad un evento stressante?<br />

In tre fasi.<br />

Nella prima fase cosiddetta di<br />

“Allarme” si attiva il sistema nervoso<br />

neurovegetativo e precisamente<br />

il “Simpatico” il quale stimola le<br />

ghiandole surrenali a produrre un<br />

ormone lʼ”Adrenal<strong>in</strong>a” che provoca<br />

il rilascio, da parte del fegato, di<br />

glucosio che può essere prontamente<br />

utilizzato dal cuore, dai<br />

muscoli e dal sistema nervoso con<br />

un <strong>in</strong>cremento della memoria, della<br />

velocità dei processi mentali e dei<br />

meccanismi dellʼattenzione.<br />

Alla prima fase segue una seconda<br />

fase detta “Resistenza” do-<br />

ve viene stimolata, <strong>in</strong> questo caso<br />

da parte del “Parasimpatico”, la<br />

produzione di un ormone dalla corteccia<br />

del surrene: il “Cortisone”, il<br />

quale facilita la trasformazione<br />

delle nostre riserve di grasso <strong>in</strong><br />

zuccheri per fronteggiare, qualora<br />

lo stress cont<strong>in</strong>ui, la richiesta di<br />

glugosio, le cui riserve si potrebbero<br />

essere già esaurite. Inoltre grazie<br />

allʼazione anti <strong>in</strong>fiammatoria del<br />

cortisone <strong>in</strong> questa fase aumentano<br />

le capacità immunitarie dellʼorganismo.<br />

La terza e ultima fase è la cosi<br />

detta fase di “Esaurimento” durante<br />

la quale lʼorganismo ha bisogno<br />

di riposare per elim<strong>in</strong>are le scorie<br />

prodotte dallʼazione dellʼadrenal<strong>in</strong>a<br />

e del cortisone, nonché per ricostruire<br />

le riserve di glugosio e<br />

grassi.<br />

Il riposo <strong>in</strong> questa fase é dʼobbligo<br />

perché il ripetersi di situazioni<br />

stressanti, abb<strong>in</strong>ate al carico lavorativo<br />

ord<strong>in</strong>ario, possono portare a<br />

un abbattimento di meccanismi di<br />

difesa immunitaria che ha come<br />

conseguenza il decadimento della<br />

performance e lʼ<strong>in</strong>sorgere di quello<br />

stato patologico, camunemente<br />

noto come esaurimento nervoso,<br />

difficile da risolvere <strong>in</strong> tempi brevi.<br />

Come si combatte lo stress?<br />

Prima con la prevenzione e<br />

qu<strong>in</strong>di con il contrasto: “fight or<br />

fight”, dicono gli anglosassoni.<br />

Per prevenzione sʼ<strong>in</strong>tende:<br />

- attuare un programma di fitness<br />

per la cura dello stato di salute<br />

mentale e corporale;<br />

- approfondire la conoscenza di se<br />

stessi attraverso lʼanalisi, anche<br />

di carattere filosofico e psicologico,<br />

perché molto spesso non<br />

sono gli eventi <strong>in</strong> se che ci procurano<br />

stress, quanto la percezione<br />

che abbiamo di questi; sembra<br />

che la risposta allo stress sia<br />

determ<strong>in</strong>ata dalle esperienze<br />

emotive precoci immagazz<strong>in</strong>ate<br />

nella memoria affettiva che determ<strong>in</strong>ano<br />

risposte di tipo schematico;<br />

- porre attenzione alla s<strong>in</strong>tomatologia<br />

che si evidenzia quale: lʼaumento<br />

di consumo di cibo, di<br />

alcool, di caffè, di sigarette. Fattori<br />

che rappresentano tentativi di<br />

gestione <strong>in</strong>conscia dello stress.<br />

Segue poi il contrasto e la prima<br />

vittoria da conseguire è la presa di<br />

coscienza e lʼ<strong>in</strong>dividuazione del<br />

problema che genera lo stress.<br />

Non sempre si è <strong>in</strong> grado di<br />

riconoscere prontamente un fattore<br />

o una situazione stressante, <strong>in</strong><br />

quanto la percezione del livello di<br />

pericolosità è soggettiva e varia da<br />

<strong>in</strong>dividuo a <strong>in</strong>dividuo, ma unʼanalisi<br />

approfondita, specie quando si tratta<br />

di impegni o problemi complessi,<br />

<strong>in</strong> genere porta a riconoscere<br />

situazioni pericolose.<br />

Dopo di ché si passa ad affrontare<br />

lo stress ricorrendo a tutta lʼesperienza<br />

che si possiede, facendo<br />

riferimento a situazioni analoghe e<br />

applicando, se si tratta di una<br />

situazione di volo, le nozioni acquisite<br />

durante lʼaddestramento, procedendo<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e alla rimozione del<br />

problema o alla sua modifica.<br />

Per esempio può accadere che<br />

ad un pilota possa essere richiesto<br />

di volare una missione <strong>in</strong> condizioni<br />

marg<strong>in</strong>ali. Il pilota può opporre<br />

un secco rifiuto (rimozione del problema)<br />

che lo porterebbe <strong>in</strong> conflitto<br />

(altra situazione stressante) con<br />

chi ha disposto il volo, oppure può<br />

tentare di concordare un decollo<br />

posticipato <strong>in</strong> attesa di un miglioramento<br />

delle condizioni meteo<br />

(modifica del problema),<br />

Unʼaltra situazione di stress per<br />

un pilota è quella di dover affrontare<br />

unʼemergenza (fattore stressante)<br />

durante il volo. Lʼemergenza, lo<br />

dice lo stesso term<strong>in</strong>e, richiede<br />

valutazioni e decisioni rapide le<br />

quali, per non lasciare che lo stress<br />

che ne deriva porti lʼorganismo al<br />

punto di rottura, devono tener conto<br />

di alcuni pr<strong>in</strong>cipi generali che dovrebbero<br />

essere acquisiti nel bagaglio<br />

culturale e professionale (es:<br />

un corso di Human Factor) del personale<br />

navigante, vale a dire:<br />

- lʼaereo deve essere fatto volare<br />

con sicurezza;<br />

- la situazione va sempre accettata<br />

per quella che è senza<br />

nascondersi fatti e pericoli;<br />

- tutte le risorse disponibili, e se si<br />

dispone di un equipaggio anche<br />

tutte le risorse del team, vanno utilizzate<br />

senza remore o pregiudizzi;<br />

- non ci si deve arrendere perché<br />

comunque cʼè sempre una soluzione<br />

ad ogni problema.<br />

Per concludere da quanto sopra<br />

deriva che per prevenire situazioni<br />

stressanti durante lʼattività di volo<br />

occorre:<br />

- <strong>in</strong>crementare lʼaddestramento al<br />

simulatore dove si possono sperimentare<br />

le procedure operative<br />

per affrontare le emergenze;<br />

- migliorare i rapporti con lʼequipaggio<br />

e qu<strong>in</strong>di sfruttare le risorse<br />

dello stesso secondo le regole<br />

del CRM;<br />

- controllare che non si verifich<strong>in</strong>o<br />

sovraccarichi di lavoro per lunghi<br />

periodi;<br />

- enfatizzare positivamente le<br />

responsabilità <strong>in</strong>dividuali dei propri<br />

collaboratori;<br />

- migliorare comunque la situazione<br />

generale relativamente ai rapporti<br />

con superiori, collaboratori e<br />

colleghi.<br />

❏<br />

Medic<strong>in</strong>a del Volo<br />

23<br />

Sicurezza del Volo n. 272/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Frequentatori del 2° Corso CRM-I<br />

Magg.<br />

Giuseppe Fauci<br />

ISTITUTO SUPERIORE SICUREZZA DEL VOLO<br />

Educazione e Corsi di Sicurezza Volo<br />

Attività<br />

Addestrativa<br />

dell’I.S.V.<br />

Educazione e Corsi di Sicurezza Volo<br />

24<br />

Dal 30 giugno allʼ11 luglio 2008,<br />

si è svolto presso lʼIstituto Superiore<br />

per la Sicurezza del Volo il<br />

2° Corso Crew Resource Management<br />

Instructor. Al corso hanno<br />

partecipato Ufficiali Inferiori e<br />

Superiori dellʼ<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong><br />

provenienti dalle diverse l<strong>in</strong>ee di<br />

volo, che hanno affrontato lʼattività<br />

didattica con grande impegno e<br />

motivazione.<br />

Questo corso fa seguito a quello<br />

del 2007 quando venne istituito,<br />

per la prima volta <strong>in</strong> Forza Armata,<br />

il 1° Corso Crew Resource Management<br />

Instructors dest<strong>in</strong>ato ad<br />

Ufficiali Piloti dellʼA.M. Il corso<br />

<strong>in</strong>tendeva recepire la doppia esigenza<br />

di soddisfare la crescente<br />

richiesta proveniente dai Reparti di<br />

Forza Armata di sviluppare e diffondere<br />

i fondamentali concetti <strong>in</strong>erenti<br />

la complessa tematica della<br />

gestione della “risorsa equipaggio”<br />

<strong>in</strong> ambito Sicurezza Volo. Inoltre<br />

era necessario attagliare lʼattività<br />

formativa degli Ufficiali Piloti <strong>in</strong> tale<br />

settore, precedentemente svolta<br />

negli Stati Uniti, alle quotidiane<br />

problematiche proprie delle realtà<br />

operative dei nostri reparti ed alla<br />

cultura italiana.<br />

Facendo tesoro dei risultati ottenuti<br />

con il 1° Corso CRM-I questo<br />

Istituto ha rivisto il progetto del<br />

primo corso per f<strong>in</strong>alizzarlo <strong>in</strong><br />

modo ancor più efficace agli obiettivi<br />

attesi. Pertanto il 2° corso è<br />

stato strutturato secondo nuovi criteri<br />

concentrati sugli approfondimenti<br />

legati allʼambito del C.R.M.,<br />

sulle abilità psicologiche del <strong>formato</strong>re<br />

e sulle abilità tecnico-metodologiche<br />

dellʼIstruttore (comunicazione<br />

didattica, apprendimento, pianificazione<br />

di una lezione, utilizzo<br />

degli ausili didattici e multimediali).<br />

Tra le novità <strong>in</strong>trodotte <strong>in</strong> questo<br />

corso, che hanno trovato un favorevole<br />

accoglimento da parte dei frequentatori,<br />

cʼè stata lʼattività di<br />

“assessment”, a cura del Centro di<br />

Selezione, al f<strong>in</strong>e di <strong>in</strong>dividuare per il<br />

corso personale motivato, con requi-<br />

siti idonei ad <strong>in</strong>cidere <strong>in</strong> modo efficace<br />

sulla mentalità C.R.M. da diffondere<br />

ai reparti. A tale attività hanno<br />

partecipato 15 Ufficiali Piloti da cui<br />

sono stati selezionati i 9 partecipanti.<br />

Durante la durata del corso la<br />

Scuola di Metodo Didattico (Me.Did.)<br />

ha fornito un costante supporto<br />

attraverso unʼ<strong>in</strong>dispensabile attività<br />

di tutorship nei confronti dei formandi,<br />

soprattutto durante le attività<br />

esercitative a cui si è <strong>in</strong>teso<br />

dare una notevole importanza.<br />

Il successo dellʼattività didattica<br />

del corso è da imputare alla s<strong>in</strong>ergia<br />

creata fra le varie professionalità<br />

della Forza Armata, esaltandone<br />

le peculiarità <strong>in</strong> vista di un obiettivo<br />

comune. Gli esiti f<strong>in</strong>ali di questa<br />

collaborazione hanno evidenziato<br />

che il C.R.M. non è più soltanto<br />

una realtà riferita esclusivamente<br />

agli equipaggi di volo; esso<br />

rappresenta ormai un modo di<br />

lavorare basato sulla comunicazione<br />

e la condivisione delle esperienze,<br />

volgendo la prospettiva ad un<br />

Frequentatori del 44° Corso SV<br />

25<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Educazione e Corsi di Sicurezza Volo<br />

26<br />

☛ Attività addestrativa dell’ISV (2° Corso CRM-I e 44° Corso SV)<br />

Il Gen. B.A. Luca Valeriani premia il 1° Classificato al 44° Corso S.V. Cap. Giuseppe Vitariello<br />

Company Resource Management,<br />

che sta affermandosi sempre più<br />

come nuova realtà a livello organizzativo<br />

(<strong>in</strong> ambito A.M. si potrebbe<br />

parlare anche di W<strong>in</strong>g C.R.).<br />

Lʼattività formativa dellʼIstituto<br />

per la Sicurezza del Volo per lʼanno<br />

2008 è term<strong>in</strong>ata con il 44° corso<br />

Sicurezza del Volo che si è svolto<br />

nel periodo dal 6 ottobre al 5<br />

dicembre. Come ogni anno al<br />

corso ha partecipato il personale<br />

appartenente a tutte le Forze<br />

Armate, Corpi Armati dello Stato,<br />

Enac, Enav, Aeroclub Italia, Forze<br />

Armate straniere, che si è <strong>in</strong>tegrato<br />

perfettamente durante i due mesi<br />

di frequenza. Il 44° corso SV ha<br />

rappresentato il proseguimento del<br />

processo di r<strong>in</strong>novamento formativo<br />

già <strong>in</strong>iziato con il 2° corso CRM<br />

Instructor e che proseguirà con il<br />

programmato 1° corso di Prevenzione<br />

per Sottufficiali di prossima<br />

realizzazione.<br />

Il 44° corso SV è stato strutturato<br />

secondo un processo di formazione<br />

teso a facilitare quanto più<br />

possibile i processi di apprendimento<br />

delle persone adulte, rispettando<br />

il percorso del “sapere”,<br />

“saper fare” “saper essere”.<br />

Per “sapere” si <strong>in</strong>tende la semplice<br />

assimilazione di conoscenze;<br />

con “saper fare” si <strong>in</strong>tende la capacità<br />

di mettere <strong>in</strong> pratica le conoscenze<br />

acquisite; il “saper essere”<br />

presume unʼassimilazione delle<br />

conoscenze tale da imprimere dei<br />

cambiamenti negli atteggiamenti. Il<br />

corso si è aperto con un periodo di<br />

Teoria SV con la somm<strong>in</strong>istrazione<br />

delle conoscenze sul fattore<br />

umano e di tutte le teorie <strong>in</strong>erenti la<br />

sicurezza del volo.<br />

Dopo di ciò si sono sviluppati i<br />

tre moduli pr<strong>in</strong>cipali: “Prevenzione”,<br />

“Investigazione” ed “Aspetti giuridici<br />

<strong>in</strong>erenti la sicurezza del volo”.<br />

Durante il corso sono state svolte<br />

diverse esercitazioni e visite conoscitive<br />

presso i laboratori del<br />

Centro Sperimentale di Volo e del<br />

6° Reparto Manutenzione Elicotteri<br />

di Pratica di Mare con lʼ<strong>in</strong>tento di<br />

fissare maggiormente le notizie<br />

acquisite durante le lezioni. In<br />

prossimità della f<strong>in</strong>e del corso i frequentatori<br />

hanno prodotto un proprio<br />

elaborato <strong>in</strong>dividuale evidenziando,<br />

come peraltro anche nei<br />

precedenti corsi, di aver appreso i<br />

dettami fondamentali della sicurezza<br />

del volo e di aver saputo coniugare<br />

le proprie conoscenze personali<br />

con quanto appreso durante le<br />

lezioni. Un particolare r<strong>in</strong>graziamento<br />

va rivolto a tutti i frequentatori<br />

del 44° corso SV per la disponibilità<br />

allʼapprendimento e la compostezza<br />

dimostrata durante il<br />

periodo trascorso nella sala<br />

Ajmone Cat del Palazzo A.M..<br />

Un r<strong>in</strong>graziamento particolare<br />

va anche al personale docente<br />

della Medid per lʼeccellente supporto<br />

e per la dedizione fornite<br />

durante il 2° corso CRM e al<br />

Segretario del 44° corso SV, per la<br />

capacità organizzativa dimostrata e<br />

per la sollecitud<strong>in</strong>e con cui ha<br />

saputo svolgere le mansioni previste,<br />

fornendo un valido e prezioso<br />

contributo alla buona organizzazione<br />

del corso.<br />

❑<br />

Intervento di saluto ai frequentatori del 44° Corso S.V., reso da parte del del Sottocapo di<br />

Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong> il Gen. S.A. Giuseppe Bernardis<br />

ELENCO FREQUENTATORI DEL 44° CORSO SICUREZZA DEL VOLO<br />

COL FABRIZIO MICHELI A.M. I.S.V.<br />

T.COL NICOLA CHIMISSO A.M. 41° STORMO<br />

MAGG FRANCESCO DEASTIS A.M. SCCAM ABANO TERME<br />

MAGG STEFANO CIAMMAGLICHELLA A.M. SPERINTER<br />

CAP ANTONIO FERRANTE A.M. 36° STORMO GIOIA<br />

CAP SANTO CLAUDIO SURACE A.M. 36° STORMO GIOIA<br />

CAP GIOVANNI CASTALDO A.M. 15° ST - 82° GR SAR TRAPANI<br />

CAP EMILIANO BIANCHI A.M. 70° LATINA<br />

CAP STEFANO FURLAN A.M. 6° STORMO<br />

CAP DANIELE BALDO A.M. 3° STORMO - 313 GRUPPO<br />

CAP GIUSEPPE VITARIELLO A.M. 5° STORMO<br />

CAP ILARIO BEATO A.M. 70° STORMO<br />

CAP DARIO RICCI A.M. 15° STORMO - 85° GRUPPO<br />

CAP GAETANO FARINA A.M. 37° STORMO<br />

CAP GIOVANNI LODATO A.M. 6° STORMO<br />

TEN MIRIANO PORRI A.M. 34 GRAM SIRACUSA<br />

TEN GIULIANO GAGLIARDI A.M. 32° STORMO<br />

TEN PIERPAOLO AMICO A.M. 14° STORMO<br />

TEN SALVATORE LANNI A.M. 32° STORMO<br />

TEN GIANPAOLO PANTALONI A.M. 6° STORMO<br />

TEN GIACOMO GRIMALDI A.M. 51° STORMO<br />

SIG MIMMO D'ANGELO AEROCLUB AEROCLUB<br />

CAP ANDREA MOGLIA C.C. 2° NEC<br />

TEN CRISTIAN TRIGGIANI C.C. 10° NUCLEO ELI OLBIA<br />

SIG MASSIMO CELATI CFS<br />

ING MAURO MACINO CFS<br />

SIG FLAVIO GRISOGONI CIVILE MISTRAL AIR<br />

COM MAURIZIO VINCENTI CIVILE ALITALIA EXPRESS<br />

CAP BRUNO PAGNANELLI E.I. 1° ANTARES VITERBO<br />

CAP GIUSEPPE LO VECCHIO E.I. 2° RGT ORIONE BOLOGNA<br />

CAP PAOLO CAMBRUZZI E.I. 28° SQDR TUCANO VITERBO<br />

CAP PASQUALE ARCUDI E.I. 2° RGT SIRIO LAMEZIA<br />

SIG ALESSANDRO PINTO ENAV Italian Agency for Air Navigation Sevices<br />

STV RICCARDO DEFFERERIA M.M - GCCP 3° NAGC PESCARA<br />

STV GIOVANNI LIGAS M.M - GCCP 2° NUCLEO G.C. CATANIA<br />

TV ENRICO GASPERI M.M.<br />

S.COM ERNESTO FONTANA PDS 6° REPAEVOLO NAPOLI<br />

SOV. FABRIZIO MARCHETTI PDS<br />

ASS. FRANCESCO TORREGIANI PDS<br />

SDA IGOR CICCHELLI VV.FF. VV.FF. PESCARA<br />

SDA SANTO PELLEGRINO VV.FF.<br />

SDA ALESSANDRO FAVERO VV.FF. VENEZIA<br />

MAGG DEJAN KRSNIC SERBIA<br />

ELENCO FREQUENTATORI DEL 2° CORSO C.R.M. - INSTRUCTOR<br />

T.COL SANDRO MONTI 31° AEROSTORMO<br />

T.COL ANTONINO FARUOLI I.S.V.<br />

CAP GIACOMO LACAIATA 6° AEROSTORMO<br />

CAP ANDREA ROSSI 46ª AEROBRIGATA (98° GRUPPO)<br />

CAP SIMONE METTINI 14° AEROSTORMO<br />

CAP DAVIDE VERDOLINI 15° AEROSTORMO (84° CENTRO BRINDISI)<br />

CAP VERNER ROSATI 15° AEROSTORMO (83° CENTRO RIMINI)<br />

CAP GIUSEPPE AGRICOLA 15° AEROSTORMO (82° CENTRO TRAPANI)<br />

TEN MATTIA BORTOLUZZI 51° AEROSTORMO<br />

TEN MASSIMILIANO MARTINELLI 61° AEROSTORMO<br />

Educazione e Corsi di Sicurezza Volo<br />

27<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Cap.<br />

Giovanni De Mizio<br />

Una lezione <strong>in</strong> breve di<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

CRM, ORM, e puntuale<br />

Decision Mak<strong>in</strong>g<br />

Tratto dal Flight Safety Magaz<strong>in</strong>e<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

28<br />

Era unʼaltra missione, una come<br />

tante altre.<br />

Trasportavamo i partecipanti ad una<br />

esercitazione tenuta<br />

dallʼUSCENTCOM (1) . Il cielo del<br />

Mediterraneo era sereno sulla nostra tratta<br />

verso sud<br />

e non ci aspettavamo peggioramenti per il<br />

nostro rientro. Avevamo deciso, dopo aver<br />

compiuto questa missione, di tornare alla<br />

nostra home base di Ramste<strong>in</strong> perché,<br />

facendo un pò di calcoli, non avevamo grossi<br />

problemi con il crew rest, e anche prendere<br />

un paio di giorni di riposo meritati.<br />

Eravamo <strong>in</strong>sieme come equipaggio di volo<br />

da ormai un paio di mesi e avevamo raggiunto<br />

un discreto affiatamento.<br />

29<br />

(1)<br />

U.S. Central Command. Eʼ uno dei nove comandi unificati<br />

facente parte del Dipartimento della Difesa.<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


☛ Una lezione <strong>in</strong> breve di CRM, ORM e puntuale Decision Mak<strong>in</strong>g<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

30<br />

Le nostre missioni precedenti<br />

erano andate abbastanza bene e<br />

avevamo sviluppato ormai una<br />

fiducia reciproca tra di noi conv<strong>in</strong>ti<br />

delle capacità e delle competenze<br />

di ognuno.<br />

Infatti avevamo recentemente<br />

affrontato una procedura non usuale,<br />

anche un poʼ rischiosa, senza<br />

nessun <strong>in</strong>toppo e ci sentivamo<br />

molto a nostro agio con le nostre<br />

abilità collettive.<br />

Quella notte quasi improvvisamente<br />

apparve sul nostro radar la<br />

traccia di un temporale, ma eravamo<br />

sereni che il nostro navigatore<br />

avrebbe fatto del suo meglio per<br />

evitarlo e tenerci fuori e al sicuro.<br />

Sembrava che tutto andasse<br />

per il meglio, eravamo sul vettore<br />

che aveva suggerito il navigatore e<br />

le cellule temporalesche erano<br />

ormai a circa 25-30 NM da noi<br />

quando com<strong>in</strong>ciarono ad apparire i<br />

classici segnali di un fulm<strong>in</strong>e.<br />

Notai prima di tutto “il fuoco di<br />

S. Elmo (2) ” venire giù dal parabrezza<br />

e solo pochi secondi dopo, un<br />

bagliore accecante e un rumore<br />

assordante. Era lʼ<strong>in</strong>izio di una notte<br />

molto lunga.<br />

Dopo un paio di secondi di<br />

silenzio, facemmo un controllo<br />

degli eventuali danni subiti dal velivolo<br />

e da noi dellʼequipaggio.<br />

Tutti stavamo bene anche se<br />

ovviamente un poʼ scossi dallʼaccaduto.<br />

Eravamo un equipaggio preparato<br />

e coscienzioso e eravamo<br />

appena stati colpiti da un fulm<strong>in</strong>e.<br />

Non cʼerano segni evidenti di<br />

danni al velivolo né ai sistemi di<br />

bordo, che sembravano <strong>in</strong>tatti, e lo<br />

potemmo verificare subito appena<br />

usciti dalle condizioni di IMC <strong>in</strong> cui<br />

eravamo, con un orizzonte f<strong>in</strong>almente<br />

dist<strong>in</strong>to e visibile.<br />

Fu <strong>in</strong> questo istante che lʼequipaggio<br />

si compattò e anche se<br />

nessuno disse <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i esatti<br />

cosa fare si com<strong>in</strong>ciò a fare un<br />

analisi del rischio.<br />

Aviano era lʼaeroporto più vic<strong>in</strong>o<br />

ma quellʼora della notte la base era<br />

chiusa.<br />

Avevamo il tempo (crew rest) e<br />

il carburante per cont<strong>in</strong>uare verso<br />

Ramste<strong>in</strong>.<br />

Dopo una breve discussione tra<br />

noi, nonostante le <strong>in</strong>certe condizioni<br />

del velivolo e lʼadrenal<strong>in</strong>a che<br />

ancora ci avvolgeva,<br />

decidemmo<br />

di coord<strong>in</strong>are<br />

unʼapertura dellʼaeroporto<br />

di<br />

Aviano fuori dellʼorario<br />

di servizio<br />

e dopo circa<br />

unʼora di coord<strong>in</strong>amenti<br />

riuscimmo<br />

ad avere un<br />

controllore <strong>in</strong> torre<br />

e ad atterrare<br />

<strong>in</strong> sicurezza.<br />

Facemmo immediatamente<br />

unʼispezione esterna<br />

del velivolo e notammo che non<br />

aveva riportato nessun danno e<br />

qu<strong>in</strong>di capimmo che molto probabilmente<br />

non eravamo stati colpiti<br />

dal fulm<strong>in</strong>e. Probabilmente era<br />

stata solo una scarica statica proveniente<br />

dal velivolo per cui decidemmo<br />

di rientrare a casa il giorno<br />

dopo.<br />

Io ero un giovane co-pilota e<br />

nonostante avessi compilato molte<br />

volte la matrice di rischio ricordo<br />

lʼevento di quella notte e il modo <strong>in</strong><br />

cui lo avevamo affrontato come<br />

equipaggio. Capii realmente che<br />

cosa era la gestione del rischio.<br />

Identificammo i pericoli: le condizioni<br />

potenziali del nostro velivolo,<br />

(2) Il fuoco di SantʼElmo è una scarica elettromagnetica lum<strong>in</strong>escente, spesso “stazionante” su oggetti<br />

appuntiti, provocata dalla ionizzazione dellʼaria durante un temporale.<br />

Fu <strong>in</strong> questo istante<br />

che l’equipaggio si<br />

compattò e anche se<br />

nessuno disse<br />

<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i esatti<br />

cosa fare si com<strong>in</strong>ciò<br />

a fare un analisi<br />

del rischio<br />

la fatica dovuta al fatto che eravamo<br />

prossimi alla scadenza del<br />

crew rest, lo stato mentale di ognuno<br />

di noi. Facemmo una valutazione<br />

sulle possibili cose da fare e<br />

lʼimpatto che ognuna di esse poteva<br />

avere.<br />

Benché quella notte ad Aviano<br />

svegliammo un poʼ di gente che<br />

magari già era a letto, sapevamo<br />

che cont<strong>in</strong>uando con il nostro volo<br />

avremmo tenuto <strong>in</strong> volo un equipaggio<br />

stanco per altre 2 ore e ciò<br />

avrebbe potuto causare problemi<br />

ben più gravi sia<br />

a livello meccanico,<br />

visto che<br />

non conoscevamo<br />

le condizioni<br />

reali <strong>in</strong> cui era il<br />

nostro velivolo,<br />

sia a livello dellʼequipaggio.<br />

Riflettendo<br />

su quella notte<br />

e su tutto quello<br />

che era accaduto,<br />

ho capito<br />

quanto è importante<br />

il ruolo che gioca il CRM ogni<br />

giorno e il suo effetto positivo,<br />

anche se raramente ci può portare<br />

a desiderare fortemente di volare<br />

con persone diverse dal solito.<br />

Noi abbiamo volato <strong>in</strong>sieme per<br />

un periodo abbastanza lungo e<br />

volato la stessa rotta per 3 volte<br />

alla settimana e la cosa era diventata<br />

abbastanza consuetud<strong>in</strong>aria e<br />

di rout<strong>in</strong>e ma Murphy riesce a far<br />

diventare anche la rout<strong>in</strong>e emozionante<br />

e un equipaggio compiacente<br />

e sicuro di se può velocemente<br />

essere sopraffatto da quello che <strong>in</strong><br />

altre occasioni sarebbe una situazione<br />

facile da gestire.<br />

Allʼ<strong>in</strong>izio della giornata, il<br />

comandante del velivolo era sicuro<br />

che saremmo potuti tornare a<br />

casa, anche se a limite del crew<br />

rest e a notte <strong>in</strong>oltrata.<br />

La forte personalità aveva prevalso<br />

e tutto lʼequipaggio alla f<strong>in</strong>e<br />

aveva accettato la sua decisione<br />

senza grossi problemi.<br />

Tra di noi raramente cʼerano<br />

state grosse divergenze di op<strong>in</strong>ione,<br />

venute chiaramente alla luce,<br />

con le decisioni che prendeva il<br />

comandante.<br />

Abbiamo creduto pienamente<br />

anche nel suo operato quando si è<br />

preso la responsabilità di tenerci<br />

lontano da spazi aerei proibiti e<br />

lontano dalle cellule temporalesche<br />

<strong>in</strong> cui ci siamo imbattuti.<br />

Non cʼè dubbio: è molto importante<br />

avere fiducia negli altri quando<br />

si è parte <strong>in</strong>tegrante di un equipaggio<br />

di volo multiplo, anche se<br />

fiducia significa affidarsi alle proprie<br />

conoscenze e capacità per tenerci<br />

lontano da situazioni pericolose.<br />

Comunque alla f<strong>in</strong>e della nottata<br />

eravamo certi di aver portato il<br />

velivolo a terra <strong>in</strong> sicurezza e che<br />

era stata una missione positiva per<br />

tanti aspetti.<br />

Penso ci siano<br />

numerose<br />

lesson learned<br />

importanti e da<br />

applicare anche<br />

<strong>in</strong> futuro.<br />

Quando si<br />

opera con un<br />

“hard crew” è<br />

difficile capire le<br />

d<strong>in</strong>amiche degli<br />

<strong>in</strong>dividui, capitalizzare<br />

le forze e<br />

usare concetti quali il supporto<br />

reciproco <strong>in</strong> caso ce ne sia bisogno.<br />

Nello stesso modo è importante<br />

identificare potenziali cattive<br />

Alla f<strong>in</strong>e della<br />

nottata eravamo<br />

certi di aver portato<br />

il velivolo a terra<br />

<strong>in</strong> sicurezza e che<br />

era stata una<br />

missione positiva<br />

per tanti aspetti<br />

Foto di Paolo Mannucci<br />

abitud<strong>in</strong>i e/o atteggiamenti <strong>in</strong>adeguati<br />

e cercare di cambiarle direttamente<br />

prima che possano diventare<br />

pericolose o pesare sulle performance<br />

di tutto<br />

l ʼ e q u i p a g g i o .<br />

Inf<strong>in</strong>e quando<br />

Marphy decise<br />

di unirsi a noi,<br />

anche se <strong>in</strong> condizioni<br />

critiche,<br />

abbiamo fatto<br />

una giusta valutazione<br />

del rischio<br />

e preso<br />

decisioni che<br />

alla f<strong>in</strong>e ci hanno<br />

consentito di<br />

atterrare <strong>in</strong> sicurezza, riposare e<br />

cont<strong>in</strong>uare la missione il giorno<br />

dopo con il cielo sereno, e lʼequipaggio<br />

riposato.<br />

❏<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

31<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Cap. G.A.r.n.<br />

Andrea Chiappa<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

34<br />

Anatomia di un JP8<br />

Nascita di un Deposito...<br />

Era il periodo <strong>in</strong> cui la DOLD (1) di Trapani<br />

stava costruendo e ricostruendo di<br />

tutto <strong>in</strong> Aeroporto, lʼF-16 era arrivato<br />

già da più di un anno ed il “Braccio<br />

Duro del Cemento” ovvero il mio<br />

collega Capo Distaccamento e carissimo amico<br />

Ingegnere (Ingegnè per i suoi collaboratori),<br />

sembrava tramutare tutto ciò che toccava <strong>in</strong><br />

cemento, del resto è Ingegnere…<br />

mica alchimista!!<br />

Piste, Hangar e Palazz<strong>in</strong>e, nulla sfuggiva<br />

allʼimpeto del cemento, neanche i Depositi<br />

Carburanti.. ed è qui che com<strong>in</strong>cia una storia<br />

che desidero raccontare per ricordare che la<br />

Sicurezza <strong>in</strong> Volo si deve preparare anche a<br />

terra, ancor prima di accendere il motore,<br />

ancor prima di mettere il Combustibile (detto<br />

dai più Carburante).<br />

Deposito Carburanti.. quello di Pantelleria era<br />

messo maluccio, anzi quello di proprietà<br />

dellʼA.M. era vecchio, mezzo rotto e scomodo,<br />

per raggiungerlo bisognava uscire dallʼaeroporto,<br />

mentre quello della Mar<strong>in</strong>a era vecchio, rotto<br />

ma molto più comodo perché è allʼ<strong>in</strong>terno dellʼaeroporto<br />

proprio accanto a quel capolavoro<br />

di Ingegneria militare che è lʼhangar-coll<strong>in</strong>a<br />

(impossibile dist<strong>in</strong>guerli dallʼalto) di Pantelleria.<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

35<br />

(1) Distaccamento Ord<strong>in</strong>ario Lavori Demanio.<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009 Sicurezza del Volo n. 271/2009


Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

36<br />

☛ Anatomia di un JP8<br />

REALIZZAZIONE PRATICA<br />

Vecchio per vecchio ci teniamo<br />

quello dentro.., così deve aver pensato<br />

lʼA.M. quando decise di acquisirlo<br />

dalla Mar<strong>in</strong>a a cui non serviva<br />

più, e qui i sopraccitati colleghi<br />

dovettero fare un quasi miracolo<br />

per rimettere a “posto” un deposito<br />

vecchio, pensato per il gasolio e<br />

non per il Kerosene avio, cercare<br />

di soddisfare tutte le richieste del<br />

capo deposito, uno bravo e zelante<br />

che non ne lasciava passare una,<br />

ma si sa i soldi son sempre pochi e<br />

per fare i miracoli veri non basta<br />

essere Ingegneri, anzi Ingegnè..<br />

Ma quelli del Genio sono abituati<br />

a far di conto e sanno che il<br />

miracolo può essere approssimato,<br />

magari per difetto, ad un qualcosa<br />

di concreto e tangibile.<br />

Del resto la funzionalità non pretende<br />

mica i miracoli.. lʼessere affidabile,<br />

manutenibile, sicuro ecc.. questi<br />

traguardi si possono raggiungere,<br />

magari con notevoli sforzi anche da<br />

parte dellʼEnte ricevente, concentrandosi<br />

sugli aspetti funzionali dellʼimpianto<br />

anche se “i soldi sono pochi”.<br />

ILPROBLEMACHENONTIASPETTI<br />

I lavori vennero dunque eseguiti<br />

ed il Deposito consegnato ma cʼera<br />

un altro problema, il vero protagonista<br />

di questa storia, il Kerosene<br />

avio detto F-34 o JP8 dagli addetti<br />

ai lavori, che poi è anche Jet A-1 se<br />

gli togliamo quel paio di additivi che<br />

gli servono per diventare “super” e<br />

bruciare con una guida di tipo militare,<br />

così stressante anche per gli<br />

aerei oltre che per i conducenti.<br />

Mentre il deposito veniva ristrutturato<br />

a noi fu richiesto un controllo<br />

A, il controllo più completo, per un<br />

JP8 proveniente dal vecchio deposito<br />

A.M. di Pantelleria, circa 100<br />

mc di prodotto (ovvero 78 tonnellate,<br />

equivalente a 70-80 ore di volo,<br />

50.000 euro di valore) per sapere<br />

se si poteva travasare nel “nuovo”<br />

deposito <strong>in</strong>terno e svuotare così i<br />

serbatoi dellʼoramai dismesso deposito<br />

di Pantelleria (quello esterno).<br />

QUANDO GLI ANNI PASSANO<br />

F<strong>in</strong>o al periodo della ristrutturazione<br />

del deposito ogni controllo richiesto<br />

era passato, anche se era evidente<br />

una tendenza<br />

dei valori<br />

verso i limiti di<br />

non impiegabilità.<br />

Il rimanere<br />

per tanto tempo<br />

lì dentro non era<br />

cosa gradita al<br />

nostro caro JP8,<br />

si sa il combustibile<br />

è nato per<br />

prendere fuoco,<br />

mica per starsene<br />

dentro un<br />

serbatoio ad<br />

aspettare; a lungo andare le molecole<br />

si “<strong>in</strong>nervosiscono” e vanno<br />

col primo atomo che trovano.. e se<br />

poi questi si chiama rame.. beh.. la<br />

frittata è fatta!.<br />

INVECCHIAMENTO DI UN JP8<br />

Tecnicamente la faccenda è un<br />

poʼ più complessa, quello che può<br />

accadere al JP8 dopo essere stato<br />

per troppo tempo stoccato è proprio<br />

la tendenza a formare residui solidi<br />

e perdere gli additivi, sia quelli che<br />

ha dalla nascita e sia quelli aggiunti<br />

dopo per farlo diventare super.<br />

In effetti il prodotto è concepito<br />

per essere impiegato <strong>in</strong> condizioni<br />

di pressione f<strong>in</strong>o a più di 30 atm <strong>in</strong><br />

un range enorme di temperature<br />

da 47°C a 260°C senza, per così<br />

dire, “scomporsi”.<br />

Alcuni addittivi si possono riaggiungere<br />

(essendo solubili <strong>in</strong><br />

acqua sono solo “scappati via” dal<br />

Vecchio per<br />

vecchio ci teniamo<br />

quello dentro.., così<br />

deve aver pensato<br />

l’A.M. quando decise di<br />

acquisirlo dalla<br />

Mar<strong>in</strong>a a cui<br />

non serviva più<br />

combustibile) ma altri no, se passa<br />

troppo tempo perdono di efficacia.<br />

Uno di questi ultimi <strong>in</strong> particolare,<br />

il Deattivatore Metallico, serve a<br />

impedire la formazione di residui<br />

solidi e gomme.<br />

Esso agisce come unʼ “anonima<br />

sequestri molecolare” sequestrando<br />

i metalli disciolti nel combustibile<br />

che tenderebbero a reagire,<br />

come ad esempio il rame, de-attivandone<br />

appunto la reattività.<br />

Una delle prove cruciali dei controlli<br />

per lʼimpiegabilità del prodotto<br />

è qu<strong>in</strong>di la cosiddetta<br />

Stabilità<br />

Termica.<br />

Tale prova<br />

simula lʼenorme<br />

stress termico e<br />

di pressione a<br />

cui può andare<br />

<strong>in</strong>contro il JP8<br />

che non deve<br />

cedere, nemmeno<br />

di fronte allʼ<strong>in</strong>vito<br />

di alcuni<br />

“attraenti” (<strong>in</strong> senso<br />

chimico) metalli<br />

che lo sp<strong>in</strong>gerebbero a reagire<br />

per poi farlo diventare solido sotto<br />

forma di residui gommosi.<br />

Da questi ultimi si possono<br />

avere fenomeni di <strong>in</strong>tasamento<br />

degli ugelli di <strong>in</strong>iezione nelle<br />

camere di combustione dei motori,<br />

ed <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva arrivare al<br />

cosiddetto Flame Out o spegnimento<br />

del motore, un evento<br />

sempre molto pericoloso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

di Sicurezza Volo. Ebbene, lʼF-<br />

34 <strong>in</strong> questione era messo male,<br />

oltre a valori da “v<strong>in</strong>o <strong>in</strong> Tetra<br />

Pak” piuttosto che da “v<strong>in</strong>o <strong>in</strong><br />

Bottiglia” (non me ne vogliano gli<br />

estimatori del primo) cʼera un<br />

valore.. il primo fra tutti, il test<br />

sulla Stabilità Termica che era<br />

completamente fuori limite!<br />

Questa è una prova di quelle<br />

cruciali, se è fuori quella il prodotto<br />

non và impiegato o si rischia di<br />

dover scendere e sp<strong>in</strong>gere il<br />

mezzo quando ci si trova a terra.<br />

Se <strong>in</strong> aria, non saprei! Il problema<br />

era aggravato da altri fattori quali la<br />

quantità del prodotto, gli altissimi<br />

eventuali costi di smaltimento, le<br />

difficoltà logistiche tipiche delle<br />

isole m<strong>in</strong>ori.<br />

VALUTAZIONI TECNICHE<br />

Discussi ovviamente la faccenda<br />

con i Superiori del Servizio dei<br />

Supporti, la riqualificazione dei<br />

combustibili è un operazione molto<br />

più comune di quanto si creda ma<br />

<strong>in</strong> genere riguarda il pacchetto<br />

additivi f<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> cui i diversi improvers<br />

hanno il difetto di essere un<br />

poʼ “astemi” e preferire lʼacqua al<br />

Kerosene, ma basta ri-aggiungerli<br />

ed il gioco è fatto.<br />

In questo caso però lʼadditivo<br />

era uno di quelli che <strong>in</strong> genere “non<br />

si toccano” ed aveva perso di efficacia<br />

non perché ridiscioltosi <strong>in</strong><br />

acqua ma, per via del lungo tempo<br />

trascorso, si era spento (chimicamente<br />

aveva perso il titolo) e “fisicamente”<br />

era ancora lì.<br />

Si trattava <strong>in</strong> un certo senso di<br />

“riattivare” il deattivatore, anche se<br />

può sembrare un gioco di parole<br />

questo è quanto si doveva fare, ma<br />

senza esagerare dato che il tenore<br />

di questo additivo deve essere<br />

comunque mantenuto entro le specifiche<br />

di qualità.<br />

VALUTAZIONI DI EVENTUALI<br />

ESPERIENZE PREGRESSE<br />

Fortunatamente al Reparto<br />

Chimico avevano già affrontato<br />

una situazione analoga, su richiesta<br />

dalla Mar<strong>in</strong>a, eseguendo una<br />

serie di prove per def<strong>in</strong>ire le modalità<br />

della ri-additivazione di questa<br />

tipologia di additivo che di per sé<br />

deve essere <strong>in</strong> bassissima concentrazione,<br />

entro i limiti e senza alterare<br />

le altre caratteristiche chimico<br />

fisiche del combustibile.<br />

Sulla base di quello studio<br />

facemmo delle prove sullʼF-34<br />

“malato” cercando la giusta “dose”<br />

da somm<strong>in</strong>istrare al prodotto <strong>in</strong><br />

modo che riprendesse i “super<br />

poteri” di resistenza a stress termico<br />

<strong>in</strong> pressione senza però perdere<br />

le altre caratteristiche.<br />

Dopo alcune prove i test di<br />

laboratorio passarono, il rapporto<br />

di miscelazione era lo stesso trovato<br />

sperimentalmente dal Reparto<br />

Chimico, ora però bisognava passare<br />

al serbatoio vero e proprio e<br />

verificare nuovamente le analisi.<br />

Raccomandammo la massima<br />

attenzione ai carburantisti di<br />

Pantelleria nellʼesecuzione dellʼadditivazione<br />

dei Serbatoi; sciogliere<br />

3 o 5 Kg di additivo <strong>in</strong> 100.000 litri<br />

di jet A-1 non è proprio come sciogliere<br />

lo zucchero nel caffè.<br />

RIVERIFICA DEGLI STANDARD<br />

DI QUALITÀ/SICUREZZA<br />

Ricevemmo i nuovi campioni,<br />

facemmo le analisi, ed il paziente<br />

fu guarito! Su nostra proposta il<br />

ComLog\Serv.Supp. diede lʼidoneità<br />

allʼimpiego, prescrivendo<br />

però un controllo straord<strong>in</strong>ario<br />

ogni 4 mesi della stabilità termica<br />

(rispetto ai 12 mesi attualmente<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

37<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


☛ Anatomia di un JP8<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

38<br />

previsti dalla CLA-NL-4130-001-<br />

00B00, Base 31.03.2006) per<br />

maggiore sicurezza Non si arrivò<br />

neanche ad eseguire il primo dei<br />

controlli straord<strong>in</strong>ari previsti,<br />

quando cʼè, il JP8 va via come il<br />

pane.. come direbbe il Direttore<br />

MSA di un qualsiasi Stormo e, ironia<br />

della sorte, parte di quel combustibile<br />

ha rifornito anche mezzi<br />

della Mar<strong>in</strong>a a cui <strong>in</strong> fondo risale il<br />

“merito” di avere avuto per prima il<br />

problema.<br />

CONCLUSIONI<br />

Occasioni <strong>in</strong> cui il combustibile<br />

avio si ritrovi come la bottiglia di<br />

v<strong>in</strong>o di colui che non apprezzandola<br />

molto la apre solo <strong>in</strong> occasioni<br />

speciali dopo molti, troppi anni<br />

(offrendo dellʼaceto al malcapitato<br />

ospite) sono assolutamente rare. In<br />

questo caso diversi fattori quali la<br />

posizione del luogo, lungagg<strong>in</strong>i<br />

burocratiche, difficoltà nei f<strong>in</strong>anziamenti<br />

dei progetti (oramai consuete),<br />

portarono sorprendentemente il<br />

prodotto a diventare praticamente<br />

un potenziale “pericolo” per la<br />

Sicurezza del Volo.<br />

Eʼ chiaro che lʼAnalisi chimica si<br />

è rilevata strumento di notevole<br />

efficacia sia nellʼ<strong>in</strong>tercettare uno<br />

degli ultimi segnali di pericolo che<br />

ci possono essere nella catena del<br />

rifornimento aereo e sia nelle successive<br />

scelte <strong>in</strong>traprese per risolvere<br />

il problema <strong>in</strong> sicurezza, da<br />

notare che lʼalternativa sarebbe<br />

stata lo smaltimento del prodotto<br />

come rifiuto e con costi notevolmente<br />

onerosi da sommare al valore<br />

commerciale del prodotto che si<br />

sarebbe perso.<br />

Unʼaltro aspetto da considerarsi<br />

è anche lʼimportanza che riveste<br />

lʼesperienza, <strong>in</strong> questo caso proprio<br />

quella scientifica, che se ben<br />

conservata permette di risolvere le<br />

problematiche con notevole risparmio<br />

di tempo, un concetto di validità<br />

generale, dalla logistica della<br />

l<strong>in</strong>ea volo al cockpit.<br />

In ultima analisi va ricordato<br />

come spesso le risposte sono nelle<br />

normative. Il mondo aeronautico ne<br />

è pieno, ma spesso bisogna andarle<br />

a “scovare” e riuscire ad <strong>in</strong>terpretarle<br />

non è sempre facile.<br />

Che siano norme per il rifornimento<br />

come la Comlog 404 o la<br />

AERMC 141e, piuttosto che la<br />

46/90 o le circolari UTOV, le<br />

Prescrizioni Tecniche o quantʼaltro<br />

sia necessario per il volo, una cosa<br />

è certa: bisogna conoscerle.<br />

Lo studio e lʼapplicazione puntuale<br />

delle norme è s<strong>in</strong>onimo di<br />

qualità del lavoro anche se non<br />

deve mancare, <strong>in</strong> occasioni particolari<br />

come questa narrata anche<br />

uno spunto di spirito critico sulla<br />

procedura con lʼunico <strong>in</strong>tento, se<br />

possibile, di migliorarla.<br />

CONSIDERAZIONI<br />

Fatti come questo non sono<br />

ovviamente la norma, tuttʼaltro, ma<br />

il significato di questa esperienza<br />

mi ha personalmente <strong>in</strong>segnato<br />

che i problemi vanno affrontati<br />

sempre <strong>in</strong> maniera il più possibile<br />

oggettiva, senza superficialità o<br />

eccessivo allarmismo, consapevole<br />

ognuno nel suo passaggio del<br />

testimone che la S.V. è dopotutto<br />

un <strong>in</strong>vestimento <strong>in</strong> Mentalità, non<br />

solo <strong>in</strong> uom<strong>in</strong>i, materiali e mezzi. ❏<br />

Sicurezza del Volo n. 271/2009


Ispettore per la Sicurezza del Volo<br />

6005429<br />

Vice Ispettore S.V.<br />

6004136<br />

Nucleo Affari Vari<br />

6004146<br />

Nucleo Archivio e Prot.<br />

6006660<br />

Capo Segreteria<br />

6006646<br />

Sezione Statistica e<br />

Elaboraz. Dati - 6004451<br />

Capo 1° Ufficio<br />

Prevenzione<br />

6006048<br />

Capo 2° Ufficio<br />

Investigazione<br />

6005887<br />

Capo 3° Ufficio<br />

Giuridico<br />

6005655<br />

1 a Sezione<br />

Attività Ispettiva e Supp. Decisionale<br />

6006649 - 6006645 (Aerofisiologia)<br />

1 a Sezione<br />

Invest. Ala Fissa Aviogetti<br />

6004142<br />

1 a Sezione<br />

Normativa<br />

6004494<br />

2 a Sezione<br />

Studio, Consulenza e Info. S.V.<br />

6004138<br />

2 a Sezione<br />

Invest. Ala Fissa Convenzionali<br />

6006647<br />

2 a Sezione<br />

Consulenza<br />

6006663<br />

3 a Sezione<br />

Rivista “Sicurezza del Volo”<br />

6006648 - 6006659<br />

4 a Sezione<br />

Educazione e Formazione S.V.<br />

6005995<br />

3 a Sezione<br />

Investigazione Ala Rotante<br />

6006754<br />

4 a Sezione<br />

Investigazione Fattore Tecnico<br />

6005607<br />

isv@aeronautica.difesa.it<br />

Passante Commerciale<br />

06 4986 + ultimi 4 num. <strong>in</strong>terno<br />

Fax<br />

(Numerazione <strong>Militare</strong>) 6006857<br />

(Numerazione Civile) 06 4986 6857<br />

SMA USAM (SV-ATM) Interno 7020/7023 Fax 7052 Prefisso <strong>Militare</strong> 600 Passante Comm.le 06 4986<br />

ALTI COMANDI<br />

Interno<br />

Fax<br />

Prefisso <strong>Militare</strong><br />

Passante Comm.le<br />

Comando<br />

Squadra Aerea<br />

3124<br />

3138<br />

601<br />

06 2400<br />

Comando<br />

Comando<br />

delle Scuole A.M. Logistico<br />

2854<br />

6963<br />

2981<br />

6963<br />

670<br />

600<br />

080 5418 (+ ultimi 3 num. <strong>in</strong>terno) 06 4986<br />

Comando Operativo<br />

Forze Aeree<br />

2373<br />

2309<br />

630<br />

0532 828 (+ ultimi 3 num. <strong>in</strong>terno)

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