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1.2 Altri motivi di al<strong>la</strong>rgamento del campo dei bisogni<br />
Rapporto conclusivo<br />
La complessificazione dei bisogni non è solo esito dell’emergere di nuovi profili di popo<strong>la</strong>zioni, di<br />
nuovi modelli di famiglie, dell’aumento del<strong>la</strong> mobilità sul territorio, ma è anche in parte esito dello<br />
sviluppo negli anni ’80 e ’90 del<strong>la</strong> ricchezza e delle aspettative abitative delle famiglie, in termini<br />
di superficie pro capite, di standard abitativi, di qualità dell’abitare, di un generalizzato aumento<br />
del<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> casa del<strong>la</strong> sua “abitabilità” nelle infinite sue artico<strong>la</strong>zioni ed interpretazioni. 2<br />
La categoria del bisogno, non resta ancorata solo al concetto di standard vitale minimo, ma<br />
anche come desiderio di un alloggio più grande, più confortevole, in un quartiere più verde,<br />
meglio servito, solo occasionalmente più centrale.<br />
Nei dieci-quindici anni di crescita economica degli anni ’80 una cospicua parte delle nuove<br />
edificazioni hanno intercettato, e talvolta hanno alimentato, questo desiderio diffuso, dando avvio<br />
da un <strong>la</strong>to le espansioni dei centri di prima e seconda corona metropolitana, realizzando per via<br />
incrementale <strong>la</strong> città diffusa che caratterizza buona parte dell’alta pianura lombarda, dall’altro<br />
innescando processi di filtering up e sostituzioni nei settori dequalificati del mercato immobiliare<br />
(nuovi migranti vengono ad abitare le case <strong>la</strong>sciate libere dai migranti degli anni ’60).<br />
D’altro canto è <strong>la</strong> casa stessa e il significato e <strong>la</strong> funzione ad essa attribuita che è profondamente<br />
cambiata negli ultimi anni. Le nuove forme <strong>la</strong>vorative, sempre più slegate dal luogo di <strong>la</strong>voro<br />
canonico e che investono lo spazio abitativo come luogo esso stesso di <strong>la</strong>voro (esclusivo o<br />
complementare), hanno trasformato <strong>la</strong> stessa funzione dell’alloggio da luogo del<strong>la</strong> famiglia ad un<br />
luogo complesso in cui lo studio, l’angolo per il computer hanno uno spazio crescente, sia nei<br />
casi di libera professione che per l’universo dei dipendenti o dei <strong>la</strong>voratori flessibili. Si assiste ad<br />
una densificazione e complessificazione dei significati simbolici attribuiti al<strong>la</strong> casa, 3 e alle forme di<br />
casa, che non è solo il c<strong>la</strong>ssico appartamento ma è anche, in partico<strong>la</strong>re nelle città maggiori il loft,<br />
il negozio riadattato, <strong>la</strong> casa con annesso sottotetto, ma anche, per taluni, l’appartamento piccolo<br />
in città e <strong>la</strong> casa per <strong>la</strong> famiglia in campagna o in una città minore, o <strong>la</strong> casa in cui si ospita con<br />
un certo grado di indipendenza il genitore anziano o una persona di servizio.<br />
Le nuove esigenze e le diverse aspettative rispetto al<strong>la</strong> casa hanno contribuito all’aumento del<strong>la</strong><br />
superficie dell’alloggio, ad una sua flessibilità (più <strong>ricerca</strong>ta che reale), ad un maggiore<br />
investimento economico nel<strong>la</strong> casa.<br />
È parere diffuso ed in parte verificato nei fatti che oggi le famiglie lombarde vivono mediamente in<br />
case più grandi rispetto a pochi decenni fa, che <strong>la</strong> superficie di alloggio pro capite sia aumentata,<br />
che esistano ampie porzioni di territorio in cui i “dati medi” siano partico<strong>la</strong>rmente confortanti e<br />
raffigurino una società benestante che non sembra avere problemi di alloggio.<br />
Negli ultimi anni si assiste, però, ad un movimento per taluni versi contraddittorio con quanto<br />
affermato e che registra una contrazione del<strong>la</strong> dimensione del<strong>la</strong> casa, sia nelle sue dimensioni<br />
complessive che nel<strong>la</strong> dimensione delle sue stanze. Il mercato immobiliare nell’ambito del<strong>la</strong><br />
nuova costruzione propone alloggi che raramente superano i tre locali (gli alloggi più grandi sono<br />
quasi esclusivamente ville singole o a schiera) e difficilmente superano gli 80 mq.<br />
È sufficiente scorrere le offerte immobiliari per accorgersi dell’incidenza nei capoluoghi degli<br />
appartamenti di due locali rispetto all’offerta totale, in partico<strong>la</strong>re per quanto attiene il mercato<br />
del<strong>la</strong> locazione.<br />
Nonostante sia complessa una verifica mediante i dati censuari, il restringimento degli spazi<br />
abitativi sembra non aver coinvolto solo popo<strong>la</strong>zioni a basso reddito, ma anche una quota<br />
rilevante del ceto medio, di chi ha cercato negli ultimi anni il primo alloggio, di popo<strong>la</strong>zioni mobili e<br />
temporanee come studenti o <strong>la</strong>voratori provenienti da altre regioni. I dati censuari mettono in<br />
evidenza che le dimensioni delle abitazioni sono considerate insufficienti dal 13,5% delle famiglie<br />
2 Gasparini A. La sociologia degli spazi. Luoghi, città, società, Carocci, Roma, 2000.<br />
3 Ibidem<br />
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