Diapositiva 1 - CISADU
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Che i corredi scultorei disposti all’interno<br />
delle dimore private seguissero spesso<br />
programmi pianificati con cura, anche in<br />
rapporto alla funzione degli spazi dove<br />
venivano collocati, è testimoniato, ad<br />
esempio, dall’epistolario di Cicerone.<br />
Anche i giardini, che completavano le case<br />
e le ville più ricche, erano cosparsi di<br />
statue, di norma appartenenti alla cerchia<br />
delle divinità più vicine al mondo naturale<br />
e alla passionalità umana, cioè Bacco e<br />
Venere. Tra le sculture più largamente<br />
impiegate in questo ambito, particolare<br />
fortuna ebbe l’Afrodite di Doidalsas,<br />
artista bitinio del III sec. a.C.; si tratta di<br />
un’opera nota da numerose repliche, che<br />
ripetono in marmo le forme dell’originale<br />
bronzeo. L’immagine della dea,<br />
accovacciata nell’atto di bagnarsi, ben si<br />
prestava a essere collocata tra le piante di<br />
un giardino, magari vicino a una fontana.