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San Sebastiano n. 248 - Luglio - Misericordia di Firenze

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150 anni dall’Unità d’Italia<br />

<strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong> <strong>Luglio</strong> 2011<br />

Passeggiata<br />

alle Cascine<br />

alla fine<br />

dell’Ottocento.<br />

La vita per gli operai non permetteva certo<br />

il tempo libero, gli hobbies, tanto meno<br />

lo sport. Che erano attività riservate agli<br />

aristocratici e a qualche borghese arricchito.<br />

Per loro l‘ippica, il tiro a piccione, la<br />

ginnastica erano le attività preferite in ambito<br />

urbano, altrimenti andavano nelle<br />

campagne per la caccia.<br />

E tuttavia, questa città maleodorante, chiusa<br />

fra l’umi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> strade strette e mura me<strong>di</strong>evali,<br />

aveva una attività culturale senza<br />

pari nel resto d’Europa. In città erano<br />

aperti 11 teatri, che programmavano spettacoli<br />

<strong>di</strong> ogni tipo, dal melodramma alle<br />

recite farsesche e popolari. Era poi il Gabinetto<br />

Vieusseux, dove arrivavano giornali<br />

e libri da ogni parte d’Europa, frequentato<br />

dai gran<strong>di</strong> pensatori, non solo<br />

italiani, del periodo. Ciò era possibile per<br />

la nutrita colonia <strong>di</strong> inglesi, e non solo, che<br />

abitavano <strong>Firenze</strong> in quegli anni. Fra loro<br />

poetesse come Elisabeth Brown e Vernon<br />

Lee, scrittori come Lawrence, amanti dell’arte<br />

come Demidoff e tantissimi altri.<br />

C’era inoltre l’Accademia dei Georgofili,<br />

che raccoglieva le migliori menti del Granducato,<br />

dove fu depositato il brevetto del<br />

motore a scoppio, e che operò per la bonifica<br />

delle maremme e la libertà dei commerci.<br />

E ancora, c’erano prestigiosi salotti,<br />

frequentati a giorni stabiliti, dalle migliori<br />

menti d’Italia. Il salotto Peruzzi, il salotto<br />

Corsini, quello della contessa d’Albany<br />

erano i più noti.<br />

La cultura, ovviamente, significava anche<br />

la presenza <strong>di</strong> prestigiosi e<strong>di</strong>tori. Troviamo<br />

così Le Monnier, Alinari, Barbera.<br />

Mentre nel mondo dell’arte si facevano<br />

strada i Macchiaioli, che nel 1862 fecero<br />

la loro prima mostra che li rivelò al<br />

mondo. E la Chiesa Grazie agli Scolopi<br />

si affrontava con grande anticipo il rapporto<br />

tra fede e scienza. E quando, con<br />

la breccia <strong>di</strong> Porta Pia ci sarà la frattura<br />

nettissima fra la chiesa e lo stato, a <strong>Firenze</strong>,<br />

col vescovo Limperti, i cattolici continuarono<br />

ad impegnarsi nella vita civile,<br />

come sempre. Lo fecero nel volontariato –<br />

la <strong>Misericor<strong>di</strong>a</strong> in primissima fila – ma<br />

anche nella politica attiva. E dunque, si<br />

creavano le premesse per quella specificità<br />

del mondo cattolico fiorentino che<br />

avrebbe continuato a dare i suoi frutti ancora<br />

un secolo dopo, nel periodo miracoloso<br />

dei La Pira, dei don Facibeni e degli<br />

Elia Dalla Costa.<br />

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