L'ENDOSCOPIA DOPO PLASTICA ANTIREFLUSSO: COS'Ã ... - Sied
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L’ENDOSCOPIA <strong>DOPO</strong> <strong>PLASTICA</strong> <strong>ANTIREFLUSSO</strong>:<br />
COS’È NORMALE, COS’È PATOLOGICO, COSA PUÒ ESSERE TRATTATO<br />
Guido Missale et al > L’endoscopia dopo plastica antireflusso<br />
210 1<br />
di procedure di fundoplicatio, con l’introduzione dal 1991<br />
della tecnica laparoscopica, è aumentato negli Stati Uniti<br />
da 11.000 a 31.695 dal 1985 al 1999, ma con successiva<br />
diminuzione del 30% dal 2003, soprattutto nei pazienti<br />
di 18-39 anni (38%) e nelle cliniche universitarie (36%)(5).<br />
Questo è da porre in relazione al fatto che la fundoplicatio<br />
non presenta risultati superiori alla terapia con inibitori della<br />
pompa protonica (PPI) nei pazienti con esofagite erosiva (6)<br />
e non vi è stata chiara dimostrazione dell’effetto preventivo<br />
per lo sviluppo di stenosi e nell’evoluzione da EB ad adenocarcinoma.<br />
Prevenzione delle complicanze<br />
Si verifica nelle seguenti condizioni:<br />
corretta selezione dei pazienti da sottoporre<br />
ad intervento chirurgico, con sintomi correlati<br />
a reflussi patologici (pHimpedenzometria,<br />
Symptom Index)<br />
scelta della tecnica chirurgica e modalità di<br />
esecuzione<br />
formazione del chirurgo.<br />
Le tecniche chirurgiche ricostituiscono la funzione dello<br />
sfintere esofageo inferiore, creano una valvola antireflusso<br />
ed esercitano un effetto meccanico sul cardias, in aggiunta<br />
alla ricostituzione del segmento intra-addominale<br />
di esofago, alla funzione della muscolatura liscia della<br />
fundoplicatio e all’abilità del chirurgo nel ripristinare una<br />
normale tensione/lunghezza della muscolatura dello sfintere<br />
esofageo inferiore, fattori che influenzano, in modo<br />
indipendente, il successo di ogni tecnica antireflusso.<br />
Gli aspetti più importanti che devono essere rispettati<br />
nell’esecuzione di una tecnica chirurgica antireflusso<br />
sono rappresentati dalla dissezione completa del fondo<br />
gastrico per confezionare una fundoplicatio “floppy”, dalla<br />
costruzione di una cuffia corta e dalla sua stabilizzazione<br />
in corrispondenza del LES, così da prevenire l’insorgenza<br />
di disfagia e disordini funzionali gastrointestinali postoperatori<br />
(7).<br />
Gli insuccessi della correzione del difetto anatomico della<br />
crus diaframmatica vengono confermati dal rilievo intraoperatorio<br />
dell’alterazione dei pilastri diaframmatici e<br />
dall’analisi delle strutture legamentose, con evidenza di<br />
deplezione, frammentazione e distorsione dell’elastina nei<br />
legamenti freno-esofageo, gastro-epatico e gastro-frenico<br />
(8), e di alterazioni muscolari della crus diaframmatica (degenerazione<br />
vacuolare del sarcolemma) (9).<br />
A tale riguardo viene proposta l’applicazione di materiale<br />
protesico per la chiusura dello jato, con l’obiettivo di ottenere<br />
una riduzione della tensione ed un rinforzo della sutura<br />
muscolare crurale. Dalla prima descrizione del 1993 (10) la<br />
discussione ha riguardato la forma, il materiale, le modalità<br />
di ancoraggio, l’applicazione selettiva o di routine della protesi<br />
e le complicanze correlate alla procedura.<br />
In ogni caso le caratteristiche anatomiche, funzionali e patologiche,<br />
che caratterizzano lo score AFP (Anatomia: ernia<br />
jatale A0-A3)(Funzione: tempo reflusso% F0-F3)(Patologia:<br />
esofagite P0-P3), rappresentano parametri che presentano<br />
effetto predittivo sulle recidive postoperatorie della malattia,<br />
con sensibilità 85.7%, specificità 83%, valore predittivo positivo<br />
26.1% e valore predittivo negativo 98.8% (11).<br />
Qualità di vita dopo fundoplicatio<br />
Considera la sintomatologia preoperatoria esofagea ed extraesofagea<br />
e la presenza di sintomi di nuova insorgenza,<br />
in aggiunta alle abitudini alimentari, all’esercizio fisico ed alla<br />
necessità di assunzione di farmaci.<br />
I sintomi di nuova insorgenza correlati all’intervento sono<br />
rappresentati da disfagia, incapacità ad eruttare, meteorismo<br />
addominale e flatulenza (grado B).<br />
L’intensità<br />
(0 - assente, 1 - rilevante, 2 - fastidiosa,<br />
3 - severa, interferisce con qualità di vita)<br />
La frequenza<br />
(0 - assente, 1 – occasionale <br />
5 biopsie).<br />
endoscopia in caso di sindrome esofagea non<br />
responder a PPI x2 con biopsie nel sospetto di<br />
metaplasia, displasia e neoplasia.<br />
manometria esofagea in caso di sindrome esofagea<br />
non responder a PPIx2 per esecuzione di<br />
pH-impedenzometria esofagea ed esclusione di<br />
patologie motorie.<br />
pH-impedenzometria esofagea off PPI (7 giorni<br />
di sospensione) in caso di sindrome esofagea<br />
non responder a PPIx2, con endoscopia e manometria<br />
esofagea normali (strumentazione wireless<br />
con maggiore sensibilità per registrazione<br />
condotta per 48 ore) (13).