L'ENDOSCOPIA DOPO PLASTICA ANTIREFLUSSO: COS'Ã ... - Sied
L'ENDOSCOPIA DOPO PLASTICA ANTIREFLUSSO: COS'Ã ... - Sied
L'ENDOSCOPIA DOPO PLASTICA ANTIREFLUSSO: COS'Ã ... - Sied
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
L’ENDOSCOPIA <strong>DOPO</strong> <strong>PLASTICA</strong><br />
<strong>ANTIREFLUSSO</strong>: COS’È NORMALE,<br />
COS’È PATOLOGICO,<br />
COSA PUÒ ESSERE TRATTATO<br />
Vengono esposte le indicazioni all’esecuzione<br />
dell’esame endoscopico dopo intervento chirurgico<br />
di fundoplicatio per malattia da reflusso gastroesofageo.<br />
Vengono riportati gli aspetti tecnici della procedura<br />
chirurgica e la prevenzione delle complicanze,<br />
in relazione alla corretta indicazione, alla scelta<br />
della tecnica ed alle sue modalità di esecuzione.<br />
La persistenza o la ricomparsa della sintomatologia<br />
preoperatoria, la presenza di disfagia persistente,<br />
la sorveglianza e l’eventuale trattamento<br />
delle lesioni metaplastiche rappresentano le indicazioni<br />
più frequenti all’esecuzione della procedura<br />
endoscopica postoperatoria.<br />
In this paper the indications to upper endoscopy<br />
after antireflux surgery are discussed. Technical<br />
details of different surgical procedures are reported,<br />
with suggestions in order to prevent complications,<br />
as well as the rightness of indication, the choice and<br />
the way to perform the procedure. The most frequent<br />
indications to postoperative upper endoscopy<br />
are persistence or reappearance of preoperative<br />
symptoms, continuous dysphagia, surveillance<br />
and treatment of metaplastic lesions.<br />
Parole chiave: endoscopia, fundoplicatio<br />
Key words: endoscopy, antireflux surgery<br />
Guido Missale 1 , Dario Moneghini 2 , Luigi Minelli 2 , Gianpaolo Cengia 2 , Renzo Cestari 1<br />
1<br />
Chirurgia Generale, Università degli Studi di Brescia<br />
2<br />
U.O. Chirurgia Endoscopica Digestiva, Spedali Civili di Brescia<br />
INTRODUZIONE<br />
La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è una<br />
patologia frequente, cronica e recidivante, con manifestazioni<br />
esofagee ed extraesofagee, presenti quotidianamente<br />
nel 10% della popolazione e nel 40% in modo<br />
sporadico, con complicanze fino nel 20% dei pazienti. Tra<br />
queste l’esofago di Barrett (EB), con prevalenza di 22.6<br />
casi/100.000 pazienti sintomatici e di 376 casi/100.000<br />
soggetti, è una lesione precancerosa con rischio correlato<br />
di insorgenza di adenocarcinoma dell’esofago da 30 a<br />
125 volte superiore a quello della popolazione generale.<br />
I più recenti trattamenti antireflusso farmacologici e chirurgici<br />
sono molto efficaci nel controllo della sintomatologia.<br />
La chirurgia antireflusso con la fundoplicatio, che<br />
si è diffusa in relazione anche alle possibilità offerte da un<br />
approccio miniinvasivo con tecnica laparoscopica, è una<br />
procedura che crea una barriera al reflusso del contenuto<br />
gastrico in esofago, per la prevenzione delle complicanze<br />
peptiche e neoplastiche della malattia (1); il trattamento<br />
farmacologico diminuisce invece la secrezione acida gastrica<br />
e, secondo alcuni studi, può predisporre alla sviluppo<br />
di lesioni neoplastiche, favorendo il reflusso di acidi<br />
biliari non coniugati (2). In ogni caso la chirurgia antireflusso<br />
consente di superare gli inconvenienti e i costi di una<br />
terapia farmacologica condotta per lunghi periodi della<br />
vita, ma richiede l’esecuzione di procedure endoscopiche<br />
per verificarne l’efficacia, la permanenza nel tempo<br />
dei risultati ed il controllo e l’eventuale trattamento delle<br />
alterazioni metaplastiche e displastiche della mucosa<br />
esofagea correlate alla malattia.<br />
Endoscopia post-operatoria<br />
gastrointestinale<br />
CHIRURGIA <strong>ANTIREFLUSSO</strong><br />
Tecnica chirurgica<br />
La fundoplicatio laparoscopica è efficace nella prevenzione<br />
dei reflussi patologici acidi e non acidi, ricostituendo la<br />
funzione dello sfintere esofageo inferiore (LES) attraverso<br />
alcuni meccanismi:<br />
riduzione dell’ernia jatale<br />
ricostituzione della porzione intra-addominale<br />
del LES<br />
ricostituzione della funzione valvolare dell’esofago<br />
compressione meccanica dell’esofago da parte<br />
del diaframma<br />
riduzione dei rilasciamenti transitori del LES e<br />
della loro completezza.<br />
La fundoplicatio poi, in caso di redo-surgery, è gravata da<br />
elevato tasso di morbilità (30%), mortalità (1%) e conversione<br />
laparotomica (17%) (3,4) In relazione alla loro efficacia<br />
(effetto curativo nel 85%-93% dei casi), il numero<br />
Giorn Ital End Dig 2012;35:209-213<br />
209
L’ENDOSCOPIA <strong>DOPO</strong> <strong>PLASTICA</strong> <strong>ANTIREFLUSSO</strong>:<br />
COS’È NORMALE, COS’È PATOLOGICO, COSA PUÒ ESSERE TRATTATO<br />
Guido Missale et al > L’endoscopia dopo plastica antireflusso<br />
210 1<br />
di procedure di fundoplicatio, con l’introduzione dal 1991<br />
della tecnica laparoscopica, è aumentato negli Stati Uniti<br />
da 11.000 a 31.695 dal 1985 al 1999, ma con successiva<br />
diminuzione del 30% dal 2003, soprattutto nei pazienti<br />
di 18-39 anni (38%) e nelle cliniche universitarie (36%)(5).<br />
Questo è da porre in relazione al fatto che la fundoplicatio<br />
non presenta risultati superiori alla terapia con inibitori della<br />
pompa protonica (PPI) nei pazienti con esofagite erosiva (6)<br />
e non vi è stata chiara dimostrazione dell’effetto preventivo<br />
per lo sviluppo di stenosi e nell’evoluzione da EB ad adenocarcinoma.<br />
Prevenzione delle complicanze<br />
Si verifica nelle seguenti condizioni:<br />
corretta selezione dei pazienti da sottoporre<br />
ad intervento chirurgico, con sintomi correlati<br />
a reflussi patologici (pHimpedenzometria,<br />
Symptom Index)<br />
scelta della tecnica chirurgica e modalità di<br />
esecuzione<br />
formazione del chirurgo.<br />
Le tecniche chirurgiche ricostituiscono la funzione dello<br />
sfintere esofageo inferiore, creano una valvola antireflusso<br />
ed esercitano un effetto meccanico sul cardias, in aggiunta<br />
alla ricostituzione del segmento intra-addominale<br />
di esofago, alla funzione della muscolatura liscia della<br />
fundoplicatio e all’abilità del chirurgo nel ripristinare una<br />
normale tensione/lunghezza della muscolatura dello sfintere<br />
esofageo inferiore, fattori che influenzano, in modo<br />
indipendente, il successo di ogni tecnica antireflusso.<br />
Gli aspetti più importanti che devono essere rispettati<br />
nell’esecuzione di una tecnica chirurgica antireflusso<br />
sono rappresentati dalla dissezione completa del fondo<br />
gastrico per confezionare una fundoplicatio “floppy”, dalla<br />
costruzione di una cuffia corta e dalla sua stabilizzazione<br />
in corrispondenza del LES, così da prevenire l’insorgenza<br />
di disfagia e disordini funzionali gastrointestinali postoperatori<br />
(7).<br />
Gli insuccessi della correzione del difetto anatomico della<br />
crus diaframmatica vengono confermati dal rilievo intraoperatorio<br />
dell’alterazione dei pilastri diaframmatici e<br />
dall’analisi delle strutture legamentose, con evidenza di<br />
deplezione, frammentazione e distorsione dell’elastina nei<br />
legamenti freno-esofageo, gastro-epatico e gastro-frenico<br />
(8), e di alterazioni muscolari della crus diaframmatica (degenerazione<br />
vacuolare del sarcolemma) (9).<br />
A tale riguardo viene proposta l’applicazione di materiale<br />
protesico per la chiusura dello jato, con l’obiettivo di ottenere<br />
una riduzione della tensione ed un rinforzo della sutura<br />
muscolare crurale. Dalla prima descrizione del 1993 (10) la<br />
discussione ha riguardato la forma, il materiale, le modalità<br />
di ancoraggio, l’applicazione selettiva o di routine della protesi<br />
e le complicanze correlate alla procedura.<br />
In ogni caso le caratteristiche anatomiche, funzionali e patologiche,<br />
che caratterizzano lo score AFP (Anatomia: ernia<br />
jatale A0-A3)(Funzione: tempo reflusso% F0-F3)(Patologia:<br />
esofagite P0-P3), rappresentano parametri che presentano<br />
effetto predittivo sulle recidive postoperatorie della malattia,<br />
con sensibilità 85.7%, specificità 83%, valore predittivo positivo<br />
26.1% e valore predittivo negativo 98.8% (11).<br />
Qualità di vita dopo fundoplicatio<br />
Considera la sintomatologia preoperatoria esofagea ed extraesofagea<br />
e la presenza di sintomi di nuova insorgenza,<br />
in aggiunta alle abitudini alimentari, all’esercizio fisico ed alla<br />
necessità di assunzione di farmaci.<br />
I sintomi di nuova insorgenza correlati all’intervento sono<br />
rappresentati da disfagia, incapacità ad eruttare, meteorismo<br />
addominale e flatulenza (grado B).<br />
L’intensità<br />
(0 - assente, 1 - rilevante, 2 - fastidiosa,<br />
3 - severa, interferisce con qualità di vita)<br />
La frequenza<br />
(0 - assente, 1 – occasionale <br />
5 biopsie).<br />
endoscopia in caso di sindrome esofagea non<br />
responder a PPI x2 con biopsie nel sospetto di<br />
metaplasia, displasia e neoplasia.<br />
manometria esofagea in caso di sindrome esofagea<br />
non responder a PPIx2 per esecuzione di<br />
pH-impedenzometria esofagea ed esclusione di<br />
patologie motorie.<br />
pH-impedenzometria esofagea off PPI (7 giorni<br />
di sospensione) in caso di sindrome esofagea<br />
non responder a PPIx2, con endoscopia e manometria<br />
esofagea normali (strumentazione wireless<br />
con maggiore sensibilità per registrazione<br />
condotta per 48 ore) (13).
Figura 1: morfologia della plica mucosa gastroesofagea<br />
Grado I<br />
Grado III<br />
assiale del LES che la tecnica induce, senza alcun effetto<br />
meccanico e compressivo sulla struttura sfinteriale.<br />
Queste alterazioni fisiopatologiche, che giustificano di<br />
per sé l’insorgenza di disfagia postoperatoria, rappresentano<br />
un meccanismo utile al chirurgo per ridurre la<br />
sua incidenza, evitando una compressione meccanica<br />
dell’esofago con una fundoplicatio lassa, una fundoplicatio<br />
incompleta 270° o applicando un dilatatore di<br />
grande calibro nel lume esofageo durante il suo confezionamento.<br />
La disfagia che si manifesta nelle fasi precoci<br />
dell’intervento è una condizione sintomatologica<br />
frequente, che può risolversi ed essere prevenuta con<br />
accorgimenti tecnici che impediscono l’eccessiva restrizione<br />
del movimento assiale dello sfintere (17).<br />
Nei casi in cui prevalga l’effetto compressivo della valva<br />
sul lume viscerale, il calibro del dilatatore (da 36 a<br />
60 Fr), la lunghezza della fundoplicatio (da 4 a 1 cm), la<br />
rimozione del tessuto adiposo pericardiale con posizionamento<br />
periesofageo della fundoplicatio ed una adeguata<br />
chiusura dello jato esofageo con 5-6 punti a 1 cm<br />
di distanza, sono accorgimenti tecnici che controllano<br />
in modo efficace le manifestazioni cliniche della malattia<br />
e ne riducono al minimo gli effetti indesiderati (18). In<br />
caso di disfagia persistente, in cui sia documentata una<br />
riduzione di calibro del lume viscerale cardiale con esame<br />
radiologico, l’endoscopia postoperatoria e la manoc.<br />
Reperti endoscopici anatomofunzionali<br />
L’interpretazione della sintomatologia postoperatoria deve<br />
tenere in considerazione i seguenti parametri che sono<br />
rappresentati da:<br />
morfologia della giunzione gastroesofagea (classificazione<br />
di Hill della plica mucosa lungo la<br />
piccola curva, con endoscopio in retroversione):<br />
- grado I - plica mucosa prominente;<br />
- grado II - plica mucosa presente, con periodi<br />
di apertura e chiusura<br />
- grado III - plica mucosa non prominente;<br />
- grado IV - plica mucosa assente con lume<br />
esofageo beante.<br />
Grado I e II sono considerati normali, grado III<br />
e IV patologici per malattia da reflusso gastroesofageo<br />
(sensibilità 91%, specificità 95%, valore<br />
predittivo negativo 87%), con scarsa correlazione<br />
con la pressione dello sfintere esofageo inferiore<br />
(Figura 1) (14).<br />
morfologia della giunzione gastroesofagea dopo<br />
chirurgia antireflusso, con identificazione di 10<br />
parametri, in relazione alla tipologia della tecnica<br />
utilizzata, con lo scopo di determinare se la<br />
valvola è stata confezionata correttamente e se<br />
è intatta (Tabella 1) (15).<br />
Grado II<br />
Grado IV<br />
Disfagia postoperatoria<br />
Il meccanismo che regola il rilasciamento<br />
del LES è rappresentato dalla contrazione<br />
della muscolatura liscia longitudinale vagomediata,<br />
con incremento del rapporto tra<br />
l’area della sezione trasversale del lume<br />
viscerale e lo spessore della muscolatura<br />
propria. Questo rappresenta in aggiunta<br />
all’inibizione della muscolatura diaframmatica<br />
e all’eventuale rilasciamento del fondo<br />
gastrico, il principale meccanismo responsabile<br />
dei rilasciamenti transitori del LES<br />
nell’ambito della fisiopatologia della MRGE,<br />
in particolare in assenza di ernia jatale, con<br />
incremento della pressione esofagea, con<br />
“camera comune” rispetto alla pressione<br />
gastrica (16). Dopo fundoplicatio i rilasciamenti<br />
neurologicamente indotti dalla deglutizione<br />
e quelli transitori risultano essere<br />
incompleti o addirittura assenti, in relazione<br />
alla riduzione della contrazione della muscolatura<br />
longitudinale ed alla dislocazione<br />
Tabella 1: caratteristiche della valvola<br />
Caratteristiche valvolari Definizione Valutazione<br />
Spessore della plica Larghezza della porzione più distale della valvola Sottile o larga<br />
Lunghezza della valvola Distanza dall’apice del fondo alla plica Cm<br />
Solco anteriore Evidenza impronta anteriore Assente, lieve, profonda<br />
Solco posteriore Evidenza impronta posteriore Assente, lieve, profonda<br />
Piccola curva ampia Ampiezza della zona al di sotto della valvola Ristretta o ampia<br />
Adesione all’endoscopio Tensione della plica valvolare attorno all’endoscopio Lassa, media, serrata<br />
Effetto della respirazione<br />
Adesione della valvola all’endoscopio<br />
durante la respirazione<br />
Adesione in tutte le fasi<br />
Sede intra-addominale Valvola distale all’impronta diaframmatica Sì/No<br />
Corretta posizione della valvola Fundoplicatio 3 cm prossimale al cardias Sì/No<br />
Caratteristiche peculiari Morfologia unica per ogni intervento Descrizione<br />
LUNEDì Giorn Ital 2 OTTOBRE End Dig 2012;35:209-213<br />
- I SESSIONE<br />
211 15
L’ENDOSCOPIA <strong>DOPO</strong> <strong>PLASTICA</strong> <strong>ANTIREFLUSSO</strong>:<br />
COS’È NORMALE, COS’È PATOLOGICO, COSA PUÒ ESSERE TRATTATO<br />
Guido Missale et al > L’endoscopia dopo plastica antireflusso<br />
212 1<br />
metria esofagea ad alta risoluzione sono procedure diagnostiche<br />
che consentono di identificare i pazienti che<br />
possono beneficiare di procedure di dilatazione pneumatica<br />
cardiale. In questi casi deve essere documentata<br />
la presenza di stenosi cardiale correlata alla disfagia,<br />
con esclusione di patologie motorie del rilasciamento del<br />
LES e con ostacolo alla progressione dell’endoscopio in<br />
cavità gastrica.<br />
I parametri radiologici, rappresentati dalla posizione della<br />
fundoplicatio rispetto allo jato diaframmatico, dal ristagno<br />
di liquido con livello idroaereo nel lume esofageo, dalle<br />
modalità di progressione del liquido in cavità gastrica,<br />
dall’ostacolo alla progressione di pasto baritato semisolido,<br />
dalla ricomparsa di ernia jatale, dalla presenza di<br />
plica medio gastrica o di volvolo gastrico, rappresentano<br />
la conferma della presenza di un’ostruzione meccanica<br />
cardiale, con indicazione ad esecuzione di procedure di<br />
dilatazione (19).<br />
Sorveglianza e trattamento di esofago<br />
di Barrett dopo fundoplicatio<br />
L’incidenza di adenocarcinoma esofageo nei pazienti con<br />
EB (0.3-1.6% per anno) è 100 volte superiore a quella<br />
della popolazione generale (0.005%), con un rapporto<br />
con l’estensione della metaplasia (0.57% per long EB,<br />
0.26% per short EB) e con il sesso (0.45% per il sesso<br />
femminile, 1% per quello maschile). In relazione alle problematiche<br />
correlate alla diagnosi di displasia, considerata<br />
il marker più attendibile di progressione neoplastica<br />
(non evidenza, variabilità/non concordanza diagnostica),<br />
l’utilizzo di marcatori molecolari (p53, mRNA, aneuploidia<br />
e tertraploidia, 17p/19p LOH), eventualmente associati<br />
al processo infiammazione-metaplasia-neoplasia,<br />
fornisce informazioni rilevanti relative al rischio evolutivo<br />
nell’EB. Tra questi ultimi il fattore nucleare di trascrizione<br />
NF-kB, attivato nell’esofagite da reflusso, è coinvolto nel<br />
processo evolutivo carcinogenetico da metaplasia a displasia<br />
ad adenocarcinoma.<br />
In questo ambito la chirurgia antireflusso, che previene<br />
il contatto con reflussi acidi e biliari, rappresenta una<br />
procedura in grado di proteggere l’epitelio metaplastico<br />
dallo stress ossidativo ad essi conseguente. In ogni caso<br />
la sorveglianza dell’EB con applicazione del “protocollo<br />
bioptico di Seattle”, utilizzato con lo scopo di offrire la<br />
maggior probabilità di identificare la presenza di lesioni<br />
displastiche, prevede l’esecuzione di esame endoscopico<br />
ed istologico per 2 anni, poi ogni 3 anni in assenza<br />
di displasie; la ripetizione annuale della procedura in<br />
presenza di displasia di grado lieve, mentre in caso di<br />
displasia di grado severo confermata o di irregolarità<br />
della mucosa vi è indicazione ad applicare procedure<br />
chirurgiche di esofagectomia o di mucosectomia, con<br />
lo scopo di ridurre il rischio neoplastico. L’elettrocoagulazione<br />
multipolare, la fotocoagulazione laser, la crioterapia,<br />
Argon Plasma Coagulation, la terapia fotodinamica<br />
e l’utilizzo di radiofrequenza sono procedure di ablazione<br />
che consentono l’eliminazione delle mucosa metaplastica<br />
residua con complicanze trascurabili, da applicare<br />
eventualmente dopo mucosectomia. Le procedure di<br />
ablazione della mucosa, quando applicate all’EB non displastico<br />
o con displasia di grado lieve, sono strategie di<br />
trattamento che presentano costo-efficacia, in relazione<br />
alla riduzione del rischio neoplastico, anche se la documentazione<br />
di markers di iperproliferazione nell’epitelio<br />
neosquamoso consiglia l’applicazione di protocolli di<br />
sorveglianza endoscopica anche dopo l’esecuzione di<br />
tali procedure (20).<br />
CONCLUSIONI<br />
L’esecuzione di un esame endoscopico dopo fundoplicatio<br />
è una procedura che consente di verificarne l’efficacia e i<br />
risultati e deve essere applicata nel caso in cui il paziente<br />
presenti una sintomatologia persistente o recidiva, correlata<br />
alla malattia. Nel corso dell’indagine è possibile valutare l’integrità<br />
endoluminale della fundoplicatio, l’efficacia della continenza<br />
gastroesofagea e la presenza di recidiva erniaria, in<br />
aggiunta alle eventuali lesioni della mucosa correlate ad una<br />
ripresa della malattia.<br />
In pazienti affetti da EB dopo la fundoplicatio è indicata una<br />
continua sorveglianza, anche se il rischio di evoluzione patologica<br />
della metaplasia (displasia, adenocarcinoma) può<br />
considerarsi ridotto in relazione alla abolizione dei reflussi<br />
patologici. In presenza di lesioni displastiche le procedure<br />
endoscopiche di mucosectomia ed ablazione con eradicazione<br />
della mucosa residua consentono un trattamento<br />
adeguato della condizione patologica, riducendo il rischio di<br />
evoluzione neoplastica.<br />
TAKE HOME MESSAGE<br />
L’esame endoscopico dopo intervento chirurgico<br />
di fundoplicatio è indicato in caso di persistenza<br />
o ricomparsa della sintomatologia preoperatoria<br />
e nella sorveglianza e trattamento di<br />
lesioni metaplastiche o displastiche.<br />
L’esame endoscopico dopo intervento di fundoplicatio<br />
definisce le caratteristiche della plica mucosa<br />
gastroesofagea e della valvola antireflusso,<br />
parametri che consentono di interpretare la sintomatologia<br />
postoperatoria.<br />
La comparsa di disfagia o di sintomi di nuova<br />
insorgenza dopo fundoplicatio richiede l’esecuzione<br />
di procedure diagnostiche radiologiche e<br />
funzionali (manometria, pH-impedenzometria)<br />
per identificare i pazienti nei quali è indicata l’esecuzione<br />
di esame endoscopico ed eventuale<br />
dilatazione pneumatica cardiale.<br />
I risultati dell’intervento chirurgico di fundoplicatio<br />
sono in relazione alla tecnica utilizzata e alla<br />
sua modalità di esecuzione. La formazione del<br />
chirurgo influisce sulla ricostituzione delle normali<br />
condizioni anatomo-funzionali della regione<br />
esofago-cardiale.<br />
Corrispondenza<br />
Renzo Cestari<br />
U.O. Chirurgia Endoscopica Digestiva<br />
Università degli Studi<br />
A.O. Spedali Civili<br />
P.le Spedali Civili, 1 – 25100 Brescia<br />
Tel. + 39 030 3995539<br />
Fax + 39 030 398276<br />
e-mail: cestari@med.unibs.it<br />
Bibliografia<br />
1. Attwood SE, Barlow AP, Norris TL, Watson A Barrett’s oesophagus:<br />
effect of antireflux surgery on symptom control and development of<br />
complications Br J Surg 1992;79:1050-1053.<br />
2. Wetscher GJ, Hinder RA, Smyrk T, Perdikis G, Adrian TE, Profanter C.<br />
Gastric acid blockade with omeprazole promotes gastric carcinogenesis<br />
indiced by duodenogastric reflux Dig Dis Sci 1999;44:1132-1135.<br />
3. Granderath FA, Kamolz T, Schweiger UM et al. Laparoscopic refundoplication<br />
with prosthetic hiatal closure for recurrent hiatal hernia after<br />
primary failed antireflux surgery. Arch Surg 2003;138:902-907.<br />
4. Carlson MA, Frantzides CT Complications and results of primary<br />
minimally invasive antireflux procedures: a review of 10,735 reported<br />
cases. J Am Coll Surg 2001;193:428-439.
5. Finks JF, Wei Y, Birkmeyer JD. The rise and fall of antireflux surgery in<br />
the United States. Surg Endosc 2006;12:1698-1701.<br />
6. Lundell L, Miettinen P, Myrvold HE et al. Seven-year follow-up of<br />
a randomized clinical trial comparing proton-pump inhibition with<br />
surgical therapy for reflux oesophagitis. Br J Surg 2007;94:198-203.<br />
7. Siewert JR, Feussner H, Walker SJ. Fundoplication: How to do it Peri-<br />
Esophageal wrapping as a therapeutic principal in gastro-esophageal<br />
reflux prevention. World J Surg 1992;16:326-334.<br />
8. Curci JA, Melman LM, Thompson WR, Soper N, Matthews BD. Elastic<br />
Fiber Depletion in the Supporting Ligaments of the Gastroesophageal<br />
Junction: A Structural Basis for the Development of Hiatal Hernia. J Am<br />
Coll Surg 2008;207:191-96.<br />
9. Fei L, del Genio G, Brusciano L, Esposito V, Cuttitta D, Pizza F, Rossetti<br />
G, Trapani V, Filippone G, Francesco M, del Genio A. Crura ultrastructural<br />
alterations in patients with hiatal hernia: a pilot study. Surg Endosc<br />
2007;21:907-911.<br />
10. Kuster GG. Laparoscopic technique for repair of paraesophageal hiatal<br />
hernias. J Laparoendosc Surg 1993;3:331-338.<br />
11. Omura N, Kashiwagi H, Yano F, Tsuboi K, Ishibashi Y, Kawasaki N,<br />
Suzuki Y, Mitsumori N, Urashima M, Yanaga K. Prediction of recurrence<br />
after laparoscopic fundoplication for erosive reflux esophagitis<br />
based on anatomy-function-pathology (AFP) classification. Surg<br />
Endosc 2007;21:427-430.<br />
12. Pope II CE. The quality of life following antireflux surgery. World J Surg<br />
1992;16:355-358.<br />
13. AGA Institute. American Gastroenterologica Association Medical.<br />
position statement on the management of gastroesophageal<br />
reflux disease. Gastroenterology 2008;135:1383-91.<br />
14. Hill LD, Kozarek RA, Kraemer JM, Aye RW, Mercer CD, Low DE,<br />
Pope II CE. The gastroesophageal flap valve: in vitro and in vivo<br />
observations. Gastrointest Endosc 1996;44:541-7.<br />
15. Jobe BA, Kahrilas PJ, Vernon AH, Sandone C, Gopal DV,<br />
Swanstrom LL, Aye RW, Hill LD, Hunter JG. Endoscopic appraisal<br />
of the gastroesophageal valve after antireflux surgery. Am J<br />
Gastroenterol 2004;99,233-243.<br />
16. Babaei A, Bhargava V, Korsapati H, Zheng WH, Mittal RK A.<br />
Unique longitudinal muscle contraction pattern associated with<br />
transient lower esophageal sphincter relaxation. Gastroenterology<br />
2008;134:1322-1331.<br />
17. Jiang Y, Sandler B, Bhargava V, Mittal RK. Antireflux action of nissen<br />
fundoplication and stretch-sensitive mechanism of lower esophageal<br />
sphincter relaxation. Gastroenterology 2011;140:442-449.<br />
18. DeMeester TR, Stein HJ. Minimizing the side effects of antireflux surgery.<br />
World J Surg 1992;16:335-336.<br />
19. Connors F. Gastrointestinal complications of fundoplication. Curr<br />
Gastroenterol Rep 2005;7:219-26. (Nota per Autore: Grazie epr verificare<br />
titolo nota bibliografica)<br />
20. American Gastroenterological Association Technical Review<br />
on the management of Barrett’s Esophagus. Gastroenterology<br />
2011;140:e18-e52,1084-1091.<br />
LUNEDì Giorn Ital 2 OTTOBRE End Dig 2012;35:209-213<br />
- I SESSIONE<br />
213 15