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L'ENDOSCOPIA DOPO PLASTICA ANTIREFLUSSO: COS'È ... - Sied

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L’ENDOSCOPIA <strong>DOPO</strong> <strong>PLASTICA</strong> <strong>ANTIREFLUSSO</strong>:<br />

COS’È NORMALE, COS’È PATOLOGICO, COSA PUÒ ESSERE TRATTATO<br />

Guido Missale et al > L’endoscopia dopo plastica antireflusso<br />

212 1<br />

metria esofagea ad alta risoluzione sono procedure diagnostiche<br />

che consentono di identificare i pazienti che<br />

possono beneficiare di procedure di dilatazione pneumatica<br />

cardiale. In questi casi deve essere documentata<br />

la presenza di stenosi cardiale correlata alla disfagia,<br />

con esclusione di patologie motorie del rilasciamento del<br />

LES e con ostacolo alla progressione dell’endoscopio in<br />

cavità gastrica.<br />

I parametri radiologici, rappresentati dalla posizione della<br />

fundoplicatio rispetto allo jato diaframmatico, dal ristagno<br />

di liquido con livello idroaereo nel lume esofageo, dalle<br />

modalità di progressione del liquido in cavità gastrica,<br />

dall’ostacolo alla progressione di pasto baritato semisolido,<br />

dalla ricomparsa di ernia jatale, dalla presenza di<br />

plica medio gastrica o di volvolo gastrico, rappresentano<br />

la conferma della presenza di un’ostruzione meccanica<br />

cardiale, con indicazione ad esecuzione di procedure di<br />

dilatazione (19).<br />

Sorveglianza e trattamento di esofago<br />

di Barrett dopo fundoplicatio<br />

L’incidenza di adenocarcinoma esofageo nei pazienti con<br />

EB (0.3-1.6% per anno) è 100 volte superiore a quella<br />

della popolazione generale (0.005%), con un rapporto<br />

con l’estensione della metaplasia (0.57% per long EB,<br />

0.26% per short EB) e con il sesso (0.45% per il sesso<br />

femminile, 1% per quello maschile). In relazione alle problematiche<br />

correlate alla diagnosi di displasia, considerata<br />

il marker più attendibile di progressione neoplastica<br />

(non evidenza, variabilità/non concordanza diagnostica),<br />

l’utilizzo di marcatori molecolari (p53, mRNA, aneuploidia<br />

e tertraploidia, 17p/19p LOH), eventualmente associati<br />

al processo infiammazione-metaplasia-neoplasia,<br />

fornisce informazioni rilevanti relative al rischio evolutivo<br />

nell’EB. Tra questi ultimi il fattore nucleare di trascrizione<br />

NF-kB, attivato nell’esofagite da reflusso, è coinvolto nel<br />

processo evolutivo carcinogenetico da metaplasia a displasia<br />

ad adenocarcinoma.<br />

In questo ambito la chirurgia antireflusso, che previene<br />

il contatto con reflussi acidi e biliari, rappresenta una<br />

procedura in grado di proteggere l’epitelio metaplastico<br />

dallo stress ossidativo ad essi conseguente. In ogni caso<br />

la sorveglianza dell’EB con applicazione del “protocollo<br />

bioptico di Seattle”, utilizzato con lo scopo di offrire la<br />

maggior probabilità di identificare la presenza di lesioni<br />

displastiche, prevede l’esecuzione di esame endoscopico<br />

ed istologico per 2 anni, poi ogni 3 anni in assenza<br />

di displasie; la ripetizione annuale della procedura in<br />

presenza di displasia di grado lieve, mentre in caso di<br />

displasia di grado severo confermata o di irregolarità<br />

della mucosa vi è indicazione ad applicare procedure<br />

chirurgiche di esofagectomia o di mucosectomia, con<br />

lo scopo di ridurre il rischio neoplastico. L’elettrocoagulazione<br />

multipolare, la fotocoagulazione laser, la crioterapia,<br />

Argon Plasma Coagulation, la terapia fotodinamica<br />

e l’utilizzo di radiofrequenza sono procedure di ablazione<br />

che consentono l’eliminazione delle mucosa metaplastica<br />

residua con complicanze trascurabili, da applicare<br />

eventualmente dopo mucosectomia. Le procedure di<br />

ablazione della mucosa, quando applicate all’EB non displastico<br />

o con displasia di grado lieve, sono strategie di<br />

trattamento che presentano costo-efficacia, in relazione<br />

alla riduzione del rischio neoplastico, anche se la documentazione<br />

di markers di iperproliferazione nell’epitelio<br />

neosquamoso consiglia l’applicazione di protocolli di<br />

sorveglianza endoscopica anche dopo l’esecuzione di<br />

tali procedure (20).<br />

CONCLUSIONI<br />

L’esecuzione di un esame endoscopico dopo fundoplicatio<br />

è una procedura che consente di verificarne l’efficacia e i<br />

risultati e deve essere applicata nel caso in cui il paziente<br />

presenti una sintomatologia persistente o recidiva, correlata<br />

alla malattia. Nel corso dell’indagine è possibile valutare l’integrità<br />

endoluminale della fundoplicatio, l’efficacia della continenza<br />

gastroesofagea e la presenza di recidiva erniaria, in<br />

aggiunta alle eventuali lesioni della mucosa correlate ad una<br />

ripresa della malattia.<br />

In pazienti affetti da EB dopo la fundoplicatio è indicata una<br />

continua sorveglianza, anche se il rischio di evoluzione patologica<br />

della metaplasia (displasia, adenocarcinoma) può<br />

considerarsi ridotto in relazione alla abolizione dei reflussi<br />

patologici. In presenza di lesioni displastiche le procedure<br />

endoscopiche di mucosectomia ed ablazione con eradicazione<br />

della mucosa residua consentono un trattamento<br />

adeguato della condizione patologica, riducendo il rischio di<br />

evoluzione neoplastica.<br />

TAKE HOME MESSAGE<br />

L’esame endoscopico dopo intervento chirurgico<br />

di fundoplicatio è indicato in caso di persistenza<br />

o ricomparsa della sintomatologia preoperatoria<br />

e nella sorveglianza e trattamento di<br />

lesioni metaplastiche o displastiche.<br />

L’esame endoscopico dopo intervento di fundoplicatio<br />

definisce le caratteristiche della plica mucosa<br />

gastroesofagea e della valvola antireflusso,<br />

parametri che consentono di interpretare la sintomatologia<br />

postoperatoria.<br />

La comparsa di disfagia o di sintomi di nuova<br />

insorgenza dopo fundoplicatio richiede l’esecuzione<br />

di procedure diagnostiche radiologiche e<br />

funzionali (manometria, pH-impedenzometria)<br />

per identificare i pazienti nei quali è indicata l’esecuzione<br />

di esame endoscopico ed eventuale<br />

dilatazione pneumatica cardiale.<br />

I risultati dell’intervento chirurgico di fundoplicatio<br />

sono in relazione alla tecnica utilizzata e alla<br />

sua modalità di esecuzione. La formazione del<br />

chirurgo influisce sulla ricostituzione delle normali<br />

condizioni anatomo-funzionali della regione<br />

esofago-cardiale.<br />

Corrispondenza<br />

Renzo Cestari<br />

U.O. Chirurgia Endoscopica Digestiva<br />

Università degli Studi<br />

A.O. Spedali Civili<br />

P.le Spedali Civili, 1 – 25100 Brescia<br />

Tel. + 39 030 3995539<br />

Fax + 39 030 398276<br />

e-mail: cestari@med.unibs.it<br />

Bibliografia<br />

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effect of antireflux surgery on symptom control and development of<br />

complications Br J Surg 1992;79:1050-1053.<br />

2. Wetscher GJ, Hinder RA, Smyrk T, Perdikis G, Adrian TE, Profanter C.<br />

Gastric acid blockade with omeprazole promotes gastric carcinogenesis<br />

indiced by duodenogastric reflux Dig Dis Sci 1999;44:1132-1135.<br />

3. Granderath FA, Kamolz T, Schweiger UM et al. Laparoscopic refundoplication<br />

with prosthetic hiatal closure for recurrent hiatal hernia after<br />

primary failed antireflux surgery. Arch Surg 2003;138:902-907.<br />

4. Carlson MA, Frantzides CT Complications and results of primary<br />

minimally invasive antireflux procedures: a review of 10,735 reported<br />

cases. J Am Coll Surg 2001;193:428-439.

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