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La comunicazione

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Servizio Civile<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

Dr.ssa Carla Degl’Innocenti<br />

Dr.ssa Antonella Marchini<br />

Dr.ssa Monia Vangelisti


Pensare la <strong>comunicazione</strong><br />

Che cos’è<br />

la <strong>comunicazione</strong><br />

5 minuti<br />

per…<br />

Riflettere sul<br />

significato…<br />

Scrivere sul<br />

post-it<br />

E dare una<br />

definizione


Un percorso sulla <strong>comunicazione</strong><br />

Tre moduli:<br />

• Comunicazione<br />

• Le funzioni di front-line<br />

• URP e Tutela del Cittadino


Indice<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interpersonale<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> nei gruppi<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> organizzativa


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interpersonale


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interpersonale<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> faccia a faccia<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interpersonale a distanza


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> è la base della convivenza umana<br />

Il termine <strong>comunicazione</strong> deriva dalla parola communis:<br />

Comunicare significa “mettere in comune” con altri, informazioni, idee,<br />

emozioni… attraverso il linguaggio parlato o scritto<br />

E’ possibile all’interno di un sistema condiviso con gli altri che<br />

possiedono la capacità di produrre e capire messaggi e quindi di<br />

interagire con altri soggetti<br />

<strong>La</strong> competenza comunicativa è una fondamentale capacità<br />

composta dall’insieme delle presupposizioni, delle reciproche<br />

conoscenze e regole che rendono possibile lo scambio<br />

comunicativo comprensivo anche di abilità di tipo extralinguistico e<br />

sociale


Linguaggio e Comunicazione<br />

Linguaggio:<br />

capacità di associare suoni e significati<br />

attraverso regole grammaticali<br />

Due funzioni:<br />

• Funzione comunicativa<br />

• Funzione simbolica


Linguaggio verbale<br />

Uno degli strumenti che permettono la<br />

<strong>comunicazione</strong> ma, non l’unico…<br />

Aspetti non verbali della <strong>comunicazione</strong><br />

tono, ritmo, volume della voce, gesti, mimica,<br />

sguardi, postura, abbigliamento…


Definizione di <strong>comunicazione</strong><br />

Uno scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti,<br />

dotato di un certo livello di consapevolezza e di intenzionalità<br />

reciproca, in grado di far condividere un determinato<br />

significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di<br />

significazione e di segnalazione secondo la cultura di<br />

riferimento.


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interpersonale risponde a:<br />

-> Bisogni di tipo fisico<br />

-> Bisogno di identità<br />

-> Bisogni sociali<br />

-> Bisogni di tipo pratico o strumentale


Modelli/Teorie<br />

-> Lineare (Shannon e Weaver)<br />

-> Interattivo o Circolare (Watzlawick et al. Mead, Bateson,<br />

Ong, Eco)<br />

-> Dialogico (Galimberti)<br />


Modello lineare di <strong>comunicazione</strong>


Modello lineare di <strong>comunicazione</strong>


Modello lineare di <strong>comunicazione</strong><br />

canale<br />

FONTE SEGNALE DESTINATARIO<br />

rumori<br />

CODIFICAZIONE DECODIFICAZIONE<br />

Modello cosiddetto “Matematico” (Shannon<br />

e Weaver)


Modello interattivo o circolare


I campi della <strong>comunicazione</strong> (Morris)<br />

Sintassi: come si confeziona un messaggio (cfr. lo<br />

stile comune)<br />

Semantica: il significato, il senso<br />

Pragmatica: gli effetti della <strong>comunicazione</strong> sugli<br />

interlocutori


I Cinque assiomi della Comunicazione<br />

“Ci troviamo in presenza di un processo di<br />

Comunicazione tutte le volte che un<br />

comportamento di una persona o di un animale<br />

si impone all’attenzione di un’altra persona<br />

o animale”<br />

Palo Alto – Watzlawick


I Cinque Assiomi della Comunicazione<br />

1. Non si può non comunicare<br />

Il comportamento è <strong>comunicazione</strong>; non è possibile non avere un comportamento, quindi è<br />

impossibile non comunicare.<br />

2. Ogni <strong>comunicazione</strong> ha un aspetto di contenuto e uno di relazione<br />

Ogni <strong>comunicazione</strong> ha un aspetto di contenuto (una notizia, una informazione, un dato…) e di<br />

relazione (un comando, un’istruzione, un avvenimento…) di modo che il secondo classifica il primo.<br />

3. <strong>La</strong> natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze comunicative tra i<br />

comunicanti<br />

<strong>La</strong> natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di <strong>comunicazione</strong> tra i<br />

comunicanti (se si prende in considerazione il punto di vista dell’uno o quello dell’altro; es.: - ).<br />

4. Gli esseri umani comunicano sia con il modulo digitale sia con quello analogico<br />

Il linguaggio digitale (digitale, verbale) ha una sintassi logica assai complessa e di estrema efficacia,<br />

ma manca di una semantica adeguata nel settore della relazione, ma manca di una semantica adeguata<br />

nel settore della relazione; il linguaggio analogico (il linguaggio non verbale) invece la semantica ma<br />

non ha alcuna sintassi adeguata per definire in un modo che non sia ambiguo la natura delle relazioni.<br />

5. Gli scambi verbali possono essere basati sull’uguaglianza o sulla differenza e quindi sono<br />

simmetrici o complementari<br />

Tutti gli scambi di <strong>comunicazione</strong> sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati<br />

sull’uguaglianza o sulla differenza (da una parte rapporti paritetici, paritari, democratici, dall’altra<br />

rapporti fondati sulla autorità/subordinazione).


Gli elementi costitutivi della struttura<br />

comunicativa<br />

Comunicante/ -> l’individuo che possiede le capacità biologiche e<br />

Emittente<br />

psichiche di formare, emettere e ricevere un messaggio<br />

(cultura,interessi,linguaggio, risorse, strumenti, esperienza passata,<br />

conoscenza del contesto)<br />

Messaggio<br />

Canale<br />

Codice<br />

-> i contenuti e significati che l’emittente vuole trasmettere<br />

-> il mezzo fisico utilizzato per la trasmissione del messaggio (“naturali” o<br />

“biologici” e “mediati”, sono costituiti dai sensi)<br />

-> l’insieme delle regole convenzionali utilizzate per esprimere<br />

il messaggio (la lingua madre, linguaggio gergale, braille…)<br />

Destinatario -> il soggetto a cui il messaggio viene rivolto (cultura, linguaggi,<br />

esperienze, strumenti propri)<br />

Feedback<br />

-> rappresenta il “messaggio di ritorno” dal destinatario<br />

all’emittente (consente di verificare che il messaggio è giunto a destinazione ed è stato<br />

compreso


I canali comunicativi: i sensi<br />

Gusto è il senso meno legato alla <strong>comunicazione</strong>. Non esiste un codice convenzionale<br />

basato sul gusto<br />

Olfatto è usato nella <strong>comunicazione</strong> convenzionale solo in pochi casi (aggiunta di mercaptani<br />

Tatto<br />

Vista<br />

Udito<br />

al gas domestico per segnalarne le fughe). Importante nei rapporti interpersonali<br />

non è molto usato come strumento comunicativo, eccetto rapporti amorosi, saluti e<br />

rapporti amicali. (eccezioni alcuni linguaggi tattili convenzionali – alfabeto Braille –<br />

metodi Tadoma e Malossi). E’ una forma primitiva di <strong>comunicazione</strong> sociale e assume<br />

un’importante funzione sia per gli uomini che per gli animali – bisogno di contatto<br />

fisico fondamentale ad ogni età. Molte differenze interculturali. Funzione di segnale di<br />

interazione<br />

valenza sociologica unica, rende possibile relazioni basate sulla distanza<br />

è il senso prevalente dal punto di vista comunicativo, l’unico che differenzia l’<br />

e l’ con due distinti apparati: uditivo e fonico<br />

L’atto di <strong>comunicazione</strong> si basa inoltre su un' aspettativa di reciproca cooperazione tra gli<br />

interlocutori


Nella <strong>comunicazione</strong> tra le persone si<br />

utilizzano<br />

messaggi verbali: ciò che si dice<br />

messaggi paraverbali: intonazioni e modulazioni della voce (volume,<br />

timbro), inflessioni, pause, ritmi, silenzi<br />

messaggi non verbali:<br />

distanze<br />

contatti corporei<br />

posture e movimenti<br />

gestualità<br />

espressioni del volto<br />

sguardi<br />

abbigliamento,acconciatura,trucco….


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> non verbale<br />

Ogni messaggio linguistico trasmette anche informazioni espressive che<br />

derivano da:<br />

Paralinguistica (aspetti non linguistici del parlato)<br />

Cinesica o mimica facciale (modalità privilegiata della <strong>comunicazione</strong> non<br />

verbale)<br />

Prossemica o modo in cui l’individuo si situa nello spazio


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> non verbale<br />

Gli elementi:<br />

-> Aspetto esteriore<br />

-> Volto<br />

-> Sguardo<br />

-> Voce e aspetti non verbali del parlato<br />

-> Comportamento spaziale<br />

-> Movimenti del corpo e gesti


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> non verbale<br />

Le funzioni:<br />

-> Esprimere emozioni<br />

-> Comunicare gli atteggiamenti interpersonali<br />

-> Partecipare alla presentazione di sé<br />

-> Completare, sostenere, modificare, sostituire il discorso


Caratteri distintivi<br />

Comunicazione non verbale<br />

in gran parte inconsapevole, non<br />

intenzionale e non controllabile<br />

fornisce informazioni sul soggetto<br />

che la esprime<br />

è poco idonea ad esprimere concetti<br />

è ambigua<br />

ha grande efficacia nelle relazioni<br />

Comunicazione verbale<br />

per lo più consapevole e<br />

intenzionale<br />

fornisce informazioni sugli<br />

argomenti espressi<br />

è idonea a veicolare descrizioni,<br />

argomentazioni, narrazioni<br />

è meno rilevante nelle relazioni


Distanza interpersonale (Hall)<br />

Distanza intima (45 cm)<br />

facilità di contatto, percezione dell’odore, tono basso della voce<br />

Distanza personale (45-120 cm)<br />

possibilità di contatto, non si percepisce l’odore, tono medio della voce<br />

Distanza sociale (120-360 cm)<br />

assenza di contatto, tono della voce sostenuto<br />

Distanza pubblica (>3.5 m)<br />

apparizioni in pubblico


Verso gli altri<br />

Segnali non verbali Positivi Negativi<br />

Espressione<br />

Postura<br />

Gesti<br />

Tono di voce<br />

Viso rilassato e<br />

sguardo attento<br />

Aperta e protesa in<br />

avanti, simile all’altro<br />

Armonici, dolci,<br />

coerenti con le parole<br />

Calmo, adattato<br />

all’interlocutore e alla<br />

situazione<br />

Ciglia aggrottate,<br />

sguardo rivolto<br />

altrove<br />

Chiusa, protesa<br />

all’indietro, distaccata<br />

Bruschi e veloci,<br />

dall’alto in basso<br />

Nervoso, stizzito, in<br />

disarmonia con<br />

l’altro.


Anche la <strong>comunicazione</strong> non verbale si apprende:<br />

differenze culturali<br />

Alcuni esempi:<br />

Espressioni del viso: i giapponesi le controllano, ad esempio usano<br />

la risata per nascondere rabbia o dolore<br />

I popoli mediterranei manifestano più liberamente le emozioni.<br />

Distanza: i popoli nordici parlano a distanza maggiore rispetto agli altri.<br />

Sguardo: due arabi che conversano si guardano di più rispetto a due<br />

inglesi o due americani.<br />

Contatto: gli arabi ( e in parte gli italiani e altri popoli mediterranei) si<br />

toccano mentre discutono.


Le componenti psicologiche<br />

della <strong>comunicazione</strong><br />

Analisi del processo comunicativo<br />

-chi<br />

- comunica<br />

- che cosa<br />

-a chi<br />

- in quale contesto


“Chi”<br />

<strong>La</strong> questione dell’identità<br />

<strong>La</strong> richiesta di riconoscimento dell’identità<br />

L’implicito


“comunica”<br />

tipi di <strong>comunicazione</strong><br />

informare (nozione ambigua)<br />

convincere<br />

comandare<br />

esprimere un’attesa o un desiderio sull’altro<br />

esprimere se stessi<br />

…<br />

ascoltare


Le componenti dell’ascolto<br />

L’ascolto è composto da quattro fasi:<br />

-> L’udito (sentire, aspetto fisiologico – rumori di sottofondo)<br />

-> L’attenzione (mettere a fuoco o no ciò che si è sentito – piano psicologico)<br />

-> <strong>La</strong> comprensione (implica l’interpretazione del messaggio)<br />

-> Il ricordo (abilità di richiamare le informazioni)


L’ascolto<br />

Ascoltare non è solo sentire non è automatico<br />

E’ un processo intellettuale ed emotivo (integrazione di stimoli fisici, emotivi ed<br />

intellettuali per la ricerca di un significato<br />

L’ascolto non è solo sufficiente ma, necessario alla <strong>comunicazione</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> per realizzarsi ha bisogno di tutti gli elementi che<br />

costituiscono il rapporto comunicativo


I livelli di ascolto<br />

-> Ignorare<br />

-> Fingere di ascoltare<br />

-> Ascoltare a tratti<br />

-> Sentire le parole<br />

-> Porre attenzione<br />

-> Ascoltare empaticamente


“a chi” si comunica<br />

L’utente e i suoi bisogni:<br />

contenimento dell’ansietà<br />

I colleghi di lavoro<br />

<strong>La</strong> struttura organizzativa


“in quale contesto”<br />

Già s’è detto del contesto sanitario<br />

Il setting<br />

Definizione dei confini del campo di osservazione<br />

e di intervento


I disturbi della <strong>comunicazione</strong><br />

-> Atteggiamento<br />

-> Canale/codice<br />

-> Ascolto<br />

-> Contesto/cultura<br />

-> Contenuto/relazione<br />

-> Verbale/non verbale<br />

-> Stereotipi


Alcuni esempi di come agiscono questi disturbi:<br />

-> Una linea telefonica disturbata (canale)<br />

-> Un utilizzo di un linguaggio diverso (codice)<br />

-> Un messaggio costruito in modo troppo complesso per il ricevente<br />

(contenuto)<br />

-> un cattivo ascolto sia da parte del ricevente che dell’emittente (ascolto)<br />

-> un non superamento di stereotipi mentali e culturali (stereotipi)<br />

-> Uno scarso interesse a comunicare (relazione, atteggiamento)<br />

> Una diversità di valori culturali (contesto/cultura)


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> interpersonale a distanza<br />

Evoluzione tecnologica<br />

I media trasformano la tradizionale relazione tra - ambiente fisico<br />

- situazione sociale<br />

I nuovi media possono favorire lo sviluppo del<br />

senso di condivisione e di appartenenza<br />

o<br />

senso di esclusione e di isolamento<br />

Un genere di esperienza che cambia la precedente:<br />

Non siamo più condizionati dalla presenza nello stesso luogo,<br />

né nella <strong>comunicazione</strong> interpersonale<br />

né nell’accesso all’informazione


Comunicazione a distanza classificazione<br />

Comunicazione scritta (lettere, telegrafo, fax, mail, chat, mud)<br />

Comunicazione verbale (telefono, cellulare)<br />

Con voce e immagine (web camera, teleconferenza, mms)


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

telefonica vs faccia a faccia<br />

telefonica<br />

Canali: uditivo<br />

attenzione concentrata solo sulla voce<br />

Focalizzazione -> sul contenuto del messaggio<br />

vocale<br />

Due tipi:<br />

- funzionale (fredda) raggiungimento di obiettivi<br />

misurabile (efficacia e efficienza)<br />

- relazionale (calda) -> rimanda all’oralità e alla<br />

<strong>comunicazione</strong> faccia a faccia<br />

faccia a faccia<br />

Canali: uditivo, visivo, tattile, olfattivo<br />

Partecipazione dell’interlocutore<br />

condizionata dalla:<br />

-> reciproca compresenza<br />

-> contesto<br />

-> situazione comunicativa<br />

Segnali di informazione retroattiva -> “comportamenti di ascolto”<br />

Segnali di imitazione e Gestualità<br />

locuzioni paralinguistiche (segregati vocali: ah, ehm, oh) – funzione di contatto<br />

Non un semplice scambio di convenevoli ma anche -> fare richieste, ordini, trasmettere<br />

o celare informazioni, simulare, minacciare, promettere


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

in presenza e a distanza<br />

in presenza<br />

destinatario in genere contattato personalmente<br />

<strong>La</strong> differenza tra le due forme di <strong>comunicazione</strong><br />

è caratterizzata dalla variabile tempo<br />

a distanza<br />

l’interazione si modifica diventa<br />

un’interfaccia interattiva<br />

Tra le persone c’è sempre un supporto<br />

“tecnico” -> schermo, video, foglio di<br />

carta<br />

Questi supporti sono i mediatori della<br />

<strong>comunicazione</strong> (prodotto della<br />

tecnologia)<br />

Lo stesso apparato tecnico condiviso<br />

i due interlocutori devono possedere oltre alla volontà reciproca di un incontro con<br />

persona conosciuta o sconosciuta, l’apparato biologico (canali sensoriali)


Comunicazione nel Gruppo di lavoro<br />

“<strong>La</strong> parola è un grande dominatore che<br />

con il corpo piccolissimo ed invisibile sa<br />

compiere imprese divine”<br />

(Gorgia da Lentini 2500 anni fa)<br />

Le parole sono la conoscenza del mondo, le<br />

credenze, i valori, i sistemi politici e giuridici,<br />

producono senso perché costruiti<br />

discorsivamente


DEFINIZIONE ESISTENZA DI UN GRUPPO<br />

UN GRUPPO ESISTE QUANDO UNO O PIU INDIVIDUI<br />

DEFINISCONO SE STESSI COME MEMBRI E QUANDO LA<br />

LORO ESISTENZA E’ RICONOSCIUTA DA ALMENO UN’ALTRA<br />

PERSONA


COMUNICAZIONE NEI GRUPPI<br />

l’esistenza di un gruppo si basa su 2<br />

concetti:<br />

INTERDIPENDENZA DI UN DESTINO<br />

Un gruppo esiste quando gli individui che lo<br />

compongono si rendono conto che il loro<br />

destino dipende dal destino del gruppo nel<br />

suo insieme (Lewin e Campbell).<br />

INTERDIPENDENZA DEL COMPITO<br />

Si ha quando i risultati di ciascun individuo<br />

hanno implicazioni positive o negative sui<br />

risultati dei suoi componenti.


3 ragioni per l’esistenza del<br />

gruppo:<br />

Uniformità di azioni e non il numero;<br />

Dimensione continua tra processo<br />

interpersonale-gruppi (appassionato di calcio e<br />

l’appartenenza ad associazione calcistica);<br />

Processo interno al gruppo basato su<br />

somiglianze e differenze.


INQUADRAMENTO TEORICO<br />

SULLA COMUNICAZIONE<br />

Il soggetto umano è comunicante, emotivo e<br />

sociale e la <strong>comunicazione</strong> è:<br />

Un’attività sociale costitutiva del soggetto che<br />

sceglie il modo di comunicare.<br />

I GRUPPI sono la condizione necessaria per<br />

l’elaborazione e la conservazione dei sistemi di<br />

<strong>comunicazione</strong> ed a sua volta influenzano la vita<br />

del gruppo.


INQUADRAMENTO TEORICO SULLA<br />

COMUNICAZIONE<br />

• <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> è un’attività cognitiva<br />

interdipendente dal pensiero e si manifesta in<br />

modo ostentivo e pubblico.<br />

• I soggetti devono essere capaci di esplicitare<br />

il pensiero con l’intenzione comunicativa.<br />

• <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> è influenza reciproca ed è<br />

collegata alla dis<strong>comunicazione</strong> (ironia,<br />

menzogna e <strong>comunicazione</strong> seduttiva).


RETI DI COMUNICAZIONE<br />

LE RETI DI COMUNICAZIONE<br />

Rete a croce Rete a Y Rete a catena Rete a cerchio<br />

Gli studi sulle reti di <strong>comunicazione</strong> hanno<br />

evidenziato la capacità della struttura della rete di<br />

influenzare l’efficienza, il grado di soddisfazione e<br />

insoddisfazione di gruppo. <strong>La</strong> posizione di un<br />

individuo all’interno di una rete di <strong>comunicazione</strong><br />

influisce sulle possibilità di scambio comunicativo , di<br />

partecipazione e sul suo livello di soddisfazione.


RETI DI COMUNICAZIONE<br />

Gli individui alla periferia ricevono meno<br />

informazioni e tale situazione provoca un<br />

basso grado di partecipazione ed un alto<br />

livello di insoddisfazione .<br />

Si devono considerare due variabili: l’indice<br />

di distanza, cioè il numero minimo di legami<br />

che un membro del gruppo deve attraversare<br />

per poter comunicare con un altro membro.<br />

l’indice di centralità, cioè quanto il flusso di<br />

<strong>comunicazione</strong> è centralizzato su una<br />

persona oppure distribuito fra i membri.


RETI DI COMUNICAZIONE<br />

Leavitt ha dimostrato l’esistenza di un rapporto<br />

fra l’indice di centralità di una rete e alcuni<br />

aspetti della vita del gruppo: l’efficienza, la<br />

produttività, il clima sociale e il grado di<br />

soddisfazione.<br />

Più la rete è centralizzata, maggiormente si<br />

riducono le comunicazioni e più rapido è lo<br />

svolgimento del lavoro quando il compito è<br />

semplice, con la centralità, però, diminuisce la<br />

soddisfazione dei membri che risulta elevata<br />

nelle reti poco centralizzate.


RETI DI COMUNICAZIONE<br />

quando la prestazione è complessa e le<br />

informazioni più numerose le reti poco<br />

centralizzate sono più adatte in quanto hanno la<br />

possibilità di suddividere il carico di lavoro in<br />

maniera uniforme e di elaborare più<br />

rapidamente tutte le informazioni necessarie per<br />

giungere alla soluzione. <strong>La</strong> natura del compito,<br />

quindi, è una variabile fondamentale.


PRINCIPI DI COOPERAZIONE<br />

COMUNICATIVA<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> è valida soltanto se vi è<br />

trasparenza intenzionale con intenzionalità<br />

informativa e comunicativa:<br />

Intenzionalità informativa: è trasmissione<br />

involontaria (lapsus è un segnale informativo e<br />

non comunicativo);<br />

Intenzionalità comunicativa: è trasmissione<br />

consapevole con sistema condiviso.


PRINCIPIO DI COOPERAZIONE<br />

COMUNICATIVA<br />

PRINCIPIO DI COOPERAZIONE DI GRACE<br />

Su 4 massime convenzionali<br />

QUANTITA’, QUALITA’, RELAZIONE, MODO<br />

QUANTITA’: dare il contributo per soddisfare la<br />

richiesta e non informazioni in eccesso;<br />

QUALITA’: dire cose vere e non dire cose di cui non<br />

si e sicuri ;<br />

RELAZIONE: essere pertinenti;<br />

MODO: preciso, evitare ambiguità, ordinato<br />

nell’esposizione.


COMUNICAZIONE PERSUASIVA<br />

COMUNICAZIONE PERSUASIVA: sostiene<br />

influenza sociale modificando lo stato<br />

mentale (credenze e valori) alla base della<br />

formazione dei rapporti nel gruppo,<br />

impedisce devianza. L’efficacia della<br />

<strong>comunicazione</strong> persuasiva è ottenere<br />

successo in condizioni di libertà; si tratta<br />

di una <strong>comunicazione</strong> finalizzata a<br />

cambiare atteggiamenti.


FATTORI PRINCIPALI COMUNICAZIONE<br />

PERSUASIVA<br />

FONTE, MESSAGGIO E DESTINATARIO<br />

FONTE: si basa su credibilità, livello<br />

attrazione, e grado di somiglianza.<br />

MESSAGGIO: argomenti laterali v/ posizione<br />

sostenuta o BILATERALI (anche quelli<br />

contro) la 2° è la più efficace sul piano<br />

persuasivo.<br />

DESTINATARIO il principale problema è la<br />

discrepanza tra posizione fonte è<br />

destinatario.


ESECUZIONE DEL COMPITO E MANTENIMENTO<br />

DELLE RELAZIONI ALL’INTERNO DEI GRUPPI<br />

ORIENTAMENTO il gruppo deve orientarsi<br />

verso il problema e prendere conoscenza delle<br />

informazioni ( incremento <strong>comunicazione</strong> e dello<br />

scambio d’opinioni).<br />

VALUTAZIONE con scambio idee per<br />

permettere al gruppo di prendere una decisione.<br />

CONTROLLO reciproco affinché la decisione<br />

sia formulata ed applicata con successo.


ASPETTI FONDAMENTALI DELLA<br />

STRUTTURA DEL GRUPPO SONO IL<br />

RUOLO E LO STATUS<br />

<strong>La</strong> loro differenza si evidenzia nel<br />

valore che gli viene attribuito


RUOLO<br />

IL RUOLO: ad individui o posizioni particolari<br />

all’interno del gruppo sono associate aspettative<br />

diverse, a volte sono ruoli formali: insegnante,<br />

studente, a volte informali, i ruoli implicano<br />

divisioni del lavoro e questo agevola il<br />

conseguimento dello scopo del gruppo.


STATUS<br />

Lo STATUS: è la valutazione che viene fatta sui<br />

confronti sociali, il potere ed il prestigio diverse<br />

danno origine a gerarchie di stato. Il ruolo dello<br />

status è identificato nel bisogno di prevedibilità e<br />

ordine, ordinare il gruppo significa dargli stabilità<br />

e concentrazione.


LO STATUS… IL LEADER<br />

Uno degli aspetti più studiati delle dinamica di<br />

gruppo è la leadership, vale a dire l’esercizio<br />

del comando e la funzione di guida che una<br />

persona assume nel gruppo rispetto agli altri<br />

componenti .<br />

il suo ruolo si manifesta con azioni che hanno<br />

2 scopi principali :<br />

- mantenere e rinsaldare l’unità del gruppo;<br />

- guidare il gruppo verso il conseguimento delle<br />

mete.


LEADER<br />

Vi sono 3 tipi di leadership a seconda del tipo<br />

di rapporto che viene impostato:<br />

AUTOCRATICO, DEMOCRATICO, PERMISSIVO<br />

AUTOCRATICO leader organizza le attività di gruppo<br />

concentrandosi sul compito.<br />

DEMOCRATICO discute tutte le decisioni e attività<br />

(stile migliore per autonomia ed efficienza).<br />

PERMISSIVO libertà del gruppo nella <strong>comunicazione</strong><br />

ed intervento, la produttività aumenta in assenza del<br />

leader.


REGOLARITA’ DEI SIGNIFICATI<br />

ALL’INTERNO DEL GRUPPO<br />

Il significato condiviso è creato su processi di<br />

significazione, convenzioni, negoziazioni di<br />

pratiche e valori complessivamente chiamati :<br />

FORMAT COMUNICATIVI<br />

sono scambi per raggiungere uno scopo con<br />

processi di riproduzione e produzione di<br />

nuovi , la regolarità dei contesti e signficati<br />

rafforza i format.


INTENZIONE DEL PARLANTE E<br />

TRASPARENZA INTENZIONALE<br />

Atto comunicativo: dipende da intenzione<br />

parlante e ricevente, si deve riconoscere<br />

l’intenzione partenza e identificazione significato<br />

letterale e la volontà del destinatario.<br />

SIGNIFICATO : ciò che si intende dire con<br />

condivisione consapevole ed intenzione.


INTENZIONE DEL PARLANTE E<br />

TRASPARENZA INTENZIONALE<br />

• INFERENZA AUTORIZZATA: il destinatario<br />

riconosce intenzione parlante con inferenza<br />

autorizzata e si genera la trasparenza<br />

intenzionale .<br />

• Fenomeni che interagiscono : opacità,<br />

ambiguità, indeterminatezza significato,<br />

gradualità intenzionale e focalizzazione<br />

tematica.


AVVICENDIMENTO E TURNI<br />

E’naturale, basato su gestione locale che dà<br />

fluidità, ognuno è responsabile della<br />

costruzione del turno con coordinazione di<br />

entrambi, il GAP (pausa tra turni è gestito da<br />

regole culturali).<br />

Conservazione del turno: aumento intensità<br />

voce, aumento articolazione ostacolando<br />

interruzione.<br />

Cessione del turno: pause vuote,<br />

rallentamento ritmo, domanda,<br />

abbassamento voce.


AVVICENDIMENTO E TURNI<br />

Richiesta turno: segnali vocali e alzare volume;<br />

Rifiuto turno: cenni di assenso per<br />

prosecuzione;<br />

Conservazione continua e discontinua:<br />

dipende da frequenza turni e durata periodi di<br />

silenzio, silenzi prolungati sono scorrettezza<br />

comunicativa, rifiuto e negazione;<br />

Vi è negoziazione comunicativa per sintonizzare<br />

interessi, stili, atteggiamenti .


FATTORI INFLUENTI SULLA<br />

COMUNICAZIONE:<br />

Pregiudizio e Stereotipo<br />

PREGIUDIZIO:<br />

Mantenimento espressione di atteggiamenti<br />

dispregiativi di emersioni negative o di condotte<br />

discriminanti nei confronto dei membri di gruppo<br />

esterno motivati dall’appartenenza di queste<br />

persone a quel gruppo esterno e rimane<br />

irreversibile anche di fronte a nuovi dati<br />

conoscitivi .


STEREOTIPI<br />

Si tratta di “formule” che ci permettono di<br />

categorizzare, semplificare la realtà e<br />

orientarci in essa, rapidamente e senza dover<br />

riflettere. Ci serviamo di immagini<br />

generalizzate che riducono la complessità<br />

dell’ambiente, ma annullano al contempo la<br />

differenza individuale all’interno dei singoli<br />

gruppi. Gli stereotipi di genere sono tra i più<br />

frequenti.


STEREOTIPI<br />

3 sono le caratteristiche dello stereotipo che<br />

incidono sul modo di relazionarsi:<br />

CREDENZE LEGITTIMANTI,<br />

ASPETTATIVE ,<br />

PROFEZIE CHE SI AUTOAVVERANO .


DISCOMUNICAZIONE E<br />

COMUNICAZIONE<br />

Le persone hanno capacità di comunicare<br />

anche senza volontà “psicologia del senso<br />

comune” su trasparenza, semantica e<br />

intenzionale….<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> è sempre una attività a<br />

rischio.<br />

Vi è dis<strong>comunicazione</strong> quanto aspetti impliciti<br />

e indiretti prevalgono su quelli espliciti e<br />

diretti con emersione scarto tra detto e non<br />

detto.


DISCOMUNICAZIONE E<br />

COMUNICAZIONE<br />

Nella dis<strong>comunicazione</strong> non c’è trasparenza né<br />

semantica intenzionale ma vi è<br />

Opacità intenzionale: che conduce ad un<br />

messaggio plurivoco che lascia al destinatario la<br />

responsabilità di scegliere un percorso di senso<br />

tra quelli possibili.<br />

<strong>La</strong> dis<strong>comunicazione</strong> comprende la<br />

<strong>comunicazione</strong> ironica, menzognera, e<br />

seduttiva.


DISCOMUNICAZIONE E<br />

COMUNICAZIONE<br />

COMUNICAZIONE IRONICA:<br />

dire una cosa per intendere il contrario viene<br />

utilizzata anche come confine di riservatezza<br />

per proprio spazio personale .<br />

Ironia sarcastica, disprezzo.<br />

ironia socratica, comunicare elegante per<br />

mettere in discussione concetti.<br />

Ironia scherzosa: sdrammatizzare una<br />

situazione .


DISCOMUNICAZIONE E<br />

COMUNICAZIONE<br />

COMUNICAZIONE MENZOGNERA<br />

<strong>La</strong> menzogna è quindi un atto comunicativo<br />

consapevole e deliberato di ingannare un<br />

altro che non è consapevole e non desidera<br />

essere ingannato.<br />

Vi sono fondamentalmente quattro<br />

sottogruppi di inganni, suddivisi in due<br />

categorie:<br />

INGANNO PER OMISSIONE<br />

INGANNO PER COMMISSIONE


DISCOMUNICAZIONE E<br />

COMUNICAZIONE<br />

INGANNO PER OMISSIONE<br />

• OMISSIONE: il parlante omette di fornire al<br />

partner alcune informazione essenziali.<br />

• OCCULTAMENTO: il parlante nasconde<br />

alcune informazioni rilevanti, fornendo al<br />

partner informazioni divergenti o secondarie –<br />

anche se vere – per fargli assumere false<br />

credenze.


DISCOMUNICAZIONE E COMUNICAZIONE<br />

INGANNO PER COMMISSIONE<br />

FALSIFICAZIONE: il parlante deliberatamente<br />

invia informazioni che sa essere false.<br />

MASCHERAMENTO: il parlante cela<br />

informazioni importanti e pertinenti, fornendo al<br />

partner altre informazioni false .


DISCOMUNICAZIONE E<br />

COMUNICAZIONE<br />

COMUNICAZIONE SEDUTTIVA<br />

Lo studio dei processi di avvicinamento e<br />

allontanamento rappresenta un ambito<br />

fondamentale della psicologia della<br />

<strong>comunicazione</strong>, è un processo di<br />

avvicinamento tra le persone e può essere<br />

definita come una sequenza strategica e<br />

intenzionale di mosse il cui traguardo è quello<br />

di attrarre (anche sul piano sessuale) un'altra<br />

persona (di solito, di sesso opposto).


DISCOMUNICAZIONE E COMUNICAZIONE<br />

IL MOBBING<br />

Il mobbing lavorativo consiste in una<br />

<strong>comunicazione</strong> ostile e non etica diretta in<br />

maniera sistematica da parte di uno o più<br />

individui generalmente contro un singolo che, a<br />

causa del mobbing, è spinto in una posizione in<br />

cui è privo di appoggio e di difesa e lì costretto<br />

per mezzo di continue attività mobbizzanti<br />

(Leymann 1993).


MOBBING<br />

Due condizioni devono essere assolte<br />

affinché si possa affermare di trovarsi in<br />

presenza di mobbing: LA DURATA E LA<br />

RIPETITIVITA’.<br />

. Il Mobbing viene utilizzato per allontanare<br />

soggetti indesiderati per varie ragioni:<br />

- non si adattano alle regole imposte dal<br />

“gruppo”, per sentimenti di carrierismo, per<br />

competitività, noia, invidia.


MOBBING<br />

Il soggetto mobbizzato vive una prima fase<br />

caratterizzata da ansia reattiva nel tentativo di<br />

impostare una strategia difensiva.<br />

Qualora non risultasse fruttuosa l’ansia reattiva<br />

lascia il posto ad una sensazione di<br />

inadeguatezza ed alla tendenza<br />

all’autoisolamento fino ad arrivare alla<br />

depressione.


MOBBING<br />

L’OMS ha indicato la prevalenza di molestie morali<br />

sui luoghi di lavoro nel 2000 in Europa pari al<br />

10% cioè una persona su 10 sarebbe vittima di<br />

azioni potenzialmente mobbizzanti.


MOBBING<br />

LE POSSIBILI SOLUZIONI<br />

<strong>La</strong> prevenzione: prevenire il mobbing è il<br />

modo più efficace di evitarlo.<br />

<strong>La</strong> sensibilizzazione: dell’opinione pubblica.<br />

<strong>La</strong> formazione: consiste nel rendere le<br />

persone consapevoli del fenomeno, ha<br />

l’obiettivo di curare, assistere, intervenire sul<br />

fenomeno in modo che questo causi minor<br />

numero di danni possibili.


LA COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> organizzativa è l’insieme dei<br />

processi di creazione e diffusione di informazione e<br />

di messaggi entro e tra le diverse reti di relazioni<br />

interne ed esterne all’organizzazione.<br />

Coinvolge i membri interni, i collaboratori esterni e<br />

tutti i soggetti interessati e coinvolti nella vita<br />

dell’organizzazione.<br />

Emanuele Invernizzi<br />

Invernizzi propone l’adozione del concetto di <strong>comunicazione</strong> organizzativa per<br />

superare la distinzione tra <strong>comunicazione</strong> interna, esterna e gestionale


<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> organizzativa<br />

<strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> è un fatto costitutivo dell’organizzazione<br />

<strong>La</strong> Comunicazione lega e collega il contesto<br />

interno ed esterno di un’organizzazione<br />

E’ un processo che dipende da tutti<br />

Non si può non comunicare in<br />

un’organizzazione<br />

Si comunica ciò che si è, , non solo ciò che si<br />

intende trasmettere come messaggio


I QUATTRO LIVELLI DELLA<br />

COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA<br />

Comunicazione funzionale<br />

Comunicazione informativa<br />

Comunicazione formativa<br />

Comunicazione creativa


Comunicazione funzionale: tutte le istruzioni e le<br />

informazioni operative che rendono possibile e/o facilitano il<br />

processo produttivo interno (circolari, manuali, ecc)<br />

Comunicazione informativa istituzionale: tutte le notizie<br />

che rendono possibile fare conoscere l’ente, i suoi servizi e le<br />

strategie sia al pubblico interno che a quello esterno (es.<br />

newsletter, pubblicazioni periodiche, ecc)<br />

Comunicazione formativa: tutti gli interventi<br />

addestrativi/formativi che consentono di diffondere oltre alle<br />

necessarie conoscenze lavorative, anche la condivisione dei<br />

lavori (seminari, giornate di studio)<br />

Comunicazione creativa: tutti i momenti di incontro per<br />

stimolare nuovi modi di vedere la realtà, facilitando il problem<br />

solving (es. gruppi di lavoro)


Perché le istituzioni comunicano<br />

Per acquisire credibilità e dare fiducia<br />

Per dare visibilità alle loro attività di fronte ai cittadini<br />

Per rispondere alle aspettative di trasparenza di cittadini sempre più<br />

consapevoli dei propri diritti<br />

Per diventare competitive con altre istituzioni<br />

Per essere in linea con la normativa europea<br />

Per essere visibili e affermare il proprio punto di vista di fronte ai<br />

media<br />

Per le opportunità offerte dalle nuove tecnologie<br />

Per essere efficaci


E’ cambiato il modo di comunicare delle<br />

Pubbliche Amministrazioni<br />

Il processo di riforma della P.A.<br />

Le tappe della riforma


Evoluzione dei pubblici poteri<br />

Inizi ‘900 funzioni d’ordine, i pubblici poteri non dialogavano ma esercitavano il<br />

loro imperium<br />

la <strong>comunicazione</strong> era unidirezionale e si esprimeva in ordini, divieti e sanzioni<br />

lo Stato aveva l’obbligo di garantire l’informazione e legale delle norme e il buon<br />

andamento del vivere civile<br />

Inizi XX sec. lo Stato interviene direttamente nella gestione dei servizi<br />

gli enti locali sviluppano grandi iniziative nel settore dei servizi urbani a favore<br />

della collettività (municipalizzazione);<br />

Con l’espansione dei servizi pubblici la <strong>comunicazione</strong> diventa latente…e solo<br />

con le riforme degli anni Novanta…1990-2000…


Evoluzione dei pubblici poteri<br />

Da modello unidirezionale (obbligatorio) a<br />

modello bidirezionale (partecipativo)<br />

Dal segreto alla trasparenza<br />

Da amministrazione imparziale a amministrazione<br />

orientata ai risultati


<strong>La</strong> normativa di riferimento<br />

Legge 142/1990 art. 7<br />

demanda a norme regolamentari l’emanazione di<br />

disposizioni volte ad assicurare il diritto dei cittadini ad<br />

accedere alle informazioni in possesso<br />

dell’amministrazione locale<br />

L. 241/90 e sue modificazioni e integrazioni<br />

riforma di tipo procedimentale con cui si è data<br />

all’attività amministrativa maggiore trasparenza


<strong>La</strong> normativa di riferimento<br />

Art. 12 L. 29/93<br />

individua negli URP il principale strumento organizzativo per favore la<br />

<strong>comunicazione</strong> tra amministrazione e cittadini<br />

Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri sull’erogazione<br />

dei servizi pubblici del 27 gennaio 1994<br />

impone ai soggetti erogatori istituzione degli URP e le “Carte dei<br />

servizi” obbligatorie nei confronti degli utenti, mettendo i cittadini in<br />

condizione di conoscere gli standard di qualità delle prestazioni e di<br />

far valere i propri diritti in caso di di servizi scadenti


<strong>La</strong> normativa di riferimento<br />

Legge quadro 150/2000<br />

Legge sulla <strong>comunicazione</strong> pubblica in cui i pubblici poteri<br />

sono chiamati a:<br />

Garantire la trasparenza nei processi decisionali,<br />

rendendo effettivo il diritto di accesso dei cittadini agli atti;<br />

Informare con completezza e correttezza i cittadini sulle<br />

decisioni adottate;<br />

Individuare Standard di qualità dei servizi erogati e<br />

garantirne la più ampia <strong>comunicazione</strong>.


Direttiva Frattini (2002)<br />

Conferma l’importanza della <strong>comunicazione</strong><br />

interna, intesa come strumento volto a<br />

ottimizzare l’efficienza e l’efficacia dei prodottiservizi.<br />

In particolare, secondo la Direttiva Frattini, le P.A.<br />

devono realizzare un efficace sistema di<br />

<strong>comunicazione</strong> interna basato sull’utilizzo di tecnologie<br />

informatiche e banche dati.


Direttiva<br />

“Misure finalizzate a migliorare<br />

il benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni”<br />

(03/2004)<br />

invita le P.A a prestare attenzione alla<br />

“<strong>comunicazione</strong> intraorganizzativa circolare”


GLI STILI COMUNICATIVI


Gli stili comunicativi


I differenti stili comunicativi<br />

Le differenze fondamentali si riferiscono alla<br />

valutazione di sé e dell’altro e al riconoscimento dei<br />

diritti propri e altrui.<br />

Emergono, soprattutto, in condizioni “difficili”<br />

(situazioni di particolare stress o di conflitto)<br />

Fonte: Una giornata di lavoro FRAC ed. Olivares


AGGRESSIVITA’<br />

Dominio sugli altri e svalutazione<br />

“Questo documento è<br />

orrendo e incomprensibile!<br />

E’ possibile che non ti<br />

impegni mai”


STILE AGGRESSIVO<br />

Si basa sulla tendenza a dominare e svalutare gli<br />

altri. E’ caratterizzato dal tentativo di affermare i<br />

propri diritti a scapito di quelli degli altri.<br />

Alcune caratteristiche:<br />

Competizione, arroganza, mettersi continuamente in mostra, invadenza,<br />

accentrare, ordinare invece di discutere o prendere accordi, esprimersi in<br />

modo volgare o violento, intransigenza, atteggiamento ipercritico, attaccare<br />

briga con facilità, agire di impulso, non ascoltare, isolarsi e crearsi nemici,<br />

concentrarsi sui propri lati positivi e su quelli negativi degli altri


STILE AGGRESSIVO MANIPOLATORIO<br />

E’ una particolare forma di aggressività<br />

DOMINARE, FACENDO CREDERE CHE SIA<br />

L’ALTRO A DECIDERE<br />

Far passare come bisogno dell’altro il proprio<br />

bisogno


Ora come faccio a<br />

dire di no!<br />

PASSIVITA’<br />

Non ti rifiutare: solo<br />

tu in quest’ufficio sei<br />

capace di fare<br />

questo lavoro


STILE PASSIVO<br />

Si basa su una scarsa valutazione di sé e sull’incapacità di<br />

affermare i propri diritti nei confronti di quelli degli<br />

altri.<br />

Alcune caratteristiche dello stile passivo:<br />

Tende a non prendere posizione, cerca di evitare qualsiasi<br />

tipo di contrasto, non esprime i suoi sentimenti, non è<br />

capace di parlare in pubblico, scansa le responsabilità,<br />

rifugge i rischi, cerca approvazione, non si mete in mostra,<br />

si concentra sui propri lati negativi e su quelli positivi degli<br />

altri


ASSERTIVITA’<br />

Tendenza a comunicare in modo chiaro e diretto<br />

Affermando i propri diritti<br />

Manifestando i propri sentimenti, necessità,<br />

posizioni<br />

Rispettando i diritti altrui e posizioni altrui


STILE ASSERTIVO<br />

Si basa sulla consapevolezza del proprio valore<br />

senza per questo svalutare gli altri e sul tentativo<br />

di affermare i propri diritti rispettando al contempo<br />

quelli altrui.<br />

Alcune caratteristiche dello stile assertivo sul lavoro sono:<br />

<strong>La</strong> persona è aperta e cordiale, si esprime senza reticenza ma senza prepotenza,<br />

è tenace, è propositiva, è leale, cerca di valutare razionalmente persone e<br />

situazioni, si assume responsabilità, persegue i suoi obiettivi senza calpestare<br />

gli altri, ammette i propri errori, è convinta della possibilità di cambiare e di<br />

correggersi, ascolta gli altri, è attenta, è fiduciosa, riconosce i meriti degli altri,<br />

valorizza i lati positivi di se stessa ed degli altri


LO STILE ASSERTIVO…<br />

Richiede la capacità di:<br />

Riconoscere e gestire la propria condizione<br />

emotiva<br />

Provare empatia<br />

Favorire la negoziazione


MATRICE DEGLI STILI COMUNICATIVI


AUTOVALUTAZIONE SUGLI STILI DI<br />

COMUNICAZIONE<br />

Riflettere sul proprio comportamento comunicativo in<br />

relazione agli stili (aggressivo, passivo, assertivo)<br />

quale uso prevalentemente e in quali situazioni<br />

quando riesco ad usare l’assertività<br />

ESEMPI e VERIFICA in aula


LE TECNICHE DI COMUNICAZIONE<br />

ASSERTIVA<br />

Mentre gli stili di comportamento aggressivo e<br />

passivo si manifestano spontaneamente quello<br />

assertivo, di solito, va ricercato e poi, perseguito<br />

volontariamente.<br />

Questo significa che lo stile assertivo può essere<br />

appreso in modo da temperare, correggere e<br />

integrare le proprie eventuali tendenze spontanee<br />

verso la passività, l’aggressività o la<br />

manipolazione


L’assertività<br />

L’assertività non è una formula magica, ma uno stile<br />

di comportamento la cui acquisizione presuppone<br />

delle scelte e richiede impegno e autocontrollo.<br />

Non esiste la persona che si comporta sempre in<br />

modo assertivo ma questo tstile va considerato<br />

come un obiettivo a cui tendere


Ci possono essere circostanze nelle quali lo stile<br />

assertivo può non risultare il più efficace (in<br />

condizioni di emergenza o di urgenza, per<br />

esempio, chi è responsabile può non avere<br />

sempre il tempo necessario per discutere e<br />

negoziare e deve necessariamente impartire degli<br />

ordini)<br />

Esistono inoltre tecniche che favoriscono<br />

l’acquisizione di uno stile assertivo


LE TECNICHE DELL’ASSERTIVITA’<br />

Separare la descrizione dalla valutazione<br />

Come fare richieste<br />

Darsi/chieder tempo<br />

Dire di no<br />

Il disco rotto<br />

Reagire all’aggressività<br />

Affrontare le critiche<br />

<strong>La</strong> critica costruttiva (l’arte del rimprovero)<br />

Gli apprezzamenti (il feedback positivo)


DESCRIVERE PRIMA, VALUTARE POI<br />

In situazioni critiche è utile l’uso di questa tecnica<br />

assertiva, per facilitare l’ascolto da parte<br />

dell’interlocutore e ridurre potenziali conflitti:<br />

- Fornire e richiedere dati e informazioni chiare e<br />

concise prima di esprimere le proprie valutazioni<br />

soggettive


FARE RICHIESTE<br />

Riconoscere il proprio diritto a chiedere<br />

Riconoscere all’altro il diritto di rifiutare<br />

Non giustificarsi o scusarsi più del dovuto<br />

Spiegare prima le motivazioni della richiesta, in modo chiaro preciso e<br />

conciso<br />

Esprimere dopo, la richiesta in modo diretto e personale, in forma<br />

positiva, es. “per questi motivi, le chiedo di…”<br />

Chiedere con un linguaggio non verbale e paraverbale congruente<br />

Non “vendere” la richiesta manipolando l’altro<br />

Non “giocare” sull’amicizia o la generosità<br />

Non prendersela personalmente per l’eventuale rifiuto, rispettando il<br />

diritto altrui a dire di no


DARSI TEMPO/RICHIEDERLO<br />

Non è obbligatorio rispondere immediatamente a una<br />

richiesta<br />

Abbiamo il diritto di chiedere tempo per valutare la<br />

richiesta e decidere la risposta<br />

Occorre valutare se la richiesta è ragionevole o no<br />

Chiedere risposte troppo veloci può essere un indice di<br />

manipolazione<br />

Occorre chiarire quando potremo rispondere e i motivi per<br />

cui necessita questo tempo di riflessione


DIRE NO (RIFIUTARE RICHIESTE)<br />

E’ frequente per molti la difficoltà a dire NO di fronte<br />

a una richiesta<br />

Paura che gli altri si arrabbino/che non ci<br />

apprezzino più<br />

Senso di colpa<br />

Reazioni aggressive (es. NO troppo brusco)<br />

Invenzione di scuse per giustificare il NO<br />

Crescita del risentimento


DIRE NO (RIFIUTARE RICHIESTE)<br />

<strong>La</strong> chiave per rifiutare richieste in modo assertivo<br />

è credere che gli altri hanno il diritto di chiedere e<br />

noi il diritto di rifiutare<br />

Ciò aiuta l’interlocutore a ridurre la reazione<br />

emotiva al rifiuto e ad ascoltare le ragioni del NO


DIRE DI NO (RIFIUTARE RICHIESTE)<br />

Alcuni suggerimenti:<br />

Ascoltare in modo empatico la richiesta (mi rendo conto…)<br />

Riformulare la richiesta per verificarne la comprensione<br />

Descrivere prima, le motivazioni di rifiuto<br />

Esprimere dopo, il rifiuto in modo chiaro, con un linguaggio<br />

verbale e non verbale congruente<br />

Assumere la piena responsabilità del NO<br />

Concedere eventualmente alternative


IL DISCO ROTTO<br />

Scegliere una formula di rifiuto concisa e ripeterla<br />

più volte<br />

Opporre la stessa formula ad ogni nuova<br />

argomentazione (senza cambiare linea di<br />

ragionamento)<br />

Adottare una <strong>comunicazione</strong> non verbale<br />

congruente


FRONTEGGIARE L’AGGRESSIVITA’<br />

Alcune efficaci tecniche di difesa:<br />

Riconoscer lo stato emotivo dell’interlocutore<br />

Accettare l’idea che viene “aggredito” un nostro comportamento e non<br />

la nostra persona<br />

Comportarsi in modo collaborativo (evitare segnali non verbali di ostilità<br />

o sottomissione)<br />

Ascoltare l’interlocutore, lasciando esaurire la sua carica aggressiva<br />

Sviluppare il massimo di empatia e di capacità di ascolto<br />

Usare domande e fornire informazioni per riportare a livello razionale e<br />

non emotivo il confronto<br />

Se possibile, rinviare la discussione


LA CRITICA<br />

DISTRUTTUTIVA<br />

COSTRUTTIVA


ESPRIMERE APPREZZAMENTI<br />

IL FEEDBACK POSITIVO<br />

E’ uno dei più importanti fattori motivazionali in ambito<br />

organizzativo<br />

Esprimere la valutazione in modo tempestivo, specifico,<br />

circoscritto, chiaro, concreto, personale<br />

Rilevare un comportamento positivo da apprezzare<br />

Descrivere prima il comportamento osservato<br />

Esprimere dopo la propria valutazione positiva<br />

Rivedere periodicamente i compiti, obiettivi e aspettative<br />

dei collaboratori<br />

Tenere aggiornati i collaboratori sulla situazione<br />

organizzativa

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