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TOIRANO<br />

17 Giugno - 19 Giugno 2011<br />

TEMPO MASSIMO DI PRENOTAZIONE:<br />

22 APRILE 2011<br />

QUOTE A PARTIRE DA EURO 390,00<br />

IL GRUPPO STORICO-ARCHEOLOGICO PRESENTA<br />

LA VALLE DELLE MERAVIGLIE<br />

VIAGGIO NELLA PREISTORIA<br />

…Una proposta per un itinerario insolito di grande suggestione<br />

paesaggistica al fine di permetterci di conoscere meglio<br />

l’ambiente, la vita e la cultura, non solo materiale, dei nostri<br />

antenati più lontani.<br />

MUSEO DELLA PREISTORIA DI TENDA – VALLONE<br />

DELLE MERAVIGLIE – GROTTE E MUSEO DEI BALZI<br />

ROSSI – GROTTE DI TOIRANO.<br />

Una proposta per un itinerario insolito di grande suggestione<br />

paesaggistica al fine di permetterci di conoscere meglio l’ambiente,<br />

la vita e la cultura, non solo materiale, dei nostri antenati<br />

più lontani. Le Alpi Marittime, Cozie e Graie sono state lo scenario<br />

nel quale, in epoche preistoriche, numerosi insediamenti<br />

umani ebbero una continuità temporale di grande successo. In<br />

seguito presero possesso di queste aree dapprima i Liguri e poi,<br />

mescolandosi a questi, i Celti Taurisci (o Taurini).<br />

Nel Vallone delle Meraviglie (Monte Bego), sopra Tenda, le<br />

rocce custodiscono una enorme quantità di graffiti testimonianza<br />

di una religiosità antichissima: si tratta del più grandioso<br />

monumento della nostra preistoria; censiti dall’Università di<br />

Marsiglia essi si aggirano intorno ai centomila. Nel Museo<br />

della Preistoria di Tenda sono conservati numerosi reperti, riferibili<br />

ad età diverse della preistoria, ritrovati in diverse località<br />

della Francia intera. Sono inoltre riprodotte in dimensioni reali<br />

alcune delle più celebri incisioni del Monte Bego.Autentica è<br />

invece la “stele di Rosetta della preistoria”, una pietra riportante<br />

incisioni rupestri di grande valore poiché utili a comprendere i<br />

significati dei simboli raffigurati nella zona: la lastra di roccia<br />

(originale) è stata qui trasportata dalla valle delle Meraviglie<br />

per preservarla dai numerosi atti vandalici di cui fu vittima nel<br />

passato. All'interno del museo sono anche ricostruite in dimensioni<br />

reali momenti di vita preistorica. All’estremità della riviera<br />

ligure di ponente, a pochi passi dal confine francese (valico<br />

Ponte San Ludovico), si aprono sul versante a strapiombo sul<br />

mare del Monte Bellinda gli ingressi del complesso delle caverne<br />

dei Balzi Rossi. Il complesso é composto da numerose<br />

grotte e ripari. A più riprese é stato luogo di abitazione e frequentazione<br />

da parte dei nostri antenati e oggi rappresenta<br />

uno dei maggiori siti in Europa con testimonianze preistoriche.<br />

Qui l’uomo fu presente dal Paleolitico Inferiore, a partire dal<br />

periodo interglaciale definito “Mindel-Riss” (da circa 350.000<br />

a 300.000 anni da oggi), a tutto il Paleolitico Superiore (da<br />

35.000 a 10.000 anni da oggi). A questo ultimo periodo appartengono<br />

la maggior parte di quei rinvenimenti che hanno<br />

reso famose queste caverne. Si tratta del ritrovamento di numerose<br />

sepolture, di sculture in pietra, di pitture parietali, oltre a<br />

numerosi oggetti che accompagnavano la vita quotidiana,<br />

come gli strumenti in pietra scheggiata (industria litica). Dei materiali<br />

ritrovati in queste aree sono oggi conservati nello stesso<br />

museo dei Balzi Rossi , costruito nel 1898 in seguito alle prime<br />

grandi scoperte. Nel 1994 fu ampliato e rinnovato nell’allestimento.<br />

Un percorso conduce dalle sale del museo direttamente<br />

alla zona archeologica. Del complesso delle Grotte di Toirano,<br />

la grotta della Bàsura, nota sin dal secolo scorso per le esplorazioni<br />

dello studioso don Nicolò Morelli Canonico di Pietra Ligure,<br />

è sicuramente la più spettacolare. Nel 1950, alcune<br />

persone di Toirano appassionate di speleologia scoprirono una<br />

serie di sale interne che seguono un percorso di circa 450<br />

metri, meravigliose per la ricchezza e la varietà di concrezioni<br />

naturali. Nella grotta trovò rifugio per millenni l'orso delle caverne<br />

(Ursus spelaeus), che vi si recava per trascorrervi il letargo;<br />

la sua presenza è attestata da un gran numero di resti<br />

ossei, da impronte di zampe sul suolo e dalle tracce di unghiate<br />

sulle pareti. Di particolare interesse sono le testimonianze riferibili<br />

all'uomo preistorico, recentemente datate a circa 12.000-<br />

12.500 anni fa; si tratta di impronte di piedi, mani e ginocchia<br />

e, nella "sala dei misteri", di numerose palline d'argilla attaccate<br />

alla parete contro la quale furono scagliate, probabilmente<br />

con significato rituale. Queste tracce sono riferibili a uomini del<br />

Paleolitico superiore, cacciatori-raccoglitori che frequentavano<br />

la regione e utilizzavano questa grotta non come abitazione<br />

ma probabilmente per scopi rituali. Nel 1960 gli scopritori abbatterono<br />

l'ultimo diaframma calcareo e scoprirono la sala terminale<br />

della Grotta della Bàsura. Da qui il percorso prosegue<br />

scavato in una grandiosa colata di alabastro, all'interno di imponenti<br />

ambienti ricchi di concrezioni mammellonari ("antro di<br />

Cibele"). La grotta del Colombo si apre alcune decine di metri<br />

più in alto della grotta della Bàsura e di quelle di Santa Lucia.<br />

Dagli scavi provengono testimonianze di numerose fasi di occupazione<br />

umana a partire da circa 300.000 anni fa. Gli antichi<br />

abitanti di questa grotta (probabilmente Homo sapiens<br />

arcaico - heidelbergensis) realizzavano i loro strumenti con pietra<br />

raccolta nella zona, in particolare nell’alveo del Varatella.<br />

L’ingresso della grotta di Santa Lucia Superiore si trova pochi<br />

metri più in alto di Santa Lucia Inferiore. Nota sin dal Medioevo,<br />

ospita nella parte anteriore un Santuario risalente ai secoli<br />

XV e XVI. Dietro l’altare, la cavità si estende con un<br />

corridoio rettilineo lungo circa 240 metri, sulle cui pareti vi sono<br />

numerose iscrizioni lasciate dai pellegrini fin dai primi secoli di<br />

vita del Santuario. Scavi archeologici effettuati intorno al 1960<br />

nella zona retrostante l’altare, a circa 40 metri dall’ingresso,<br />

hanno restituito attrezzi in pietra attribuiti alla cultura musteriana<br />

e realizzati da uomini di Neandertal durante l’ultimo periodo<br />

glaciale, tra circa 80.000 e 40.000 anni fa. Recenti studi lasciano<br />

supporre che gli strati più profondi messi in luce possano<br />

WEEK END<br />

<strong>Viaggi</strong>are con il CRAL 33

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