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STUDIO DELL'AZIONE DEL CAMPO ELETTROMAGNETICO SUL ...

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<strong>STUDIO</strong> <strong>DEL</strong>L’AZIONE <strong>DEL</strong> <strong>CAMPO</strong> <strong>ELETTROMAGNETICO</strong> <strong>SUL</strong><br />

COMPLESSO MOLECOLARE <strong>DEL</strong>L’EMOGLOBINA<br />

F. Apollonio, G. D’Inzeo, L. Dominici<br />

ICEMB c/o Dipartimento di Ingegneria Elettronica, “La Sapienza” Università di Roma,<br />

Via Eudossiana 18, 00184 Roma<br />

apollonio@die.uniroma1.it<br />

Abstract<br />

Aim of this work is the application of a computational procedure based on theoretical<br />

first principles in order to represent interaction mechanisms of exogenous<br />

electromagnetic fields at molecular and protein level. The specific molecular system is a<br />

subgroup of hemoglobin. Attention is focused on the reaction trajectory of a specific<br />

molecule binding the metalic atom located at the center of the system, in order to give<br />

an insight on the dynamics of the binding reaction.<br />

INTRODUZIONE<br />

Nell’ambito dello studio dell’interazione tra campi elettromagnetici e sistemi biologici,<br />

esiste un vasto numero di risultati sperimentali che riportano un effetto biologico dovuto<br />

all’esposizione al campo. Tali dati suggeriscono che il meccanismo di trasduzione dello<br />

stimolo fisico in un segnale biochimico in grado di avviare l’effetto biologico, vada<br />

ricercato a livello di membrana cellulare, nel processo di trasporto ionico attraverso le<br />

proteine transmembranali, specifiche strutture macromolecolari che fungono da canali<br />

ionici. I canali permettono il passaggio degli ioni solo quando sono in uno stato<br />

cosiddetto “aperto”, caratterizzato da una precisa configurazione spaziale degli atomi in<br />

gioco; tale configurazione è determinata o dal potenziale di membrana oppure in base<br />

ad un processo biochimico per cui una molecola (ligando) si lega ad un sito attivo<br />

(recettore) della proteina. Il problema del meccanismo di interazione diventa quindi<br />

quello di studiare l’azione di un campo elettromagnetico (EM) endogeno su<br />

distribuzioni di cariche vincolate, proteine di membrana, o su cariche in movimento,<br />

flusso di ioni, scendendo ad un livello atomico o molecolare quindi con un approccio di<br />

tipo quantistico. Infatti dati ottenuti da diverse Protein Data Bank (archivi di strutture<br />

tridimensionali di macromolecole biologiche determinate sperimentalmente) forniscono<br />

l’indicazione che i campi endogeni sono campi vettoriali localmente molto intensi,<br />

dell’ordine di 10 8 -10 9 V/m e che la loro direzione può variare su una scala spaziale di<br />

10 -10 m, da cui la necessità di una analisi di tipo quantistico [1].<br />

In questo lavoro l’attenzione è focalizzata sul sistema della Protoporfirina IX, il gruppo<br />

prostetico dell’emoglobina che lega lo ione Fe 2+ per il trasporto dell’ossigeno nel<br />

sangue. Questo sistema molecolare costituisce qualcosa di molto simile ai sistemi sito<br />

recettore/molecola ligando individuati come sedi importanti di interazione, possedendo<br />

al contempo una maggiore semplicità [2]. Il metodo di calcolo utilizzato è un metodo<br />

quanto-meccanico, basato sulla teoria delle perturbazioni; esso permette di inserire nella<br />

trattazione quantistica un campo elettrico statico a costi computazionali ragionevoli [3].<br />

Il metodo rappresenta una innovazione nell’ambito delle metodologie classiche della<br />

chimica computazionale e rappresenta un primo passo verso simulazioni di dinamica<br />

molecolare.


MO<strong>DEL</strong>LI E METODI<br />

Il bersaglio biologico che si è scelto di studiare è una porzione della molecola di<br />

emoglobina (~1360 atomi), il deossieme (~50 atomi), costituita da un anello porfinico<br />

legato ad un atomo di ferro posto al centro dell’anello e alla molecola di imidazolo<br />

posta da una parte del piano porfinico (Fig. 1).<br />

porfina<br />

CO<br />

Fe 2+<br />

imidazolo<br />

Fig. 1 Deossieme, sottogruppo della molecola di<br />

emoglobina. L’atomo di ferro è posto al centro<br />

dell’anello porfinico ed è legato ai quattro atomi di<br />

azoto presenti nell’anello.<br />

Il sistema molecolare contiene anche il gruppo<br />

imidazolo dell’istidina prossimale da una parte del<br />

piano della porfina (verso l’interno della proteina) e<br />

la molecola di monossido di carbonio dalla parte<br />

opposta.<br />

In particolare si considera il processo di legame della molecola di monossido di<br />

carbonio (CO) all’atomo di ferro, processo che rappresenta un modello semplice ma<br />

efficace del legame ione-sito recettore.<br />

Dal punto di vista del calcolo è noto che un problema di tipo quantistico parte<br />

necessariamente dalla soluzione dell’equazione di Schroedinger, che fornisce attraverso<br />

le funzioni d’onda elettroniche (autofunzioni dell’equazione) informazioni sui possibili<br />

livelli energetici del sistema di interesse. A parte il caso semplice del singolo atomo di<br />

idrogeno, non esiste una soluzione in forma chiusa di tale equazione ma è necessario<br />

ricorrere ad approssimazioni numeriche. Il metodo utilizzato, Perturbed Matrix Method<br />

(PMM), è basato su un metodo quantistico ab initio che utilizza la teoria delle<br />

perturbazioni, in cui l’elemento che perturba lo stato del sistema è un campo elettrico<br />

statico e localmente omogeneo [3]. In particolare se in assenza di perturbazione il<br />

problema viene risolto considerando l’operatore hamiltoniano, che tiene conto<br />

dell’energia totale del sistema, espresso su una base limitata di autofunzioni, l’effetto<br />

del campo può essere considerato semplicemente sommando all’operatore hamiltoniano<br />

imperturbato un termine perturbativo che generalmente è rappresentato come un<br />

prodotto tra campo elettrico e momento di dipolo. Il problema viene risolto, in notazione<br />

matriciale, diagonalizzando la matrice perturbata di Hamilton espressa nella base delle<br />

autofunzioni imperturbate. La procedura implementata consiste nell’effettuare un primo<br />

calcolo quanto-meccanico per ricavare la geometria della struttura in esame.<br />

Successivamente la diagonalizzazione della matrice hamiltoniana viene eseguita<br />

abbastanza rapidamente per diversi valori del campo applicato. Di contro il metodo<br />

perturbativo standard effettuerebbe invece di nuovo tutto il calcolo quanto-meccanico<br />

per ogni geometria e per ogni valore del campo applicato. E’ evidente quindi il basso<br />

costo computazionale associato al calcolo PMM.<br />

RI<strong>SUL</strong>TATI<br />

Un risultato preliminare è stato quello di analizzare eventuali modifiche della<br />

configurazione geometrica della molecola proteica che rappresenta il sito attivo in<br />

presenza di campo elettrico. Modifiche strutturali della molecola (curvatura del piano<br />

del deossieme) si hanno per valori di campo elettrico locale dell’ordine di 10 9 V/m.


Pertanto si sono considerati campi elettrici di un ordine di grandezza più basso, tali<br />

quindi da non influenzare geometricamente il sistema di interesse ed è stata condotta<br />

un’analisi della configurazione elettronica per verificare un eventuale effetto del campo<br />

sui processi di legame. L’attenzione quindi è stata focalizzata sulla traiettoria di<br />

reazione della molecola, nello specifico il monossido di carbonio (CO), che si lega<br />

all’atomo di ferro centrale. Il primo passo è stato la costruzione di una griglia di punti al<br />

variare di due parametri principali, le distanze del CO e del Fe dalla posizione centrale<br />

lungo l’asse molecolare.<br />

E[kJ/mol]<br />

d CO<br />

250<br />

d Fe<br />

d Im<br />

200<br />

150<br />

E [KJ/mol]<br />

100<br />

50<br />

z<br />

(a)<br />

1.75<br />

2.15<br />

2.55<br />

2.95<br />

3.35<br />

d CO<br />

[ Å ]<br />

4.150<br />

d Fe<br />

[ Å ] (b)<br />

Fig. 2 (a) Rappresentazione dei parametri , che sono state variati per costruire la griglia di punti di<br />

energia potenziale. Distanza d fe , distanza dell’atomo del ferro dal piano della porfina, e d co , distanza della<br />

molecola di CO dal piano della porfina. (b) Griglia di punti di energia potenziale in assenza di campo.<br />

Una simile griglia vuole essere rappresentativa del passaggio della CO dallo stato legato<br />

alla porfina verso lo stato non legato, ovvero della reazione di legame. Il secondo passo<br />

è consistito nel calcolare per ognuno dei punti di griglia l’energia totale dello stato base<br />

e quella di un certo numero di livelli eccitati, tramite un metodo di correlazione<br />

elettronica [4]. Sono proprio tali superfici di energia potenziale che permettono di<br />

definire la traiettoria di reazione. L’energia totale così calcolata rappresenta la<br />

situazione del sistema imperturbato. Infine, il metodo PMM viene applicato agli stati<br />

elettronici associati ad ogni geometria per calcolare il livello base perturbato della data<br />

geometria, per varie orientazioni ed intensità di campo elettrico. Tale procedura<br />

consente di investigare gli effetti dei campi esogeni sulle superficie di energia<br />

potenziale associata alla reazione, permettendo di analizzare le alterazioni dello stato<br />

iniziale (legato) e finale (non legato) che definiscono l’aspetto termodinamico ed in<br />

prospettiva più interessanti effetti sugli stati di transizione e le barriere di potenziale che<br />

definiscono la cinetica della reazione. Il campo elettrico è stato applicato nelle tre<br />

direzioni principali, ma gli effetti più evidenti si hanno per il campo applicato nella<br />

direzione z. Inoltre si è analizzata la situazione per due ulteriori molteplicità di spin<br />

della molecola, oltre a quella fondamentale pari a uno (spin 3 e 5), dato l’importante<br />

ruolo che queste rivestono per la struttura e le vibrazioni della molecola. Nella Figura 3<br />

vengono riportati i risultati relativi a profili dell’energia potenziale, in particolare la<br />

differenza tra il valore di energia dello stato imperturbato e di quello in presenza di<br />

campo, lungo una sezione monodimensionale della stessa superficie, facendo variare<br />

d CO e lasciando fisso d Fe , meno significativo per le variazioni energetiche. Le curve<br />

3.75<br />

0.15<br />

0.30<br />

0<br />

0.45


sono riportate per le tre molteplicità di spin della molecola e al variare del campo<br />

elettrico applicato. Quello che si può notare è che campi E z positivi ovvero concordi con<br />

il momento di dipolo intrinseco della molecola diminuiscono l’energia potenziale totale<br />

rispetto al caso imperturbato, viceversa campi E z negativi cioè antiparalleli al dipolo<br />

elettrico aumentano l’energia; in sostanza la forma della curva non è praticamente<br />

alterata dal campo e quindi di fatto non lo è la barriera di attivazione per il distacco<br />

della CO (cioè la differenza tra punto di massimo e punto di minimo su ognuna delle<br />

curve). L’effetto è qualitativamente quello che si attendeva; quantitativamente è<br />

apprezzabile per intensità a partire da 0.001 u.a. ~ 5*10 8 V/m.<br />

360<br />

320<br />

280<br />

E z<br />

= - 0.005 a.u.<br />

E z<br />

= - 0.003 a.u.<br />

E z<br />

= - 0.001 a.u.<br />

E z<br />

= + 0.001 a.u.<br />

E z<br />

= + 0.003 a.u.<br />

E z<br />

= + 0.005 a.u.<br />

s=1, tripletto<br />

d Fe<br />

= 0.10 Å<br />

240<br />

∆E [kJ/mol]<br />

200<br />

160<br />

120<br />

80<br />

40<br />

0<br />

s=2, quintupletto<br />

s=0, singoletto<br />

-40<br />

1.75 2.10 2.45 2.80 3.15 3.50<br />

d CO<br />

[Å]<br />

Fig. 3 Curve dell’energia potenziale al variare della distanza d CO per diversi valori di campo applicato (5-<br />

25 10 8 V/m) e per le tre molteplicità di spin della molecola (s=0 ⇒molteplicità 1, s=1 ⇒molteplicità 3,<br />

s=2⇒molteplicità 5). 1 a.u.= 5.14 10 11 V/m.<br />

CONCLUSIONI<br />

In questo lavoro viene applicato per la prima volta un metodo di calcolo quantistico per<br />

la valutazione, in presenza di un campo elettrico, dell’energia di legame di una specifica<br />

molecola (monossido di carbonio) nei confronti di un complesso molecolare di rilievo<br />

dal punto di vista biologico quale è quello dell’emoglobina. I risultati mostrano come la<br />

presenza del campo non alteri la barriera energetica relativa alla reazione di legame (o<br />

in alternativa dissociazione) del ligando con il sito attivo. Sviluppi futuri sembrano<br />

aprire la strada verso applicazioni di dinamica molecolare in cui quindi la reazione di<br />

legame viene simulata in una finestra temporale fornendo importanti indicazioni sulle<br />

caratteristiche cinetiche del processo.<br />

Si ringrazia il prof. M. Aschi (Dip. Chimica e dei Materiali, Univ. dell’Aquila) per il supporto offerto.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

[1] B. Bianco, A. Chiabrera, E. Moggia, T. Tommasi, “Enhancement of the interaction between low-intensity RF em<br />

fields and ligand binding due to cell basal metabolism”, Wireless Network 3 (1997) 477-487.<br />

[2] Schotte et al., “Watching a protein as it functions with 150-ps time resolved X-ray crystallography”, Science 300<br />

(2003) 1944-1947.<br />

[3] M. Aschi, R. Spezia, A. Di Nola, A. Amadei, "A first principle method to model perturbed electronic<br />

wavefunctions: the effect of an external homogeneous electric field", Chem. Phys. Lett. 344 (2001) 374-380.<br />

[4] Gaussian 98 (rev. A7), Gaussian Inc., Pittsburgh, PA (USA), 1998, (http://www.gaussian.com)

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