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GENNAIO

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LE LETTERE DEI SOCI<br />

IRLANDA WESTERN WAY<br />

Da quando 8 anni fa mia figlia si è trasferita per lavoro a Dublino, ho fatto<br />

dell’Irlanda la mia seconda patria. Ci sono stato numerose volte e da qualche<br />

anno accompagno il trek sulle Wicklow, a sud di Dublino.<br />

Lo scorso anno sono stato invitato a scoprire le possibilità di un trek nel<br />

nord ovest, nelle contee di Mayo e Connemara, posti che avevo già visitato<br />

in auto.<br />

Ho scoperto un mondo fantastico e ho subito programmato un trek: il sentiero<br />

della Western Way, un sentiero che attraversa queste contee in un<br />

continuo mutare di panorami e sensazioni. Dalle desolate vallate, dove si<br />

ha la sensazione di camminare in quota, circondati da alte montagne, ma<br />

si è invece quasi al livello del mare e i monti sono alti non più di 800 metri.<br />

Dai fiordi marini, circondati da estese brughiere di erica fiorita, dalle numerose<br />

pecore, col loro musetto nero e le caratteristiche corna rivolte, dalle<br />

vedute panoramiche sulla baia di Crew, con le sue numerose isolette e le<br />

spiagge dal colore mediterraneo, dagli spazi ampi e aperti verso l’infinito,<br />

dalle foche che si sdraiano al sole in una caletta riparata, dal cielo d’Irlanda,<br />

che cambia in continuazione, rendendo il paesaggio una tavolozza di colore,<br />

che culmina con i suoi arcobaleni.<br />

Camminare su sentieri, piccole strade e a volte nella bagnata torba, per<br />

poi arrivare a fine tappa in un pub, bersi una pinta di Guinness, ascoltare i<br />

suoni a volte melodici a volte forti che ti circondano, rendono ogni giornata<br />

unica. In questa occasione, poi, eravamo accompagnati da un simpatico<br />

ragazzone irlandese che, con i suoi racconti veri e falsi, ha contribuito a<br />

farci entrare nello spirito di quelle contrade.<br />

Andare in Irlanda per un trek... proprio un’idea vincente.<br />

Enrico Ferrari<br />

Non solo il camminare piacevole, a volte insidioso fra le torbiere o, nel caso<br />

del Monte Sacro, sulla pietraia. Sono stato colpito dalla mescolanza di emozioni<br />

visive e oniriche.<br />

- Paesaggi infiniti, l’orizzonte non riusciva a chiudere la vista; appena lo<br />

spazio tentava di chiudersi, immediatamente arrivava lo spunto del luogo<br />

raccontato dalla guida irlandese Barry, storie vere o leggende che fossero,<br />

ma concrete dei luoghi (senza il finale anch’esse)<br />

- Magia dei luoghi, si percepisce l’energia degli eventi accaduti nei secoli<br />

- Pecore, tante, ma tante, ma tante di ogni razza - Erica compatta che con il<br />

suo colore purpureo trasforma le colline in giganteschi cuscini<br />

- Mare, laghi, stagni, differenze Nessuna. L’acqua era specchio del cielo<br />

che ogni minuto cambia, difficile per la mente rimanere ancorata alla razionalità<br />

- Isole vicine e lontane sul mare, “sul” non è una espressione geodetica,<br />

ma legata ai paesaggi infiniti - Foche, “bottiglianti in acqua”<br />

- Pesca, a dir poco miracolosa, di astici e granchi giganti - Pesca del salmone,<br />

arte sopraffina - Abitanti e gestori dei B&B, disponibili di più: amici<br />

da sempre ritrovati, chiacchiere, battute, racconti - Birra, salmone, speciali<br />

zuppe, colazioni, felicità alla vista, e non solo (un chilo in più in 7 giorni).<br />

Ritornarci Una Guinness non è possibile rifiutarla.<br />

Pierettore Santagostino<br />

Anch’io voglio ringraziare di tutto cuore Enrico, anche per la felice scelta<br />

di Barry, è stata una vacanza veramente bella e molto particolare. Ringrazio<br />

anche tutti gli altri per la compagnia piacevole e per le chiacchierate<br />

che ci siamo fatte, anche se devo ammettere che a volte mi isolo un<br />

po’ troppo, ma che volete, una zitella incorreggibile come me...<br />

Margaretha Pupp<br />

Caro Enrico, (e cari tutti, questa la rubo volentieri a Sergio).<br />

Un grazie speciale a te, per il tuo gran lavoro e per la scelta di Barry, che è<br />

stato eccezionale.<br />

Per quanto riguarda la nostra guida italiana (e qui premetto che Enrico mi ha<br />

pagato pochissimo, a cosa servono gli amici, se no) ho ritrovato quello che<br />

già conoscevo: la capacità di star vicino a tutti, senza mai forzare niente, e<br />

quella di essere poi un fantastico compagno di silenzi e Guinness, sorrisi e<br />

Guinness, risatona e Guinness.<br />

In ogni momento, grazie a Barry, abbiamo avuto un po’ di leggende che camminavano<br />

con noi con due o tre giorni finali assolutamente magici, negli spostamenti<br />

da penisola ad isole, in un gran mare di luce.<br />

Luce che moltiplica luce. Grande cupola azzurrofumosa, che bacia la grande<br />

distesa azzurrosalina. La prima valle, Valle di Inagh, un grande corridoio<br />

verde muschio sempre guardato a vista dai nuvoloni muscolosi Barry che mi<br />

chiede se ho visto dei cani su quella collina, fughe pilotate di pecore testanera<br />

sui costoni morbidi, accidenti, perché non mi faccio controllare la vista<br />

Nuovo silenzio di giacche a vento molto discrete, come sono le previsioni<br />

Eddai, andiamo a vedere fin là, paesaggio di pastori, onde viola sul verde<br />

muschio, tutta erica di un bel lillà pallido, passo che sprofonda nel cuscino<br />

torboso e giovane asino goloso che vuole il bis di biscottini.<br />

Enrico, forse ti invierò un brano su questa falsariga un po’ delirante, come<br />

giusto commento alle sensazioni che il percorso, nel suo insieme, ci ha regalato...<br />

(il tipo di prosa folle non è una mia invenzione, ma è derivato da quelle<br />

forme, con risultati ben superiori, dei maestri di letteratura Joyce e Celine).<br />

Piero della Rovere<br />

28 trekkingitalia.org

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